Non solo sport. Juve e Allegri: matrimonio in crisi? Sale la stella di Conte, si spegne la favola di Ranieri.

LA CRONACA DAL DIVANO. Pirlo ( che qualcuno ha inserito nella Nazionale di sempre) rimpiange di non aver mai giocato nei due Panda spagnoli; Allegri, invece, dopo la batostina sul Golfo, ha già pronte le valige per salutare la Signora e salire anche lui in Premier. Che tutti van celebrando, direttamente o meno, di ora in ora, senza risparmio di sospiri e di glorificazioni.
Don Fabio, ormai angolofilizzato, qualche intervista fa, invitava a ‘cliccare’ ( di norma) sulla Premier, per ammirare quanta più ‘ densità’ vibra nel calcio di quelle parti rispetto al nostro. Anemico. Poco allenante. Retrogrado. Inutile. Eppure, noi che ‘clicchiamo’ abitualmente sui campi d’Albione tutti questi ‘prodigi‘ non li notiamo. Forse, siam distratti. Forse, non siamo ancora così stregati da scambiar fischi per fiaschi. Del resto, e chissà per quante volte lo abbiam detto, andando a girovagare per almanacchi e libri, nell’ultimo lustro, in vetta ad Europa, son poche ( o nulle) le squadre d’Albione. Senza poi toccare le Nazionali, che di quelle i maestri del calcio hanno perso perfino le tracce.
Onde per cui come si faccia a celebrar sì tanto un campionato, proprio, onestamente, non riusciamo a capirlo. Capiamo invece quelle numerose partite cariche di intelligenza e vigore ( di campanili e maglie) che sanno esprimere, non di rado, le nostre squadre. La Supercoppa, ad esempio, è stato uno spot per il nostro calcio. Anche perchè ( con quella combinazione di passione, scienza e storia) non ci risulta abituale in Premier. Che avrà pure a far da cornice intonate folle canterine, ma da tenere sott’occhio, senza perderle di vista un sol attimo, perchè lassù, tra una birra e l’altra, non è affatto raro passare ( in breve ) dalla festa alla tragedia. C’è chi dimentica, ma c’è anche chi continua a ricordare.
IL CALCIOMERCATO. Gennaio in arrivo, calciomercato dietro l’angolo. Lucas Leiva, 29 anni, centrocampista brasiliano sta per traghettare dal Liverpool all’Inter. Carlitos Tevez l’Apache che abbandonò la Nostra Signora distrutto dalla nostalgia per la sua bella Argentina, forse deluso, forse non proprio del tutto innamorato, non appena ha sentito il tintinnare dei dollari cinesi è volato via in braccio al Dragone. Che sta facendo man bassa, coi suoi bei danaroni, qua e là pel Mondo. Sta tentando infatti anche Kalinic, 26 anni, attaccante croato in casacca viola, di cui s’è perdutamente innamorato il mister Cannavaro. La Viola fa muro.
Il Real, vincitore di tutto, sta pensando a scippare Paulo Dybala alla Nostra Signora. la cui unica sfortuna è giocare in Italia. Sì, perchè nonostante qualche scontato luogo comune, fosse in Premier o in Liga farebbero a botte per andarci a giocare. Con tutti quei titoli e con tutta quella storia che vanta. Con una società solida e proiettata al futuro come quella che gli sta al tergo. Con quel suo travolgente Stadium, diventato ormai una fortezza inespugnabile.
Riguardo alle Coppe: per la Champions, la Signora s’è beccata il Porto ( 2 Champions) e il Napoli il Real ( 11 Champions).
I RISULTATI XVII GIORNATA. ( sabato 17 dicembre) Empoli-Cagliari 2-0, Milan-Atalanta 0-0, Juve-Roma 1-0; ( domenica 18) Sassuolo -Inter 0-1, Chievo-Samp , Napoli-Torino 5-3, Pescara-Bologna 0-3, Udinese -Crotone, Genoa-Palermo, Lazio-Fiorentina 1-0.
LA CLASSIFICA ( DA COMPLETARE). Juve punti 42, Roma 35, Napoli 34, Lazio 34, Milan 33; Inter, 27.
XVIII GIORNATA. ( martedì 20 dicembre) Atalanta-Empoli; ( mercoledì 21) Inter-Lazio 3-0 ( ore 20,45); ( giovedì 22) Bologna-Milan ( posticipata all’8/1,ore 20,45 ), Cagliari-Sassuolo ( ore 20,45), Crotone-Juve ( come per il Milan, 8/1,ore 18), Fiorentina-Napoli, Palermo-Pescara, Roma-Chievo, Samp-Udinese, Torino-Genoa.
