Non solo sport. La ‘rossa’, cotta e mangiata! Il ‘dinamitardo’ Aru ‘ da solitario’ secondo al Tour .

LA CRONACA DAL DIVANO. Se non andiam errati, da tre Gp ( più o meno) a questa parte, e dopo che Toto boss Mercedes s’è andato a lamentare in Pirelli del fatto che ( al contrario delle ‘frecce‘) le ‘rosse‘ trovassero sempre le finestre giuste nell’ utilizzo degli pneumatici, la situazione si è ribaltata. Letteralmente.
Le ‘frecce‘ potrebbero infatti anche evitare i pit stop tanto poco consumano le gomme, mentre quelli della ‘rossa’ se ne dovrebbero portare seco un camioncino per gara, vista la loro voracità nel consumare il buon materiale da strada fornito dalla ( nostra) Pirelli. Pensieri. Solo esuli pensieri.
Mentre il tracotante inglese sta salendo ( a suon di record) la china del gotha dell’automobilismo di tutti i tempi. Non è che stia convincendo tutti, diciamolo pure, manco quelli che saltano in piedi ad ogni suo bel vedere in pista. Forse, anche loro come noi, vorrebbero vedere più che degli assolo un duello ravvicinato con tanto di ‘sverniciate‘, anche per capire chi effettivamente sia il miglior pilota ( e la miglior auto) del reame.
Lo spettacolo c’è, sì, a sprazzi, ma quando si vedono gomme a sbriciolarsi ad uno due giri dalla fine, non è che si resti (tutti) entusiasti ( e convinti) . La speranza è che dopo il circuito di casa Hamilton si possano frequentare circuiti più ‘imparziali’. E ‘veritieri‘. A cominciare dall’Ungaro, in lista sul carnet ( prima della pausa) nel prossimo weekend.
Dopo il Gp d’Inghilterra la classifica piloti di F1 è questa: Vettel ( Ferrari) 177 punti, Hamilton ( Mercedes) 176, Bottas ( Mercedes) 154. Quella costruttori: Mercedes 330 punti, Ferrari 275.
Praticamente resta ancora tutto da decidere, nonostante la disastrosa prova della ‘rossa’ ( che non t’aspetti) sulla pista di casa Hamilton.
Tra le pagine belle del weekend non possiamo non segnalare, da un lato, quelle che raccontano delle belle medaglie del nuoto per i nostri colori; ma anche, dall’altro, quella che scolpisce l’ottava Wimbledon di re Federer. I nostri ragazzi si sono portati a casa un argento e un bronzo nella 5km di fondo sul lago Balaton; Roger, invece, non ha fatto altro che baciare e ribaciare quel prestigioso simbolo dorato che lo proietta dritto dritto tra i più grandi di sempre del suo sport.
ARU: SOLO RISPETTO. “ Le liasons dangereuses du dynamiteur Fabio Aru ” ( ovvero: ’ Le relazioni pericolose del dinamitardo Fabio Aru’). Così il ( fu prestigioso) quotidiano Le Monde, aveva ‘attaccato‘ nei giorni scorsi con incredibile vaniloquio il nostro campione definito una ‘ sintesi degli anni neri del ciclismo italiano‘, ma in modo scomposto e non circostanziato, basato solo sulla citazione di persone ‘controverse’ che lavorano con Aru, a cominciare dal team managers dell’Astana, Vinokurov. Incredibile. Che giornalismo! Che stile !
Anche perchè se le persone ‘controverse’ sono quelle che mette in strada la ( fantomatica) Astana di questi giorni, più di danno che di utile per il nostro Fabio, meglio lasciarle perdere che trovarle. Il problema è che, guarda caso, proprio in questi ultimi sviluppi di Tour, il nostro Fabio s’è vestito ( per due giorni) di giallo, restando comunque ( nonostante i reiterati attacchi di qualsiasi colore e provenienza) al secondo posto della classifica per ( soli) 18”.
