Non solo sport. Usa: un nuovo presidente, Biden. Sinner: primo trofeo. Serie A: rinnovi o saluti?

LA CRONACA DAL DIVANO. ( 14/15 novembre) Ci sono le auto, per coronare col settimo titolo il Lewis che lotta, sì, ma contro pochi o nessuno, con gran peccato perchè avremmo voluto valutare meglio il valore di un gran pilota all’interno della storia dell’automobile da corsa.
Ci sono le moto, nella Com.Valenciana ( Valencia), con il Maestro di Tavullia fuori ( dopo un mese ca) dal tunnel del Coronavirus. Il ‘poveraccio‘ , come l’apostrofò affettuosamente un cronista Sky, speriamo che questa volta non trovi intoppi, se non altro per consentirgli di far valere il talento rimasto.
Che è pur sempre un gran spettacolo. Qui, nelle due ruote, i titoli sono in sospeso, tranne che per Mir detto Balmamion nella MotoGp, praticamente ormai laureato. Nella Moto2, Lowes finito a terra, ha ridato fiato alle speranze dei nostri.
Chiude la stagione delle grandi corse a tappe con Podcar che s’è aggiudicato il Tour ( su Colnago), con Hart rosa al Giro dei Giri ( su Pinarello) e con Roglic primo alla Vuelta ( su Bianchi). Agli sgoccioli, dopo Bercy, la stagione del tennis, con il nostro Sinner , 19 anni, vincente nel 250 ATP di Sofia in Bulgaria. Si stanno riaffacciando sulla scena le varie discipline della neve. Con la bella Wierer, regina del biathlon, proiettata prima sui Giochi 2022 e poi a fare ‘ solo e soltanto la mamma’. Nella nostra pallavolo, la più bella del Mondo, stop alla Superlega.
Il calcio si barcamena. Con i tamponi ( vedi caso Lazio) ma anche con i risultati. Sospeso il Campionato ancora in mano al Milan, si sta pensando alla Nazionale del Mancio, colpito da Covid, e solo guida a distanza della vittoria dei suoi nell’amichevole con la Lituania ( 4-0). Ora c’è da superare la Polonia, per decidere il girone di Nation, e la Bosnia. Nel frattempo il pari (1-1) della Spagna in Nations con la Svizzera ci fa accedere alle teste di serie per il sorteggio mondiale.
Altro tema legato al calcio, è quello dei rinnovi di contratto . In un contesto ( forse) sull’orlo del collasso, che chiedono i nostri mercenari alle rispettive squadre che li hanno scoperti o riportati in vita? Aumenti. Grossi aumenti. Impossibili aumenti.
Quelli del Milan, sull’esempio dato dall‘Ibra, stanno sparando cifre a go go. Gigio ( oltre al mln per il fratello portiere) sale da 6 a 7,5 mln con clausola Champions; Chala, di cui s’è saputo qualcosa in questi ultimi mesi, vorrebbe salire da 3 a 6, il doppio, praticamente, anche perchè si dice che qualche ‘spendaccione‘ sia disposto a versagliene ( perfino) di più. Se tanto è vero, perchè non comprargli un biglietto di sola andata, visto che dei Chala quei che hanno vestito la maglia degli Immortali possono farne comodamente a meno?
Allargando lo sguardo oltre il mondo sportivo, due eventi colpiscono. La solita interminabile, ineffabile, pandemia, che resta in attesa del vaccino ( forse già a gennaio), e l’ostinata resistenza del cow boy Donald, finito non si sa come dentro una Casa ovale, e tanto aperto di mente da non volere accettare manco quello che gli altri danno ormai per archiviato. Le elezioni sono regolari, accertate, e quindi il timone della grande potenza passa ( volente o nolente) nelle mani di nonno Biden, 78 anni, vecchia volpe cresciuta nei meandri della politica americana.
SECONDO WEEKEND DI NOVEMBRE. All’interno dei i campi di calcio si spera in un contenimento della pandemia. Ricorrendo, si dice, se del caso, anche a trucchi e trucchetti. Di fatto c’è che in questa stranissima stagione non emerge alcun padrone.
Detto in rima. Infatti sia la Signora ( raggiunta 1-1 al 94′ dalla Lazio), sia la Beneamata ( che incamera gol a volontà e non va oltre il pareggio), sia il Milan ( che sembra esaurire il bonus Ibra) non sono in grado di stabilire dittature. Ne approfittano ( timidamente) il Napoli ( 0-1 al Bologna) e la Roma ( 1-3 al Genoa). Per una classifica corta, cortissima, che in una manciata di punti contiene vecchi e nuovi aspiranti allo scudetto.
Fuor dai campi di calcio, a tener banco non è solo il Covid ( in pesante risalita anche da noi, ora a livelli preoccupanti) ma anche l’elezione presidenziale Usa, dove il Biden ( democratico) ha faticato non poco contro il tycoon Trump ( repubblicano). Che sembra non accettare i conteggi ( 600mila le schede ancora contestate) e ventila perfino un possibile ricorso alla Corte suprema per presunti brogli elettorali. E comunque Biden, beghe a parte, è stato eletto il nuovo presidente Usa. Con la speranza del Mondo che torni a mettere sulla giusta rotta la superpotenza stelle e strisce.
Nel frattempo si sono scritte altre pagine di sport. Nelle moto, ad esempio, ancora ferme in Spagna, e con quel ‘poveraccio’ del Maestro rientrato dopo la degenza Covid e subito fermato da un guasto meccanico. Nelle tre categorie avevamo i nostri ragazzi in lotta per i rispettivi titoli. Abbattuto Vietti ( Moto3) ci restano un Bez o un Maro ( Moto 2) in lotta per le fasce iridate. Importanti biglietti di presentazione per alcuni di loro, nella prossima stagione ben accasati bene, come il Maro designato ad esordire nella Moto Gp.
Per la Moto Gp, inoltre, il titolo può andare a Mir, detto il Balmamion della moto, che ( a Valencia, Gp Europa) è riuscito a vincere almeno una gara.
Ci sono state anche altre pagine scritte. In ambiti diversi. Sportivi e non. Che stanno interessando il nostro Paese, ad esempio, l’assalto del ‘ treno in corsa’ della pandemia. Occorre, a tutti i costi, fermarlo, urla il premier Conte. L’Italia che ha dato grande esempio nella prima fase del morbo, occorre torni alle finestre e ai balconi per evitare quello che per noi sarebbe un vero e proprio disastro. Non solo pandemico. Confidiamo. Silenti. Oranti. Ce la faremo.
ITALIA: TRE MOSSE PER TORNARE A VINCERE. Sono in tanti quelli che esibiscono ricette per guarire l’Italia del Covid e rilanciarla.
Ne leggiamo una, sul Sole24Ore di sabato 7 novembre.
‘Crescita, innovazione, sostenibilità‘: questo occorre all’Italia per superare il triste momento e tornare ai suoi livelli dice Fabio Pompei, Ad di Deloitte. A breve ( si spera) il nostro Paese avrà a disposizione oltre 200mld tra prestiti e trasferimenti diretti. Auspicata lungimiranza d’una Europa che ha cominciato a ragionare ( finalmente) da Europa, tanto meglio in un momento in cui gli Usa sembrano sull’orlo di smarrire il ben dell’intelletto.
Innovare, certo, ma per innovare necessitano investimenti in Ricerca&Sviuppo, possibilmente con una strategia nazionale sul trasferimento tecnologico che leghi università, centri di ricerca e imprese, prendendo il meglio dalle best practice internazionali. Il nostro livello attuale è inferiore alla mediai Ue. Preferiamo esportare talenti piuttosto che trattenerli. La spinta alla digitalizzazione è cruciale, come insegna il lockdown. Infine non c’è modernizzazione senza modernizzare le nostre imprese. Bisogna ( assolutamente) sostenere ( soprattutto) quelle Pim ad alto potenziale che non sono in grado sostenersi da sole. Il Made in Italy, non scordiamolo, genera oltre il 30% del nostro Pil.
Inoltre, la sostenibilità sarà sempre più strategica per le aziende e potrà contribuire al rilancio economico non solo nostrano. Rilevante è il nodo energetico: Francia e Germania, tra un bacino e l’altro, si stanno attrezzando per diventare ( te pareva) leader nella produzione di idrogeno green, mentre l’Italia continua nella sua ( forte) dipendenza dall’estero del suo fabbisogno energetico.
In questo contesto rientra vitale l’ammodernamento delle nostre infrastrutture. Con una grande operazione di cura del territorio. La pandemia ha accelerato le disuguaglianze sociali. Col rischio di lacerare il tessuto nazionale. Non si dovrà dunque scordare quando si dovrà mettere in moto il Recovery Plan di cercare di ‘ricucire’ le diseguaglianze. Anche di genere. Auspicabile in questo tratto importante di storia patria, cercare di lavorare per un obiettivo comune.
Condiviso, come invita saggiamente il nostro grande Presidente. Con istituzioni e imprese coalizzate. Sostenendosi reciprocamente. ‘ Questa è l’ora - chiude Fabio Pompei - di un grande patto pubblico-privato capace di fissare priorità strategiche per il nostro Paese‘.
PRIMO WEEKEND NOVEMBRE. Il primo weekend di novembre, nei i giorni dedicati ai nostri cari defunti, lo sport, anche vessato dal Covid, non ha gettato le armi. Continuando a combattere. Si spera non come quel allampato cavaliere della Mancia contro i mulini a vento, ma per mantenere viva la speranza che, qui, nonostante la stucchevole folla di menagrami, più o meno addottorati, tutto, prima o poi, finirà. E si potrà tornare a gioire liberi e giocondi.
