Notizie ( non solo) di sport. Lauda: ‘ Ferrari, auto di m…’. Nibali sempre più in giallo al Tour de France.

Notizie ( non solo) di sport. Lauda: ‘ Ferrari, auto di m…’. Nibali sempre più in giallo  al Tour de France.
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LA CRONACA DAL DIVANO. Per questo week end le prime note dovrebbero  essere dedicate all’auto e a Nibali. All’auto perchè la nostra ‘rossa’ continua a non trovare quel ‘risalto’ che merita; a Nibali, perchè  c’è sempre qualcuno che vuol fare dello spirito. Tuttavia cercheremo di abbracciare quanto possibile di maggior interesse s’è proposto in questi ultimi giorni di sport.

LA ‘ROSEA’ IMPERFETTA. Abbiamo più volte ribadito, durante l’anno, che se la nostra ‘ rosea’ non ci fosse bisognerebbe comunque inventarla. Aggiungendo tuttavia che la nostra ‘rosea’, come tutte le opere umane, non  sempre è perfetta o, almeno per noi, totalmente condivisibile. Come in questo caso. ” Quanto è juventino Allegri? No, la domanda è un’altra: può far bene alla Juventus? La risposta è sì. La scelta fulminea di Andrea Agnelli – azzarda Luigi Garlando, in prima – è stata opportuna, coraggiosa e moderna. Non si trascina una società nel futuro soltanto con uno stadio di proprietà, ma anche andando oltre logiche arcaiche, incancrenite in Rete, che vorrebbero fare di un club una madrassa aperta solo ai puri di fede”.

Bastano queste poche righe dell’incipit, per rendere scontato il resto del pezzo. Che si condensa così: scelta opportuna della Juve, Allegri profilo alto, Max un livornese che lotta e che è capace di inventarsi qualcosa anche senza Sanchez e Iturbe. Due o tre annotazioni, chiare, rispettabili, queste, ma ( in parte) da dimostrare.

Per questo più che giudicare le tesi di Garlando  preferiamo affidarle al tempo che, come si sa, più ancora di Eupalla, è un vero galantuomo. A noi, qui,  semmai preme sottolineare quelle ‘ tre o quattro o cinque paroline‘ che ci stupiscono e amareggiano assai.

Quali paroline? Queste: ” … una madrassa, aperta solo ai puri di fede …” , che consentono a Garlando di passeggiare una volta di più sullo stanco cuore di chi ama e partecipa alle alterne sorti di questo sport. Ovvero, milioni di persone, a partire dai ragazzi, che proprio su quei rettangoli verdi elaborano modelli, affetti, sogni. Praticamente alimentando quel ‘magma d’affetti’ che altro non sono che le fondamenta sulle quali poggia l’industria calcio. Che all’occorrenza dovrà pure servirsi di managers, ingegneri, scienziati di medicina sportiva e massmediologi. Senza però dimenticarlo, quel fastidioso ‘ magma d’affetti’.
Anche perchè vuol dire ‘ logorarne le fondamenta‘. Come sta in effetti accadendo. Anno dopo anno. Soprattutto da noi. Tra modelli validi o presunti tali. Sapienti ed insipienti. Che stanno rendendo il nostro sport principe  una questione economica a vantaggio ( quasi) esclusivo dei tanti ( e non sempre meritevoli ) addetti ai lavori.
Di madrasse, come degli imbecilli in Rete, senz’altro non ce n’è bisogno; ma di quel generoso ‘magma d’affetti’ fornito dai ‘puri di cuore’, sì. Eccome. Se evapora , infatti, chi terrebbe in piedi il bel calcio? Ha pensato a tutto ciò il notista della ‘rosea’? Meglio non sfotterli, allora, quei sopravvissuti ‘ puri di cuore‘. Perchè  delusi e stanchi sono già. Decrescendo di numero  di  giorno in giorno, e di pari passo con i sempre più clamorosi  vuoti all’interno dei nostri stadi.

 

IL TRAMBUSTO JUVE. Cosa dire allora degli ultimi eventi Juve? Che, nel complesso, si è fatto un inutile e ( forse) dannoso trambusto. Conte e Agnelli potevano salutarsi anche prima, in tempi non sospetti e quindi più credibili. Questo veloce salutarsi ad inizio ritiro convince poco. Il rimedio del giovane Agnelli ( a fatto compiuto) sarà pur stato tempestivo, o moderno, come sottolinea Garlando, ma condizionato da una situazione abbastanza scontata.
Con la scelta di uno di pochi allenatori liberi sul campo, non amato dal popolo juventino e a prezzo modico. I cinque milioni chiesti fino al 2017 dal Conte Dracula erano un altro onere. Siamo dunque certi che non ci fosse nulla di meglio di questo macchinoso epilogo ?

 

L’ ESEMPIO GERMANIA? Oggi si parla tanto di Germania che, a conti fatti, è un riconoscimento dovuto. Perchè i tedeschi rispetto agli inglesi ( che del loro calcio non posseggono più manco le maglie dei giocatori) o agli spagnoli ( incancreniti ormai su un mostro a due teste che tutto divora), si rendono un esempio davvero da considerare.
Encomiabile, certo, ma non da copiare. Perchè noi sappiamo già quello che dobbiamo fare. La ‘rosea’ in questo senso da qualche anno docet. Il suo ‘ Calcio cheAmiamo‘ è una Bibbia. Anche perchè se volessimo ( solo) copiare rischieremmo inevitabilmente il ridicolo, come tutti quelli che ‘prima copiano e poi finiscono con lo scopiazzare’.
Del resto quando mai noi potremmo diventare alemanni. Molti secoli fa loro erano Germani, noi latini.Cinquecento anni fa, poi, loro divennero ( in gran parte) luterani, noi restammo cattolici. E tuttavia punti in comune li abbiamo, eccome, visto che condividiamo lo stesso Continente, ma non però fino al punto di poterci mettere le stesse scarpe.
Rimbocchiamoci dunque le maniche, perchè la strada è nota, l’importante è imboccarla. Con la gente giusta, se c’è ancora. Tra quella pletora di scansafatiche ( a volte difficili da individuare, perchè mimetizzati tra il fogliame dell’ irresponsabilità ) la più parte autolesionista, esterofila, imbelle come lo sono tutti quei parolai che vogliono succhiare il meglio della vita senza produrre una goccia di sudore.

