Non solo sport. Immensa Fede. Secondo Petrucci, ex presidente Coni: ‘ E’ la nostra signora dello sport’.

LA CRONACA DAL DIVANO ESTATE. Dopo gli ultimi anni trascorsi nel deserto della mediocritò, manco Mosè riuscirebbe a riportare nella ‘ terra promessa’ il vecchio Diavolo. Che ha provato in tutti i modi l’uscita dall’ aurea mediocritas prima con Clarence, poi con Pippo e adesso con Sinisa.
La ‘ terra promessa‘, quella della gloria, inopinatamente abbandonata qualche anno fa da una proprietà divenuta improvvisamente ‘povera’, sembra oramai irraggiungibile. Lontanissima. Quasi un crudele miraggio estivo.
Ma che è successo al Milan, eccellenza del calcio nostrano? Che in poco più d’un quarto di secolo ha vinto come nessun altro nel Vecchio Continente ( 5 Champions+ altre tre finali + piazzamenti a parte) ? Che gli è , dunque, capitato? Come mai non riesce a risalire la china del monte Olimpo ?
Il buon Berlusca ha smesso di scendere dal cielo, la figliola Barbara la si si fa in quattro per spiegare a tutta la sua banda quale sia la strada giusta da (re)imboccare, il mitico Galliani brancola nelle nebbie padane e qualsiasi medico curante venga chiamato al capezzale dell’illustre ammalato rischia solo e soltanto una cacciata ingloriosa.
Sinisa, dopo la seconda sberla propinata dal modesto Tottenham all’Audi Cup, non ha esitato a riconoscere: ” Qui ci sono problemi da tutte le parti: difesa, centrocampo e attacco. Dobbiamo solo credere, obbedire e lavorare”.
Già lavorare, ma con chi e come? Son state fatte le scelte giuste? O l’ossatura della squadra è rimasta la stessa degli anni nefasti? Con quegli imberbi ragazzotti orbi dell’istinto guerriero?
Rumenigge, che sportivo vero era e resta, non ha nascosto il suo rammarico: ” Senza le squadre di Milano, senza Milan e Inter ( dieci Champions in due) che coppa dei Campioni è?”. Giusto che Champions è? Un torneuccio riservato a quelle tre o quattro nobili del Vecchio Continente. Anzi a quelle due o tre, perchè delle inglesi sembra essersi persa la traccia. Due o tre, ovvero : Barca, Bayern e Real. Con la nostra Viola, chissà, magari per la Champions 2016, attesa da tutti con magno gaudio. Per prendere il posto lasciato vacante dal vecchio Diavolo.
IL RITORNO DEL GRANDI CENTRAVANTI. L’Italia del calcio oltre a risalire il ranking Uefa è ritornata la patria dei centravanti: Icardi, Higuain, Dzeco. Non se ne contavano tanti dagli anni Cinquanta/Sessanta.
Speriamo solo che siano, se non dello stesso spessore, almeno della stessa quantità di gol in campo. Potrebbero farci divertire, davvero. Segnando anche una novità nel panorama calcistico europeo. Da troppi anni affidato a noiosi tiqui taca e a sprinter- maratoneti più mostruosi del mostruoso Minotauro.
BABY REVOLUTION. Qualche mese fa c’era chi si preoccupava per la Nazionale orfana di giovani in cui pescare gli azzurri del futuro. Ancora una volta eravamo in presenza di gente che s’intende di tante cose fuorchè di storia, quella che un tempo dicevan ‘ magistra vitae‘, e che all’occorrenza fornisce le risposte indispensabili.
Il nostro sarà pure un movimento calcistico con tanti sciagurati, ladruncoli, imbelli etc etc ma con la capacità di saper risorgere, soprattutto quando gli altri lo danno per cadavere. E’ una storia strana, questa, da non credere, ma è così.
La ’rosea‘ s’è voluta soffermare sulla situazione giovani. Che solo qualche mese fa sembravano spariti, e che viceversa sgambettano sui nostri campi, eccome. La ‘rosea’ ha stilato perfino una formazione, questa: Sportiello ( 23 anni, Atalanta), Izzo ( 23 anni, Genoa), Rugani ( 21 anni, Juve), Romagnoli ( 20 anni, Roma), Benassi( 20 anni, Toro), Crisetig ( 22 anni, Bologna), Cataldi( 20 anni, Lazio), Sturaro( 22, Juve), Berardi( 21 anni, Sassuolo), Beloti (21 anni, Palermo), Bernardeschi (21 anni, Viola). Bernardeschi, addirittura, neanche qualche giorno fa, s’è permesso il lusso di sforacchiare per due volte la porta dei campioni d’Europa del Barca. Mentre Rugani e Romagnoli,sono attesi al varco per dar solidità difensiva a mamma Juve e a babbo Milan. Entrambi assai preoccupati.
