Non solo sport. Europa: ritrovarsi a Roma dopo 60 anni. La sconfitta Ue. E che dire delle ‘due velocità’?

Non solo sport. Europa: ritrovarsi a Roma dopo 60 anni. La sconfitta Ue. E che dire delle ‘due velocità’?
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LA CRONACA DAL DIVANO. La sconfitta della politica di allargamento da 15 a 27 membri – dice Galli della Loggia su Il Corriere- è ormai acclarata. Il bilancio di questi anni è passivo.
Ha contribuito infatti a complicare i rapporti con la Russia, non ha scalfito il fondo nazionalistico delle culture politiche balcaniche nè i molti aspetti illiberali delle loro costituzioni, ha rappresentato invece un costante ostacolo alla possibile adozione a Bruxelles di linee d’azione comune.

Che altro aggiungere al necrologio di una Europa che si è ritrovata in questi giorni  a Roma per festeggiare le sue auguste radici sotterrate sessant’anni fa?  Di buono poco. Purtroppo. Gli egoismi ( egocentrici) germanici l’hanno fatta da padrona; stimolando con molta poca avvedutezza una lunga filiera di imitatori. Fin tra gli sciagurati eredi d’Albione i quali , tanto per non insistere sul loro glorioso passato, hanno pensato bene di saltare a piedi pari le innumerevoli ( e spesso tragiche) pagine di storia europea quasi che , per loro quanto per noi,  comunque entrambi  europei, dicessero poco o nulla.
Rivedano quell’anacronistica Brexit. C’è  ancora tempo.
Ormai, dice il politologo, l’empito egemonico della Germania è un dato scontato.Così come la dura spregiudicatezza del suo governo. Europeista sì, ma solo quando si tratta di curare gli interessi del proprio orticello.
E del resto basterebbe scorrere qualche pagina di storia sul loro passato per capire che poco o nulla san far tesoro delle loro esperienze. Una strana condizione per chi ha partorito Kant e Goethe, ma anche il nazismo e la shoah, eppure è così.

Al momento i duri e puri di Berlino si sono inventati una Europa a due velocità. Una visione che al primo impatto sembra essere una concessione generosa. Bontà loro.
Ma che, se ben si riflette,  emerge come  un’ ulteriore  difficoltà per arginare ( come giusto sarebbe) le ( poco lungimiranti  ) ambizioni tedesche. Cavour per fare l’Italia cedette Nizza ( dov’era nato Garibaldi, il suo eroe) e la Savoia ( dove stanno le tombe dei Savoia, i suoi re). Le cessioni furono dolorose. Molto dolorose. Eppure seppero porre  le basi per la nascita di una nazione che  pochi (o nessuno) immaginavano.
Historia magistra vitae, dicevano i latini. Ma perchè lei, signora Merkel, figlia tra l’altro di una insegnante di latino, non riprende in mano quei  testi che ( molto probabilmente) le son circolati in casa fin da bambina e, come fece  il nostro Cavour, non li va a ben spiegare a quella  gran parte di  gretti ( e ostinati ) suoi conterranei? Questa, sì, sarebbe festa. La festa di una Europa che, forte del suo passato, guarda unita al suo futuro. Per (ri)crescere, se Dio vuole!.

DOPING IN GB. Mal di doping in Gran Bretagna. Finalmente qualcuno  se n’è accorto. L’allarme ( piuttosto serio) arriva dall’Ukad, la struttura antidoping britannica. ‘ La situazione è incredibilmente allarmante’ dice la Sepstead citando una inchiesta Bbc. Il sondaggio a cui si riferisce riguarda 1025 atleti. Ebbene, audite audite, la metà degli intervistati ritiene che il doping stia dilagando tra gli agonisti, tanto che l’8% ammette di avere fatto ricorso a sostanze proibite, mentre il 35% sostiene di conoscere ‘ qualcuno che si dopa’. Tra l’altro, sempre secondo gli intervistati, le sostanze proibite sono ’facilmente disponibili’.
Non solo, il segmento che più ricorre al doping è quello  giovane, esattamente 18/34 anni. Potrebbe esserci qui una sbagliata percezione che porta ad esagerare la realtà oggettiva, ma la tendenza ( comunque la si voglia gettare sotto il solito tappeto) appare troppo robusta e capillare per essere ignorata.
Aggiungiamo: era ora, che si cominciasse a stropicciarsi gli occhi e a guardare in faccia ( anche) alla realtà degli isolani. Siamo solo all’inizio, certo, ma se nel procedere si dovesse andare a portare scompiglio perfino all’interno dei santuari degli sport intoccabili (  sempre meno credibili) non bisognerà avere riguardi per nessuno. Se non per lo sport. Lo sport, punto  e basta.

