Non solo sport. Debito pubblico: perchè non togliercelo dai maroni? In 5 mosse: saluti e baci vana Europa!

LA CRONACA DAL DIVANO. ‘ I debiti vanno pagati’ dice Carlo Messina, ad di Banca Intesa Sanpaolo, che lancia l’allarme sui ‘ livelli eccessivi di rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo’ dell‘Italia. Per questo la priorità è mettere in campo ‘ tutte le iniziative possibili’ per realizzare ‘ un progetto Paese che preveda interventi a tutto campo, con cinque manovre importanti’. Eccole: il lancio di bond sociali ‘ creando le condizioni affinchè gli Italiani si convincano a spostare una quota della loro ricchezza’, riportando capitali in Italia, utilizzando pare del Tfr, valorizzando il patrimonio di Stato e Regioni, sbloccando gli investimenti pubblici.
L’argomento è vasto. Ma decisivo. Se non altro per ‘toglierci dai maroni’ i ‘ sicari’ dello spread che ad ogni nostro spiffero alzano e abbassano la cifra. Intimorendo. Paralizzando. Da sempre ci chiediamo qualcuno che, rimboccandosi le maniche come Dio comanda, voglia toglierci dal collo questa insopportabile spada di Damocle. Se non siam tratti in inganno, l’iniziativa di Messina, sembra esaudire l’auspicio. Di certo la sua appare un’eccezione, che ( proprio per questo) sarebbe stolto far transitare nei limpidi cieli del Belpaese quanto la cometa di Halley. Visto che sarà meglio non fare troppo affidamento sulle soluzioni attualmente in discussione sui decadenti tavoli bizantini d’Europa.
Ce la faremo a riportare a più miti consigli il mostriciattolo? Messina indica cinque ( epocali) manovre. Altre soluzioni ( per lui) non esistono. Del resto ( audite, audite! ) l’Italia è ricca molto più dell‘Olanda e della stessa Germania. Stiamo parlando di ( oltre) 10 trilioni di euro, tra risorse delle imprese e risparmi delle famiglie. Il problema è che solo una minima parte sono investiti in titoli del debito pubblico italiano. Infatti solo il 4% dei titoli di Stato sta nei portafogli delle famiglie nostrane. Di qui, però, può partire la riscossa. Per Messina, bancario, va messo a punto un ‘nuovo strumento finanziario’ che aiuti a reggere l’urto dei mercati. Occorre quindi convincere chi ha a investire diversamente.
Acquistando bond sociali, per far salire dal 5 al 20% la parte del debito pubblico controllata dal risparmio privato italiano. Con rendimenti competitivi, sgravi fiscali, scudo penale per chi trasferisce capitali dall’estero trasformandosi da esportatore di capitali in propulsore della ripresa e dell’accelerazione della crescita italiana. Ci sono (circa) 2oo mld di euro dei risparmiatori italiani che fanno la fortuna altrui, Orange in prima fila.
Uno sforzo non campato in aria, anche perchè chi dice che credere nel Belpaese piuttosto che nei Barbari predoni non sia la cosa più lungimirante (oggi) da fare? L’opportunità s’è creata. Sfruttiamola. Del resto quei balconi tinti di tricolore, che altro cantano se non l’orgoglio d’un grande popolo niente affatto intimorito da quel furbetto di Coronavirus inviatoci in dono da un’ambiziosa tirannide dell’ Estremo Oriente?
Altra manovra è l’accantonamento dei 26 mld annui di Tfr: perchè non consentire che una parte venga investita in titoli pubblici esentasse? Inoltre: perchè non lanciare un piano per la valorizzazione del patrimonio dello Stato e degli Enti locali, allegerendo il bilancio statale e avvicinando i cittadini ai loro tesori? Da ultimo: che s’aspetta a sbloccare gli investimenti su più fronti? Dove ci sono già 150 mld di fondi pubblici contabilizzati, prigionieri della burocrazia?
Cinque mosse, dunque, suggerisce Carlo Messina, ad di Banca Intesa Sanpaolo. Ci sembrano assennate. Da approfondire. Fiduciosi. Compatti. Del resto, non è forse qui che ha il nido l’Araba Fenice ?
( Fonte: Sole24Ore, sabato 25 aprile 2020, pp 2/3)
LO SPORT E IL MOSTRICIATTOLO. Chi, tra gli altri, sta pagando un prezzo alto al Covid rompi 19, è lo sport. Nella sua accezione complessiva e planetaria. Praticamente, dove non son riuscite due guerre mondiali, c’è riuscito quell’invadente e invisibile mostriciattolo cinese, capace di spostare un’ Olimpiade e , adesso, tra altre irrinunciabili rinunce, perfino il sacro gioco della dea Eupalla.
Fifa e Uefa, proprio nel bel mezzo dei loro anni d’oro, si trovano a districare sui tavoli loro situazioni tali da non sapere più quali santi implorare. Tra l’altro, anche qui, come da noi in politica, protagonisti e comprimari si scambiano allegramente i ruoli generando un casino da tregenda.
L’ Uefa ha spostato al prossimo anno l’Europeo e non sa come far finire i campionati e le coppe. Anzi, a dire il vero, i campionati, qualcuno se li è già chiusi, per proprio conto, come la Francia e l’Olanda. Mentre, noi, la Liga e la Premier, continuiamo a rimescolar le carte alla ricerca di una soluzione che ( allo stato delle cose ) non trova un sol conforto. L’eccezione, ovviamente, arriva dal popolo degli Ariani, loro, anche qui, prediletti dagli dei, sempre pronti a salire laddove agli altri è impedito.
