Non solo calcio. Chapeau, cavalier Aru ! ‘Rossa’: riscatto all’ Ungaro? Milan: più Kalinic che Bellotti?

LA CRONACA DAL DIVANO. Il flop della ‘rossa’ preoccupa. Tre Gp fa, Toto Wolff s’è andato a ‘lamentare’ in Pirelli per il fatto che, stranamente a suo dire, le ‘rosse’ azzeccavano ogni finestra di gomme e loro, i padroni d’argento, no, andando ogni volta in zampanella. Cosa si sia detto Toto con quelli di Pirelli non si sa, di certo è che da tre/quattro Gp le ‘frecce’ sono tornare a ruggire e le ‘ rosse’ a belare.
Che a domar Germani ci volessero il console Mario o il generale Diaz, oggi indisponibili, lo sappiamo. Purtroppo. Senz’altro dg Marchionne e ds Spendibene (oggi come oggi ) poco o nulla possono quando quelli d’Oltralpe intendono rivarcare i passi alpini per venire a dettar legge in quella Padania che (era e resta) l’unico, vero, insidioso, alter ego alle loro mire mai pacifiche e sempre prevaricanti.
I Germani , si sa, vogliono vincere. Solo vincere. E (possibilmente) predare. Qui ci vorrebbe che il nostro Seb, tedesco di nome ma non di sorriso, si mettesse nei panni del nostro Nivola quando, nel 1935, al Nurburgring, sfrecciò con una Alfa in rosso davanti agli squali d’argento mandando ( letteralmente) in palla il buon Adolf ed i suoi accoliti.
Fase finale del Tour de France. Finalmente il ‘dinamitardo‘ Aru, 27 anni, è volato fuori di classifica, esattamente al quinto posto a circa due minuti dal fenomeno inglese Froome. Saranno felici i bei sederi di Le Monde, che contro il nostro avevano sparato cattiverie senza alcun costrutto. Fabio, insomma, solo contro tutti, era assistito da una squadra che sarà pure chiacchierata ma che nella circostanza ( per un motivo o per l’altro) è letteralmente scomparsa. Lasciando il loro compagno nudo come alle origini contro squadre, in primis Sky, che più forti di così non potrebbero essere. Qualcuno dice che dei cosiddetti gregari dell’inglese ce ne siano ( più o meno) tre o quattro in grado di prendere le veci del capitano. Ad esempio Landa, che dopo la tappa alpina ha scavalcato in quarta posizione il nostro campione. Ora la lotta si riduce a tre o quattro antagonisti, con la cronometro di 22 km da disputare.
POVERI DIAVOLI. Sfogliamo la cronaca, che non consente di evitare una riflessione sulla sempre più evidente debacle europea dei nostri tempi. Frutto di una situazione complessiva, prima ancora che storica, forse resa sazia dal benessere, di certo cinica, e per nulla in grado di affrontare con i dovuti strumenti e l’indispensabile unità d’intenti l’epocale assalto migratorio di questi tempi. Con danni enormi, lacrime a non finire.
Come si sa, sono ormai anni, che ‘poveri diavoli’ cercano di raggiungere l’Europa quale loro ancora di salvezza rispetto a situazioni locali invivibili e violente. Arrivano da mezzo mondo, quello più misero e spesso in conflitto. Tra di loro non tutti sono ‘poveri diavoli‘, d’accordo, e una selezione più oculata potrebbe verificarlo. Fatto è però che nella leggiadra Europa di questi tempi di gente disposta a rimboccarsi le maniche ce n’è poca davvero.
Anche perchè, qui, è praticamente un ‘ si salvi chi può’ che non sta salvando nessuno. Nè quelli che vorrebbero tirare su muri, nè quelli che inviano carri armati alle frontiere, nè quelli che sparano alle frontiere. E neppure quelli che vorrebbero far finta di nulla e passare la palla al partner più sfigato. Come l’Italia, ad esempio, che tra incertezze ed amenità varie, non riesce più a farsi ascoltare da quelli dell’Altrove, sordo e sordido, un tempo cristiano e oggi senza più anima ed identità, tranne quella del ‘ darsi alla fuga’ in ordine sparso.