IL LAMENTO DI TOTO. Gli hanno chiesto, se le nuove regole della F1 vanno nella giusta direzione? ” Sui sorpassi non di certo.Lo avevamo detto già due anni fa, quando iniziarono le discussioni, avvertendo che avremmo avuto belle auto, velocissime e impegnative, ma gare più brutte. E le prime impressioni dei piloti lo confermano.
Queste regole sono state studiate per impedire che la Mercedes continuasse a vincere. Gli altri team ci hanno accusato di non volere il cambiamento e allora li abbiamo lasciati fare. E’ il modo in cui funziona la F1, tutti seguono i propri interessi”.  Così sbotta Toto Wolff, 45 anni,  austriaco, direttore esecutivo della Mercedes GP della quale detiene il 30%.

Toto non perde mai il suo aplomb da viennese dei tempi d’oro: colto, intelligente, arguto e preparato, genera sempre attenzione e simpatia nell’ascolto. Si decidesse a togliersi di dosso quella sua camicia bianca color pallore per vestirne un’altra color rosso passione, sarebbe accolto a braccia aperte anche in più mitici lidi.
Ultimamente, con l’amico Niki, s’è limitato a ridacchiarsela tra un arrivo e l’altro.  Ora, invece, che da sotto l’Alpe si  comincia ad avvertire il rumore crescente della tempesta,  pare agitarsi oltre misura. Roba da non credere, anche perchè se si agita lui figuriamoci che possono gigione  Hamilton o  voucher Bottas.
In ogni caso,  Toto non ha qui mostrata  gran memoria. Visto che, un triennio fa, la Mercedes che arrivava dal nulla agonistico in F1, s’è trovata ad armeggiare con regolamenti che solo lei aveva lungimirantemente interpretato. Proiettandosi sorprendentemente nell’empireo glorioso. Soprattutto grazie a quella power unit che ( fino ad allora) era più tecnologia germanica che d’altri.
Sì, purtroppo in questa valle di lacrime, e non solo nel gran circus della F1, tutti pensano a se stessi e non vedono oltre il loro naso. In questo caso, però, ad essere onesti fin all’ultimo litro di benzina, si è trattato di un dare e di un prendere. Una volta alle ‘frecce‘, un’altra alla ‘rossa‘ o ( caso fosse) alla ‘ red bull’. Se poi è vero che in virtù della magnanimità Mercedes si è elargito, beh, come sempre alla fin della veglia, sarà la pista  a dirimere la vertenza.

ROMBANO I MOTORI. Dal 2013, anno horribilis della  moto italica, è partita la rincorsa agli imbattibili centauri d’Ispagna. Tanto che, alla vigilia del nuovo anno, gli italiani sono tornati a contendere la leadership motoristica agli spagnoli.
Sommando infatti  Moto2, Moto3 e MotoGP, nel 2016, i nostri portacolori si sono aggiudicati 10 GP, sei in meno delle furie rosse. Una vera e propria  remontada, insomma, visto che appena nel 2013 gli iberici s’era portati a casa 47 Gp, registrando un clamoroso en plein.
A guidare la rincorsa non è però il maestro di Tavullia, sempre all’altezza nonostante la venerabile età, ma i tantissimi giovani talenti che abbondano tanto nella classe regina quanto in quelle inferiori. Nomi come quelli di Iannone, Marini, Fenati, Antonelli, Bastianini, Bagnaia,  Migno, già ronzano nelle orecchie dei vecchi signori delle piste. Che a questo punto dovranno rimboccarsi le maniche per non risultare spodestati già in Qatar, tempo permettendo. All’appello degli italici mancano ora soltanto dei titoli iridati, che non ci aggiudichiamo dal 2009. Quest’anno sarà molto interessante anche seguire la parabola di Lorenzo con la Ducati. Altra rossa italica in gara, col dna della  grande.

