Notizie ( e commenti) di sport. Alonso sempre più indietro. E stufo. Partiti anche i Mondiali di nuoto.

Notizie ( e commenti) di sport. Alonso sempre più indietro. E stufo. Partiti anche i Mondiali di nuoto.
Alonso deluso

LA CRONACA ( NON SOLO)SPORTIVA. Lo sport, anche quello più commercializzato, offre gioie e dolori in maniera varia. E spesso imprevedibile. Non ce n’è uno con un vincitore predestinato, neppur il Bayern affidato al Pep; e soprattutto non ce n’è uno che non offra  a tutti  la possibilità d’intervenire per porgere al mondo  la propria verità.
La verità relativizzata impera. E’ del resto il nostro mondo, che con le cose degli uomini ( e della natura) si comporta spesso come certi abili rabazieri intenti al loro banchetto a nascondere la pallina giusta agli sguardi in attesa degli astanti. E questo, ovviamente, finchè non ci stancheremo, e torneremo a credere che un ‘ fatto’ è solo ‘ uno, quello,  e basta‘, anche se può essere descritto ( e interpretato) in maniera mille e mille volte diversa a seconda della visuale di chi lo esperimenta.

IL CALCIOMERCATO E I VARI CAMPIONATI. C’è, ad esempio, in questo momento di caldo sole estivo, un calciomercato che imperversa in Europa e non solo. I vari campionati si rafforzano. In ballo ci sono  la visibilità ( loro) e le entrate ( loro) . La Premier, in particolare, dotata di tre o ( al massimo) quattro squadre in grado di potersela aggiudicare, stenta a resistere all’assalto delle altre serie. Magari anche più povere, ma non certo più remissive. Non si sa dove possa sbarcare Rooney, infatti, non si sa dove migrerà Bale.
I Blancos, per l’attaccante Bale, sembrano disposti a sborsare 100 milioni ( più gli emolumenti al calciatore). I Blancos che tanto prendono e (ancor più ) spendono. Spesso anche in  maniera scriteriata. Nel senso d’un giocatore pagato a peso d’oro e dato via l’anno dopo per qualche manciata di euro.  L’elenco è lungo. E non solo, perchè spendono ma ( in proporzione) vincono assai poco: la Liga, che ( quando va bene) è un campionato a due, negli ultimi 5 anni,  solo una volta ha fatto visita al Bernabeu; della Coppa dalle ‘ grandi orecchie‘ , poi, odore e luccichio, tardano a  farsi vivi  da ( circa ) dodici edizioni.
I tedeschi che ( con Bayern e Borussia D.)  sono tornati in cattedra, in fatto di rafforzamento del loro campionato, sono andati oltre ogni più amena immaginazione. Avevano un Bayern che più forte di così non si poteva? Beh, non è da credere, ma  sono andati a ‘rafforzarlo‘ con il ‘migliore allenatore del mondo‘. Il Pep. La morale? Quella che Eupalla, l’ineffabile ( e dispettoso) dio del pallone, gli ha fatto avere attraverso una prima figuraccia, quella ( in Supercoppa) con le apine del  Borsussia D., che sulla carta si sarebbero dovuto ingoiare in un solo boccone.

I francesi, che aspirano ad insidiare la serie A, tanto per cambiare musica, hanno preso a spendere e spandere. Non soldi loro, ma  quelli ‘ derivati’ dal petrolio. Del Qatar o della Russia, a loro poco importa. I risultati ancora non ci sono e neppure gli attestati di fedeltà (  dal Psg, se non andiamo errati,  numerosi si moltiplicano  i tentativi di defezione), ma puntano sul futuro. Intanto in una amichevole i Blancos gli hanno fatto valere ( 1-0) i diritti del rango.

LA SERIE A. Il più bistrattato dei tornei d’Europa, il nostro naturalmente, si sta anch’esso attrezzando. Con i pochi spiccioli che si ritrova. E che conduttori, commentatori, tecnici e addetti ai lavori vari assiepati all’interno dei media nostrani, non mancano occasione per sottolinearglielo.
Da noi, che saremmo i decaduti, oltre che i depravati,  le aspiranti allo Scudetto sarebbero una marea.  Tanto per non annoiarsi, diversamente dai più prevedibili   campionati dell’Altrove. Si parte con  la Juve ( che sta per completare un complesso da far tremare i polsi anche ai Blancos, ai Blaugrana e ai professori d’Oltralpe); e poi:  Napoli, Viola, Milan, Inter e anche Roma e Lazio.  Mamma mia! ma come fanno parlare di campionato in disfacimento?  Soprattutto tra i più  entusiasti attivisti anglofili di Sky?  In proposito è illuminante  lo ‘studio‘ del Sole 24 Ore sulla Juventus. Roba da non credere:  ma dall’insieme dei dati esaminati, non è che diventerà  proprio la Vecchia Signora il modello da imitare degli anni a venire?

LA POVERA ‘ROSSA‘. Il Gp d’Ungheria ha dato corpo ai timori. Nostri, prima ancora di quelli di Domenicali. la ‘rossa’ infatti non va. Se ci sia qualcuno, al suo interno, in grado di capirci qualcosa non è dato ( al momento) di saperne. Probabilmente no.
A Maranello si viaggia a fari spenti. Come quelli di Nuvolari per ingannare le ‘frecce d’argento’. Solo che lui ingannava gli altri, e vinceva, questi, invece, ingannano noi, poveri e patetici aficionados, e perdono. Fino a quando? Certo che, così navigando, è  meglio pensare già al prossimo anno. Ma  si spera, salvo Alonso, quai stufo, con altra gente.
GP UNGHERIA: Hamilton ( con una Mercedes finalmente affidabile) primo davanti a Raikkonen e Vettel. Alonso è quinto, Massa ottavo. Praticamente, con l’andatura dei gamberi. Nella classifica piloti Vettel tocca quota 172 punti, Raikkonen 134 e Alonso 133. Nella classifica costruttori, inoltre, allungo ( senza storia) della Red Bull.

I MONDIALI DI NUOTO. La Fede non ce l’ha fatta a portare la staffetta 4 x100 sl in finale. E questo nonostante il record italiano. In finale di staffetta c’è andato invece Filippo Magnini, che ha condotto la sua 4 x100 sl ai ( quasi) piedi del podio: quinta, esattamente. Il platinato Scozzoli per poco non ci lascia le penne. In finale c’è arrivato, ma se non vuole prendersi una botta in fronte dovrà darsi da fare, e molto, nei 100 rana.
In finale è arrivata anche la Bianchi, ma  in punta di piedi. Speriamo che i ragazzi del nuoto abbiano imparato la lezione di Londra, e che lascino per qualche giorno da parte  le smanie da personaggi dello spettacolo ( non solo) natatorio fuori della piscina in cui c’è la gara.  Intanto il Settebello ha travolto la Cina, e – come da ns  pronostico – incontrerà  la Spagna. Addio invece, e con qualche rimpianto, al Setterosa, non più vorace come un tempo. O meglio, come Martina Grimaldi, oro nella 25 km di fondo.

 

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