XXX Olimpiade. Vincono gli Usa ( 104 medaglie). Ma l’Europa ne ha più del doppio ( 225 ca).

LA CRONACA ( OLIMPICA) DAL DIVANO. Fare cronaca da un divano non è agevole. E soprattutto non è infallibile. Anche se libera da condizionamenti d’ogni genere, limpida e frizzante come acqua da una fonte alpestre. Comunque sia è il ( solo) modo di ‘vedere’ lo sport di milioni di persone, che all’evento con possono partecipare dal vivo ma solo attraverso le’ lenti‘ e le ‘voci’ ( sempre più sofisticate e lontane) delle tecnologie e dei mass media. Dunque, la grande olimpiade, quella celebrata sulle ‘magnifiche isole d’Albione’, s’è conclusa. Spettacolare, organizzata, avvincente, com’era iniziata. E con quell’irresistibile richiamo nazionalistico che, tutto sommato, non ha guastato. Anche perchè buona parte delle ‘conquiste‘ britanniche, in realtà, nel corso di questi ultimi due/tre secoli, sono diventate ‘conquiste’ di tutti. La fiamma olimpica tornerà ora ad accendersi, tra quattro anni, a Rio de Janeiro.
TUTTAVIA QUALCHE MACCHIA C’E’. Tuttavia, qualche macchia ha sporcato la candida veste della XXX Olimpiade. E non ci si riferisce qui a verdetti pilotati ( come nel caso – clamoroso – del pugile Cammarelle) a favore dell’orticello di casa, del resto mai abbondante di messi come in questa edizione, ma a quei marciatori che corrono come mezzofondisti, al pianto rivelatore del nostro Schwarz, a quei ciclisti ( della pista ) mutuati fisicamente come atleti del wrestling, a riapparizioni ( nel ciclismo su strada) come quella di soggetti alla Vinokurov, a nuotatori e nuotatrici ( in vasca e fuori) che tagliano l’onda come siluri etc. E se vogliamo andare fino in fondo, ai tanti ( inattesi) fenomeni targati Gb, che mai son apparsi tanto numerosi ( i dati sono lì) nella storia olimpica delle ‘magnifiche isole’.
Sappiamo dell’impegno della Wada. Sappiamo del passaporto genetico. Sappiamo che i controlli potranno essere estesi ad un massimo di otto anni. Tutte cose messe anticipatamente in chiaro. Come il pericolo ( ormai concreto) del ricorso al doping genetico. Speriamo, ora, che alle ombre faccia seguito la luce. Per lavare le macchie del dubbio. Numerose. Operazione indispensabile, per tenere alta la tensione e la credibilità in un evento dalle dimensioni mondiali. Chissà se ci fosse stato il poeta Pindaro, lui cantore di miti ancor ruspanti, cosa avrebbe ‘creduto’ e ‘selezionato’ dell’enorme ( e sempre più sofisticato) flusso di immagini, emozioni, sentimenti?
ITALIA TRA LE GRANDI. Il bilancio italiano, non è stato malvagio. Ci poteva essere qualche medaglia ( d’oro) in più ( Pellegrini, Russo, Cammarelle, Ritmica, Pallanuoto), ma ne sono arrivate anche di inattese ( tiro con l’arco a squadre, Molfetta). E’ il gioco delle parti . Dove a volte si guadagna, a volte si perde. Comunque un auspicio lo si può forse proporre. Perchè ci sta a cuore. Abbiamo visto infatti troppi atleti e squadre nostrani che, nel momento del redde rationem, si sono pressochè liquefatti. E’ vero che la medaglia di bronzo del volley resta storica ma, come dimostrato dalla Russia, in certi frangenti, occorre saper sputare sangue per resistere, e poi, se resta qualche barlume d’energia, reagire fino al miglior risultato positivo ottenibile. mai dire mai. Lo stesso dicasi per la pallanuoto. Bravo Rudic, bravi i croati, ma l’Italia non era così sotto ! S’ era visto con la Serbia. Forse, ad ogni momento clou, dovremmo costringere i nostri a tenere bene a mente l’urlo della Vezzali. Per collezionare qualche ( importante) soddisfazione in più.
In fondo non siamo nè meglio nè peggio di altri. Siamo diversi. Ed è da questa diversità che dobbiamo pescare. Liberandoci ( possibilmente) dei milioni di ( sciocchi) esterofili e di certi nostri ( ormai datati) complessi nei confronti d’altri ritenuti ( storicamente) ‘superiori’. Anche perchè abbiamo visto che pure nelle magnifiche isole dove dovrebbero pullulare gentleman a bizzeffe non tutti lo sono. Soprattutto quando di mezzo c’è ’ il bello di mamma loro’. Non è vero? Chiedete a Roberto Cammarelle, supermassimo di Cinisello Balsamo.
UNA CURIOSITA’. Vi siete mai chiesti se l’Europa, la Vecchia Europa, dovesse presentarsi ( in blocco) come Usa o Cina, quante medaglie porterebbe a casa? Abbiamo fatto un calcolo approssimativo. Per toglierci uno sfizio. Ma basandoci sulla XXX Olimpiade. Agli Usa ( questa volta) sono andate 104 medaglie ( 46,29, 29); alla Cina 87 ( 38,27,22); alla Gran Bretagna 65 ( 29,17,19). Ma se alla GB assommassimo anche solo qualche altro Paese dell’Unione Europea ( Germania, Francia, Italia, Olanda, Ungheria ), ci troveremmo davanti a queste cifre: Usa 104, Cina 87, Europa ( o UE) 225 ( calcolo per difetto, di cui 76 d’oro).
Lo sport ma anche il Pil: ( da I libri di Internazionale, The Economist, Il mondo in cifre, ed.2012) Usa 14.419 mld dollari; Cina 4.986 mld; Giappone 8.069 mld; Europa ( calcolo per difetto) 14.407 mld dollari circa. Sport ed economia. Due dati indicativi. Perchè non farci qualche pensierino sopra?