 

IL CALCIOMERCATO. Ce lo devono dire gli altri che il nostro Campionato, in difficoltà, resta comunque il più difficile del Mondo. Messi ( checchè ne dicano i suoi fans ) se resta nella culla del Barca non potrà mai essere paragonato alla maledetta grandezza di Maradona. Di questa idea sembra sulla serie A sembra essere Morata, il giovane talento madridista, 21 anni, da oggi ufficialmente nella scuderia di Allegri.

Sulla stessa linea è  Iturbe, giovane ma pesante acquisto della Roma, che si candida allo Scudetto. Al duo Juve-Roma cerca di restare incollato il Napoli di Benitez, nell’ attesa di un paio di ritocchi soprattutto a centrocampo. Grande entusiasmo ha sollevato Inzaghi al Milan ( alla caccia di Cerci o di altro analogo); mentre l’Inter di Mazzarri e Thaoir prosegue sulla strada della ricostruzione.
Bene anche la Viola, con Gomez e Rossi in via di recupero. Dire quale di queste pretendenti potrà spartirsi i posti Champions e Europa League è impresa proibitiva. A dimostrazione, ancora una volta, dell’ imprevedibilità d’un Campionato che tiene alle difficoltà e alle critiche dei connazionali quanto ( e più) dell’antico  Colosseo.

 

IL NIBALI DELLA RISCOSSA. Nel ’48 Gino Bartali evitò un guerra civile e diede il via ( con Coppi) alla rinascita dell’Italia devastata dalla Guerra. Quanto sta facendo Nibali al Tour 2014 non ha l’impatto di quei personaggi e di quegli eventi epocali.
Resta tuttavia significativo per una Italia in difficoltà e che, con la semplice determinazione, di Vincenzo, ciclista siciliano naturalizzato toscano, volendo, può sempre aspirare al massimo trofeo disponibile: una maglia gialla, che solo i grandi riescono a cucirsi addosso. Sabato, nella tappa alpina  con la cima Tour sull’ Izoard, Nibali è arrivato secondo dietro ad un giovane polacco. Sempre più solida è quindi la sua posizione in classifica, con un Valverde ormai distaccato di circa cinque minuti.

Allo spiritoso fans di Contador, non più in corsa, ma che secondo il tizio oggi avrebbe di sicuro avuto la maglia gialla sulle spalle, consigliamo di non confondere due epoche del ciclista iberico: prima del controllo antidoping e dopo. Vale a dire: crede davvero che il Contador d’oggi sia quello ( imbattibile) di tre o quattro anni Fa? Se non andiamo errati sull’umido pavè di questo Tour l’ispanico s’è beccato da Nibali due minuti, giusto? Anche per le passioni degli spiritosi c’è un limite, o no?

ALTRI SPORT. Non è andata bene alla Ferrari fin dalla  pole per il GP di Germania : Alonso 7° e Raikkonen 12°. Non poteva andare molto meglio in gara, con il nostro Fernando quinto e Raikkonen dodicesimo, impegnato  per la patente da taxista. Davanti in corsa sono finiti Rosberg, Bottas ed  Hamilton, meraviglioso. Storia quindi ormai vecchia. Storia che nessuno vuol più ascoltare. Neppure le ‘frecce d’argento’ che avrebbero bisogno di rivedere la ‘rossa’ per tornare a scrivere di mito, lasciando alla modesta cronaca gli obblighi di circostanza.

Niki Lauda, prodigio di simpatia e riconoscenza, avrebbe sbottato:  ” La Ferrari?  Ha fatto un auto di m…”. Probabilmente ha ragione. Solo che noi vorremo avere qualche lume sulle sue ragioni. Perchè infatti l’ennesima auto sbagliata? Quando alla Fia cambiano i regolamenti avvertono la Ferrari nello stesso tempo in cui avvertono germani e angli o aspettano qualche mese? Montezemolo c’è o non c’è? E altro ancora. Mezzo mondo quando guarda la F1 chiede, prima di tutto, che ha fatto la Ferrari e che hanno fatto Alonzo e Kimi. Ecco perchè la frase del buon  Lauda farà più rumore dell’ennesima vittoria d’una freccia d’argento.

Dopo il fioretto femminile tutto rosa-azzurro (  con Errigo, Batini e Vezzali nell’ordine sul podio) ecco altre due medaglie dalla spada: oro alla Fiamingo e bronzo a Garozzo.  Benino anche il volley maschile fino alla  semifinale di Six World League. Benino la nazionale maschile di pallanuoto che ha pareggiato 6-6 con il Montenegro agli Europei di Budapest. Cedono invece le ragazze alla Spagna ( 12-8) perdendo la vetta del girone. Ora per qualificarsi dovranno vedersela con la Grecia. L’azzurro, insomma, c’è e anche  se a fatica  non demorde.

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