Caravaggio a Mosca. Per la più grande mostra all’Estero.

RUSSIA e ARTE ITALIANA. Tre mesi di Caravaggio a Mosca, dall’esposizione inaugurata due giorni fa all’Ambasciata italiana di Mosca del ‘Ragazzo con canestra di frutta’ alla più grande mostra mai organizzata all’estero dai musei italiani sul grande pittore italiano. Si conclude in grande stile l’anno della cultura italiana in Russia, che tra l’altro riserva ancora, oltre al Caravaggio, due balletti della Scala al Bolshoi e una mostra su Ercolano all’Hermitage.
“Quello di oggi non è che un assaggio della grande mostra sul Caravaggio che il museo Pushkin di Mosca ospiterà dal 26 novembre prossimo al 19 febbraio 2012“, ha annunciato l’Ambasciatore italiano Antonio Zanardi Landi, sottolineando che si tratta della maggiore esposizione tutta italiana dedicata a Michelangelo Merisi (quella alle Scuderie del Quirinale dello scorso anno aveva messo insieme 24 opere ma da vari Paesi). Anche il “Ragazzo con canestra di frutta”, infatti, confluirà nell’esposizione del Pushkin insieme ad altre dieci opere, tra cui la leggendaria “Deposizione nel sepolcro”, che non ha quasi mai lasciato le mura del palazzo del Vaticano, “La cena in Emmaus” dalla Galleria Brera di Milano, la famosa “Conversione di San Paolo” dalla Chiesa di Santa Maria del Popolo.
Questa tela del periodo giovanile, risalente al 1593, quando il pittore lavorava nella bottega del Cavalier d’Arpino, celebre artista della Roma dei Papi, è già bastata da sola ad attirare l’attenzione dei media, dei critici e degli amanti dell’arte in un Paese dove esiste una sola opera di questo amatissimo genio dell’arte (all’Hermitage). Di fatto contiene già tutte le novità e le caratteristiche che fecero di Caravaggio uno degli artisti più rivoluzionari della storia, “sollevando intorno ai suoi quadri la stessa eccitazione che si creò in Europa di fronte alla pittura impressionista”, come ha sottolineato Irina Antonova, da 50 anni direttrice del Pushkin: il chiaroscuro, l’energia plastica, il realismo. Un mito alimentato anche dalla sua breve vita turbolenta e rocambolesca, “che nei russi può evocare quella tormentata di Mikhail Lermontov”, ha osservato il direttore dell’Istituto di cultura italiano Adriano dell’Asta.
All’inaugurazione erano presenti, tra gli altri, il viceministro della cultura russa Andrei Busighin e Carlo Tamburi, vicepresidente dell’Enel, sponsor di questa ed altre iniziative dell’anno della cultura italiana in Russia.