Non solo calcio. La Viola s’è tolta un sassolino dalla scarpa. Serie A riaperta. Oggi Bottas domani Vettel?

LA CRONACA DAL DIVANO. Dicevamo che la Juve è sempre la Juve ma, in batter d’occhio il paese ( probabile) dell’Araba Fenice, ci ha smentito. Anzi, si è confermato, come al solito, imprevedibile ( soprattutto) laddove lo si vuole più prevedibile. Chi avrebbe scommesso infatti sulla Viola vincente contro l’ odiata Signora? Pochi o nessuno. Non facciamo i furbi.
Eppure il Franchi ( nell’attesa di passare quanto prima la scena ad altro più adeguato impianto) s’è tolta anche questa soddisfazione. Non da poco, visto che ogni volta che nella città di Dante si battono i bianconeri le campane delle belle chiese di Firenze vanno a celebrare all’unisono ( l’agognato) miracolo. Adesso la disfida più nazional popolare d’Italia diventa più umana.
Non che dalla Signora ci si debba aspettare il tracollo, ma di certo qualche affanno in più. Anche perchè, dalle retrovie, stanno salendo Roma ( vincente con fatica ma vincente), Napoli ( gagliardo anche senza un vero centrattacco ), Milan ( solo il Sinisa può stopparlo) e Inter. La Beneamata, infatti, sta guadagnando di turno in turno posizioni. Risale, nell’attesa ( magari) di qualche altro suo exploit. Dei sui mercenari spesso distratti, ed ora rimpolpati con l’aggiunta di qualche guerriero di stirpe italica dal sorprendente presente e dal futuro promettente. Molto promettente. L’accenno è a Gagliardini ( debuttante, migliore in campo), ma non solo.
Perchè Icardi, Perisic e Kondo sembrano vivere un’altra vita.
Cineserie e Maradona a parte. Sua maestà El pibe ( ora in viaggio nelle terre del suo reame) infatti ha ribadito ( pochi giorni fa ) che l’Albiceleste ” piuttosto che inserire Icardi, può andarsi a riprendere qualche quarantaquattrenne “. Simpatico. Ce l’ha fatta invece il Sinisa a fermare (2-2) i suoi ex in rosso e nero. Avrebbe potuto anche pretendere di più visto che era passato in vantaggio ( 2-0), ma il lungo e giovane Donnaruma ( rigore parato) s’è messo di traverso e i suoi (encomiabili ) granata hanno dovuto fare bel visto a … cattiva rimonta.
LE FRASI CHE COLPISCONO. Il buon Vialli su Sky lo ha confermato: ” In Premier tutti possono perdere con tutti”. Se l’assunto ha fondamento, diciamo pure che questa strabenedetta Premier non è poi grancosa. Anche perchè sfogliando gli ultimi quattro anni ( a parte questo, che sarebbe il quinto) non è che abbia primeggiato nel ‘gran calcio che conta’; ovvero quell0 delle Coppe, tant’è che l’Italietta dei perdenti le sta rosicchiando ( all’insaputa dei più ) il terzo posto nel ranking Uefa. Inoltre, a dirla tutta, se è vero che lo scorso anno a meravigliare in Premier è stata una squadretta destinata di solito alla lotta per la retrocessione, quest’anno, oltre il Chelsea del Conte Dracula, non è che le altre ‘spendaccione‘ brillino di luce abbagliante.
Lo United del Mou Mou ‘ vivacchia’; il City del Pep alterna sverniciate ad impennate d’orgoglio; il Liverpool ( il più titolato in Europa) va benino, ma non deborda, pur senza impegni di Coppa ; l’Arsenal, dell’Arsene, infine, come sempre sa contare fino a trenta dimenticando puntualmente che esiste anche il trentuno. No, purtroppo, caro Gian Luca non è che siamo tanto attratti a cliccare sulla Premier !
Il buon Teotino, nostro esperto di lungo corso, non perde occasione per ricordarci ” quanto la Premier sia su, e la Serie A sia giù”. E’ quasi un versetto, il suo. Di quelli da musicare. Se si accompagnasse al musicista giusto , infatti, potrebbe pure tiraci fuori un’orecchiabile canzoncina, magari da ‘passare’ a quelle ordinate folle canterine che riempiono gli stadi di sua Maestà, festanti, perennemente festanti, qualsiasi cosa esse vedano. Nella perfida ( e ricca) Albione.