Insomma, il nostro Fabio, checchè ne dicano i soloni accusatori della dolce lingua neolatina resta in lizza per la vittoria finale. Se poi, dalle parti di Le Monde, preferirebbero un altro, questo non ci è dato da sapere. Lo lascino però in pace. Nel compiere la sua (quotidiana) fatica disumana, per rispondere ( da solo) a cani e porci. Si fa per dire, ovviamente, perchè al mondo di gente che fatica come quella che sale in bici ce n’è poca davvero. Per loro, infatti, solo rispetto.
MOTO IN VACANZA. Facciamo il punto durante la sosta. Al Sachsenring per il Gp di Germania ci si attendeva un dominio Honda e dominio Honda c’è stato. Con, lassù in vetta, Marc Marquez, messo (però) alla frusta per gran parte della gara dal carneade Folger ( Yamaha Tech), centauro di casa, ma che alla fine della gara non ha potuto altro che cedere il passo al nuovo dominus della classifica mondiale. Ora in graduatoria, Marc, ha toccato 129 punti, 5 più di Vinales ( quarto al traguardo); 6 più di Dovi ( ottavo al traguardo) e 10 più del Vale da Tavullia ( quinto al traguardo).
Al dominio spagnolo in MotoGp ( 4 nei primi cinque) l’Italia ha risposto con il dominio in Moto2 ( 4 tra i primi cinque); e in particolare, con uno spettacolare Morbidelli che ha mostrato tutto il suo valore nel ‘domare’ ( non il volpone Luthi, finito sulla sabbia) ma il sorprendente Olivera in grande rimonta. Buon secondo posto di Fenati in Moto3, gara vinta dal solito Mir. Per un bilancio complessivo che ( alla vigilia della sosta estiva) nella MotoGP , la classe regina, lascia un po’ tutti sulla corda: quattro infatti restano i contendenti racchiusi tutti in soli 10 punti: Marquez, come detto, ma anche Vinales, Dovi e Valentino.
Nella Moto 2, invece, la caduta allontana Luthi di 37 punti da Morbidelli; mentre, nella Moto3, Mir conta un vantaggio buono ( circa 30 punti) ma non ancora del tutto rassicurante, su Canet e soprattutto su Fenati, terzo in graduatoria, ma questa in queste ultime apparizioni in gran spolvero.
Colpi di scena. Spettacolo. Incertezza sistemica. E’ questa la cronaca delle due ruote a motore. E poi c’è chi si meraviglia come queste gare attirino un crescente ed appassionato interesse. I paludati della Fia non guardano gare di moto?
CALCIOMERCATO
Ultime dalla cronaca. I colpi grossi continua a farli il Diavolo, guidato da un regista esperto di fuochi pirotecnici: dapprima, intatti , i primi fuochi, poi quelli di maggiore impatto e complessità ( Bonucci e Biglia) ed, ora, il ( probabile) botto. Qual sarà non è dato a sapere. Forse Bellotti, forse Kalinic, forse Auba, forse ( perfino) Morata.
La Juve sembra aver messo gli artigli su Bernardeschi ( 40 mln+ bonus), ma la Viola nicchia. Sul prezzo. Ce l’ha fatta invece per Douglas Costa.
Al Milan ( che non t’aspetti) vanno ( comunque) ufficialmente attribuiti gli acquisti di Calhanoglu ( turco dal Leverkusen, 22 mln) formidabile nelle punizioni, Musacchio, partner per Romagnoli; Kessie, centrocampista ex Atalanta; Rodriguez, inesauribile corridore di fascia sinistra; Andrè Silva, attaccante di buone speranze, ex Porto; Borini, attaccante, di ritorno in Italia dopo un lustro nel Sunderland e Conti, difensore, dall’Atalanta.
All’ultimo momento ( come sopra anticipato) si sono aggiunti Bonucci ( ex Juve) e Biglia ( ex Lazio). Costoro andranno tutti, buoni e non, a respirare l’aria degli Immortali che popolavano un tempo Milanello.
