Anniversario della morte di Lello Baldini. Poeta dal modo sempre amabile, arguto, travolgente.

Anniversario della morte di Lello Baldini. Poeta dal modo sempre  amabile, arguto, travolgente.
Raffaello Baldini. Immagine di repertorio

L’ANNIVERSARIO. L’annuncio allora fu scarno. Il poeta santarcangiolese Raffaello Baldini si è spento mercoledì 28 marzo nella sua casa di Milano. Aveva compiuto 80 anni a novembre dell’anno prima. I funerali si sono tenuti a Santarcangelo, venerdì 1 aprile alle ore 16, presso la chiesa Collegiata. All’annuncio fece seguito questa utile  nota biografica: “ Raffaello Baldini faceva parte del gruppo di intellettuali santarcangiolesi che nell’immediato dopoguerra diede vita al ‘Circolo del Giudizio’, con Tonino Guerra, Nino Pedretti, Gianni Fucci e Flavio Nicolini. Le sue raccolte come La nàiva,Furistir e Ad nòta hanno ottenuto riconoscimenti come il premio Carducci, Viareggio Poesia e Bagutta.  Era anche autori di testi per il teatro, in dialetto e in italiano”. Un annuncio, doveroso, una nota biografica, indispensabile, per abbozzare il ritratto di uno dei ‘padri’ della grande stagione poetica dialettale santarcangiolese del Dopoguerra.

IL RICORDO. Sulla quale, il tempo, gli uomini, hanno ricamato schede e profili non sempre rispondenti al vero. C’è invece in una testimonianza di Franco Loi qualcosa che attrae. Raffaello – annota Loi – era un amabile conversatore. Con due argomenti, tra gli altri, nel cuore: l’arte e la musica. Di poesia, invece, lui grande vocato, sembrerà strano, ma non parlava mai. Amava schermirsi, senza essere remissivo, mentre ‘sul suo volto d’avorio passavano lampi d’ironia’. Era un uomo molto conviviale e allo stesso tempo molto solo. Le sue letture pubbliche però restano memorabili. Una volta, al liceo Einstein di Rimini, trecento ragazzi che di dialetto romagnolo capivano poco o nulla, grazie al misterioso feeling che era riuscito ad instaurare, saltarono in piedi ad applaudirlo, entusiasti. Quando si parla della stagione poetica santarcangiolese non si può fare a meno di porre qualche distinguo. Poetico, letterario, ma anche umano. Puntando su una sorta di confronto, essenzialmente a tre, tra Pedretti, Guerra e Baldini.

E se in Pedretti ad incantare ‘ è – come sintetizza Carlo Bo – una suprema forza di  approfondimento per essenze’,  in  Guerra ‘ c’è il cantore della vicenda corporea della poesia romagnola’. Mentre in Lello, pur parlando ancora di corpi, ci si sprofonda nell’anima del paese. Con la sua memoria, le sue paure e il chiacchiericcio interiore; e dove le stesse vicende corporee diventano soprassalti della coscienza, meditazione, panico. In tal modo ciò che in  Guerra ‘ si fa aforisma e traslazione’, in Baldini  si trasforma in ‘monologo e travaglio interiore’. Con un evidente  attrito ‘ tra pensiero e realtà, tra bisogni di luce e sicurezza esistenziale’; o anche, ‘tra opacità e oscurità della materia’. E come avrebbe potuto vivere altrimenti quest’uomo in un tempo senza trascendenza?
“ L’uomo senza Dio – risponde l’amico Loi – è in balìa degli eventi”. Dove tutto è lecito, ma soprattutto dove tutto ‘ diviene anche paura di sé e dell’altro, e incapacità d’affrontare con coraggio la vita’. E ancora, dove ‘il gioco del nascondimento introduce alla fuga da sé e dall’altro’.

Discorsi, o forse solo umili frammenti, ascoltando i quali chissà cosa avrebbe risposto Lello. Se come qualcuno dei suoi personaggi ‘ loquaci, e spesso capaci di perdersi nelle sfaccettature d’un argomento’; oppure con qualche bagliore della sua imprevedibile ironia ? In fondo, è sempre stato un problema ‘leggerlo dentro’. Se non fosse arrivato lui stesso, volontariamente, a prenderti per mano, e per farti toccare qualche suo ( immancabile) cruccio interiore. Con modo sempre  amabile, arguto, travolgente.

Roberto Vannoni

 

Raccolte di poesie [modifica]

1976. É solitèri, Imola, Galeati. (Premio Gabicce)
1982. La nàiva, introduzione di D. Isella, Torino, Einaudi. (Premio Carducci )
1988. Furistír, introduzione di F. Brevini, Torino, Einaudi. (Premio Viareggio)
1995. Ad nòta, presentazione di P. V. Mangold, Milano, Mondadori. (Premio Bagutta)
2000. Ciacri, Torino, Einaudi.
2003. Intercity, Torino, Einaudi.
Monologhi teatrali [modifica]

1993. Zitti tutti!, Torino, Einaudi.
1998. Carta canta, Torino, Einaudi.
Opere Varie [modifica]

AA.VV, Dal grande fiume al mare, Pendragon, 2003, pp. 320;
Bibliografia [modifica]

S. Crespi, “Poesia in versi romagnoli di Raffaello Baldini,” in Otto Novecento, 1, gennaio-febbraio 1980, pp. 299-303;
F. Brevini, “L’apocalisse romagnola di Baldini,” in Nuova rivista europea, 28 (marzo-maggio1982), pp. 110-114;
Manlio Cancogni, “Se il dialetto è un felice dialetto,” ne Il Giornale, 7 aprile 1984;
M. Bocchiola, “La coazione poetica per un labirinto romagnolo,” in Autografo, 5, (giugno 1985);
P. Civitareale, “Raffaello Baldini. Il borbottio infinito,” in Oggi e domani, 24, n. 4, 1990, pp. 11-13;
L. Benini Sforza, “Elementi per una storia della poesia dialettale del secondo Novecento in Romagna,” in Tratti, 36 (estate 1994);
C. Marabini, “Spoon river in Romagna,” in Il resto del Carlino, 22 agosto, 1995;
E.Siciliano, “Quanta verità nel suo dialetto,” in L’Espresso, 26 novembre 1995;
E. Zuccato. Recensione di Ad nòta, in Poesia, 91, gennaio1996, pp. 58-9.
Autori Vari, Voci Tre grandi poeti in musica, con Tonino Guerra e Nino Pedretti, Rimini, NdA Press, 2009, ISBN 978-88-89035-37-5.

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