Tacchi alti: dal ’500 a oggi. Da simbolo di potere a simbolo di seduzione.

Tacchi alti: dal ’500 a oggi. Da simbolo di potere a simbolo di seduzione.
Tacchi alti (foto di repertorio)

TACCO & STORIA. Tacchi alti, pochissime donne ne fanno a meno. Pochissimi uomini non apprezzano le donne che li indossano. I tacchi alti – fonte di fascino e, spesso, sofferenza – sarebbero ‘nati’ nel Cinquecento. Da più parti viene indicata in Caterina de’ Medici la prima donna che li indossò: era il 1533 e si stava sposando con il duca di Orléans.
Ma sembra che i tacchi, con altri scopi rispetto agli attuali, venissero usati anche molto prima: nell’antico Egitto venivano indossati nelle macellerie per non sporcarsi i piedi col sangue; in Mongolia i cavalieri li indossavano per tenere in modo saldo le staffe.

TACCO & POTERE. La finalità estetica emerge in epoca greca e romana, anche se ancora non si trattava di un vero e proprio tacco, ma più che altro di un rialzo esteso per tutta la suola.
Facendo un balzo verso la Francia dell’anciém regime si scopre – e lo si può vedere in alcuni film o musei – che i tacchi, oltre che dalle dame, venivano usati anche dagli uomini di potere. Tacchi alti e decorati arricchivano la ‘scarpiera’ di Luigi XIV. Il tacco alto fa il suo ingresso in Italia nel XVI secolo circa, quando iniziarono a calzarlo le signore della nobiltà.

TACCO OGGI. Oggi la scarpa col tacco è diffusa trasversalmente nella società. Non ci sono barriere economiche o sociali: la scarpa col tacco è accessibile a tutti, disponibile a qualsiasi prezzo. Non è un più un simbolo di potere o di ricchezza – o comunque lo è molto meno – ma è diventata soprattutto uno strumento di seduzione e un modo per valorizzare la figura femminile. Questo vale per chi i tacchi li sa portare con disinvoltura, per chi – come me – li indossa con la stessa grazia con cui camminerebbe con i trampoli (o anche peggio), il sandalo basso non è una cattiva idea.

Ti potrebbe interessare anche...