Non solo sport. Il futuro del calcio è azzurro? L’Italia del calcio, che ha in sospeso la Pentastella.

LA CRONACA DAL DIVANO. Non bastava il terremoto ( mercoledì mattina, tre scosse oltre i 5 punti della Mercalli) a mettere in ginocchio i meravigliosi luoghi e borghi del Centro Italia, che anche la neve s’è aggiunta, neve alta, (spesso ) neve da record, quasi ad infierire su un disastro che appare sempre più vasto e grave. Gli animali, ad esempio, con le stalle crollate, non trovano (ormai) che raro rifugio.
Gli animali, quelli stessi che sono poi la ‘ base’ di preziose ed inimitabili filiere alimentari, a questo punto drammaticamente compromesse. Che dire? Che fare? Non si trovano parole. Non si sa più che pesci prendere. C’è solo dolore, spesso impotente davanti al reiterarsi della furia naturale; lenito ( soprattutto) dagli sforzi e dalle mani di eroici ed irriducibili abitanti, forze dell’ordine, militari e volontari. L’inverno, la neve e ( pure ) il terremoto, passeranno, questo è certo, ma cosa lasceranno alle loro spalle? Si potrà ritrovare la normalità perduta? E (anche) quegli scorci intinti di spirito che ti elevano al cielo? Coraggio, coraggio. Tanto coraggio.
LE FRASI CHE COLPISCONO. Il buon Vialli su Sky lo ha confermato: ” In Premier tutti possono perdere con tutti”. Se l’assunto ha fondamento, diciamo pure che questa strabenedetta Premier non è poi grancosa. Anche perchè sfogliando gli almanacchi negli ultimi quattro anni ( a parte questo, che sarebbe il quinto) non è che abbia primeggiato in modo particolare nel ‘gran calcio che conta’; ovvero, quell0 delle Coppe, tant’è che l’Italietta dei perdenti le sta rosicchiando ( all’ insaputa dei più ) il terzo posto nel ranking Uefa.
Inoltre, a dirla tutta, se è vero che lo scorso anno a meravigliare in Premier è stata una squadretta destinata di solito alla lotta per la retrocessione, quest’anno, oltre al Chelsea del Conte Dracula, non è che le altre ‘spendaccione‘ brillino di luce abbagliante. Luce da esportazione, è ovvio, come vorrebbero vendercela i nostri (cari) anglofili.
Infatti lo United del Mou Mou ‘ vivacchia’; il City del Pep alterna sverniciate ad impennate d’orgoglio; il Liverpool ( cinque Champions) va benino, ma non deborda, pur senza impegni di Coppa ; l’Arsenal, dell’Arsene, infine, come sempre, riesce a contare fino a trenta dimenticando (puntualmente) che esiste anche il trentuno. No, ci spiace, caro Gian Luca, ma non è che siamo tanto attratti a ‘ zappingare’ sulla Premier !
Il buon Teotino, nostro esperto di lungo corso, non perde occasione per ricordarci da qualche altro pulpito televisivo ” quanto la Premier sia su, e la Serie A sia giù”. E’ quasi un versetto, è il suo. Di quelli da musicare. Se si accompagnasse al musicista giusto , infatti, potrebbe pure tiraci fuori un’orecchiabile canzoncina, magari da ‘passare’ a quelle ordinate folle canterine che riempiono gli stadi di sua Maestà, festanti, perennemente festanti, qualsiasi cosa esse vedano. Sui verdi campi della perfida ( e ricca) Albione.
A proposito di (ricca) Albione, questi sarebbero i budget delle quattro maggiori leghe di calcio europee: Premier circa 4,3 mld, Bundes 2,2 mld, Liga 2 mld, Serie A 1,9 mld. Divari ( tranne quello con Albione) non impossibili da colmare, soprattutto se l’Italietta dei perdenti potesse (ri)conteggiare Milano. Sì, certo, sui copiosi introiti della Beneamata e del Diavolo. In fase di transizione. E con tutti i loro sguardi rivolti ansiosamente verso il lontano Oriente.
IL FUTURO DEL CALCIO E’ AZZURRO? Quando il ct Ventura convocò Gagliardini qualcuno disapprovò. Comprensibilmente, visto che il ragazzo aveva giocato poco o nulla. Eppure, quella, e altre discusse convocazioni di giovani talenti, è stata provvida e lungimirante. Perchè l’Italia dei talenti cresce. E in misura esponenziale. Qualcuno ricorderà che appena qualche anno fa si dava Buffon senza eredi. Ancor più dappresso si recitava il de profundis per il calcio italiano ormai incapace di partorire figli degni del suo passato. E che è accaduto? Che il Gigi nazionale ha i suoi eredi, e che eredi; che Meazza, Rivera e Maldini possono dormire sonni tranquilli viste le nidiate che d’ora in ora stanno uscendo dall’incubatore del calcio nazionale.
