Non solo sport. La Signora verso il Porto. I 50 anni del ‘divin codino’. No, questo stadio non lo famo!

LA CRONACA DAL DIVANO. Sono 50 gli anni di Baggio. Tutti gli hanno fatto festa, anche quelli che a tempo debito lo facevano soffrire. Al ‘divin codino‘ andò uno dei pochi palloni d’oro concessi dalla sciovinista Equipe ad un calciatore italiano. Eppure quel prestigioso premio non lo rese immune da invidie e cattiverie. Ci portò ad una finale mondiale e se non si fosse infortunato forse la pentastella stava appuntata ora su petti azzurri e non verdeoro.
Eppure, nonostante questo ed altro, lo costrinsero a cambiare spesso maglia. Ramingo, come il sommo poeta. La sua mole, più ancora di quella antonelliana o della Madunina, faceva ombra. Un’ombra insopportabile per chi voleva farsi merito della luce non sua ma altrui. E comunque, il tempo come si sa, è galantuomo, e quello che non gli tributarono allora hanno dovuto tributarglielo oggi. Spassionatamente. All’inimitabile ‘divin codino‘.
Il punto sul Campionato. La Juve macina, la Roma non molla e anche il Napoli si da da fare. Alla fine toccherà ( probabilmente) ancora una volta alla Nostra Signora appuntarsi al petto il solito fiammante scudetto, e tuttavia dovrà sudarselo. Perchè le basterebbe un picciol calo per sentirsi il fiato altrui sul collo. Tutto questo nell’attesa di vedere rispuntare all’orizzonte le milanesi. L’una già in buone mani; l’altra nell’attesa del sospirato closing.
Questa settimana è segnata dalla sfida Champions della Signora al Porto. Non sarà facile, ma se passa in Portogallo potrà ben alzare lo sguardo verso la nona ( o decima) finale.
FAMO O NO STO STADIO? No, lo stadio a Roma non si fa, resta una suggestiva chimera. In quel luogo urbano un tempo caput mundi, oggi, tra sapientini, corrotti, incapaci e apprendisti amministratori locali e nazionali, non s’ha voglia di far più nulla. Nulla di nulla. Abulia istituzionalizzata. E’ saltato il Giro del Centenario, è saltata un’altra ( irripetibile) occasione olimpica, sta per saltare la Ryder Cup. E chi lacrima? Nessuno.
E poco importa dei miliardi che si riverserebbero ( ad ogni appuntamento) sulle vuote casse romane. Con tanto di posti di lavoro in più visto che lo sport, al giorno d’oggi, non è più la simpatica raccolta di figurine Panini del tempo dei nonni, ma una vera e propria colossale industria in grado di garantire progresso e futuro a tanti. Giovani in primis.
Ma che fanno ( oggi ) quei (sciagurati) padri e madri di quella città un tempo luce del Mondo? Si negano. O meglio, negano ad altri di fare qualcosa che potrebbe recare meriti a chi vuole ( anche) al bene di tutti. E pensare, che sarebbero bastati quegli impianti per Olimpia o un nuovo, moderno, stadio per ridare (incalcolabile) slancio allo sport ( non solo) della Città Eterna. No, lo stadio non si fa.
Ragazzi, non illudetevi manco! Mettetevi il cuore in pace. E sarà tempo perso quello della Roma di affidarsi ( eventualmente) alle vie legali. A Roma con le vie legali ci fanno spaghetti alla Amatriciana. Anche perchè a mettere difficoltà ci godono da matti, per anni, se non per secoli. Eppoi, s’offendono se qualcuno pensando all’Urbe vede una città cadavere, checchè nei dicano i vari partiti ( e partitini) e i tanti intellettuali ( e intellettualoidi) reclutati alla bisogna per il ‘ dolce non far niente‘. Tutti ( o quasi) felici e contenti? Benissimo, avanti (allora) per questa strada. Che di ruderi, l’Urbe, nei secoli bui, ne ha ammirati tanti.
Nota a margine. Tanto per dire a che livelli siamo. Durante un dei soliti assolo in tivù, un tizio di cui non interessa il nome ma solo il verbo espresso, s’è permesso di dire quanto segue: ” Far fare lo stadio a Roma? Non se ne parla. Tra l’altro i proponitori si sono accaniti su una zona dove non va di certo bene. Eppoi a che serve un nuovo stadio? Non ci sono già l’Olimpico, anzi, il Flaminio? “. Per lui, quello del verbo, beato tra i beati, che può elargire la sua sapienza grazie ad una libertà mal concessa, la risposta della Capitale all’Allianz Arena o al nuevo Bernabeu dovrà essere il Flaminio.
