Cronaca sportiva. Nibali, il nuovo faro della bici. Alonso, (solo) sesto a Montecarlo.

Cronaca sportiva. Nibali, il nuovo faro della bici. Alonso, (solo) sesto a Montecarlo.
Vincenzo Nibali ( repertorio)

CRONACHE DI SPORT. Week end di fuoco. E non solo. Nel week end tre o quattro avvenimenti meritano l’attenzione: ciclismo, con l’impresa di Nibali padrone del Giro; Rosberg che parte in pole a Montecarlo; finale di Champion, con i due levrieri alemanni; finale di Coppa Italia, con la città Eterna spaccata in due.
E non solo, perchè c’è la partenza dl Roland Garros ( con le nostre ragazze), le dichiarazioni di Briatore su Alonso che ha giurato eterno amore alla ‘rossa’;  con il valzer allenatori, in Italia e in Europa, e con esso anche il balletto di top player ( sopratutto per Juve, Milan, Napoli e Inter).

Andiamo con ordine.

L’APERTURA. Se c’un evento che balza agli occhi, questo riguarda il vecchio, caro, Giro. Che, dopo anni, ripresenta in rosa un altro straordinario pedalatore italico: Vincenzino Nibali, 28 anni, dominatore ( tra neve e freddo) delle Tre Cime di Lavaredo. Che il Giro sia ( di novo) la vetrina ciclistica ( ci perdoni l’altrettanto caro Tour)  più difficile e affascinante lo ha detto Wiggins, l’inglese, che ha lasciato la compagnia  prima delle dure prove della verità finali;  che il ciclismo dei più straordinari pedalatori al mondo ( Binda, Girardeno, Coppi, Bartali, Magni, Gimondi, Pantani etc ) abbia ritrovato il campione dominatore lo diciamo, invece, per quel che può contare, noi.
Cioè la rappresentanza di quegli appassionati che vedono sfilare ( qualche anno sì, qualche altro no) il lungo biscione  di bici sulla strada davanti a casa. Un baleno di colori, niente di più.  E  tra loro ben visibile quella maglietta rosa, che solo a vederla commuove. L’ hanno portata infatti  i uomini giganti, e tra loro quelli che hanno segnato epoche importanti della storia di questo Paese  ( nonostante la depressione attuale) circondato dal mare e ( storicamente) incubatore di gran parte di quanto accadrà ( poi)  sul Continente.

Vincenzo, o Vincenzino, come probabilmente lo chiameranno a casa sua, con la sua aria umile e rasserenante, ci ha spiegato ancora una volta la metafora del Giro.  Avversari, tanti, agguerriti; le montagne, piccole, grandi, innevate; il coraggio, incredibile, di non lasciarsi mai demoralizzare, alla ricerca della luce rosa che riaccende la vita attorno. Di tanta gente. Sopratutto di quelli che non hanno speranza.
Vincenzo corre da inizio anno. Potrebbe essere affaticato e non tentare l’accoppiata del mito: Giro e Tour. Si potrebbe accontentare, quest’anno, del Giro+Mondiale. Sarebbe già tanto. Indipendentemente da quel che accadrà nel più commerciale Tour de France.  Perchè da oggi, il migliore, è tornato da noi, tra noi.  Ad allungare la più prestigiosa galleria dei più prestigiosi pedalatori al mondo.

Per Vincenzo Nibali questo è il primo Giro d’Italia. Dietro di lui è rimasto Uran, ma è crollato Cadel Evans, già vincitore dl Tour. Della vicenda Di Luca, ripizzicato per Epo, nulla da aggiungere. Speriamo solo che appartenga ad una generazione ormai andata.

ALONSO E POI PIU’. Tutti esaltano il circuito di Montecarlo. Per le sue particolarità. Vinto sì dalle guide migliori, ma che, a regola, non avesse tanti sponsor a proteggerlo, non dovrebbe essere manco corso. E non solo per ragioni di sicurezza. Ma anche d’opportunità , visto che quei bolidi costretti a strade urbane sono come King Kong strappato alla foresta per andare a fare la star in una metropoli.
Comunque, le qualifiche hanno  detto questo: Rosberg ( Mercedes) davanti a Hamilton e Vettel; il nostro Alonso è stato solo sesto, mentre Massa ( a causa d’un incidente)  non partecipando alle qualifiche è stato retrocesso all’ultimo posto.
A margine del tutto una dichiarazione di Briatore, manager scopritore di Alonso. ” Fernando finirà la sua carriera alla Ferrari. E questo anche nel caso non dovesse vincere il mondiale quest’anno”.  Come dire, anche se lo sapevamo, che Ferdy è ormai uno dei nostri. Del Cavallino. Che, nonostante gli altri facciano pole o vittorie, resta pur  sempre il vero, inattaccabile, inossidabile,  Special one.

E chi se ne frega se al primo posto, davanti a Raikkonen ( 85 punti) e al nostro Alonso / 72) , nei conduttori, c’è ancora Vettel ( 89 , il nientemenoche tricampione del Mondo?

WEMBLEY CAPITALE DI GERMANIA. E adesso, luci sulla finale di Wembley, tutta alemanna. Tra Bayern ( per la terza volta inalista in tre anni) e Borussia D. ( già vincitore di Champions). Giocare giocano, e bene; corrono anche, e tanto. Sul giocare bene ci stanno i meriti acquisti negli ultimi anni dal sistema pallone germanico; sulla corsa, invece, staremmo più tranquilli se ci fosse già il passaporto biologico in attività. Manovrato ( solo e soltanto) dalla Wada.
Son appunti sgradevoli, questi, ammettiamo; ma visto che negli ultimi giorni olandesi e ( perfino ) argentini hanno malignato sulla Juve 1962 e 1966, non vorremmo che si dimenticasse che nella Penisola non tutti sono più disponibile fare ( solo e soltanto)  il pugilistico  ’sacco delle botte‘.
ROMA CAPUT ITALIA. Sì, non caput Mundi, anche se la finale sarà diffusa per oltre un miliardo di spettatori, ma solo caput Italia. Visto che oggetto della contesa sarà appunto la ( sola) Coppa Italia. Una volta ‘coppetta’, oggi, con si tempi magri, di nuovo un match che attira tanta passionalità e curiosità.  Evidentemente, il povero calcio del Bel Paese, qualche cane ancora ce l’ha che lo guarda.

IL CALCIOMERCATO. Ormai è il calciomercato a guadagnarsi i titoloni. Soprattutto quel che riguarda le panchine. Mazzarri, ex Napoli, dopo una settimana sabbatica, è passato ( contratto di due anni) all’Inter, pronta alla riscossa. Benitez, che l’Italia ama fin da studente, torna da noi, sotto il Vesuvio, per ritentare quell’ esame che ti certifica ( nonostante tutto) come nessun altro. Piuttosto l’Allegri non molla la presa sul Milan. Galliani, suo alleato, cerca di riportarlo in auge agli occhi del presidente. Arrabbiato per tante cose, e soprattutto per quella partita non giocata al Camp Nou contro il ( decadente)  Barca.  Che attende puntelli ( Neymar?).

Ci sarebbe altro. Tant’altro. Ma dovremmo passare avanti ai tigì  24 ore su 24.

Ro.Va.

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