Lungo le strade del Giro dei Giri, sugli spalti d’uno stadio ( magari finalmente ammodernato o nuovo), ai lati d’una piscina necessità di cloro. E comunque, in questa, qualche evento ha fatto da spettacolo. Non l’auto, purtroppo, ormai dai risultati scontati, non la moto che riposava, ma qualche parquet del volley, del basket, del tennis.
E soprattutto i rettangoli verdi del calcio. Che continua a scendere in campo per il Campionato, con risultati non sempre in linea con le aspettative. Del resto da sempre andiam dicendo che il nostro calcio non è di quelli scontati, già noti nel risultato prima ancora del fischio d’inizio.
I nostri esterofili dimenticano spesso e volentieri che dei cinque maggiori campionati, due sono assegnati già alla partenza ( Germania e Francia), un terzo lo si contende per volere di Eupalla (abitualmente) tra due Panda ( Spagna), mentre un quarto ( Inghilterra) bisogna andarselo a studiare , per notare che negli ultimi dieci anni una sola volta è andato a Livepool e Leicester, due allo United, e sei a quegli ‘spendaccioni‘ che elargiscono soldi non loro ma altrui e che l’ impotente Uefa non riesce (minimamente) a far rientrare nella liceità sportiva.
Infatti, ci stiamo chiedendo: perchè le nostre squadre non cerchino anche loro di tirare il cassetto pubblico. Chessò, della Cassa Depositi e Prestiti
TERZO TURNO DI COPPE. Terzo turno di Champions. L’Inter, ancora una volta sciupona, senza Lukaku, non ha fatto altro che agevolare il successo ( 3-2) d’un Real che meno Real di così non potrebbe essere.
Piuttosto va vistosamente declinando la stella dell’ ex Conte Dracula, ormai verso la pace dei sensi, tanto più che alla squadra non sa dare il giusto equilibrio per non farsi imbottire ogni volta da chicchessia di gol. L’accesso al secondo turno ora si fa duro. Si dice che l’ex Dracula sia pagato 12 mln e che c’è una squadra tra gli spendaccioni disposta a dargliene 15: se la voce è vera che altro si aspetta di fare alla Pinetina?
Torna ad essere solo un simpatico ‘ calimero‘ la Dea di Bergamo. La ‘ lezione‘ dei navigati e medagliati Reeds ( 5-0) è fin troppo eloquente per continuare ad illudersi e ad illudere. Dolorosamente. E tuttavia, nel girone, ancora non è messa fuori, e può tentare una rimonta. Tentare: infatti, a questo punto, che altro ha da perdere?
Ce l’ha fatta a sbrigare la pratica Ferencvaros la Signora ( 1-4), mentre ha strappato un pari ( 1-1) la Lazio menomata dell’Inzaghino. Passaggio del turno possibile per entrambe. Alla Signora basterà ( almeno) una vittoria ( magari contro il Barca), alla Lazio una vittoria ( contro Zenit) senza far regali nel doppio incontro con il Dortmund.
Nella Uefa: vince ( di fortuna) il Napoli ( 1-2), vince bene la Roma ( 5-0), perde ( clamorosamente) il Milan ( 0-3). I passaggi non sono compromessi ma occorrerà non far gli ‘stupidi stasera ‘. Nel frattempo angli e germani ( con poche eccezioni) volano nelranking.
IL CAMPIONATO. In vetta al Campionato è tornato il Diavolo, che nei sei incontri finora disputati è rimasto imbattuto. Merito di quel Totò svedese che deve avere patteggiato l’anima sua con Belzebù pur di far tornare uno scudetto in quel di Milanello. Dietro al Diavolo ( 16 punti) navigano (a vista): Sassuolo ( 14), Atalanta ( col fiato in gola), Napoli ( ahi, quella botta con il Sassuolo !), Inter ( sempre più sprecona) e Juve ( di nuovo al traino di Cr7).
Piuttosto si dice che, infischiandosi del Covid e del pericolo di collasso del nostro ( e altrui) sistema calcio, continuino ad aggirarsi nell’ambiente personaggi come quell’ osannato pizzaiolo orange che quando rinnova lo fa al doppio o al triplo del precedente ingaggio. Tra i suoi assistiti figura anche il Gigio rossonero, che a 21 anni già intasca oltre 6 mln annui netti . Ma siam sicuri che ci sia un modo legittimo per non rivederlo ( un giorno sì e uno no) tra i piedi?
ULTIMA SETTIMANA OTTOBRE
Turno di Champions ( martedì 27, mercoledì 28 ottobre). Sono scesi in campo per la Coppa dalle grandi orecchie Shakhtar-Inter, Atalanta-Ajax, Bruges-Lazio, Juve- Barcellona. Impressioni a caldo? L’Inter regala, la Dea ( un po’ meno) ( ma ) pure. Entrambe, infatti, hanno avuto il risultato positivo su piatti d’argento ma, per un motivo o per l’altro, non sono riusciti a portare in casa la posta piena.
La mancata ribattuta di Lautaro a porta spalancata grida vendetta. Qui bisognerebbe ricordare al ragazzo dagli occhi magnetici che il campione è quello che fa e non quello che sbaglia (soprattutto) quando conta. Onde per cui, la prossima volta, invece di prendere a pugni una innocente panchina provi a pestarsi li piedi suoi. Null’altro. Non dice il proverbio: ‘ Chi è causa del suo mal pianga se stesso’.
Ha dimostrato carattere la Lazio falciata e ridotta all’osso dal Covid, con un pari ( 1-1) sull’esperto campo del Bruges, niente male. E’ andata a picco invece la Signora, vessata da gol annullati e solito rigore concesso agli altri, in una fase sperimentale che sta sollevando pesanti dubbi. Dopo aver messo in fase di demolizione la Ferrari, non è che i giovani Agnelli vogliano mettere nella stesse condizione anche la Juventus?
Dopo il secondo turno la situazione nei rispettivi gironi ( o gruppi) è questa: ( Girone B) Shakthar punti 4, Borussia M. 2, Inter 2, Real Madrid 1; ( Girone D) Liverpool punti 6, Atalanta 4, Ajax 1, Midtjland 0; ( Girone F) Lazio e Bruges punti 4, Dortmund 3, Zenit 0; ( Girone G) Barcellona punti 6, Juve 3, Dinamo Kiev e Ferencvaros 1.
Nel prossimo turno ( 3 novembre) Shakthar- Borussia e Real Madrid-Inter; ( Gruppo D) Atalanta-Liverpool e Midtjland-Ajax. La Lazio ( 4 novembre) sale dallo Zenit e la Juve ospita il Ferencvaros. Qui occorrerebbero due vittorie, per mettere in cassaforte il passaggio del turno.
Turno favorevole ( soprattutto) alle inglesi che nella semifinali di Champions e Uefa della passata edizione non ne avevano qualificato manco una. Questa volta sembra che il vento Covid spiri a favore di spendaccioni e oligarchi che i soldi spendono ma quelli degli altri: il City s’è liberato d’un modesto Marsiglia, il Livepool d’un ancor più modesto Midtjlland, il Chelsea d’un agevole Rennes e lo United d’un Lipsia dipinto come spauracchio e invece finito sotto una spessa coltre di gol.
ALTRO. Il calcio al Governo ’ Aiuto o è il collasso’. ’E’ sempre pressing del calcio sul Governo‘, riporta la ‘rosea‘ che aggiunge: ‘ La cancellazione dei mille spettatori decisa dal Dcpmè un ago nel pagliaio dell’incertezza e di un sostanziale azzeramento di entrate sul fronte botteghino, che rappresenta per il calcio professionistico qualcosa come 344 mln di eurosecondo i numeri della scorsa stagione’. Allarme, quindi, giustificato.
Che però non sembra in sintonia con quei tizi, tazi e semproni, che per rinnovar contratti chiedono cifre molto più sostanziose, quasi che per loro quanto va succedendo non li tangesse affatto. Infatti qual filo lega quanti paventano il collasso e quanti continuano ( impavidi) ad alimentare la loro avidità?
AUTOMOBILISMO. Lewis Hamilton. I media continuano a celebrare il campione britannico di F1, con tutto quanto lo scibile umano possa permettersi. Traccheggiano su dei dati che ( volendo) sono ( più o meno) come quelli pre o post elettorali, spendendosi in paragoni senza contegno. Nei casi peggior perfino deliranti. In buona sostanza, il bravo Lewis, che comunque bravo è, dati alla mano, avrebbe attinto un po’ dai driver del passato superandoli, però, tutti quanti, in blocco.
Possibile? Anche perchè per ricondurre a più credibile valutazione le imprese del britannico bastano due o tre domande: ma con chi si misura questo ( presunto) fenomeno? Contro quali macchine o avversari? La Ferrari al momento in fase di demolizione? E non ci si venga a dire che il buon Bottas o il predestinato Tulipano o il sorridente Ricciardo siano avversari di rango come potevano essere quelli che contrastavano un Senna o uno Schumi?
Il primo, tranne qualche exploit, inevitabile per renderlo minimamente credibile, recita con buon profitto la parte del fedele scudiero; il secondo, il meglio di quel che poteva dare lo ha dato qual ‘ sfascia rosse‘ , una volta arrivando, con una partenza e colpo da giocatore di biliardo, a farle fuori entrambe.
