Non solo calcio. Coppa Uefa: Inter, altra vergogna; Roma e Viola, ok. I trent’anni del ‘ grande’ Milan.

Non solo calcio. Coppa Uefa: Inter, altra vergogna; Roma e Viola, ok. I trent’anni del ‘ grande’ Milan.
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LA CRONACA DAL DIVANO.Una premessa non obbligata ma necessaria. Fosse per noi, lo sport, il calcio, in primis  quello nostrano, che è nostro costante compagno di vita, faremmo di tutto non solo per tutelarlo ( vedi ultimo scandalo in arrivo da Albione) ma soprattutto per valorizzarlo. In Italia, ovviamente, ma anche in altre parti del mondo, e particolarmente in Europa .
Valorizzare significa ‘ scavare’ o ‘ recuperare‘ quanto il calcio ha sedimentato di edificante e di bello nelle nostre storie. Che s’avviano da lontano, da quando su quel pallone che si prendeva a calci in ogni dove cominciavamo a fare i nostri primi discorsi ( e sogni) sulla vita.
Per noi la Juve non è la Juve, ma la Nostra Signora, oggi in volo ( senza ricorrere nè a pozzi di petrolio nè a  paradisi fiscali  ) oltre  quota 400 mil di budget, praticamente,  nella top ten mondiale.
E se in un lustro appena s’è quasi triplicata, nel prossimo potrà (ri)tornare al vertice, ma con una invidiata solidità societaria, economica ed agonistica.
Per noi, infatti, la Nostra Signora ( con eccezione del Bayern e poco altro) è il vero esempio societario virtuoso che  l’Europa assediata dalla globalizzazione può offrire.
Fosse per noi l’Inter(nazionale) , ovvero la Beneamata, che poco più d’un lustro fa s’aggiudicava il Triplete, non avrebbe oggi l’ambascia di battere un Hapoel  o uno Spartak qualsiasi , ma svetterebbe ribalda e imprevedibile com’è nella sua natura ribelle sul mondo del calcio, magari all’interno di un San Siro tutto suo.

Fosse per noi il Napoli, o se volete il buon Ciuccio, che ha visto giocare sul suo campo il più grande di tutti,  con un pubblico che non ha eguali, non andrebbe ogni anno a questuare per ‘ farsi dare’ un posto di riguardo nell’Europa che conta. Lo avrebbe e basta.
Fosse per noi certe squadre dalla storia meravigliosa e che sarebbe molto più affascinante affidare a poeti come  Pindaro piuttosto che a disincantati cronisti odierni non navigherebbero nelle retroguardie. O giù di lì. Sarebbero là davanti, e basta.
Come quella squadra, tanto per citarne un’altra, nata e cresciuta all’ombra delle due Torri, e che un tempo ‘ fece tremare il mondo ‘. Oppure quell’altra, scomparsa tragicamente sulle pendici di un colle, in un giorno nebbioso, mentre tornava a casa in aereo col suo carico di campioni e che solo il ‘ fato’ riuscì a sconfiggere. O anche quell’altra ancora che si bagna nell’augusto Tevere, dove son stati prestatori d’ opera giganti  come  Falcao, Batigol e ( !) Totti.
Il nostro  Campionato, in origine, ha dovuto  molto a quelli d’Albione;  poi  però, col tempo,  è attecchito a tal punto che non ha più temuto confronti al mondo ( bastino in proposito le quattro stelle, con la penta sfuggita più volte per un nonnulla  ), neppure con Albione,  interpretando  l’anima popolare nel bene e nel male fin a diventarne la sua  più credibile ‘ metafora‘.
IL TEMPO DEL DIAVOLO. Tra tante glorie  abbiamo tralasciato  ( volutamente) il Diavolo, il cui ( ultimo) presidente ha compiuto proprio in queste giorni il suo 80° compleanno. Ebbene, in circa mezzo secolo di presidenza, la squadra di quel suadente signore milanese ( dall’attività molteplice e non sempre ripagata ) ha vinto come manco il leggendario Bernabeu  può  vantare: cinque Champions ( con otto finali) e terzi e quarti posti in quantità industriale, oltre al resto, ovvio, e tutto di caratura mondiale .
Per cinque ( lunghi)  lustri  chi ambiva alla Coppa dalle grandi orecchie non ha dovuto battere  United,  Real, Bayern, Barca o Ajax, ma il Milan. Sì, certo, soprattutto il Milan. Le cui formazioni, di Invincibili o di Immortali, a seconda chi come vennero appellate, restano tuttora un punto di riferimento planetario per chi vuole calcare i rettangoli verdi del calcio.
Forse è stato per  rispetto di squadre ( e di storie sportive)  come questa che l’Uefa, recentemente, tornando ( per quel che ci riguarda )  su suoi passi, ha deciso di restituire all’Italia la quarta di Champions e la terza di Uefa.  E senza preliminari.  Buon compleanno, allora, presidente Berlusca!