PROSSIMO TURNO XIX GIORNATA. ( sabato 7 gennaio 2017) Empoli-Palermo ( ore 18), Napoli-Samp ( ore 20,45); ( domenica 8 gennaio 2017), Udinese-Inter ( ore 12,30), Chievo-Atalanta, Genoa, Roma, lazio-Crotone, Pescara-Fiorentina, Sassuolo-Torino ( ore 15), Milan-Cagliari ( ore 18), Juventus-Bologna ( ore 20,45).
ALTRE D’EUROPA. Adesso il Real ( graziato dalla Uefa ) ha finalmente superato il numero dei trofei internazionali detenuto in precedenza dal Milan del Berlusca ( la Supercoppa italiana non rientra in questo elenco). Inoltre, sotto la guida Zidane, ha collezionato 36 gare senza ko. Gode il Florentin0, gode con lui anche ( parte ) della Spagna. Non godiamo invece noi che, non essendo stati educati a vedere gli altri godere attraverso il buco della serratura, proprio proprio , sportivamente parlando, di certi successi faremmo volentieri a meno.
Anche perchè, ora, Florentino, assai più scafato di noi nel monetizzare, andrà a portarsi a casa una (ulteriore) cascata di danaro, facendo volare i blancos oltre i 700 ml di euro di entrate.
Non c’importa più di tanto degli altri, dicevamo, e quindi neppure la fine della favola Leicester ( ormai in zona retrocessione) e perfino del filotto di Conte in Premier ( 11 o 12 o 13 vittorie?), che lo hanno proiettato solitario in vetta della classifica. L’unica cosa che ci interessa sottolineare, sempre sportivamente parlando, è che le folle canterine che affollano quei caratteristici impianti da calcio dovranno sorbirsi anche quest’anno la lectio magistralis del solito genietto italiano. Tanto per dire quanto poco contiamo. Noi, che dovremmo imparare da altri quello che i nostri vanno loro ad insegnare.
IL DOPING DI RUSSIA. Negli ingredienti: un cucchiaio di Nescafè, un pizzico di sale, granelli di sabbia. Tra i cuochi: un agente ex Kgb, capace di aprire provette sigillate senza lasciare tracce e dei biochimici abili nel miscelare steroidi in cocktail dal nome esotico. Nasceva così, secondo un racconto tipo spy story, il doping di Russia. Con i suoi tratti grotteschi, e ancora tutti da verificare, anche perchè poco credibili, riportati nel Rapporto Mc Laren ( voluto dalla Wada) e presentato di recente a Londra. Secondo l’accusa, dal 2009 al 2014, (circa) mille atleti russi di 35 discipline ( tra cui il calcio) hanno gareggiato e vinto imbottiti di sostanze proibite.
Secondo un’ultima ora, pare che i russi, dopo una prima strenua ed orgogliosa difesa,comincino ad ammettere le loro colpe. E questo non può essere che uno spiraglio di luce in un contesto davvero cupo. E mantenuto tale, da anni, proditoriamente, sofisticamente, un po’ da tutti. Ora aspettiamo il seguito, anche perchè è difficile credere che a questo mondo i cattivi siano solo i russi ( con l’integrazione di due o tre velocisti caraibici, di sette o otto pesisti e di nove o dieci mezzofondisti degli Altipiani). Difficile, se non impossibile.
Soprattutto dopo quanto mostrato nel caso Fuentes, affossato ( dove sono passare le 232 sacche di sangue a suo tempo sequestrate al santone spagnolo ?) dalla stessa magistratura inquirente iberica. Chi ama lo sport, e le sue regole, che possono risultare esaltanti solo se rispettate, non può fermarsi qui. Spagnolo, inglese, italiano o russo poco conta. Deve chiedere la verità fino in fondo. E poco importa se andrà a ferire l’ orgoglio di una bandiera il quale, se così vissuto, non è altro che la patetica contraffazione d’un passato senza più futuro.
LE FRASI CHE COLPISCONO. Un giovin alemanno ( di cui non diremmo il nome, anche perchè quel che qui conta non è lui ma solo quel che ha detto) in procinto di lasciare un campionato scontato perchè già deciso al nastro di partenza ( il Pilzen antagonista del Bayern fa ridere, cvd ), si è liberato di un cumulo di ( per lui) verità che riguardano(anche ) il nostro ( negletto) calcio.