L’Italia, certo, l’eterna, minuscola, ma isolata Italia, con tutti i suoi limiti, da sola davanti all’epocale emergenza. L’Europarlamento, che avrebbe dovuto dire la sua sull’argomento, è rimasto vuoto. Nel frattempo però dai bei mari del Sud continuano ad arrivare, ma anche a naufragare, migliaia di ( veri o presunti) ’poveri diavoli’. E tra loro tanti bambini. Quelli davvero ‘ poveri diavoli’. Con gli occhi chiari. Attoniti. Increduli. Come potrebbero pensare infatti che nella parte più civilizzata del mondo c’è qualcuno che ha deciso di ‘ tranciare’ la loro parabola umana prima ancora che abbia iniziato a spiccare il volo?
GLI ALTRI SI VERGOGNINO. Dice Liam Neeson, 65 anni, attore, protagonista ‘Schindler’s list’ , accosta il ruolo avuto dal suo personaggio durante l’ultima guerra dove si adoperò al salvataggio di numerosi ebrei, con la tragedia quotidiana di migliaia di ‘poveri diavoli’, tra loro tante donne e bambini, che continuano ad affogare nei bei mari del Sud. ” Anche l’ Italia ha oggi un ruolo simile e mi riferisco ai migranti. L’Europa ha il dovere di aiutarla, così come le Nazioni Unite, non possiamo a contare solo sulla vostra inesauribile generosità. So che c’è anche qui che inizia ad essere stanco di accogliere, ma bisogna ricordarsi che i muri rovinano ogni tipo di bellezza. Lo ripete anche papa Francesco, uomo davvero interessante. L’Italia sta insegnando al Mondo cosa significhi l’altruismo, tutti gli altri Paesi dovrebbero vergognarsi”.
SPETTACOLO IN MOTO. Al Sachsenring per il Gp di Germania ci si attendeva un dominio Honda e dominio Honda c’è stato. Con, lassù in vetta, Marc Marquez, messo (però) alla frusta per gran parte della gara dal carneade Folger ( Yamaha Tech), centauro di casa, ma che alla fine della gara non ha potuto altro che cedere il passo al nuovo dominus della classifica mondiale. Ora in graduatoria, Marc, ha toccato 129 punti, 5 più di Vinales ( quarto al traguardo); 6 più di Dovi ( ottavo al traguardo) e 10 più del Vale da Tavullia ( quinto al traguardo).
Al dominio spagnolo in MotoGp ( 4 nei primi cinque) l’Italia ha risposto con il dominio in Moto2 ( 4 tra i primi cinque); e in particolare, con uno spettacolare Morbidelli che ha mostrato tutto il suo valore nel ‘domare’ ( non il volpone Luthi, finito sulla sabbia) ma il sorprendente Olivera in grande rimonta. Buon secondo posto di Fenati in Moto3, gara vinta dal solito Mir. Per un bilancio complessivo che ( alla vigilia della sosta estiva) nella MotoGP , la classe regina, lascia un po’ tutti sulla corda: quattro infatti restano i contendenti racchiusi tutti in soli 10 punti: Marquez, come detto, ma anche Vinales, Dovi e Valentino.
Nella Moto 2, invece, la caduta allontana Luthi di 37 punti da Morbidelli; mentre, nella Moto3, Mir conta un vantaggio buono ( circa 30 punti) ma non ancora del tutto rassicurante, su Canet e soprattutto su Fenati, terzo in graduatoria, ma questa in queste ultime apparizioni in gran spolvero. Colpi di scena. Spettacolo. Incertezza sistemica. E’ questa la cronaca delle due ruote a motore. E poi c’è chi si meraviglia come queste gare attirino un crescente ed appassionato interesse. I paludati della Fia non guardano gare di moto?