L’Italia del calcio, si sa, ha in sospeso la Pentastella mondiale. Per affiancare il Brazil e (ri)supeare la Germania uber alles. Tornare prima, tanto donare gaudio ai tanti esterofili che da decenni predicando di andarci ad ammirare tutti i pedatori del mondo fuorchè ( qualche) nostro. Per noi, insomma, è il giardino altrui il più bello. ma non perchè sia il più bello, ma solo perchè permette di non dare giusto plauso a chi tra noi lo meriterebbe. Dunque, oltre alla inossidabile BBC, forse datata, potremo contare ( tra gli altri) su Donnaruma, De Sciglio, Florenzi, Rugani, Zappacorta, Romagnoli, Bellotti, Immobile. E anche su Berardi, Chiesa etc etc. Quanto ben di Dio!
I PRIMI 10 MISTER UEFA. Quali sono stati gli allenatori più influenti della storia? Secondo l’Uefa, questi: Cloug ( inglese), Cruijff ( olandese), Del Bosque ( spagnolo), Ferguson ( inglese), Herera ( italo-ispanico), Lattek ( tedesco), Lobanovskyi ( ucraino), Michel ( olandese), Mourinho ( portoghese) e Arrigo Sacchi (italiano). Nell’elenco, ovviamente opinabile, mancano dei nostri: Pozzo ( due Mondiali, una Olimpiade), Lippi ( degli anni juventini), Capello ( degli anni milanisti) e Ranieri ( il mago di Leicester). Assente anche Pep Guardiola, che col suo ( discusso) tiqui taca qualcosa d’innovativo nel calcio l’ha pur fatta.
IL CALCIOMERCATO. Doulefeu: il Milan prova ( con l’ok del giocatore) il prestito secco. Cagliari scatenato: messe le mani su Faragò e Miangue. Mentre Sully Muntari se ne va al Pescara. L’Udinese ha definito il ritorno della punta Ranegie ( fine prestito). Kalinic vola da Cannavaro. I soldoni cinesi ( 40 ml in quattro anni) hanno fatto un’altra vittima. Diego intanto s’è ripreso la ex capitale del Regno delle due Sicilie. Potrebbe diventare il suo ambasciatore nel Mondo. Show a Firenze per la sesta edizione della Hall of Fame del calcio italiano. Tra gli altri campioni anche Maradona, Falcao ( inserito come straniero) e Maldini.
Alla Juve ( nuovologata) tutti gli occhi sono puntati sul rinnovo di Dybala. Per alcuni è tutto fato, o meglio, è tuo pronto per il passaggio ( prossimo anno) del ragazzo in maglia blancos. Appare, purtroppo, questa la vera destinazione di colui che viene annunciato come l’erede di Messi. Fosse così, sarebbe un’altra (pesante) delusione per la Signora che vuole impossessarsi del Mondo.
” I forti comprano e non vendono” dicevano un tempo lungo la Penisola, quelli più che la sapevano lunga, anche perchè quando mai si potrà costruire una squadra da imprese leggendarie se si continuano a cedere ( ogni anno) pezzi pregiati? Prima Podgba ( e passi, visto che un fenomeno non è), adesso però c’è Dybala ( che fenomeno può diventare). A proposito di Juve nuovologata, non a tutti piace il nuovo logo. ” Si capirà poi” ribattono i manager bianconeri.
* LA CLASSIFICA XX GIORNATA. Juventus, punti 45 ( una partita da recuperare); Roma, 44, Napoli 41, Lazio 40, Milan 37, Inter 36, Atalanta 35,Fiorentina 30 ( una partita da recuperare), Torino 29, , Cagliari 26, Udinese 25, Chievo 25, Sampdoria 24, Genoa 23, Bologna 20, Sassuolo 21, Empoli 17, Palermo 10, Crotone 9, Pescara ( una partita da recuperare) 9.
* Da confermare
TURNO XX GIORNATA. ( sabato 14 gennaio) Crotone-Bologna 0-1 ( ore 18), Inter-Chievo 3-1 ( ore 20,45); ( domenica 14) Cagliari-Genoa 4-1 ( ore 12,30), Lazio-Atalanta 2-1 ( ore 15), Napoli-Pescara 3-0, Samp-Empoli 0-0, Sassuolo-Palermo 4-1, Udinese-Roma 0-1, Fiorentina – Juve 2-1 ( ore 20,45); ( lunedì 16) Torino-Milan 2-2 ( ore 20,45).