Capito, signora Raggi, signor di Maio, caro Luciano, per la Roma del futuro basterà il vetusto Flaminio? Colà s’annidi la Lupa. A questo punto non sarebbe meglio tornare agli esami di scuola di qualche decennio fa dove ( per stornare chi capiva e chi no ) agli esami di maturità su due corsi, di circa 25 alunni ciascuno, solo tre risultavano i promossi mentre gli altri erano spediti o al ripasso o alla ripetizione dell’anno? Mica per discriminare, figuriamoci, restiamo pure in democrazia, se lo desideriamo, ma solo per tornare a dare la parola a chi la parola soppesa e coltiva.
Turno ottavi di Champions. ( martedì) PSG-Barca 4-0, Benfica-Borussia D. 1-0; ( mercoledì) Real-Napoli 3-1, Bayern-Arsenal 5-1; ( martedì 21), B.Leverlusen-Atletico M, City-Monaco; ( mercoledì 22) Porto-Juve, Siviglia-Leicester.
LE FRASI CHE COLPISCONO. Questa volta la vetrinetta delle frasi che colpiscono spetta a Fabio Capello. Notoriamente, ormai dirottato sulle isole d’Albione, dopo essere stato folgorato come san Paolo sulla via di Damasco da quell’ambiente e da quel calcio. Il don Fabio ebbe a dire non molti giorni fa dal pulpito di Sky quanto segue. ” Io starei attento al Barca. Anche perchè mi pare che mister Henrique abbia mollato la Liga per la Coppa. Direi che il Barca con Real e Bayern sarà una possibile pretendente Champions”.
Detto fatto. Soprattutto dopo il risultato del Barca a Parigi, contro il Psg di Cavani: quattro reti nel sacco contro nessuna. E un Messi in prepensionamento. A questo punto come Luis Henriquez possa ribaltare il risultato nel sia pur terribile Camp Nou non è dato da immaginare. Aspettiamo lo sviluppo degli eventi, come il cinese sul greto del fiume. Anche perchè restiamo curiosi di apprendere sul come abbia preso l’inattesa novella il nostro don Fabio.
I PRIMI 10 MISTER UEFA. Quali sono stati gli allenatori più influenti della storia? Secondo l’Uefa, questi: Cloug ( inglese), Cruijff ( olandese), Del Bosque ( spagnolo), Ferguson ( inglese), Herrera ( italo-ispanico), Lattek ( tedesco), Lobanovskyi ( ucraino), Michel ( olandese), Mourinho ( portoghese) e Arrigo Sacchi (italiano).
Nell’elenco, ovviamente opinabile, mancano dei nostri: Pozzo ( due Mondiali, una Olimpiade), Lippi ( degli anni juventini), Capello ( degli anni milanisti) e Ranieri ( il mago di Leicester). Assente anche Pep Guardiola, che col suo (pur non da tutti amato) tiqui taca qualcosa d’innovativo nel calcio del Pianeta deve aver pur fatta.
IL CALCIOMERCATO. Chiuso, per fortuna. Non se ne poteva più.
IL TABELLINO DELLA COPPA ITALIA. Doveva vincere a mani basse e invece ( pur con qualche recriminazione) ha perso. Chi è costei? L’Inter(nazionale), ovviamente, che alla decima di fila se l’è fatta addosso e non ha compiuto l’impresa, fermando la sua corsa in Coppa Italia ai quarti. Totti, finora solo quattro volte titolare, è entrato a dir la sua in Coppa.
SERIE A XXV GIORNATA. ( venerdì 17 febbraio) Juve-Palermo 4-1; ( sabato 18) Atalanta -Crotone 1-0, Empoli-Lazio 1-2; ( domenica 19) Bologna-Inter o-1, Chievo-Napoli 1-4, Pescara-Genoa 5-0, Samp-Cagliari, Udinese-Sassuolo 1-2, Roma-Torino 4-0, Milan-Fiorentina 2-1.
CLASSIFICA ( da completare). Juve punti 63, Roma 56, Napoli 54, Atalanta 48, Inter 48, Lazio 47, Milan 44… ( in fondo) Empoli 22, Palermo 14, Crotone 13, Pescara 12.
VECCHIA E NUOVA EUROPA. ” Non vogliamo più alcuna appartenenza alla Ue. Nessun legame a metà. Nulla che ci lasci dentro e fuori. Gli elettori hanno espresso il loro giudizio e noi lo rispetteremo fino in fondo”.
Così Theresa May, 60 anni, premier della Gran Bretagna dal 13 luglio 2016. Così l’erede di Elisabetta la Grande e della Thatcher. La May , anticipando le mosse dell’Unione, sta facendo di tutto per trasformare un’ ex isola di pescatori poi divenuto impero in un moderno paradiso fiscale. Tramite il quale conferire a Sua Maestà una nuova dimensione planetaria.