Chiedere ai tifosi della ‘rossa’ se hanno dimenticato. Quindi, lasciamo questi personaggi alle cure dell’ambiente loro. I dati lasciano il tempo che trovano. Si sa che è così. Allora perchè non lasciare al tempo, quello non di gara o d’almanacco o di cronaca, il compito di fornire il giusto, definitivo verdetto?
A margine le stucchevoli dichiarazioni dell’ing. Binotto. ” Niente di nuovo anche per il 2021′. Chi lo tenga ancora in quel posto, non è dato da capire.
NELLE ULTIME SETTIMANE
( week end 24/25 ottobre 2020) Altro generoso weekend di ottobre. Con tante manifestazioni di sport scese nell’agone. Ne prendiamo qualcuna. Per le moto ( ancora orbe del Maestro di Tavullia) i nostri colori sono stati tenuti alti in MOTO Gp dal Morbido, che questa volta è stato tutto fuorchè ‘ morbido‘.
La sua è stata una gara di quelle che non ammettono discussioni. Ha preso il largo, ha resistito a quel testardo del Rins, e s’è presentato solo sulla linea del traguardo. Dire adesso se è rientrato nella lotta mondiale non è semplice. Il suo è un ritardo sostanzioso a tre sole gare dal termine. Per noi la maglia iridata è una questione tra Mir ( mai vincente, ma solo piazzato), Quartararo ( troppo imprevedibile) e Vinales ( altro imprevedibile).
Nella MOTO2 sembrava un affare tutto nostrano, s’è invece inserito il britannico Lowes ( tre vittorie di fila) con Marini ( scomparso) e solo Bastianini in posizione alta. Tutto può succedere. Nella MOTO3 la maglia sembra appannaggio di Arenas( 144 punti), con Ogura( 131) e Vietti ( 126) pronti a fare lo sgambetto.
E’ finito anche il Giro dei Giri. Con un finale che solo qui poteva accadere. Alla fine l’ha spuntata Georghegan Hart ( britannico) su Hindley ( australiano). Di pochi secondi. Mentre la stella più splendente è stata ancora una volta quella del Pippo, il ‘bolide‘, che s’è aggiudicato la terza cronometro e la quarta tappa in un giro affrontato per la prima volta. Gli avversari si sono tolti il cappello, applaudendo a tanta spettacolare potenza. Dove potrà arrivare il nostro è la domanda che tutti si fanno. Perchè se dovesse mostrare tenuta o per le grandi corse in linea o per i grandi giri, qui, ragazzi, abbiamo ricevuto in dono il vero fenomeno di questa prima parte del millennio.
Continua anche il Campionato. Con belle partite. Che nulla hanno da invidiare a quelle dei danarosi campi altrui. In settimana andranno ad accendersi anche le ‘musichette’ delle due Coppe. Zitti. Zitti. Che se quegli sciagurati portassero a casa qualche vittoria potremmo avere giù qualche piede negli ottavi.
Avanti con le coppe di calcio. In quegli stadi vuoti e surreali. Dove, comunque, si sta praticando del bel giuoco, con sorprese e sorpresine a non finire. Intanto smentendo una volta di più il fatto che il calcio nostrano, quello che ( non dimentichiamolo ma quando facciamo battage per altri) s’appunta quattro stelle mondiali e una ventina di finali Champions ( su 65 ca) sul petto, non è ( e non sarà mai) la brutta copia di chicchessia.
Anche se qui c’è di mezzo una questione ( temporanea) di budget, che se la Lega avesse azzeccato i nuovi soci ( fondi) potrebbe essere a breve ( almeno) pareggiata. Sì, perchè il nostro calcio, che Alma Mater pedatoria era e resta, non è che abbia bisogno di tante lezioni; semmai, perchè non dovrebbero essere gli altri a tornare nostri vecchi banchi di scuola?
Ci mancano stadi adeguati, questo è vero, ma in questo frangente Covid, la carenza ( grave) non è che spicchi più di tanto. E comunque, le nostre non solo non si fanno mettere i piedi sulla pancia ma ( sportivamente) li mettono ad altri. Il primo turno sembra dire questo: in Champions, tre vittorie e un pareggio, quello della Beneamata che sarà ora cominci ad interrogarsi su quel suo ductator al qual tutto riesce ( piagnistei compresi) fuorchè vincere.
Non ci fosse stato il buon Romelu ( all’ultimo istante) anche stavolta la Beneamata sarebbe uscita da San Siro bastonata da una tedesca che per quanto coriacea ( come da tradizione) non è affatto imbattibile.
Elogi, semmai, vanno ribaditi a quella formidabile Dea che, ritrovata l’umiltà dopo la batosta di Napoli, ha (immediatamente) rispolverato quel bel calcio che è il nostro fiore all’occhiello da mostrare a quei pasqualotti d’esterofili che insistono nel volerci convincere della nostra ’atavica inferiorità’ rispetto alle diverse tribù del calcio europeo.
PRIMO TURNO CHAMPIONS. ( Girone B) Inter-Borussia M. 2-2; ( Girone D) Midtjlland- Atalanta 0-4; ( Girone F) Lazio- Dortmund 3-1; ( Girone G) Dinamo Kiev-Juve 0-2.
PROSSIMO TURNO CHAMPIONS ( 27/28 ottobre). Shakhtar-Inter, Atalanta-Ajax, Bruges-Lazio, Juve- Barcellona.
Nella Europa League chi era dato per certo, ha cileccato, chi doveva tribolare ce l’ha fatta. Parliamo del Napoli, ovvio, battuto in casa da una squadra di centro classifica olandese, l’AZ, decimata dal Covid. Ma anche del Milan che può ormai cambiare chi vuole tanto (alla fine) vince e della Roma, rivoluzionata all’inizio poi riassettata e infine vincente con unoYoung Boy di lunga esperienza europea e tutt’altro che scarso.
In toto, abbiamo salvato l’onore, e anche qualche punticino ranking Uefa, visto che inglesi e tedesche sono state combinate con squadre e squadrette sconosciute o quasi. Calciomercato: voci non confermate danno il buon Sarri in viaggio verso la Viola.
Attenzione: tornano i motori. Con le auto date ormai per scontate, e le moto ( orbe del Maestro di Tavullia) che ( speriamo) tornino a colorarsi d’azzurro. In tutte le categorie, dove i nostri restano in gara per i rispettivi titoli mondiali.
Continua invece a fare spettacolo lungo i paesaggi più belli al mondo, quel Giro dei Giri che sta scoprendo nuovi protagonisti. Come l’ Alma Mater conviene. Il cambio generazionale – ammette Nibali – è già in corso. Insomma, a disputarsi l’ambita rosa sono ora ( almeno) tre: Kelderman, Hindley e Geoghegan Hart, separati tutti da una manciata di secondi.
Infine il Cholito ( che grazie all’Italia è cresciuto, tanto da essere in odore di Celeste) vorrebbe un giorno lasciare la Serie A per andare in Liga. Per raggiungere il padre. Non farebbe prima a dire al padre di tornare in Italia? Qui, mica lo hanno dimenticato!
Weekend 17/10 ottobre. Di tutto di più. Sci, moto, ciclo, basket, volley, calcio e altro. Nello sci trionfo rosa nello slalom di Coppa a Soelden, con Bassino e Brignone prima e seconda.
Moto: nella Moto3 Arenas ancora al vertice con 144 punti e Vietti ancora in corsa per il titolo a 126 punti; Moto2, cade Marini, vince Lowes, ma Bastianini prende il comando mondiale con 155 punti su Lowes (153) e Marini ( 150) al seguito; nella MotoGp, cede il Quartararo, spuntano Mir ora in vetta con 121 punti, seguito Quartararo ( 115), Vinales( 109) e Dovi ( 106). Mentre il Maestro di Tavullia è ancora in quarantena. Soddisfazione meritata per il team diretto da Brivio, vincente on Suzuki di Rins.
Nel basket vittoria di Milano sul Real ( 78-70), che pone i meneghini al secondo posto di Eurolega. Nel Giro dei Giri, si salva in quel di Piancavallo, primo appuntamento con le montagne, il tosto Almeida, 22 anni, tanta strada davanti.
Ma lo spettacolo vero, di quelli che ammaliano la folla sui cigli delle strade, lo ha dato ancora una volta il ‘bolide‘ di Verbania, al meglio celebrato da una ammissione di Giovanni Visconti, tra i superati da Pippo durante la crono di Piancavallo. Avrebbe detto ‘ Ma quando mai mi capiterà di rivederti ancora? Sei uno spettacolo puro’.
C’è stato qualcuno, a proposito di Giro, che s’è lamentato per l’organizzazione chiamando ad esempio il Tour. Che rispettiamo, si sa, fra inter pares, ovvero fra due paritetrici Patrimoni Unesco della sport ( non solo ciclistico, meglio non attizzare il fuoco dei confronti. Noi, peraltro, che quel che ci sovviene, e abbiamo visto sulle strade, non ci pare sia giusto lamentarsi più di tanto della esemplare organizzazione Rcs. Tuttavia, se a qualcuno non garba, meglio invitarlo a spostarsi donde meglio è accolto. Di soggetti del genere non è meglio disfarsi quanto prima e del tutto ? Per non rivederli mai più? Vadano infatti ad appoggiare i loro sacri lombi come e dove a lor è gradito.
Calcio. Serie A. IV GIORNATA. Altro turno nel bel mezzo delle insidie Covid. Qualche Risultato: Napoli-Atalanta 4-1, Inter-Milan 1-2, Samp-Lazio 3-0, Crotone-Juventus 1-1, Bologna 3-4, Spezia-Fiorentina 2-2, Torino-Cagliari 2-3, Udinese-Parma 2-1, Roma-Benevento 5-2. In testa alla classifica dopo quattro giornate sta il Milan ( 12 punti), con al seguito Sassuolo (10), Atalanta ( 9), Napoli e Juve ( 8). Non sarà meglio richiamare il buon Svone, per chiedergli venia?
