Notizie ( e commenti) di sport. Italia e Argentina in omaggio al Papa. E lo sport italiano al femminile.

CRONACA ( NON SOLO) SPORTIVA. Si racconta che,qualche anno, fa Diego Armando Maradona, genio ‘maledetto‘ del calcio, arrivasse in ritardo a un incontro con Giovanni Paolo II e ( forse non sapendo come giustificarsi) criticò lo sfarzo degli ambienti vaticani. ” Entrai in Vaticano – avrebbe detto – vidi i tetti d’oro e dissi a me stesso: ‘ Come può essere tanto figlio di … da baciare il suolo quando va in Africa, vede bambini con la pancia gonfia e qui ha i tetti d’oro?’. Smisi di credere”.
A parte che l’oro nelle chiese l’oro sta a suggerire la luce d’una straordinaria rivelazione, sui ‘ bimbi dalla pancia gonfia’ Giovanni Paolo II non è che non si sia speso, anche c0ncretamente, a loro difesa. Il problema è che le vicende del mondo non fanno ( un tempo come oggi) tutte capo al Vaticano. Che potrà anche cominciare a togliere ori e luce dalle sue chiese , ma senza però pensare di accontentare Maradona e quelli come Maradona. Che possono, comunque, ‘continuare’ a sborsare in proprio.
Certo è che davanti a papa Francesco ” sarebbe stato difficile ( a chiunque ) dimenticarsi dei più poveri, dei più deboli, dei più emarginati. La sua persona – come sottolinea don Alessio Albertini – è una spina nel fianco alla ‘globalizzazione’ della indifferenza”. Perchè nel cuore di questo ultimo ( in ordine cronologico) rappresentante del Cristo ” ci sono soprattutto loro”. Per quel che gli compete, naturalmente, per quel che può fare. E sempre che altri ( Diego e quelli come Diego) si uniscano alla cordata. Con ‘gioco’ di squadra. E non soltanto a parole.
I TRABOCCHETTI PER BALO. C’è una tivù globale che sta festeggiando i suoi dieci anni in Italia, dove ha portato tante novità soprattutto tecnologiche. I suoi ( più che altri) giovani cronisti sciamano ovunque, 24 ore su 24. Uno dei più talentuosi ha costruito un servizio con rapide ( e quasi irridenti) pennellate sul bene e il male, tra sacro e profano, e con , all’interno, una domandina-trabocchetto per il solito ingenuo nostro Balo: è più emozionante incontrare il Papa o giocare una partita importante? Balo, ovviamente, nello splendore dei suoi ( 23) anni giovanili ( appena festeggiati), incorniciato d’oro quanto e più d’una venerata santa Patrona, ha risposto che la partita è più emozionante dell’incontro col Papa. E la risposta, sia pure paradossalmente, ci può stare.
Le mozioni sono emozioni. Ovvero ‘reazioni’ immediate e spesso fugaci. Il problema è semmai che l’ incontro con Colui che da ( circa) duemila anni è nominato Santo Padre non è solo emozione, o adrenalina, chimica insomma, come usano a dire oggi i ‘ facili’ lettori dell’animo umano, ma qualcosa di ben diverso. Da realizzare intimamente, è ovvio, e spesso con qualche fatica.
Come ha fatto Prandelli, ad esempio, il suo esemplare Commissario tecnico. ” Ai calciatori che è concesso di incontrare il Papa – spiega ancora don Albertini su una paginetta interna della ‘rosea‘ – l’invito è non solo quello a considerarsi dei privilegiati ma anche dei testimoni di un mondo diverso e possibile dove l’avversario non sarà più un nemico, il più debole non verrà scartato, il bisogno avrà le attenzioni necessarie, il sorriso e la stretta di mano non saranno obbligatori ma l’inevitabile conseguenza della gioia di vivere”.
Il mondo, in una parola, di quel rappresentante del Cristo dall’abito candido. Che ha iniziato ( a suo modo) a togliere oro e altre incrostazioni simili dai suoi tetti e dai suoi interni. E non per spegnere la luce, ma semmai per riaccenderla laddove s’è spenta. Scendendo lungo le strade percorse dagli uomini e dalle donne d’oggi.
LA FRASE PIU’ CRETINA? Con la festa, inevitabile, è la presenza del guastafeste. In questo caso rappresentato dal quotidiano argentino ‘Olè‘ che, con sobrietà ( tutta sua), ha titolato: ” Dio va a trovare il Papa“. Laddove per Dio va inteso Lionel Messi, che è mezzo infortunato e che non vuol mancare all’eccezionale appuntamento. Questa volta, il commento, lo lasciamo a chi legge.
ALTRE DI SPORT. Chiudono i mondiali di scherma, con il bell’oro del fioretto maschile. Finalmente, anche un oro degli uomini, per il nostro movimento sportivo nazionale, di colore ( in questi ultimi anni ) più rosa che azzurro. Nomi? Pellegrini ( almeno in parte), Cagnotto, Grimaldi, le tiratrici impegnate in varie discipline, Straneo, Errigo e Dream Team, Vinci&Errani, pallavoliste, etc etc. E per completezza, anche Luna Rossa, che donna non è ma barca, comunque appellata al femminile. O no?