Non solo sport. Coronavirus Italia: si scende. Steinmeier: ‘Noi Tedeschi, tenuti alla solidarietà con l’Europa’.

Non solo sport. Coronavirus Italia: si scende. Steinmeier: ‘Noi Tedeschi, tenuti alla solidarietà con l’Europa’.
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LA CRONACA DAL DIVANO. ‘Oggi l’Unione europea ha di fronte a sé una sfida epocale, dalla quale dipenderà non solo il suo futuro, ma quello del Mondo intero. Non si perda l’occasione di dare ulteriore prova di solidarietà, anche ricorrendo a soluzioni innovative. L’alternativa è solo l’egoismo degli interessi particolari e la tentazione di un ritorno al passato, con il rischio di mettere a dura prova la convivenza pacifica e lo sviluppo delle prossime generazioni’. Così papa Giovanni nel messaggio ‘Urbi et Orbi‘ di Pasqua. Recitato in una piazza San Pietro desolatamente vuota. Con li occhi del Mondo  ( più che mai)  attratti dal suo ‘rumoroso silenzio’.

‘Noi Tedeschi non siamo semplicemente chiamati a mostrare solidarietà all’Europa, siamo tenuti a farlo! No, questa pandemia non è una guerra. Non ci sono Nazioni che si oppongono ad altre Nazioni. Non ci sono soldati contro soldati. È un test di umanità. Mostriamo alle altre persone il meglio che è dentro di noi. E per favore mostriamolo anche a tutta l’Europa‘. La Germania non potrà affatto uscire in salute e forte dall’emergenza del Coronavirus, se il resto d’Europa non potrà fare altrettanto’. Così  il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier in uno straordinario  discorso pronunciato alla nazione in tivù. Steinmeier  ha  citato Bergamo e  ha sentito Mattarella.
V
oci importanti, quelle di papa Giovanni e del presidente della Germania, voci alle quali dobbiamo unire quella, sempre più ascoltata, del nostro Presidente,  autorevole  personaggio di riferimento di questa Europa messa a dura prova da un evento epocale, e che  per ‘sfiga‘ sua  proprio in questo frangente è piena fino all’orlo d’ orbi e poareti  di vario ceto, genere e colore.

CORONAVIRUS ITALIA. Secondo il bollettino della Protezione civile aggiornato al 12 aprile , nelle ultime 24 ore si sono registrati 1.677 nuovi guariti e 431 vittime in più. Sono 3.343 i malati ricoverati in terapia intensiva, 38 in meno rispetto a ieri .

DUE MISTERI GAUDIOSI. Non abbiamo mai preteso di dire o di cogliere la verità. Riservata agli dei. Possiamo però chiederci qual sia da considerarsi  la verità. Nel caso di questa ecatombe, qual siano cause ed autori. In ‘Porta a porta’, un primo brandello di verità ci è stato propinato. Riguarda gli amici dell’ Estremo Oriente. ‘ Ora lo possiamo dire – ha detto un addetto ai lavori intervistato -, inizialmente, siamo stati tratti in inganno da informazioni in arrivo dal primo focolaio ritardate, incomplete e devianti.  Non c’è stata detta la verità. Nonostante ciò abbiamo cercato di fare il possibile e l’impossibile. Praticamente a mani nude contro un mostro verso il quale occorrevano ben altre armi’.
La parola di chi ha avuto tanti morti e feriti sul campo è sacra. Quindi la prendiamo per buona. E adesso che s’è fatta ( autorevolmente) chiarezza su uno dei due misteri gaudiosi che ci affliggono dall’inizio della pandemia passiamo all’altro. Ancora inevaso, quel che riguarda l’atteggiamento della Germania e i risultati della Germania.
Che è stato  il Paese che ha trasmesso il virus ai Lombardi, il Paese che a fronte di migliaia di casi infetti conta poco oltre 2000 deceduti, quasi un decimo di quelli che ha contato l’Italia. Situazione anomale, strana, che nessun interpellato ha saputo spiegare, convincendo. Del caso ‘ numero Uno’, l’uomo di Codogno, conosciamo tutto; del caso ‘ numero Zero‘, invece, che è un trentenne tedesco non abbiamo traccia. Come mai? Chi è? Dov’è? Che ha fatto nei giorni trascorsi a inizio anno tra sosta a Codogno e ritorno in Germania?  Sorvoliamo? Domande importanti. Sulle quali non sarebbe male che  abbia  a soffermarsi  un’altra edizione di ‘Porta a porta‘, o chi per lei.
Perchè è questo che gli Italiani , che stanno pagando il virus con  alto e immeritato tributo umano ed economico,   illusi ancora una  volta dall’Europa del Menga ( da quel che pare) finita in mano a residuati ariani non  seppelliti ( come si credeva) insieme ai loro  orrori e ai loro signacoli,  sputtanati  da  quel  Die Welt, d’odoroso  zolfo  neonazi cosparso, senza rispetto alcuno per i nostri morti che tutto hanno mostrato di essere  fuorchè mafiosi,  sembrano tenere ancora in pugno una Nazione intera, con governo annesso, comprensivo di  figli e figliastre, piazzati tutti in (troppi )  posti chiave. Urgente, quindi, è  svelare questo secondo mistero gaudioso,  che ( anche volendo) sarebbe giusto  ignorare?
Che non può non interessare anche gli altri popoli d’Europa. Che solo ottant’anni fa si sono mobilitati per impedire alla follia nazi-fascista di distruggere l’Europa e il Mondo. Quando avremo tempo, vedremo  di chiedere lumi anche sui  cani al guinzagliodell’attuale governo tedesco. Come quegli Orange, difensori ad oltranza d’un ‘ baratro fiscale’ non si  da chi autorizzato.
E che va chiuso prima che trasformi  il Vecchio Continente  non in un consesso di civili  nazioni ma ( solo e soltanto) in  una mega-cassaforte di capitali in fuga dai loro legittimi Stati.  Un augurio di Buona Pasqua,infine , per il nostro grande Presidente.Fratello di vittima di mafia. Schivo, attento, pacato. Che parla solo quando ( e come) deve parlare. E perchè no,  guida credibile  per noi e per l’ orfana Europa?

 

CASI FRANCIA E GERMANIA. Tornando al paragone tra Francia e Germania, la mappa costantemente aggiornata dalla John Hopkins University assegna ai due Paesi una situazione analoga: 118.785 ammalati nel primo caso, 118,235 nel secondo. Anche tenendo conto della lieve differenza di popolazione residente, lo svilupparsi del contagio appare simile nei due territori; totalmente diverso però è il numero dei morti: sono 12.210 in Francia e 2.607 in Germania.
Eppure entrambi i governi hanno adottato politiche di contenimento molto simili: chiusure di scuole , negozi e industrie non indispensabili, divieto di assembramenti, raccomandazione a tutti di rimanere a casa. Angela Merkel, in più, ha annunciato da venerdì 10, la quarantena obbligatoria per chiunque arrivi entro i confini tedeschi.  A onor del vero, diversa è la struttura del sistema sanitario: prima dell’esplosione del contagio la Germania contava 28.000 letti in terapia intensiva (6 ogni 1.000 abitanti) contro i 5.000 della Francia (a cui vanno aggiunti 4.000 posti della sanità privata). Tutto chiaro? Nessuna domanda?

ATTESTIAMOCI SUL PIAVE. Da sempre si dice che quando viene il duro i duri vengono in prima linea. Si dice, e in effetti è così. E’ stato così. I legionari di Cesare, ad esempio,  vincevano anche quando le cose sembravano disperate. Grazie a legionari mai domi. Direte voi,  anche con comandanti che non se la facevano sotto ai primi assalti urlanti del nemico.

Tenevano, anche con forti perdite, ma tenevano, per andar poi a celebrare trionfi od ovazioni sulla via Sacra. Altri tempi? Ma che c’entrano i tempi?  Da che mondo e mondo, ovunque s’abbia la ventura di nascere e crescere, davanti alle difficoltà bisogna ( pur sempre) rispondere secondo necessità e modo, per toglier dai disastri le generazioni presenti e future. Se questo non si fa  non resta altro che aprire varchi, mura e porte delle case all’invasore. Che, col tempo, sa mutare soggetti, panni e modi. Una volta si acconciava da Lanzichenecco, oggi, perchè no?, anche  da ‘ tre Grazie’ o ‘Disgrazie’ come meglio si crede.
Una volta  come oggi, l’invasore, potendo, sguinzagliava ( in avanscoperta )  la muta dei cani fedeli. Per aprire varchi, e rendere più agevole alle sue truppe l’assalto decisivo. Perchè quel che all’invasore importa è dominare eliminando resistenze. A ripassare queste cose, sembra di parlare non al passato ma al presente. Al presente d’un Europa che durante un altro suo conflitto non sa mettere da parte gli orrori e le divisioni del passato, ma solo ( in altra forma) riproporle.

Oggi pomeriggio, è annunciato  un altro videoconfronto tra capi di Stato europei. Bisognerebbe fare le scelte giuste, in un contesto storico straordinario, pregiudizi e posizioni di comodo a parte. Noi, speriamo. Noi preghiamo. Certo che quell’annotazione del nostro massimo conoscitore di psicologia umana, singola e di massa, ci raggela:  ‘Don Abbondio (il lettore se n’è già avveduto) non era nato con un cuor di leone. Ma, fin da’ primi suoi anni, aveva dovuto comprendere che la peggior condizione, a que’ tempi, era quella d’un animale senza artigli e senza zanne, e che pure non si sentisse inclinazione d’esser divorato. (…)
Il nostro  Abbondio non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno, s’era dunque accorto, prima quasi di toccar gli anni della discrezione, d’essere, in quella società, come un vaso di terra cotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro... Etc, etc .. .”.  E  del resto, che ci volete fare: se uno il coraggio non ce l’ha proprio, quando mai  se lo potrà  dare?

L’OMELIA ORANGE. Da qual pulpito viene la predica?  “ La Germania - relaziona Giuliano Balestrieri di Bussines Insider - gioca in difesa, nella partita sui Coronabond – obbligazioni una tantum per tamponare l’emergenza economica innescata dalla pandemia globale – sono gli olandesi a recitare la parte dell’ariete impegnato a scardinare ogni richiesta italiana.
Una presa di posizione dura, ma poco lungimirante come ha sottolineato al quotidiano olandese De Telegraaf, Nout Wellink, ex presidente della Banca centrale olandese: “Non saremo più un Nord ricco se tutto il Sud cadrà”. D’altra parte i conti sono presto fatti: gli Eurobond una tantum potrebbero costare ai contribuenti olandesi 10-15 miliardi di euro; mentre ogni anno l’erosione fiscale ai danni dell’Italia è nell’ordine dei 20 miliardi di euro. Tasse che dovrebbero essere pagate in Italia, ma che grazie alla politica fiscale aggressiva dei Paesi Bassi prendono la strada del Nord. Arricchendo gli azionisti e le casse del fisco olandese.

Un problema affrontato anche a livello comunitario, ma ai richiami della Ue, l’Olanda ha risposto con un’alzata di spalle. ‘La lotta contro la pianificazione fiscale aggressiva è essenziale per rendere i sistemi fiscali più efficienti ed equi, come riconosciuto nella raccomandazione del 2019 relativa alla zona euro’ si legge nelle raccomandazioni Ue all’Olanda dello scorso anno dove si sottolinea anche che ‘gli effetti di ricaduta delle strategie aggressive di pianificazione fiscale tra Stati membri richiedono un’azione coordinata delle politiche nazionali a completamento della legislazione dell’Ue’.
Sulla carta, i Paesi Bassi hanno adottato misure per fronteggiare tali strategie, ‘ma l’elevato livello dei dividendi, delle royalty e degli interessi versati tramite i Paesi Bassi indica che la normativa tributaria del paese è impiegata dalle imprese impegnate nella pianificazione fiscale aggressiva’. E ancora: ‘La mancanza di ritenute d’imposta sui pagamenti in uscita (ossia effettuati dai residenti dell’Ue verso paesi terzi) di royalty e interessi può comportare un’elusione fiscale totale se tali pagamenti non sono soggetti a imposizione nella giurisdizione del beneficiario’.
Insomma, un vero paradiso fiscale. Anche perché l’annuncio di una riforma con l’introduzione di ritenute d’imposta sui pagamenti di royalty e interessi in caso di abuso o di pagamenti verso paesi a basso tasso di imposizione, è rimasto sulla carta.
E persino il National bureau of economic research di Cambridge definisce i Paesi Bassi un paradiso fiscale europeo alla stregua di Irlanda, Belgio, Lussemburgo, Malta e Cipro: gli americani calcolano che circa 600 miliardi di dollari di utili (base imponibile) abbiano lasciato il Paese d’origine per volare verso Paesi “più accondiscendenti”. Dublino con 100 miliardi sarebbe la meta preferita seguita da Singapore e dall’irriducibile Olanda. Di più: circa il 35% della somma, 210 miliardi, arriverebbe direttamente dai Paesi europei.
Dal tutto si evince una cosa:  che se quelli chiamati ( non a caso) dei Paesi Bassi , insistono, ad essere governati da ‘ cocci’ e ‘ impudici‘ , noi  noi dobbiamo far altro che  la nostra parte, o meglio, pretendere ( una volta per tutte) una equa e condivisa pianificazione fiscale europea, impedendo arroganti ‘alzate di spalle‘ più o meno protette, smascherando semmai  i protettori e , se del caso, almeno in prima battuta , cingere ( visto che siamo in stato di guerra) con tutte le armi disponibili i ‘duri e puri’  dei  cosiddetti Paesi Bassi prima che il disgelo polare se li porti via tutti, buoni o cattivi che siano, come fece ( a suo tempo)  l’Italia con una San Marino, allora avviata su una simil strada.
In breve: se stanno alle regole bene, sennò fuori. Loro a macerar i soliti macerare i tulipani, noi a depositare dei bei vermigli  fiori su quell’ecatombe di nostri cari   morti ( anche)  per gli  ‘affaracci sporchi ‘ di gente altrui .