S’è consumata ( nel frattempo) l’attesa risposta al Milan del Gigio ( o meglio del Raiola), che a questo punto sarebbe meglio zittire. Anche perchè più parla più (si) crea (di)sistima. Al momento infatti migrassero ( lui e il suo caimano) in qualche loco ameno dell’Altrove non sarebbero poi in tanti i rossoneri disposti a strapparsi i capelli. Forse i due non lo capiscono, ma il calcio ( alla fine della veglia) vive sugli antichi valori e non ( come appare) sui luccicanti danari.
Milan, dunque, da far strabuzzare gli occhi. Anche se Zvonamir Boban, fresco segretario generale Fifa, (ora) impegnato a contrastare l’avidità dei più feroci caimani, non ha mancato di calare la sua impietosa ( ma pur sempre sincera) pugnalata: ” Sì – ha sbottato l’ex milanista- stanno facendo dei buoni acquisti, ovviamente da amalgamare, ma il fenomeno non c’è, manca, e questo non è un aspetto secondario per una squadra leggendaria come il ( mio) Milan“.
Parimenti, sulla sponda opposta di Milano, il nuovo mister implora con i soliti occhi lucidi la sua dirigenza ( lenta lenta) di mantenere quanto promesso(gli).
Da come si esprime sembra proprio che ‘braccino corto‘ Suning stia puntando più sui giovani acquistati in quantità industriale che su una ( costosa) truppa presente. Anche perchè, nel prossimo anno, non dovendo disputare la Beneamata alcunchè oltre al Campionato, si vede che al tycoon cinese appare più che sufficiente il conseguimento di uno dei posti Champions o Europa League.
Dopodichè, forse, fatte le opportune valutazioni, e con buona pace di Spalletti e dei fans nerazzurri, si vedrà quanto più spendere. Mr Suning ( da buon cinese) è pronto a fornir la clamorosa smentita?
VAR UTILE O NON UTILE? Aldo Biscardi, indimenticato conduttore del Processo del lunedì, le aveva dedicato una intera vita( giornalistica) Fosse stato per lui di moviola sui campi di calcio si parlerebbe da anni. Invece l’introduzione dell’occhio di falco è recente. E non sempre con esiti soddisfacenti. Anzi. Durante la finale di Confederation Cup tra Cile e Germania, ad esempio, vinta ( per la prima volta nella loro storia) dai (soliti) tedeschi per o-1, il cileno Jara colpisce con il gomito al volto il tedesco Werner, proditoriamente, violentemente, chiaramente. I dubbi non ci sono. I cronisti, infatti, tra i quali zio Bergomi, non fanno altro che sottolineare la gravità dell’intervento. Sanzionabile solo e soltanto col rosso.
Inutilmente. Pressato dalla panchina tedesca l’arbitro Mazic corre al tavolo della Var ( ingenuamente collocato sul campo) per controllare.
E tra la sorpresa generale, pur con tutta l’evidenza virtuale, si limita ad estrarre un giallo al posto di un rosso che ci stava tutto. Probabilmente, il tutto, per evitare di concedere un rigore . Ma qual è lo scopo della Var? Verificare i fatti per agire di conseguenza o continuare col gioco delle tre carte? Tra l’altro se non si provvede col rosso in casi tanto acclarati quando mai lo si sanzionerà? Ce lo chiediamo, infatti, in tanti preoccupati.
Anche perchè l’episodio è passato in cavalleria tra i media. Che agli uomini resti ( e resterà) difficile fare esercizio di oggettività lo sappiamo. E tuttavia quante ‘ magagne’ ( vogliamo continuare a coprire su quei campi di sport dove verità, legalità e merito dovrebbero farla da padrona ? Non è per caso che ci dia gusto far innalzar trofei non ai migliori ma solo a quelli o più protetti o più furbi o i più disonesti? Siamo sicuri che non sia meglio tornare agli usati costumi?
ALTRE DI SPORT. I Lions ruggiscono ancora. L’Impero ferma gli All Blacks ( terzo test sul 15-15). Al Gp, il volley Italia donne bastonato dagli Usa ( o-3). Farah,34 anni, mezzofondista d’origini somale, quattro ori olimpici e cinque mondiali, accusato di doping, è sceso in pista ( una volta di più) contro tutti a Londra.
