Non solo sport.Signora Sindaca: famo o no sto stadio? Intanto il Napoli prepara la ‘sorpresa’ al Real.

Non solo sport.Signora Sindaca: famo o no sto stadio? Intanto il Napoli prepara la ‘sorpresa’ al Real.
Non solo sport.Signora Sindaca: famo o no sto stadio? Intanto il Napoli prepara la 'sorpresa' al Real.

LA CRONACA DAL DIVANO. Finalmente, c’è qualcuno che grida ai nuovi stadi ( o impianti) per  il nostro calcio ( o il nostro sport). Lo ha fatto Luciano Spalletti, mister della Roma, con una simpatica e opportuna improvvisata, ai microfoni di Sky. Ci voleva. Che soddisfazione!  Anche se i menagrami sono subito saltati fuori del macchione per elargire le verità loro.
A cominciare da quell’assessore della giunta Raggi che parla del progetto Roma come di una fine del mondo. Evidentemente l’assessore, suggestionato da qualche lettura, pensa che a Roma e dintorni tutto sia marcio, che tutto vada estirpato dalla radice, che tutto vada negato. Infatti, invece di delirare da un microfono all’altro, avrebbe fatto meglio a seguir la sua sindaca che, almeno questa volta, ha colto nel segno.
Come? Intanto, invitando Totti a discutere su Roma e sul progetto di uno stadio all’altezza per una capitale come Roma. Forse, il nostro eroe, ormai tra gli dei del pantheon di Agrippa, avrebbe indicato col suo naturale buonsenso popolano la ritta strada da seguire. Certo è che, assessore o no, corruzione o no, grillini o no, Roma non può continuare ad essere presa a calci nel sedere.  Dello stadio necessita e quello stadio va ( comunque) fatto. Del suo restare in coda a respirare la la polvere degli altri che corrono più avanti ne  ha piene le tasche.  Qui, a cominciare da Roma, bisogna rizzare la schiena e guardare oltre, altro che piangersi addosso!

Al momento, in Italia, di proposte per nuovi stadi ( o impianti)  ce ne sono diverse. La più eclatante è quella della Roma, come sopra si diceva,  focalizzata sull’area dismessa ( e contestata) di Tordivalle, altrimenti adibita al solito degrado urbano. Sul progetto presentato dalla Lupa italo-americana  il Comune nicchia. L’assessore si dimette.  Con  buona pace di noi tutti ( o quasi). Nulla è certo.  Promesse e speranze continuano a volar via, leggere, per l’aere,  a  seconda di dove spira il Ponentino. Speriamo  solo che il Ponentino di plachi e che, finalmente, anche sui Sette colli si torni a respirare la voglia di  (ri)competere col Mondo.

Nota a margine. Tanto per dire a che livelli siamo. Durante un dei soliti assolo in tivù, un tizio di cui non interessa il nome ma solo il verbo espresso, s’è permesso di dire quanto segue: ” Far fare lo stadio a Roma? Non se ne parla. Tra l’altro i proponitori si sono accaniti su una zona dove non va di certo bene. Eppoi a che serve un nuovo stadio?  Non ci sono già l’Olimpico, anzi,  il Flaminio? “. Per lui,  quello del verbo, beato tra i beati, che può elargire la sua sapienza grazie ad una libertà mal concessa, la risposta della Capitale  all’Allianz Arena o al nuevo Bernabeu dovrà essere  il Flaminio.
Capito, signora Raggi, signor di Maio, caro Luciano, per la Roma del futuro basterà  il vetusto Flaminio? Colà sta infatti  il futuro della Lupa. Ma non sarebbe meglio tornare agli esami di scuola di qualche decennio fa dove ( per stornare chi capiva e chi no )  agli esami di maturità su due corsi, di circa 25 alunni ciascuno, solo tre risultavano i promossi mentre gli altri erano spediti o al ripasso o alla ripetizione dell’anno? Mica per discriminare, figuriamoci, restiamo pure in democrazia, ma solo per tornare a dare la parola a chi il pensiero soppesa e coltiva?

Turno ottavi di  Champions. ( martedì) PSG-Barca 4-0, Benfica-Borussia D. 1-0; ( mercoledì) Real-Napoli, Bayern-Arsenal; ( martedì 21), B.Leverlusen-Atletico M, City-Monaco; ( mercoledì 22) Porto-Juve, Siviglia-Leicester.

