Non solo sport. Ranking Uefa: dalle stelle alle stalle. Si allontana la quarta squadra di Champions.

Non solo sport. Ranking Uefa: dalle stelle alle stalle. Si allontana la quarta squadra di Champions.
Ferrari e Merceds images

LA CRONACA DAL DIVANO. Coppe: praticamente un disastro. Che tutti si stanno sbizzarrendo a commentare a piacimento ma che, dal punto di vista del ranking Uefa, ci fa precipitare al quinto posto stagionale con la perdita ( non certa ma  probabilissima)  della possibilità di accedere alla quarta di Champions ai danni di inglesi ( 3 i punti di distacco all’ultimo rilevamento) o di germani ( sei i punti di distacco, sempre all’ultimo rilevamento).

L’attuale  ranking Uefa ( primi quattro posti)  : Spagna 97,713 punti; Germania 77.177; Inghilterra 73.902; Italia 70.272.
Proiezione 2016/2017 ( tolti gli scarti 2011/2012) :  Spagna, 76.856 punti; Germania 61.927; Italia 58.915; Inghilterra 58.659.
Il sorteggio ottavi Europa League ( 10 marzo/17 marzo): Manchester-Liverpool; Borussia D./Tottenham; Siviglia/Basilea; Villareal/Basilea; Bilbao/ Valencia; Fenerbahce/Braga; Shakhtar D/Andelecht; Sparta Praga/Lazio.

Dalle stelle alle stalle, dunque, e in un batter di ciglio. Inutile spartire colpe, più legittimo chiedersi invece come vengano programmate le nostre squadre nell’ambito europeo verso cui, volenti o nolenti, dovrebbero ( in ogni caso) orientare le loro stagioni. Ad esempio, come può un Napoli ( che già con Benitez aveva incredibilmente regalato  un passaggio alla finale relativamente possibile), continuare ad offrire prestazioni continentali tanti contraddittorie  e ( per molti versi) incomprensibili ?
Vero è che gli spagnoli quando si tratta di Coppe riemergono dai loro siti provvisti di energia miracolose, ma benchè il Villareal ( con  i suoi risultati in Liga) fosse di quei rivali da prendere con le pinze, non si capisce come la dirigenza del Ciuccio (  arbitraggi a parte e davanti ad una impresa alla portata,) abbia condotto due incontri con tanta ( palpabile) ‘ leggerezza‘ , quasi snobbandoli, anzi, addirittura dando l’impressione di volersene liberare più che di aggiudicarseli.
Forse, all’uso italiano, hanno ancora una volta supposto che l’impegno in Uefa avrebbe penalizzato quello per lo scudetto? E’ stato questo il gran freno che ha di nuovo negato agli azzurri figli di Partenope un ( altro) gratificante percorso in chiave europea? Ma se così è stato, ancora una volta, non è che si insista a fare valutazioni insensate?Perchè adesso,  il Napoli, reduce da un filotto negativo preoccupante, dopo aver salutato la Coppa Italia rischia ( pure ) di perdere ( non solo lo scudetto )  ma ( soprattutto)  il secondo o (addirittura) il terzo posto Champions.
Perchè alle sue spalle, con questi primi umori di primavera, che tutto stravolgono, stanno scalpicciando ( nell’ordine) Roma, Inter e ( perfino) Milan. Più freschi, più smaniosi, più motivati. Le loro crisi se le sono ( più o meno) già metabolizzate ed ora puntano alto. Senza più nulla perdere. Spensierati come tante Vispa Teresa uscite ( felici e contente) dal lungo sonno invernale.

Altro comportamento sconcertante è stato quello della Viola, che all’andata più che al ritorno ha ‘svenduto‘  la sua ghiotta occasione europea. Che Sousa continui a sbandierare la sua verità d’aver incontrato una delle prime cinque squadre d’Europa non convince nessuno. Poteva farcela, altrochè, con attenzione, ma poteva farcela. Invece non ( di fatto)  ha rinunciato a farcela, anche perchè affrontare gli Angli ( e non soltanto) con quel’incedere douce douce non si va da nessuna parte.
Quinti o decimi che siano gli avversari, infatti, poco conta. Peccato, perchè se la Viola avesse eliminato una inglese adesso non staremmo a tremare davanti ad un ranking Uefa stagionale negativo ma ad esultare per risultati che avrebbero potuto segnare, anche solo psicologicamente, un ritorno ai vertici europei del bistrattato campionato nazionale italiano. Non è detta ancora l’ultima parola ( speriamo infatti  nella Signora e nell’Aquila), ma ( di certo) ci siamo messi nella posizione peggiore.