Dice il giovin alemanno: ” Andare in Italia? Macchè, sarebbe un passo indietro. Il Campionato italiano è ormai il quarto d’Europa. Preferirei la Premier!”. La verità troverà senz’altro ampio consenso tra i nostri esterofili ( e anglofili). I quali, ogni volta che qualcuno sparla del Belpaese godono come ricci, sì, da matti, ecumenici come sono. Anche se, per noi, modestamente parlando, le sue non sono proprio delle verità. E neppure delle novità.
Da un punto di vista del danaro (f0rse) il giovin alemanno, più figlio di Lanzichenecchi che di Goethe, la vede giusta. Lassù, infatti, tra le isole d’Albione, da qualche lustro almeno , le reti da pesca della pedata tornan su gonfie di danari. Da altri punti di vista, invece, il ragazzo, per parlar franco, ci sembra uno dei tanti emeriti sprovveduti che affollano la triste Europa. Basterebbe infatti che andasse a consultare un almanacco. Uno qualsiasi. Per verificare che nell’ultimo lustro ( con ancora in corso), non è che si siano viste squadre di Premier ai vertici delle coppe europee. Noi, una almeno una, di finaliste, l’abbiamo avuta ( Juve), loro, se non abbiam le traveggole, manco quella.
Nel quinto anno ( ancora) in corso loro ( ridesti) tengono ancora in gara, per la Champions, tre squadre ( Leicester, prima nel girone, Arsenal e City); noi, soltanto due ( Juve e Napoli, entrambe prime nel girone). Mentre per la Uefa, il rapporto qualificate si inverte: per loro ancora resta in gara il solo United, per noi Roma e Viola ( entrambe prime nel girone). Al momento per il ranking Uefa, loro, gli isolani, contano un paio di punti in più. Un’inezia, visto che se i prossimi turni andranno a favore nostro potremmo addirittura sorpassarli. A lode e plauso del giovin (sprovveduto) alemanno. Ovvio.
Il quale, da grande conoscitore del calcio e della sua storia, ha avuto pure l’ardore di aggiungere: “ Milan e Inter? La loro magia si è spenta. Al momento, non attirano più nessuno”. A parte che ( sempre addocchiando l’ almanacco ) nella storia ( comune ) delle squadre di calcio i cicli ( o anche solo gli alti e i bassi) restano fisiologici ed estesi a tutte, non è che un mito si dissolva così, a bella posta, in quattro e quattrotto. Del resto ancora nel 2006/ 2007 ( dieci anni fa, dunque, e non certo in epoca archeologica) il Milan vinceva la sua settima Coppa dalla grandi orecchie, mentre l’Inter , qualche anno dopo, esattamente nel 2009/2010, s’aggiudicava il Triplete.
A proposito di cicli, se andiamo a fare una mini ricerca notiamo che il (grande) Real vinse ( in epoca archeologia, dal 1955 al 1966 ) ben 6 Coppe dei Campioni; per rivincerne una, ovvero la settima, dovette aspettare circa 32 anni, fino al 1997/1998. Al Barca, poi, la prima Coppa dei Campioni piovve dal cielo solo nel 1991/1992. Peggio ancora è andata alle inglesi, come il Liverpool ( 5 Champions) e lo United ( 3 Champions) che non assaporano il gusto del lauro già da tempo; o come per il ( tanto celebrato) Chelsea che in vetta all’albo Champions compare ( nell’arco della sua storia centenaria) soltanto una volta, ovvero nel 2011/2012.
Nonostante ciò non ci risulta che, per i numerosi ‘ vuoti’ o ‘ cicli’ agonistici delle più blasonate d’Europa, qualcuno abbiamo mai (seriamente) pensato quello che il giovin (sprovveduto) alemanno s’è permesso di dire delle due grandi milanesi ( 10 Champions e 36 Scudetti). Forse, gli ‘svegliotti’ che lo circondano gli avranno fatto credere che, sotto l’Alpe, c’è un mondo in disfacimento; forse, sempre gli ‘svegliotti’ che gli fan da corolla, poco o nulla s’intendono di miti. I quali, lo imparino semmai una volta per tutte, possono anche modificarsi per qualche dettaglio, senza però morire, mai. Anzi, più il tempo passa più quelli s’alimentano. Si illuminano. Si aggiornano.
Sennò, chi starebbe ancora a parlare di Ettore e Achille, di Paride ed Elena, di Ulisse e Penelope?
