Notizie ( non solo) di sport. Stasera la Nazionale. Ma a tenere banco sono i ‘coretti’. Razziali o territoriali.

LA CRONACA ( NON SOLO) SPORTIVA. E ora che l’Europa d’Oltralpe s’è accorta che Lampedusa è anch’esso un lembo d’Europa, pure monsieur Platini interviene sul calcio di casa nostra mandando a dire al Milan e consorelle che la norma federale di chiudere uno stadio ad ogni levar di coretti null’altro è che una ‘cretinata‘. Tanto più grossa, quanto più si toccano con mano gli effetti. Gli ultrà d’ogni risma, colore, appartenenza, si sono sentiti infatti come improvvisamente avvolti da un gran desiderio di fratellanza. Quelli della Juve minacciano coretti a Firenze; quelli del Genoa e del Brescia stanno per arrivare in soccorso a quelli di Inter e Milan. Sì, avete letto bene, Inter e Milan, che di norma son come cane e gatto e che qui, invece, davanti alle disposizioni di Abete, si sentono fratelli come non mai.
Dire che, a volte, si ha l’impressione di essere diretti ma manciate di incompetenti, viene spontaneo. Senza offesa per nessuno, però. Si constata soltanto, allibiti, spauriti, come chi ( dopo una vita sul pezzo) possa ancora cadere in misure tanto limitate e controproducenti. Sì, perchè è evidente anche al più sciocco animatore da bar, che così facendo si mettono in mano quei pochi stadi ancora frequentati da qualche residuo appassionato, ad infinitesimali minoranze. Che, così stando le cose, possono fare e disfare la matassa a proprio piacimento. Vogliamo far finire la partita? Via il coretto. Vogliamo far sospendere il campo? Via con altro coretto. Ci da fastidio quel tal giocatore? Via con un altro coretto ancora, se non razziale almeno che sia discriminazione territoriale.
E questo senza considerare che chi ha pagato un abbonamento da stadio vorrebbe goderselo fino in fondo; e chi s’è invece preso quello da tivù, vorrebbe assistere ad un confronto con tanto di spettatori attorno. E con aggiunta di cori d’incitamento, canti, bandiere al vento, volti di bimbi e genitori e ragazzi e ragazze, felici. E non silenzi tombali, rotti da qualche urlo disperato, per un tacle assassino o per una gomitata piazzata ad arte sul volto d’un avversario.
E se Abete, tutto questo, lo capisce: bene. Sennò, non ce ne abbiamo altri di candidati presidenti Figc? Altri, che oltre a non partorire ‘colpi di genio’ , sappiano far mettere mano a nuovi stadi ( che da soli risolverebbero tanti problemi legati alla sicurezza e all’ordine pubblico), a bilanci controllati e credibili ( e non necessariamente ‘cedibili’ a spendaccioni di varia latitudine, com’è accaduto in Inghilterra o come sta insegnando il caso del Real con 541 milioni di passivo), a squadre agonisticamente valide e tutelate ( soprattutto dalle squadre corridore, verso le quali l’ombra delle pozioni magiche s’allunga ogni giorno di più), etc etc ?
LA NAZIONALE . Ed ora sotto con le due partite della Nazionale. Valide per il Mondiale, peraltro già acquisito dai nostri. Che per essere la rappresentativa di un calcio in decadenza non se l’è cavata poi tanto male. I Danesi, che dobbiamo incontrare stasera, avanti l’Armenia, fissato per martedì sera. Gli incontri sono più urgenti per gli altri che per noi. Anche se, oltre al prestigio, c’è in ballo una nostra eventuale testa di serie nel sorteggio per i gironi del Mondiale. Non è poco.
Intanto, si segnalano defezioni, a partire da Verratti e Balo. Per ragioni diverse. Balo, si dice, volesse tornare a casa, ma papà Prandelli l’avrebbe stoppato. E giustamente, perchè fare gruppo non vuol dire necessariamente essere insostituibile e giocare comunque. Si è grandi anche senza far gol. Ma a sto Balo non gli parlano mai di Maldini, Baresi, Del Piero e Totti?