ALTRE DI SPORT. Minisini-Flamini oro nel sincro di coppia ai Mondiali di nuoto. E’ il primo titolo planetario della specialità per l’Italia. Il ‘Settevecchio’ ( decimato dai virus) ha battuto la Francia 19-9. E pareggiato (9-9) con l’Ungheria. Roger, dopo avere vinto l’ottava di Wimbledon, punta al numero uno in graduatoria mondiale. Al momento è solo terzo. Che fenomeno Egonu, un mix tra Phipps e Aguero. Su Instagram Gentile saluta e passa Milano alla Virtus. Dopo il Mondiale Onorato, il papà di ‘Mascalzone latino‘, lavora per il ritorno in Amerca’s Cup. ” Nell’ultima Coppa – dice – ho visto più ciclisti che marinai”. Scherma: via ai Mondiali, con cinque azzurri nelle eliminatorie.
CALCIOMERCATO
Ultime dalla cronaca. I colpi grossi li sta facendo il Diavolo, guidato da un regista esperto di fuochi pirotecnici: dapprima, intatti , i primi fuochi, poi quelli di maggiore impatto e complessità ( Bonucci e Biglia) ed, ora, il ( probabile) botto. Qual sarà non è dato a sapere. Forse Bellotti, ( più probabile) Kalinic, forse Auba, forse ( perfino) Morata.
Al Milan ( che non t’aspetti) infatti vanno aggiunti ( rispetto a quanti citati sopra) gli acquisti di Calhanoglu ( turco, dal Leverkusen, 22 mln) formidabile nelle punizioni, Musacchio, partner per Romagnoli; Kessie, centrocampista ex Atalanta; Rodriguez, corridore di fascia sinistra; Andrè Silva, attaccante ex Porto; Borini, attaccante, di ritorno in Italia dopo un lustro nel Sunderland e, da ultimo, Conti, difensore, dall’Atalanta.
Costoro andranno tutti a respirare l’aria degli Immortali che s’allenavano a Milanello.
E’arrivata( nel frattempo) anche la sospirata risposta al Milan del Gigio ( o meglio del Raiola), che a questo punto sarebbe miglio azzittirlo. Anche perchè più parla più crea (di)sistima. Andassero ( lui e il suo caimano) in qualche loco ameno dell’Altrove non sarebbero poi in tanti i rossoneri disposti a strapparsi i capelli. Forse i due non lo sanno, ma il calcio ( alla fine della veglia) vive sugli antichi valori e non ( come sembra) sui freschi danari.
Roba da far strabuzzare gli occhi. Anche se Zvonamir Boban, fresco segretario generale Fifa, (pregevolmente) impegnato a contrastare l’avidità di alcuni feroci caimani, non ha mancato di calare la sua impietosa ( ma pur sempre sincera) pugnalata: ” Sì – ha sbottato l’ex milanista- stanno facendo dei buoni acquisti, ovviamente da amalgamare, ma il fenomeno non c’è, manca, e questo non è un aspetto secondario per una squadra leggendaria come il ( mio) Milan“.
Parimenti, sulla sponda opposta di Milano, il nuovo mister implora con i soliti occhi lucidi la sua dirigenza ( lenta lenta) di mantenere quanto promesso(gli). Da come si esprime sembra proprio che il potente Suning stia puntando più sui giovani acquistati in quantità industriale che su una ( costosa) truppa presente.
Anche perchè nel prossimo anno, non dovendo disputare la Beneamata alcunchè oltre al Campionato, si vede che al tycoon cinese appare più che sufficiente l’ obiettivo di uno dei posti Champions o Europa League. Dopodichè, il prossimo anno, forse, e con buona pace di Spalletti e dei fans nerazzurri, si vedrà quanto più spendere. Mr Suning ( da buon cinese) è pronto a fornir la clamorosa smentita?
La Juve infine sembra aver messo gli artigli su Bernardeschi ( 40 mln+ bonus), ma la Viola nicchia. Sul prezzo. Operazione in corso. Fatta invece per Douglas Costa. Preso anche De Sciglio, erede dell’inutile meteora Alves.
