Non solo calcio. Sul Gigio, l’Arrigo contro legittimisti e mercantilisti. Inizia l’avventura dell’Under 21.

Non solo calcio. Sul Gigio, l’Arrigo contro legittimisti e mercantilisti. Inizia l’avventura dell’Under 21.
Sacchi e Baresi (rep) images

LA CRONACA DAL DIVANO. Donnaruma a 18 anni snobba il Milan dei suoi ( ex) sogni; Ronaldo ( stizzito per via di alcune indiscrezioni non gradite su   vertenze fiscali ) vuole lasciare a 32 anni mamma Real, campione di tutto; Verratti,  27, s’è stufato  ( finalmente)  del Psg e vuole andare a sgambettare  al sole della Barcelloneta;
i ragazzi azzurri dell’Under 21 si sono messi in moto  ( domenica, ore 20,30) per tentare  il colpaccio in Polonia. Riuscissero nell’intento , chissà se potremo cominciare a sognare per davvero  ad una  Nazionale prossima ventura proiettata  alla conquista della sempre agognata  Pentastella ?

Oltre al calcio: continua la pioggia di metalli preziosi agli Europei di scherma, con l’Italia in testa al medagliere; ancora incerta ( 2-2 dopo gara 4) è la sfida sul parquet del basket tra Trento e Venezia per lo scudetto;
l’Italdonne di basket si sono liberate del loro primo ostico ostacolo, la  Bielorussia ( 60-80) agli Europei in Repubblica Ceca; Tamberi, zitto zitto, ha ripreso a volare nell’alto ( 2,15 a San Marino); l’Italvolley maschile ritrova un minimo d’orgoglio e rimonta la Francia  ( 2-3) in World League: ora sotto con Belgio e Canada, per le residue speranze.

Intanto Sky ha acquisito in esclusiva i diritti tivù Champions per il triennio 2018/2021.

 SPIGOLATURE. Da noi, si sa, tutti hanno diritto di parola. E siccome non c’è selezione alcuna, le ‘ cazzate’ superano di gran lunga le  mirate, lungimiranti, valutazioni dei pochi dotati ( prevalentemente) di giusto senno.
A concorrere non sono solo i social ( piovuti giusti giusti, diceva Umberto Eco, per sdoganare milioni di imbecilli) ma anche i media. Cartacei e non. Celebri o meno.
Dani Alves, esterno Juve, generosamente e audacemente riportato in vita dalla Signora dopo essere finito in una  tomba cataluna, quale consiglio dà al nuevo giovin amigo Dibala? ” La Hoja? Ma sì, certo, per migliorare non ha altra strada che salutare a breve Torino e la Juve“.
Così si parla! Così si sputa sul piatto ove ti hanno fornito lauto cibo! Ma che rispondono  i ‘bacucchi’ nostrani a tanta insolente braveria? ” Beh – dice impalato  zio Bergomi – l’ha fatto anche Zidane, perchè non lasciarlo fare anche a Dybala?”.  Giusto, anche questo pensiero.
In fondo chi è mai la Juve? Ha fatto due finali Champions negli ultimi tre anni, ha vinto sei scudetti di fila, ha un bilancio ( e una capitalizzazione) che ( tra non molto) andrà ad affiancare quelli ( incollati con lo sputo) di club tanto agognati? E che volete mai sia tutto questo? Quisquilie.
La Signora? Volete scherzare, quella non è una Signora, ma la serva di Zoffoli. Basta darle un pizzicotto sui glutei, e poi via, nell’Altrove, a provare altre emozioni e a cercare montagne di danari e gloria.

Solitamente, quanto dice il nostro Arrigo lo si accetta  se è in linea o meno con quanto fa comodo. Arrigo, si sa, non va sempre per il sottile. Non s’accomoda. Crede una cosa e la espone. Civilmente. Sommessamente. Questa volta ne ha detta una sul Gigio ex milanista, andando controcorrente soprattutto adversus  legittimisti e mercantilisti.