A proposito di ricca Albione, questi sarebbero i budget delle quattro maggiori leghe di calcio europee: Premier circa 4,3 mld, Bundes 2,2 mld, Liga 2 mld, Serie A 1,9 mld. Divari ( tranne quello con Albione) non impossibili da colmare, soprattutto se l’Italietta dei perdenti potesse (ri)contare su Milano. Sì, certo, sui copiosi danari della Beneamata e del Diavolo. In fase di transizione. E con tutte le loro speranze riposte (ora ) sul lontano Oriente.
IL FUTURO DELLA MOTO E’ AZZURRO. Dalle moto novità importanti. Fermo restando la MotoGp ancora incentrata sul duello italo ( Rossi)-spagnolo ( Marquez, Lorenzo,Vinales), s’aprono autostrade per i giovani centauri italiani tanto in Moto2 ( Morbidelli, Baldassarri e Bagnaia) quanto in Moto3 ( Bastianini, Fenati, Antonelli, Bulega, Migno, Di Giannantonio). Saranno in 18 i piloti azzurri nelle due categorie minori. Praticamente un serbatoio di inestimabile valore, unico al mondo, pronto a fornire talenti a josa per il post Magister Tavulliae.
ALTRI SPORT. E mentre Ustiugov continua a vincere nello sci di fondo ( 6 su 7), in Olanda si stanno tutti preparando per la campagna d’Italia. O meglio, per la partecipazione al Giro d’Italia. Il Giro del Centenario. Con la sua storia unica, i suoi percorsi inimitabili e l’ eterno fascino dei suoi grandi protagonisti, i più grandi mai apparsi in questo sport.
Per i 60 anni del Campaccio è scesa in pista a Legnano l’elite del cross mondiale. Negli Uomini sr ha vinto Edris ( Eti) davanti ad un connazionale e ad un keniota; nelle Donne sr/jn si è imposta la giovane Obiti ( Ken) davanti ad altre due connazionali.
Si vocifera che Toto Wolff abbia ingaggiato Bottas alla Mercedes per preparare l’arrivo, nel 2018, di Vettel. In pratica, anche a seguito dei (complessi) contenziosi in atto nel mondo delle quattro ruote, i tedeschi vogliono tornare ( chiaramente) tedeschi. L’inglese Hamilton ( in cotal disegno) sarebbe solo un’ utile parentisi. Del resto chi ha mai ( del tutto) creduto che in Oltralpe tutti, diciamo tutti, ma proprio tutti, avessero pensato di gettare al macero quelle orribili grige divise che divisero il mondo? Se si nasce superiori come si può accettare d’essere eguali? Il lupo perde il pelo ma non il vizio, dicevan i nostri vecchi. Che di vita, di storia ( e di vittorie ) eran edotti. Rimboccati dunque le maniche vecchia, cara, inimitabile ‘rossa’. Che è tempo di tornare a fare imprese. Anche per chiarirci ( sportivamente, s’intende) tra noi del Nord e del Sud d’Europa.
RIFLESSIONI SENZA TEMPO. Quante volte vi siete sentiti dire di andare a scuola da questi o da quelli sparsi pel Pianeta i quali, a noi italici, figli degenerati di ex padroni del Mondo, tutto hanno da insegnare e nulla da imparare? Nel calcio d’oggi, poi, per ottenere rispetto non ci bastano più manco i nostri pettorali zeppi di medaglie ( tipo generali dell’ Armata Rossa).
Eppure, andando a spulciare almanacchi, non è improbo estrapolare dati illuminanti : 61 Coppe dalle grandi orecchie? Inghilterra ( 11 vittorie+ 6 finali=17 presenze all’ultimo atto), Italia ( 12+13=25), Spagna ( 16+10=26); Coppa Uefa? Inghilterra ( 7 vittorie+6 finali: 13 presenze all’ultimo atto), Italia( 9+6=15), Spagna( 10+5=15); Coppe del Mondo per Nazionali? Italia 4, Inghilterra 1, Spagna 1.
Verrebbe da chiedersi a che servono tante medaglie se, poi, nessuno più le fila? Nel nostro caso, fortunatamente, destino ha voluto che Ceferin, il nuovo presidente Uefa, sia amante degli almanacchi. Onde per cui, prima che la Serie A tornasse con i piedi suoi al terzo posto del ranking Uefa, ( pur aspramente osteggiato) ha ben creduto di riconoscere a tanta gloria calcistica la sua giusta collocazione nel calcio continentale, restituendole ( dal 2018) la quarta squadra Champions ( senza preliminari).