Aggiornamenti Coronavirus

* ITALIA ULTIME ( La Repubblica, 8 aprile)  I dati segnano un calo, nonostante ci siano ancora oltre 600 morti. In diminuzione i nuovi contagi, il numero di persone attualmente malate e i numeri di ricoverati, sia in terapia intensiva che fuori dalle terapie intensive.I dati del nuovo bollettino della Protezione Civile parlano di un aumento dei malati (ovvero le persone attualmente positive) pari a solo 878 unità (ieri erano stati 1941). È l’incremento più basso registrato dal 10 marzo.

GERMANIA ULTIME ( 7 aprile). Continuiamo a tenere d’occhio la strana parabola antivirale del reich tedesco. I nuovi casi di Covid-19 in Germania aumentano per il secondo giorno consecutivo, dopo 4 giorni di calo, secondo quanto registrato dal Robert Koch Institute. Con 4.003 nuovi casi nelle ultime 24 ore, il bilancio totale dei contagi sale a 103.228; i nuovi decessi sono 254, che portano il bilancio generale delle vittime a 1.861 ( ?).
In un servizio 24h Sky da Berlino, praticamente, tutto è ( quasi) normale, con la gente che spasseggia, gioca, si trastulla.  Ridacchiando anche su quei poveracci di sotto l’Alpe. alla faccia loro e delle mascherine.

LA PAROLA AI POPOLI.  I popoli hanno parlato. Non attraverso le ciacole, ma  attraverso i fatti. Come sempre. Soffrendo, gli uni e gli altri, indistintamente, da un capo all’altro del Vecchio Continente. Con i tanti infetti, i troppi morti. Con le numerose rovine, e le infinite angosce per un futuro messo ( democraticamente) in mano a pochi prescelti sperando siano  all’altezza d’un momento  straordinario. Di quelli che ‘passano’  ogni tanto, come la cometa di Halley.
I giorni di vigilia dalla prima ( vera)   decisione comunitaria, non erano forieri di eventi fausti. Del resto, anche nei paesi (detti ) evoluti,  i pregiudizi sono duri a morire. E così  le classi dirigenti, eredi o meno d’un orribile  passato ( incredibilmente ) ancora vivo e vegeto,  che invece di riscattarlo annunciando al mondo la nascita della leggiadra Europa, restano rintanate nelle loro ( usate )  trincee, con le loro divise, i loro elmetti,  i loro funesti signacoli,

L‘Italia va aiutata. Come vanno aiutati i paesi in maggiore sofferenza. Perchè l’uno possa, poi, aiutare gli altri. L’onere maggiore spetta oggi a coloro che (più)  ricchi si sono fatti, non solo con le mani loro ma anche con le mani altrui. In ‘ Cent’anni di solitudine’ben si spiega cosa vuol dire per una Comunità perdere la memoria del suo passato. Di un passato aspro, fatto di grandi nomi e  cose  ma anche di troppi contrasti, lutti  e orrori.
E  che comunque, al di là di quanto ha preso l’uno o quanto ha dato l’altro, ci accomuna. Ci accomuna per forza di cose. Perchè gli incommensurabili assalti migratori, l’imprevidibilità dei nuovi e vecchi incubi, la fragilità di frontiere  singolarmente indifendibili  ‘gridano’  questo e non altro. Lo ‘gridano’ da dentro e da fuori  l’Unione.  Alcuni per  ‘ rimettersi  al sicuro‘, altri per  ‘non restare soli in balia degli eventi’.
Tutto questo, anche per dire che ( non appena possibile) occorre ripartire. Per non rendere inutili conoscenze, impianti, esperienze. In Germania e paesi collegati si è andati avanti, Coronavirus a prescindere. In Francia sembra ci sia (solo) in parte fermati. Mentre in Italia e in Spagna, la situazione è stata ( per forza di cose) sospesa . Ora, va rimessa in moto, subito, con accortezza e lungimiranza. Anche per evitare quegli ‘sciacalli‘ che alla fine d’ogni guerra spuntano anche da dove men te li spetti. Per pagare con uno sputo la fatica di generazioni. Ci sono tanti eroi anonimi in una guerra.
Come quell’immobiliarista, che allo ‘sciacallo’ di turno che chiedeva di rivere un contratto d’acquisto con un ribasso da vergogna, gli ha risposto ‘Caro signore, qui non facciamo alcun ribasso. Se vole l’immobile lo paghi secondo quanto pattuito. Per quel che ci riguarda,  noi, di momenti come e peggio di questo abbiamo collaudata esperienza. Ci siamo rialzati chissà quante altre  volte in passato, ci rialzeremo oggi o domani’.

Il tutto ben sapendo che tra noi ci sarà sempre qualcuno che non si rialzerà mai. Non  ce la fa proprio, la politica o l’economia c’entrano poco o nulla.  Come tal buon Cottarelli, non ce ne voglia, nulla di personale, ma che altro se non economista da salotto  televisivo? O  tal    buon De Bartoli, direttore di testata in testata,  davanti alla storia capace sol di balbettare: accettiamo la  Mes elemosina, è poco, ma non è meglio di niente?

LES MISERABLES? Circolano strane voci. Voci non periferiche e insistenti, su quelle elites  politico-finanziario che pretendono di gestire il futuro d’ una Europa ( al momento) sbrindellata e in ginocchio. Voci ( infondate? ) che riportano  di strani menages,riservati ai vecchi e nuovi  ‘ miserables‘ d ‘Europa  che manco sanno risolvere i problemi  loro ( figuriamoci)  i nostri.
Delle ‘ tre Disgrazie’ abbiamo  avuto ( fondatamente)  modo e tempo di dire. Anche perchè che  siano prestanome  ( politici) di altri  due fenomeni (politici) lo hanno capito anche i sassi. Due fenomeni che, vista la scarsità del loro peso specifico,  come  in un gioco di matrioske russe,   a loro volta altro non sono  che due prestanomi, l’uno, detto Peter Pan , dei ( codardi ) epigoni di una classe dirigente francese che ( da qualche secolo in qua) le guerre vince se gliele vincono gli altri; l’altra, detta la ‘culona‘, degli eredi d’una classe dirigente ( mai realmente defunta ) che le  guerre  inizia per perderle tutte. Ne hanno fatte due, provano di vedere se c’è spazio per una terza.

I due  ‘miserables’ ,  ultimamente, in uno di quegli abboccamenti tra esseri incompiuti, (si dice ) che abbiano deciso  di mandare alla malora il Belpaese. Nel senso che  ‘deve pagare‘, non si sa cosa e a chi, ma ‘deve pagare‘. Con tutto quello che ha rappresentato e rappresenta. Nel bene e nel male. E chi se ne frega! Adesso lascerebbero  fare al virus, poi, proveranno con i loro marchingegni finanziari e  (se del caso)  andranno a riaccendere i  forni. Che ci volete fare,  c’è gente al mondo  che gode così. I gusti son gusti.
Non si discutono. Dunque, che consigliare alla nostra classe dirigente, di Governo in primis, se non  d’andare ( intanto) a  verificare?  Perchè se son ciance voleranno via, altrimenti che aspettiamo: il botto?
E comunque basterà  star desti. Anche perchè  se a darci dei ’pezzenti‘ son quelli che dei ‘pezzenti’ son maestri, ci può stare. Mentre  far la fine dei polli di Lorenzo Tramaglino, no, questo proprio non ci sta! Occhio allora alle lusinghe di circostanza. Occhio a distinguere tra  ‘Grazie’ e ‘Disgrazie’: sembrano omonime, ma non lo sono. Occhio anche a questo  o altro prestanome  con quei due o tre cagnetti rognosi  al guinzaglio.

E se,  per non sapere nè leggere nè scrivere, come insegnano i nostri vecchi, diciamo di infilarsi  Mes o non Mes   dove  loro meglio li aggrada? Vorrà dire  che, mal che vada,   per l’ennesima volta nei secoli,  doveremo rimboccarci le maniche, per compiere l’ulteriore impresa. A noi possibile, a loro no. Noi, che  le guerre sbagliamo  ( come l’ultima, col Fascismo in casa) , salvo poi  ravvederle e riscattarle. Anche col canto  alle finestre, tutti uniti. Dalla Lombardia alla Sicilia. Eppoi, ci sarà pure qualcuno al Mondo ( anche tra Franchi e Germani) che preferisce cantare  con noi piuttosto che ridere con quei vecchi e nuovi ‘ miserables’? 

 

AGGIORNAMENTI DAL MONDO ( 6 aprile) ”Ci aspetta la settimana più dura e più triste, sarà un ’Pearl Harbor moment o come l’11 settembre”:  ha detto il capo del servizio sanitario pubblico degli Stati Uniti, Jerome Adams, ribadendo le parole del presidente Donald Trump che ha ammesso che ci saranno “molti morti nelle prossime settimane”, parlando di una “situazione incredibile e mai vista finora”.
Sono quelli che combattono in prima linea “gli inglesi più grandi“. Ha detto la regina Elisabetta agli Inglesi. Il discorso è arrivato  quando il bilancio totale delle vittime in Inghilterra ( dopo incredibile sottovalutazione) ha raggiunto quota  4313, 708 delle quali decedute nelle ultime 24 ore. È la quinta volta che la Regina ha scelto  di rivolgersi alla nazione al di fuori del Natale e arriva quando gli esperti temono che l’epidemia non abbia ancora raggiunto il suo picco. Secondo alcune indiscrezioni, la Regina,  si è isolata con il duca di Edimburgo, 98 anni, al castello di Windsor. 

Il servizio sanitario di Sua Maestà ”è pronto ad affrontare il picco dei contagi”. Al momento il NHS può contare su duemila letti per terapia intensiva disponibili e punta ad avere presto 18 mila respiratori. Il ministro sottolinea che si potranno pianificare le prossime mosse quando la curva dei contagi sarà appiattita.
Hancock si dice preoccupato sulla necessità di tenere aperti i canali di approvvigionamento per farmaci e apparati sanitari, e nega che ci siano contrasti con il ministero delle Finanze sulla durata del lockdown. Quanto alla possibilità di un governo di unità nazionale con il Labour, secondo Hancock al momento sembra da escludere.  Nelle stesse ore il neo segretario laburista Keir Starmer ha fatto sapere che è disponibile a sostenere le nuove restrizioni da parte del governo.

Nelle ultime 24 ore in Belgio i pazienti dimessi dagli ospedali che hanno in cura malati di Covid-19 sono stati più numerosi di quelli ricoverati. Ad annunciarlo sono state le autorità sanitarie del Paese, precisando che dalle strutture mediche sono uscite 504 persone nelle ultime 24 ore, quelle ammesse sono state 499. Il numero totale dei decessi è di 1447, 164 in più di ieri, 164 persone più di ieri sono risultate positive al virus, per un totale di 19.961 casi accertati.
Intanto sono 91.384 i casi in Germania, contro gli 89.300 annunciati nel pomeriggio di ieri, secondo un bilancio del’agenzia Dpa sulla base delle cifre fornite dai diversi Land. Almeno 1318 persone sono decedute come conseguenza della malattia. Il numero dei contagi è particolarmente alto in Baviera e in Nord Reno Westfalia, per oltre 23 mila e 19.400 casi rispettivamente, con 370 e 250 decessi.
Il conto delle vittime di Coronavirus in Olanda ( altro paese che nei mesi scorsi ha preferito sbeffeggiare l’Italia dal prepararsi adeguatamente all’evenienza) è salito a 1766, con 17851 contagiati, come comunica l’Istituto olandese per la salute pubblica.Infine su trenta nuovi contagiati( dicono loro)  in Cina, 25 sono ‘importati’, e nessuno  ( dicono sempre loro) è stato registrato nella provincia di Hubei, dove però nelle ultime 24 ore sono morte tre persone. Il totale dei contagiati è 81.669, i deceduti sono 3329.