VAR UTILE O NON UTILE? Aldo Biscardi, indimenticato conduttore del Processo del lunedì, le aveva dedicato una intera vita( giornalistica) Fosse stato per lui di moviola sui campi di calcio si parlerebbe da anni. Invece l’introduzione dell’occhio di falco è recente. E non sempre con esiti soddisfacenti. Anzi. Durante la finale di Confederation Cup tra Cile e Germania, ad esempio, vinta ( per la prima volta nella loro storia) dai (soliti) tedeschi per o-1, il cileno Jara colpisce con il gomito al volto il tedesco Werner, proditoriamente, violentemente, chiaramente. I dubbi non ci sono. I cronisti, infatti, tra i quali zio Bergomi, non fanno altro che sottolineare la gravità dell’intervento. Sanzionabile solo e soltanto col rosso.
Inutilmente. Pressato dalla panchina tedesca l’arbitro Mazic corre al tavolo della Var ( ingenuamente collocato sul campo) per controllare.
E tra la sorpresa generale, pur con tutta l’evidenza virtuale, si limita ad estrarre un giallo al posto di un rosso che ci stava tutto. Probabilmente, il tutto, per evitare di concedere un rigore . Ma qual è lo scopo della Var? Verificare i fatti per agire di conseguenza o continuare col gioco delle tre carte? Tra l’altro se non si provvede col rosso in casi tanto acclarati quando mai lo si sanzionerà? Ce lo chiediamo, infatti, in tanti preoccupati.
Anche perchè l’episodio è passato in cavalleria tra i media. Che agli uomini resti ( e resterà) difficile fare esercizio di oggettività lo sappiamo. E tuttavia quante ‘ magagne’ ( vogliamo continuare a coprire su quei campi di sport dove verità, legalità e merito dovrebbero farla da padrona ? Non è per caso che ci dia gusto far innalzar trofei non ai migliori ma solo a quelli o più protetti o più furbi o i più disonesti? Siamo sicuri che non sia meglio tornare agli usati costumi?
IL PRESTIGIOSO LE MONDE. “ Le liasons dangereuses du dynamiteur Fabio Aru ” ( ovvero: ’ Le relazioni pericolose del dinamitardo Fabio Auru’). Così il quotidiano Le Monde, attacca il nostro campione definito una ‘ sintesi degli anni neri del ciclismo italiano‘, ma in modo scomposto e non circostanziato, basato solo sulla citazione di persone ‘controverse’ che lavorano con Aru, a cominciare dal team managers della Astana, Vinokurov.
Incredibile. Il solito polverone a vanvera, alla francese, che prima di andar a far gli affari in casa altrui dovrebbe guadare i suoi in casa propria. Che Aru partecipi a relazioni ‘controverse‘ lo dicono loro che di relazioni ‘controverse‘ sono maestri. Infatti donde alloggiavano i bei sederi di Le Monde quando un certo Armstrong infilava uno dopo l’altro ben sette Tour de France? Donde? Citiamo Armstrong, in questa, ma se dovessi seguire il metodo francese, potremmo stilare un elenco di nomi che manco col web si potrebbe esaurire. Di persone ’controverse’ alla Vinokurov ( non solo) nel ciclismo ne galleggiano in quantità industriale.
Infatti vogliamo ( finalmente) chiarire ruoli i metodi che la fan da padrona in gran parte delle squadre di vertice che impreziosiscono l’epico sport delle due ruote? Vogliamo? E allora cominciamo a farci restituire le sacche ( sequestrate) del dott. Fuentes; o i dati ( raccolti da Wada) su qualche atleta inglese o francese. Jacques Anquetil, campione vero, che con Le Monde non doveva aver a che fare, quando si trattò di ammettere ‘ certi effetti di certe pozioni magiche’ lo fece molto francamente e senza allungare ombre sugli altri.
Se ne assunse la responsabilità, punto e basta. I bei sederi di Le Mond lascino quindi in pace il nostro Fabio, colpevole ancor prima di averlo provato, che è ( al momento) l’unico vero rivale di un inglese che fa il fenomeno in maniera programmata, per qualche obiettivo all’anno, e niente di più.
