Santarcangelo. Sabato 9 novembre inizia la Fiera di San Martino.

SANTARCANGELO. Sabato 9 novembre la Fiera di San Martino entra nel vivo: oltre alle osterie, la Casa dell’Autunno (piazza Marini), la Casa Romagna (piazza Ganganelli), la Sca-luveria (via Saffi), l’Artigianato (portici comunali) e la Campionaria (via Cavallotti), i visitatori troveranno gli ambulanti nelle vie e piazze del centro, la Mostra Agricola nel piazzale Francolini e il mercatino “Porto Franco” in via Cesare Battisti.
Numerosi anche gli eventi in programma: da “Un Tréb par San Martoin” (piazza Ganganelli, ore 21) ai racconti di Giorgio Gallavotti su Papa Clemente XIV (Museo del Bottone, ore 10, 15 e 17) fino all’inaugurazione della mostra “I binari dell’Arte” a cura di Tiziano Corbelli (Via Don Minzoni, 40).
Il Menu della Fiera
Cronache dell’800 descrivono la Fiera di San Martino come una sorta di “Paese di Cuccagna”, per la quantità e la varietà di cibarie cotte, vendute e consumate. Anche quest’anno il “menu” della Fiera è ricco e vario. In piazza Ganganelli si gustano i caldi piatti della tradizione all’Osteria Romagnola ed i fumanti spiedi del Girarrosto. Due le osterie che propongono i piatti tipici romagnoli: lo stand dell’Agriturismo Il Farneto, con piatti a base di asino, mentre La Baracca/L’Ultima Spiaggia propongono la cucina marinara con gnocchetti ai sapori di mare, seppia con piselli, fritto al cartoccio. Sempre in piazza, alla Fattoria Il Monte di Roncofreddo, si gustano fritto di campagna, cantarelle alla saba e scroccadenti.
La polenta si trova all’Osteria dei Mulini nella piazzetta del Lavatoio, ma è la piadina, meglio se con salsiccia e cipolla, la vera regina della festa: c’è un po’ dappertutto; in particolare in piazza Marconi, all’Osteria di San Martino. In piazza Marini, cibo di strada con castagne, spianate, bomboloni e crostini toscani.
L’Arena del Parco della Fiera ospita, anche quest’anno, La Griglia di Marco Migani, il maestro riminese de Le Carni, con asado di chianina, tagliata di mora, trippa e cotechino con fagioli. La Fiera è anche un luogo ricco di sorprese, dove si possono scoprire piatti di altre terre, vicine e lontane. Girando qua e là, troverete le cantarelle di una volta, le gauffres del Belgio, le grigliate toscane, la birra artigianale veneta, i ceci alla brace, il porceddu sardo e gli arrosticini d’Abruzzo. I veri golosi troveranno alla Sca-Luveria, sulla scalinata di Via Saffi, leccornie d’ogni tipo, tra cui i dolci alle castagne di Marradi.
E per finire? Caldarroste e cagnina! Un morso e un sorso e si ritorna indietro nel tempo. Effetti ed affetti magici del mangiare in Fiera.
Un trebbo per il dialetto
Otto poeti e scrittori di Santarcangelo e dintorni si ritrovano in piazza sabato 9 novembre alle ore 21, sotto la tenda destinata agli eventi, per fare “Un Trèb par San Martoin”. Trebbo è una parola antica, usata anche dai cantastorie, per definire un gruppo di persone che si ritrovano per raccontare o ascoltare. Come una Veglia, insomma. Sono autori di età, stili, contenuti diversi. Alcuni sono già affermati, hanno pubblicato uno o molti libri, altri sono emergenti. Tutti, però sono accomunati dall’amore per il dialetto romagnolo.
A proposito, è dialetto o dialetti? Si può dire che il dialetto è una lingua, se cambia tra Contrade e Borgo, tra città e campagna? Parliamone.
Ogni poeta leggerà alcuni suoi componimenti che raccontano la Fiera, la vita di una volta, aneddoti ed atmosfere che ricostruiscono un panorama della memoria. Partecipano: Germana Borgini, Gilberto Bugli, Lidiana Fabbri, Sergio Lepri, Dauro Pazzini, Stefano Stargiotti, Annalisa Teodorani. Ospite d’onore è Gianni Fucci, decano dei poeti dialettali. Presenta Marco Giorgi che leggerà anche un brano di Rino Salvi, il Maestro da poco scomparso, a cui è dedicata l’intera serata. Sono invitati tutti gli amanti del dialetto e delle tradizioni.
I binari dell’arte
Seven Ars di Tiziano Corbelli organizza, in occasione della Fiera, una collettiva di artisti emergenti del territorio. S’intitola “Binari – I binari dell’arte in mostra per San Martino”. Espongono gli artisti: Maria Cristina Ballestracci, Francesco Grillo e Dacia Manto.
La Mostra viene allestita nella saletta espositiva di Via Don Minzoni, 40 e sarà inaugurata sabato 9 alle ore 18. Rimarrà aperta sino all’11 novembre, dalle 10 alle 22.
Il Papa, Mozart e… i bottoni
Un curioso modo per ricordare il secondo centenario della morte di Giuseppe Verdi, l’ha escogitato la mente vulcanica di Giorgio Gallavotti, curatore del Museo del Bottone.
Per due giorni, Giorgio Gallavotti racconterà un episodio di cultura musicale non da tutti conosciuto. Si tratta di quella volta in cui il Papa di Santarcangelo, nell’aprile del 1770, volle ascoltare nella Cappella Sistina l’esecuzione del Miserere di Allegri, eseguito da un giovane astro nascente della musica europea: era un certo Mozart, allora quattordicenne.
L’aneddoto, storicamente provato, mostra la passione per le arti del nostro Papa. Certo, Mozart e Verdi sono un po’ distanti, ma sempre di musicisti geniali si tratta. Questi incontri servono a conoscere meglio la storia della musica e di Clemente XIV. Sono previsti tre appuntamenti al giorno: sabato 9 e domenica 10 novembre, alle ore 10, 15 e 17. Per l’occasione, il Museo espone alcuni bottoni a tema musicale.