( 3 aprile) L’emergenza Coronavirus sta pesando ( eccome)  sull’economia tedesca. Secondo i dati emersi finora, è crollato al minimo storico l’indice Pmi composito della Germania che sintetizza l’andamento dell’attività manifatturiera e dei servizi. A marzo l’indice rilevato da Ihs Markit è sceso a 35 punti dai 50,7 di febbraio, un livello mai registrato nelle serie storiche. Minimo storico anche per i nuovi ordini calati a 31,2 punti da 50,2 del mese prima e per l’indice dei servizi crollato a 31,7 punti da 52,5 di febbraio. 

 ITALIA&MONDO  ( 3 aprile) In Italia, dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus, 119.827 persone hanno contratto il virus  (4.585 persone in più rispetto a  ieri per una crescita del 4+%) . Di queste, 14.681 sono decedute (+766, +5,5%) e 19.758 sono guarite (+1480, +8,1%). Attualmente i soggetti positivi sono 85.388 (+2339 e +2,8%. Il conto sale a 119.827 — come detto sopra — se nel computo ci sono anche i morti e i guariti, conteggiando cioè tutte le persone che sono state trovate positive al virus dall’inizio dell’epidemia). I dati sono stati forniti dalla Protezione civile.

LE TRE DISGRAZIE. Le chiamano le ‘tre Grazie’,  o anche ( parafrasando) le originali del Botticelli,  le  ‘ tre Disgrazie‘. La Lagarde è francese, le altre due sono  tedesche. In questa, stanno mettendo in gravi ambasce chi aveva pensato che bastava porle alla guida dei massimi sistemi  per garantire in quota rosa chissà quale futuro  al sogno europeo, mandando inoltre   in pensione il solito, tirannico, inconcludente  apporto maschile.
Disgrazie e,   più che leader dalle epocali visioni,  ( impaurite) ‘ segretarie’  di qualche ( cattivo) capoufficio, che latra nell’anonimato. Senza volto, senza nome. Forse per nascondere agli occhi altrui qualcosa che non s’ha da vedere. Tra  quegli ingenui del New York Times,  e ( in fondo) tra  tutti quelli che in questi  decenni  hanno creduto ad una Europa rinnovata che aveva imparato la terribile lezione della Seconda guerra mondiale.

Imparato? Pare di no, o non del tutto. Soprattutto da parte di  quella Germania che di quella guerra è  stata ( oltre che l’orrore ) anche la causa e l’ effetto. Mostra infatti  nell’agir politico atteggiamenti sospetti e non solo egocentrici. Di certo  miopi. Nel momento che può giocare la carta del suo vero riscatto agli occhi dell’umanità ed esercitare il compito epocale di ‘ costruttore di nazioni‘, come il Piemonte per l’Italia o la Prussia per la Germania, che fa?
Si perde in quisquiglie interne, si smarrisce sguinzagliando qualche insignificante  cane rognoso. Ha avuto tanto  dai conterranei ( in momenti cruciali), ma  intende restituire poco o niente.  Mostra solo il braccino corto, calcolato. Non ha memoria. Ignora la pietas ( o  la solidarietà), di quella che in certi particolari momenti di emergenza generale diventa non debolezza ma  lungimiranza. Capacità di cambiare il mondo. Per  non generare ( altri)  lutti e macerie, ma ( solo) speranze e prospettive.
Anche urgenti, perchè mentre sul Vecchio continente si cammina negli altri volano. E infatti chissà qual scenario si svelerà, per noi, per gli altri, passata la ( subdola) tempesta? Eppoi non è ora che s’estingua il ( latente )  sospetto d’ una Germania democratica e generosa che non è ancora riuscita a vuotare armadi, cantine, solai dei nefasti simboli d’un tempo ( duro) a morire ?
Macron, francese sì ma non  un De Gaulle, ondeggia. Mentre  la  ’sua’ Lagarde alterna ‘sciocchezze’ a ’signorsì’.  La Leyen, una volta è qui una volta è là,  dapprima assicura ( perentoria) che alle proposte degli ‘spendaccioni‘ del Sud non ‘non  si  sta assolutamente lavorando‘, poi ( spiritata) ritratta.  Ma che problema ha?  Non  ‘ far perdere la faccia’ alla Germania?  Ma quale faccia?  Non sia ridicola, cara Signora,  non vede che qui stan saltando tutti e tutto,  onore compreso ?

( Bollettino 30 marzo) In Italia, dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus, 101.739 casi persone hanno contratto il virus  (4.050 persone in più rispetto a ieri per una crescita del 4,1%). Di queste, 11.591 sono decedute (+812 +7,5%) e 14.620 sono guarite . Attualmente i soggetti positivi sono 75.528 (il conto sale a 101.739   se nel computo ci sono anche i morti e i guariti, conteggiando cioè tutte le persone che sono state trovate positive al virus dall’inizio dell’epidemia). I dati sono stati forniti dalla Protezione civile. I pazienti ricoverati con sintomi sono 27.795; 3.981 sono in terapia intensiva (+75 , 1,9%), mentre 43.752 sono in isolamento domiciliare fiduciario.

ALTRE  ( NON SOLO ) DI SPORT. Nel consegnarci un manipolo di medici, infermieri e tecnici albanesi, il presidente Edi Rama ha detto “ Noi, non siamo ricchi, ma degli amici non ci dimentichiamo“.  Ed in effetti, è proprio vero gli amici si vedono nell’ora del bisogno,  onde per va da sè che noi, caso fosse, non ci dimenticheremo del bel gesto degli ‘amici’ del Paese delle aquile.

Gianfranco Zola, rimpatriato in sardegna causa Coronavirus, ad una tivù ha detto ” Difficile che un top della Premier possa venire in Italia. Il divario economico è troppo grande”. Detta dal Gianfranco, non intravvediamo malizia. Ma solo una constatazione. Che corrisponde al vero, ma solo ( per noi)  fino ad un certo punto. Perchè se è vero che da un decennio in qua in Albione sono diventati ‘spendaccioni‘, sarà meglio capire perchè.
Sembrano dei fenomeni nel marketing, da noi finora pressochè ignorato.  Ma anche nell’attrarre danari, sui quali qualcuno sta incominciando però  ad indagare ( vedi City, ma non solo). Inoltre, nonostante le cifre da nababbi, quel calcio muscolo-corsa-supplementari  non sembra confermare l’appeal ma (soprattutto) i risultati. L’ultimo turno di Coppe infatti ne sta scremando diverse, e nababbe. Se poi, ad una nostra, dovesse riuscire ( Coronavirus permettendo) il colpo di portarcene a casa almeno una, si sa che giudizi e prospettive, nel calcio moderno, mutano come nuvole a primavera. Per non farla lunga, è meglio che i top se ne stiano comodi dove sono, noi vedremo di fare del nostro meglio risparmiando.

Commisso, nuovo e già amato padre della Viola, vorrebbe dotare la società d’un nuovo impianto. Che sarebbe provvidenziale. Ma si sa che ( da noi ) c’è la fobia del nuovo e del bello, per cui stanno facendo tutto per togliergli la voglia. Stesso discorso per quelli della Roma a Roma. Il passaggio di proprietà si allunga, anche perchè sul nuovo stadio volano solo ciance.
E pure i Lumbard, che a dire il vero in questa fase sono su tutt’altra parte impegnati, non accennano novità. Quando scoccherà  l’ora di rimettersi al lavoro dopo la tempesta, anche con uno stadio si potranno suonare gli squilli della riscossa. Da Lumbard, però, e non da ‘ tintinnega’. Ovvero:  con le mani in pasta e non in sacoccia.

UN GRANDE PRESIDENTE. Due note innanzitutto. Quella dedicata ad una Chiesa cattolica romana che in ‘silenzio‘  ha ripreso  la scena del Mondo; quello d’un Presidente d’un Paese che nell’ora fatale sa  trovare le parole giuste al momento giusto,  ‘ per  questo  mar in gran tempesta’.  Per noi, Italici, ma anche per gli altri, al di qua e al di là dell’Alpe, orbi e sordi  ( di mente) compresi.
Che per l’Europa sia scoccata una di quelle ore che definiranno chissà quanti anni futuri, è certo. Com’ è evidente che non tutti, qua e là pel Continente, ottenebrati non sa bene da quali arcaici pregiudizi, sanno ascoltare. Cogliere in tutta la sua gravità. Colpevolmente, perchè il tempo ( in questa, soprattutto)  trapassa tanto velocemente che un ( assurdo) ritardo oggi può trasformarsi  in  un ( doloroso) rimpianto domani. Tanto per dire.

Chissà se a qualcuno è capitato di notare che, qui,  nel Vecchio Continente, sotto i nostri occhi increduli,  resta vivo  un infausto passato?  Con contrapposizioni che sembrano ricalcare ( rognosetti o surgelati a parte, che poco contavano e poco contano) quelle d’un secolo fa: da una parte, quelli della Duplice Alleanza ( Germania e Austro-Ungheria), dall’altra, quelli  della Triplice Intesa  ( Gran Bretagna, Francia, Italia).
Nella prima, ci si è avviati verso la sconfitta e il nazismo, nella seconda ( Ventennio italiano anomalo a parte) verso la democrazia. Poi, che tutti , più o meno, abbiamo accettato adesso il modello vincitore, scopriamo che non tranquillizza più di tanto. Infatti credevamo che una certa orribile Europa fossa rimasta al tempo che fu  e, invece, che ci tocca di rivedere? I soliti, o  meglio,  una parte dei soliti, contrapposti  in maniera ( apparentemente) diversa agli altri.  Un beffardo virus giunto ( inatteso?)  dall’Estremo Oriente sta qui riaffiorando, incredibilmente, quanto sembrava già  sepolto  dentro i milioni di tombe che ( per qual ragioni o torti poco conta)  quella contrapposizione ha fatto.
Italia, Spagna, Francia , stremati dal virus,  chiedono venia  e che gli ribatt0no i nipotini degli Imperi centrali?  Arrangiatevi, se avete problemi risolveteveli. E se chiedete ossigeno, pagatelo, al prezzo ( degli speculatori) di guerra.  ‘ Se questa è l’Europa - sbotta il buon Bonaccini, presidente di una regione italiana operosa e ricca quanto o più della Baviera prima d’essere colpita dal Coronavirus -  che se la tengano’. Come dire:  rimbocchiamoci le maniche e mandiamoli a quel Paese.
Già, mandiamoli a quel Paese. E chi ci aveva pensato?  In fondo chi  ha mai detto che l’Europa non si possa far anche senza di loro? O almeno, senza quella parte di loro che  dell’ orribile passato non vogliono disfarsi,  nascondendo chissà dove i suoi lugubri simboli ? In tal contesto, chiaro è che la Cancelliera, prossima ad abdicare,  può  riservarsi  l’ultima parola. Per mostrare  agli altri con  qual Germania  s’ha a che fare;  e  inoltre se vuole andare in archivio come  ’ costruttrice di nazioni‘ oppure   solo e soltanto come ( ambiziosa)  segretaria d’un (cattivo) capoufficio. Il cui identikit, al momento, speriamo errando, è  fin troppo facile immaginare.

O SI FA L’EUROPA O SI MUORE. E qui si vede se potrà valere l’appello:  ‘ O si fa l’Europa o si muore.  Decisiva, sarà  ( ancora una volta) la Germania, che nelle questioni del Vecchio continente sta con le mani in pasta ovunque. Dal Coronavirus, ormai   dentro i suoi confini  in quantità industriale anche se con  numero di morti irrisorio  ( si fa per dire)  rispetto alle  migliaia degli altri,  al Salvastati fin alle gaffe ( si fa ancora per dire) della spiritata Legarde. Dalle sue labbra pendono quei rognosi piccoletti che ringhiano  alle robuste spalle di lei.
Decisiva nel senso che dovrà mostrare ( finalmente)  in un’ora drammatica per l’intera Continente, intanto, qual è a distanza vera dai circa ottant’ anni da quella  ecatombe bellica con camere a gas, che nessuno al mondo mai potrà dimenticare. Favorevoli circostanze post belliche unite a qualità  popolari  ( indubbiamente ) notevoli, l’hanno riportata al vertice. Non è la prima volta.  Non è da tutti. Ammettiamolo.
L’Italia, ad esempio, al vertice ci poteva essere se, evitando la diabolica alleanza non fosse entrata in un  conflitto che non era quello ( difensivo) del 1915/18, ma  altro di ben altra portata, al quale ancora imberbe  (  soprattutto sul versante  industriale-produttivo-organizzativo  tutto da consolidare)  nè convinta nè preparata. Avesse pensato a star neutrale, anche solo come la Spagna,  a disastro compiuto,  non si sarebbe trovata sotto un cumulo di macerie.
Comunque sia, quella mossa infausta, la sta pagando. E chissà per quanto ancora la pagherà.L’ Italia, da tempi non sospetti, per la sua cultura  universalista profondamente alimentata da esperienze remote ( Impero romano e seguito), trascorse ( Umanesimo e Rinascimento )  e presenti ( Chiesa cattolica ),  vuole l‘Europa. Crede nell’Europa. Ha sempre creduto nell’Europa. Quanto Dante  nell’imperatore Enrico VII di Lussemburgo. E perfino a prescindere dai compagni di cordata. Perchè ha realizzatoda tempo immemorabile che solo dentro un’ unione ( fatte salve le peculiarità create dalla natura e dalla storia)  si può ( meglio) tutelare  salute, sicurezza e pace  dei popoli.
Mastro Niccolò  voleva un’Italia nazione proprio per questo. S’era stufato di vedere scorrazzare per il Belpaese ribaldi d’ogni genere. Fosse vissuto ai nostri tempi ( molto probabilmente) avrebbe pensato ad una Europa nazione, se non altro per fare adeguato fronte a continenti ( o semi continenti) chiaramente lanciati all’occupazione del Pianeta,  attrezzati e ricchi quanto e più di noi.
Lasciandoci alle spalle. Rapidamente. Implacabilmente. Il tempo d’un Mondo globalizzato e ( finalmente) unito è ancora lontano. Perchè allora non procedere  per gradi?  Prospettando un futuro per le nostre generazioni ( comprese quelle dei milioni di migranti che dopo averci  preso d’assalto si sono  qui stanziate )  meno  problematico di quel che potrebbe essere;  anche se non più   rassicurante  come quello trascorso  nei ( circa)  ultimi ottant’anni.  Che facciamo? Continuiamo a farci ’cattiverie‘ tra di noi?
Il Centro contro il Centro, il Centro contro il Sud, il Nord contro il Centro e il Sud?  Perchè ?  Meglio fare  i finti tonti ? Anche quando, tra un evento è l’altro, previsto o no, affrontato o meno, stiamo mostrando  tutta  la nostra impudica ’ nudità‘ ?

