Emilia Romagna. L’edilizia è ancora in affanno.

Emilia Romagna. L’edilizia è ancora in affanno.
In crisi il settore delle costruzioni. Immagine di repertorio.

EMILIA ROMAGNA. Il settore delle costruzioni, anche in Emilia Romagna, non sembra in grado di uscire dalla spirale recessiva: nel secondo trimestre, il volume d’affari a prezzi correnti è sceso del 4,5 per cento rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, con un netto peggioramento rispetto al trend dei dodici mesi precedenti (-1,5 per cento).

L’effetto trainante delle agevolazioni sulle ristrutturazioni edilizie e dei lavori di ricostruzione post-sisma si è esaurito.

Il 58 per cento delle imprese ha registrato una diminuzione della produzione nel trimestre rispetto allo stesso dell’anno precedente, mentre solo il 4 per cento ha rilevato un incremento. Il saldo negativo (-54 punti percentuali) è in forte peggioramento rispetto a un anno prima (-41).

Queste le indicazioni che emergono dall’indagine sulla congiuntura delle costruzioni realizzata in collaborazione tra Camere di commercio, Unioncamere Emilia Romagna e Unioncamere. Il ricorso agli ammortizzatori sociali è indicativo dello stato di profonda crisi.

Nei primi sei mesi del 2013 le ore autorizzate di cassa integrazione in deroga hanno sfiorato i 2 milioni e mezzo di ore, con un incremento del 74,8 per cento. Gli interventi straordinari sono ammontati a 1 milione e 893 mila ore (+59,4 per cento).

Il Registro delle imprese A fine marzo 2013 le imprese attive nelle costruzioni erano 72.090 unità, 2.059 in meno (-2,8 per cento) rispetto ad un anno prima. Il calo è stato determinato soprattutto dalle imprese operanti nei lavori di costruzione specializzati (-1.397 unità, -2,6 per cento), ma la riduzione è stata più rapida per quelle attive nella costruzione di edifici (-3,3 per cento, -657 unità). La diminuzione è stata provocata dalle imprese individuali (-3,3 per cento) e dalle società di persone (-3,2 per cento). Altro scenario per le società di capitali (+0,3 per cento), mentre è stata pesante la flessione per il piccolo gruppo delle “altre società” (-4,9 per cento).

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