Non solo sport. Marquez vola, Vale contiene. Il lupo ‘contro’ l’agnello. Blasco infiamma Modena.

Non solo sport. Marquez vola, Vale contiene. Il lupo ‘contro’ l’agnello. Blasco infiamma Modena.
Vasco Rossi download

LA CRONACA DAL DIVANO. Dal Sachsenring per il Gp di Germania ci si attendeva un dominio Honda e dominio Honda c’è stato. Con, in vetta, Marquez, messo alla frusta per gran parte della gara da Folger ( Yamaha Tech) pilota di casa, ma alla fine chiaro dominatore e nuovo dominus della classifica mondiale.
Qui, Marc, ha toccato 129 punti, 5 più di Vinales ( quarto al traguardo);  6 più di Dovi ( ottavo al traguardo) e 10 più del Vale da Tavullia ( quinto al traguardo).

Al dominio spagnolo in MotoGp ( 4 nei primi cinque) l’Italia ha risposto con il dominio in Moto2 ( 4  tra i primi cinque); e in particolare, con uno spettacolare  Morbidelli che ha mostrato tutto il suo valore nel ‘domare’  ( non il volpone Luthi finito sulla sabbia) ma un sorprendente Olivera in grande rimonta.
Buon secondo posto di Fenati in Moto3, gara vinta dal solito Mir. Per un bilancio complessivo che ( alla vigilia della sosta estiva) nella MotoGP , la classe regina, lascia un po’ tutti sulla corda: cinque infatti restano i  contendenti racchiusi tutti in soli 10 punti: Marquez, come detto, ma anche Vinales, Dovi, Pedrosa e Valentino.
Nella Moto2, invece, la caduta allontana Luthi di 37 punti da Morbidelli; mentre, nella Moto3, Mir conta un vantaggio buono ( oltre 30 punti)  non ancora rassicurante, su Canet e  soprattutto su Fenati, terzo in graduatoria, ma anche questa volta in gran spolvero.

E poi c’è chi si meraviglia se  le gare di moto attirano un crescente ed appassionato interesse.

 

CHE COMMINERANNO AI NOSTRI EROI?  Proprio in queste ore  i paludati della Fia stanno pensando bene di rincarare la dose sul povero Seb ( e sulla Ferrari). Con un supplemento d’indagine. La Fia infatti riesaminerà ( lunedì ?), a Parigi, la vicenda della collisione avvenuta a Baku durante il Gp d’Azerbaigian fra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton per valutare eventuali nuove sanzioni a carico dei due piloti. I quali  potrebbero essere convocati davanti alla Federazione internazionale per fornire le loro rispettive versioni.
In ballo c’è la presunta violazione dell’articoli 151/Comma c del Codice sportivo internazionale che si riferisce a eventuali comportamenti che possano causare danni d’immagine allo sport.
Per dirla  in breve: ora Seb, rischia ulteriori sanzioni. Quali non si sa. Voci d’uccelli neri come esuli pensieri, farebbero pensare ad uno dei tanti ’atti d’ingiustizia’  propinati ai nostri colori  in questi ultimi anni.
Voci, che si sintetizzano così: punire l’agnello, lasciar libero il lupo. L’importante insomma ( per il generoso Todt)  è far sì che la ( danarosa) Mercedes porti a casa un titolo ( già dato per scontato) ai danni della ( romantica)  ‘rossa’ di Maranello.
Ce la faranno i nostri eroi guidati da quel Todt ora gran custode della sicurezza a compiere un altro misfatto? Forse sì, forse no. Certo è che da Baku la Ferrari si è portata dietro un carico di cerotti e bastonate: a provocare Vettel ci ha pensato Hamilton, a scassare Raikkonen il connazionale Bottas. Tutti lavoretti puliti. Da gran professionisti. Ben sapendo  però che  in questo mondo  i ( provocatori ) vanno  a piede libero e i ( bastonati)  in galera.