 LA CANCELLIERA . Sta per abdicare la Cancelliera ma la leggiadra Europa,  dopo il  suo lungo regno, invece d’essersi compattata  s’è sbrindellata. Lasciamo stare quei simpaticoni dei figlioli di Sua Maestà  che si sono messi in testa di rifare i pirati   per affondare come ai tempi di Francis Drake  galeoni carichi di dobloni, che quando la ’voglia di giocherellare ‘ sarà lor  passata si ravvederanno come il  loro scarmigliato premier con il Coronavirus.
Guardiamo invece  cosa ( per noi)  durante il regno della Cancelliera  non ha funzionato. Nulla  di personale. Nè di pregiudizievole. Vogliamo solo arrivare ad una sicurezza presente e ad  una prospettiva futura. Per noi, a prescindere della stretta mortale del  Coronavirus, urgente, perchè in queste cose prima ci si organizza e prima ci si mette al sicuro. Infatti,  al momento è un pirla di Coronavirus a farci piangere, ma domani chi altro del suo stampo?
Adesso son milioni quelli che assaltano ( spesso con umana giustificazione) i nostri confini e domani quant’altri percorreranno gli stessi sentieri? Adesso ci son guerre ( e guerricciuole)  che mietono nefandezze  e lutti ( solo) ai confini, domani  dovessero incombere sui nostri ( o addirittura dentro)  i nostri confini,  qual difese metteremo in atto?

Se le minacce arriveranno dai mari l ‘Italia manderà in acqua la Cavour,  la Britannia la Queen Elizabeth, la Gallia  la De Gaulle? Se invece le minacce pioveranno   dai cieli  senza manco conoscere  manco sapremmo la  traiettoria, li aspetteremo chiudendo gli occhi alla  Totò davanti al  manesco ? Etc., etc.  Già che fare? Nessuno ha i poteri dei venerati oracoli.
Potremmo però già incominciare a dare chiari segnali. La Germania che ospita una ventina di infetti lombardi è un chiaro segnale. Il silenzio della Legarde è un altro chiaro segnale. Ci manca, semmai, quello che potrebbe dare la Cancelliera nelle ore del commiato: zittire quei tre o quattro rognosetti di poco conto  che pendono dalle labbra sue e  che per picciol ambasce  loro vorrebbero ( una volta di più )  mettere ( con quell’astruso Salvastati) il ‘cappio al collo’ ai paesi del Sud. E all’Italia, ovviamente, sennò  come potrebbero  continuare a divertirsi con  quell’ imberbe ‘sfascia rosse’  ( per loro)  predestinato  ( Lewis a parte) ad oscurare l’immenso ( e anche  figlio adottivo nostro)  Schumi ?
Qui, cara Signora,  c’è bisogno di  qualcosa di epocale. Di eredi alla  Cavour o  alla Metternich,  insomma, costruttori di nazioni !  Cogliendo l’attimo fuggente che ci viene offerto. E che un tale, parafrasando, avrebbe trasformato nel canto che ( in quest’ora di angoscia e dolore) potrebbe unire tutti i balconi del Continente : ‘ Qui o si fa l’Europa o si muore!’.

 

L’ AFFOSSASTATI. ( dalla StampaMario Centeno, presidente dell Eurogruppo, ha assicurato che c’è un ‘vasto consenso’ sull’utilizzo del Fondo. Vasto consenso vuol dire che non c’è l’unanimità, necessaria per prendere questo tipo di decisioni (tutti gli Stati dell’Eurozona sono azionisti del Fondo). Gli olandesi restano contrari perché continuano a vedere il Mes come uno strumento di ultima istanza.
Dal loro punto di vista le misure sin qui adottate – il piano di acquisto di titoli della Bce, la sospensione del Patto di stabilità, il via libera agli aiuti di Stato, l’utilizzo dei fondi strutturali per le spese sanitarie e il maxi-piano di prestiti della Banca europea per gli investimenti - sono più che sufficienti. Ma sulla linea dura ci sono anche l’Austria e la Finlandia, con la Germania in posizione più defilata.

C’è ancora molto lavoro da fare“  ammette Centeno, ben sapendo che – qualora passasse l’idea di usare il Fondo Salva-Stati - il diavolo si nasconderebbe nei dettagli. L’ipotesi al momento sul tavolo prevede l’utilizzo di una linea di credito dedicata all’emergenza da introdurre all’interno del Mes, che ha una dotazione globale di oltre 400 miliardi. Ovviamente le risorse a disposizione sarebbero più limitate: ogni Paese potrebbe avere diritto a una linea di credito pari al 2% del proprio Pil. Nel caso italiano circa 36 miliardi.

I  CAVALIER SERVENTI. Saltando quelli dello sport, bloccati dal Coronavirus, tanto per passare il tempo, va disputandosi  il campionato europeo dell’imbecillità.
Grandi favoriti sono  alcuni rognosetti ‘ cavalier serventi‘ della Germania. Nell’ordine: Olanda, Austria e Finlandia. Cosa leghi così fortemente  paesi distanti tra loro, non è dato a sapere,  certo mostrano  un’acredine oramai scoperta contro gli ‘spendaccioni‘ del Sud Europa. E dell’Italia, ovviamente, che degli sciagurati  è leader indiscusso. E tuttavia, se non fosse  una questione di danari, che altro può alimentare tanto ( insulso, anacronistico ) visione dei paesi d’Europa? Difficile dirlo. Difficile crederlo. Agli Orange stiam sulle scatole ( forse) perchè oltre ad avere fiori belli quanto ( e più)  dei loro non concediamo una vittoria al pallone manco in amichevole?
Gli Asburgici, invece,  per via di quella volta in cui  pur scatenandoci contro  73 divisioni  sono dovuti risalire con la coda tra le gambe le valli che avevano ‘ disceso con ( troppa) orgogliosa sicurezza‘? I Finnici, poi, con tutte quelle giornate senza sole in mezzo ai ghiacci, non non vorranno mica prendere possesso del Belpaese per godersi finalmente giornate lunghe, trasparenti, assolate, come il buon dio dei mille laghi non riesce a garantire?

DATI. Finlandia, 334 mila kmq, 5,5 mln abitanti, Pil PPA 256 mld dollari, Pil pro capite 46,5 mila dollari; Osterreich, 83 mila kmq, 9 mln abitanti, Pil PPA 463 mld dollari, Pil pro capite 52,1 mila dollari; Orange, 41  mila kmq, 17 mln abitanti, Pil PPA 700 mld dollari, Pil pro capite 46 mila dollari; Italia, 302 mila kmq, 61 mln abitanti, Pil PPA 2.400 mld; Pil pro capite 34 mila dollari. In breve: in tre fanno poco più della metà delle entrare ( ufficiali e non reali,  almeno un terzo sopra)  italiane,  che, volendo, con qualche punto di debito in più, potrebbe anche avanzare una o più  Opa o per acquistarli uno alla volta o in blocco. Se sapesse, poi, cosa farsene.

Fatto è che pure l’accomodante Conte, s’ è( a sua volta) rotto le scatole. Della vostra elemosina l‘Italiadei Cesari, dei Leonardo e di Cavour  ne fa a meno. Tenetevela, trastullandovi con i brandelli d’un Continente che sta mancando( colpevolmente)   all’appuntamento con la grande storia. Che in quelle lande, evidentemente, ma non è mai stata  ‘ magistra vitae’ ma solo un confuso affastellarsi di pregiudizi di cui ormai non  tengono manco più  giusto conto e il valore.

COLPITO ANCHE BORELLI.  ( martedì 24) Stiamo scemando, come infetti, ma non è il caso di far festa. Ancora sconsigliata ai cinesi, figuriamoci a noi. Aspettiamo altri due o tre rilievi. Il secondo non è andato male, visto che  registra un (altro)  piccolo calo di contagi e vittime. Da confermare. Da riconfermare. E comunque, secondo il ( sempre) preoccupato Borrelli s’è registrato ( per la prima o seconda  volta?) un calo di positivi e  di vittime. Mentre i contagi ammontano a 64 mila circa.
Non ci addentriamo nei dati che, a questo punto, diventano un labirinto che manco Teseo con l’aiuto di Arianna riuscirebbe a superare. Aspettiamo quindi, ( quasi) certi di un altro ( piccolo) passo in avanti. Ora diventa  cruciale il fatto che l’ondata  infettiva non rompa gli argini sanitari nelle regioni del Sud. Otto dei  nostri in rianimazione sono stati trasferiti in Germania per disponibilità di posti in terapia intensiva.

In particolare, sempre che non ci siamo sbagliati a prender dati dalla marea in corso, l’ Emilia Romagna conta (  domenica 22) un totale di  7555  casi ( +729 nuovi);   Rimini  942 casi totali ( +116 ).

In ogni caso è ancora troppo presto per togliere alla nostra ( eroica) sanità  un macigno insopportabile. Tuttavia sempre più pressante in Spagna e  in Francia, ma pressochè ‘sopportabile’ in Germania nonostante  ( al momento)  i 18.323 casi totali registrati ( in crescita, Merkel compresa), +7.324 nelle ultime 24 ore,  con  decessi tuttora ( stranamente) limitati: un centinaio scarso. E qui ci scusino i Germani ( fratelli) d’Oltralpe , ma occorre fare chiarezza. Impietosa chiarezza.
Indaghino, se gliela raccontano giusta. Per il bene nostro e loro. Perchè su lutti e   macerie che c’è da guadagnare? Anzi, chissà che non sarà  il virus ( pseudonimo d’altro?)  ad insegnarci che ( d’ora in poi) sarà  meglio unire piuttosto che dividere?  La Uefa del  calcio, ad esempio, per la prima volta, c’è riuscita   su alcune (importanti) questioni. Perchè non imitarla  anche in politica?
‘  Tanto più   che – sostiene Carlo Petrini, 70 anni, fondatore di Slow Food - vedo un futuro ridimensionamento delle politiche liberiste. Penso però ad un avvenire umano  più sostenibile. Figlio di  una economia che non dovrà misurarsi  ( necessariamente ) attraverso il Pil. Infatti, che senso avrebbe ricostruire tutto come prima, ignorando questa durissima lezione?’.

Per fortuna, qualcuno (?) ha tolto il microfono a quella spiritata  della Lagarde che tutto ha fatto  fuorchè una gaffe. A questo punto,  se in Germania  ci son davvero  quelli che del passato vicino e lontano voglion fare dei bei fagotti  da gettare in spazzatura, dovrebbero battere un colpo. Anche uno solo,  revocandole un posto che non le compete  per ridarle la sua  gioia più grande:  ‘gustar’ pregiudizi in  salottino, con le allegre comari attorno.

