Trivellazioni e terremoti: fenomeni correlati tra loro? C’è chi un dubbio ce l’ha…

ALFONSINE. Riceviamo e pubblichiamo lettera del sig. Ugo Cortesi .
Da alcuni giorni girano in Internet comunicazioni, più o meno serie, che attribuiscono la causa del terremoto avvenuto in Emilia, alle operazioni di fracking che è un metodo per estrarre dal sottosuolo il shale gas (gas da scisto). In particolare mi ha colpito la lettura di un documento, apparso sulla rubrica Scienze del Corriere della Sera, che parla del progetto di Rivara ( vedi anche http://www.romagnagazzette.com/2012/06/07/terremoto-emilia-romagna-aperta-unindagine-contro-le-trivellazioni-di-rivara/) , anche perché in esso viene citato il mio Comune (Alfonsine) dove, l’ENI avrebbe intenzione di realizzare uno stoccaggio di gas, utilizzando i giacimenti di metano esauriti.
Non sono né geologo né addetto ai lavori del settore gas ed energia, ma sapendo cosa sono, per ragioni della mia attività, gli scisti e/o le argille bituminose ho voluto approfondire l’argomento sul gas derivante da esse, anche perché in natura o tal quale i bitumi liquidi o solidi, in generale, non sono esplosivi seppur autoinfiammabili, ma solamente a temperature superiori ai 300°C.
Ho potuto rilevare che il Shale gas è più o meno uguale al metano, con una differenza per quanto attiene alla sua combustione e cioè che per accendersi e/o esplodere ha bisogno di una minor quantità di ossigeno, similmente al grisou, quel gas che ogni tanto procura vittime nelle miniere. Ho pensato, ma forse sbaglio, che sacche di shale gas, che si formano nel sottosuolo in lunghi periodi, (anche milioni di anni) possano essere concause seppur minimali, dei terremoti. Io sapevo di presenza anche a livello di cave di scisti bituminosi nel Ragusano che sono state attive fino ad una trentina di anni or sono, poi sono state chiuse in quanto non erano redditizie, ma di altre zone in Italia non ero a conoscenza.
Ho fatto una breve ricerca ed ho scoperto che (lo potete ber rilevare da documentazioni ufficiali anche in Internet) ci sono diversi di questi siti sul territorio nazionale, come ho detto in provincia di Ragusa, di Caltanissetta e nella valle del Belice (Sicilia), nella Provincia dell’Aquila nella zona di Avezzano e Campo Imperatore (Gran Sasso) ed anche sotto la Maiella, a Pesco di Rago in Irpinia (Avellino), nella Valle del Tagliamento, in Val Resia sotto al monte Plauris quindi parliamo di Friuli Venezia Giulia, poi sotto i monti Picentini, nella valle Piana nei pressi di Serino e Giffoni e qui siamo in provincia di Salerno, ed ancora sotto i monti del Matese e nel Sannio, facenti parte delle Province di Benevento e Campobasso, nella valle dell’Idice e nell’Appennino dell’Emilia-Romagna specialmente vicino alle zone di vene del gesso.
Poi sono andato a cercare i maggiori terremoti dell’ultimo secolo in Italia, che elenco:
1908 – Messina (Sicilia)
1915 – Avezzano (L’Aquila)
1930 – Irpinia (Avellino)
1976 – Friuli
1980 – Eboli (Salerno)
2002 – Campobasso
2009 – L’Aquila
2012 – Emilia
Forse sarà un caso, forse le operazioni di fracking o di hydrocracking non c’entreranno per niente, ma certamente questi terremoti hanno qualcosa in comune con gli scisti bituminosi.
Non so se quanto dico sia mai stato rilevato da qualcuno, ma sarebbe bene che qualche Ente nazionale preposto o esperti del settore, studiassero quale coincidenza può esserci fra scisti bituminosi e terremoti. Se si tratta di un semplice caso, vuol dire che ciò si ripete spesso ed anche questo dovrebbe essere tema di studio.
Ugo Cortesi