Convincente vittoria ( 2-1) nel derby del Diavolo ( due gol) e dei suoi Diavoletti. Che innescano i soliti piagnistei del Conte Dracula, chiamato ormai più che a lacrimar a conseguire vittorie, ancora scarse, troppo scarse, per quella maglia che conseguì un mitico triplete ( appena) dieci anni fa.
Non convince ancora la Signora che ( orba di Cr7) speriamo non resti incompiuta ancora una volta nell’agone europeo. Che riaccende le luci a partire da questa metà settimana. Speriamo anche che la Dea si (ri)svegli, perchè quella vista contro il Ciuccio è così brutta da credere che sia (stata) vera. Ciuccio che potrebbe ‘ringhiar’ lontano.
Weekend 10/11 ottobre. S’è dunque spenta la speranza di Sinner ( audace fino al limite contro il re della terra rossa) e della Trevisan. Avranno modo di rifarsi. Sinner conta appena 19 anni, e il debutto al Garros non è stato niente male. La Trevisan, 25 anni, praticamente conta un ’buco‘ di circa un lustro durante il quale ( per ragioni varie) aveva perfino pensato di rinunciare al tennis. Sarà per lei come ripartire dai vent’anni, anni dove la speranza è lecita soprattutto in una ragazza tanto combattiva e intelligente. L’Araba Fenice, volendo, pote questo ed altro.
Dentro la bega Juve-Napoli non ci caliamo. Speriamo piuttosto che quegli sciagurati che danno per sconfitto il Coronavirus s’attengano ad un minimo di regole. Per non farlo di nuovo proliferare. Ovunque, soprattutto laddove sono meno forniti e preparati. Facile è immaginare che sarebbe una catastrofe. Coraggio, dunque, anche per quei superuomini alla Andrea Sperelli che d’attenersi alla pratica quotidiana manco vogliono sentire parlare.
E comunque, anche questo fine settimana non è stato malvagio. Sono tornate a rombare auto e moto. Mente è proseguito sulle belle strade che risalgono dal Sud il Giro dei Giri. Con tante cadute, ritiri, e con il Vincenzo alla vigilia dato per disperso e invece ( anche se in lieve affanno a Roccaraso) più vivo che mai ( sta a un minuto dalla maglia rosa). Delle auto, come già detto, non ci frega nulla, visto che di vedere massacrare la ‘rossa’ non abbiamo il gusto sadico.
Ci tange invece la ripresa delle moto. Per vedere nelle categorie inferiori i nostri talenti crescere, e per sperare in quelle superiori in un qualche colpo di scena da parte dei nostri vecchi, come il Dovi non ancora fuori dal titolo, e il maestro di Tavullia, che se si mette di traverso, con un pizzico di fortuna in più quand’è in sella, potrebbe ancora una volta sorprendere giovani e vecchi. Anche questa volta, però, gli è andata male.
Tra sole e pioggia i centauri della moto si sono dati aspra battaglia in quel mitico agone di Le Mans ( Francia). E’ stata ancora una volta una sinfonia tricolore. Nella Moto3 con Celestino Vietti ( ora al terzo posto in classifica mondiale, 119 punti, contro i 135 di Arenas e i 129 di Ogura). La vittoria di Celestino è stata è arrivata alla fine d’un ‘combattimento‘ agonistico di rara intensità.
Nella Moto Gp, trionfo del redivivo Petrucci, davanti al giovane Marquez e ad Espargaro. Il Dovi, quarto, con 102 punti mantiene il contatto con il vertice del Mondiale, con in testa Quartararo ( 115 punti) e Mir (105). Nella Moto2, infine, posticipata, Marini ( infortunato) non ha potuto difendere più di tanto la sua leadership ( 150 punti) dall’assalto di Lowes ( vincitore di tappa, e ora con 128 punti).
Nel mondiale mountain bike prodigio di Eva Lechner, argento tra le donne; mentre Braidot, è arrivato quarto tra gli uomini, dominati dal francese Ferrand Prevost. Dell’esito ( scontato) del Gp Eifel di F1, come detto, non andremo oltre l’accenno. Ad Hamilton diciamo bravo ma anche protetto e fortunato. Protetto dalla longa manus de Toto, fortunato per non avere altri rivali che il suo ( fedele) scudiero Bottas. Non è troppo poco per fare confronti con i miti di questa disciplina? Dal rosso del Roland Garros è uscito vincitore ( per la 13a volta) il buon Nadal contro il buon Djoko. Tra le donne è spuntata la stella di Swiatek, 19 anni, polacca. Proseguono i campionati volley maschile e femminile , i più belli e prestigiosi al mondo.
Infine, una nota per gli Azzurri del Mancio da Jesi. Belli da vedere ma ( quando conta) ancora poco prolifici, dove conta. Lo 0-0 contro l’armata Lewandosky ci lascia in testa al girone di Nations League, ma non ci accalora più di tanto.
I soldi sono meno. Ma l’attività sul mercato non è poi scesa più di tanto. Le nostre si sono ( tutte) rafforzate. La Signora, addirittura, ha esagerato, portandosi a casa quel Federico Chiesa che gli mancava in fascia. Continua ad incantare la Dea. E’ tornato su dagli Inferi il Diavolo padre di quei Diavoletti che anche senza l’Ibra se la stanno cavando egregiamente. Aspettiamo un test plausibile. S’arrabatta la Beneamata, che ha ripreso in casa tutti i suoi figliol prodighi.
Intanto non ci sfugge un’occhiata di Premier, la danarosa Premier, che vede Liverpool e Manchester, ovvero i più titolati, beccarsi sonore legnate. Vorremmo tanto capire com’è possibile che in quella Lega da un mese all’altro i dominatori diventino dominati, i ricchi diventino poveri, i corridori diventino slonzoni o luderi, che dir si voglia. Certo i nostri cari esterofili tanto raccolti in quel di Sky non proveranno ( di certo) a sforzarsi le meningi, come ( del resto) non hanno fatto quando si sono accorti che nell’ultima tornata di Coppe, tra le otto semifinaliste, di qua e di là, non figurava manco un’esponente di quel torneo ricco, sì, ma di spendaccioni e corridori che dopo tanto correre improvvisamente si siedono sul ciglio della strada.
Varie sul weekend ( 3/4 ottobre). Bega sul Campionato, con quella partita non disputata domenica sera tra Juve e Napoli. Questa volta a rendere più semplici le cose si è messa di mezzo una Asl campana, che ( legge alla mano) ha ‘ impedito’ ai napoletani di raggiungere Torino per lo scontro contro i bianconeri. I quali, in campo, sono scesi, invano, ovviamente, perchè dell’avversario non s’è vista manco l’ombra.
Come andrà a finire? Forse ‘tarallucci e vino’, visto che Andrea Agnelli ha dichiarato ‘ Io le partite preferisco vincerle sul campo’. Certo che, una bega come questa potrebbe diventare foriera di altre beghe, in un contesto che di beghe ne partorisce a josa.
E comunque, già qualcosa sta emergendo sui campi deserti della nobile Serie A. Che la Dea, ad esempio, è tutto fuorchè un fuoco fatuo; che il Milan, quello degli imberbi, anche senza nonno Ibra, messo a letto dal Covid, se la sta cavando egregiamente.
Un po’ come quei ragazzi in quel film con John Wayne che, grazie ai duri insegnamenti del maestro, riescono a rendersi autosufficienti fin al punto di condurre alla meta da soli una mandria mica da poco di vacche da mercato. Una storia, come questa, va ad arricchire le mille storie che si leggono sul librone rossonero, tra i più epici di quanti il genio umano applicato alle vicende sportive è riuscito a produrre.
Frena ( 1-1) l’Inter del vulcanico Conte Dracula contro la Lazio dell’Inzaghino. Fatto sta che, al momento, tra incontri da recuperare e altro, in vetta si sono installate la Dea e il Diavolo. Mica per le belle statuine. Senz’altro per iscriversi a quella corsa Scudetto che nel Belpaese è sempre incerto anche quando c’è una squadra che lo vince da nove anni.
SORTEGGI COPPE. Sono state ‘ scartate’ le famigerate palline Uefa. Pel sorteggio dei gironi. Che non si sa mai se prendere sul serio o no. Fatto è che stavolta non tutto è sospetto, ad esempio, certi match sono credibili e benvenuti.
Vediamone qualcuno. Girone A, Juve con Barca , Kiev e Ferencvaros; Girone B, Inter con Real, Borussia D., Shakhtar; Girone D, Atalanta con Liverpool, Ajax, Midtiyland; Girone F, Lazio con Zenit, Dortumund, Bruges. Poteva andare meglio? Crediamo di no. Perchè è ora che nostre tornino a considerare a qual passato appartengano.
Se su 65 Champions una ventina ci hanno visto finaliste, vorrà pur dire qualcosa. E se è vero che si va a cicli, ora è la volta d’iniziarne uno nuovo, come gli altri, meglio degli altri. Vero è che gli spendaccioni continuano a non lesinare danari ( non loro), ma se il calcio ha l’appeal che ha è perchè, qui, se Dio vuol, i danari contano fino ad un certo punto. Sennò chi sarebbe in grado di contendere coppe a sceicchi e oligarchi?
