Ravenna. ‘Non c’è grano senza semina’. Cia, confagricoltura e copagri.

RAVENNA. Mercati al ribasso con prezzi quasi dimezzati rispetto a un anno fa, speculazione selvaggia e import in costante aumento. I produttori di grano di Cia, Confagricoltura e Copagri non ci stanno più e lanciano un aut-aut e se le quotazioni non tornano a salire, riconoscendo al frumento Made in Italy il giusto valore, faranno lo ‘sciopero della semina’.
Attualmente gli agricoltori producono grano di qualità ma in perdita (17/18 euro al quintale per il frumento duro, largamente al di sotto dei costi di produzione) e non è possibile andare avanti così. L’Italia ha una forte tradizione cerealicola, ma le speculazioni di mercato la stanno spazzando via.
«L’impatto sul nostro territorio, tra i primi in Italia per produzioni e superfici investite, e per le nostre aziende agricole è devastante – sottolineano i rappresentanti di Cia, Confagricoltura e Copagri della provincia di Ravenna – La speculazione ormai stringe anche le produzioni agricole ed i prezzi di mercato vengono determinati da un numero limitato di operatori, nel mondo, con pochi scrupoli sfruttando meccanismi imperscrutabili ma anche le nostre debolezze. Occorre fare tutto ciò che è possibile per salvaguardare una produzione che rappresenta una sorta di ‘bombola di ossigeno’ per le nostre imprese, e quindi per il nostro territorio».
A livello provinciale Cia, Confagricoltura e Copagri al momento sono al lavoro per proporre un ordine del giorno ai Sindaci del territorio affinché venga adottato nel corso delle sedute dei prossimi consigli comunali.