Non solo sport. Da America della libertà ad America dei muri. Cambia la F1. Baby calciatori crescono.

LA CRONACA DAL DIVANO. Non ci sono più speranze per i dispersi del disastro nel resort di Rigopiano. Il bilancio finale parla di 29 deceduti e 11 salvati. Eppure, per quel che ci riguarda, per quel che ci hanno fatto vedere gli indomabili soccorritori, al miracolo abbiamo creduto fino all’ultimo secondo.
Sui quei monti continua a piovere sul bagnato, anzi sulla neve, visto che al terremoto e alle valanghe s’è aggiunto anche lo schianto dell’elicottero del 118 precipitato durante una operazione di soccorso. Ci sono momenti in cui è davvero difficile intravvedere qualche barlume di luce al fondo del tunnel. Eppure, quel barlume, arriverà. Quando e come non si sa, ma arriverà. Riportando la vita in quel cuore devastato d’Italia. E con la vita anche il giusto slancio per ridare un futuro a luoghi ( comunque ) meravigliosi. Dai tesori diversi ed inestimabili. Che non dovranno essere abbandonati ma ( solo) recuperati.
IL PAESE DEI CASTELLI. ” Siamo pronti a costruire” avrebbe detto il presidente Trump. Già, ma a costruire cosa? Il muro, ovviamente, non lo sapete, e per chilometri e chilometri lungo la frontiera che separa il Messico dagli Stati Uniti. Un’opera che resterà nella storia a rivaleggiare con i limes romani o la muraglia cinese. Il problema è, ma forse questo Trump non lo sa, che i precedenti non è che abbiano dato gran prova di sè. I barbari, spingi spingi, ce l’hanno fatta prima o poi a scendere fin a Roma per metterla a ferro e fuoco e i Mongoli ( e soci) fin alle capitali ( di turno) dei regnanti cinesi per schiacciarle sotto i loro talloni.
Del precedente più vicino a noi, il muro di Berlino, il presidente Trump avrebbe dovuto conoscere inizio e fine. E invece, anche qui, il solito buco di memoria. Se va avanti così, tra una dimenticanza e l’altra, va a finire che per rendere ancor più inaccessibile la sua America farà costruire una rete collegata di castella o di fortificazioni turrite. Come mai s’è visto. Ma non dicevan fino all’altro ieri che l’America incarnava la libertà del Mondo?
E comunque sia i mercati stanno salutando con gioia le iniziative del presidente Trump. Sulla scia delle sue prime mosse, la borsa di New York ha varcato la ( soglia psicologica) dei 20 mila punti. Ai massimi sono saliti anche l’indice Nasdaq e S&P500. L’exploit, a detta degli analisti, è legato all’ottimismo con cui investitori e imprese guardano alle prospettive dell’economia Usa con il nuovo presidente.
LE FRASI CHE COLPISCONO. ” Era ora di cambiare la F1. D’ora in poi pensiamo alle corse che vogliono i tifosi”. Questa volta la frase va attribuita a Ross Brawn, 62 anni, ingegnere inglese. Noi, fans della ‘rossa’, mister Brawn lo conosciamo, eccome. Dei suoi 17 titoli vinti ( 8 piloti) 11 se li è aggiudicati quand’era alle dipendenze del mito, precisamente dal 1996 al 2006. Grazie a quella storica parabola sportiva, è diventato grande. Ovvero, com’è nel potere della ‘rossa’, universale. Tanto che, oggi, i neo proprietari americani della F1, lo hanno chiamato a pensionare quello intramontabile stortignacolo di Bernie, 86 anni, e un patrimonio di circa 3 miliardi.
Ma che dobbiamo aspettarci da mister Brawn? Un Bernie bis o un nuovo format dell’auto? Sembrerebbe, più probabile, il secondo. Anche se tutto è ancora da studiare e definire. Sul tavolo stanno argomenti spinosi come quei regolamenti al limite della legalità o quei privilegi che avvantaggiando qualcuna renderebbero impari la lotta. Per i regolamenti 2 occorrerà evitare la tentazione di creare artificialmente lo spettacolo”; per i privilegi ” una volta esauriti i contratti in essere, sarà inevitabile negoziati ad hoc per il futuro”. Tutto giusto. Tutto auspicabile.
L’importate sarà però non trovare altri mefistofelici inghippi per ‘ ridimensionare’ la ‘rossa’. Ecclestone lo ha tentato più volte ( vedi power unit ), riuscendoci spesso e volentieri ( scippò perfino Lauda, oggi beato tra i beati del box Mercedes), per dar spago ( ultimamente) alle ‘frecce’ di Stoccarda, le quali senza la sbadataggine di alcune gestioni ferrariste trascorse (molto probabilmente) ora starebbero indietro (come al solito) e e non davanti.