Con il polverone sollevato, non s’è ben capito se il Messi avesse speso qualche parola con la Beneamata, governata da un cinese che se non vuol essere ancora considerato un venditore di elettrodomestici, dovrà pur battere un colpo. E comunque sia, il Messi che poteva venire, ora, dovrà venire, obbligado, nel Belpaese, l’ università del calcio, dove si rilasciano lauree perpetue. Dovrà venire per fronteggiare la Signora incompiuta in casa sua. Sarà questa l’ occasione per vedere all’opra una decina di palloni d’oro, come mai è capitato sull’urbe terracqueo del calcio. E dare qualche voto, tra chi dei due è il signore del reame.
Non deve temere i demoni rossi del Liverpool, manco la Dea, la mirabile Dea, che di danari ne conta meno ma che per classe non s’affanna. Eppoi se c’è qualcuno che terrorizza il buon Klopp quello sta proprio in Italia. Si rivedano, per ravvivar la memoria, le sue escursioni contro quelli del Golfo. Di quelle puntate, infatti, ci sono rimasti impressi i suoi bei faccioni stravolti e inorriditi. Riavvolgete i nastri. Per andar in battaglia fiduciosi.
Ci sono voluti 11 ( o 12 ?) rigori perchè il Diavolo portasse a casa contro una emerita sconosciuta il passaggio ai gironi di Europa League. Roba da non credere. E’ proprio vero il detto : sic transit gloria mundi. Le italiane sorteggiate per i gironi non se la sono cavata male: la Roma va con Young Boys, Cluj e Cska Sofia; il Napoli con Real Sociedad, Alkmaar e Rijeka; il Milan con Celtic, S.Praga e Lilla.
Detto tutto questo si torna al Campionato, messo in ansia dal Covid. Nell’anticipo di venerdì 2 ottobre la Viola è stata punita dalla Samp( 1-2), finalmente vittoriosa dopo due turni in bianco. Voci di mercato danno Chiesa, 24 anni, attaccante di prospettiva, in partenza per Torino.
IL NOSTRO GIRO DEI GIRI. E ha fatto bene la ‘rosea‘ a dedicare tanta beltà grafica alla ripartenza del Giro. Il nostro amato ineguagliabile Giro. Che in tanti vorrebbero declassare dietro al Tour. Fuori e dentro casa. Invano,però, perchè l’impronta lasciata nell’anima di un popolo da cotal evento ( non solo) sportivo è tale che nessuno potrà non solo oscurarla ma anche appena appannarla.
Sulle sue strade sono nati e cresciuti i più grandi interpreti di questo sport. Nati non importati. Dai piemontesi, come il Gira o il Fausto, di cui più grande non si può, ai lombardi come l’Alfredo o il Felice, ai tusci come il Ginoettaccio o il Fiorenzo il Gastone; fin ai romagnoli come l’Ercole o il Marco. Sulle sue strade si sono scritte pagine di sport che non hanno eguali. Materia unica, inestimabile, che se fosse finita nelle mani di Omero si parlerebbe di un’altra grande epopea.
Abbiamo rispetto per il Tour, ricco e pressato, così come la Vuelta, giovane a ambizioso, ma non si cerchi di convincerci che al mondo esiste un giro più giro del Giro. Cavalcato, ogni volta, in primavera o autunno poco importa, dentro scenari che hanno ispirato immortali artisti. Antico, bello, duro. L’Alma Mater del ciclismo. Se uno vuol prendere la laurea, qui deve venire. Su queste strade. Donde son nati e cresciuti i più grandi interpreti di questo sport.
Il Giro 1o3 quest’anno si svolge in ottobre. E’ partito sabato 3 da Monreale, Sicilia, con una crono individuale di 15 km, molto consona al nostro top Ganna. Chiuderà il 25 ottobre( incognita maltempo permettendo),dopo 21 tappe, a Cernusco sul Naviglio. Manco a dirlo, top gun Filippo ha volato vincendo la tappa e vestendo la prima maglia rosa del Giro103.
VARIE ULTIMO WEEKEND SETTEMBRE. ( 27 settembre). Altro weekend di fuoco. Difficile da districarsi. C’era il calcio, c’erano moto e auto, c’era il tennis ma anche atletica e ciclismo ( Mondiali a Imola). Più la Serie A. Andiamo a caso.
Di auto, infatti, manco parlare, visto che tutto ( Toto compreso) è scritto e riscritto. Anche per la ‘rossa‘ che se non la tolgono dalle mani di quell’ Elkan e del Binotto ci sa tanto che andrà a finire a coprirsi di polvere dentro un garage.
Per il tennis è partito il Roland Garros, dove vedremo quanto sono in grado di fare i nostri, imberbi compresi. A proposito di imberbi, Musetti, 18 anni, numero 357 al mondo, con la vittoria challenger a Forlì sale al 138 posto. Ai mondiali di ciclismo diImola, impresa di Filippo Ganna, 24 anni, piemontese, cognome storico, campione del mondo nell’inseguimento in pista in un Paese che le piste chiude piuttosto che farne di nuove, ha siglato un’altra delle sue strepitose performances: strapazzando il fior fiore della specialità, s’è aggiudicato il titolo mondiale di cronometro individuale professionisti. Inutile entrare nei dettagli, la sua è una di quelle storie che solo il Paese dell’Araba Fenice può partorire.
Non poteva far di più la signora Longo Borghini nella prova in linea contro le orange che avevano l’unico dilemma di chi far partire prima alla conquista dell’ennesima maglia iridata. La sorte ha baciato la ( forte) van Breggen ( già una volta mondiale) davanti alla van Vleuten ( infortunata) e alla ( nostra) Longo Borghini. Quarta un’altra orange, la Von.
Il grande spettacolo arriva dalle moto. Dove il tricolore sta tingendo pure la bella Catalunya. A partire dalle qualifiche, con tre nostri primi in ciascuna delle tre categorie. Una premessa ridimensionata dalle gare. Belle, ma occorre pensare che esistono anche gli altri. Nella Moto 3, Binder ha avuto la meglio su Arbolino e Foggia con Ogura nuovo leader della classifica.
Nella Moto 2, capolavoro di Luca Marini su Loves e Di Giannantonio con Marini a 15o punti, saldamente in vetta al Mondiale . Nella Moto Gp, i nostri cileccano ( prima il Vale, caduto, poi il Morbido, presto bandiera bianca) e Fabio Quartararo, il siculo di Francia, coglie davanti a Mir la sua terza vittoria in Moto Gp, guadagnando a 108 punti la vetta del Mondiale, con Mir alle spalle ( 100 punti). Infine, quelli del Borgo poco continuano a fare per non umiliare il buon Dovi, caduto in pista, caduto dalla vetta della classifica mondiale. Bravi. Complimenti.
Nel frattempo, quelli del Sol Levante, rinsaviti, hanno finalmente trovata una soluzione per il maestro di Tavullia, che ( si dice) una volta smesso l’attuale impegno per il nuovo tornerà sulla faccia della terra tra due secoli. La soluzione si chiama Pramac,equipe giovane ma capace. Il Vale ha firmato per il 2021, poi si vedrà. Se continuerà ad illuminare in proprio le piste, o se lascerà il posto ad un altro, forse, al ( sempre più tosto) fratello Luca che con il Morbido ( sempre meno morbido) potrebbe scrivere le pagine future della storia del motociclismo.
Complimenti all’organizzazione del Mondiale ciclo. Con percorso ( meraviglioso )incastonato come una perla in un contesto ambientale d’ artista veneto. Stefano Domenicali, 55 anni, lascia la Lamborghini per entrare nelle stanze del potere dell’automobile. E’ stato infatti ‘scelto’ quale nuovo Ceo della F1. Positivi i commenti. Nell’attesa di liberarci ( finalmente) del rognoso tortignacolo francese alla Fia per sostituirlo con il geniale Briatore.
SERIE A. Risultati ( parziali) 2a giornata : Torino- Atalanta 2-4, Cagliari-Lazio 0-2, Samp-Benevento 2-3, Inter-Fiorentina 4-3.
ARGOMENTI.
RELIGIONE, SCIENZA E PANDEMIE. Le religioni contano, vogliono contare, soprattutto ora che i credenti e le loro organizzazioni si sentono rafforzati dalla pandemia. Sanno che il loro ruolo sarà indispensabile dopo l’emergenza, quando dovrà strutturarsi lo sforzo globale sulla salute dell’uomo e del pianeta, sullo sviluppo e la sostenibilità. Attacca così Marco Ventura nello spazio ‘ Il dibattito delle idee’ sull’inserto ‘ Lettura’ del Corriere della sera di domenica 25 ottobre.
Quanto basta per introdurre efficacemente dentro una ’realtà in atto ‘ praticamente misconosciuta. Dai media, dalla gente. Eppure all’offensiva, come ha dimostrato dal G20 delle Fedi tenutosi online e ospitato dalla presidenza saudita del G20 degli Stati ( il suo interlocutore istituzionale) dal 13 al 17 ottobre scorso a Riad. Una tappa senza eguali nella storia contemporanea della mobilitazione religiosa.
Le religioni avvertono il pericolo, soprattutto, dell’aggressività del fronte antireligioso, manifestato durante la pandemia, con i governi che hanno derubricato il culto ‘ a servizio non essenziale’, e ancor più con l’attesa dalla scienza e dalla tecnologia di una salvezza che le fedi non possono dare.
Ancora una volta, quindi, nel mondo dell’intellighenzia, torna il ritornello d’una scienza antagonista della fede. Un ritornello insistente, ottuso, superato eppur tenuto in vita come El Cid sul cavallo davanti all’armata infedele. Quello che possono scienza e tecnologia dovrebbe essere orami chiaro.