 OCCHI SUL CAMPIONATO. E ritorniamo alle storie di casa nostra. La Nostra Signora, con quel punticino di vantaggio in Campionato, dovrà vedersela ora  con l’Inter. Un tempo, questo match, secondo il grande  Brera, rappresentava ( per gli scudetti in campo)  il Derby d’Italia.
Oggi, semmai, è uno dei tanti impegni bianconeri sul loro percorso stagionale che ha come apice la disfida storica con quelli del Bayer, i quali (  poco edotti in storia)  s’eran ( incautamente) dati per  vincitori già alla fine del primo tempo.
Se anche la Nostra Signora dovesse perdere qualche punticino in Campionato non sarebbe un dramma, visto che il Napoli dovrà andarsi a leccare le ferite con un altra ancor più dolorante, la profumata Viola del dolzoso  Sousa. Difficile possa fare bottino pieno, anche perchè tra Sarri ( che prima o poi avrebbe dovuto  pagar dazio della sua inesperienza ai piani alti) e Pipita ( di nuovo triste, sovrappeso e col mal di pancia) non è che si possano giustificare sogni rosa.
Più consigliabile, infatti, che il Ciuccio abbia a  cominciare a voltarsi indietro, perchè il Milan ( col Toro) e la Roma ( a Empoli) stanno ( inesorabilmente) risalendo ( di nuovo)  la china. Puntando, giurano,  al secondo e terzo posto. Gente avvisata, mezza salvata.

GLI INCONTRI. ( domenica 28, ore 15) Udinese-Verona; ( sabato 27, ore 18) Empoli-Roma; ( ore 20.45) Milan-Torino; ( domenica 28, ore 12,30) Palermo-Bologna; ( domenica, ore 15)  Carpi-Atalanta; Chievo-Genoa; Samp-Frosinone; ( ore 20,45) Juventus-Inter; ( lunedì, ore 19) Lazio-Sassuolo; ( lunedì, ore 21) Fiorentina-Napoli.
LA CLASSIFICA. Juventus, punti 58; Napoli, 57; Fiorentina,52; Roma,50; Inter,48; Milan,44.
I MARCATORI. 24 reti, Higuain ( 2,Napoli); 13, Dybala ( 3, Juve) , Bacca ( 1, Milan).

GLI ALTRI EVENTI SPORTIVI. Cinque erano i candidati in gara per la presidenza della Fifa, orfana dell’amabile  svisserotto. In pole erano Al Khalifa, 50 anni, sceicco del Bahrein, e Gianni Infantino, 45 anni, italo-svizzero, attuale segretario generale Uefa. L’ha spuntata Infantino, Calabria nel cuore, che ha promesso di ‘ aprire una nuova era per il calcio mondiale’.
Bernard Hinault intanto  lancia Nibali ed Aru. E dice: ” Tour più Giro, perchè no? Vincenzo è il mio favorito per la corsa rosa; Fabio è il futuro, ma ha già tutto per lasciare il segno in Francia  già quest’anno”.
Paul Gasol, il genio ispanico della pallacanestro, spinge l’Italia del basket: ” Ha tanto talento, può andare a Rio”. Speriamo. Rugby, pronti per un’altra batosta con la Scozia. Che ci stiamo a fare nel Sei Nazioni lo sanno solo quelli della Federazione. Non potremmo infatti declinare, in attesa di diventare ‘duri’ anche in questo sport, duri per davvero?  Si barcamena l’Italia della Pallavolo. Si barcamenano anche le nostre ( intramontabili) ragazze del tennis. Si torna a parlare di Coppa America, con sette italiani ( loro si che l’hanno capita!) trasferitasi in blocco con i kiwi di New Zeland.  Si barcamenano manche quelli della neve. Con la nostra bella  Dorothea Wierer scomparsa, però, dai radar del biatlhon. Peccato, perchè era un bel vedere.