Ha vinto i 3000 s, ma non in tanti quelli disposti a dimenticare. Sono iniziati i mondiali di nuoto ( con medaglia d’argento azzurra nei 5 mila di fondo) e quelli di calcio a 6. Il volley ragazze ha schiantato la Cina ( 3-0) nella World League.
FANTOZZI NON VADI VIA. Paolo Villaggio, morto in una clinica romana a 84 anni, era un sampdoriano della prima ora, dal 1946, anno di fondazione del club.
Villaggio era in tribuna a Marassi il giorno dello scudetto ( 19 maggio 1991, vittoria 3-0 contro il Lecce), portava una coccarda blucerchiata al petto e approfittò del microfono di Gianni Minà per tirare una frecciatina al suo amico De Andrè, genoano, col quale aveva scritto la canzone su Carlo Martello di ritorno dalla battaglia di Poitier.
Villaggio resta impresso nella memoria collettiva soprattutto per due genialità: Fantozzi e Fracchia, personaggi senza tempo .
Nati entrambi all’Italsider. Come raccontò lo stesso Villaggio. Fantozzi, ad esempio, in realtà si chiamava Bianchi e portava i baffi. Il suo ufficio era collocato in un sottoscala. Fracchia, invece, si chiamava Verdina e si connotava per il suo mostruoso aspetto fisico, forse non esattamente brutto, ma con tanto di calosce e ombrello. Fracchia era uno che s’incavolava ogni volta da matti. Che non sopportava l’ingiustizia. Fracchia e Fantozzi restano comunque due impiegati, due invenzioni, al limite. Ma mentre Fracchia è uno che reagisce, Fantozzi è uno che prende la vita come viene. Forse, entrambi, risorse opposte della complessa e geniale personalità del creatore.
Innumerevoli sono i riferimenti sportivi ( non solo doriani) nella saga cinematografica di Fantozzi. Come quell’Arsenal/Samp di Coppa delle Coppe del 1995, finito 3-2 per gli inglesi. Divertentissimo. Memorabile. Villaggio nella sua carriera aveva vinto tutti i premi possibili, compreso un Leone d’oro. Gli mancava l’Oscar. Una volta a Neri Parenti confessò: ” Sulla mia tomba non ci sarà l’Oscar, ma (solo) il bosco di Fantozzi“.
COSTUME. Martedì 5 luglio il taglio alto della ‘rosea’ grida ” Nell’estate di Max, il colpo è Ambra”. Max, sarebbe Allegri, prossimo ai 50, rinnovato mister della Juve capace in Champions ( lui in panca) di fare 30 ma non 31. Ambra invece, 40 anni compiuti in aprile, è l‘ Angiolini ex bimba prodigio di Buoncompagni, protagonista, ultimamente, di qualche ruolo di rilievo televisivo e cinematografico. Entrambi vengono, come s’usa dire oggi, da due lunghe storie familiari finite.
Max con Claudia Ughi, madre del figlio più piccolo, Giorgio, 5 anni; Ambra, con Francesco Renga, due bimbi con lui.
Max, toscanaccio di Livorno, capace di accendersi di passione ad ogni attimo, padre inoltre di Valentina, 22 anni, avuta da una precedente relazione, stavolta non ha resistito al fascino dei libri. Il feeling amoroso infatti con Ambra sarebbe‘fiorito’ al salone del libro di Torino.
Un po’ come capitò, fatti i debiti aggiustamenti, al Paolo e alla Francesca del nostro antico Dante.
Ai giorni nostri chi commenta queste storie, questi personaggi, luci ed ombre comprese, tende a farlo con un’amabile alzatina di spalle. Corroborata da un sorriso carico di comprensione.