Sono esse frutto d’un dono che il Creatore a provveduto a fornire all’uomo fin dalla notte dei tempi. Come fede e ragione possano elidersi l’un l’altra è solo una macabra invenzione di chi non vuole risolvere ma inasprire. In particolare, verso quelle istituzioni ( come la Chiesa romana) che della fede cristiana è millenaria custode. Con tutti i suoi errori ( e orrori) ma anche con i suoi inimitabili esempi e le sue grandi realizzazioni.
Quanto sta accadendo, pandemia compresa, non fa altro che dimostrare ambiti diversi di affondo sulla realtà. Una verso la verità assoluta, l’altra verso quella relativa. Senza per questo necessariamente risultare antagonisti. Anzi. Allora perchè non far cadere irragionevoli barriere?
“ Non sarà mai possibile attraverso la ragione pura arrivare alla verità assoluta“ dice Werner Heisenberg. Integra Albert Einstein: ” La scienza sena la religione è zoppa, la religione senza la scienza è cieca”. Ecco allora, per quel che è dato di capire, che quanto accaduto in fase di pandemia non solo non ha ‘derubricato’ il valore della fede ma lo ha opportunamente ‘ aggiornato‘ con una visione compatibile. Di collaborazione e non di scontro. Solo umano.
Forse, non avremmo mica voluto ripetere quanto racconta il Manzoni dei tempi della peste secentesca a Milano? Con il Cardinale, che ammassò gente in chiese e cortei, senza sapere che proprio quella situazione sarebbe stato considerevole ‘ostacolo’ alla fede per compiere il suo provvidenziale intervento?
GLI ANGLI E LE LIBERTA’ DEL PREMIER. Nel frattempo, alzando lo sguardo oltre lo sport, fa parlare di sè quel poveraccio del Johnson, premier scarmigliato e rubicondo del governo di Sua Maestà. Come abbiano fatto sceglierlo non si sa. Forse di notte, dopo una bisboccia al pub. Di certo non ne azzecca una. Prima con quella fuga antidiluviana ( brexit) da una Europa che sta ( finalmente) pensando di diventare Nazione, poi le teorie sulla ‘sopravvivenza‘ umana sul modello del gregge che stanno facendo una evitabile ecatombe, e da ultimo la battuta ( felicissima) su Itali e Germani.
” Noi, Angli - ha sbottato lo scarmigliato – amiamo troppo la libertà per farci imporre mascherine in ogni dove. Mica siamo irrigimentati come quei ( pecoroni ) di Itali e Germani!”. Azzeccata come sempre la risposta del nostro amato Presidente : ” Ma che dice quel tizio? Itali e Germani amano la libertà quanto e meglio degli gli Angli, ma non a discapito della serietà !”. Cosa che, da qualche decina d’anni, incredibilmente, sembra scomparsa nelle isole della perfida Albione. Che, forse, illusa dal fatto di aver messo in mare due ( medie) portaerei, utilizzabili ( tra si e no) qualche mese all’anno, ha altro da pensare: come ripiantar nuove Union Jack sulle terre del Pianeta.
( 20 settembre 2020) Le gioie del weekend dovevano arrivare dal tennis e dalla moto. Le prime dal Foro Italico donde avevamo piazzato quattro dei nostri agli ottavi; invano, però, perchè per un motivo o per l’altro ce li hanno fatti fuori tutti. L’ultimo a tira le cuoia è stato Berrettini, arrivato ai quarti grazie ad un doloroso derby, è stato ‘contenuto‘ dal coriaceo Ruud ( poi sconfitto in semifinale da Djoko), e spedito a meditare delle sue debolezze in casa sua.
‘ Ho sbagliato troppo’ avrebbe ammesso il nostro, 24 anni, tutto il tempo per rimediare. Anche se rimedia qui rimedia là di campione non si parla ancora. Uscito Rafa, autostrada libera per Djoko. Alla decima finale al Foro Italico.
Le seconde, ci sono state, ottime, in Moto 3 ( Fenati, Vietti) e Moto 2 ( Bastianini, Bezzecchi) , facendoci però strozzare in gola un boccone già piacevolmente deglutito.
Ci riferiamo al Pecco, che reca il sembiante d’un D’Artagnan imberbe, che in MotoGp aveva fatto il vuoto, salvo perdere ( non si sa come) la Trebisonda a pochi giri dalla fine. Fosse arrivato al traguardo, in Ispagna, avrebbero dovuto rinverdire ( loro malgrado) la sorte della ‘Invincibile Aramata‘, scomparsa in poche ore sul freddo canale della Manica. Sono finiti sulla breccia il Vale ( errore) e il Morbido ( scaraventato).
Proprio come i centauri iberici, che poco o nulla avrebbero raccolto nella solare pista adriatica delle abituali messi a loro riservate. Come si diceva, in assenza dell’Ammazzasette, la disciplina è tornata a vivere. Libera. Gioconda. Incerta. Basta guardare la graduatoria mondiale, dove a dominar la vetta è ( per un punto) quel Dovi ( ingiustamente) ‘ maltrattato e offeso’ da quelli del Borgo.
CAMPIONATO. Prime battute. la Viola batte il Toro ( 1-0), la Roma pareggia a Verona ( 0-0), il Napoli batte il Parma ( o-2), il Genoa batte il Crotone ( 4-1), il Sassuolo pareggia col Cagliari ( 1-1) e la Juve abbatte la Samp ( 3-0). Mentre Ibra che dicono avere fatto il patto con il Diavolo, con due bellezze ( 0-2) cancella le aspettative del Sinisa.
Al Tour s’è imposto il giovane Pogacar, 22 anni, sloveno, su un altro sloveno, Roglic, 30 anni, per una grand boucle che non ci ha interessato. Come detto, noi, a dispetto di chi impone calendari o lunari che siano, aspettiamo solo e soltanto il Giro, di cui ( per quel che ci riguarda) leggiamo di storie, imprese, personaggi fin dall’infanzia. Quando davanti alla porta di casa o della scuola o del bar s’aspettava il gruppo per sgranare gli occhi ‘ Hai visto Fausto, hai visto Gino, hai visto Fiorenzo? ‘.
VARIE SUL WEEKEND. ( 19 settembre) Calciomercato. Milik passa alla Roma, Dzeko passa alla Juve, Suarez passa l’esame d’ italiano ma resta col cerino in mano? Chi dunque va rafforzandosi tra le belle del nostro campionato?
La Signora detta anche Incompiuta, che lascia il Pipita per far posto al bomber? Oppure la Beneamata che ancor stenta a far capire se posseduta da un boss dell’industria o da un ricco venditore di elettrodomestici? Oppure il vecchio Diavolo improvvisamente risalito dagli Inferi per radunar giovani talenti attorno ad un monumento con l’intento di tornare ai fasti antichi?
Sarà un campionato ancora privo di folla. Almeno fino alla primavera. Con qualche danno ( spettatori, tivù) che lascerà le sue ferite. E mentre le entrate calano, gli squali continuano non tanto a confermare ma a crescere. Ingaggi e parcelle. Che non ci sia nessuno al mondo, capace di relegarli in una loro riserva, per satisfare in solitudine i loro appetiti, è incredibile. Le società accrescono i loro debiti ( oltre 4 mld), mentre gli squali scorrazzano indisturbati per riempire i loro forzieri. Non è che così facendo, ci avviamo al peggio?
Le gioie in questo weekend erano annunciate , oltre che dalle moto, anche dal tennis. Dove in quel di Roma, nella inimitabile cornice del Foro Italico, ben quattro nostri ragazzi sono saliti agli ottavi. Non accadeva da tre decenni. Non sarà forse questo il segno che anche qui, terra battuta o sintetico che sia , stiamo per rivedere l’Olimpo ? Del resto, come spesso andiam dicendo, non è in questo nostro Paese che ha messo il nido l’Araba Fenice?
Schwazer: l’ombra del complotto. Così titola la ‘rosea’, che si chiede : valori anomali di Dna: provette manipolate? Ma la Wada e Iaaf non mollano. Non è detta l’ultima parola? Vedremo.
UN CORRIDOIO INDUSTRIALE ITALO TEDESCO. Che, da qualche mese in qua, l’Europa si sia mossa, non tanto in fatto di solidarietà, peraltro sempre bene accolta, ma per sostenersi l’un l’altro verso una nuova Nazione, è accertato. Cosa stia esattamente succedendo non si sa. La materia è troppo complessa, troppo difficile anche per i santoni dell’aruspicia. Accontentiamoci di chiarire alcune realtà.
Ad esempio, forse non a tutti è noto che ‘ Germania e Italia sono i due paesi pilastro su cui poggia l’economia reale non finanziaria della Ue che si fonda ( principalmente) su tre settori: manifattura, turismo e agricoltura. Nel 2018 il valore aggiunto complessivo della Germania in questi tre settori è stato di 748 mld euro, davanti a Italia ( 360 mld), Francia ( 327 mld) e Spagna ( 232 mld). In particolare la Germania è la prima manifattura d’Europa ( 682 mld di valore aggiunto), davanti all’Italia ( 265 mld) che sui dati ( si sa) va però presa col beneficio d’inventario, certamente in difetto rispetto al dato reale per via di situazioni ( soprattutto) finanziarie-burocratiche molto problematiche.
