Non solo sport. Raggi: evviva, famo lo stadio! F1: presentata la ‘rossa’ SF 70-H. Angli e todeschi avvisati.

LA CRONACA DAL DIVANO. Non si diceva che questo è il paese dove nulla è certo, dove tutto è possibile? Beh, detto fatto: quando ormai si dava per scontato il ‘no’ della giunta romana al progetto del nuovo stadio per la Roma, ecco piovere addosso la sorpresa meno attesa, tribolata, al fotofinish, ma (tutto sommato ) positiva.
Sì, ora, la Roma di mister Pallotta, potrà evitare di ripiegare sul Flaminio e di cullare il sogno di una ‘casa calcistica’ tutta sua come Nostra Signora insegna sulla scorta ( anche) degli esempi americani e nord europei.
IL COMPROMESSO. Qualcuno dei tanti critici parla di ‘stadio dimezzato‘. Anche perchè come ha precisato la Raggi stessa sono state eliminate le tre alte torri inserite nel progetto originario, con la riduzione del 60% della parte relativa al Bussines Park.
Inoltre, mentre gli standard di costruzione sono stati portati alla Classe A, la più alta al Mondo, è stato aggiunto l’onere di porre in sicurezza il quartiere di Decima dalle esondazioni e di realizzare una nuova stazione per la ferrovia Roma-Lido.
Diciamo la verità: che avrebbe potuto ’ strappare‘ più di così ad un privato l’ ente pubblico di una delle città più ’ aggredite al Mondo dal malcostume e dal cemento’ ? Eppure, non mancano gli scontenti. A partire da una parte del M5S, contraria. Forse perchè dopo tanti errori ed esasperante incertezza, questa volta, la giovane signora sindaca, ha fatto Bingo centrando la cosa ( più) giusta. Avesse potuto aggiungere a quest’ultimo risultato anche l’occasione olimpica e l’arrivi o partenza del Giro del Centenario, molto probabilmente, avrebbero iniziato a portarla in trionfo.
Sì, perchè la gente, de Roma e non solo, politicizzata o meno, oggi ha il bisogno urgente del ‘ fare’ e non delle’ ciacole’. E’ infatti il ‘fare’ e non la ‘ ciacola’ che ridona certezze, che instilla entusiasmi, che squarcia orizzonti.
Se poi tutto questo può avvenire attraverso il traino eccezionale dello sport, o di un calcio come il nostro, ancora popolarissimo, ancora sport nazionale, ma assolutamente assetato di novità, impianti e risorse, ben venga.
Se non andiam errati il mondo sportivo ( con i suoi riti e i suoi appuntamenti minori e maggiori ) non è oggi più quello delle care figurine Panini d’un tempo.
E’ movimento, cultura, socialità, industria, risorse che coinvolgono folle sempre più numerose di appassionanti e di praticanti. Italia ( e Roma) comprese. Perchè allora insistere, come si divertono in tanti, fuor da ogni logica, a ‘negarlo‘, a ‘snobbarlo’ e a ‘penalizzarlo‘? Attenzione però.Restiamo coi piedi ben piantati a terra.
Perchè se la fumata bianca è spiegata dalla Raggi come un successo ci sono ancora ( a partire dalla ‘ modifica‘ della Delibera Marino ) passi amministrativi delicati che non fanno dormire sonni tranquilli. Sullo stadio della Roma, al di là degli annunci di giornata, che comunque buone nuove sono, restano in effetti molte incognite.
PRESENTATA LA ROSSA. In queste ore è stata presentata la nuova ‘rossa‘ siglata SF 70 H. Dovrà andare a restituire pan per focaccia ad angli e germanici. Tracotanti.
Attraverso una filosofia originale, tutta pensata ( nonostante gli anatemi al riguardo di Briatore), com’è giusto che sia, in quella terra dei motori ( e perchè no anche di telai) che di motori ( e di telai) vive da sempre. Ce la farà ora la ‘rossa’ a compiere il prodigio? Chissà? Certo che se i prodigi non li fa lei chi altri al Mondo può aspirare a compierli?