Senz’altro, il presidente sloveno, scorrendo gli occhi su tanta gloria, avrà valutato: ma che Coppe sarebbero, le nostre, senza quelle storie che basterebbero per (ri)scrivere l’Iliade e l’Odissea? Che ci andrebbero a fare in campo Angli, Alemanni, Ispanici o Slavi senza la Signora, il Diavolo, la Beneamata, il Ciuccio, la Lupa , il Toro o la Viola? Coppe del nonno, sarebbero, le loro; o no, mannagia? Anche perchè, a far confronti, ci pensate ad un rugby senza All Blacks o Springboks ? O ad un tennis senza Federer, Djoko,Murray o la Serenona? O ad una Nba senza le big della California o di New York ?
Del resto nello sport, e quindi anche nel calcio, si viaggia a cicli. Questa verità, per chi bazzica atleti, è abbastanza evidente. Scontata. Un po’ a me, un po’ a te, insomma. Il Real, ad esempio, vinse la sesta Coppa dalle grandi orecchie nel 1965/66, ma per arrivare alla settima dovette aspettare fino 1997/98 ( oltre 31 anni); mentre il Barca ebbe l’onore del trionfo nello stesso torneo solo 1991/92. Nonostante tanti digiuni chi ha mai pensato che i due Panda pedatori d’Espagna avessero perso la loro magia, il loro appeal, il loro ruolo? Come invece vanno sparlando sul calcio azzurro tanti sciagurati, a frotte, nel Belpaese e nell’Altrove? Proprio qualche tempo fa un imberbe fenomeno tedesco che s’è permesso di dire che venire in Serie A ( per lui) sarebbe stato ( non) uno ma due passi indietro. Senz’ombra di offesa non abbiam resistito a consigliargli ( oltre che a leggere almanacchi) anche di andar a bagnare il talento (?) suo laddove più gli aggrada. Anche perchè tra gli amici alemanni, noi, e non solo nel calcio, abbiamo sempre preferito i figli di Goethe che i figliocci dei Lanzi (chenecchi).
IL CALCIOMERCATO. Ultimo turno. Di Gagliardini s’è detto. Tra l’altro nel suo debutto nello stadio più vincente al Mondo s’è segnalato tra i migliori in campo. Raro, di buon auspicio. Chissà mai che tra lui e gli altri dell’ultime covate non riusciremo a mettere su la squadra (solo) azzurra che andrà a vincere la Pentastella? Voci torinesi danno il Max in partenza e il Sousa in arrivo nell’ex capitale sabauda . Voci, solo voci, null’altro, alla verità penseremo poi. Anche il fido Evra è in partenza. Salto olimpico, il suo, dalla Signora al Cristal Palace. Auguri. La qual Signora, proprio per l’addio a Patrice, ha deciso di non mollare Asamoah e di pressare sul laterale sinistro Kolasinac.
Del Rinascimento versione Juve avremo modo di (ri)parlare più avanti nella stagione. Intanto godiamoci gli scambi a colpi di fioretto tra Del Neri e Spalletti. Alle loro spalle un intreccio di incroci e dispetti. Nel 2005, ad esempio, il toscano andò a Roma dopo il flop del friulano. E altro, tra loro, accadde in seguito. Ma anche qui avremo modo di tornare a stagione avanzata. Intanto guardiamo il Napoli pronto a riaccogliere il suo centrattacco, Milik, oltre che Maradona, il re del Golfo, che dopo un lungo esilio è tornato a Napoli, per restare. Per lui si parla di un ruolo ‘ non solo d’immagine’ non appena sbrogliata l’annosa matassa col fisco.
TURNO XIX GIORNATA. ( sabato 7 gennaio 2017) Empoli-Palermo ( ore 18) 1-0, Napoli-Samp ( ore 20,45) 2-1; ( domenica 8 gennaio 2017), Udinese-Inter 1-2 ( ore 12,30), Chievo-Atalanta 1-4, Genoa-Roma 0-1, Lazio-Crotone 1-0, Pescara-Fiorentina (rinv), Sassuolo-Torino ( ore 15) 0-0, Milan-Cagliari ( ore 18) 1-0, Juventus-Bologna ( ore 20,45) 3-0.