LE FRASI CHE COLPISCONO. No, questa volta la frase che più colpisce non è questa del buon Moratti: ‘ Nel mercato estivo mister  Suning potrebbe stupire. Magari portando sotto la Madonnina un top player di valore mondiale. Messi? Volendo, il tycoon cinese, può questo ed altro’, ma quell’altra del del solito Raiola, che di buono ha poco davvero, almeno per noi amanti del calcio. ‘ Critiche a Gigio? C’è qualcuno che può permettersi di criticarlo? Prediamo atto, se poi vogliono che vada via ce lo dicano. Quanto vale? Per me un Modigliani. E comunque aspettiamo di conoscere la nuova proprietà’.

Rumori di tempesta. Conoscendo di quanto è capace il ( tanto celebrato) ex pizzaiolo ora miliardario, c’è da tremare. Da non prender sonno la notte.  Al punto che non sono pochi quelli che cominciano a pensare ad un piazzamento già fatto. Dove non si sa ( ancora); di certo laddove non badano alla pila dei soldi visto che possono stampigliarseli in casa. Il Raiola ha appena piazzato un colpo da 90, senz’altro già sta pensando di piazzarne uno da 100.
Che non è impensabile a trovarsi nella sua scuderia ricca di puledri di grande talento ed avvenire. Probabilmente, per strappare bellamente  il Gigio al Milan,  gli farebbe comodo un pretesto. E così se qualche pollo deborda sui social, tanto trascorre le lunghe e noiose  giornate da navigante in mari virtuali, ecco, lui, pronto, anzi prontissimo, a cogliere qualche click al volo per cominciare a tessere manovre di fuga. Da Milano. Dal Milan. Dal Diavolo, un tempo (primo) spauracchio e maestro  pedatorio al  mondo ed ora ( nell’attesa, sempre più vaga,  dei danari d’Oriente)  tra i poveri che ( purtroppo) pullulano nella grande metropoli lombarda.

I PRIMI 10 MISTER UEFA. Quali sono stati gli allenatori più influenti della storia? Secondo l’Uefa, questi: Cloug ( inglese), Cruijff ( olandese), Del Bosque ( spagnolo), Ferguson ( inglese), Herrera ( italo-ispanico), Lattek ( tedesco), Lobanovskyi ( ucraino), Michel ( olandese), Mourinho ( portoghese) e Arrigo Sacchi (italiano).
Nell’elenco, ovviamente opinabile, mancano dei nostri: Pozzo ( due Mondiali, una Olimpiade), Lippi ( degli anni juventini), Capello ( degli anni milanisti) e Ranieri ( il mago di Leicester). Assente anche Pep Guardiola, che col suo (pur  non da tutti amato) tiqui taca qualcosa d’innovativo nel calcio del Pianeta  deve aver pur fatta.

 IL CALCIOMERCATOBauza, ct dell’Albiceleste, era in tribuna a San Siro per Icardi. Voleva avvisarlo che lo sta seguendo, anche se Higuain e Pratto gli stanno davanti. Tra i rinnovi in casa Inter c’è quello di Pinamonti, attaccante classe 1999, in bella vista anche all’estero. Nessun problema per il rinnovo di Medel, infortunato. Paredes è rimasto in giallo rosso, con magno gaudio di Spalletti. Pioli e Sousa, nel frattempo, hanno fatto di necessità virtù, riempiendo i loro box di giovani puledri pronti a stupire.
Addio spese folli, elogia la ’rosea’. Nella Juve c’è il dubbio Hernanes, che piace al San Paolo. Mentre per Tolisso si aspetterà il mercato estivo. Giac, infine, è rimasto a Napoli. Gabbia, invece, se n’è andato al Southampton.

* LA CLASSIFICA XXIV  GIORNATA. Juventus, punti  60; Roma, 53, Napoli 51, Inter 45, Atalanta e Lazio 44, Milan 37,  Fiorentina 40 …  Empoli 22, Palermo 14, Crotone 13, Pescara  9.

* Da confermare e completare.

TURNO XXII GIORNATA. (Sabato 28 gennaio) Lazio- Chievo  o-1 ( ore 18), Inter-Pescara 3-0  ( ore 20,45); ( domenica 29) Toro-Atalanta 1-1 ( ore 12,30), Cagliari-Bologna ( ore 15), Crotone-Empoli 4-1, Fiorentina-Genoa 3-3, Samp-Roma 3-2, Sassuolo-Juve 0-2, Udinese-Milan 2-1 , Napoli-Palermo ( ore 20,45).
TURNO XXIII GIORNATA.( sabato 4 febbraio, ore 20,45) Bologna-Napoli; ( domenica 5, ore 12,30) Milan-Samp, ( ore 15) Atalanta-Cagliari, Chievo-Udinese, Empoli-Torino, Genoa-Sassuolo, Pescara-Lazio, Palermo-Crotone, ( ore 20,45) Juventus-Inter; ( lunedì 7 febbraio) Roma-Fiorentina ( ore 20,45)

COPPA ITALIA. Semifinali: Napoli- Juventus; Lazio – Roma.