” Ho sempre pensato che il valore della persona fosse fondamentale per ingigantire il proprio talento. A proposito di persone stimavo Gigio come ragazzo e come giocatore, ma sono rimasto stupido dalla mancanza di riconoscenza verso il Milan. Questa su decisione mi fa sorgere dubbi non soltanto sulla sua integrità umana, ma anche sulla sua futura carriera. Gli ricordo che tutti quelli che hanno privilegiato i soldi ( cvd), come fecero ad esempio Kakà e Scheva che lasciarono ( anche loro) il Milan per il Real Madrid e per il Chelsea, poi se ne sono pentiti amaramente”.
Condividiamo, ovviamente, mentre per quel che riguarda i ‘bacucchi’ mediatici sarebbe ora di cominciare a pensionarli; mentre  per quel che riguarda gente alla Dani Alves, pur ampiamente titolata, ci stiamo chiedendo se non sia meglio ( per noi, per loro) rispedirla  entro il dimenticatoio in cui ben s’alloggia. Con tanto di baci e abbracci.

MOTORI . Sono tornati i motori. Le due ruote in Cataluna, le quattro in Canada. Sulle due ruote i nostri centauri si sono fatti rispettare: moto 3, Mir su Fenati; moto2, Marquez junior su Pasini ( e Luthi); motoGp, Dovi su Marquez ( e Pedrosa). Sulle quattro ruote, invece, se non è stata disfatta per le ‘rosse’ poco c’è mancato: davanti sono tornate le ‘frecce’ ( con tanto di pacche sulle spalle tra Toto e Niki) e dietro Vettel ( quarto) e Raikkonen ( settimo).
In pratica, per quel che riguarda ( parte ) delle rispettive classifiche: nella Moto Gp, Vinales conta 111 punti contro 104 del Dovi ( e 88 del M. Marquez).
Nella F1, anche dopo il mezzo disastro in Canadà, Vettel mantiene la testa con 141 punti  davanti ai 129 di Hamilton.
Nella classifica costruttori la Mercedes è tornata avanti, con 222 punti contro i 214 della Ferrari. Nulla s’è deciso, per carità, e tuttavia la lotta resta accesa. Imprevedibile. Tutta da scoprire, soprattutto dal divano.

SERIE A POCO APPETIBILE. L’asta per i diritti tivù della Serie A del triennio 2018/2021 è andata (praticamente) deserta. Gli unici a presentarsi sono stati quelli di Sky e Perform, ma solo un pacchetto superava la base d’asta. Sky ha offerto 230 mln a stagione ( minimo richiesto 200) per il pacchetto principale del satellite, quello comune alle altre piattaforme con le partite di 8 squadre tra cui le big Juve, Inter, Milan e Napoli.

Per avere tutto il resto il colosso mediatico avrebbe dovuto sborsare altri 400 mln sul pacchetto D, quello aperto a tutte le piattaforme con 12 squadre in esclusiva tra cui Roma, Fiorentina, Lazio, Torino, ma l’ offerta si è fermata a 210 mln. Pochi. In totale Murdock ha messo sul piatto 494 mln annui, compresi i 54 per i diritti per la trasmissione nei bar e negli hotel e sull’Iptv. Perform ha da parte sua offerto un esborso di 108 mln.
Oggi la Lega incassa 1,2 mld, tutto incluso. Non ancora i 1,4 mld preventivati da Infront, e ancora più lontani dal livello delle attuali offerte pervenute. Dovessero restare così le cose si paventano giorni duri per il calcio italiano, con qualità ‘deprimente’ come sostiene anche la ‘rosea’, privo di stadi adeguati, lenti ad essere ristrutturati o rinnovati, con una marea di gente che non aspetta altro che ‘ sparlar male’ del nostro sport principale.
Tavecchio ( che ha rinviato l’assegnazione delle licenze all’autunno) grida a perdifiato: “ Valiamo molto di piùQuesta miseria se la tengano! “. Ma se ad essere convinti del contrario siamo proprio noi, addetti ai lavori in primis, cosa volete che volete che riconoscano gli altri interessati più a coltivare l’orticello di casa che quello Altrui? Senz’altro fa male, molto male,  sentire certi (reiterati) giudizi, o meglio, pregiudizi, anche perchè la Lega europea di riferimento, la danarosa e svenduta Premier, capace d’incassare quattro volte la nostra, vista dal ranking Uefa, è distante dalla Serie A  una manciata di punticini ( o,o24) . Praticamente, è allo stesso nostro livello. E allora, di che parliamo?

 CALCIOMERCATO.