IL FUTURO DEL CALCIO E’ AZZURRO? Quando il ct Ventura convocò Gagliardini qualcuno disapprovò. Comprensibilmente, visto che il ragazzo aveva giocato poco o nulla ad aliti livelli. Eppure, quella, e altre sue discusse convocazioni di giovani talenti nostrani, è stata provvida e lungimirante. Perchè l’Italia dei giovani cresce. E in misura esponenziale. Qualcuno ricorderà che appena qualche anno fa si dava Buffon senza eredi.
Ancor più dappresso si recitava il de profundis per il calcio italiano giudicato ormai incapace di partorire figli degni del suo grande passato. Ma che è accaduto? Che il Gigi nazionale i suoi eredi li ha trovati, eccome ; e che Meazza, Piola, Rivera, Baresi e Maldini possono tornar a dormir sonni tranquilli viste le nidiate che d’ora in ora stanno uscendo dall’ inesauribile incubatore del calcio nazionale.
L’Italia del calcio, si sa, ha in sospeso la Pentastella mondiale. Per (ri) affiancare il Brazil e per (ri)superare la Germania uber alles. E tornare prima inter pares nel gran consesso del calcio mondiale, tanto per (ri)donare il massimo gaudio ai tanti esterofili che da decenni ci stanno spingendo ad ammirare tutti i pedatori del mondo fuorchè i nostri. Per loro, insomma, il giardino più bello e felice continua ad essere quello altrui.
Non perchè sia ( effettivamente) il più bello, ma solo perchè gli consente di non dare giusto premio a chi ( tra noi) lo merita. Meglio maledire che benedire.
E tuttavia, nonostante esterofili e gufi, oltre alla inossidabile BBC, ormai datata, potremo in futuro contare ( ci scusino quelli non menzionati) su Donnaruma, De Sciglio, Florenzi, Rugani, Zappacorta, Romagnoli, Bellotti, Locatelli, Cristante, Immobile. E inoltre su Berardi, Chiesa, Verdi, Lapadula etc etc. Mamma mia, che bello, grazie per tanto ben di Dio!
I PRIMI 10 MISTER UEFA. Quali sono stati gli allenatori più influenti della storia? Secondo l’Uefa, questi: Cloug ( inglese), Cruijff ( olandese), Del Bosque ( spagnolo), Ferguson ( inglese), Herrera ( italo-ispanico), Lattek ( tedesco), Lobanovskyi ( ucraino), Michel ( olandese), Mourinho ( portoghese) e Arrigo Sacchi (italiano).
Nell’elenco, ovviamente opinabile, mancano dei nostri: Pozzo ( due Mondiali, una Olimpiade), Lippi ( degli anni juventini), Capello ( degli anni milanisti) e Ranieri ( il mago di Leicester). Assente anche Pep Guardiola, che col suo (pur non da tutti amato) tiqui taca qualcosa d’innovativo nel calcio del Pianeta deve aver pur fatta.
IL CALCIOMERCATO. Niang ( 22 anni) chiude col Milan a vola a Londra, nel Wadford di Mazzarri. Bryan Cristante, 21 anni, di proprietà del Benfica, torna dove ( fatti i pro e i contro) sta meglio, in Italia, o meglio a Bergamo. Dove arriva in prestito fino a giugno 2018. Anche Pierluigi Gollini, 21 anni, ha ritrovato l’Italia, e punta ad un posto fisso (sempre ) nell’Atalanta. Giaccherini cominciar a doler di pancia in quel di Napoli. Sarri non lo vede manco col binoccolo e lui se ne vuole andare. Giusto. E se tornasse in Romagna?
* LA CLASSIFICA XX GIORNATA. Juventus, punti 45 ( una partita da recuperare); Roma, 44, Napoli 41, Lazio 40, Milan 37, Inter 36, Atalanta 35, Fiorentina 30 ( una partita da recuperare), Torino 29, , Cagliari 26, Udinese 25, Chievo 25, Sampdoria 24, Genoa 23, Bologna 20, Sassuolo 21, Empoli 17, Palermo 10, Crotone 9, Pescara ( una partita da recuperare) 9.
