Borghi. Progetto: ‘L’antica pieve della Natività di Pietra dell’Uso. Ricerche e prospettive’. Mostra con plastico.

BORGHI. Dopo le positive esperienze degli anni passati, in particolare quella dedicata al grande architetto Andrea Palladio nel 2018, la partnership tra il liceo scientifico e artistico statale ‘Serpieri‘ di Rimini e il museo e biblioteca Renzi di San Giovanni in Galilea, quest’anno si consolida, coinvolgendo come di consueto il territorio tra le valli dell’Uso e del Rubicone e le sue eccellenze monumentali e paesaggistiche, con la realizzazione di un interessante progetto dal titolo ‘L’antica Pieve della Natività di Pietra dell’Uso. Ricerche e prospettive‘.
COMMENTI. “Si tratta di una proposta didattica e di valorizzazione molto importante per il territorio della Valle dell’Uso – spiega il direttore Andrea Antonioli – che ha visto impegnati gli studenti del Liceo artistico ‘Serpieri‘, guidati da diversi insegnanti di diverse discipline (arte, architettura, disegno, laboratorio) coordinati dal prof. Stefano Broccoli”. Per mettere a fuoco l’importante Pieve che sorge presso l’antica Castrum Petra Bizingorum.
Nella mostra, allestita con la collaborazione di Chiara Cesaretti di adArte Rimini e Loredana Chinni, sarà possibile ammirare disegni, grafici, planimetrie, sculture e un favoloso plastico ricostruttivo.
“Di grande sostanza è stato, durante l’anno scolastico, il lavoro delle classi 1a, 4a e 5a R – precisa Stefano Broccoli, docente di architettura del Liceo – Il programma, oltre che sugli aspetti storici-tecnici-architettonici della pieve, è stato pensato come uno stimolo per chi opera sul territorio, per ristabilire un equilibrio fra l’uomo, la natura e lo spazio antropizzato, anche perché le persone di abituale dimora in un luogo, costruiscono simboli e significati, in base alle esperienze che vivono”.
L’appuntamento, condiviso tra i Comuni di Borghi e Sogliano, è previsto per il giorno di sabato 18 maggio alle ore 16, dapprima con la conferenza e un dibattito presso il teatro ‘Elisabetta Turroni’ di Sogliano e, a seguire, la mostra allestita al museo Renzi, dove verrà presentato e distribuito anche l’opuscolo-guida.
Il progetto si inserisce nella programmazione dell’Istituto beni culturali della regione Emilia Romagna e vede il sostegno delle Amministrazioni comunali di Sogliano al Rubicone e Borghi, e la collaborazione del museo Leonardo da Vinci e la Romagna e adArte Rimini.
Oltre al sindaco Quintino Sabattini, saranno presenti anche la responsabile dei Musei della regione Emilia Romagna Fiamma Lenzi dell’Istituto beni culturali, il dirigente didattico del liceo ‘Serpieri’ Francesco Tafuro con la vice Bruna Gabriella Torrini e il presidente del Museo Renzi Nevio Magnani. La mostra presso la sala polivalente del Museo Renzi è curata dal Direttore Andrea Antonioli e dal prof. Stefano Broccoli e potrà essere visitata fino al 14 luglio.
La chiesa della Natività di Pietra dell’Uso. Ricerche e prospettive
IL LUOGO
Non c’è dubbio che chi ha visitato i luoghi della Valle dell’Uso sia rimasto colpito e suggestionato dalla loro bellezza, immaginando quello stesso spazio e sia stato trasportato in un altro tempo. A Tonino Guerra piaceva pensare a sogni popolati di luoghi grigi e annebbiati in cui possono prendere vita storie e narrazioni fantastiche, figure mitiche e stravaganti. Così alcuni hanno voluto scorgere nella Valle dell’Uso la soffitta della cultura romagnola, una valle minuta di poesia e solitudine, di mestieri perduti e di chiese millenarie nel cuore della pietra, una valle dei ricordi e della memoria.
Quando si comincia quindi a scorgersi Montetiffi, l’antico Mons Tifforum, ci si trova in una spettacolare strettoia, dopodiché, con il fiume incassato tra le alte pareti, su di uno sperone alla destra si incontra l’abitato di Pietra dell’Uso, Castrum Petrae Bizingorum, antico feudo dell’abbazzia di Montetiffi, lo stesso sul quale oggi si erge, alta, la vecchia chiesa abbandonata della Natività di Maria.
CASTRUM PETRAE BIZINGORUM
Un borgo in pietra, un castello e sicuramente una pieve che andò in lenta ma inesorabile decadenza… ecco come si presentava Pietra dell’Uso in epoca medievale. Si può fare affidamento solo su quanto riporta il cardinale Anglico nel 1371. Anticamente questo luogo si chiamava Castrum Petrae Bizingorum, alla cui origine probabilmente c’era la famiglia nobile dei Bizinghi proprietaria del castello prima del 1102.
Nella prima metà del XIV secolo Montetiffi e Pietra dell’Uso furono uniti a Montebello sotto la giurisdizione dei signori Guidi di Bagno, antica famiglia di origine longobarda trapiantatasi in Romagna. In seguito passava allo Stato pontificio e all’abbazia di Monte dei Tiffi. Nel 1480 papa Sisto V lo concedeva a Giovanni Guidi di Bagno.
Infine, nel 1557, Giacomo Malatesta, primo marchese di Roncofreddo e conte di Montiano, Montecodruzzo e Ciola Araldi, toglieva il marchesato di Montebello e dei territori annessi ai Guidi, su ordine del pontefice Paolo IV, concedendolo al fratello di quest’ultimo Antonio Caraffa.
LE PROPOSTE
Tonino Guerra immaginava di recuperare la struttura per poi chiamarla “La sorgente delle preghiere” quale luogo ideale per la meditazione. Dopo di lui Fabio Molari, attuale sindaco di Montiano, suggeriva di restituire l’edificio alla sua originaria destinazione sacrale, una “Casa degli Angeli”, dove questi esseri potevano “trovare rifugio”. Sarà pertanto curioso scoprire quali saranno le proposte dei liceali.