Comunque l’Italia è primo paese per valore aggiunto nell’agricoltura ( pari con la Francia) e secondo turismo ( dietro la Spagna). In questi settori la Germania è quarta. Germania e Italia sono sono anche i due paesi Ue e dell’Occidente per surplus commerciale con l’estero nei manufatti non alimentari, mentre a Livello mondiale la Germania è seconda ( dietro la Cina) e l’Italia quinta. Germania e Italia presentano anche i più alti valori di ricchezza finanziaria netta del settore privato ( famiglie, imprese non finanziarie e fifanziarie) con 2.9o1 mld e 2.037 mld. Infine va sottolineata una significativa sostenibilità ( sconosciuta ai più) dei conti pubblici italiani.
Dal 1992 al 2019 ogni anno il bilancio statale dell’Italia è sempre stato in attivo prima ( attenti) del pagamento degli interessi. Solleviamo la necessità dal fornire i dati relativi, ma credete, sono davvero impensabili come documenta ( e commenta) l’economista Marco Fortis in un suo ‘ intervento’ sul Sole24Ore ( sabato 26 settembre 2020). In ogni caso questi ( ed altri) dati dimostrano che Germania e Italia sono paesi moto più simili di quel che si crede ed entrambi solidi.
Il Baden W., la Baviera e la Renania Sett. equivalgono il Nord Ovest Italia e il Nord Est Italia. Le manifatture, in particolare, si son rafforzate in Industria 4.0 negli ultimi anni. I progetti d’investimento che possono essere finanziati con il Recovery Funduna volta applicato sono enormi. E potrebbero costituire ( più ancora che ‘baci e abbracci’ che vengono dati ‘ in pasto’ all’opinione pubblica europea da media privi di senso della storia) il vero trampolino di rinascita e di rafforzamento dell’Europa. Nell’ispecie, tramite una ‘ intensificazione senza precedenti – suggerisce Marco Fortis- dei rapporti di collaborazione tra le industrie di Germania e Italia, con vantaggi reciproci di enorme potenzialità’.
UNA CREATURA SPECIALE. Fosse comparsa ai tempi in cui sui chiari mari mediterranei fiorivano miti, oggi dovremmo chiamarla con pseudonimi desueti. Pegaso, il cavallo alato, oppure Ippogrifo, il misto d’animali dall’Ariosto attinto dalla eredità classica. E del Pegaso, ad esempio, meglio d’altri, avrebbe avuto tutti i sembianti e i compiti. Corpo di destriero e ali d’aquila per trasportare, rapido, le folgori del padre degli dei in Olimpo, oggi costellazione.
E che la ‘rossa’ non sia più una semplice auto lo si sa da tempo. La sua presenza fonde passione, velocità e bello, in un unicum dal valore materiale inestimabile. Una Ferrari 250 Gto Scaglietti del 1962, infatti, è stata battuta all’asta nel 2018 per 48.405.ooo dollari da Sotheby’s in California. Parlando di valore materiale, poi, perchè se trapassiamo in quello immateriale allora facciamo fatica a toccare un limite.
Al pari di Pegaso, figlio di Poseidone, addomesticato da Bellerofonte, la ’rossa‘ é una creatura indomabile, incurante di qualsiasi ostacolo, deputata a consegnare i sogni degli uomini agli dei. Quando si corre un Gp, o altra manifestazione, la prima domanda che la gente si fa è ‘ Com’è andata la rossa ?’. Preoccupa lei, infatti, non altri. Tanto che, quando un suo pilota arriva ultimo resta sempre e comunque il primo.
Possono dire un gran bene delle ‘frecce d’argento’, e anche del suo deus ex machina, il gran Toto erede di Cecco Beppe, ma di tifar per loro nessuno se lo sogna. A proposito del Toto, non è ora che si tolga di dosso quella candida camicia asettica da ospedaliero per indossare quella rossa d’amante appassionato di questo suo ( ancor seguitissimo ) sport, da salvare più che ( continuare) ad affossare ?
ALTRO. Dovremmo star a parlare anche di Misano, Mugello e di calciomercato ( dove a spendere e a spandere son quelli che manovrano soldi di Stato) , mentre lontano dai clamori mediatici vanno ad iniziare sui nostri parquet i campionati di volley maschile-femminile più belli e importanti al mondo. Non ci turba più di tanto l’egemonia slovena, in un Tour incastrato a forza in un momento della ripresa ciclistica, per favorirlo a danno ( e non a completamento) del Giro che per noi resta la corsa a tappe per antonomasia; mentre non ci fa dormire il ritorno sui banchi scuola più incasinato della storia della giovane repubblica italiana.
Nel fine settimana riprende il campionato. Con Fiorentina-Torino ( ore 18) e Verona-Roma ( ore 20,45). Il 20, 21, 22 ottobre partirà la fase a gironi di Champions ed Europa League. Giovedì 17 il Milan ha giocato il 2° turno di qualificazione di Europa League a Dublino, in casa dello Shamrock Rovers. Superato il turno ( 0-2), giovedì 24 settembre ( gara secca a San Siro ) s’è ritrovato i norvegesi del Bodo . Supearti anche questi ( 3-2) dal 1°ottobre andrà i play off per entrare nella fase a gironi.
Il primo dei due appuntamenti di Misano è stato ( per noi) un trionfo: primi tre nella Moto 2, primi due ( e quarto) nella Moto Gp, con il Dovi in testa al Mondiale. A due passi dal mare, nella ormai leggendaria driver valley, sono sboccati tre o quattro o cinque campioni, di cui sentiremo parlare ancora. Anche dopo il ritiro di quel prodigioso maestro di Tavullia, quarto all’ultima curva, dopo aver contrastato da par suo il Morbido e il Pecco. Festa invece a Firenze, per i mille Gp della ‘rossa‘. Tartassata in pista, la bella pista del Mugello, ma pur sempre la più amata e ammirata. Chi ha detto che un pilota della ‘rossa‘ anche quando arriva ultimo rimane ( sempre e comunque) il primo?
LE SEGRETE VIE DEL PALLONE. Per chi non s’addentra nelle segrete del calcio, i due eventi in corso d’opera dicon poco o nulla. Invece sono proprio degli eventi, di quelli storici e di cui si tratterà negli anni a venire. Andiamo a scoprirli. Il primo riguarda la Lega calcio, dove ( per la prima volta) a vincere è stato il buonsenso, scegliendo ( all’unanimità, il riottoso Lotito compreso) i fondi come partner d’avventura; il secondo riguarda l’approvazione della legge sugli stadi, in fase finale, anche perchè non più rinviabile, visto che se si vuol vendere ( quanto prima) un prodotto confezionato in stadi non adeguati non lascia margini di crescita.
I fondi hanno competenza ed esperienza in operazioni di vendita del prodotto televisivo sportivo. Del resto, noi, poverelli, gestiti da prodigiosi incapaci, in men che non si dica siamo scalati al quarto posto delle entrate, poco sopra alla Ligue 1 francese. I debiti invece sono saliti a 4,3 mld. Serve quindi una trasformazione del nostro prodotto, rapida, in grado di dare stabilità finanziaria e governance. Gli advisor selezionati sono i migliori possibili. Entrambe le offerte sono per il 10%, ma strutturate in maniera differente. L’obiettivo, comune, è però quello di garantire un altro miliardo e mezzo di flusso nei tre anni dopo e di raddoppiare i ricavi nei cicli successivi.
Onde per cui, se non sorgeranno ostacoli insormontabili ( al momento non prevedibili) il futuro sarà decisamente roseo. Era ora, che qualcuno lasciasse da parte le amenità, sconfiggesse i piccoli proprietari di orticelli locali, e facesse intravvedere una visione esatta del mondo del calcio attuale dal quale il nostro possa attingere per quel che rappresenta rappresenta nella storia di questo sport. Se a questo evento dovesse aggiungersi anche quell’altro, altrettanto epocale, sugli stadi, potremmo ben dire di esserci rimessi in cammino. Non più per far da garzoni ad altri, ma per tornare protagonisti. Come Eupalla da sempre ci incoraggia. Nell’attesa di un’altra Champions e della pentastella.
Che il Covid abbia messo in difficoltà il mondo del pallone è acclarato. Stadi vuoti, bassi introiti pubblicitari e perfino ridimensionati diritti tivù. Dovrebbe tutti quanti tirare di cinghia. Tutti, o quasi, perchè c’è come al solito qualcuno che sfugge alla regola generale e si fa i cavoli suoi. Quell’ex pizzaiolo, ad esempio, di Nocera natio e di scuola orange nutrito. Per lui il mondo gravita all’inverso. Ultimamente stan facendo scalpore due suoi colpi di mercato. Con l’Ibra, svedese d’anagrafe, che per cedere il suo cuore al vecchio Diavolo ha chiesto di salire col cachet da 3,5 a 7,5 mln; e il rinnovo dell’imberbe portierone ( sempre rossonero) che per pagarsi la mensa abbisogna di far salire le sue entrate da 6 a 10 mln netti annui.
A parte il tempo del Covid, ma non è che questo ex pizzaiolo si sia allargato un po’ troppo? Sulle cifre, assurde, d’accordo, spara quel che vuole, ma anche sul fatto che alla fin della veglia è lui a far le squadre? Non le nobili del calcio, pensate, ma lui. Che sposta questo o quell’ altro omino a piacimento suo come pedine d’un gioco degli scacchi con regole riscritte da lui.