IL VERBO DI LUCIANONE . E mentre Lucianone Moggi insiste nel predicare che da noi vengono a giocare solo schiappe, Lippi s’è invece accorto ( bontà sua) che il gap tra le nostre big e le altre d’Europa s’è ridotto. Al punto che, siamo a soli due miseri punticini da quelli della Premier e a soli sei/sette da quelli della Bundes.
Mentre sull’impero di Spagna comincia a calare la notte. Con la Signora che ( pur senza il suo Bonucci) s’è amabilmente bevuta un Porto.
E con la nostra Rometta che è andata a farsi una passeggiata sul campo del terribile ‘sottomarino giallo‘ e la Viola che è andata a dettare legge nelle terre degli ex barbari, donde manco le legioni di Cesare dormivan tranquille. In aggiunta al tutto, il Barca crolla e il Real balbetta.
Il nostro problema, semmai, è quello degli stadi. Il tema è ripetuto. Ci fossero gli stadi potremmo cominciare a pensare ( perfino) di non viver più dei soli diritti televisivi. Ma si sa che, da noi, gli stadi non li vogliono. Li chiamano ’colate di cemento’ e non già ‘ folate di gioventù’, ’voglia di correre e di confrontarsi‘, ‘ occhi che guardano avanti‘, ‘progetti per il benesssere e lo sviluppo’.
Turno ottavi di Champions. ( martedì) PSG-Barca 4-0, Benfica-Borussia D. 1-0; ( mercoledì) Real-Napoli 3-1, Bayern-Arsenal 5-1; ( martedì 21), B.Leverkusen-Atletico M 2-4 , City-Monaco 5-3; ( mercoledì 22) Porto-Juve 0-2, Siviglia-Leicester 2-1. Un primo commento a turno concluso: spaventa ( fin a che punto?) il Psg, tiene sulla corda l’Atletico ( quattro gol fuori casa sono davvero insoliti), fa rimuginare il City che segna e incassa.
Il vero spauracchio resta quindi la solita, lustra, corazzata di Monaco. E’ vero che aveva come avversario l’Arsenal dell’incompiuto Wenger, però, sverniciare così gli avversari non è da tutti.
All’interno del bel coretto di papabili Champions 2017 possiamo però tranquillamente inserire anche la Nostra Signora, che non sarà particolarmente bella da vedere ma che, estetica a parte, ha dato prova di grande padronanza dell’evento. I quarti sono a sua portata di mano.
OMBRE CINESI. Che sta succedendo al vecchio Diavolo? Se lo chiedono un po’ tutti, anche in Brasile. Qualcuno favoleggia che nell’operazione siano comprese intricate questioni di trasferimenti di capitali che coinvolgerebbero ( soprattutto) il suo ( attuale) presidente. Apparentemente in via di dismissione, ma in realtà appostato nell’ombra pronto a restare ancora n sella al suo vecchio amore tramite ( appunto) misteriose transizioni finanziarie.
Che dire? Di favole se ne ascoltano tante, che una più o una meno poco o nulla cambia.
Diciamo piuttosto che il servizio dedicato al tema della ’rosea‘ di marterdì 21 febbraio a cura di Carlo Laudisa e Marco Pasotto qualche elemento di chiarezza ( se non altro) cerca di porlo. Intanto, sembra proprio che l’intera operazione sia ( finalmente) arrivata al tratto finale.
Il club rossonero ( dopo 31 anni berlusconiani) passerà di mano ai primi di marzo. E cambiando pelle appare destinato a ricevere una cascata di soldi. Quanti? Intanto, per il prossimo mercato, è ipotizzabile una cifra intorno ai 150 mln di euro. Non male.
Inoltre, Fininvest resta alla finestra nell’ attesa di avere in mano il bonifico di SES, che dovrebbe ammontare sui 420 mln, di cui 320 a saldo per l’acquisto del club ( 200 già versati in precedenza), mentre gli ulteriori cento rappresenterebbero il primo investimento dei nuovi padroni del Diavolo.