DANNI E SORPRESE A NON FINIRE. E’ appena saltata Roma 2024, che gli sono corsi dietro anche i Mondiali di rugby e la partenza del Giro d’Italia centenario. Annullati. Tutti.
A dimostrazione che il ‘danno’ causato da tanta ‘compatta’ e  ’ irresponsabile’  considerazione per lo sport italiano non si è fermato al puro  e semplice diktat anti Olimpiade . E’ andato avanti. Andrà avanti. Perchè il ‘danno‘ sportivo innescato non sarà nè circoscritto nel tempo nè senz’altre sorprese.
La presunta ‘ insostenibilità economica’  per Roma 2024  tanto sbandierata dall’imberbe sindaca, non solo continua a non convincere, ma accumula rimpianti per una occasione che, una volta avallata dal Cio, avrebbe  costretto a nuovi indispensabili  impianti ed esteso al Mondo  ( con aggiornamento )  la visibilità  dell’Urbe.
Speriamo solo che, questi nuovi riformatori, o rivoluzionari che dir si vogliono,  imparino in fretta. Perchè errare è umano, perseverare no.
E mentre piangiamo sui dolori nostri  apprendiamo che, in Albione, una volta tanto,  è scoppiata una grana di quelle che fanno apparire  i nostri tanto celebrati ladroni dei miseri ‘ rubagalline’.  Una grana che, assommata a quelle legate a Cio, Fifa, Uefa, Doping di Stato etc etc, ci (ri)valuta. Non solo quantitativamente.
Visto che  il  nostro ‘quantum’   è ‘ridicolo‘ se rapportato a quello  scoperto in Altrove. Questo non per giustificarci, sia chiaro, perchè i gaglioffi restano gaglioffi  ovunque piantino la loro mala pianta. Ma solo per (ri) prendere le giuste misure. Insomma, per dare a Cesare quel che è di Cesare. Null’altro.

Di certo seguiremo attentamente lo sviluppo della ( coraggiosa) indagine del Telegraph sulla corruzione nel calcio inglese.Intanto ascoltate ( cari anglofoni) come commenta gli ultimi eventi Pino Pagliara, da noi noto qualche anno fa  come l’uomo della valigetta, fermato allora per alcune questioni da chiarire dai carabinieri il 14 giugno 2005, quand’era dirigente del Venezia. Pagliara ha lavorato molto tra Italia e Inghilterra.
Oggi sbotta: ” Sono caduto nel tranello del Telegraph. La verità è che non ho mai fatto nessuna operazione con gli allenatori di cui si è parlato (  l’ex ct inglese Sam Allardyce, etc etc, ndr). Tra i tecnici tirati in ballo c’è anche un italiano, ma non voglio dire se oggi allena in Italia o in Inghilterra. Gli inglesi sono bravi a giudicare gli altri, ma la verità è che qui la corruzione è endemica. Rubano anche i capi scout“.

 

LO SPETTACOLO  INDECOROSO DEL DOPING. Il divano è una posizione comoda per ‘ sbirciare’ sullo sport. Nostro e altrui. Ma è anche una posizione marginale, spesso solo emotiva, anche se ( a dirla tutta) priva ( in buona dose )  di imposizioni, ipocrisie, verità di comodo etc. Ci sono tanti momenti di sport  che non condividiamo, neppure con la mitica ‘rosea’, che se non ci fosse bisognerebbe inventarla.
Eppure, su certe situazioni, argomenti, personaggi non ci si trova. Non c’è identità di vedute.  Secondo noi, occorrerebbe dire di più. E meglio. Perchè come su certi fenomeni diffusi  e rovinosi non si può usare solo la carota ma anche il bastone, anzi, il coltello, affilato pure, per tranciare quanto sta mandando in malora un corpo che deve ( dovrebbe) restare sano.Ci riferiamo, ad esempio,  al doping, che ( come si può constatare, titoli a parte) è il male di tutti.
Russi e non Russi. Russi e Americani. Sport ricchi e sport poveri. Sport toccabili e sport intoccabili. Sì, perchè è ora di uscire da questo involucro  ( più o meno) organizzato da un capo all’altro del Pianeta. Per estirpare il male laddove attecchisce. La gente, infatti, soprattutto i bambini, vuole tuttora applaudire i suoi eroi. Ma solo quelli che lo meritano. Per sognare e crescere sani.