AGGIORNAMENTITALIA . ( domenica 22 marzo) Sono complessivamente 46.638 i malati di Coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 3.957 (  4.821). Delle persone attualmente positive al Coronavirus in Italia, 19.846 sono ricoverati in ospedale, 3.009 in terapia intensiva, 23.783 in isolamento domiciliare. Il numero complessivo dei contagiati – comprese le vittime e i guariti – ha raggiunto i 59.138.
Sono 7.024 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il Coronavirus, 952 in più di ieri. Ieri il dato giornaliero sui guariti era di 943. Calano le vittime del Coronavirus in Italia. Oggi il numero complessivo è di 5.476, con un aumento rispetto a ieri di 651 unità; ieri l’aumento era stato di 793 morti. L’ha detto il commissario per l’emergenza Angelo Borrelli durante la conferenza stampa alla Protezione civile. ( Rai news 24) 

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AGGIORNAMENTO EUROPA.  ( domenica 22 marzo) Bilancio europeo. In  Spagna i casi registrati sono 1.725, 399 più di ieri ( sabato 21 marzo), mentre i contagi arrivano a 28.572. Lo  scrive El Pais, unendo il dato del ministero della Salute con quelli  delle comunità autonome. Gli operatori sanitari in Spagna sono oltre il 10% del totale dei contagiati nel Paese. Sono invece 24865 i casi nell’area ‘nuova Europa’,  con 81 morti.
Per un totale di 24.865 casi confermati di Coronavirus (+8.841 rispetto al giorno precedente), di cui 18.323 solo in Germania,  registrati nei Paesi dell’Europa centrale e orientale, in Germania, Austria e Grecia, secondo i dati ufficiali delle autorità nazionali raccolti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e aggiornati al 21 marzo.
Vediamoli. I decessi registrati nell’Area sono stati finora 81 (+37). I casi confermati di Coronavirus sono stati evidenziati in particolare in Germania (18.323, +7.324 nelle ultime 24 ore, 45 i decessi), seguita da Austria (2.649, +806), Cechia (904, +210), Grecia (495, +77), Polonia (425, +100), Slovenia (341, +22), Romania (308, +48), Estonia (283, +16), Slovacchia (137, +14), Serbia e Kosovo (135, +12), Bulgaria (127, +33), Croazia (126, +45), Lettonia (111, +25), Ungheria (85, +12), Albania (70), Macedonia del Nord (70, +22), Lituania (69, +33), Moldova (66, +17), Bielorussia (57, +11), Bosnia- Erzegovina (44),  Ucraina (26, +10) e Montenegro (14, +4).

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IL CASO ISCHGL. (Berlino) Lo scorso 29 febbraio un Boeing della Iceland Air proveniente da Monaco di Baviera atterrò a Reykjavik. A bordo erano in maggioranza turisti islandesi, giovani soprattutto, di ritorno da una settimana bianca in Tirolo, più precisamente a Ischgl, un borgo di 1500 abitanti della regione dellAustria noto come il paradiso del dopo-sci.
Sottoposti al test del Coronavirus, l’Islanda era già in modalità emergenza, molti di loro risultarono positivi. Immediatamente il governo islandese dichiarò il Tirolo area a rischio. Bastarono pochi giorni come per capire che quello islandese non fosse un caso isolato. Uno dopo l’altro, notizie di persone contagiate dal Covid-19 dopo essere state in vacanza a Ischgl cominciarono a rimbalzare in tutto il Nord-Europa, da Amburgo alla Danimarca. Il 7 marzo le autorità norvegesi sottoposero al test un gruppo di turisti che erano stati in Austria nella seconda metà di febbraio.Il giorno dopo Oslo fece un annuncio inquietante: 491 dei 1198 infettati della Norvegia erano stati a sciare in Tirolo, la maggioranza di loro a Ischgl.
Eppure, le autorità tirolesi per oltre una settimana negarono tutto con cinismo e arroganza: «Dal punto di vista medico – dichiarava il direttore sanitario del Land, Franz Katzgraber – non è verosimile che il Tirolo sia stato focolaio di infezione». La stagione sciistica doveva continuare. Nonostante l’allarme dei virologi, che da giorni mettevano in guardia da una catastrofe in fieri. E nonostante l’Austria, primo fra i Paesi europei, annunciava la chiusura unilaterale delle sue frontiere a Sud.
Soltanto il 7 marzo, di fronte all’evidenza norvegese e al primo caso ufficiale di  Coronavirus nel villaggio, ammisero la possibilità. Il contagiato era un tedesco di 36 anni che lavorava come barman al Kitzloch, la più celebre baita della movida locale. Passarono però ancora tre giorni, prima che il locale venisse chiuso. Quanto al resto del villaggio, business as usual: piste aperte, ski-lift operativi, alberghi in funzione. Non bastò neppure che anche la Germania il 13 marzo dichiarasse il Tirolo zona a rischio, dopo che le autorità di Ostalb, nel Baden-Wuerttenberg avevano lanciato un disperato allarme: 200 persone che erano state in autobus a Ischgl erano risultate positive al test.  ( Corriere della sera, web, 23 marzo)

GIORNO DOPO GIORNO. Il Paese è allo stremo. Mentre in Cina (giurano) d’avere interrotto la pestilenza, da noi i contagi continuano a volare, ora dopo ora, come del resto presso i nostri ex sbeffeggiatori, tipo Spagna ( oltre 20 mila), Francia ( 14 mila), Germania ( 13 mila)  etc etc. Le ultime stime ( 24h) dicono che in solo giorno, noi, siamo cresciuti di 4.480 casi infetti (  totale 33 mila), in gran parte gente del Nord-Nord Est, che di questa inusitata moria sta pagando un prezzo talmente alto da sembrare perfino incredibile. Soprattutto se ascritta ad un modello di sanità tra i più evoluti e generosi del Continente. Non ci sono  parole. Soprattutto se si fan confronti con Germania e Austria. 

DIETROLOGI & DIETROLOGIA ? Intanto per il Belpaese gira di tutto, di più. Una ricostruzione web, parla di complotto franco-tedesco-israeliano che per ‘punirci’ del recente accordo  Italia-Cina  per la Via della seta, si sarebbero procurati virus ( e antivirus, anticipatamente messo in deposito), diffusore del virusbattage mediatico e finanche l’untore, o  meglio il Paese untore, per distogliere l’ombre su di loro e trasferirle ad altri, polli o meno che essi  ( reputano) siano.
Fortunatamente, in gioventù,  nella  scuola che tanto funzionava prima d’essere  demolita, ci è capitato di avere avuto ( si fa per dire) come maestro un tal Lisander, lumbard, che basta andarselo ripassare per chiederci se quell’uomo sia appartenuto all’Ottocento o al Duemila.  Con tutti quegli ‘ ricami ‘ che sembrano note di ‘cronaca’,  ‘fondi’, ‘ commenti’  nostrani accorpati insieme. Di fantasapienti ( o dietrologi) elenca e spiega  tesi, controtesi e voli pindarici, tutte dispersi al vento in quei cieli di  Lombardia che in tanti , soprattutto da Oltralpe, hanno cercato d’oscurare senza mai riuscirci.
Della elaborata  ricostruzione complottista,  solo un dato lascia perplessi: quello dei casi nel paese dei Germani, esponenziali, ma con pochissimi deceduti. O sono più sani di noi o non ce la raccontano giusta. Che abbiano  trovato davvero qualcosa che li tutela, costringendoli a  rallentare ma non di fermare ? Con danni contenuti e non gravissimi come in Italia? Non vogliamo crederlo. Per nulla. Anche perchè che altro  sarebbe se non (pura)  follia?
Di cui a dirla tutta,  sbirciando nel passato, colà, qualcosa si trova. Del resto  ( ammesso e non concesso il sodale con francesi e israeliani), per quel poco che ( i lor capetti  in sella  ) siano in grado di capire ed immaginare, avessero eseguito il cinico  detto ‘ mors tua, vita mea‘,  a guerra ( suicida)  terminata, di che  altro  avrebbero  da esultare  se non  su cumuli di cadaveri  e  oceaniche folle senza timoniere?  Già, cui prodest?

Il team cinese ( giunto a Milano) dice ‘Chiudete tutto, qui è come da noi’. Ed in effetti i dati lombardi sono terribili e incredibili insieme. Avevano ‘ chiuso‘ il piccolo focolaio di Codogno, hanno ‘scoperto’ di tenerne accessi tanti altri, ancor più vasti, e preoccupanti, come quello ( che fatica a vedere luce in fondo al tunnel ) della Bergamasca. L’incredibile nell’incredibile, sono inoltre tutti quei sanitari contagiati, alcuni salvandosi, altri restando sul campo. Eroici tutti.
Bravi tutti. Anche perchè in troppi mandati in corsia senza ( manco) adeguata protezione. Troppi. Proprio com’è capitato ai  quei nostri giovani durante l’ultima guerra  mandati a mani nude contro carri armati, bazuka  e katiusce. Quando  il tutto ( fantasapienza compresa ) sarà soltanto un brutto ricordo, dovremo trovare il modo di (ri)parlarne. Cresce la collaborazione dell’industria nel momento del bisogno. Commovente. Non ci rimane altro che scoprire l‘antivirus.

Dalla cronaca sportiva, poi, arrivano notizie di varia natura. Belle, meno belle, brutte. Naturale. Belle, son quelle che comunque sia non s’è issata bandiera bianca, ma solo una temporanea sospensione. Doverosa, inevitabile. Che si spera possa durare il meno possibile. In Italia, in Europa, nel Mondo. Proprio in queste ore da un aeroporto greco, s’ è alzato in volo un aereo con la fiamma olimpica a bordo diretto nel paese del Sol Levante. Dove di cancellare l’evento olimpico non vogliono manco sentire parlare. Speriamo abbiano ragione loro. Meno belle, sono quelle d’un calcio in affanno, ma non arreso.
‘ Il nostro sport - dice Adriano Galli, ex tuttofare Milan, a Stadio-Corriere dello sport - avrà danni enormi, bisogna affidare i conti ad una società autonoma che studi le percentuali di perdite e tagli. Dico di no ai playoff scudetto. Non ci sono solo Ibra e Cr7, i giocatori minori vanno aiutati’. Aiutati, sì, ma come? Invitandoli a rivere i lor lauti stipendi? Ci sarà da lavorare, da noi e oltre, perchè i giocatori van facendo catenaccio. Ma una soluzione si troverà.
Brutte, infine, sono quelle  della ‘ fuga dal virus’ di soggetti in forza alla Signora di Torino.  Che paga talmente male, da restituirle pan per focaccia. I disertori, al momento, recano nome PjanicBosnia), Kedira( Germania) e Higuain     ( Argentina).  Sull’uruguagio Betancur, al momento, è  giallo. Mentre altri sono sulla via di fuga, più o meno  ( si dice) come  quel cor di leone del comandante Schettino.
Il Pipitadi cui si hanno più dettagli,  s’è n’è andato per raggiungere la mamma malata. Degli altri due non si sa. Chi, durante una guerra, scappa, viene messo al muro. In Bosnia, in Germania, in Argentina. Sa il Pipita, ad esempio, in quanti avrebbero voluto volare da un posto all’altro, pur di stringere per l’ultima volta ( almeno)  la mano d’un loro caro, scomparso su un lettino di rianimazione? Lo sa ? Beh, allora, visto che la virtù emerge nel momento difficile, questi tre ‘ cagasotto’ non sarebbe meglio fermarli laddove sono voluti andare?  Qui, che tornano a fare?  Qui, chi vorrà più guardali  in faccia? Tra l’altro, non si dice, che per vincere una Champions occorrono uomini veri e non uomini a metà?

Ultima ora: la polizia si riserva altri accertamenti sulla documentazione presentata da Higuain. In fase di autocertificazione, infatti,  eventuali inadempienze rendono gli autori perseguibili.

DIVAGHIAMO. Divaghiamo. Togliendoci  per un poco dall’ombra del Coronavirus. Che uno scienziato americano aveva già annunciato una decina d’anni fa. Inascoltato, ovviamente, perchè questo hanno stabilito gli dei per quanti  replicano  Cassandra. Ma tant’è. Col nostro buon Arrigo, maestro d‘Immortali, spesso e volentieri non ci prendiamo. Lui, come i tanti esterofili in paga al nostro Paese, spesso e volentieri celebra un torneo, la Premier,  che a noi convince fino ad un certo punto.

Intanto perchè, come Francis Drake,  eroe di quelli che hanno votato Brexit, accumula dobloni oltre misura e merito; eppoi, perchè, di quel calcio più figlio dell’ippodromo di Ascot che del nostro Arrigo, ci lascia sempre qualche sospetto in testa. Che Arrigo, in fondo, magari senza volerlo,  con intento opposto, in filigrana,  finisce con l’alimentare.
” Il Liverpool è arrivato all’incontro con l’Atletico -  dice  l’Arrigo - nel suo peggior momento.La Premier consuma energie, si gioca troppo, considerando anche le varie coppe inglesi e la qualità dei contendenti. L’avversario conosceva tutti i trucchi e i tatticismi, non per nulla Diego è stato in Italia. L’incontro è stato dominato dagli uomini di Klopp fino al settimo minuto dei supplementari. Praticamente gli spagnoli non avevano tirato in porta. Gli altri, invece sì, eccome, con palo e traversa. Ma avevano dato fondo a tutte le energie, le idee erano annebbiate, il passaggio al proprio portiere è stato fatale, così alla fine è andata avanti la squadra che meno aveva meritato”.