” Ora vogliamo – predica Theresa May - una Gran Gretagna globale, aperta al mondo, per creare un futuro migliore per i nostri figli e i nostri nipoti”. Purtroppo, oggi, non disponiamo più dell’oracolo di Delfi o della Sibilla cumana, peccato, perchè un responso verso tanta febbrile aspettazione, avrebbe fatto comodo. Intanto perchè la Gran Bretagna la sua recita planetaria l’ha già fatta e consumata da tempo. Poi perchè trasformarsi un un ‘paradiso fiscale‘ ( tra l’altro) cedendo tutto a destra e a manca ( vedi squadre di calcio), sembra un futuro più da isole Vergini o Cayman che da nuovi eredi di un impero, che non c’è più.
L’Europa boccia i conti italiani. Bruxelles ( o meglio, Germania e accoliti) chiedono rapide correzioni ( 3,4 mld) al deficit, ritenuto eccessivo. Pronte le sanzioni. E qui ci risiamo con i compiti a casa. Ma anche con il solito dialogo tra sordi, con quelli d’Oltralpe sempre pronti a dare indirizzi e spremere giudizi e gli altri, ( soprattutto) quelli sotto l’Alpe, dediti solo ad eseguirli. Basta. Basta. Basta.
A parte che così facendo gli ottusi lanzi alemanni ( e accoliti) non fan altro che portare palate di consensi a chi con loro non vuol più a che fare ( tipo Brexit), spezzando l’Europa, non è più sopportabile che quelli prima pensino a loro e poi agli altri. I generosi luterani, che avrebbero dovuto ‘mondare ’ e ’ salvare’ il pianeta dalla corrotta e retrograda cattolicità.
TORNANO I BIG DELLA MOTO. Prove di mondiale nell’altro emisfero. Il Vale ( con la spada di Damocle del sempre più veloce e costante giovane Vinales, tre lustri di differenza) continua provare con qualche acuto e qualche lamento; così anche il Lorenzo e il Dovi, entrambi rossi fiammanti, tute e moto comprese. Questi ultimi due giurano vendetta contro i mostri giapponesi, e non sarebbe male che a Borgo Panigale ( quest’anno) si tornasse a ripristinare l’uso l’uso delle campane a martello tanto e quanto a Maranello. Intanto, per i tempi di gara, si annunciano anche una Suzuki a competitiva a sorpresa e una Ducati da brividi. Yamaha e Honda, al momento, se la ridono. Si fa per dire.
RIFLESSIONI SENZA TEMPO. Il sogno di Moratti. ” Inter, non lasciarti scappare Gabriel Jesus“. Ancora una volta, dall’ex presidente ( tifoso) Moratti, giunge un lampo di vita che illumina il futuro della Beneamata. Finita forse, così almeno si spera, in buone mani. Di questi tempi dovrebbe anche scadere il tempo per il closing del Milan. Dovrebbe, perchè non tutto quel che aleggia rassicura. Che strano questo pallone: la Beneamata, nata un decennio dopo da una costola del Milan, si avvia a ritornare nelle alte gerarchie del calcio mentre il Diavolo, carico di onori, ma ormai povero e sconsolato, non sa ancora qual destino lo attenda. San Siro, lo stadio più titolato al mondo, attende.
PILLOLE ( NON SOLO) DI SPORT . Il Millwall ( 3a serie) abbatte in FA Cup il Leicester di Ranieri, ancor fresco dell’impresa del secolo. In Serie B Frosinone e Benevento sorpassano il Verona. Aru si allena per Sanremo e Giro del Centenario in Oman. Bernie e Ron passano la mano in F1. Molti hanno elogiato il vecchio manager inglese, noi, invece, poco o nulla. Anche perchè al contrario di Bernie non siamo come lui al servizio del dio Danaro. Intanto per occupare il posto di Bernie e degli altri grandi vecchi arrivano a frotte: Carey, Brawn e pure Agag. Nulla da fare per i nostri ai Mondiali di sci alpino.
L’unica soddisfazione ( si fa per dire) è rimasto il bronzo della Goggia. All’Olimpia Milano va anche la Coppa Italia. Peccato che in Europa conti poco più del due di briscola. Jacobs, Randazzo e Howe: è il lungo delle meraviglie ( tutti oltre gli otto metri) . C’è solo una squadra italiana che non s’arresta: è la Pro Recco, pallanuoto, che nella sesta di Champions ha sverniciato i serbi del Partizan ( 12-7).