L’ESEMPIO DELLA PREMIER. Sono in tanti nel Bel Paese ad indicarci esempi da seguire e che da seguire non sono.  Per ragioni ( varie) in questi ultimi due o tre lustri le casse delle squadre di calcio di Albione si sono riempite di danari sonanti. Danari, che piovono sulle isole di Sua Maestà un po’ un da tutto il Mondo.
Dai deserti e dalle steppe, dai ricconi d’America e dai ricconi d’Asia. E forse anche dalla Luna.
Tutti s’affannano, insomma, a rimpinguare i conti correnti di questo e quello. Compreso quelli di certi personaggi che, nel breve ruotare di qualche luna, si sono ritagliati compensi da favola. Il brutto, però, non sono tanto i compensi, comunque esagerati,  di certo impossibili da sostenere nei tempi lunghi, quanto la loro influenza nefasta sul futuro delle società.
Dopo avere applaudito ( felici e contenti ) ad operazioni come quella alla Podgba ci è venuta la domanda: ma chi è, oggi, il vero demiurgo di una squadra di calcio ? La società o il mediatore? Il quale, se ben pensate, fatti tutti i conti, sembra ormai ( bontà sua) ’ regalarti’   l’assistito, ma  solo per il tempo necessario a crescerne il prezzo.

Che poi i Podgba, i Balo ( nonostante la momentanea resurrezione in Costa Azzurra) etc finiscano nel dimenticatoio ( a questi esimi mediatori ) poco o nulla deve importare. Come poco o nulla deve importare delle società. Anche quelle dai sacri lombi. Che hanno fatto la storia di questo sport popolare. Spesso e volentieri ‘ ridotte’ a ‘ far figuracce’ epocali. Come è il caso,  azzardiamo, di alcune big della celebrata Premier.
Vediamo alcuni loro riscontri. Dal 201o al 2016, secondo l’Osservatorio del calcio, questi sono stati i loro esborsi:  Manchester City, 1.024 mil euro; Chelsea, 871 ml euro; Manchester United, 841 ml euro; Liverpool, 663 ml euro. E questi i loro risultati: Coppa dei campioni, 1, Chelsea ( 2011-12); Uefa Europa League, 1, Chelsea ( 2012/2013); Nazionale, tanto per citarla, nessuna finale. City, Chelsea, United e Liverpool, in totale, hanno speso 3.399 ml euro; Barca, Real e Juve, ‘solo’ 1.942 ml euro.
Nello scorso campionato inglese, inoltre, lo ‘scudetto‘ è andato ad una sconosciuta con budget di sussistenza la quale, grazie ad un abile allenatore italiano, s’è fatta beffe di tanta ricca crema calcistica. L’evento è stato fatto passare come la ‘ favola’ del secolo; ma  non  pochi hanno pensato ad una ‘ barzelletta’ .

Morale? Continuiamo pure a guardare agli altri. Ma non per condannarci ad una perenne ( presunta) inferiorità. Teniamoci inoltre stretta stretta la nostra Juve. La quale,  in appena un lustro,  ha ( quasi) triplicato entrate e valore dotandosi ( tra l’altro ) di un bel stadio e di altri impianti essenziali.
Facciamo dunque di tutto per realizzare ( diffusamente  e in tempi brevi)  stadi di proprietà o per adeguarli ( come San Siro o  San Paolo) .  Anche se ci siamo fatti stoltamente scappare l’occasione olimpica. Lo sport è anche prospettiva, non si ferma. Abbandonando   i signori del ‘no’  ( ovunque essi siano e di qualsiasi colore si tingano)  alle  loro ingenue ( e paralizzanti)  paure.