ABERRAZIONI. Messi a vita nel Barca. Che pone sul suo eroe una clausola rescissoria di 400 mln, concedendo un ingaggio mostruoso: 30 mln euro a stagione. Rispondono gli spendaccioni del Real, che con le clausole rescissorie per Ronaldo e Bale toccano vetta un miliardo.  Il portoghese guadagna 23,6 mln euro netti annui e il gallese 19 mln euro.
Messi ha commentato ” Un sogno chiudere la carriera con la maglia blaugrana”. E ti vorrei vedere: con tutti quei soldi ci vorrebbe anche che si mettesse fare le pulci sull’onorario. Sui sogni. E sul suo ( e nostro)  futuro.

 

CURIOSITA’

 

COPPI O  MERCKS ? SENTIAMO GEMINIANI. Viviamo un’epoca strana in cui il ciclismo sembra essere migrato in Albione, con i tanti suoi nuovi improvvisi eroi che non si sa mai se prendere sul serio o no. Viste anche  le loro performance selezionate e fugaci. E  dalle carriere ( relativamente) brevi. Esattamente  l’opposto delle carriere dei campioni d’una volta, prima e dopo la seconda guerra, con quei pedalatori della genia di Achille ed Ettore, figli di dei,  i quali sulle impervie strade di allora mostravano più resistenza  degli acciai speciali.
E’ ( comunque) dagli anni Sessanta che ci si dibatte se il più grande dei pedalatori sia stato il nostro Coppi o il belga Mercks. Molti storiografi ( ma anche  tanti, troppi, saputelli di nuovo pelo finanche nostrani) , oggi   ( allegramente) propendono per il secondo, visti anche il numero dei titoli che è riuscito a mettere in carniere. Senza valutare, chissà perchè,  i contesti diversi in cui i due straordinari campioni hanno vissuto e accumulato le loro imprese. Tanto diversi che, a volerli raffrontare attraverso i numeri, è praticamente impossibile.
Ad esempio, quando si elencano le vittorie di Coppi ci si ricorda del  suo ‘ salto’  agonistico per ragioni belliche e post belliche  di ( almeno) un lustro (1942/1947)? Quando si dice che il Campionissimo ha vinto ‘ solo‘ due Tour si sa che, lui, al Tour, per le ragioni di cui sopra, c’è potuto andare solo tre volte in tutto  e dopo i trent’anni? E comunque, sul tema, tra i tanti pareri, avveduti o meno, c’è n’è uno oggi che ( per competenza, conoscenza diretta e imparzialità)  può ( come si dice) tagliare la testa al toro? C’è? Sì? E qual è? E’ quello del ‘grande’ Raphael Geminiani, 91 anni, emigrato d’origini romagnole  in Francia e avversario ( con Robic e Bobet) del nostro campione.

Racconta  Raphael Geminiani: ” Nella mia carriera m’è capitato di essere  ( anche) direttore sportivo di Mercks. Non si capacitava, lui, di tanto amore verso il campione di Castellania.  Un giorno Eddy mi fa: ‘ Tu sei sempre per Coppi, ma io sono almeno al suo livello?’.
E io: ‘ No, lui ha vinto qualcosa che a te manca‘. Eddy ribattè:’ E’ impossibile, cosa?’. Gli risposi: ‘ Due titoli mondiali su pista ad inseguimento‘. Rimase senza parole.
Dopodichè aggiunsi: se Fausto stava bene poteva staccarti ovunque. In salita, in discesa, in pianura, a cronometro, col sole, con la pioggia e con la neve. Ovunque. Mettiti il cuore in pace: era immenso”.

 

NOTA

I CENTAURI. La figura del centauro ha origine dall’amore sacrilego fra il re dei LapitiIssione, e una sosia della dea EraNefele, dalla cui unione nacque, appunto, Centauro, un essere deforme che si accoppiò con le giumente del Monte Pelio ed originò una razza di creature ibride, metà uomini e metà cavalli.

Nella mitologia, i centauri sono sempre dipinti con carattere irascibile, violento, selvaggio, rozzo e brutale, incapaci di reggere il vino. Solitamente raffigurati armati di clava o di arco, caricavano i loro nemici emettendo urla spaventose.
La loro particolarità era dunque di possedere tutti i pregi e tutti i difetti del genere umano, portati però a livelli elevatissimi, tanto che nella mitologia sono stati riservati loro ruoli completamente contrastanti: dall’estrema saggezza all’incredibile crudeltà.

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