* Da confermare
TURNO XX GIORNATA. ( sabato 14 gennaio) Crotone-Bologna 0-1 ( ore 18), Inter-Chievo 3-1 ( ore 20,45); ( domenica 14) Cagliari-Genoa 4-1 ( ore 12,30), Lazio-Atalanta 2-1 ( ore 15), Napoli-Pescara 3-0, Samp-Empoli 0-0, Sassuolo-Palermo 4-1, Udinese-Roma 0-1, Fiorentina – Juve 2-1 ( ore 20,45); ( lunedì 16) Torino-Milan 2-2 ( ore 20,45).
TURNO XXI GIORNATA. (Sabato 21 gennaio) Chievo-Fiorentina ( ore 18), Milan-Napoli ( ore 20,45); ( domenica 22) Juve-Lazio ( ore 12,30), Bologna-Toro ( ore 15), Empoli-Udinese, Genoa-Crotone, Palermo-Inter, Pescara-Sassuolo, Atalanta- Samp ( ore 18), Roma-Cagliari ( ore 20,45).
COPPA ITALIA. Semifinali: Napoli contro Juventus; Inter o Lazio contro Cesena o Roma.
IL TABELLINO DELLA COPPA ITALIA. Nulla da fare per il Diavolo ( che ha spedito Niang al Wadford) contro quell’inviperita della Signora. Sotto di due reti, ha cercato pure di vender cara la sua pelle ma anche se in dieci non è andato oltre il 2-1 ( Bacca). Praticamente: fuori. In corsa restano Inter o Lazio, Cesena o Roma. Per i futuri incroci ci sarà da godere nell’assistere a Juve-Napoli ( già definito) e le altre ( da definire).
VECCHIA E NUOVA EUROPA. ” Non vogliamo più alcuna appartenenza alla Ue. Nessun legame a metà. Nulla che ci lasci dentro e fuori. Gli elettori hanno espresso il loro giudizio e noi lo rispetteremo fino in fondo”.
Così Theresa May, 60 anni, premier della Gran Bretagna dal 13 luglio 2016. Così l’erede di Elisabetta la Grande e della Thatcher. La May , anticipando le mosse dell’Unione, sta facendo di tutto per trasformare un’ ex isola di pescatori poi divenuto impero in un moderno paradiso fiscale. Tramite il quale conferire a Sua Maestà una nuova dimensione planetaria.
” Ora vogliamo – predica Theresa May - una Gran Gretagna globale, aperta al mondo, per creare un futuro migliore per i nostri figli e i nostri nipoti”. Purtroppo, oggi, non disponiamo più dell’oracolo di Delfi o della Sibilla cumana, peccato, perchè un responso verso tanta febbrile aspettazione, avrebbe fatto comodo. Intanto perchè la Gran Bretagna la sua recita planetaria l’ha già fatta e consumata da tempo. Poi perchè trasformarsi un un ‘paradiso fiscale‘ ( tra l’altro) cedendo tutto a destra e a manca ( vedi squadre di calcio), sembra un futuro più da isole Vergini o Cayman che da nuovi eredi di un impero, che non c’è più.
L’Europa boccia i conti italiani. Bruxelles ( o meglio, Germania e accoliti) chiedono rapide correzioni ( 3,4 mld) al deficit, ritenuto eccessivo. Pronte le sanzioni. E qui ci risiamo con i compiti a casa. Ma anche con il solito dialogo tra sordi, con quelli d’Oltralpe sempre pronti a dare indirizzi e spremere giudizi e gli altri, ( soprattutto) quelli sotto l’Alpe, dediti solo ad eseguirli. Basta. Basta. Basta.
A parte che così facendo gli ottusi lanzi alemanni ( e accoliti) non fan altro che portare palate di consensi a chi con loro non vuol più a che fare ( tipo Brexit), spezzando l’Europa, non è più sopportabile che quelli prima pensino a loro e poi agli altri. I generosi luterani, che avrebbero dovuto ‘mondare ’ e ’ salvare’ il pianeta dalla corrotta e retrograda cattolicità.
TORNANO I BIG DELLA MOTO. Il Vale ( col giovane Vinales, tre lustri di differenza) s’è presentato; così anche Lorenzo e il Dovi, entrambi rossi fiammanti, tute e moto comprese. Questi ultimi due giurano vendetta ai mostri giapponesi, e non sarebbe male che a Borgo Panigale ( quest’anno) tornino a ripristinare l’uso del suonar campane a martello tanto e quanto a Maranello.