 

CAMPIONATO DI CALCIO SERIE A

 

LA VI GIORNATA. ( sabato 24 settembre) Palermo-Juve 0-1; Napoli-Chievo 2-0; ( domenica 25)  Tornino-Roma 3-1; Genoa-Pescara 1-1; Inter-Bologna 1-1; Lazio-Empoli 2-0; Sassuolo-Udinese 1-0; Fiorentina-Milan 0-0; ( lunedì 27) Crotone-Atalanta ( ore 19), Cagliari-Samp ( ore 20,45).

LA CLASSIFICA VI GIORNATA.  ( da completare) Juventus, punti 15; Napoli, 14; Inter, 11; Roma, Chievo, Bologna, Milan, Lazio 10
IL PROSSIMO TURNO VII GIORNATA.  ( sabato 1 0ttobre) Pescara-Chievo ( ore 18), Udinese-Lazio ( ore 20,45); ( domenica 2 ottobre)  Empoli-Juve ( ore 12,45), Atalanta-Napoli ( ore 15), Bologna-Genoa, Cagliari-Crotone, Samp-Palermo, Milan-Sassuolo, Torino-Fiorentina, Roma-Inter ( ore 20,45).

La Juve arranca ma vince. Secondo la tradizione,  quando si trovano certi ferri da cavallo nei momenti critici significa che il vento spira a favore. E se il vento spira a favore  in circostanze sfavorevoli pensate un po’ che farà quando la direzione diventerà opposta. E comunque, come da copione, la Signora c’è sul pezzo e ci resta. L’obiettivo leggendario dei sei scudetti di fila non è minimamente messo in discussione.

Tiene ( al momento) testa alla Signora  il buon Ciuccio, senza ( o quasi Milik) e con una truppa disposta ( ancora) alla corsa e al sacrificio. Chiaro è che per ‘ contrapporsi’ durevolmente alla Signora ci vorrà  questo ed altro. Per l’intero torneo, ovvero fino a primavera inoltrata. Pareggiano, per contro, le due milanesi: 1-1 per la Beneamata, o-0 per il Diavolo. Sulle due storiche società di calcio europee ( 10 Champions  e 36 Scudetti in due) veleggiano ciaciole a non finire. E mentre, per i nerazzurri sembrano essere finite le ambasce societarie,  per i rossoneri, invece, tra un ( presunto) documento falso e l’altro, le preoccupazioni crescono di ora in ora.
E tuttavia la squadra, in campo, non sta andando male. Il pareggio con la Viola è incoraggiante. Preoccupazioni ci sono, restano, ma solo per quel che  che continua ad accadere dietro le quinte di questa grande protagonista del calcio mondiale degli ultimi trent’anni.  Il Berlusca tace.

Sbatte il muso contro il Toro la truppaglia della  Roma, agitatatissima,  dello Spalletti senza pace. Ad incendiare i sette colli  l’intervento della solita ‘ metà del cielo‘ che, questa volta, bontà sua, secondo l’intervista rilasciata alla ‘rosea‘, non ha esitato a chiamare in causa nientemeno che lo stesso Spalletti (  ominicchio davanti al suo Cesco) e perfino il patron Pallotta ( prima pensi e poi parli).  E se la bella Wanda ha ottenuto per il suo (  giovin )  Maurito un consistente incremento spese, che otterrà con questo ( non proprio tempestivo )  intervento la bella Ilary per il suo Francesco al ( limitare ) dei 40 anni?
Per fortuna  sono tornate  le Coppe. A metà settimana, con due belle vittorie Champions per i nostri eroi. Speriamo che i ‘ bollenti spiriti’ si stemperino grazie ad altri  buoni risultati pure in Europa League. Che sarebbero utili. Utilissimi. Tra due Campionati potremo (ri)avere le quattro in Champions e le tre in Uefa, ma ( e lo si tenga ben in mente) occorrerà non perdere d’occhio il ranking.
Per il consesso notturno  dei ‘sapienti’ di Sky pericoli di aggancio con la quinta ( Francia o Portogallo) non dovrebbero esistere. Meglio però non dormire sugli allori. E in ogni caso chi dice che noi, piuttosto che (ri)pensare al basso, non ricominciamo a ( ri)puntare all’alto? Sono proprio così lontane Premier, Bundes e Liga? 

