Emilia Romagna. Il Garibaldi discusso. Mingozzi ( Ravenna): ‘ Ma lasciamolo riposare in pace!’.

RAVENNA & “GARIBALDI? LASCIAMOLO RIPOSARE IN PACE”. C’è in questi giorni che la Romagna dedica a Garibaldi, da Ravenna a Cesenatico, un certo fermento polemico nei confronti dell’Eroe dei due Mondi. Abbiamo ricevuto diverse e mail ; una, addirittura, dopo altri attributi in negativo, lo indicava come ‘nemico del Sud d’Italia’. Ma non è tutto. A seguito infatti delle notizie diffuse in questi giorni, circa la possibile riapertura della tomba di Giuseppe Garibaldi a Caprera, come richiesto dal comitato nazionale per la valorizzazione dei beni culturali presieduto dallo storico Silvano Vinceti, il presidente della Fondazione museo del Risorgimento di Ravenna, Giannantonio Mingozzi, esprime un netto dissenso
IL DISSENSO. “Mi dispiace – commenta Mingozzi - dover assumere una posizione contraria alla proposta e al lavoro di un amico come Silvano Vinceti con il quale a Ravenna abbiamo collaborato per l’operazione Caravaggio insieme con il professor Giorgio Gruppioni e al laboratorio di antropologia della nostra Università. Ma contribuire scientificamente a ritrovare i resti di personalità eccelse dell’arte e della cultura della storia italiana di cui non si è saputo più nulla dopo la morte, come nel caso di Caravaggio, utilizzando l’eccellenza dell’università, è ben diverso dal violare un monumento nazionale come la tomba dell’Eroe dei due Mondi. Sono sicuro che Vinceti non pensi né a speculazioni né a particolari interessi, ma si senta spinto dalla ricerca storica e giustificato dalle innovazioni tecnologiche e proprio per questo penso che l’operazione ipotizzata non aggiunga nulla a quanto già sappiamo su un padre della patria come Garibaldi. Considero quindi doveroso rispettare quel luogo della memoria senza ingressioni di alcun tipo; il 4 agosto sarà con noi a Mandriole Annita Jallet Garibaldi per le annuali celebrazioni e sono sicuro che anche lei, diretta discendente, sia d’accordo nel lasciare riposare in pace i resti e la memoria del proprio bisnonno”.