Ravenna.’Aspettando GialloLuna’, introduzione al festival ‘GialloLuna NeroNotte’ di fine ottobre.

RAVENNA. Sabato 29 settembre alle 17, presso la libreria Liberamente, in viale Alberti a Ravenna, parte ’Aspettando GialloLuna’, rassegna introduttiva del festival GialloLuna NeroNotte che si terrà a fine ottobre.
Quest’anno la rassegna si terrà da sabato 29 settembre a sabato 20 ottobre, con questo calendario : sabato 29 settembre alle 17 Paola Barbato presenta di ‘Io so chi sei’, Edizioni Piemme presentata da Vania Rivalta; sabato 6 ottobre alle 18 Piergiorgio Pulixi, presentato da Nevio Galeati, presenterà ‘Lo stupore della notte’, Rizzoli; sabato 13 ottobre alle 18 Andrea Cotti, in compagnia di Massimo Padua, presenterà ‘Il cinese’, Rizzoli; sabato 20 ottobre alle 18 Paolo Panzacchi, anche lui affiancato da Massimo Padua, presenterà ‘Il pranzo della domenica‘, Laurana Editore – collana Calibronove.
Qualche parola in più sull’autrice e sul libro del primo incontro, sabato 29, alle ore 17.
SCHEDA.
PAOLA BARBATO.
Classe 1971, è milanese di nascita, bresciana d’adozione, prestata a Verona dove vive con il compagno, tre figlie e tre cani. Scrittrice e sceneggiatrice di fumetti, tra cui Dylan Dog, ha pubblicato Bilico, Mani nude (vincitore del premio Scerbanenco), Il filo rosso, Non ti faccio niente e Io so chi sei. Ha scritto e co-sceneggiato per la Filmmaster la fiction Nel nome del male, con Fabrizio Bentivoglio.
Il libro, ‘Io so chi sei’
Un cellulare finito per sbaglio tra la posta.
Due messaggi in rapida successione: «Sai chi sono? – Io so chi sei».
Da questo momento la tua vita non ti appartiene più.
Sono passati solo due anni, e di tutto ciò che è stata non è rimasto nulla.
Lena era brillante, determinata, brava a detta di tutti, curata, buona. Poi nella sua vita era entrato Saverio, e tutto era stato stravolto. Quel ragazzo più giovane, che viveva per essere contro qualsiasi regola, pregiudizio, conformità, l’aveva trasformata. E non erano solo i vestiti, i capelli, le parole. Era lei, le sue sicurezze, il suo amor proprio. Tutto calpestato in nome di un amore che agli occhi di tutti gli altri era solo nella sua testa. Il giorno in cui lui era finito in Arno, dato per disperso prima e per morto poi, qualcosa in Lena si era spento definitivamente.
Sono passati due anni, e di Saverio le resta il cane Argo, che ancora la vive come un’usurpatrice, e un senso di vuoto dolente e indistruttibile. La sera in cui trova nella cassetta della posta un cellulare, Lena pensa che si tratti di uno scherzo, oppure di uno sbaglio. Ma bastano pochi minuti per rendersi conto che quell’oggetto può cambiare la sua vita.
Perché i messaggi che arrivano, e a cui lei non può rispondere, parlano di cose che solo Saverio può sapere. E quindi è vivo. È tornato. Così, senza che Lena se ne accorga, quell’oggetto diventa l’unica linfa vitale a cui abbeverarsi, e non importa che i messaggi siano sempre più impositivi e le ordinino di commettere atti di cui mai si sarebbe pensata capace. Perché se lei farà la brava, lui rientrerà nella sua vita. O questo è ciò che pensa. Almeno fino a quando le persone che le stanno intorno cominciano a morire. E il gioco si fa sempre più crudele. E la prossima vittima prescelta potrebbe essere lei.
Paola Barbato, in una corsa contro il tempo, ci porta nell’abisso della mente umana, dove paure, passioni e ossessioni si legano inestricabilmente e, a volte, ci stritolano.
Nella foto, l’autrice del libro.