Vorrà dire che s’azzarderanno a levar le loro mani  contro  la ‘rossa‘ e i suoi piloti dovremo ripetere quanto facevamo  ai tempi in cui a guadare la F1 s’erano ridotti  soltanto il ( mai dimenticato ) Bernie e i suoi famigliari: ovvero, se in pista corre la‘rossa‘ si sta alla tivù  o si va in pista a rimirala se  viceversa non c’è perchè  se la sono cotta e b0llita a loro piacimento  o si fa zapping o si spegne lativù  o si va altrove. Ai monti o al mare.  Semplice.
TOUR/WIMBLEDON. Il 2 luglio è partito  da Dusseldorf ( Germania) il Tour, che con la corsa rosa si divide il top mondiale delle grandi corse a tappe.
Tra i favoriti: Fromme ( inglese, 32 anni, che cerca il quarto Tour); Quintana ( colombiano, 27 anni, scalatore), Contador ( spagnolo, 34 anni, già in giallo a Parigi) e il nostro Aru ( sardo, 27 anni)  chiamato a rinverdire le imprese di Nibali, Gimondi, Nencini e, ovviamente, degli immortali Coppi, Bartali e Bottecchia.
Nella breve cronometro d’apertura s’è imposto il gallese Thomas, mentre Froome già vola. Il nostro Aru s’è difeso ( con 40” il distacco dal favorito inglese,  sesto al traguardo). Valverde, invece, caduto,  è stato costretto al ritiro.

S’è avviato anche il torneo di Wimbledon. Federer, il re stanco, cerca l’ottavo sigillo tra i maschi; Kvitova, invece, pur ancora dolorante ad una mano dopo l’aggressione subita,  cerca la terza perla tra le femmine. Orfane di Serenona, altrove impegnata in dolce attesa.

ITALIA UNDER 21 PROMOSSA O RIMANDATA? Erano scomparsi con la Cechia, sono riapparsi con la Germania, sono ( di nuovo)  (ri)scomparsi con la Spagna.  Nel corso del secondo tempo, come al solito, dopo una prima parte di gara promettente . Molto promettente. Tanto promettente da farci sperare  nel colpo grosso.
Anche per meglio  capire cosa realmente valgano i nostri ( ancora)  imberbi portacolori che ci porteremo appresso per il prossimo decennio (almeno). La lectio ispanica, senz’altro, lascerà un segno.
I nostri non sono  tanto male, è vero, solo che ( rispetto agli iberici) assomigliano alle luci di Natale. Costringendoci a qualche (non inutile ) riflessione.
Ad esempio sulla gestione della semifinale,  che poteva essere affrontata con qualche risorsa di più in corpo. Solo  se avessimo saldato i conti del girone fin dalla Cechia,  risparmiando qualche goccia di sudore contro la Germania per presentarci poi più solidi e zampillanti contro gli  inesauribili e implacabili ispanici, giustamente noti al mondo  per le loro speciali  batterie energetiche caricate  non per  90 ma per 120 minuti ed oltre, e magari a tutta birra.
Eppoi,  quel nostro possesso palla ( spesso) eccessivo,  da squadra d’altri tempi. E inoltre, quei nostri dispiegamenti in campo non sempre azzeccati, e comunque ‘saltati’ dopo  l’espulsione di Galiardini.
E infine quel sempre più ( inquietante)  rebus che vede le nostre squadre ( di Coppa e Nazionali) tenere il campo  max60/70 minuti, per poi evaporare  al cospetto d’altri  i quali, viceversa, più si spremono meglio  si rigenerano. Per questioni di testa? Di carattere? Di dieta? Di capacità tecnica? O che altro?
C’è qualcuno, insomma,  che può  spiegare quanto sta accadendo?
” Oggi la chiamano densità, che altro non è stata se non  quella la nuvola azzurra che è riuscita  ad annebbiare a lungo  l’indiscutibile superiorità tecnica della Spagna. Sì, il piano di Di Biagio  –  vuol spiegare  Alex FrosioAi raggi x- stava riuscendo. Almeno finchè le energie ( ?), anche psicologiche (?), hanno permesso agli azzurrini di tenere, nonostante un allentamento mentale sul primo gol spagnolo. Con Berna e Chiesa encomiabili per generosità nel ripiegamento, anche se hanno ‘mollato‘  troppo presto ( rispettivamente) Ceballos e Saul ( tripletta).

