Non solo sport. Un presente con tanti sembra. Intanto, si bolle. Nell’attesa di aria fresca.

LA CRONACA DAL DIVANO ESTATE. Sembra, che al problema Grecia abbiano trovato una pezza. Sembra che l’ Italia del nostro Renzino progetti di calare finalmente le tasse.Sembra per i profughi si stia cercando una soluzione condivisa. Sembra. Intanto imperversa una calura da tregenda. Non bastano le fontane, non bastano le ombreggiature di parchi e giardini. Si bolle, e tanto, nell’attesa della svolta. Che, anche qui, potrà arrivare solo alla fine della prossima settimana. Sembra.
I TEDESCHI CHE CI PIACCIONO. Non tutti i todeschi e todescofoni sono crucchi. Tipo frau Merkel e i suoi immarcescibili accoliti. E neppure tipo Niki Lauda e i suoi numerosi fans austroungarici. Ci sono todeschi che sono semplicemente tedeschi, così come ci sono italioti che son altra cosa rispetto agli italiani.
Si tratta di cercare. Selezionare. Trovare. Ad esempio tedeschi come il grande Schumi e il sorridente quattro volte campione del Mondo Sebastian Vettel, ci onorano così quanto un austroungarico come Toto Wolf,signorile team principal della Mercedes.
Per loro, guardar al di sotto delle Alpi, non significa sprofondare in un girone infernale. Per loro, che guardano il mondo non con i conti in mano ma con un sorriso, scendere nel Belpaese significa andar a scoprire un mondo che non manca di meraviglie. Come quella ‘rossa’ nata in un’umile officina emiliana per andare a stregare il pianeta.
Ci piacciono, questi fratelli d’Alemania, perchè con costoro si può trovare il modo d’integrar energie e creatività. Quelle che servono, e serviranno ancor più in futuro, per consentire alla Vecchia Europa di mantenere una posizione da protagonista nel Mondo che cambia. Sì, son questi i tedeschi ( e gli italiani ) che ci piacciono!
MA QUESTI CONOSCONO LA STORIA? Darmian va in Premier, allo United, e la prima cosa che sbotta è: ” Sono nel più grande club al Mondo!”. Il fatto è che non è l’unico a regalare affermazioni apodittiche. Perchè tutti, o quasi, quando cambiano casacca, soprattutto se vanno a vestire quelle dei panda spagnoli o inglesi, ripetono lo stesso ritornello: “ Sono nel club più grande al Mondo“.
Più grande? Normalmente, quando si ricorre all’aggettivo ‘ grande’, ci si riferisce ad una somma di dati qualitativi, tipo: storia, vittorie, riconoscimenti, personaggi. I bilanci, infatti, pur fondamentali per il buon andamento societario, soprattutto se aggiornati e certificati, restano relegati ad altro tipo di attribuzione. Quella del club più ricco.
Allora, preferenze soggettive a parte, chi può fregiarsi di tale, prestigioso, aggettivo?
Per iniziar a dirimer la terribile quaestio prendiamo a supporto alcuni dati qualificanti ufficiosi: Campionati , Champions e ‘ Ballon d’or’. Vediamoli in breve.
Lo United ( fondazione 1878) , campione d’Inghilterra, ha vinto 20 Premier, 3 Champions ( due in meno del Liverpool ) e quattro ‘Palloni d’oro’.
Il Real ( 1902), ha vinto 19 Liga, 10 Champions e 6 ‘Palloni d’oro’.
Il Barca( 1899), ha vinto 23 Liga, 5 Champions ( la metà del Real) e 7 ‘Palloni d’oro‘.
Il Bayern Monaco ( 1900), ha vinto 25 Bundesliga, 5 Champions, 5 ‘Palloni d’oro’.
La Juve ( 1897), ha vinto 31 (33) scudetti, 2 Champions ( ma anche tutti i trofei in palio in nelle tre maggiori competizioni europee), 8 ‘Palloni d’oro’.
Il Milan ( 1899), ha vinto 18 scudetti, 7 Champions, 8 ‘Palloni d’oro‘.
L’Internazionale ( 1908), ha vinto 18 scudetti, 3 Champions, 2 ‘Palloni d’oro’.
Nel totale generale: le spagnole hanno vinto 15 Champions, le italiane 12 come le inglesi ; mentre per i ‘Palloni d’oro‘: 18 sono andati alle italiane, 13 alle spagnole, 9 alle tedesche, 6 alle inglesi. Se si vuole poi la squadra più titolata, occorre puntare su Milan ( 18 titoli), Real ( 18 titoli) e Boca Junior ( il club dei genovesi) che di titoli ne contano due in meno dell’egiziana Al Ahly, operante in contesti assai più agevoli di quello europeo.
Morale: se i ragazzotti dei tempi nostri vogliono attribuire preferenze per questo o per l’altro club lo facciano pure, sappiano però che sugli albi stanno scritte in maniera indelebile storie che non possono essere ignorate quando ci si avventura in attribuzioni epocali.
Su quegli albi le squadre italiane, al momento in ritardo soprattutto per il problema impianti, hanno scritto molte pagine. E non una parte qualsiasi. Ma una parte da protagoniste di primo piano.
Erano e restano dunque ai vertici di questo sport. Chi ha dunque abbia la ventura di poter giocare in club come la Juve, il Milan o l’Inter, non apra la bocca solo per darle fiato. Sia infatti massimamente rispettoso, anche perchè nel gioco del calcio, pur in decrescente difficoltà ( gli stadi, infatti, e che stadi!, stanno lentamente realizzandosi), le italiane sanno e sapranno pur sempre far pesare la loro genetica propensione.
Come s’è visto, di recente, con la Juve in Champions che prima ha fatto fuori il Real e che, poi, per un nonnulla, nel secondo tempo, stava mandando addirittura a casa il Barca di Messi. Onde per cui, un Podgba che sotto l’influenza del Mentore di turno lasciasse la Signora per andare a rifugiarsi in qualche angolino del mitico Altrove ad incassare qualche soldino in più, ci pensi non una ma due o tre volte. Perchè di danari potrà anche riempirsi le tasche, ma non anche della certezza di un futuro migliore.
* Dati ufficiosi.