SORTEGGIO QUARTI DI  COPPE

Champions: Atletico Madrid-Leicester, Borussia-Monaco, Bayern-Real, Juve-Barca.
Europa: Celta Vigo-Genk, Ajak-Schalke 04, Anderlecth-United, Lion-Besiktas.

Volete ns pronostico? Champions: Atletico M, Borussia, Bayern, Barca; EuropaGenk, Schalke, United, Lion.

 

MA CHE DITE SIGNORI? Dice il nostro Gianfranco Zola ” In Premier va ( innanzitutto) capita la mentalità dei giocatori. In Italia infatti ci si allena tante volte e assai. In Inghilterra invece ci si allena poco ma si gioca tantissimo, a mille all’ora, tanto che  negli allenamenti non bisogna avere mano pesante.  Che tradotto significa: durante la preparazione bisogna lasciare i loro eroi al pascolo come meglio credono,  senza risultare  nè pressanti nè stressanti”.

Ma che ci dice sor Gianfranco? Se non abbiam inteso male  in Premier gli allenamenti  van ancora fatti più o meno come all’Oratorio, ovvero  tutti dietro la palla dall’alba al tramonto, e dove chi più segna  più vince?
E che ci fai lei, sor Gianfranco, un mister tanto edotto e per bene,  con  ragazzacci del genere? Non può lasciarli fare da soli, cioè a sfogarsi in libertà sui prati, come il parroco con i suoi ragazzi ?
E’ dunque tutt0 qui il mistero  degli ( inesauribili)  eroi del calcio d’Albione? Un pallone e via a pedalare? Con al diavolo, tutti quegli allenamenti che i ( tanto apprezzati) mister dell’al di qua dell’Alpe usano quali raffinati ( ed inutili) strumenti di tortura?  Certo che,  come fanno a correre quelli  d’Albione  fin oltre  il fischio finale dell’arbitro, mentre quelli sotto l’Alpe riescono  a malapena  terminare il primo tempo col fiato tra i denti?

E non è tutto. Dicono infatti che quelli d’Albione si siano inventati pure  la ‘seconda partita’ , ovvero ( per capirci) quella che inizia a dieci/quindici  minuti dalla fine per poi esaltarsi nei minuti di recupero.
Dove gli eroi ( ormai  non solo) d’Albione rimontano ( incredibilmente) situazioni date  per perse. Irrecuperabili.
Disperate. Allora:  che  si gioca a fare con avversari del genere? Non è tutta fatica sprecata? Patetica speme?
Eppoi, per favore, quelle corse a perdifiato   non chiamatele miracoli, come consiglia  il nostro Arrigo, perchè il segreto loro (  spiega il sor Gianfranco)  è altrove. Sì, certo, nell’allenamento e ( probabilmente)  nell’ alimentazione: forse, nel nutriente stoccafisso dei mari del nord al posto della nostra tenera bresaola.

L’emittente Sky, sul tardi della domenica sera, riunisce un club di super esperti, tutti rigorosamente in camicia bianca da lavoro, che ciacolano divertendosi da matti su questi0ni di varia umanità, calcio e sport.
Dal quel che si è capito amano molto  la dimensione internazionale. Con collegamenti  planetari. Tanto che se hanno bisogno di sentire il parere di Del Piero non lo fanno quando costui ( collaboratore Sky) si trova si trova a passeggio nei loro studi ma a Los Angeles. Praticamente dietro l’angolo. A costo zero.
Dove il nostro eroe  ha trasferito la famiglia per assicurale un futuro migliore. Migliore che da noi, ovviamente, gente allo sbando, ma dove lui, chissà se lo ricorda, ha fatto tempo a rimediare gloria e patrimonio  mica male.