NELL’ATTESA DELLA ROSSA. E torniamo, finalmente, a riparlar della ‘rossa’. La nostra bellezza trasferita su una pista. I primi quattro giorni di test in Catalunya sono andati bene. Pure per Kimi, che di solito s’attarda. I test  hanno alimentato però il sospetto che gli ‘squali’ della Mercedes stiano bluffando. Consiglia infatti l’arguto Leo Turrini che ‘ par troppo presto offrire responsi‘ , proprio perchè Hamilton continua ‘ impunemente’  a ‘ sburoneggiare‘ da un capo all’altro del paddock.
Inoltre non hanno ancor fatto capolino ai box il signorile Toto e l’ingrato Niki. Per un silenzio sospetto. Intanto, i loro driver, ormai dalle ossature anchilosate, macinano chilometri su chilometri in pista: 3141 contro i 1643 della Ferrari. Si dice che provino l’affidabilità. E che, per quel che riguarda le prestazioni, ci penseranno poi. Tanto, per loro, i fenomeni, non son affatto un problema.
Beati loro, questi irreprensibili  devoti  del Gaefa ( il Destino) ; altri, invece, sotto l’Alpe, sono anni che non chiudono occhio. Tanto che l’uomo dal maglioncino nero non lesina ammonimenti :  ” Al lavoro, al lavoro – grida senza sosta -, tutti,  per il Mondiale. Già in Australia infatti vogliamo salire sul gradino più alto del podio”.

Chissà se gli dei perdutamente innamorati della ‘rossa’ lo ascolteranno? Perchè, visto che anche tra gli dei esist0no fazioni nulla va dato per scontato. E’ accaduto tante volte, in ere lontane,  anche per la guerra di Troia. Piuttosto, chissà chi prevarrà tra loro? Chissà? Il quesito è meraviglioso.
E’ questo, comunque, il bello di una storia sportiva che l’intramontabile Bernie  si sforza a tutti i costi di complicare inutilmente. Perchè non ci pare che il problema sia il suo, ovvero  quello di voler  cambiar i regolamenti ad ogni piè sospinto, ma solo quello di (ri)dare  alla ‘rossa’ la possibilità di (ri)fare la propria gara. Poi, come sappiamo, ci penserà lei a scrivere  pagine banali o di storia o  da leggenda.
Intanto siamo ( sempre più) curiosi a chi assegnerà i suoi oscar Leo  Turrini, quali il ‘Rododendro’ ( per i più rosiconi) e ‘ Alla carlona’ ( per i più faciloni). Di entrambi i riconoscimenti ci auguriamo ( senza offesa per alcuno ) che lo sburone Hamilton e l’ingrato Niki possano farne l’ indigestione.

IL RATING INGENEROSO  DELLA ( SEMPRE)  SOTTOSTIMATA ITALIA. Finalmente, qualcuno che arriva in soccorso. Sono anni, infatti, che mal sopportiamo il vezzo di alcune nostre èlite ( si fa per dire) che non aspettano altro che sparlare a ruota libera  del proprio Paese. Come sia nata questa voga non è dato a sapere. Certo è che fa i suoi danni, ben più profondi e vasti di quel che si è portati normalmente a credere.
” C’è infatti da noi – annota Marco Forti su Il Sole24Ore - un diffuso ‘nocciolo duro’ che non esita ad essere sempre in prima linea nel definire l’Italia ‘ a rischio default‘, non diversamente da come farebbe un  qualunque ‘falco’ o anche un semplice straniero pieno di pregiudizi sul nostro Paese. In questo, noi Italiani, siamo abbastanza unici perchè nelle altre nazioni invece si guardano bene dal dipingere i loro debiti pubblici come ‘ pericoli’ e dal farsi cattiva pubblicità”.

Al nostro Paese, la fantomatica S&P, assegna un miserrimo BBB-, più o meno come la Romania. E noi, tutti zitti, e a testa bassa, pronti a sputarci in faccia piuttosto che andare a prendere ‘ per il collo’ come meriterebbe l’ineffabile agenzia americana, e darle una lezione sul come bene  rovistar  nelle casse altrui. S&P, infatti, non considera una economia reale solida come poche altre, una ricchezza privata record e una posizione finanziaria netta garantita.
Come dire che, a noi, gli argomenti per  farci intendere come si deve non mancano. Sarebbe quindi ora che gli Italiani – suggerisce Fortis - diventassero un poco più avvocati del loro debito pubblico. Usato da altri, aggiungiamo noi, in buona sostanza,  per ricattarci e impoverirci.
” Infatti con ratings migliori – conclude Fortis, dopo una dettagliata e attenta analisi complessiva  - come minimo pagheremmo meno interessi, gli investitori scommetterebbero di più sulle nostre imprese e sulle nostre banche, difenderemmo meglio i nostri stessi risparmi e ci guadagneremmo anche in potenziale crescita”. Detto questo, tutto vero, anzi verissimo, che vogliamo fare noi?  Vogliamo continuare, ridendo e cantando,  sospinti da quell’insulta e snobistica onda esterofila,  a dipingerci semplicemente come gli abitanti di un Paese ( eternamente) a rischio default? Default sempre e ovunque ( sport compreso) . Prostrando com’è d’uso (  per certi lor signori) , da qualche decennio almeno  a questa parte, soltanto il retro?