Attenzione però, perchè 70 di questi cento andrebbero a coprire spese di gestione sostenute da Fininvest, per cui ne resterebbero solo 30 finalizzati ad investimenti. Ecco qui spuntar fuori un’altra quota di 100 mln che aggiunta ai 30 andrebbe a formare il consistente tesoretto con il quale finanziare il nuovo Milan. Sul taccuino di Fassone sono ben stampigliati i nomi di Kessie, Schik, Bernardeschi, Keita, Dahoud e Kramer.
Fantasie? Approcci ( e cifre) reali? Chi lo può dire? Del resto al bel veder manca poco: tra qualche giorno se ci sarà closing vorrà dire che tutto è filato liscio; se, viceversa, tutto salterà ancora una volta, beh, lasciamo all’abilità dei titolisti di giornali e riviste trovare la frase giusta per definire questa lunga, stucchevole, telenovela mediatico-sportiva, scaturita dalla (pur sempre) fertile inventiva di un vecchio genio della comunicazione.
I PRIMI 10 MISTER UEFA. Quali sono stati gli allenatori più influenti della storia? Secondo l’Uefa, questi: Cloug ( inglese), Cruijff ( olandese), Del Bosque ( spagnolo), Ferguson ( inglese), Herrera ( italo-ispanico), Lattek ( tedesco), Lobanovskyi ( ucraino), Michel ( olandese), Mourinho ( portoghese) e Arrigo Sacchi (italiano).
Nell’elenco, ovviamente opinabile, mancano dei nostri: Pozzo ( due Mondiali, una Olimpiade), Lippi ( degli anni juventini), Capello ( degli anni milanisti) e Ranieri ( il mago di Leicester). Assente anche Pep Guardiola, che col suo (pur non da tutti amato) tiqui taca qualcosa d’innovativo nel calcio del Pianeta deve aver pur fatta.
IL CALCIOMERCATO. Chiuso, per fortuna. Non se ne poteva più.
IL TABELLINO DELLA COPPA ITALIA. Doveva vincere a mani basse e invece ( pur con qualche recriminazione) ha perso. Chi è costei? L’Inter(nazionale), ovviamente, che alla decima di fila se l’è fatta addosso e non ha compiuto l’impresa, fermando la sua corsa in Coppa Italia ai quarti. Totti, finora solo quattro volte titolare, è entrato a dir la sua in Coppa.
SERIE A XXVI GIORNATA. ( sabato 25 febbraio) Napoli-Atalanta 0-2, Juve-Empoli 2-0; ( domenica 26) Palermo-Samp 1-1, Chievo-Pescara 2-0, Crotone-Cagliari 1-2, Genoa-Bologna 1-1, Lazio-Udinese 1-0, Sassuolo-Milan 0-1, Inter-Roma( ore 20,45); ( lunedì 27) Fiorentina-Torino ( ore 20,45)
CLASSIFICA ( da completare). Juve punti 66, Roma 56, Napoli 54, Atalanta 51, Lazio 50, Inter 48, Milan 47… ( in fondo) Empoli 22, Palermo 14, Crotone 13, Pescara 12.
VECCHIA E NUOVA EUROPA. ” Non vogliamo più alcuna appartenenza alla Ue. Nessun legame a metà. Nulla che ci lasci dentro e fuori. Gli elettori hanno espresso il loro giudizio e noi lo rispetteremo fino in fondo”.
Così Theresa May, 60 anni, premier della Gran Bretagna dal 13 luglio 2016.
Così l’erede di Elisabetta la Grande e della Thatcher. La May , anticipando le mosse dell’Unione, sta facendo di tutto per trasformare un’ ex isola di pescatori poi divenuta impero in un moderno paradiso fiscale. Tramite il quale conferire a Sua Maestà una nuova dimensione planetaria. ” Ora vogliamo – predica Theresa May - una Gran Gretagna globale, aperta al mondo, per creare un futuro migliore per i nostri figli e i nostri nipoti”.