AVANTI CON LA  CHAMPIONS.  Questo il primo turno della prima giornata ( martedì 13 settembre) della Coppa dalle grandi orecchie ( finale a  Cardiff, maggio) : GRUPPO A, Psg-Arsenal 1-1 ( 20,45), Basilea-Ludogorest 1-1  ( ore 20,45); GRUPPO B, D.Kiev- Napoli 1-2, Benfica-Besiktas 1-1; GRUPPO C, Barca-Celtic 7-0 , City- Borussia M ( rinv.) ; GRUPPO D, Bayer M -Rostov 5-0 ( ore 20,45), Psv-Atletico M. 0-1 .
Questo il secondo turno della prima giornata ( mercoledì 14 settembre): GRUPPO E, Leverkusen-Cska Mosca 2-2, Totthenam-Monaco 1-2; GRUPPO F, Real-Sporting 2-1, Legia V.-Borussia 0-6  D.; GRUPPO G, Leicester-Bruges o-3; Porto-Copenaghen 1-1; GRUPPO H, Juve-Siviglia 0-0 ( ore 20,45), Lione- D Zagabria 3-0. 

Questi primo e secondo turno della seconda giornata ( martedì 27- mercoledì 28 settembre): GRUPPO A, Arsenal-Basilea 2-0 / Ludogorets-Psg 1-3GRUPPO B, Besiktas-Dinamo Kiev 1-1/ Napoli-Benfica 4-2; GRUPPO D, Rostov-Psv  2-2/Atletico m-Bayern 1-0GRUPPO H, Zagabria-Juve 0-4/ Siviglia-Lione 1-0.

CLASSIFICA GRUPPO B, Napoli p 6, Besiktas 2, Benfica 1, Dinamo Kiev 0; GRUPPO D, Atletico M p 6, Bayern M. 4, Psv 1, Rostov 0; GRUPPO F, Borussia p 4, Real Madrid 4, Sporting Lisbona 3, Legia 0;  GRUPPO H, Juve p 4, Siviglia 4, Lione 3, Zagabria 0.

LE RESTANTI PARTITE JUVE. ( 27 settembre) Zagabria-Juve 0-4 ; ( 18 ottobre) Lione-Juve; ( 2 novembre) Juve-Lione; ( 22 novembre) Siviglia-Juve; ( 7 dicembre) Juve- D. Zagabria.
EUROPA LEAGUE I TURNO. Inter-Hapoel 0-2, Paok Salonicco-Fiorentina 0-0, Piltzen-Roma 1-1 e Sassuolo-Athletic Bilbao 3-0.
EUROPA LEAGUE II TURNO. Roma-Astra 4-0 ( Gruppo E); Genk- Sassuolo 3-1 ( Gruppo F); Fiorentina- Qarabag 5-1( Gruppo J); Sparta Praga -Inter 3-1 ( Gruppo K). Nella classifica, la Roma va a 4 punti ( in corsa); il Sassuolo resta a 3 ( dovrà vincere le prossime due gare); la Viola va a 4 ( come la Roma); l ‘Inter resta a secco: come facesse a dire, mister  De Boer, che vuole vincere la Coppa lo sa solo lui. A tutti questi del ranking che gli frega?

IL MONDIALE PERDUTO. Adesso sì che il Mondiale di moto Gp se n’è involato via! Tra le braccia di quel giovin figlio della Filibusta che corrisponde al  nome di Marc Marquez, quest’anno in versione aggiornata. Ovvero, suddivisa, più o meno equamente, tra animus pugnandi ( come ad Aragon) e animus  ragionandi ( come nella gran parte delle  gare precedenti).
Il ragazzo infatti, che ( nonostante tutto)  continua a tenere in camera il poster del maestro di Tavullia, s’è adattato alle nuove esigenze. Alle nuove realtà.
Come certi virus  e batteri che sembrano resistere  perfino alle medicine  note. Agli antibiotici. E tuttavia, questo Mondiale, Marc, se l’è meritato. Giustamente  il maestro di Tavullia, da autentico maestro,  pur in più parti sbruciacchiato, lo ha accolto tra i ‘ fuoriclasse’ delle moto.

