Italia&Europa. Su e giù, Il destino dell’euro e dell’Europa. Nonostante Draghi e Monti.

IL FATTO DEL GIORNO. ” Prima mi butti giù, poi mi tiri sù’ recita ( più o meno) il ritornello cantato da Giorgia, in questi giorni torridi d’estate, nelle radio della Penisola. Un verso adatto all’euro, la moneta d’Europa, verso la quale si sono scatenati da tempo nemici avvezzi a fare gli affari loro anche col rischio, concreto, d’un altro disastro continentale ( gli altri due, per chi non avesse memoria, son stati i due conflitti mondiali del 1915/18 e 1939/45).
C’è quindi chi scommette nella fine dell’euro ( tra 16 mesi?) e nel ritorno ( a pioggia) di marchi, franchi, lire, dracme e così via. Tornare sui propri passi, a volte, lo insegnano anche i vecchi, è segno di saggezza. A volte, perchè in questa precisa circostanza quali vantaggi dovrebbero avere i paesi dell’Unione da un ( più o meno caotico) ritorno alle vecchie valute?
MARIO DRAGHI E I RIGORISTI NORDICI. Un’altra domanda. Mario Draghi è stato veramente sconfitto nella sua battaglia contro i rigoristi nordici? Giovedì i mercati sembravano credere di sì, venerdì invece di no. Tanto che hanno avuto rimbalzi spettacolari. Soprattutto la derelitta Milano ( con +6,3%); mentre lo spread divoratore è precipitato intorno ai 460 punti. C’è chi dice che ‘maggiori chiarimenti’ hanno reso più credibili le parole di Draghi.
Del resto la Bce non si sarebbe mai messa a ‘comprare i debiti degli Stati‘, non potrebbe farlo, perchè ( per regolamento) deve restare ‘fuori’ dai mercati. Eppure, nonostante l’opposizione del governatore della Bundesbank Jens Weidmann, qualcosa va fatto. E velocemente. Fermo restando che la scelta euro è irreversibile.
Draghi, in buona sostanza, interverrà solo solo ‘ sei Paesi in difficoltà ( tipo la Spagna) lo chiederanno’ impegnandosi però al rispetto di patti ben definiti, cioè a realizzare effettivamente i risparmi ( e i tagli) promessi. Impegnandosi oggi, ma anche per il futuro, fino a risultati raggiunti.
MA C’E’ UN RISCHIO COMMISSARIAMENTO? Bersani, ad esempio, che sostiene il Governo ma vorrebbe disfarsi della coalizione per avere mani libere, si mostra nervoso. I patti sono patti che anche future coalizioni dovranno rispettare. D’altra parte se l’Italia, dopo questa ( straordinaria) ventata di pulizia dei conti, tornasse fare la furbina, altra via non avrebbe che quella della bancarotta. Cioè miseria per tutti. Ovvero Di Pietro, Casini, Grillo etc compresi.
Pensate i nordici, come quelli che abitano la terra dei laghi, ovvero i finlandesi, vorrebbero che prima di comperare i titoli italiani la Bce ‘ chiedesse come garanzia i nostri patrimoni, le nostre aziende, le nostre opere d’arte’!
Incredibile? No , qui, siamo al redde rationem, null’altro.
Ro.Va.