SPECIALE POUND ( WADA) .  Circola, su Sky, una coraggiosa  ( ed ampia) intervista a Richard Pound, tra i fondatori della Wada e attuale presidente dellaCommissione antidoping, che ( in ore accessibili ) dovrebbe essere trasmessa e ritrasmessa ( a nostro modesto avviso) su tutti i media del Globo. La testimonianza dell’autorevole esponente dell’Agenzia mondiale antidoping certifica infatti quanto si va ormai dicendo da almeno  un decennio  sulle pratiche in uso nello sport mondiale col fine di raggiungere altissimi  risultati a tutti i costi.

In proposito, visto che una legge antidoping  planetaria non esiste,  ci sono paesi,  ben oltre gli ultimi ‘pizzicati‘ ai controlli, e comunque tuttora al di sopra d’ogni sospetto, i quali,  imperterriti, continuano a mandare in gara atleti  ( assolutamente) indegni.

La lotta, sottolinea mister Pound, è resa difficile dall’omertà che vige un po’ in tutti gli sport e a tutte le latitudini con relativa copertura politica. Alle Federazioni danno fastidio i controlli e le positività; mentre ai Governi non garbano atleti medagliati ( o vincenti) poi dichiarati ‘ dopati‘. C’è una realtà, insomma, triste, vigliacca, reiterata, che va coperta a tutti i costi, quasi quasi, non esistesse neppure. E’ il solito giochino del gettare la polvere sotto i tappeti.
Che solo in pochi paesi trova qualche ostacolo, tipo l’Italia, la bistrattata Italia, che però quando si tratta di guardarsi allo specchio e dirsi come vanno le cose non fa sconti a nessuno. Sia chiaro, non è che da noi vada tutto ok; l’intervista sulla ‘rosea‘ a Guariniello lo spiega. Senza indicare i bravi e i meno bravi. Chiaramente. E tuttavia, pare proprio che vada meglio da noi che in altri celebrati paesi plurivincitori dove il coraggio ( e il controllo)  manca.
E’ il caso della Spagna, più volte chiacchierata ma mai apertamente tirata in ballo, dove 223 sacche di sangue acquisite nella Operacion Puerto che ha coinvolto il magico dottor Fuentes  sono state sottratte ( per il momento, in attesa dei risultati del ricorso)  al controllo della Wada. Le misteriose parole della moglie del medico spagnolo ( ai tempi del processo-farsa) sembrano acufeni nelle povere orecchie di chi le ha lette.
Mister  Pound non tralascia  inoltre  i casi più eclatanti, e tollerati per anni. Come quello del ciclista Hamilton. Come quelli relativi a certi incontri di calcio dove, a fronte di allenamenti ‘leggeri‘, si viaggia , poi, sul campo,  a velocità della luce e per tempi prolungati. Qui, ad esempio, è difficile escludere  ” l’uso in corso di sostanze dopanti”.
Ma dove sono passati i controlli di cui le autorità calcistiche giuravano (e giurano )  ogni volta di svolgere regolarmente? Già, vhe ne è degli sbandierati controlli?
” Quando nell’estate 1998 uscì la famosa intervista con la denuncia di Zeman, mi attivai – ricorda Raffaele Guariniello, magistrato – perchè coordinavo il gruppo tutela della salute. Subito corsero da me i rappresentanti delle più importanti istituzioni sportive, a partire dal Coni. Tutti mi rassicurarono, mi dissero di stare tranquillo perchè nel calcio si facevano controlli antidoping, non a decine, ma a migliaia.
Sulle prime pensai che fossero tutte fantasie ( di Zeman ), ma per scrupolo mandai la Polizia giudiziaria al Laboratorio dell’Acqua Acetosa a Roma. Sentimmo le persone, guardammo i documenti e facemmo una scoperta sensazionale : le analisi venivano fatte, ma le sostanze dopanti, in particolare gli anabolizzanti, non venivano cercate. Per forza i risultati non evidenziavano nulla. Avvisai il responsabili medico del Cio e feci la segnalazione formale che portò alla chiusura dell’Acqua Acetosa, per anni”.

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