IL TABELLINO DELLA COPPA ITALIA.  Doveva vincere a mani basse e invece ( pur con qualche recriminazione) ha perso. Chi è costei? L’Inter(nazionale), ovviamente, che alla decima di fila se l’è fatta addosso e non ha compiuto l’impresa, fermando la sua corsa in Coppa Italia ai quarti. Totti, finora solo quattro volte titolare, è entrato a dir la sua in Coppa.

VECCHIA E NUOVA EUROPA. ” Non vogliamo più alcuna appartenenza alla Ue. Nessun legame a metà. Nulla che ci lasci dentro e fuori. Gli elettori hanno espresso il loro giudizio e noi lo rispetteremo fino in fondo”.
Così Theresa May, 60 anni, premier della Gran Bretagna dal 13 luglio 2016. Così l’erede di Elisabetta la Grande e della Thatcher. La May , anticipando le mosse dell’Unione, sta facendo di tutto per trasformare un’ ex isola di pescatori poi divenuto impero  in un moderno paradiso fiscale.  Tramite il quale conferire a Sua Maestà una nuova dimensione planetaria.
” Ora vogliamo – predica Theresa May - una Gran Gretagna globale, aperta al mondo, per creare un futuro migliore per i nostri figli e i nostri nipoti”. Purtroppo, oggi, non  disponiamo più dell’oracolo di Delfi o della Sibilla cumana, peccato, perchè un responso verso tanta febbrile aspettazione, avrebbe fatto comodo. Intanto perchè la Gran Bretagna la sua recita planetaria l’ha già fatta e consumata da tempo. Poi perchè trasformarsi un un ‘paradiso fiscale‘ ( tra l’altro) cedendo tutto  a destra e a manca ( vedi squadre di calcio), sembra  un futuro più da isole Vergini o Cayman che da nuovi eredi   di un impero, che non c’è più.

L’Europa boccia i conti italiani. Bruxelles ( o meglio, Germania e accoliti) chiedono rapide correzioni ( 3,4 mld) al deficit, ritenuto eccessivo. Pronte le sanzioni. E qui ci risiamo con i compiti a casa. Ma anche con il solito dialogo tra sordi, con quelli d’Oltralpe sempre pronti a dare indirizzi e spremere giudizi e gli altri, ( soprattutto) quelli sotto l’Alpe, dediti solo ad eseguirli. Basta. Basta. Basta.
A parte che così facendo gli ottusi lanzi alemanni ( e accoliti) non fan altro che portare palate di consensi a chi con loro non vuol più a che fare ( tipo Brexit), spezzando l’Europa, non è più sopportabile che quelli prima pensino a loro e poi agli altri. I generosi luterani, che avrebbero dovuto ‘mondare ’ e  ’ salvare’  il pianeta dalla corrotta  e retrograda cattolicità.

TORNANO I BIG DELLA MOTO. Prove di mondiale a Sepang. Il Vale ( col giovane Vinales, tre lustri di differenza) s’è presentato; così anche Lorenzo e il Dovi, entrambi rossi fiammanti, tute e moto comprese. Questi ultimi due giurano vendetta ai mostri giapponesi, e non sarebbe male che a Borgo Panigale ( quest’anno) tornino a ripristinare l’uso del suonar campane a martello tanto e quanto a Maranello. Intanto, per i tempi, si annuncia una Suzuki sorpresa e una Ducati da brividi. Yamaha e Honda, al momento, stanno solo a guardare.

RIFLESSIONI SENZA TEMPO. Quante volte vi siete sentiti dire di andare a scuola da questi o da quelli sparsi pel Pianeta i quali,  a noi italici, figli degenerati di ex padroni del Mondo, tutto hanno da insegnare e nulla da imparare? Nel calcio d’oggi, poi, per ottenere rispetto non ci bastano più manco i  nostri pettorali zeppi di medaglie   ( tipo  generali dell’ Armata Rossa).
Eppure, andando a spulciare almanacchi, non è improbo estrapolare  dati illuminanti : 61 Coppe dalle grandi orecchie?  Inghilterra ( 11 vittorie+ 6 finali=17 presenze all’ultimo atto), Italia ( 12+13=25), Spagna ( 16+10=26); Coppa Uefa? Inghilterra ( 7 vittorie+6 finali: 13 presenze all’ultimo atto), Italia( 9+6=15), Spagna( 10+5=15); Coppe del Mondo  per Nazionali? Italia 4, Inghilterra 1, Spagna 1.