RIFLESSIONI SENZA TEMPO. Quante volte vi siete sentiti dire di andare a scuola da questi o da quelli sparsi pel Pianeta i quali, a noi italici, figli degenerati di ex padroni del Mondo, tutto hanno da insegnare e nulla da imparare? Nel calcio d’oggi, poi, per ottenere rispetto non ci bastano più manco i nostri pettorali zeppi di medaglie ( tipo generali dell’ Armata Rossa).
Eppure, andando a spulciare almanacchi, non è improbo estrapolare dati illuminanti : 61 Coppe dalle grandi orecchie? Inghilterra ( 11 vittorie+ 6 finali=17 presenze all’ultimo atto), Italia ( 12+13=25), Spagna ( 16+10=26); Coppa Uefa? Inghilterra ( 7 vittorie+6 finali: 13 presenze all’ultimo atto), Italia( 9+6=15), Spagna( 10+5=15); Coppe del Mondo per Nazionali? Italia 4, Inghilterra 1, Spagna 1.
Verrebbe da chiedersi a che servono tante medaglie se, poi, nessuno più le fila? Nel nostro caso, fortunatamente, destino ha voluto che Ceferin, il nuovo presidente Uefa, sia amante degli almanacchi. Onde per cui, prima che la Serie A tornasse con i piedi suoi al terzo posto del ranking Uefa, ( pur aspramente osteggiato) ha ben creduto di riconoscere a tanta gloria calcistica la sua giusta collocazione nel calcio continentale, restituendole ( dal 2018) la quarta squadra Champions ( senza preliminari).
Senz’altro, il presidente sloveno, scorrendo gli occhi su tanta gloria, avrà valutato: ma che Coppe sarebbero, le nostre, senza quelle storie che basterebbero per (ri)scrivere l’Iliade e l’Odissea? Che ci andrebbero a fare in campo Angli, Alemanni, Ispanici o Slavi senza la Signora, il Diavolo, la Beneamata, il Ciuccio, la Lupa , il Toro o la Viola? Coppe del nonno, sarebbero, le loro; o no, mannagia? Anche perchè, a far confronti, ci pensate ad un rugby senza All Blacks o Springboks ? O ad un tennis senza Federer, Djoko,Murray o la Serenona? O ad una Nba senza le big della California o di New York ?
Del resto nello sport, e quindi anche nel calcio, si viaggia a cicli. Questa verità, per chi bazzica atleti, è abbastanza evidente. Scontata. Un po’ a me, un po’ a te, insomma. Il Real, ad esempio, vinse la sesta Coppa dalle grandi orecchie nel 1965/66, ma per arrivare alla settima dovette aspettare fino 1997/98 ( oltre 31 anni); mentre il Barca ebbe l’onore del trionfo nello stesso torneo solo 1991/92. Nonostante tanti digiuni chi ha mai pensato che i due Panda pedatori d’Espagna avessero perso la loro magia, il loro appeal, il loro ruolo? Come invece vanno sparlando sul calcio azzurro tanti sciagurati, a frotte, nel Belpaese e nell’Altrove?
Proprio qualche tempo fa un imberbe fenomeno tedesco s’è permesso di dire che venire in Serie A sarebbe stato ( non) uno ma due passi indietro. Senz’ombra di offesa non abbiam resistito a consigliargli ( oltre che a leggere almanacchi) di andar a bagnare il talento (?) suo laddove più gli aggrada. Anche perchè tra gli amici alemanni, noi, e non solo nel calcio, abbiamo sempre preferito i figli di Goethe che i figliocci dei Lanzi (chenecchi).
ALTRI SPORT. Ora sono l’orgoglio d’Italia sulla neve. Tra l’altro portano cognomi italianissimi, tali da non essere confusi con qualcuna d’Oltralpe. La prima è Federica Brignone, 26 anni, figlia di Maria Rosa Quario, slalomista; la seconda è Marta Bassino, 20 anni, anche lei slalomista. A Plan de Corones sono arrivate prima e terza. Per donar altre gioie allo sci alpino di colore azzurro.
Carolina Kostner, 29 anni, da tre fuori gara, è tornata in pista agli Europei di Ostrava. Al momento nel pattinaggio di figura è terza, dietro al fenomeno Medvedeva, 16 anni, russa. Tamberi dovrà operarsi, a Forlì, con l’obiettivo però dei Mondiali. Speriamo che la sfiga abbia esaurito i suoi riti malevoli. Marco è uno di quei giovani italiani su cui contiamo molto. Giovani che stiamo vedendo salire un po’ dappertutto nello sport italiano: nuoto, atletica, pallavolo, ciclismo, calcio e altri ancora. A dimostrazione che l’Araba Fenice proprio lungo il Belpaese deve aver messo il suo nido.