Dicono che stanno per far ripartire la Bundes, come non si sa, ma con tutti quei soldi che hanno speso in medicina di base, mascherine e ventilatori, una soluzione indolore la troveranno. Certamente. Il problema per loro sarà però quello che dovranno disputarsela tra di loro. Come capita a quei bimbi rimasti senz’ altri bimbi attorno, in quei cortili tanto grandi da apparire vuoti.
Due parole anche sul calciomercato. Che, per i media, è rimasto all’altra epoca, ante Covid rompi 19. Infatti parlano di trattative, ingaggi, parcelle come se nulla ( nel frattempo) sia accaduto. Messi vuole Lautaro? Messi , l’argentino con i nonni di Recanati, viziato fino all’inverosimile ( il suo ingaggio annuale s’aggira sui 40 mln euro ), sta battendo infatti i suoi magici piedini, pretendendo questo e non quello. Come sempre .
Qualcuno bisognerebbe però che cominciasse a spiegargli che i felici giorni dell’infanzia sono bruscamente finiti, per lui per altri, mettendolo davanti alla realtà d’una società di calcio (finora ) ricca quanto Creso, ma che per capire quanto gli resterà in cassa d’ora in avanti dovrà aspettare che passi la terribile tempesta. A quanto pare, capace di rimescolare carte e uomini a piacimento.
Che tradotto, vuol dire: stante dalla conta ( planetaria) dei primi danni e che la Beneamata non è la serva di Zoffoli, che succederebbe se il cinese di Milano decidesse di mettersi le scarpe a punta ? Chi dovrà metter mano alle valigie: il sor Lautaro o il sor Messi? Si aspetti, quindi, prima di fanfalucare come ai vecchi tempi, che passi la terribile tempesta, poi, si vedrà chi potrà soddisfare certi capricci e chi no. Barca compreso.
AGGIORNAMENTO CORONAVIRUS. (30/04/2020 09:12) In Germania sono ormai più di 159.000 i casi di Coronavirus e 6.288 i morti a causa della pandemia. Gli ultimi dati dell’Istituto Robert Koch parlano di 1.478 nuovi casi, rispetto ai 1.304 confermati ieri, e di un totale di 159.119 contagi. La Germania segnala inoltre 178 decessi nelle ultime 24 ore. La Baviera, con 42.080 contagi e 1.799 morti, resta l’area più colpita. Berlino registra 5.827 casi e 147 decessi.
RECOVERY FOUND. Per via delle divisioni tra i leader dell’Unione Europea, una decisione concreta sulla creazione del Recovery Fund potrebbe non arrivare prima di settembre e di conseguenza il Fondo rischia di non diventare operativo prima dell’inizio del 2021. Questo è l’allarme lanciato da Goldman Sachs dopo che il Consiglio Europeo ha trovato un accordo sulle misure comunitarie da adottare per far fronte alle conseguenze economiche della pandemia.
Fosse vero, il picciol passo in avanti di quei tinconi del Nord potrebbe vanificarsi. Fornendo gioia a quelle tribù barbare che, nate per predare, non sanno manco cosa vuol dire collaborare. E questo sarebbe grave, molto grave, perchè come s’è più volte gridato , qui, in ballo, c’è un Continente, non questo o quell’altro stato o staterello. Molti, tra i lupi del Nord, credono d’essere chiamati a fare beneficenza, stoltamente, perchè di beneficenza qui non c’è mano l’ombra. Qui c’è un pericolo, grosso, raro, di quelli che si presentano ogni due o tre secoli, quando ‘ magistra vitae’ chiama per decidere se tracciare una via o l’altra. Inutile ripetere che da soli, qui, non si rimedia più una ramazza.
Più che un Continente, qui, s’è rimediato un Hemmental, sforacchiato a destra e a manca. Che ha fatto schifo e lozzo con l’immigrazione, che sta implorando davanti ad un beffardo virus che non si sa se naturale o costruito, che sta a pregare che non ci sia qualcuno che venga creare rogne dentro le frontiere perchè, allora, con quell’americano che non vede l’ora di levare le tende, rimarrebbe come Pasquino al sole. Nudo e crudo, pronto ad essere sbocconcellato, triturato, perchè non ha truppa tanto fornita da poter fronteggiare un (eventuale) casus belli (perfino) contro una media potenza. Eppoi, c’è il versante economico. Come fare se ognuno si rialza e parte in ordine sparso?
Tra l’altro, con i nemici già in casa, come quegli orange che si fan tosti e belli con i soldi che riescono a sottrarre ( anche) alle casse degli altri paesi europei? All’Italia, ad esempio, mentre la Francia, muovendosi finalmente con coerenza, ha deciso di non ‘ dare più aiuti’ a chi porta capitali nell’avido paradiso dei Paesi bassi. Meglio tardi che mai. Sarebbe un parto con doglie, ma provvidenziale. Perchè farebbe intravvedere il termine d’un tunnel durato secoli; qualcosa che, in un tempo remoto, s’è esperimentato, ma con ben altri metodi, con altra gente, minuta e terribile, che calzava calighe e che i nemici teneva in vita ( possibilmente) per esibirli nei suoi trionfi ai fori imperiali.
Un’ ultima battuta, ( non ce vogliano Savini e Meloni, che la loro parte hanno fatto) ma qui Conte c’è piaciuto assai. Non s’è fatto ramollire dalla parte più ramollita dei suoi. Ha scartato il ‘rattoppo’ puntando alla ‘soluzione‘. Ancora sulla carta, tutta da definire, tutta ancora nelle candide mani della signora Leyen, ma pur sempre un ( tentativo) di ‘soluzione’.