Ravenna. L’ex ministro Idem si racconta in un libro.

RAVENNA. Josefa Idem, la furbetta dell’Imu, ministro dello Sport voluto da Enrico Letta e costretta a fare un passo indietro per la questione del mancato pagamento dell’Ici. Ora, Josefa si racconta in un libro, “Partiamo dalla fine” (Mondadori), in uscita martedì 22 ottobre.
L’ex canoista prese anche le deleghe alle Politiche giovanili e alle Pari opportunità, ma l’esperienza governativa durò solo 57 giorni. ”Le dimissioni – ricorda Gianni Mura, giornalista di Repubblica, in una prefazione al libro – arrivarono nello stesso giorno in cui, a Milano, pioveva la sentenza su Silvio Berlusconi nel processo-Ruby”. Mura scrive: “Quale migliore occasione per Letta e il suo governo di dimostrare che non si guarda in faccia a nessuno, che chi sbaglia paga?”.
Il giornalista, su Repubblica, continua parlando di “una violentissima campagna dei giornali di destra, ripresa con maggiore violenza dai frequentatori di social network più populisti e cialtroni (puttana e ladra sono le voci più riportabili), la soldatessa Idem è stata abbattuta dal fuoco amico”, ossia da quello di Letta. Parole, quelle di Mura, che assomigliano molto a una accorata difesa della Idem, parole che relegano in secondo piano i modi in cui l’ex ministro aveva aggirato le tasse sulla casa.
Nella prefazione di Mura si dà conto soltanto di una frase dell’ex canoista italotedesca: “Mamma, mi fa male la carne”. Una frase che disse suo figlio, e che sarebbe venuta in mente alla Idem dopo le dimissioni, quando rientrando a casa vide appoggiata al muro la pagaia di Pechino. Qui la difesa di Mura sale di tono: “Anche a lei fa male la carne, perché sa di essere sempre stata onesta, di non aver mai rubato nulla a nessuno, di aver badato anche a 15 euro in più o in meno se c’era da scegliere un volo”.