Emilia Romagna. Rifugiati: aumentano i permessi di soggiorno per la protezione internazionale.

Emilia Romagna. Rifugiati: aumentano i permessi di soggiorno per la protezione internazionale.
rifugiati, foto di repertorio

EMILIA ROMAGNA TERRA D’ASILO. Sono 3914 in Emilia Romagna i permessi di soggiorno per protezione internazionale al 31 dicembre 2011, con un incremento di 341 unità dall’anno precedente. Lo rileva il monitoraggio 2012 ‘Richiedenti e titolari di protezione internazionale’ realizzato anche quest’anno, per conto della regione Emilia Romagna, dalla rete Emilia Romagna Terra d’Asilo.

DATI. In particolare 1221 riguardano richieste d’asilo, 246 richieste d’asilo per attività lavorativa, 1061 riguardano rifugiati, 1156 protezione sussidiaria, 185 sono permessi per motivi umanitari e 27 in base al Regolamento di Dublino. I dati raccolti provengono dalle nove questure della regione, ma la presenza reale di persone con protezione deve essere considerata superiore, poiché diverse persone pur vivendo in Emilia-Romagna hanno permessi rilasciati da questure di altre regioni oppure sono in attesa che la questura competente rilasci loro un permesso di soggiorno. I permessi in generale sono in crescita per il quinto anno consecutivo. Rispetto al primo anno di rilevamento delle presenze (2006) il dato complessivo è più che raddoppiato. Importante l’incremento di presenze dal 2010 al 2011 (341 persone pari a circa il 10% in più), ma inferiore alle aspettative, considerato che solo all’interno dell’emergenza Nord Africa sono state circa 1500 le persone richiedenti asilo accolte nelle strutture in convenzione con la Protezione civile regionale.

Le principali nazionalità conosciute dalle questure regionali (non tutte sono state in grado di fornire i dati) sono quella nigeriana (433), eritrea, ivoriana e ghanese. Sotto l’aspetto della provenienza gli effetti dell’emergenza Nord Africa sono evidenti: si notano infatti altre nazionalità che mai avevano fatto la loro comparsa all’interno delle statistiche sull’asilo in questi anni di monitoraggio: Ghana e Mali in particolare.

PROGETTI ACCOGLIENZA E PROTEZIONE. Sono inoltre 474 nel corso del 2011 le persone accolte nei 13 progetti attivi in Emilia-Romagna nell’ambito del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (dati forniti dal Servizio centrale dello Sprar), con un aumento di 39 persone dall’anno precedente. Istituto con la legge 189/ 2002 lo Sprar è costituito dalla rete degli enti locali che accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi d’asilo. Nel 2011 il numero di posti finanziati all’interno dei progetto Sprar è salito di 52 unità (dai 255 posti del 2010 ai 307 del 2011). Un incremento importante soprattutto considerando che dal 2005 al 2010 era stato di soli 34 posti.

Dallo scorso anno l’Emilia Romagna è l’unica regione ad avere attivato almeno un progetto Sprar per ogni territorio provinciale (con alcuni territori in cui è attivo più di un progetto). Attraverso queste iniziative gli enti locali, con il supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di accoglienza integrata: non solo vitto e alloggio, quindi, ma anche misure di orientamento legale e sociale e la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico. Il 72% dei beneficiari del permesso era già in possesso di una forma di protezione al momento di entrare nel progetto Sprar. La Somalia (16,5%) si conferma la prima nazionalità all’interno dei progetti Sprar in Emilia Romagna, in crescita di un punto percentuale rispetto al 2010, segue l’Afghanistan (14,5%). Fra le prime cinque nazionalità, la sola novità è rappresentata dal Pakistan (11,5%) che ha sostituto il Camerun.

La percentuale di beneficiari usciti dai progetti per ‘integrazione definitiva’ raggiunge quest’anno solo il 41%. Il dato conferma una crescente difficoltà di terminare il percorso di accoglienza nei termini previsti con un lavoro e un alloggio. Difficoltà evidente nel paragone con gli anni precedenti: nel 2007 l’uscita per integrazione era del 75%, nel 2008 al 65%, nel 2009 al 56% e nel 2010. Un calo costante, senz’altro influenzato dalla crisi economica, ma che pone anche interrogativi sulla presenza di sempre maggiori ostacoli sul percorso di riconquista dell’autonomia. Ostacoli amministrativi, burocratici e organizzativi che rischiano di vanificare gli sforzi fatti e le risorse impegnate.

Nell’ambito del progetto Emergenza Nord Africa (Ena) invece, le presenze di profughi al 10 gennaio 2012 ammontano a 1640 persone, di cui 174 sono donne. Nigeria (208), Ghana (220) e Mali (178) le principali nazionalità presenti, seguite da Bangladesh, Tunisia, Costa d’Avorio, Somalia, Pakistan, Burkina Faso e Ciad (dati dell’Agenzia regionale di Protezione civile).

 

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1 Commento

  • giorgio

    La natura insegna che l’equilibrio delle entità in un determinato ambito può essere compromesso a costo di sconvolgimenti peggiorativi. L’intervento inquinante della maldestra volontà aberrante dell’uomo non può creare che guai irreversibili.

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