L’espulsione di Gagliardini, proprio il comandante dei movimenti di chiusura centrali, ha in seguito demolito le energie improvvisamente ravvivate dal Berna. Con un uomo in meno e quel tessuto centrale strappato, Saul ha avuto tempo e spazio per sprigionare tutta la sua classe”. Tutto chiaro. Si fa per dire.
Infatti lo sapevano tutti che Saul  era un diavoletto da non perder di vista un attimo, ma se chi lo doveva  marcare   col passare dei minuti  s’è sentito  venire a meno i ‘garun’ ( i ’garretti’) che altro si poteva sperare?

Saltando da palo in frasca, abbiamo notato, pochi giorni fa, che una squadra di calcio europea è finita nella reteantidoping. Si  tratta della  solita ‘russa’, manco dirlo,  partecipante ai Mondiali 2014  e  ’sospesa‘ per controlli . Quei due o   tre controlli che si fanno qua e là, ogni tanto, a tempo perso. Comunque talmente pochi che  riesce difficile a credere che siano soltanto i russi   a voler ( continuare) a  fare da cavia alla  (  onnipresente ) medicina dello sport. Risultati delle  semifinali Under 21 : Germania-Inghilterra 7-6 dcr e Spagna-Italia  3-1.

 PERCHE’ DOMINA LA SPAGNA? Una domanda che tutti ( i non ispanici) si pongono, soprattutto da quanto le magliette ‘rojas’ hanno cominciato a mietere successi all’infinito.
Spiega Filippo Maria Rossi, corrispondente da Madrid de la ‘rosea‘. ” Il segreto? Vincere giocando. O anche evoluzione stilistica del giocare per vincere. La Spagna va a disputare la sua settima finale Under 21 uguagliando il nostro record e, in caso di vittoria sulla Germania, anche i nostri trionfi: 5 come noi.
Ma quest’Under è soltanto una delle numerose facce della vincente medaglia calcistica spagnola. I numeri sono inequivocabili. Lo stesso dicasi per lo stile di gioco che distingue Nazionali, Campionato e Coppe. Guardare giocare le squadre spagnole è molto spesso un piacere, lo stesso vale per le differenti nazionali”.
E allora, da dove scaturisce  tanto ben di Dio?

” Nel Real Madrid di Perez - continua Filippo Maria Rossi- si era chiesto ad Ancelotti di schierare solo mezze punte e attaccanti. Il desiderata del presidente, pregiudicando ogni equilibrio, non fu accettato. Solo Zidane, più di recente,  si è imposto al terribile Florentino con Casemiro, regalandogli  due Champions consecutive.
Nell’Under di Celades è Marcos Llorente a proteggere il talento dei vari Saul, Asensio, Ceballos ( o Denis Suarez) e Deulofeu. Con Lapetegui c’è Bousquets dietro a Silva, Iniesta, Vitolo o Pedro o Thiago.
Nomi. Alcuni destinati a diventare grandi altri sono già grandi.  Nomi alle cui spalle c’è una idea precisa di calcio. Una maniera di giocare che parte sempre dalla casella dello spettacolo, del dribbling, dell’uomo saltato, del passaggio creativo che s’infila dove occhi normali non vedono nemmeno l’erba, figurarsi lo spazio per far passare il pallone.
E andando ancor  più a ritroso, in Spagna resta tuttora forte la voglia d’insegnare a provarci sempre: i bambini crescono senza l’assillo del resuldatismo, parola che in italiano manca, identificandosi sempre col pallino del bel gioco.
La cosa porta le piccole squadre della Liga a soffrire ogni tanto imbarcate di gol ma eleva il livello medio dei giocatori, toglie loro la paura, fa aumentare il coraggio. E spesso porta anche risultati”.

L’Under 21 spagnola è stata battuta in finale ( 0-1) dalla Germania. Infatti, non appena sono venuti ameno i ‘garun‘ anche gli iberici da ufo sono diventati (soltanto) bravi pedatori .
Consentendo ai tedeschi, ostici come da tradizione  ma per nulla stratosferici e  già da noi battuti ( 0-1) nella terza decisiva partita del girone di qualificazione, di scolpire per la seconda volta il nome della loro nazionale nell’albo d’oro della prestigiosa  categoria.
Albo d’oro che vede  l’Italia ancora in vetta con cinque successi, davanti ai quattro degli ( ex imbattibili ) iberici.