IL TABELLINO DELL’ULTIMA DI CAMPIONATO. L’unico ad andare in bilico in Sassuolo-Palermo è stato Corini. Il Zampa, infatti, prima voleva licenziarlo, poi, lo ha riassunto. Grazie alle sorprese della commedia dell’arte, spostata a Panormo. Simpatica, varia, comunque. Il Bologna s’è ripreso una boccata d’aria, il Cagliari pure, la Lazio anche.
Portano via i tre punti a denti stretti da Udine i rampolli della Lupa. Il Toro non mata il Diavolo, mentre è la Viola ( questa volta) a gridare ai quattro venti d’avere costretto alla (quarta) sconfitta esterna la Nostra Signora. Che, guarda caso, proprio in queste ore, ha festeggiato il suo nuovo logo. Logo d’autore, che si spera possa diventare famose anche Oltralpe.
VECCHIA E NUOVA EUROPA. ” Non vogliamo più alcuna appartenenza alla Ue. Nessun legame a metà. Nulla che ci lasci dentro e fuori. Gli elettori hanno espresso il loro giudizio e noi lo rispetteremo fino in fondo”.
Così Theresa May, 60 anni, premier della Gran Bretagna dal 13 luglio 2016. Così l’erede di Elisabetta la Grande e della Thatcher. La quale, anticipando le mosse dell’Unione, sta facendo di tutto per trasformare un’isola di pescatori in un nuovo paradiso fiscale. Tramite il quale conferire a Sua Maestà una nuova dimensione planetaria.
” Vogliamo ora – predica Theresa May – una Gran Gretagna globale, aperta al mondo, per creare un futuro migliore per i nostri figli e i nostri nipoti”. Purtroppo, oggi, non disponiamo più dell’oracolo di Delfi o della Sibilla cumana, peccato, perchè un responso a tanta febbrile aspettazione, avrebbe fatto comodo. Intanto perchè la Gran Bretagna la sua parte planetaria l’ha fatta e consumata da tempo. Poi perchè trasformarsi un un ‘paradiso fiscale‘ ( tra l’altro) cedendo tutto e tutti a destra e a manca ( vedi le squadre di calcio), sembra un futuro più da isole Vergini o Cayman che da interpreti di una dimensione mondiale ( o di un impero,che non c’è più).
L’Europa boccia i conti italiani. Bruxelles ( o meglio, Germania e accoliti) chiedono rapide correzioni ( 3,4 mld) al deficit, ritenuto eccessivo. Pronte le sanzioni. E qui ci risiamo con i compiti a casa. Ma anche con il solito dialogo tra sordi, con quelli d’Oltralpe sempre pronti a dare indirizzi e spremere giudizi e gli altri, ( soprattutto) quelli sotto l’Alpe, dediti solo ad eseguirli. Basta. Basta. Basta. A parte che così facendo gli ottusi lanzi alemanni ( e accoliti) non fan altro che portare palate di consensi a chi con loro non vuol più a che fare ( tipo Brexit), spezzando l’Europa, non è più sopportabile che quelli prima pensino a loro e poi agli altri. I generosi luterani, che avrebbero dovuto ‘ripulire ‘ e ’ salvare’ il mondo.
LE ALTRE NON DI SPORT. Picchiano come matte sulla povera Italia le agenzie di rating internazionale. Forse invidiose del nostro bel sole, dei nostri irripetibili paesaggi, dei nostri tesori d’arte e cultura etc etc, non mancano occasione infatti per cercare di toglierci il sorriso di dosso. L’ultima ad esercitarsi nel divertente passatempo è stata l’anonima Dbrs, canadese, che ci ha assegnato un definitivo BBB. Onde per cui, sarà meglio che chi c’è già scappi dal nostro Paese e chi deve venirci ben se ne stia ben alla larga. Così si governa il mondo. Così ci si affratella. Così si globalizza.
