Commissione europea. Internet non ancora sicuro per i bambini

Commissione europea. Internet non ancora sicuro per i bambini
bambini al computer, foto di repertorio

BRUXELLES-ITALIA. La Commissione europea esamina le modalità con cui gli Stati membri stanno attuando le raccomandazioni dell'UE volte a garantire che i bambini possano fruire del mondo virtuale con fiducia e sicurezza. Nonostante lo sforzo degli Stati membri, le misure si sono rivelate nel complesso insufficienti.

MISURE INSUFFICIENTI. Secondo una relazione presentata in questi giorni, gli Stati membri non rispondono in modo adeguato o adottano approcci variabili alla lotta e alla segnalazione dei contenuti nocivi, per garantire che i bambini consultino contenuti adatti alla loro età, rendere più sicuri i siti di socializzazione per i minori e proteggerli dai videogiochi nocivi. Esistono per esempio molte differenze fra gli Stati membri nel modo in cui le hotline verificano l'illiceità o la nocività dei contenuti loro segnalati, ne tracciano l'origine ed eseguono la notifica alle autorità competenti. Analogamente, i paesi europei usano diversi sistemi di classificazione per età e dispositivi tecnici per far sì che i siti e i videogiochi siano adatti all'età. La relazione mostra che esiste un notevole margine di miglioramento per rafforzare la protezione dei minori in questi ambiti.

ORIZZONTI. La Commissione intende affrontare tali problematiche più avanti nel corso dell'anno mediante un'iniziativa di ampio respiro volta a educare e proteggere i bambini che usano le nuove tecnologie. Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione responsabile dell'Agenda digitale ha dichiarato: "I bambini si recano online più spesso e cominciano più giovani, esplorando un entusiasmante mondo digitale pieno di opportunità. Dobbiamo però imprimere urgentemente un impulso alle nostre azioni e al modo di collaborare per educare e proteggere i bambini in questo mondo virtuale in continua evoluzione. Dobbiamo infondere ai genitori e agli insegnanti la fiducia necessaria per assumersi le loro responsabilità. La strategia che intendo presentare nel corso dell'anno affronterà direttamente questi problemi".

AZIONI. Nella relazioni si suggeriscono diverse azioni da mettere in campo.
Contenuti illeciti e nocivi: diffondere la conoscenza delle linee dirette e migliorare le infrastrutture di sostegno per agevolare la rimozione di contenuti illeciti.
Networking sociale e privacy: incrementare la consapevolezza dei rischi e i modi per ridurli.
Classificazione per età e sistemi di codifica: un uso più ampio dei sistemi di classificazione per età (come PEGI) per i videogiochi online; sviluppo di codici di condotta e altri modi per aumentare la conoscenza della classificazione per età da parte dei rivenditori, in modo da evitare la vendita ai "minori".

AGENDA DIGITALE EUROPEA. Fare di internet un luogo più sicuro per i bambini è una delle priorità dell'Agenda digitale europea. Da un sondaggio EUKidsOnline , in Europa i bambini fra i 9 e i 10 anni che usano internet dichiarano di avere iniziato a recarsi online a sette anni. Il 33% di quelli che navigano usa un telefono cellulare o palmare. Il 77% dei ragazzi tra i 13 e i 16 anni e il 38% degli intervistati nella fascia di età dai 9 ai 12 anni sostiene di avere registrato un profilo su un sito di socializzazione; un quarto degli utenti di tali siti dichiara di avere un profilo pubblico. Qualsiasi strategia di portata unionale in quest'ambito deve tenere conto della natura globale e in constante evoluzione dell'ambiente digitale, per rispondere in modo flessibile alle nuove sfide.
Le raccomandazioni dell'UE del 1998 e del 2006 relative alla tutela dei minori online erano motivate dal fatto che la legislazione unionale e nazionale non sempre riesce a tenere il passo con gli sviluppi nel settore dei servizi audiovisivi e informativi online. A livello unionale (grazie alla direttiva sui servizi di media audiovisivi) e nella maggior parte degli Stati membri esistono norme specifiche relative al solo contenuto dei media audiovisivi. Diventa quindi ancora più importante che gli Stati membri e i fornitori di servizi siano consapevoli delle nuove sfide per la protezione di minori e possano promuovere le condizioni adeguate per un quadro di riferimento grazie alla cooperazione fra le parti interessate e la coregolamentazione o l'autoregolamentazione.
La relazione riguarda diverse azioni previste dall'Agenda digitale europea. Nella fattispecie la Commissione si è impegnata a "promuovere il dialogo tra le varie parti interessate e l'autoregolamentazione dei fornitori di servizi europei e mondiali (ad es. piattaforme di social networking, fornitori di servizi di comunicazione mobile, ecc.) in particolare per quanto riguarda l'uso dei loro servizi da parte dei minori" (Azione 37).
L'Agenda digitale esorta inoltre gli Stati membri a "mettere in pratica le linee telefoniche dirette per la denuncia di contenuti online offensivi o dannosi, organizzare campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza online dei bambini e proporre di insegnare la sicurezza online nelle scuole, nonché incoraggiare i fornitori di servizi internet a mettere in atto misure di autoregolamentazione relative alla sicurezza dei bambini entro il 2013" (Azione 40). La Commissione lavora anche alla promozione di contenuti online di elevata qualità e adatti all'età. Come dimostrano i risultati del sondaggio EUKidsOnline, soltanto un ragazzo su tre di età compresa tra 9 e 12 anni ritiene che la rete offra materiale interessante.

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