 

ALTRE DI SPORT.

 CALCIOMERCATO

Dani Alves se n’ è andato. Finalmente. Speriamo solo che non si rifaccia vivo. Juve: (cessioni) De Ceglie ( svinc) e Mattiello ( d. Spal)/ ( (obiettivi De Sciglio ( d), Szczesny (p), Darmian (d), Danilo (d), N’Zonzi( c), Matuidi( c), Keita(a), D.Costa(a), Bernardeschi(a); Milan ( cessioni) Lopez( p.), Pasalic (c), Fernandez( c), Deulofeu(a), Ocampos(a) e Poli( c)/ (obiettivi) Neto (p), Perin(p), Conti (d), Calhanoglu(c), Biglia( c), Matuid(c), Kalinic( a), Aubameyang(a), Borini(a); Inter: ( cessioni) Carrizo ( p), Palacio (a)/ (obiettivi) Dalbert ( d), Janko(d), Rudiger (d), Darmian (d), Kalinic e Bernardeschi (a); Berardi (a).

Ultime. La Juve sembra su Bernardeschi ( 40 mln), fissato un incontro. Il Milan ( che non t’aspetti) continua a fare acquisti, e d’un certo peso: in arrivo Calhanoglu ( turco dal Leverkusen, 22 mln) dato per formidabile nelle punizioni. Resta invece in stand by la risposta del Gigio ( o meglio del Raiola), che a questo punto comincia a stufare.
Andasse altrove non sarebbero poi in tanti a strapparsi i capelli. Altri acquisti del Diablo: Musacchio, possibile valido  partner difensivo di Romagnoli;
Kessie, ottimo centrocampista ex Atalanta; Rodriguez, inesauribile corridore di fascia sinistra; Andrè Silva, attaccante giovane ma assai promettente, ex Porto; Borini, attaccante, di ritorno in Italia dopo un lustro nel Sunderland. Andrò a respirare l’aria degli Immortali che s’allenavano a Milanello.

ABERRAZIONI

Messi a vita nel Barca. Che pone sul suo eroe una clausola rescissoria di 400 mln, concedendo un ingaggio mostruoso: 30 mln euro a stagione. Rispondono gli spendaccioni del Real, che con le clausole rescissorie per Ronaldo e Bale toccano vetta un miliardo.
Il portoghese guadagna 23,6 mln euro netti annui e il gallese 19 mln euro. Messi ha commentato ” Un sogno chiudere la carriera con la maglia blaugrana”.
E ti vorrei vedere: con tutti quei soldi ci vorrebbe anche che si mettesse fare le pulci sull’onorario. Sui sogni. E sul suo ( e nostro)  futuro. Intanto, sia Messi che Cr7, hanno grosse beghe col fisco spagnolo, da risolvere, a breve.

 ALTRE DI SPORT. L’americana Ladecky, 20 anni, timbra nei 400 sl il terzo tempo della storia ( 3’58”). Allarme Marco Tamberi, che non vola e pensa ad evitare i Mondiali. Stephen Curry, 29 anni, stella di Warriors, percepirà i un quinquennio oltre 200 ml di dollari.

Ventimila britannici e irlandesi sono piombati (?) a Wellington per il 24/21 dei Lions contro gli All Blacks. Storico. Vasco Rossi, che non è uno sportivo ma un cantautore, con i suoi 220 mila riuniti a Modena ha battuto ogni record in fatto di cencerti. Blasco, insomma, resta un fuoco sempre acceso nel cuore dei suoi innumerevoli ammiratori.

