Personaggi del nostro tempo. Balottelli e le ‘balotellate’. Ma perchè non lasciarlo ‘cuocere’ nei suoi anni?

PERSONAGGI. Ci risiamo. Mario è di nuovo sulle pagine dei giornali, nei notiziari tivù, su twitter. Cosa vuol dire essere un personaggio mediatico. Non hai scampo. Anche quando ti soffi il naso o vai dal calzolaio a farti risuolare le scarpe, ti piazzano al centro dell’interesse. Il problema è che, essendo i media, collegati tra loro a livello planetario, ecco che ogni ‘segnalazione‘ diventa evento in ogni angolo della terra.
Oggi abbiamo trovato Mario pure su un cruciverba della Settimana Enigmistica. Non è da escludere che qualcosa di analogo possa essere accaduto ( nel frattempo) anche a Stanley, nelle Shetland, o nella cittadina di Sihiui, nello Shandong.
LE BALOTELLATE. Ma che a sto Mario per essere tanto perseguitato? Ecco le sue ‘balotellate‘: 20 aprile 2010, l’Inter strapazza il Barca ( 3-1) ma Balo fischiato getta la maglia a terra; 27 giugno 2010, Super Mario, nella sua Audi con tre amici, spara con una scacciacani nel centro di Milano; 16 settembre 2011, Balo deve spiegare ai giudici le ragioni di una sua visita a Scampia; 22 ottobre 2011, un amico lancia un petardo nella casa ( inglese) di Balo, causando un principio d’incendio; 15 dicembre 2011, rissa con il compagno di squadra Richards; 22 gennaio 2012, Balo passeggia sulla testa di Parker: gesto casuale o volontario?
L’ULTIMA DI MARIO. Beh, l’ultima ( fino a prova contraria) è quella imbastita con Mancini, papà Mancio, suo allenatore al City. Per un fallo ( esagerato) su Sinclair, il mister lo ha redarguito. Meglio, lo ha invitato ad andarsi a scusare con il compagno di squadra.
Apriti cielo! Super Mario stava a guardare papà Mancio che sbraitava come un pazzo, quasi non riuscisse a capirlo. Quando poi il mister lo ha preso per la casacca ( strattonandolo ) Balo ha reagito. A parole, per fortuna, ma probabilmente alla sua maniera. Papà Mancio, con lo sguardo sempre più disperato, l’ha invitato ad uscire dal campo. Per un attimo è sembrato volasse una vera e propria collutazione. Poi, i presenti, sono intervenuti, separando allenatore e giocatore per evitare ulteriori danni.
I media inglesi davanti a tanta leccornia si sono gettati a tuffo. Chissà da quanto non godevano di tanto ben di Dio! Qualcuno ha fatto anche il serioso. Accusando papà Mancio di debolezza nei confronti di questo suo ‘pinocchio‘ che non la vuol sapere di abbandonare lo status di burattino per acquisire quello di un vero e proprio bambino.
LO VOLETE LASCIARE IN PACE? Super Mario, si sa, non ha avuto una vita facile. Adottato ( a due anni?) da una famiglia lombarda che gli vuole un gran bene, s’è visto ( nel momento del successo) riapparire i fantasmi della famiglia d’origine. Prima il padre, poi, un fratello ( che l’altro ieri s’è segnalato per un episodio di resistenza a pubblico ufficiale), e inoltre una sorella ( che ha annunciato d’essere stata messa in incinta da Obafeby Martins, ex Inter). Non bastasse, al ragazzo, è piombata addosso ( di recente) la ‘grana’ ( affidata ai legali) di una presunta figlia con una show girl.
Non è tutto. Ma crediamo che basti per arrivare a qualche riflessione. Che il ragazzo sia un talento della pedata lo ha fatto vedere più volte ( l’ultima con la Germania agli Europei); che faccia fatica a legare nel suo ambiente ( vedi i suoi rapporti con Mourinho) è assodato; che abbia una situazione famigliare non semplice ( nonostante l’affetto della famiglia adottiva, che sembra essere l’unico punto fermo dei suoi giovani anni) non ha bisogno d’ulteriori apporti.
Allora, che fare? Non vediamo altra soluzione lasciarlo ‘cuocere’ nei suoi anni, senza assillarlo, senza metterlo costantemente in vetrina. Se poi fa qualche ‘pataccata’ sono affari ( soprattutto) suoi, visto che per continuare nel suo ambiente certi passi li dovrà fare, per amore o per forza. C’è caso che non maturerà mai per quel che si sperava, ovvero in un fenomeno tale da condurre le sue squadre e ( in particolare) la Nazionale ( a cui tiene tanto) verso traguardi storici, ma almeno potrà diventare un ragazzo normale, con i suoi pregi e i suoi difetti, bisognoso d’affetto sicuro e di gente attorno che possa capire e perdonare fragilità di cui ( solo in parte) resta responsabile.