E in effetti di che preoccuparsi? L’emancipazione ( dalla rigida morale cristiana) ) ci ha indotti ad esser teneri, comprensivi, con tutto e tutti. Così in effetti ha fatto anche la( solita) ragazza (o ragazzina) invitata all’uopo nella ( solita) trasmissione televisiva dove oltre al calciomercato si trova il tempo di spaziare per l’aere attorno. La graziosa ospite su invito ha commentato: “ Beh, che c’è di male? E’ una storia come un’altra. In fondo la gente dei nostri tempi vuol provare a vivere come meglio crede. Senza tabù. Senza complessi. Senza impegni. Un po’ come l’aria frizzante di primavera”.
Sì, una eterna primavera popolata di farfalle multicolori. Oggi non esistono più donne c0n l’anime di Maria, Beatrice, Laura. Mentre tra gli uomini non usano più quelli che si spezzavano la schiena per per tenere unito ed allegro il desco familiare. Oggi, uomini e donne, si son messi a scrivere storie in continuità. Con fantasia creativa inesauribile, maneggiando materia da penne immortali, storie leggere leggere, però, proprio come voli di farfalle, che s’esauriscono nel breve volgere di qualche ora di luce. I bambini, soprattutto quelli con gli occhi da poco spalancati sul mondo, per crescere e trovare identità ed appartenenza, amano la vicinanza ( non casuale ) di chi li ha ‘costretti’ a venire al mondo .
Per giocare . Per confidarsi. Per imparare ad amare la vita. Quando non se li trovano accanto ( a prescindere da razza, genere, condizione sociale) chiedono:” Dov’è mamma, dov’è papà? “. Un inghippo, questo, un groppo. Infatti quanta forza occorre trovarsi dentro per rispondergli: “ Sono andati al mare” .
CURIOSITA’. Il body avveniristico usato ( non solo) da Froome a Dusseldorf ha scatenato polemiche. Eppure, quel body prodigioso, non è l’unico prodotto super tecnologico usato da Sky, anzi. E il bello è che nella performance del team inglese c’è tanto di italiano.
Le bici, ad esempio, arrivano da Treviso: Pinarello F10 è l’innovativo telaio che rispetto al precedente migliora l’aerodinamica ( 12,6%), la rigidezza( 7%) e cala il peso(6,3%).
Il modello specifico per le tappe di salita è il nuovissimo F10XL. Qui il carbonio è unidirezionale. Inoltre per risparmiare peso è stato ridotto al minimo il colore.
La Castelli, inoltre, fornisce l’abbigliamento da gara, tanto mirato quanto difficile da descrivere. Al Tour spesso si trovano condizioni di caldo estremo. Per questo Kask ha studiato un nuovo modello, il Valegro: pesa 180 gr, ha 36 feritoie per la ventilazione ed è stato messo a punto alla galleria del vento della Jaguar. Froome lo userà a partire dal primo arrivo in salita.
NON SOLO SPORT
NOTA
I CENTAURI. La figura del centauro ha origine dall’amore sacrilego fra il re dei Lapiti, Issione, e una sosia della dea Era, Nefele, dalla cui unione nacque, appunto, Centauro, un essere deforme che si accoppiò con le giumente del Monte Pelio ed originò una razza di creature ibride, metà uomini e metà cavalli.
Nella mitologia, i centauri sono sempre dipinti con carattere irascibile, violento, selvaggio, rozzo e brutale, incapaci di reggere il vino. Solitamente raffigurati armati di clava o di arco, caricavano i loro nemici emettendo urla spaventose. La loro particolarità era dunque di possedere tutti i pregi e tutti i difetti del genere umano, portati però a livelli elevatissimi, tanto che nella mitologia sono stati riservati loro ruoli completamente contrastanti: dall’estrema saggezza all’incredibile crudeltà.
CANTO V INFERNO- Dante ‘Divina commedia’
- ” Noi leggiavamo un giorno per diletto
- di Lancialotto come amor lo strinse;
- soli eravamo e sanza alcun sospetto.
- Per più fïate li occhi ci sospinse
- quella lettura, e scolorocci il viso;
- ma solo un punto fu quel che ci vinse.
- Quando leggemmo il disïato riso
- esser basciato da cotanto amante,
- questi, che mai da me non fia diviso,
- la bocca mi basciò tutto tremante.
- Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse:
- quel giorno più non vi leggemmo avante”.