Non di certo come i nostri Gino e Fausto, i quali ( in tempi non preistorici ) collezionavano allori partendo dal Trofeo di Laigueglia al Giro di Lombardia. Mentre compiamo queste nostre riflessioni ( guarda caso) Fabio s’è vestito di giallo. Mettendo in riga anche il fenomeno Froome. Gli altri, tutti gli altri visto che Fabio sta correndo da solo, non aspettano altro che fargli lo sgambetto. Ad ogni piè sospinto. Alla francese, ovvio. Proprio proprio come ai bei tempi di ‘Gaibera‘ Vicini e ‘Ginettaccio’ Bartali?
FANTOZZI NON VADI VIA. Paolo Villaggio, morto in una clinica romana a 84 anni, era un sampdoriano della prima ora, dal 1946, anno di fondazione del club.
Villaggio era in tribuna a Marassi il giorno dello scudetto ( 19 maggio 1991, vittoria 3-0 contro il Lecce), portava una coccarda blucerchiata al petto e approfittò del microfono di Gianni Minà per tirare una frecciatina al suo amico De Andrè, genoano, col quale aveva scritto la canzone su Carlo Martello di ritorno dalla battaglia di Poitier.
Villaggio resta impresso nella memoria collettiva soprattutto per due genialità: Fantozzi e Fracchia, personaggi senza tempo .
Nati entrambi all’Italsider. Come raccontò lo stesso Villaggio. Fantozzi, ad esempio, in realtà si chiamava Bianchi e portava i baffi. Il suo ufficio era collocato in un sottoscala. Fracchia, invece, si chiamava Verdina e si connotava per il suo mostruoso aspetto fisico, forse non esattamente brutto, ma con tanto di calosce e ombrello. Fracchia era uno che s’incavolava ogni volta da matti. Che non sopportava l’ingiustizia. Fracchia e Fantozzi restano comunque due impiegati, due invenzioni, al limite. Ma mentre Fracchia è uno che reagisce, Fantozzi è uno che prende la vita come viene. Forse, entrambi, risorse opposte della complessa e geniale personalità del creatore.
Innumerevoli sono i riferimenti sportivi ( non solo doriani) nella saga cinematografica di Fantozzi. Come quell’Arsenal/Samp di Coppa delle Coppe del 1995, finito 3-2 per gli inglesi. Divertentissimo. Memorabile. Villaggio nella sua carriera aveva vinto tutti i premi possibili, compreso un Leone d’oro. Gli mancava l’Oscar. Una volta a Neri Parenti confessò: ” Sulla mia tomba non ci sarà l’Oscar, ma (solo) il bosco di Fantozzi“.
COSTUME. Martedì 5 luglio il taglio alto della ‘rosea’ grida ” Nell’estate di Max, il colpo è Ambra”. Max, sarebbe Allegri, prossimo ai 50, rinnovato mister della Juve capace in Champions ( lui in panca) di fare 30 ma non 31. Ambra invece, 40 anni compiuti in aprile, è l‘ Angiolini ex bimba prodigio di Buoncompagni, protagonista, ultimamente, di qualche ruolo di rilievo televisivo e cinematografico. Entrambi vengono, come s’usa dire oggi, da due lunghe storie familiari finite. Max con Claudia Ughi, madre del figlio più piccolo, Giorgio, 5 anni; Ambra, con Francesco Renga, due bimbi con lui.
Max, toscanaccio di Livorno, capace di accendersi di passione ad ogni attimo, padre inoltre di Valentina, 22 anni, avuta da una precedente relazione, stavolta non ha resistito al fascino dei libri. Il feeling amoroso infatti con Ambra sarebbe‘fiorito’ al salone del libro di Torino. Un po’ come capitò, fatti i debiti aggiustamenti, al Paolo e alla Francesca del nostro antico Dante ( * vedi nota al fondo) .
Ai giorni nostri chi commenta queste storie, questi personaggi, luci ed ombre comprese, tende a farlo con un’amabile alzatina di spalle. Corroborata da un sorriso carico di comprensione.