Quel Diego che conosceva trucchi e tatticismi appresi  nel Belpaese e qui abbozzato  come quel Coronavirus  più noto ( per alcune settimane) come Italianvirus, non ci pare nè garbato nè giusto. Perchè Simeone,  autentico sangue nostro trasfuso in Argentina, non ci par proceda  nè con trucchi nè con tatticismi che, liberi che sian tutti  di valutarli, per noi altro non sono che un sunto ( originale) di razionalità e  arte, diciamo da  partita a scacchi, a volte  arguta e beffarda, ma niente affatto scopiazzata , per cingersi  (   quand’anche si è poveri Cristi) del lauro   contro  avversari  ( fisicamente) debordanti  in   aspre  tenzoni sui  verdi campi da gioco.   E se  il Diego del  lauro si  cinge, perchè sminuirglielo ?  Non giusto?  Allora, mettiamoci pure  a dibattere tra un Raffaello ed  un Caravaggio, dipinture  opposte, come si sa, per disquisire sul valore di   ‘capolavori‘  sul quale potrà bastare una vita intera?
Il problema per Klopp come per tutti gli allenatori di Premier (  quasi decimata nell’ultima  turnazione ) ci pare ( soprattutto)  quello che, per tenere sempre più alta l’asticella delle prestazioni  (fisiche) dei  pedatori, non potendo risolver tutto con qualche esercizio in più, a qualcosa di moderno ( anzi, d’antico)  deve ricorrere. Di cosa si tratti non è dato a sapere. Certo è che, per alimentare una corsa stremante, indispensabile per aggiudicarsi anche una Coppa del nonno,  il dispendio c’è, e tanto, comunque da ogni volta compensare;  al punto che  la qualità  in campo ( esauriti i sempre più interminabili  tempi  di gioco) dice e non dice, visto che è il triste ( ma navigato) Simeone a buttar fuori  dalla Coppa l’esuberante ( ma condizionato) Klopp, e non viceversa.

 

 I DUE VOLTI DA INCUBO. I due volti da incubo questi giorni in copertina, sono, fuor dell’Europa, quello del biondo scarmigliato Johnson premier di Gran Bretagna e, dentro all’Europa, quello della comare Lagarde,  neo presidente della Bce. Il primo abituato ad affidare al vento parole e azioni per meglio pettinare la folta chioma, ha deciso di dar corda alla diffusione del Coronavirus per produrre (?) anticorpi; la seconda, nè tecnica nè politica ma cioccolatino  di salotti e salottini, per meglio salvare il salvabile cominciando  da chi è in più ( chiaro) affanno, sui titoli di Stato italiani, ha ridacchiato: ‘Non siamo qui per ridurre gli spread‘.
Con il risultato che, il primo,  lasciando galoppare a piacimento il buon  Coronavirus  ( fanfaluche di luminari a parte) se lo ritroverà  prima o poi tra i piedi e più amorevole  e rapido che pria; la seconda, invece, ha centrato  l’intento d’ accelerare  il crollo iniziato dopo lo stop Usa ai voli dall’Europa  della Borsa di  Milano, arrivata a -17% (   rimbalzo a parte ) con  il peggior risultato di sempre.
Al che, anche il nostro caro  vigile Mattarella, non ha potuto fare a meno di chiedersi se ‘ste  ’ quote rosa’ ai timoni del Vecchio Continente funzionino oppure no. E,  ‘quote rosa ’ e ‘ scarmigliato  a parte, non ha potuto esimersi dal suo  raro  ma dignitoso sbottare:  ‘ L’Italia dall’Europa attende solidarietà e non ostacoli’.

Tuttavia, andando così il Mondo, per dirla alla don Lisander, chi  mai  tra i tanti il corpulento cowboy americano  predilige ?  Il biondo o la comare? Ovvio: il sodale  ‘scarmigliato‘, chiudendo  i voli Usa da e per l’Europa  a tutti tranne che da e  per la Gran Bretagna. Evidentemente, l’originalità anglo-americana finora maestra di scelte  esemplari, in questa, Brexit o Coronavirus o Trump che sia,  meglio non sa più produrre.
( Forse)  immemore d’un (  illuminato ) pragmatismo senza più  eredi crede  che, nell’ispecie, meglio è offrire  baci e abbracci a chi porte e finestre al morbo spalanca piuttosto che a chi  porte e finestre  al morbo cerca di sbarrargliele  in faccia. Il problema per il cowboy americano,  in fase di rielezione, sostenuto da un’economia che ( nonostante lui)  vola, il morbo è in pista d’arrivo. Con tutta la sua rapidità. Davanti a casi ( in infima  parte  controllati) con esponenziale crescita.Chissà se ( potenzialmente ) non sia proprio questa l’ora del classico granellino di sabbia che  va ad inceppare ingranaggi sofisticati?  Di grandi potenze? Di grandi potenti? Di grandi vittorie ( date per ) scontate? Di grandi eroi  virtuali  o meno? Eccetera, eccetera.
A ben pensarci,  questo  scenario è   ( davvero ) tanto improbabile  in un Paese  in cui ( con la sanità selettiva che si ritrova) un ( sol) tampone costerà alle decine di milioni di poveracci di quel Paese  dai  3/5 mila dollari? Intanto a dispetto di tutto e di tutti, il Belpaese reagisce. In proprio. Cantando la sua solidarietà da un balcone all’altro. Non ridano i sasi, perchè è così che qui ci si prepara  alla finale d’una Coppa del Mondo.Per vincerla. Sullo sport torneremo quando riparte.

Qualcuno ha detto in tivù che nel lontano Sol Levante che qualche samurai ha parlato male della sanità italiana e  lombarda. I samurai che, per formazione sono soggetti accorti e rispettosi del valore altrui, lontani come sono dal nostro mondo,  probabilmente,  sono stati male informati. Perchè se in questi tristi giorni c’è stato qualcosa e qualcuno che nel Vecchio Continente ha dato prova di grande efficienza e generosità ( fin all’eroismo), quello è stato la sanità italiana e lombarda. Tornati alla normalità, ci sarà modo e tempo per abbracciarla ( ed encomiarla) tutta intera  come merita.  Diciamo che, se al nostro abbraccio, si unisse anche quello   d’un samurai  le faremmo immenso piacere.

 

 BOLLETTINO PROTEZIONE CIVILE. Il bollettino ( sabato 14 marzo) della Protezione civile sui casi di  in Italia: sono 17.750 i positivi in Italia, 2.795 in più di ieri, mentre il numero complessivo dei contagiati – comprese le vittime e i guariti – ha raggiunto i 21.157 Il dato è stato fornito dal commissario per l’emergenza Angelo Borrelli in conferenza stampa alla Sono 1.966 le persone guarite, 527 in più di ieri.
Sono arrivate a 1.441 le vittime. In un solo giorno c’è stato un aumento di 175 morti. Ma ieri erano stati 250. La conferenza stampa è stata anche l’occasione per affrontare il tema  virus Borrelli ha sottolineato la necessità di riconvertire ‘strutture alla produzione di mascherine’. Scusi, buon  Borrelli, non c’è stato  il tempo per  dirlo prima?

I GIORNI DEL VIRUS PASSANO.  Impossibile star dietro alla cronaca effetto della diffusione del Nuovo Coronavirus. In Germania, e confinanti, si stanno preparando all’ondata di virus in arrivo. La cancelliera Merkel avrebbe espresso la preoccupazione che ad essere coinvolti potrebbero  in tanti, forse intorno al 60/70%, che preoccuperebbero e non poco, soprattutto se gli Alemanni fossero costretti a misura drastiche quanto e più delle nostre.

Speriamo sia solo una preoccupazione. Nel frattempo  dalla zone iniziale di Codogno arrivano timide ma incoraggianti notizie: s’è ( quasi) guarito il giovanotto  noto alla cronaca con lo pseudonimo di ‘ numero uno’, stanno calando ( vistosamente) i casi infetti. L’isolamento sta dando  i suoi frutti.  Anzi, pare che nelle ultime ore d’infetti non se ne sia registrato manco uno.
Forse anche per  via di questi riscontri la regione Lombardia sta chiedendo al Governo l’inasprimento delle misure di salvaguardia, sull’esempio Codogno, proprio per accelerare la riduzione degli infetti e l’assalto degli stessi alle strutture sanitarie che pur essendo tra le migliori d’Europa oltre ad un certo limite prestazionale non possono andare. I cinesi, che cantano vittoria, sono pronti a riavviare la normalità, e anche a fornirci  incubatori e mascherine. Lodevolmente.  Speriamo però non ce ne sia bisogno.
Ma questa volta è un altro miracolo che genera l’incredulità. Giunge da quello sport tanto amato che per noi è ( innanzitutto  )  metafora della vita. A realizzare il prodigio questa volta è stata una squadra che ( secondo il giovin Agnelli) manco doveva essere agli ottavi di Champions. Una squadra della provincia lumbarda , che è gestita da Dio, che si sta costruendo ( alla faccia dei mille tintinnega) il suo nuovo moderno nido, che scopre talenti a josa, che sa giocare alla palla, che sa essere dignitosa e competitiva in ogni circostanza. E che  tutti ormai nominano la Dea, riferito ad Atalanta, divinità bella e brava, soprattutto nella caccia, unica femmina tra gli Argonauti e sposa ( solo) a Ippomene.
Mai soprannome fu più azzeccato. Perchè la squadra del Gasp delle  virtù della Dea ha fatto tesoro. Nel ritorno degli ottavi di Champions, mai fatti in precedenza, non solo non ha difeso il 4-1 a suo favore dell’andata, ma è andata a suonare messa e  benedizione a quelli del Siviglia, che non son squadretta parrocchiale o da scapoli e ammogliati.  Con i suoi  tanti argonauti  (  Ilicic 4 gol e  Pupu Gomez, in primis).
Ora, nella solita, miscredente Europa, che della  Lombardia ( probabilmente) ignora perfino che sta tra le due o tre o quattro regioni più evolute e ricche del Vecchio Continente, tutti van chiedendosi come cotanto ardire  sia possibile.  Ci metteranno un po’ di tempo a realizzare, ma non fa niente, perchè se alla Dea  dovessero darle un sorteggio accettabile potrebbero vedersela ( giovin Agnelli permettendo ) addirittura tra le prime quattro d’Europa. Se non son miracoli, questi …

MIRACOLI. Forse i barbari abituati da sempre  a tentar scorrerie sotto l’Alpe, hanno dimenticato di cosa può quel curioso stivale abitato da un picciol popolo ( 60 mln contro 7 mld sul Pianeta ) che, se mobilitato a dovere, può  mandare in crisi anche i più accaniti illuminati realizzando  miracoli. Già, gli anacronistici miracoli.
Come quello che, pur con tanta fatica, con tante contraddizioni, e incertezze, va serpeggiando da un capo all’altro della Penisola . I media, i soliti media, sono preoccupati a non accrescere la massa di eventuali ammalati che se diretti tutti d’un colpo verso le strutture sanitarie  per quanto esse siano ( straordinariamente) valide ed ( umanamente)  eroiche le manderebbero in tilt.  La preoccupazione è d’obbligo, quindi apprezzabile.

Stanno però perdendo di vista quell’amalgama che ( silente, impercettibile) sta cementando il  Belpaese  come per una finale di Coppa del Mondo.  Non che non restino sacche d’ignoranza reiterata e cosciente,  da una Regione all’altra, come tra quelli fuggiti dalla Lombardia per andare a trasferire paure laddove non  ci sono  mezzi per curarle,  ma l’appello a ‘ remare sulla stessa barca’ sta funzionando. Timidamente.  Non siamo la Cina. Non possiamo copiare la Cina.
Occorre produrre  ( in men che non si dica)  un nostro modello. Che se ne sbatta degli sberleffi ( sempre meno sberleffi) degli amici dell’Altrove. Il  Creatore, fortunatamente, checchè ne dicano i miscredenti ad oltranza,  ci ha dotati di spirito di sacrificio, generosità  ed ingegno. Proprio quello che occorre in questa e alla bisogna. Le notizie che abbiamo dicono che sono in tanti a proporsi. Ad impegnarsi. Senza che nessuno glielo vada a chiedere. Nelle strutture mediche, ma anche nella società civile. Per non lasciare soli i bisognosi, gli ( amatissimi) anziani, gli sfigati.
Qui, dove son partite le calighe che hanno governato per secoli ( gran parte) del mondo, lasciando in seguito eredità universali, in porto ci vogliamo arrivare quanti più possibile. Praticamente tutti. Bisognosi, anziani e sfigati compresi. Il nostro sangue potrà  essersi intanto infettato,  resta però  del  nobil colore blù. Frutto d’ un millenario ( e  inimitabile ) cammino. Sarà un’ impressione, una delle tante, eppure non troveremmo strano che alla ‘fin della tenzone’ come dice Cirano de Bergerac a ‘colpire ‘ il bersaglio fossimo proprio noi. ( Nuovamente) in cattedra, con  altri ( come capitato)  dietro la lavagna. Altro che ‘ la conta‘  per età su quanti avrebbero il diritto di vivere oppure no!