* LA CLASSIFICA XIX GIORNATA. Juventus, punti 45 ( una partita da recuperare); Roma, 44, Napoli 41, Lazio 40, Inter e Milan 36 ( due partite da recuperare), Atalanta 35,Fiorentina 30 ( una partita da recuperare), Torino 29, , Cagliari 26, Udinese 25, Chievo 25, Samp 24, Genoa 23, Bologna 20, Sassuolo 21, Empoli 17, Palermo 10, Crotone 9, Pescara ( una partita da recuperare) 9.
* Da confermare
TURNO XX GIORNATA. ( sabato 14 gennaio) Crotone-Bologna 0-1 ( ore 18), Inter-Chievo 3-1 ( ore 20,45); ( domenica 14) Cagliari-Genoa 4-1 ( ore 12,30), Lazio-Atalanta 2-1 ( ore 15), Napoli-Pescara 3-0, Samp-Empoli 0-0, Sassuolo-Palermo 4-1, Udinese-Roma 0-1, Fiorentina – Juve 2-1 ( ore 20,45); ( lunedì 16) Torino-Milan ( ore 20,45).
IL TABELLINO. L’unico ad andare in bilico in Sassuolo-Palermo è stato Corini. Il Zampa, infatti, prima voleva licenziarlo, poi, lo ha riassunto. La commedia dell’arte s’è spostata a Panormo. Simpatica comunque. Il Bologna s’è ripreso una boccata d’aria, il Cagliari pure, la Lazio anche. Portano via i tre punti a denti stretti da Undine i rampolli della Lupa. Il Toro non mata il Diavolo, mentre è la Viola ( questa volta) a gridare ai quattro venti d’avere costretto alla (quarta) sconfitta esterna la Nostra Signora. Che, guarda caso, proprio in queste ore ha festeggiato il suo nuovo logo. Logo d’autore, che si spera possa diventare famose anche Oltralpe.
LE ALTRE NON DI SPORT. Picchiano come matte sulla povera Italia le agenzie di rating internazionale. Forse invidiose del nostro bel sole, dei nostri irripetibili paesaggi, dei nostri tesori d’arte e cultura etc etc, non mancano occasione infatti per cercare di toglierci il sorriso di dosso. L’ultima ad esercitarsi nel divertente passatempo è stata l’anonima Dbrs, canadese, che ci ha assegnato un definitivo BBB. Onde per cui, sarà meglio che chi c’è già scappi dal nostro Paese e chi deve venirci ben se ne stia ben alla larga. Così si governa il Mondo. Così ci si affratella. Così si globalizza.
Tanto più che il ( probabile ) paese dell’Araba Fenice ora conta di una (congenita) debolezza politica ( più che di una fragilità sistemica ) con pochi eguali.Forse, il passato, che conta eccome, ci ha consumato quei pochi grandi che avrebbe risollevato la situazione. Infatti, dove sono passati i nostri avi che dominarono il Mondo, civilizzandolo o con qualche caliga o con una croce o con qualche suo ingegno fuori del comune ? E dove ci stan conducendo, chiacchiera dopo chiacchiera, demagogia dopo demagogia, ‘sti sciagurati ( e sciagurate) che lungo lo Stivale compaiono a frotte? Canta il poeta:
O patria mia, vedo le mura e gli archi E le colonne e i simulacri e l’erme Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi I nostri padri antichi. Or fatta inerme, Nuda la fronte e nudo il petto mostri. Oimè quante ferite, Che lividor, che sangue! oh qual ti veggio, Formosissima donna! Io chiedo al cielo E al mondo: dite dite; Chi la ridusse a tale? E questo è peggio, Che di catene ha carche ambe le braccia; Sì che sparte le chiome e senza velo Siede in terra negletta e sconsolata, Nascondendo la faccia Tra le ginocchia, e piange. Piangi, che ben hai donde, Italia mia, Le genti a vincer nata E nella fausta sorte e nella ria. |
Nota. Una delle agenzie di rating internazionali che più ‘colpiscono’ l’Italia è Moody’s. Ebbene, tanto per dire quanto sia attendibile Moody’s, di recente, gli è stata inflitta una multa di 864 ml di dollari per ‘ le sue errate valutazione’. Roba da ridere se si pensa ai danni che hanno provocato ( soprattutto all’Italia) le sue bravate. Stiamo qui a chiederci perchè nessuno parta al contrattacco. Anche perchè, lo si metta bene in mente, è proprio sugli inetti o i pavidi che più si scatena la violenza.