Tanto più che il ( probabile ) paese dell’Araba Fenice ora conta di una (congenita) debolezza politica ( più che di una fragilità sistemica ) con pochi eguali.Forse, il passato, che conta eccome, ci ha consumato quei pochi grandi che avrebbe risollevato la situazione. Infatti, dove sono passati i nostri avi che dominarono il Mondo, civilizzandolo o con qualche caliga o con una croce o con qualche suo ingegno fuori del comune ? E dove ci stan conducendo, chiacchiera dopo chiacchiera, demagogia dopo demagogia, ‘sti sciagurati ( e sciagurate) che lungo lo Stivale compaiono a frotte? Canta il poeta:
O patria mia, vedo le mura e gli archi E le colonne e i simulacri e l’erme Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi I nostri padri antichi. Or fatta inerme, Nuda la fronte e nudo il petto mostri. Oimè quante ferite, Che lividor, che sangue! oh qual ti veggio, Formosissima donna! Io chiedo al cielo E al mondo: dite dite; Chi la ridusse a tale? E questo è peggio, Che di catene ha carche ambe le braccia; Sì che sparte le chiome e senza velo Siede in terra negletta e sconsolata, Nascondendo la faccia Tra le ginocchia, e piange. Piangi, che ben hai donde, Italia mia, Le genti a vincer nata E nella fausta sorte e nella ria. |
Nota. Una delle agenzie di rating internazionali che più ‘colpiscono’ l’Italia è Moody’s. Ebbene, tanto per dire quanto sia attendibile Moody’s, di recente, gli è stata inflitta una multa di 864 ml di dollari per ‘ le sue errate valutazione’. Roba da ridere se si pensa ai danni che hanno provocato ( soprattutto all’Italia) le sue bravate. Stiamo qui a chiederci perchè nessuno parta al contrattacco. Anche perchè, lo si metta bene in mente, è proprio sugli inetti o i pavidi che più si scatena la violenza.
RIFLESSIONI SENZA TEMPO. Quante volte vi siete sentiti dire di andare a scuola da questi o da quelli sparsi pel Pianeta i quali, a noi italici, figli degenerati di ex padroni del Mondo, tutto hanno da insegnare e nulla da imparare? Nel calcio d’oggi, poi, per ottenere rispetto non ci bastano più manco i nostri pettorali zeppi di medaglie ( tipo generali dell’ Armata Rossa).
Eppure, andando a spulciare almanacchi, non è improbo estrapolare dati illuminanti : 61 Coppe dalle grandi orecchie? Inghilterra ( 11 vittorie+ 6 finali=17 presenze all’ultimo atto), Italia ( 12+13=25), Spagna ( 16+10=26); Coppa Uefa? Inghilterra ( 7 vittorie+6 finali: 13 presenze all’ultimo atto), Italia( 9+6=15), Spagna( 10+5=15); Coppe del Mondo per Nazionali? Italia 4, Inghilterra 1, Spagna 1.
Verrebbe da chiedersi a che servono tante medaglie se, poi, nessuno più le fila? Nel nostro caso, fortunatamente, destino ha voluto che Ceferin, il nuovo presidente Uefa, sia amante degli almanacchi. Onde per cui, prima che la Serie A tornasse con i piedi suoi al terzo posto del ranking Uefa, ( pur aspramente osteggiato) ha ben creduto di riconoscere a tanta gloria calcistica la sua giusta collocazione nel calcio continentale, restituendole ( dal 2018) la quarta squadra Champions ( senza preliminari).
Senz’altro, il presidente sloveno, scorrendo gli occhi su tanta gloria, avrà valutato: ma che Coppe sarebbero, le nostre, senza quelle storie che basterebbero per (ri)scrivere l’Iliade e l’Odissea? Che ci andrebbero a fare in campo Angli, Alemanni, Ispanici o Slavi senza la Signora, il Diavolo, la Beneamata, il Ciuccio, la Lupa , il Toro o la Viola? Coppe del nonno, sarebbero, le loro; o no, mannagia? Anche perchè, a far confronti, ci pensate ad un rugby senza All Blacks o Springboks ? O ad un tennis senza Federer, Djoko,Murray o la Serenona? O ad una Nba senza le big della California o di New York ?
Del resto nello sport, e quindi anche nel calcio, si viaggia a cicli. Questa verità, per chi bazzica atleti, è abbastanza evidente. Scontata. Un po’ a me, un po’ a te, insomma. Il Real, ad esempio, vinse la sesta Coppa dalle grandi orecchie nel 1965/66, ma per arrivare alla settima dovette aspettare fino 1997/98 ( oltre 31 anni); mentre il Barca ebbe l’onore del trionfo nello stesso torneo solo 1991/92. Nonostante tanti digiuni chi ha mai pensato che i due Panda pedatori d’Espagna avessero perso la loro magia, il loro appeal, il loro ruolo? Come invece vanno sparlando sul calcio azzurro tanti sciagurati, a frotte, nel Belpaese e nell’Altrove?
Proprio qualche tempo fa un imberbe fenomeno tedesco che s’è permesso di dire che venire in Serie A ( per lui) sarebbe stato ( non) uno ma due passi indietro. Senz’ombra di offesa non abbiam resistito a consigliargli ( oltre che a leggere almanacchi) anche di andar a bagnare il talento (?) suo laddove più gli aggrada. Anche perchè tra gli amici alemanni, noi, e non solo nel calcio, abbiamo sempre preferito i figli di Goethe che i figliocci dei Lanzi (chenecchi).