Consiglio finale: trasmigri pure in Premier il giovin ( sprovveduto) alemanno, per meglio apprendere l’arte del calciatore. E per far giuste conoscenze. Per studiare di storia. Che a tornare in alto ( Milan o Inter o Juve che siano) ci (ri)pensan da sole. Magari in men che non si dica. All’improvviso. Come Araba Fenice vuole. Del resto, noi, qui, di lui, non ne abbiamo proprio alcuna necessità. Vada pure in Albione, tra i suoi pescatori di danari. Anche perchè ( sembrando egli più figlio di Lanzichenecchi che di Goethe) Dio solo sa, quanto, e non certo da oggi, di quest’ultimi quaggiù non ne abbiamo proprio la nostalgia.
ALTRE DI SPORT. E mentre il Tavecchio tra un proposito e l’altro ( ridurre la Serie A a 18 squadre) confida nella qualificazione mondiale, c’è un nuovo scontro interno al mondo sportivo sulla mutualità. Viviani, Ganna e Balsamo sono la nuova linfa della pista italiana. Antonio Giovinazzi invece è stato scelto quale terzo pilota Ferrari. Seb e Kimi però se la dormono beatamente nell’attesa del nuovo anno. Sperando di avere sotto mano una vettura finalmente in grado di sverniciare le ‘frecce‘ e le ‘ red bull’. Intanto un settimanale Usa specializzato ha eletto Hamilton il pilota più forte del circus di F1.
Milano basket s’è giocato invece l’ultima carta col Pana, priva di Gentile. Invano. Con altra figuraccia.Buone nuove sono arrivate soprattutto dalla montagna. Continua infatti a volare la Goggia, 24 anni, nuova reginetta dello sci alpino. Conquista un podio dietro all’altro, sette finora, con vittorie che sfuggono per un sol batter di ciglia. Dietro alla nostra nuova Debora non si fanno pregare le altre della pattuglia tricolore. Nel gigante di Courchevel, ad esempio, annullato per il forte vento, la prima manche vedeva la Goggia prima, la Brignone seconda e la Bassino quarta. Una beffa, la decisione di annullare la gara, ma la squadra è splendida e si rifarà.
Hirscher, 27 anni, fenomeno dello sci asburgico, dice di Valentino, maestro di Tavullia: ” E’ il talento del secolo!”. Dal volley, infine, altre buone nuove: Civitanova maschi ha battuto i cechi del Liberec ( 3-0) e Modena donne è passata in Polonia, contro il Belchatow ( 1-3). Nella vela ai Mondiali giovani l’Italia della ( mai dimenticata) Alessandra Sensini s’è portata a casa il trofeo Nazioni.
L’ATTENTATO DI BERLINO. Come avrà fatto il terrorista Amri a finire a Sesto San Giovanni se lo stanno chiedendo un po’ tutti. Tranne qualche suo compare il quale, evidentemente sapendo, continua a far finta di non sapere. Qualcuno di costoro addirittura è arrivato a dire che ‘ i due poliziotti male hanno fatto ad ucciderlo, perchè molto meglio sarebbe stato poterlo catturare ed interrogare’. Forse, compari e non, devono avere prestato poco attenzione sul come sono andate realmente quella sera di dicembre le cose. Infatti avrebbero appreso che il primo a sparare è stato proprio il criminale ricercato, ferendo alla spalla l’agente che gli chiedeva i documenti.
Quel che è certo è che Amri prima di finire la sua parabola criminale era partito da Berlino per arrivare ( in treno) a Chambery in Savoia e, dalla località francese, fin a Milano. Indisturbato. Gli hanno trovato addosso un centinaio di euro e, nello zaino, uno spazzolino con dentifricio e schiuma da barba. Niente cellulare, che aveva buttato via per non lasciar tracce. Non è follia pensare che qualcuno lo abbia guidato fin alla piazza 1 Maggio di Sesto.
Il documento lasciato sul sedile del Tir è stata la firma per far capire ai suoi mandanti che l’impresa l’aveva compiuta lui. Lui e soltanto lui.
Del resto l‘Isis preferisce che questi cosiddetti ‘ martiri di Allah’ finiscano all’altro mondo il più rapidamente possibile. Non si sa mai infatti che, una volta catturati, non recuperino la voglia di vivere e quindi di mettersi a ‘cantare’. Salah, l’unico sopravvissuto della strage di Parigi del 13 novembre, tiene la bocca cucita. E forse per questo è ancora vivo.