Non solo calcio speciale. E’ partito dalla Sardegna il Giro numero cento. Il Belpaese lo aspetta con calore.

SPECIALE CRONACA DAL DIVANO. E’ una storia lunga cento edizioni e con oltre cent’anni, visto che la prima bandierina al via del Giro d’Italia s’abbassò alle 2,53 di notte, da piazzale Loreto in Milano, il 13 maggio del 1909, con in gara 127 argonauti alla ricerca d’un vello non d’oro ma rosa. Da allora il Giro, la più bella e affascinante corsa al Mondo seconda solo per budget ad una consorella in giallo, ha visto partecipare una lunga teoria appassionati sportivi, tra loro perfino dei veri giganti raccontati dalle penne di poeti epici, che ci hanno lasciato pagine agonistiche ed umane davvero uniche e difficilmente riscontrabili in altre discipline sportive.
Il Giro è il Giro. E non bastano i tanti sciagurati che lo disonorano barando col doping, a strapparlo dal cuore della gente. Che resterà ancora una volta ad attenderlo sulle strade colorate intiepidite e profumate dal sole di primavera del Belpaese. Oggi, in gara, non ci sono più le leggende d’un tempo. L’ultima , a modo suo, è stata quella tragica del Pirata di Cesenatico. E purtuttavia anche questa volta non mancheranno spunti di grande interesse agonistico e atleti di valore, come il nostro Nibali o il colombiano Quintana. Sarà impossibile per loro scolorire il ricordo dei giganti che li hanno preceduti, ma la maglia che indosseranno avrà un valore eccezionale.
Perchè sarà la numero cento, quella unica di una incredibile e fascinosa storia lunga oltre cent’anni.
Un abbraccio speciale, caro ( vecchio e nuovo) Giro d’Italia!
Non è andata bene per le Yamaha, per Rossi e per gli Italiani a Jerez de la Frontera, terra ispanica. O almeno, non è andata male per Fenati , secondo in Moto3, e per Bagnaia, anche lui al posto d’onore, in Moto2 ( con l’ inattesa caduta però di Morbidelli, che resta leader mondiale); mentre per quel che riguarda i nostri nella categoria maggiore, il disastro è stato totale: Dovi, non si muove più di tanto, Iannone cade, Rossi arranca anche a causa di un consumo gomme davvero strampalato. Il maestro di Tavullia resta in vetta alla classifica mondiale, ma i ‘cagnacci‘ ispanici gli sono ormai sul collo, a pochi punti.
A proposito di ‘cagnacci’ a Jerez si è risvegliato il piccolo Pedrosa ( trionfo per lui davanti a Marquez) ma anche Lorenzo, finalmente sul podio con la sua bistrattata Ducati. La quale, fosse stata educata quanto lui, a quest’ora, avrebbe dovuto ripagarlo gettandolo di sella, invece che accettare umilmente il baci0 tardivo e opportunista del suo presuntuoso driver.
I DRIVER ALEMANNI. E’ una interminabile e gloriosa storia anche quella scritta dai tanti driver germanici che hanno popolato il mondo dell’automobilsmo. Da Adolff, Winkelhock, Frentzen, von Trips ( deceduto a Monza, nel 1961) per parlare di quelli dei tempi eroici; fin a Shumi, Rosberg, Vettel, per trattare dei tempi nostri. Tutti ‘ volanti’ straordinariamente seri, puntigliosi, coraggiosi. Non erano, non sono, particolarmente estroversi, come i driver nati e che ( continuano a nascere) nelle terre del sole.E che bene spesso gli hanno conteso la palma della vittoria.
Noi il meglio lo abbiamo avuto quando ancora filmati e immagini non andavano oltre i colori del bianco e del mero. Con Nivola, leggendario, o Ascari, eroico. Loro, invece, continuano a partorirli. Formidabili. Come il Campionissimo, forte, vulnerabile e tragico come Achille figlio di un uomo, Peleo, e di Teti, una divina. Come il Seb della ‘rossa‘, la mitica ‘rossa‘, già quattro volte cinto d’alloro mondiale e in attesa del quinto, quello che diventerebbe il più prestigioso, anche perchè destinato non ( solo) agli almanacchi ma ( soprattutto) al cuore degli appassionati dell’automobile.
Come finirà questo Mondiale? Non è dato a leggere la sfera del futuro. Certo però è che abbiamo ritrovato il bandolo giusto. Con l’inglese, anche lui figlio d’una grande tradizione di driver, su auto germanica. Per mantenere salda l’egemonia ( abbastanza recente) che i due popoli hanno instaurato sul continente della leggiadra Europa. E con un tedesco dal sorriso dell’Europa che sarà alla guida di un auto del sud che al solo rombo genera brividi. Per inaugurare una nuova egemonia, si dice, quella d’una leggiadra Europa che si mescola, si integra e si accetta con le sue diversità. Soprattutto se eccellenti.
AMANACCHI. Al momento, Vettel conta 86 punti ( dopo quattro gare); Hamilton, 73; Bottas 63; Raikkonen, 49; Verstappen, 35. Nel mondiale costruttori, la ‘rossa‘ segue le ‘frecce d’ argento‘ , che contano ( al momento) 136 punti, uno in più dell’avversaria. Altri dati * per gli amanti della statistica: la ‘rossa’ conta ( complessivamente) 226 vittorie contro le 182 della McLaren e le 65 della Mercedes; e inoltre: 208 pole, contro 155 della McLaren e 76 della Mercedes.
La ‘rossa‘ ha collezionato anche 81 doppiette ( McLaren 47, Mercedes 36); ma soprattutto 6.762 punti complessivi contro i 5.116 della McLaren e i 3.149 della Mercedes.
( * dati da aggiornare al 2017)
Nel gran circus della F1 ( e non solo) dicono che circoli il detto : ” Se si vuol passare alla storia non ci sono che due strade: o siedi dentro una ‘rossa‘ o batti una ‘rossa‘.