LA CLASSIFICA PILOTI. Marquez ( Honda) punti 248; Rossi ( Yamaha) punti 196; Lorenzo ( Yamaha) punti 182. Quattro le gare ancora da disputare.

IL NUOVO PRESIDENTE UEFA. Intanto, la Uefa, ha eletto ( 42 preferenze con 11 dell’olandese Van Praag) il suo presidente al posto di Platini. Si tratta dell’avvocato sloveno Alexsander Ceferin, candidato Fgci sin dal momento in cui nessuno ( o quasi) lo conosceva. Questo per dire che il Tavecchio che non t’aspetti è riuscito ( finalmente)  nell’impresa di ‘ contare’ a livello europeo. Ceferin resterà in carica fino al 2019. Evelina Cristillin intanto è stata nominata membro femminile europeo nel consiglio Fifa. Poco da dire: un altro successo.

FUORI I SABOTATORI DALLA ‘ROSSA’!   Si riprende dalla Malesia. Da Singapore. Con la Mercedes già trionfante nel Mondiale costruttori, Vettel ‘rotto‘ dai continui ‘ imprevisti’ e Nico pronto a doppiare il titolo in casa Rosberg.
Probabile è che, la ‘rossa‘, chiuda l’anno in perfetta astinenza. Incredibile a dirsi, ma vero a frasi. Il problema però  che ci preoccupa di più in questi giorni verte sul timore di quel che potrà accadere  negli anni a venire. L’allarmare lanciato, di recente, sulle pagine della ‘rosea‘, non va trascurato. E’ serio. Perchè, anche questa volta, la Ferrari avrebbe fatto ‘passare’ regolamenti che la  penalizzerebbero. E molto. Tanto che, dai primi riscontri, sembra che le nuove ‘ frecce’ volino, con tempi da far paura.

Ci chiediamo allora come abbia potuto ripetersi  ciò?  Perseverare infatti è diabolico. Vero è che da tempo il nostro Paese manca ( e non solo nello sport ) di una adeguata classe politica. I nuovi crescono, si sa,  ma prima che giungano a giusta maturazione passeranno altri lustri.
Intanto dobbiamo sorbirci di tutto e di più. In generale, ma anche in  ambiti specifici come quello dei motori ( due o quattro ruote poco cambia) dove restiamo ai vertici ( nonostante) tutto e tutti. La ‘ rossa’, in sede Cia,  volendo, avrebbe potuto esercitare il suo sacrosanto diritto di ‘ veto‘ sui nuovi regolamenti.
Ma se la penalizzano, perchè non li ha bloccati? Che goduria avrà mai a far da ancella ( per un altro lustro ancora )   alle tracotanti ‘frecce d’argento‘ e, molto probabilmente,   ( anche) a qualche altra scuderia minore in fase di resurrezione? Non  capiamo. Davvero. Non capiamo. Ma dov’è finito  l’uomo col maglioncino blu?

Singapore sollevaci tu!

GLI EROI DELLA PARAOLIMPIADE. Ci hanno stupito fino all’ultimo  quei (tanti ) bravi ragazzi azzurri che ci hanno onorato alla Paraolimpiade di Rio 2016.
Dove siamo  entrati nella top ten con circa 40 medaglie ( di cui 10  d’oro). E con l‘Alex  indiscusso ideale portabandiera planetario, ma anche con gli altri, tutti gli altri,  nostri e altrui, accomunati da un unico, caldo, riconoscente  applauso: ” Bravi!”. Gli azzurri della Paraolimpiade hanno (ri) consegnato la bandiera al presidente Mattarella.

FRASI STORICHE. Ci risiamo. Arda Turan: “ Messi è il più grande di sempre“. Ricevuto, ok. Prima però il Turan  dica all’amico di abbandonare il tranquillo rifugio del Barca e di spostarsi in una  città sul golfo di Napoli, che  ha una squadra di calcio amatissima ma solo da seconda fila in giù.
Per farle  vincere, come capitò tanto tempo fa ad un  conterraneo,  tra sofferenze inaudite e rivali di portata storica, due scudetti ( almeno) ; mentre,  se dovessero (ri)chiamarlo in Nazionale,  cerchi di  (ri)portarla due o tre volte (ancora )     sulla  vetta del Mondo. Dopodichè, promesso,  (ri)faremo la graduatoria.

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