A questo punto non pensare, per tutti loro, un avvenire azzurro sarebbe puro autolesionismo. Che poi, questo futuro, potrà lasciare o meno un segno negli almanacchi del calcio si vedrà. Le premesse, però, basti saper leggere nella ’ historia, magistra vitae’, ci sono tutte.
Les Ballons d’or
1956 Matthews, 1957 Di Stefano^, 1958 Kopa, 1959 Di Stefano^, 1960 Suarez^, 1961 Sivori*, 1962 Masopust, 1963 Yashin, 1964 Law, 1965 Eusebio,1966 B. Charlton, 1967 Albert, 1968 Best, 1969 RIVERA*, 1970 Muller, 1971 Cruijff, 1972 Beckenbauer, 1973 Cruijff, 1974 Cruijff, 1975 Blokhin, 1976 Beckenbauer, 1977 Simonsen, 1978 Keegan, 1979 Keegan, 1980 Rummenigge, 1981 Rummenigge, 1982 ROSSI*, 1983 Platini*, 1984 Platini*, 1985 Platini*, 1986 Belanov, 1987 Gullit*, 1988 Van Basten*, 1989 Van Basten*, 1990 Matthaus, 1991 Papin, 1992 Van Basten*, 1993 BAGGIO*, 1994 Stoichkov, 1995 Weah*, 1996 Sammer, 1997 Ronaldo, 1998 Zidane*, 1999 Rivaldo, 2000 Figo^, 2001 Owen, 2002 Ronaldo*, 2003 Nedved*, 2004 Shevchenko*, 2005 Ronaldinho^,2006 CANNAVARO*,2007 Kakà*,2008 C. Ronaldo^,2009 Messi^, 2010 Messi^, 2011 Messi^, 2012 Messi^, 2013 C. Ronaldo^, 2014 Ronaldo^.
IL NUOTO DORATO. Fede e Greg ci hanno donato due argenti dorati che ci fanno ( al momento) risalire nel medagliere dei mondiali di Russia, più o meno, tra il quinto e il sesto posto. Mica male. Frutto, in particolare , anche se non soltanto, del nuoto di fondo e delle imprese di Tania Cagnotto, la nostra signora dei tuffi.
Ce l’hanno fatta ad approdare alle semifinali anche il Setterosa ( che ha fatto fuori la Grecia, ma che si è di nuovo fatta fottere ai rigori da un’Olanda che più culona di così non avrebbe potuto essere ) e il Settebello ( che ha eliminato 9-8 i campioni del Mondo ungheresi, finendo poi infilzato come un pollo dai serbi).
E mentre si attendono in azzurro i fenomeni Nba per gli Europei di basket settembrini, ci si guarda attorno. I bei ragazzi della pallavolo, ad esempio, superato lo tzunami Berruto, dovrebbero essersi convinti che quel che conta, ora, nel mondo dello sport, è ‘ … mostrale, quelle, sempre che ci siano‘; con un Tamberi, 23 anni, sempre più su nel salto in alto. Suonando così la sveglia ad una atletica in grande ritardo e che ha perso di recente per infortunio il triplista Donato e Alessia Trost, due speranze per i Mondiali.
Luci e ombre, insomma, in un movimento sportivo nazionale che non sembra mai spento. Mai domo. Mai prevedibile. Nonostante gli scarsi e obsoleti impianti. Nonostante i soloni e le cassandre rompiballe prodotti in quantità industriale. Nonostante gli spreconi e i furfanti.
E nell’attesa, direbbe Malagò, che ce la assegnino questa benedetta Olimpiade 2024, per far vedere a tutti di che pasta può essere fatto (quando gli si lascia fare del suo ) il negletto e bistrattato ‘paese della bellezza’.
OH VALENTINO VESTITO DI ROSA! Per lui, a starlo sentire, non sarebbe il Decimo il suo alloro più prestigioso. Perchè prima antepone ‘ quello in 500 e il primo Yamaha’. Lui è lui, Valentino, ( probabilmente) il più grande di tutti sulle due ruote con motore. Il più grande, sì, anche se a stilare queste graduatorie può sembrare inopportuno. Epoche, mezzi, persone, infatti, sono talmente differenti che una responso oggettivo e assoluto appare quanto meno problematico.
Ma chi è invece la nostra signora dello sport tra Ondina Valla, Calligaris, Compagnoni, Belmondo, Simeoni, Vezzali, Cagnotto e Pellegrini? Chi, la prediletta?
Lasciamo la parola a Gianni Petrucci, ex presidente del Coni, che come il Paride dei tempi mitici di Elena, la bella moglie di Menelao, ha trovato l’incredibile coraggio di porgere il pomo d’oro: ” Capisco che sia come decidere chi è stato più grande tra Coppi e Bartali. Ma Federica ha segnato i miei 14 anni di presidenza assieme a Valentino Rossi; ha nuotato alla grande e ha imposto una personalità formidabile. Spiegandoci che volere è potere. Sì, scelgo lei!”.