COME STA L‘EUROPA? Nel frattempo si moltiplicano  rapidamente i ‘ casi’ d’infezione da Nuovo Coronavirus anche in Europa. Che solo qualche giorno fa ( almeno in parte) sbeffeggiava l‘Italia per la sua esposizione al virus, in molti ambiti, fatto passare più per un Italianvirus  che per una matrioska d’ Oriente. Nostra impressione, è che in Europa, eccezioni a parte, negli ultimi anni, ci si sia ( un po’troppo)  abituati  a ‘ gettar la povere sotto i tappeti‘ e a non  affrontare i problemi con la dovuta abituale energia e tempestività. Che  il bel vivere  abbia rammollito tanti, troppi, figli di Germani, Franchi e Norreni?
I quali  davanti al ‘ caso’ Italia hanno preferito sbeffeggiare un solo untore piuttosto che non perdere tempo. E adesso, come ammoniva un esperto pochi minuti fa su una emittente televisiva nazionale, il rischio è  che ‘quelli’ si ritrovino ( nei prossimi giorni)           ’ col cerino acceso in mano’. Probabilmente sgomenti e smarriti. E anche impreparati. Il caso, ad esempio, che in Germania  gli ‘infetti’ si moltiplichino ora dopo ora senza decessi, suona strano.
A dirla tutta: inverosimile. Perchè o ( da loro ) il virus colpisce solo giovanotti in buona salute che possono in breve tornare sulle loro gambe o non ce la raccontano giusta. Certo è che se fossero costretti  a bloccare il Paese come abbiamo dovuto fare noi, i danni non sarebbero  lievi. E circoscritti.  Nè per loro, nè per noi, nè per l’ intera Europa. Un rimedio a tutto ciò esiste? Forse sì, che l’Europa incominci a fare l‘Europa.

Francia, 1.412 casi e 25 morti
Sono 1.412 i casi di Coronavirus confermati in Francia dal direttore generale della Sanità, Jerome Salomon, nel suo quotidiano punto stampa. L’aumento in 24 ore è stato di 286 casi, con circa 1.000 tamponi quotidiani effettuati. I decessi sono aumentati di 6 unità rispetto a ieri, da 19 a 25. Ventuno di questi erano persone «oltre i 70 anni e con altre patologie». La Francia rimane nella «Fase 2», vale a dire che la priorità delle autorità è «fare tutto il possibile per rallentare la diffusione del virus». È quanto è stato deciso nella riunione del Consiglio per la sicurezza nazionale che si è tenuto nella notte, nel quale è stato fatto il punto della situazione sul contagio nel Paese.
Con oltre 1.200 persone infettate e 19 decessi, per lo più anziani, la Francia rimane il Paese europeo più colpito dopo l‘Italia e poco prima della Germania. Al termine della riunione, riportano i media francesi, il ministro della Sanità Olivier Véran ha annunciato il divieto per i raduni oltre le 1.000 persone. Ulteriori dettagli verranno messi a punto dai vari ministeri e dai prefetti. Vietati gli eventi che riuniscono più di mille persone, ha annunciato la ministra della Sanità, Olivier Veran. «A livello nazionale tutti gli eventi che riuniscono oltre mille persone sono ormai vietati» ha dichiarato, precisando che verrà pubblicata una lista di «eventi considerati utili alla vita della nazione» per i quali si farà eccezione.
Salomon
 ha illustrato nuovamente i cluster, che sono diventati 7 in Francia con l’aggiunta della Corsica: Ajaccio, con 38 casi, l’Alta Savoia con due villaggi, l’Oise a nord di Parigi, Mulhouse e l’Alto Reno nell’est del Paese con il focolaio scaturito dal raduno di 2.000 evangelici, il Morbihan nel nord e il focolaio dei turisti di ritorno da un viaggio organizzato in Egitto.

Germania, 1.151 casi
Dopo un caso sospetto di Coronavirus in una scuola del Brandeburgo, da 4.000 a 5.000 persone sono in quarantena domiciliare nella cittadina di Neustadt/Dosse. Lo riferisce la Dpa. Sforano quota mille i casi positivi di Coronavirus in Germania.Resta particolarmente colpito il distretto di Heinsberg, nel Nordreno-Vestfalia, con 484 casi, e sale vistosamente anche il bilancio della Baviera con 256 contagi. Segue il Baden- Wuerttemberg con 199. a Berlino i positivi registrati sono 40. Al momento non si registrano decessi e i ricoverati sono solo 18. Colpisce che la Germania, con 1.151 positivi, non registri neanche un decesso e che i ricoverati ufficialmente per Coronavirus siano soltanto 18.

Spagna, 979 casi e 25 morti
Vicinissima ai 1.000 casi la Spagna, che registra anche 25 morti e 32 ricoverati, ma dove il governo non ha ancora preso misure adeguate.

Polonia, 16 contagiati e 4.000 in quarantena
Abbiamo in Polonia ormai 16 persone contagiate di coronavirus e il loro numero sta per crescere, ha annunciato il ministro della sanità Lukasz Szumowski spiegando che lo stato della salute di due contagiati è recentemente peggiorato. In tutto il paese sono 170 le persone ricoverate negli ospedali per sospetto contagio e 4 mila quelle in quarantena a casa. Szumowski ha fatto appello affinchè coloro che sono in quarantena rispettino il divieto di uscire e ha suggerito la possibilità di fare effettuare dei controlli dalle forze d’ordine. Intanto ad Auschwitz è stata revocata la tradizionale Marcia dei vivi, in programma per il prossimo 21 aprile.

Quanto può sopravvivere Sars Cov 2 nell’aria e qual è la vera distanza di sicurezza da tenere per evitare il contagio? Il virus, lo sappiamo, è nuovo e moltissimi studi sono in corso per capire quanto davvero può sopravvivere nell’aria. Ora una nuova ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Practical Preventive Medicine e citata dal South China Morning Post ha concluso che il Coronavirus potrebbe rimanere nell’aria per almeno 30 minuti e coprire una distanza di 4,5 metri in ambienti chiusi (come un piccolo autobus, luogo in cui si è svolta la ricerca), una distanza ben superiore al metro o due indicate dalle autorità sanitarie di tutto il Mondo.

( dati martedì 10 marzo) In Italia, dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus, 9.172 persone hanno contratto il virus Sars-CoV-2, 1.897 in più rispetto a domenica. Di queste, 463 sono decedute (+ 97, di cui 76 in Lombardia) e 724 sono guarite (+102). Attualmente i soggetti positivi sono 7.985 (il conto sale a 9.172 — come detto sopra — se nel computo ci sono anche i morti e i guariti): 1.598 in più rispetto a ieri.
In Lombardia, dove oggi si registrano 1.280 casi in più rispetto a ieri, arrivando così a 5.469 in totale. Gli esperti spiegano come si devono interpretare i dati, indicando quali sono le variabili da tenere d’occhio per capire l’andamento dell’epidemia.
I pazienti ricoverati con sintomi sono 4.316 (+759); 733 sono in terapia intensiva (+83), mentre 2.936 sono in isolamento domiciliare fiduciario (+756). I dati Regione per Regione. Ecco il numero dei contagiati (totali) nelle singole regioni: 5.469 Lombardia (+1.280); 1.386 Emilia-Romagna (+206); 744 Veneto (+74); 323 Marche (+51); 350 Piemonte (-10); 208 Toscana (+42); 102 Lazio (+15); 120 Campania (+19); 109 Liguria (+31); 93 Friuli Venezia Giulia (+36); 54 Sicilia (+1); 50 Puglia (+10); 28 Umbria (+2); 14 Molise (-); 33 Provincia autonoma di Trento (+10); 30 Abruzzo (+13); 19 Sardegna (+8); 5 Basilicata (+1): 15 Valle d’Aosta (+6); 11 Calabria (+2); 9 Provincia autonoma di Bolzano(-).

 

BELPAESE IN ALTO MARE. Probabilmente ad ispirare tanta determinazione nell’attribuire i danni da Nuovo Coronavirus  al nostro Paese, già abbandonato da cugini ed amici in più occasioni e in ispecie davanti  all’ondata migratoria, non c’è qualcuno o qualcosa  in particolare. Ma solo il gusto, come spesso  accade anche  sui social, d’andare in giro a maldire  un malcapitato. Non importa chi e come. Occorre un malcapitato altrimenti qui meglio noto come untore. Lo fanno  i bulli ( da sempre ) anche nei collegepiù aristocratici  verso qualche loro coetaneo, lo fanno (perfino) le nazioni amiche ( e non ) quando si tratta di evitare di mettersi una mano sulla coscienza  tirando fuori dalla cantina il vecchio  marchingegno del capo espiatorio.
In tal modo, come bene insegna  quel   ( vero) romanzo storico, non molto accetto tra i riformati, meglio si nascondono ( all’opinione pubblica)  magagne, incapacità, malevolezze di chi governa il nostro e gli altrui Paesi. Soprattutto dell’Europa, della maledetta Europa a guida germano-francese, ogni giorno di più  odiosa matrigna e non amorevole  madre dei  figli suoi.

Europa, che ( alla fin della tenzone)  resterà ( senz’altro) col cerino in mano, chissà se in un lazzaretto come tal don Rodrigo, visto che il virus anche laddove maldestramente occultato prima o poi tornerà a chiedere spazio. Magari non a marzo ma a luglio. Infatti, timidamente, molto timidamente, si inizia a delineare il percorso compiuto dal virus, dal momento in cui è sbarcato in Europa ( pare) già a fine gennaio. Percorso e silenzi. Donde l’Italia compare,certo, ma dopo altri.
Secondo il New England Journal of Medicine ( pare )  che il primo contagiato in Europa sia stato un 33 enne tedesco ammalatosi il 24 gennaio, che ha avuto sintomi ( brividi, tosse, febbre) ed è tornato al lavoro il 27. Nei giorni precedenti, tra il 20 e il 21 gennaio, a Monaco aveva incontrato una donna cinese, proveniente da Shanghai, con la quale collabora. La donna stava bene durante il soggiorno di lavoro in Germania e si è ammalata al rientro in Cina. Come dire che il contagio ‘ sembra avvenuto durante il periodo d’incubazione’.  Dunque un mese prima di Codogno, ovvero del ‘paziente uno’, individuato il 21 febbraio.

Percorso e silenzi. A partire dall’ Europa,  da ognuno  omessa. Del perchè non si sa. Nel frattempo quello  zibaldone della CNN, ignorando  quanto va accadendo  nel resto del Mondo, anche solo cronologicamente, s’è presa pure la briga di  elaborare una effervescente cartina di tornasole donde dal Belpaese irradiano come fuochi d’artificio  i dardi  spediti  ad ‘ungere’  il Mondo.
Un alto prelato romagnolo ora scomparso, che della CNN conosceva tanto,  quando gli si diceva d’essere stato ripreso in giro per il Pianeta dall’emittente televisiva  americana diceva ‘ La CNNMa non dei retta. Quella l’è s’no un madeun‘. Un ‘ mattone‘, o meglio,  un mix talmente pesante e noioso da far addormentare anche gli insonni. Il nostro ministro degli Esteri,  il giovin Di Maio, avrebbe protestato ma, quelli della CNN, dopo aver chiesto in giro se qualcuno conoscesse o meno il nostro ministro degli esteri, non trovando indicazioni al riguardo se ne sono fregati  della protesta, proseguendo imperterriti ad elargire squarci di cronaca televisiva  attendibili   quanto la loro cartina di tornasole. I potenti si salvano.

Fatto è che ci stanno spolpando. Con danni umani ed economici enormi.  Mentre facciamo i salti mortali per contrastare il morbo. Niente ‘ Eroica‘, la corsa sullo sterrato più avvincente al Mondo, niente Mondiali di Coppa di sci a Cortina, niente Milano-Sanremo, niente Italia-Inghilerra di rugby. Niente di niente. Campionato a porte chiuse.  Probabilmente aspettano  di bloccare la Nove Colli e il Giro. Mentre è giù tanto se faranno giocare le nostre squadre di calcio in Coppa e non tengono la Nazionale del Mancio fuor dall’Europeo.
Il problema però, per i lor signori, è che il virus astigmatico com’è non conosce i colori delle diverse bandiere. Onde per cui chissà se, avendo in Altrove, e in Oltralpe, iniziato a rompere con comodo  ritardo i loro silenzi, non gli capiti d’avere l’ondata buona del virus  più avanti? Magari all’ora della Gran Boucle, da sospendere e da relegare fra le tante corse corsette a tappe che si svolgono sul Pianeta?

