Non solo calcio. Vince, il grande! La ‘rossa’ che non va. Il Conte Dracula alla campagna d’Europa.

LA CRONACA DAL DIVANO ESTATE. Il titolone, questa volta, lo merita il nostro Vincenzo, sangue siculo trapiantato ( ciclisticamente) in Tuscia. Negli ultimi giorni di corsa rosa, infatti, ha capovolto un Giro che sembrava tutto fuorchè il suo.
E lo ha fatto rievocando imprese lontane, quelle che i suivers di oggi non hanno manco più l’occasione di cantarle. Sull’altra sponda, è vero, non sostavano i giganti delle epoche d’oro, ma due o tre ottimi corridori ( uno colombiano, l’altro spagnolo, l’altro ancora olandese) che hanno saputo meritare tanto rispetto dalla ( solita) immensa folla che, lungo le strade della bella Italia, non manca mai d’applaudire nel mese dei fiori ( alcuni) degli ( ultimi veri ) eroi dello sport moderno.
L’abbraccio di Vincenzo con i genitori di Chavez, venuti apposta dalla Colombia per abbracciare il loro ragazzo dal sorriso amabile, è stato uno di quei capolavori umani e sportivi che solo una disciplina di ( grande) fatica come il ciclismo sa offrire. Il tutto spontaneo. Il tutto caloroso. Il tutto indimenticabile.
Come, del resto, la dedica a quello sconosciuto ragazzino, promessa del ciclismo, strappato al mondo prematuramente e che la famiglia Nibali ha adottato ( anche) a nome di tutti noi. Ora sul palmares del nostro Vincenzo stanno, oltre a significativi piazzamenti, due Giri, un Tour, una Vuelta. Ovvero, il meglio del meglio dei trofei di ciclismo esistenti al mondo. Trofei che avrebbero bisogno, ora, di trovare cantori adeguati.
Perchè, qui, siamo di fronte ad un altro di quegli straordinari pedalatori nati e cresciuti al sole del Belpaese. Sempre bistrattato, Sempre svalutato. Sempre rimpicciolito davanti all’Altrove, ma che di campioni come i nostri ne conta al massimo uno/due o tre ( ad esser benevoli) .
Di corse in linea Vincenzo, campione d’Italia in carica, ha vinto il Lombardia. Aspettiamo possa riempire il suo già sostanzioso carniere con qualche altro pezzo di caccia pregiata: una o due corse del Nord, un maglia iridata ed un oro olimpico. E poi, che altro? Nulla di più, basta. Ma tanto servirebbe per salire nel cuore del gotha del ciclismo mondiale. Un accesso che al nostro Vincenzo, a questo punto dell’opra, non pare affatto più precluso.
LA ‘ROSSA‘ CHE NON VA. Più che la ‘rossa’ sembra una ‘ city car‘. Che cavalcata così fa piangere latte alle ginocchia. E non è che sia tutta colpa dei suoi driver, ma dell’intero complesso che delle virtù antiche sembra aver smarrito anima e cuore. Non bastava infatti la tracotante Mercedes del Lewis ( e del Niki), che s’è aggiunta a far sberleffi anche la Red Bull, l’auto dei venditori di bibite.
Il Niki che di ( cattive) battute ( nei confronti della ‘rossa‘) abbonda, chissà cosa starà ora pensando? Di certo, che a Maranello si siano riconvertiti al fast food, bravi come sono da quelle parti a (in)tagliar tagliatelle e a scolpire tortellini. Anche il Marchionne, l’uomo dal maglioncino blu, s’è ammutolito.
Li aspetta tutti, i suoi, alla galleria del vento. Per chiarirsi. Del resto, che fare? Se i suoi sono votati più ai piaceri della cucina che alle auto, che colpa hanno? Mica potrà prenderli ( ad ogni gran premio) a padellate, o no?
Buone nuove dal Gp di Italia. Sembra che si siano trovati i soldi ( 20 milioni annui) per mantenerlo in quel di Monza. Il venale Bernie è soddisfatto.