E in effetti di che preoccuparsi? L’emancipazione ( dalla rigida morale cristiana) ) ci ha indotti ad esser teneri, comprensivi, con tutto e tutti. Così in effetti ha fatto anche la( solita) ragazza (o ragazzina) invitata all’uopo nella ( solita) trasmissione televisiva dove oltre al calciomercato si trova il tempo di spaziare per l‘aere attorno. La graziosa ospite su invito ha commentato: “ Beh, che c’è di male? E’ una storia come un’altra. In fondo la gente dei nostri tempi vuol provare a vivere come meglio crede. Senza tabù. Senza complessi. Senza impegni. Un po’ come l’aria frizzante di primavera”.
Sì, una eterna primavera popolata di farfalle multicolori. Oggi non esistono più donne c0n l’anime di Maria, Beatrice, Laura. Mentre tra gli uomini non usano più quelli che si spezzavano la schiena per per tenere unito ed allegro il desco familiare. Oggi, uomini e donne, si son messi a scrivere storie in continuità. Con fantasia creativa inesauribile, maneggiando materia da penne immortali, storie leggere leggere, però, proprio come voli di farfalle, che s’esauriscono nel breve volgere di qualche ora di luce. I bambini, soprattutto quelli con gli occhi da poco spalancati sul mondo, per crescere e trovare identità ed appartenenza, amano la vicinanza ( non casuale ) di chi li ha ‘costretti’ a venire al mondo .
Per giocare . Per confidarsi. Per imparare ad amare la vita. Quando non se li trovano accanto ( a prescindere da razza, genere, condizione sociale) chiedono:” Dov’è mamma, dov’è papà? “. Un inghippo, questo, un groppo. Infatti quanta forza occorre trovarsi dentro per rispondergli: “ Sono andati al mare” .
CURIOSITA’. Il body avveniristico usato ( non soltanto) da Froome a Dusseldorf ha scatenato polemiche. Eppure, quel body prodigioso, non è l’unico prodotto super tecnologico usato da Sky, anzi. E il bello è che nella performance del team inglese c’è tanto di italiano.Le bici, ad esempio, arrivano da Treviso: Pinarello F10 è l’innovativo telaio che rispetto al precedente migliora l’aerodinamica ( 12,6%), la rigidezza( 7%) e cala il peso(6,3%).
Il modello specifico per le tappe di salita è il nuovissimo F10XL.
Qui il carbonio è unidirezionale. Inoltre per risparmiare peso è stato ridotto al minimo il colore. La Castelli, inoltre, fornisce l’abbigliamento da gara, tanto mirato quanto difficile da descrivere. Al Tour spesso si trovano condizioni di caldo estremo. Per questo Kask ha studiato un nuovo modello, il Valegro: pesa 180 gr, ha 36 feritoie per la ventilazione ed è stato messo a punto alla galleria del vento della Jaguar. Froome lo userà a partire dal primo arrivo in salita.
NON SOLO SPORT
NOTE
I CENTAURI. La figura del centauro ha origine dall’amore sacrilego fra il re dei Lapiti, Issione, e una sosia della dea Era, Nefele, dalla cui unione nacque, appunto, Centauro, un essere deforme che si accoppiò con le giumente del Monte Pelio ed originò una razza di creature ibride, metà uomini e metà cavalli.
Nella mitologia, i centauri sono sempre dipinti con carattere irascibile, violento, selvaggio, rozzo e brutale, incapaci di reggere il vino. Solitamente raffigurati armati di clava o di arco, caricavano i loro nemici emettendo urla spaventose. La loro particolarità era dunque di possedere tutti i pregi e tutti i difetti del genere umano, portati però a livelli elevatissimi, tanto che nella mitologia sono stati riservati loro ruoli completamente contrastanti: dall’estrema saggezza all’incredibile crudeltà.
CANTO V INFERNO- Dante ‘Divina commedia’
- ” Noi leggiavamo un giorno per diletto
- di Lancialotto come amor lo strinse;
- soli eravamo e sanza alcun sospetto.
- Per più fïate li occhi ci sospinse
- quella lettura, e scolorocci il viso;
- ma solo un punto fu quel che ci vinse.
- Quando leggemmo il disïato riso
- esser basciato da cotanto amante,
- questi, che mai da me non fia diviso,
- la bocca mi basciò tutto tremante.
- Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse:
- quel giorno più non vi leggemmo avante”.