SALTA IL MONUMENTO MILANO- SAN REMO. D’ora in poi, per un mesetto almeno, così si spera, potremo vedere il nostro Campionato a spalti vuoti. Che metteranno ancor più in pietosa evidenza le mille  rughe dei nostri vetusti stadi. E che ci faranno ricordare una volta di più da qual mandata di uomini di governo siamo al povero tempo nostro governati.
Il Del Pino, manager, eletto presidente in Lega proprio per aumentare un portafoglio di diritti tivù esteri alla gogna rispetto a quelli di Premier o Bundes o Liga, altro non ha combinato, tra porte chiuse e porte aperte, tra rinvii e ripensamenti, che un gran casino. Dove tutti sono scontenti di tutti. E di tutto. Visto che così riformulati, colpe del virus a parte, non possiamo certo goderci quello che s’era avviato ad essere ( ci scusi il sor Arrigo) il torneo più bello e interessante tra i cinque delle cinque top lega. Tutti ( o quasi) da tempo ( immemorabile)  in bacheca.

Adesso, con quel  garbato premier a reti connesse come ( o quasi)  per il messaggio di Capodanno del Presidente, invece che a portar serenità ha gettato scompiglio. Mentre all’Estero infieriscono su di noi ( vedi Cnn)  scordando perfino la Cina e la Corea. Qui a metterci una pezza può essere solo il solito imprevedibile sorprendente atteggiamento d’un popolo  ( sanitari in primis) che, quando conta, forse ispirato da una ( dimenticata) manzoniana Provvidenza, sa quello che deve fare. A dispetto di chi dovrebbe governarlo e non può farlo o non sa farlo; a dispetto di parenti e amici sparsi  qua e là pel Mondo e che dovrebbero  raccontarla ( almeno) come si deve; a dispetto  di chi ci vuol (davvero) male e vorrebbe vederci piegare le ginocchia implorando.
I dati (  allegati) parlano d’una diffusione seria, con molti casi di guarigione, ma non ancora scemante. Se calano ( di dice) i casi cinesi che sono alle radici della sbandierata ecatombe, caleremo anche noi. La speranza è solo quella di non vedere cancellata, una dopo l’altra, la possibilità  di riprenderci in fretta e senza danni irreparabili. Il timore c’è. In Romagna, a Cesenatico, potrebbero chiedere d’annullare la Nove Colli; in Lombardia, a Milano, la Milano-Sanremo  monumento della storia del ciclismo ( volgarmente) spostato tra altre corse anonime, ( se non il Giro) e così via.
Il calcio s’accontenta ( al momento) di giocare  ( Campionato e Coppe) nel silenzio, per  meglio meditare sulla sorte sua.  Magari (  una volta di più ) saremo proprio noi a sorprendere tutti, sciogliendo il rebus grazie a quei quattro centri di ricerca in numero che abbiamo. Certo è che gli amici ( qui o là) si vedono nell’ora del bisogno. E  quelli ricorderemo, per tanti anni a venire.

Il bilancio della Protezione civile  ( mercoledì 4 marzoSono 295 i malati con il Coronavirus ricoverati in terapia intensiva, 66 in più rispetto al giorno precedente. Il dato è stato fornito mercoledì 4 marzo  dal commissario Angelo Borrelli
nel corso del quotidiano appuntamento con la conferenza stampa nella sede della Protezione civile.

I numeri della crisi. Negli ospedali ci sono 1.346 ricoverati con sintomi mentre 1.065 sono in isolamento domiciliare.Dai dati della Protezione civile emerge che sono 1.497 i malati in Lombardia, 516 in Emilia Romagna, 345 in Veneto, 82 in Piemonte, 80 nelle Marche, 31 in Campania, 21 in Liguria, 37 in Toscana, 27 nel Lazio, 18 in Friuli Venezia Giulia, 16 in Sicilia, 7 in Puglia, 7 in Abruzzo, 5 in Trentino, 3 in Molise, 9 in Umbria, uno in provincia di Bolzano,  2 in Sardegna e uno in Basilicata. Fino a ieri, l’unica Regione senza  casi di Coronavirus ,  era stata la Valle d’Aosta. Che però, all’ultimo rilevamento, s’è aggiunta con due ‘infettati‘ , comunque ( al momento) da confermare.

ALTRO DI SPORT. Federica Brignone, 29 anni, milanese trapiantata in Valle d’Aosta, per adesso s’è presa la coppa di  Combinata e quella generale. Belmondo, Compagnoni e poche altre stanno preparano per lei lo scanno nel consesso delle più  grandi azzurre di sempre nelle discipline sulla neve. Altre nuove eccezionali arrivano dai Mondiali su pista di Berlino, dove al fenomeno Ganna ( più quartetto inseguimento), si sono aggiunte Paternoster, Balsamo e Vece. Tutte bronzi pesanti.  La più vecia ha 22 anni.
Sulla infausta parabola Armani di basket  non infieriamo, visto che simil sembra a quella ( penosa) della nazionale di rugby.  Stanno affilando invece i coltelli in Moto Gp, ma anche in F1. Si sappia però che se in Moto Gp a non più comparire ( per genio della Yamaha) fosse il Maestro, allora a vedersi le gare potrebbero essere ( fedelissimi  a parte )  davvero in pochi oltre al Meda, al Sanchio e alla Vera. In F1, invece, si spera solo che il buon Binotto, per mille ragioni a noi caro, faccia il furbo e non il codardo, perchè quelle sue anticipazioni bruciano forte. Degli espedienti piccoli e grandi si nutrano i poveracci, non le figlie ( o la figlia) del Drake.

 CHE DIRE:  SONO SCEMI O  IGNORANTI?  Il famigerato Coronavirus è nato nel cuore della  lontana Cina, questo è assodato, ma ( come prevedibile) si sta spargendo un po’ dappertutto sul  Pianeta. Al momento più che altro in  Corea del Nord, Iran, Europa. E in Europa, manco a dirlo, soprattutto ( con varia casistica, ovvio ) lungo il Belpaese. I focolai, da noi, sembrano due: in provincia di Milano ( Codogno) e nel Basso Veneto ( Vò Euganeo).

Due, eppure son contati per  mille. I deceduti ( in gran parte ultraottantenni) sarebbero (  al momento, 26 febbraio 2020) 12, i contaminati 374. Percentuali che indicano un fenomeno sul qual vigilare opportunamente per non finire come don Ferrante, ma che non va neppure ampliato oltre misura, soprattutto mettendolo sulle bocche di persone non adeguate al ruolo che ricoprono o vogliono ricoprire.   Perchè qui i colori delle contrade  o delle nazioni poco contano, visto che  il virus ( o chi per lui) dei colori della contrada  e delle nazioni  poco s’intende. E infatti nel conteggio finora stilato ci sono un po’ tutti, e  soprattutto anziani.
Il fatto curioso però è dato da quel che si rivela ( una volta di più)  la leggiadra Europa. Illuminata, riformata, efficiente.  Maestra delle genti, e soprattutto di quelle che nel suo olimpico consesso pari non sono. Per pregiudizievol superato uso. E comunque, sfogliando la cronaca che scopriamo? Più o meno questo: che gli untori, come quelli della peste del Seicento immortalati dal don Lisander, che ( tra l’altro) in Oltralpe non dovrebbe godere di vasta fama, non solo non sono residuati del tempo che fu ma soggetti tuttora vivi e vegeti. Donde? In Italia, ovvio! Al punto che il morbo ha smarrito il ceppo ( e l’apporto) cinese ( con agganci vari ) diventando ( chissà come e perchè) italiano. Con tutte le conseguenze sparse al vento dai  ‘tintinnega’  d’Oltralpe e non solo.

Arrivano notizie di Paesi ( vicini e lontani) che respingono Italiani e prodotti italiani. Non Cinesi, Tedeschi, Francesi, Orange o Sud Coreani. Che con i cinesi si bazzicano, giorno e notte.  Ma Italiani. A prescindere. Pazienza per gli Italiani, ma i loro prodotti non d’ossa e carne che c’entrano col Coronavirus Forse  credono  che quei malvagi burloni degli Italiani  abbian pensato di occultarli   dentro  qualche pacco o pacchettino o container da export  ?
O finanche dentro un accordato mandolino o nell’impasto d’una bianco-rossa- verde pizza Margherita o  a galleggiar su un piatto di spaghetti all’Amatriciana? Che trovate!  Lezioni di gran marketing ?  Che dite: se diciamo che sono ignoranti,  potrebbero offendersi  gli ignoranti? E se diciamo che sono scemi,  mica s’offenderebbero  gli scemi?  Dunque, meglio  calare  il solito velo pietoso?

Dai giornali. Un titolo: ‘ Allarme contagio per 4 valenciani tornati da Milano’. Altro: sta facendo notizia in Spagna, la presenza di un medico italiano originario di Piacenza e della consorte, in vacanza a Tenerife. Entrambi, manco a dirlo, positivi al tampone, obbligando alla quarantena le altre persone del resort.  Un altro titolo: La sindaca di Lione‘ Qui, no agli Italiani‘. E altro ancora: l‘Irlanda si permette di sospendere il match di rugby contro la nostra Nazionale. Non s’è capito su quali basi, su quali dati, visto che l’Italia ha solo due ’ ridotti ‘ focolai che ( tra l’altro) sta controllando a dovere. Ci sono luoghi donde creano cartine con la Penisola che irradia morbo come il sole d’agosto in tutto il Pianeta.

Ma di che parliamo? Andiamo avanti? Del resto  chiunque può verificare. E farsi l’idea che crede. A noi, ad esempio, sovvenendoci le pagine di quel gran romanzo storico, non possiamo che estrapolare: ‘ La mattina seguente, un nuovo e più strano, più significante spettacolo colpì gli occhi , e le menti dei cittadini. In ogni parte della città, si videro le porte delle case e le muraglie, per lunghissimi tratti, intrise di non so che sudiceria, giallognola, biancastra, sparsavi come con delle spugne …
Il Ripamonti che  spesso su questo particolare delle unzioni, deride, e più spesso deplora la credulità popolare, qui afferma di avere veduto quell’impiastramento, e lo descrive … Il Tribunale della sanità pubblicò una grida con la quale prometteva un premio e impunità a chi mettesse in chiaro l’autore o gli autori del fatto … Mentre il Tribunale cercava, molti nel pubblico, come accade, avevano già trovato. Coloro che credevano essere quella un’unzione velenosa, chi voleva che la fosse una vendetta don Gonzalo Fernandez de Cordovachi un ritrovato del cardinal di Richelieu, per spopolar Milano, e impadronirsene senza fatica …  C’era anche un certo numero di persone persuase che questa peste si fosse  …
Nella chiesa di Sant’Antonio, un giorno di non so di quale solennità, un vecchio più che ottuagenario, dopo aver pregato alquanto inginocchioni, volle mettersi a sedere; e prima, con la cappa, spolverò la panca. ‘ Quel vecchio unge le panche!’  gridarono a una voce alcune donne che vider l’atto. La gente che si trovava in chiesa, fu addosso al vecchio; lo prendono per i capelli, bianchi com’erano, lo caricano di pugni e di calci: parte lo tirano, parte, lo spingon fuori; se non lo finirono fu per istrascinarlo, così semivivo, alla prigione, ai giudici, alle torture …’.
In breve: cercare un capro espiatorio, è usanza ancestrale e non da  leggiadra Europa. Almeno quella che è stata (anche) maestra di civiltà. Anche perchè, assodato che non sono gli untori a spargere la peste, meglio fare quanto ragione e scienza oggi consentono. Dippoi, che ci sia una sindaca ( qui o là che sia ) che voglia negare d’ assistere ad un incontro di calcio più  ad una etnia che  ad un manipolo di tifosi, è cosa di cui quelle donne che chiedono ‘ diritti civili’ dovrebbero pretendere  venia  senza se e senza ma. Se, viceversa, qui, ci si è ripiegati sul peggio del peggio, uomini o donne che siam,  non possiamo che restare sorpresi. Costernati.
Tanto da sperare che mal stiamo intendendo. Ma credon davvero  costoro  d‘Oltralpe che una volta tolto di mezzo il presunto untore, ammesso che ce ne sia uno soltanto,  il Coronavirus ( e chi  quanto lui) sparisca dalla faccia della terra?  Continuando, tra l’altro, tanti di coloro,  a  provvedere poco e niente? E comunque, questa volta, sia pur con tutta l’agitazione del caso,  l’impressione è che il Belpaese sia tornato a sedersi in cattedra piuttosto che  a nascondersi  dietro la lavagna.

Volevamo distrarci parlando della ‘rossa’ in ( speranzosa) prova a Barcellona. Ma non  si pote. Perchè anche qui ( si dice) stiano studiando d’ escludere ( dall’Australia) in  pista proprio la ‘rossa’.
Forse, per dar miglior luogo  ( una volta di più) alla concorrenza che la ‘rossa’ sogna  anche di notte  ma che dell’esistenza dei cinesi nulla sa. Forse, per via di quel rombo che riecheggia  Giove ( padre degli dei) quando   grida al ‘suo‘  Pegaso di affrettarsi a recargli  in Olimpo i sogni, le pene, i fasti  e le miserie dei mortali. Per vincer la noia.

 

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