ORDINE D’ARRIVO GP MONTECARLO. Hamilton ( Mercedes), Ricciardo ( Red Bull), Perez( Force India Mercedes), Vettel ( Ferrari).
L’EUROPEO DEL CONTE DRACULA. La rosa è fatta: da Buffon a Al Shaarawy, da Sirigu a De Rossi, da Marchtti a Motta, la lista è completa. Restano in ballottaggio Bernardeschi e Bonaventura; mentre tornano davanti al televisore o in vacanza Rugani, Zappacosta, Montolivo ( infortunato), Sturaro Benassi e Astori.
Che dobbiamo aspettarci dall’armata allestita da un mister con due o tre lavori in corso? I tanti fans del Conte Dracula non si sprecano in osanna. Per loro, si sa, il Conte Dracula è il meglio del meglio. E’ semmai il materiale a disposizione che è scarso.
Stesso discorso che si faceva quando il Conte Dracula stava alla Juve; con la sorpresa, poi, alla sua dipartita, di vederla finalmente arrampicarsi sulle vette dell’Europa. E solo Eupalla sa come e perchè, nell’anno in corso, il Bayern Monaco sia riuscito ad eliminarla quando ormai, ad essere eliminato, intorno al 92′ del ritorno, era semmai lui e non la Nostra Signora.
Il Conte Dracula promette: “ Saremo duri, sporchi. Ripartiamo dal passato. Con il 3-5-2 obbligato, la imperforabile difesa Juve e gli esterni pronti a graffiare. In pieno cholismo occorrerà anche da noi aggrapparsi al vecchio e sano contropiede”.
Ricordiamo che la prima avversaria all’Europeo è il Belgio ( 13 giugno). Intanto, audite audite, si sta già definendo il dopo Conte Dracula: Ventura, ct, e Lippi, supervisore di tutte le nazionali. La modernità, con pochi pro e molti contro, sta irrompendo come un uragano nella quieta oasi governativa del calcio italiano.
E mentre furoreggi il calciomercato, la Roma ha presentato in Comune il suo carico di scatoloni con 70 mila pagine di progetto del nuovo stadio. Una meraviglia da ventunesimo secolo pensata per Tor di Valle. Speriamo solo che non saltino fuori i soliti rompiballe a bloccarlo.
Il Berlusca continua a sfogliare la margherita: vendo o non vendo, il mio Milan? Lui giura che farà di tutto per consegnarlo in mani sicure, tali da rilanciarlo in pochi anni, con investimenti adeguati anno dopo anno. Alla ‘spendacciona‘, insomma. Anglo o ispanica che sia poco importa. Vediamo. Venerdì 3 giugno, parte la Coppa America.
ALTRI SPORT. Alex Rossi, classe 1991, dna italiano, nato ad Auburn ( California), ha vinto la 5oo miglia di Indianapolis. Il Nibali, invece, si gode il meritato trionfo. Pensando al Tour ( dove dovrà far da chioccia ad Aur) e a Rio. Sarà ricevuto anche dal presidente della Repubblica. Milano-Reggio sono pronte per la finale scudetto del basket. Djoko, gran tifoso milanista, punta anche a Parigi. O’Shea, irlandese, prepara l’avventura della nuova nazionale di rugby. Peggio di quanto è stato finora fatto è impossibile. Logico dunque pensare a qualche soddisfazione in arrivo anche per quei giganti di carta che hanno illuso tanti appassionati della palla ovale.
Carla Frangilli, 27 anni, dopo una vita passata in azzurro ha preso la cittadinanza della Costa d’Avorio. Contenta lei, contenti tutti. Opportuna l’uscita del direttore del Giro, Mauro Vegni, a quanti partecipano alla ‘corsa rosa‘ per preparare il Tour.
Per lui, educato, ” non hanno rispettato il pubblico“; per noi, maleducati, tutti costoro ( da adesso in avanti ) possono invece ” starsene tranquillamente a casa loro“, chè il Giro del ( più) Belpaese ( al mondo) è talmente grande, duro e spettacolare, senza tema di confronto alcuno, che può far a meno anche di ‘ mezzefigure’ adatte solo ad imbrattare carta da giornale. O qualche insulso social di pronto uso.