CURIOSITA’

 

COPPI O  MERCKS ? SENTIAMO GEMINIANI. Viviamo un’epoca strana in cui il ciclismo sembra essere migrato in Albione, con i tanti suoi nuovi improvvisi eroi che non si sa mai se prendere sul serio o no. Viste anche  le loro performance selezionate e fugaci. E  dalle carriere ( relativamente) brevi. Esattamente  l’opposto delle carriere dei campioni d’una volta, prima e dopo la seconda guerra, con quei pedalatori della genia di Achille ed Ettore, figli di dei,  i quali sulle impervie strade di allora mostravano più resistenza  degli acciai speciali.
E’ ( comunque) dagli anni Sessanta che ci si dibatte se il più grande dei pedalatori sia stato il nostro Coppi o il belga Mercks. Molti storiografi ( ma anche  tanti, troppi, saputelli di nuovo pelo finanche nostrani) , oggi   ( allegramente) propendono per il secondo, visti anche il numero dei titoli che è riuscito a mettere in carniere. Senza valutare, chissà perchè,  i contesti diversi in cui i due straordinari campioni hanno vissuto e accumulato le loro imprese. Tanto diversi che, a volerli raffrontare attraverso i numeri, è praticamente impossibile.
Ad esempio, quando si elencano le vittorie di Coppi ci si ricorda del  suo ‘ salto’  agonistico per ragioni belliche e post belliche  di ( almeno) un lustro (1942/1947)? Quando si dice che il Campionissimo ha vinto ‘ solo‘ due Tour si sa che, lui, al Tour, per le ragioni di cui sopra, c’è potuto andare solo tre volte in tutto  e dopo i trent’anni? E comunque, sul tema, tra i tanti pareri, avveduti o meno, c’è n’è uno oggi che ( per competenza, conoscenza diretta e imparzialità)  può ( come si dice) tagliare la testa al toro? C’è? Sì? E qual è? E’ quello del ‘grande’ Raphael Geminiani, 91 anni, emigrato d’origini romagnole  in Francia e avversario ( con Robic e Bobet) del nostro campione.

Racconta  Raphael Geminiani: ” Nella mia carriera m’è capitato di essere  ( anche) direttore sportivo di Mercks. Non si capacitava, lui, di tanto amore verso il campione di Castellania.  Un giorno Eddy mi fa: ‘ Tu sei sempre per Coppi, ma io sono almeno al suo livello?’. E io: ‘ No, lui ha vinto qualcosa che a te manca‘. Eddy ribattè:’ E’ impossibile, cosa?’. Gli risposi: ‘ Due titoli mondiali su pista ad inseguimento‘. Rimase senza parole. Dopodichè aggiunsi: ”  Se Fausto stava bene poteva staccarti ovunque. In salita, in discesa, in pianura, a cronometro, col sole, con la pioggia e con la neve. Ovunque. Mettiti il cuore in pace: era immenso”.

 

NOTA

I CENTAURI. La figura del centauro ha origine dall’amore sacrilego fra il re dei LapitiIssione, e una sosia della dea EraNefele, dalla cui unione nacque, appunto, Centauro, un essere deforme che si accoppiò con le giumente del Monte Pelio ed originò una razza di creature ibride, metà uomini e metà cavalli.

Nella mitologia, i centauri sono sempre dipinti con carattere irascibile, violento, selvaggio, rozzo e brutale, incapaci di reggere il vino. Solitamente raffigurati armati di clava o di arco, caricavano i loro nemici emettendo urla spaventose.
La loro particolarità era dunque di possedere tutti i pregi e tutti i difetti del genere umano, portati però a livelli elevatissimi, tanto che nella mitologia sono stati riservati loro ruoli completamente contrastanti: dall’estrema saggezza all’incredibile crudeltà.

FAVOLE


IL LUPO E L’AGNELLO
Esopo ( 620/560 a.C.)

Un lupo vide un agnello vicino a un torrente che beveva,
e gli venne voglia di mangiarselo con qualche bel pretesto.
Standosene là a monte, cominciò quindi ad accusarlo
di sporcare l’acqua, così che egli non poteva bere.
L’agnello gli fece notare che, per bere, sfiorava appena l’acqua
e che, d’altra parte, stando a valle non gli era possibile
intorbidire la corrente a monte.
Venutogli meno quel pretesto, il lupo allora gli disse:
” Ma tu sei quello che l’anno scorso ha insultato mio padre ! ”
E l’agnello a spiegargli che a quella data non era ancora nato.
” Bene ” concluse il lupo ” se tu sei così bravo a trovare
delle scuse, io non posso mica rinunciare a mangiarti”.

La favola mostra che contro chi ha deciso di fare un torto
non c’è giusta difesa che valga.

Ti potrebbe interessare anche...