Festival 2012. Hanno vinto Emma e il canto. E non soltanto Celentano.

Festival 2012. Hanno vinto Emma e il canto. E non soltanto Celentano.
Festival di Sanremo, 62° edizione, Emma Marrone

HA VINTO EMMA! Ci abbiamo preso:  Emma Marrone, dicevamo, con ‘Non è l’inferno‘ ( di Palmosi, Silvestre, Sala) e così è stato. Davanti ad Arisa e Noemi. Così a  vincere (se non altro ) sono stati il canto e tre giovani cantanti e non …  ( soltanto) lo showmen Adriano Celentano, come si temeva, anche lui cantante, certo, ma in tempi lontani, quando  ‘a far gioire le ugole della gente’ erano i suoi ritornelli  scanzonati da molleggiato.

Celentano ( stasera ) ha ‘attenuato‘ ( tra qualche fischio) la sua verve polemica nei confronti del ( solito, strapazzato) mondo cattolico, riscattandosi al suo pari attraverso  commossi   ‘duetti’  con l’amico Morandi. Il quale  ( apparso per la prima volta in televisione, nel 1962,  in un programma presentato da Walter Chiari) su questa edizione ha posto una firma (  con qualche dubbio ) riuscita, anche se con con qualche ‘farfalla‘  di troppo  e qualche comico invadente che sarebbe stato meglio  limitare alla satira di costume, riservando  ad altri ( e in altri luoghi) certe riflessioni  ( diciamo, non proprio  aggiornate) sui ‘massimi sistemi’.

 IL VERO SUCCESSO DEL FESTIVAL. Una volta, quando ancora la tivù era in bianco e nero, a decretare il successo d’un pezzo non erano le giurie in sala o fuori sala, ma la  quotidianità. Il ragazzo del panettiere che, inforcando la bici con il canestro colmo di pani, se ne andava per strada cercando di memorizzare l’aria che più lo aveva colpito; o la ragazza del sarto che, appressandosi al bancone per il taglio e il cucito, abbozzava qualche nota di un  motivetto che, la sera del gran finale, l’aveva rapita.

Nasceva dalla quotidianità, allora, il successo. Che la gente accettava di buon grado, tanto più  che s’identificava con una aspirazione diffusa  ad allontanarsi ( per quanto  possibile ) dalle nubi nere della guerra ( per anni,   una ferita dura a rimarginare) e dalla tristezza anonima ( e autentica) della povertà.

LE TRE VINCITRICI. Emma, Arisa e Noemi sono tre ragazze brave e carine. Non è dato a sapere se ripercorreranno le strade dei mitici personaggi del passato. Nonostante i media, internet, l’apertura planetaria degli eventi.

Forse no. Basterebbe, per dare un senso profondo alla loro esperienza, che qualcuno, anzi molti, di quelli che andranno al lavoro, a scuola, a spasso, nella banalità quotidiana, se ne trattenessero un frammento. O anche solo un ‘pezzettino’, cantandolo e ricantandolo, per donargli  una memoria senza età, facendolo  transitare di generazione in generazione.

Come ‘Grazie dei fior’ o ‘Papaveri e Papere’ o ’Ventiquattromila baci’ … eccetera, eccetera, eccetera. Arrivederci dunque al prossimo anno, vecchio Festival, magari di nuovo inondato dai colori e dai profumi di quelle ‘infiorate’  che dalle tue parti sono di casa e che ,  meglio di certe ‘farfalline’ più o meno simulate,  aiutano la quotidianità a salutare col canto l’arrivo dirompente della Primavera.

 

Roberto Vannoni

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