AMORI CHE NON MUOIONO. Toto ( Wolff) e Niki ( Lauda) hanno rinnovato il celebre duetto fino al 2020. La Mercedes, infatti, non se li è lasciati scappare, soprattutto Toto ( concupito dalla ‘rossa’?), visto che portafortuna come loro non esistono nel mondo delle auto da corsa. Basta inquadrali in coppia, beati e irridenti, per vedere le frecce d’argento tagliare impavide i traguardi tracciati sulle piste del mondo. Perfino la leggenda, quella antica e vera, ha dovuto prendersi un periodo di riflessione. Tra breve, comunque, si torna in gara. I circuiti saranno tanti ma senza le stravaganze di Bernie sarà più edificante e facile seguirli.
Gli spifferi parlano di una Red Bull spaventosa. Tanto che le frecce inseguono i suoi tempi. Poco o nulla trapela invece dai box della ‘rossa‘, che in regime autarchico è alla caccia della formula magica.
Chissà se le sarà dato di trovarla? Speriamo. Anche perchè senza la ’rossa‘ in pista ci sono poche soluzioni: o si cambia canale o si spegne il video. Sportivamente parlando, si sa, visto che senza quella bella e lustra macchinina a seguir gare più gusto non c’è.
TORNANO I BIG DELLA MOTO. Prove di mondiale nell’altro emisfero. Il Vale ( con la spada di Damocle del sempre più veloce e costante giovane Vinales, tre lustri di differenza) continua provare con qualche acuto e qualche lamento; così anche il Lorenzo e il Dovi, entrambi rossi fiammanti, tute e moto comprese.
Questi ultimi due giurano vendetta contro i mostri giapponesi, e non sarebbe male che a Borgo Panigale ( quest’anno) si tornasse a ripristinare l’uso l’uso delle campane a martello tanto e quanto a Maranello.
Intanto, per i tempi di gara, si annunciano anche una Suzuki a competitiva a sorpresa e una Ducati da brividi. Yamaha e Honda, al momento, se la ridono. Si fa per dire.
RIFLESSIONI SENZA TEMPO. Il sogno di Moratti che suggerisce: ” Inter, non lasciarti scappare Gabriel Jesus“. Ancora una volta, dall’ex presidente ( tifoso) Moratti, giunge un lampo di vita che illumina il futuro della Beneamata. Finita forse, così almeno si spera, in buone mani.
In queste ore dovrebbe anche scadere il tempo per il closing del Milan. Dovrebbe, perchè non tutto quel che aleggia rassicura. Che strano questo pallone: la Beneamata, nata un decennio dopo da una costola del Milan, si avvia a ritornare nelle alte gerarchie del calcio mentre il Diavolo, più carico di onori ma ormai anche più povero e sconsolato, non sa ancora qual destino lo attenda. San Siro, lo stadio più titolato al mondo, sta col fiato sospeso.
PILLOLE ( NON SOLO) DI SPORT . Il Millwall ( 3a serie) abbatte in FA Cup il Leicester di Ranieri, ancor fresco dell’impresa del secolo. In Serie B Frosinone e Benevento sorpassano il Verona. Aru si allena ( subodorando imprese) per Sanremo e Giro del Centenario in Oman. Bernie e Ron passano la mano in F1. Molti hanno elogiato il vecchio manager inglese, noi, invece, poco o nulla. Anche perchè al contrario di Bernie non siamo come lui al servizio del dio Danaro. Intanto per occupare il posto di Bernie e degli altri grandi vecchi arrivano a frotte: Carey, Brawn e pure Agag. Nulla da fare per i nostri ai Mondiali di sci alpino.
L’unica soddisfazione ( si fa per dire) è rimasto il bronzo della Goggia. All’Olimpia Milano va anche la Coppa Italia. Peccato che in Europa conti poco più del due di briscola. Nell’ultima comparsata si è fatta battere in rimonta di cinque punti dal Barcellona. Jacobs, Randazzo e Howe: è il nostro lungo delle meraviglie ( tutti oltre gli otto metri) . C’è solo una squadra italiana che non s’arresta: è la Pro Recco, pallanuoto, che nella sesta di Champions ha sverniciato i serbi del Partizan ( 12-7). E c’è anche un prodigio da segnalare, quello compiuto da Federico Pellegrino, 26 anni, capoclassifica di coppa del Mondo sprint con 309 punti. Ai mondiali di Lahti s’è aggiudicato l’oro nella sprint.