EPPUR SI MUOVONO. Bella la pagina d’aggiornamento della ‘rosea‘ sulla situazione stadi. Proprio quel che ci manca per ritornare in vetta all’Europa del calcio.
Le buone nuove arrivano da Firenze, con il progetto ( finalmente) approvato anche dal Comune, di un nuovo stadio-gioiello  firmato Della Valle; dalla Juve, che inaugurerà a breve  il JVillage; da Palermo, dove il neo presidente Baccaglini è deciso a rifare la casa  dei rosanero; da Cagliari, con la presentazione del progetto di stadio temporaneo. Lettera morta invece per   San Siro.

La Roma, infine, oltre ad attizzare la concorrenza laziale, è ancora  nelle capaci mani dei tanti signori del ‘ dolce  far niente‘. Intanto  abbiamo appreso però un dettaglio non noto ai più: l’eventuale nuovo stadio non sarebbe di proprietà della Roma ma di Pallotta, verso il quale la squadra capitolina dovrà versare per un tot di decenni un adeguato affitto. Per (ri) pagare in un arco di tempo ( già)  calcolato tutti o quasi gli oneri dell’opera.
Bella trovata, vero?  Stando così le cose, siam proprio  sicuri che ai romani convenga far costruire uno stadio di così onerosa portata a tali benefattori ? Non sarà meglio (ri)aggiornare l’Olimpico? O il Flaminio? Il ricco poveraccio americano se andrebbe via da Roma? Beh, alzi la mano chi gli correrebbe dietro.

IL CALCIOMERCATO. Chiuso, per fortuna. Non se ne poteva più.

IL TABELLINO DELLA COPPA ITALIA.  Doveva vincere a mani basse e invece ( pur con qualche recriminazione) ha perso. Chi è costei? L’Inter(nazionale), ovviamente, che alla decima di fila se l’è fatta addosso e non ha compiuto l’impresa, fermando la sua corsa in Coppa Italia ai quarti. Totti, finora solo quattro volte titolare, è entrato a dir la sua in Coppa.Poca roba.  Questi i ritorni di semifinale: Lazio-Roma ( 2-0) e Juve-Napoli.

SERIE A XXVIII GIORNATA.( venerdì 10 marzo) Juve-Milan 2-1; ( sabato 11 marzo) Genoa-Samp; ( domenica 22 marzo) Sassuolo-Bologna ( ore 20,45), Chievo-Empoli ( ore 15), Fiorentina-Cagliari, Inter-Atalanta, Napoli-Crotone, Pescara-Udinese, Palermo-Roma ( ore 20,45); ( lunedì 23 marzo) Lazio-Torino ( ore 20,45).

CLASSIFICA SERIE A ( provvisoria, da completare): Juve punti 73; Roma 62, Napoli 60, Atalanta 55, Lazio 57, Inter 55, Milan 53, Fiorentina 48, Torino 40 … Empoli 22, Palermo 15, Crotone 14, Pescara 12.

 ( NON SOLO)  SPORT .  Il terrorismo è tornato a colpire in Europa. Questa volta è (ri)toccato a Londra. Almeno quattro i morti oltre a numerosi feriti per il folle gesto di un isolato che montando un Suv,  a pochi passi dall’ingresso del Parlamento,  ha travolto la folla  prima di essere abbattuto dai servizi di sicurezza.
In queste ore s’è anche ascoltato lo sproloquio di un dirigente europeo ( di cui manco vogliamo conoscere il nome) sui popoli mediterranei ‘ dediti solo a spendere e a spandere in vino e donne’. Ci avevano quasi convinto che la maggior parte degli imbecilli avessero trovato ricovero ( temporaneo) nel Bel Paese, ma questo tizio ci ha fatto ricredere. Probabilmente la mala pianta dell’imbecillità ha tanti altri fertili terreni in cui crescere. Per chi non lo sapesse: Fiorello  ha riaperto (  da lunedì, ore 7,30 e 20,30) la sua esilarante Edicola.

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