Verrebbe da chiedersi a  che servono tante  medaglie se, poi, nessuno più le fila? Nel nostro caso, fortunatamente, destino ha voluto che Ceferin, il nuovo presidente Uefa, sia amante degli almanacchi. Onde per cui, prima che la Serie A tornasse con i piedi suoi al terzo posto del ranking Uefa,  ( pur aspramente osteggiato) ha ben creduto di riconoscere a tanta gloria calcistica  la sua giusta collocazione nel calcio continentale, restituendole ( dal 2018) la quarta squadra Champions ( senza preliminari).
Senz’altro, il presidente sloveno, scorrendo gli occhi su tanta gloria, avrà valutato: ma che  Coppe sarebbero, le nostre, senza quelle storie che basterebbero per (ri)scrivere l’Iliade e l’Odissea?  Che ci andrebbero a fare in campo Angli, Alemanni, Ispanici o Slavi  senza la Signora, il Diavolo, la Beneamata, il Ciuccio, la Lupa , il Toro o la Viola?  Coppe del nonno, sarebbero, le loro;  o no, mannagia? Anche perchè, a far confronti,  ci pensate ad un  rugby senza All Blacks o Springboks ?  O ad un  tennis  senza   Federer, Djoko,Murray o la Serenona?  O  ad una Nba senza le big della  California o di  New York ?

Del resto nello sport, e quindi anche nel calcio, si viaggia a cicli. Questa verità, per chi bazzica atleti, è abbastanza evidente. Scontata.  Un po’ a me, un po’ a te, insomma. Il Real, ad esempio, vinse la sesta Coppa dalle grandi orecchie nel 1965/66, ma per arrivare alla settima dovette aspettare fino 1997/98 ( oltre 31 anni); mentre il Barca ebbe l’onore del trionfo nello stesso torneo solo 1991/92. Nonostante tanti digiuni chi ha mai pensato che i due Panda pedatori  d’Espagna avessero perso la loro magia, il loro appeal, il loro ruolo? Come invece vanno sparlando  sul calcio azzurro tanti  sciagurati,  a frotte,  nel Belpaese  e  nell’Altrove?
Proprio qualche tempo fa un imberbe fenomeno tedesco  s’è permesso di dire che venire in Serie A sarebbe stato ( non) uno ma due passi indietro. Senz’ombra di offesa non abbiam resistito a  consigliargli ( oltre che a  leggere almanacchi)  di andar   a bagnare il talento (?)  suo  laddove più gli aggrada. Anche perchè tra gli amici  alemanni, noi,  e non solo  nel calcio, abbiamo sempre preferito  i figli di Goethe che i figliocci dei Lanzi (chenecchi).

PILLOLE DI  SPORT( E NON SOLO) . la Roma va verso il suo nuovo stadio? Vedremo. Intanto Abodi ha deciso di sfidare Tavecchio per la Figc. Nel ranking Uefa: Spagna, 98 punti; Germania 76; Inghilterra 72, 391; Italia 69,998. Solo qualche punticino dalla celebrata Premier e dire che leggendo e mirando, qua e là, sui media, contributi vari ( come quello di Alessandra Bocci ne ‘ Il commento’ sulla ‘rosea‘, martedì14, pag.21), sembrerebbe la faccia occulta della Luna. Tutti la vogliono, tutti ci vanno. E niente affatto per vil danaro. Quello fa ribrezzo. Soprattutto ai nostri tecnici, e dunque anche al tosco Allegri che però quanto prima salirà nelle isole per cospargere di sapienza mediterranea.

Pinna da squalo e muso affilato per la ‘rossa’ 2017. I tempi sarebbero buoni, ma non tali da spaventare Red Bull e Mercedes. Intanto Rosberg spinge Vettel a tornare Oltralpe, come fece Federico II dopo la battaglia di Legnano. Non ne va dritta una ai ragazzi delle nevi. Ai mondiali di sci alpino, solo qualche lampo in un mare oscuro di rimpianti. Il presidente del Perugia volley difente Ivan Zaytsev dalle malelingue. ” Lasciatelo in pace, sono anni che non sta fermo…”.

 

 

 

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