Forlì. A Vernice Art Fair tornano Ignazio Fresu e Oscar Dominguez. E’il caso di ‘Oggetti smarriti’.

FORLI‘. La 16ª edizione di Vernice Art Fair rinnova la collaborazione con due partner ormai storici della rassegna d’arte forlivese. Ignazio Fresu ed Oscar Dominguez tornano a proporre non solo le proprie installazioni, sempre capaci di suscitare l’interesse dei visitatori più attenti e di stimolare profonde riflessioni sulla società contemporanea, ma anche le creazioni di talenti emergenti in spazi che consentono un’interazione e un dialogo tra le opere, gli artisti stessi e il pubblico.
E’ il caso di ‘Oggetti smarriti‘, la grande installazione realizzata dall’artista cagliaritano Ignazio Fresu e di ‘Quattroxquattro.com’, l’area studiata e curata da Oscar Dominguez che valorizza nella loro unicità le opere realizzate da quattro artisti e ospitate nei tre giorni di ‘Vernice Art Fair’ in quattro spazi tra loro interconnessi.
Oggetti smarriti e la metafora del viaggio
Si intitola ‘Oggetti smarriti‘ la grande installazione proposta dal 16 al 18 marzo da Ignazio Fresu, l’artista che, attraverso la materia e la composizione delle sue opere, conduce di volta in volta il pubblico a confrontarsi con l’argomento evocato, che quest’anno è quello del viaggio. Un viaggio rappresentato da un suo elemento forse solo teoricamente indispensabile: i bagagli. Si può trattare di un viaggio reale o di un viaggio immaginario, in cui i nostri bagagli sono ciò che portiamo con noi, ciò che siamo e che ci rappresenta.
Una chiave di lettura la dà lo stesso Fresu: «Migrante da me stesso parto per Altrove, lontano dalle mie smarrite valigie dove, sigillate al loro interno, sono tutte le mete di tutti i viaggi mai intrapresi.
Rugginose valigie appesantite dai rimpianti di chi resta e dal nulla che porto con me. Valigie di memorie, di amori perduti, dimenticati, non corrisposti, amori sofferti, mai rivelati. Oggetti smarriti dell’anima dove serbo i sogni segreti che celano i sentimenti più intimi delle mie anelate passioni. Il tempo non cancella, solo la ruggine consola».
Viaggio che è anche rinuncia e sofferenza come nel caso dei migranti. Lo spiegano Laura Carnemolla e Claudia Francisetti: «Il viaggio del migrante inizia puntando lo sguardo sulla linea che separa il cielo dalla terra, verso una dimensione indefinita, sconfinata, lontana, mai vuota, un orizzonte disseminato di relitti abbandonati da chi, ormai, ha già superato il limite.
Oggetti smarriti arrugginiti o perduti, come dimenticati in un cammino veloce e distratto, bagagli che evocano quell’insieme di cose importanti che si crede di dover portare con sé quando ci si allontana da casa. Decine di valigie sparse nello spazio rappresentano ricordi, insegnamenti, tradizioni, credenze, certezze, aspettative e speranze, tutte cose che durante il percorso spesso si irrigidiscono, si perdono o si trasformano. L’opera di Ignazio Fresu ci porta ad attraversare una distesa di fossili immobili che, perdendo la caratteristica di contenere, si fanno involucri vuoti e abbandonati, testimonianza di un esodo non certo privo di rinuncia e sofferenza».
Quattroxquattro.com: Oscar Dominguez propone 4 talenti
Tradizione e novità si miscelano in questa 16ª edizione di ‘Vernice Art Fair‘ anche in un evento ormai consolidato quale lo spazio ‘Quattroxquattro.com‘, l’area curata da Oscar Dominguez, apprezzato artista argentino ma ormai faentino d’adozione, che valorizza nella loro unicità le opere realizzate da quattro artisti che nei tre giorni di ‘Vernice Art Fair’ vengono ospitate in quattro spazi nei quali vengono valorizzate ed entrano in dialogo tra loro. Quattordicesima edizione per un momento d’incontro che sa offrire ogni anno spunti differenti e ricerche di grande stimolo intellettuale capaci di stupire.
Nel corso degli anni, Quattroxquattro.com si è rivelata una ‘vetrina‘ per oltre 60 artisti di diverse generazioni, nazionalità e linguaggio espressivo. All’edizione 2016 della rassegna saranno presenti: Paola Bandini, Fosca Boggi, Etra Masi e Nicolò Renda.
Le maschere di Paola Bandini sono oggetti semplici, ma pieni di forza, in quanto nascondono mostrando al tempo stesso. La maschera svela dentro di noi territori nascosti, latenti, inesplorati, ancestrali, ricordi, paure, emozioni, contraddizioni. La maschera impedisce la visione di ciò che le sta dietro, ma nel caso delle opere di Paola, rappresenta se stessa, svelandosi.
Le forme sono lineari, ripetitive, bianche o nere e questa semplificazione in realtà complica la lettura dell’opera. Sono però presenti alcuni indizi nascosti dietro ad elementi aggiunti che sono universalmente riconosciuti, quali le mani, i fiori, ruote e altre maschere ancora. Maschere su maschere ed è in questa sovrapposizione che ciò che sta sotto si svela e prende il carattere di volto. Ecco la sfida… scoprire cosa c’è dietro.
Fosca Boggi posa la sua attenzione su quegli oggetti dimenticati, in particolare i vecchi giocattoli. Il gioco non è solo uno strumento di comunicazione dell’infanzia, attraverso il quale è possibile vivere un mondo fantastico, ma anche un modo per iniziare a conoscere la vita reale. Il suo lavoro consiste proprio in questo, nella riproduzione di giocattoli in ceramica fermati nel tempo, per trasformarli in opere d’arte.
Etra Masi porta una ceramica di forme organiche, morbide e cariche di forze naturali. L’assenza di colore nella sua opera fa prevalere la sua tridimensionalità e l’aggiunta di fonti luminose all’interno di ogni corpo rivela ancora con maggior potenza l’organicità degli elementi. Carenti di colpi di effetto, si presentano con estrema eleganza e a voce bassa ci raccontano di origini lontani dove la materia prevale sulle intenzioni di dominazione della forma.
L’opera di Nicolò Renda si presenta come un’esca. La primissima percezione del suo lavoro potrebbe essere quella legata all’aspetto ludico delle sue forme che attirano subito l’attenzione dello spettatore. Accostandoci con attenzione possiamo trovare, però, alcune tracce materiche nella realizzazione dei suoi lavori ed è lì che intravediamo la matrice scultorea dei pezzi: modellati a mano e creati con una cura ed una precisione che lasciano trapelare il desiderio di dare loro una vita propria.
Una molteplicità di voci che Nicolò trasmette attraverso le opere, affermate e rinforzate da sfondi pittorici che rivelano un’architettura tra soggetto e paesaggio. L’umanità dei personaggi è quanto meno inquietante, perché ci mette di fronte a una situazione caotica, con tutto quello che implica essere umani.
ORARIO DI APERTURA: venerdì 16 dalle 16.30 alle 19.30; sabato 17 e domenica 18 dalle 10.00 alle 19.30.
COSTO INGRESSO: biglietto intero 8 euro; ridotto* 6 euro; gratis i bambini sino ai 12 anni di età.
*riduzione valida per over 65, militari, disabili, invalidi, con coupon scaricabile da www.verniceartfair.it.