Tanto, da quel che fa capire, uno spendaccione lo trova sempre. Soprattutto in Albione o al Psg, dove i danari sono trivellazioni di Stato, che nessuno osa controllare, manco il povero Caferin che, ultimamente, con il City, ha dovuto ( contemporaneamente) far la figura del cornuto e del mazziato. Ci stiam chiedendo, visto che medicina contro gli ex pizzaioli e i loro clienti non esiste, perchè anche noi non ci adeguiamo? Cominciando a bussare alla Cassa depositi e prestiti? Per questa o quella squadra? Al contempo cercando di capire donde l’ex pizzaiolo tiene il suo forziere che ( i bene informati ) dicono essere più grosso e ricolmo di quello del conte di Montecristo.
L’OCCASIONE DELLA SVOLTA. Siamo alla svolta. In Lega calcio occorre scegliere tra due offerte, una da un 1,5 mld, l’altra da 1,3 mld, entrambe per una quota minoritaria ( 10%) soldi importanti, fondamentali, per il futuro del nostro calcio. Che qualcuno, bellamente, gode a far transitare da ‘ campionato più bello e competitivo‘ a ‘ campionato più stanco, rissoso e meno vincente‘. Cosa ( niente affatto) vera.
Anche nella rimpatriata al Grand’Hotel di Rimini, tra i maestri Galliani, Marotta, Sabbatini ecc., s’è parlato di calcio italiano in decadenza. Meraviglioso anche solo vent’anni fa, disastroso oggi. E’ sempre piacevole sfrugolare nel passato, soprattutto quello glorioso. Galliani, in questo, è un maestro. Dal cuore mutevole, ieri del Milan, oggi del Monza, ma pur sempre un maestro.
Per lui l’importante non è quel che accade sui teatri verdi del pallone ma che a tirar le fila sia lui a nome e per conto del signore di Arcore. Il sor Galliani, tra l’altro, come sempre ameno, ha dissertato sul declino del pallone italico da attribuire ( in buona parte) alla lingua inglese, che fungerebbe da traino alla Premier ( soprattutto) nei ricchi paesi dell’ex impero britannico, consentendogli di ricavare diritti esteri tivù che noi manco ci sogniamo. Ed è per dare l’assalto a questi crescenti introiti che sceicchi, magnati e oligarchi russi, da anni si danno appuntamento nella perfida Albione. Investendo soldi la più parte non loro ma dei rispettivi Stati.
Tanto che il divario tra Premier e altri cresce. Emarginando il nostro campionato, oramai di transito, a dir del buon Marotta, e valorizzando gli altrui, che ( ovviamente) volano a gonfie vele. Dimenticando, forse, qualcosa. Che nei paesi del Commonwealth non è il calcio lo sport più popolare e trainante e danaroso. Così in Canada ( basket, hockey), in Usa ( basket, football americano, baseball, hockey), in Australia ( rugby) ecc. ecc.
Allora, qual altra ragione penalizza il nostro calcio, post era Mecenati ? Sicuri che c’entra l’inglese e non altro? Per noi, ad occhio e croce, sta semmai nell’insipienza di chi ha governato per anni il nostro ‘ ex ballon d’or’. La Lega, ad esempio, che ‘ da tempo immemorabile soffre dell’incapacità cronica di una visione di prospettiva’. Una Lega che ha sacrificato il bene collettivo ‘sull’altare di una politica miope, di piccolo cabotaggio, concentrata su interessi spesso solo individuali‘. Come di quel tizio corpulento preoccupato più che altro a non perdere potere personale. E che si aspetta a mandarlo in altre faccende ad affaccendarsi? Lui e i suoi fans.
Che non sia questa la strada che, pur in assenza degli stadi benedetti, potrà consentirci una vera rimonta? Che i paesi di lingua inglese ( tra l’altro ancora minoritari rispetto a quelli di lingua latina) potrebbero contare ma fino ad un certo punto. Dipenderà da noi, dal nostro prodotto. Non di transito, speriamo, come propaganda il buon Marotta. Che se di transito vuol essere lui, può accomodarsi donde meglio crede.
NDR. Domande. E’ calcio di transito è per caso anche la finale della Beneamata in Uefa, generosamente donata da un centrattacco che non ha segnato nella rete avversa ma in quella propria ? E’ per caso calcio di transito anche quello della Dea che per un sol minuto , a giochi già bell’e fatti, s’è vista strappar via una vittoria ampiamente meritata?
Son calcio di transito anche le nuove Juve, Inter, Milan etcc.? Da notare che nelle otto di semifinale Champions ed Europa League, quest’anno, non c’era manco una figliola di Premier. Belle parole quelle del Sheva rilasciate alla ‘rosea‘ sul nostro campionato. Un ragazzo, il Sheva, amato non solo dai rossoneri, e che non si capisce perchè si aspetti ancora a riportarlo da noi. Casa sua.
Una nota per la Nazionale del Mancio impegnata nella Nation League. Poco gioco, poco coraggio, poche occasioni. Contro l’umile Bosnia, finita 1-1. Ora ( secondo turno) c’era l‘Olanda, e abbiam sperato con fosse un’altra Svezia. E Svezia non è stata perchè la brigata del Mancio ha fatto quel che sa fare, domando in trasferta i rifioriti Tulipani. Solo un golletto, di testa, del piccolo Barella, che però è bastato per portare a casa i tre punti, il primo posto nel girone e l’auspicato ranking Uefa.
Qualcuno metta occhio agli Under 21, che contro la Svezia pari età ha fatto una figura del cavolo ( 0-3). Siamo sicuri che non occorro ben altra mano per rendere dei guerrieri quegli scolari in gita scolastica?
IL TOTO CHE SFOTTE. Il Toto, nonostante appartenga alla categoria ‘ amabile carogna‘, viennese, classe 1972, direttore esecutivo della Mercedes, mantiene intatta la nostra stima e simpatia. Che son frutti non accidentali ma prodotti d’ un pregresso che il Toto ha saputo bellamente realizzare. Suo merito principale è quello di avere fatto terra bruciata intorno alla ‘ sua’ Mercedes. Nel senso che per vincere non ha bisogno manco delle quattro ruote, perchè anche tre son più che sufficienti.
La firma del re nero con la Mercedes tarda ad arrivare. Forse, anche lui, nonostante il momento gramo, prima di chiudere, vuol togliersi l’onore di salire su quella magica ‘rossa’. Di cui si favoleggia in ogni anfratto del pianeta, anche perchè a lei sola è concesso di rendere immortali i driver delle piste da corsa. Del fatto, il Toto, non è minimamente preoccupato.
‘ Siamo amici – dice – ma se dovesse decidere di smettere, perderemmo un grande pilota, ma la Mercedes non inizierebbe a perdere, a patto ( Catalano docet anche in Austria?) di continuare ad essere in grado di presentarci al via con la migliore macchina e i migliori piloti’. Proprio quello che volevamo sentirci di dire dal Toto, visto che da alcuni anni andiamo avvertendo che questa F1 è ormai un mondo ingessato, dominato, senza futuro.
Non andiamo a riepilogare tanti episodi e voci. Per quel che si può su un divano, sappiamo che il Toto ( dietro le quinte) ha fatto di tutto per demolire la ‘rossa’. In ogni modo. Con ogni mezzo e supporto. Dall’astio del tortignacolo francese alla Fia, alle novità e ai regolamenti ( vedi power unit), dai giudici finanche ai media, compresi i nostri, che quando commentano le gare non sanno difendere le ragioni della ‘rossa’ manco quando la vedono umiliata.
In questo lasso storico questo ci passa il convento. Certo non vorremmo stare con le mani in mano mentre ci demoliscono una delle opere d’arte più magnifiche concepite nel Belpaese. Si potrà vedere più competizione nel 2021?
‘ Non so – ribatte il Toto - perchè si potrà portare una sola evoluzione nella prossima stagione ma se un team fa un buon lavoro adesso o in inverno può migliorare tanto. Spero davvero che la Ferrari possa fare un salto in avanti.
Amo i campionati combattuti. Sarebbe meglio per tutti se il Mondiale venisse deciso all’ultima corsa, con una vittoria della Mercedes’. Ovviamente, da ‘amabile carogna‘, si può permettere anche di sfottere. Una cosa però deve chiedersi, lui che di sterile camice bianco da corsia d’ospedale è sempre vestito. Chissà perchè nel mondo nessuno fa il tifo per lui o per la ‘sua’ Mercedes, ma solo e soltanto per l’amabile macchinina ‘rossa‘
CHI LA RIDUSSE TALE? Con qualche sforzo di fantasia, parafrasando, bastan questi versi a inquadrare il tempo greve in cui versa la ‘rossa’. La mitica ‘rossa‘. Che alcuni insipienti hanno trasformato in un sol anno da sogno a incubo.
” O Patria mia, vedo le mura e gli archi e le colonne e i simulacri e l’erme torri degli avi nostri, ma la gloria non vedo, non vedo il lauro e il ferro ond’erano carchi i nostri padri antichi. Or fatta inerme, nuda la fronte e nudo il petto mostri… Io chiedo al cielo e al mondo: – Dite, dite: chi la ridusse a tale?- …”.
Chi la ‘rossa‘ ridusse tale? Non è difficile trovare gli autori di tanto misfatto. L’erede di una grande famiglia di cui non porta manco il cognome, ad esempio, ma anche la serie di collaboratori vicini e lontani di cui manco resta il sembiante, finanche quell’ingegnere bravissimo al tavolo ma tanto improvvido sul campo di battaglia da emulare quel Quintilio Varo che inoltrandosi a vanvera dentro una selva oscura consegnò al massacro le legioni di Cesare.
Di certo, i media certe cose non l dicono o non vogliono dire.Ma le domande che passano di bocca in bocca sono queste: val davvero la pena continuare ad umiliare quella che è il vanto dell’automobilismo mondiale? Non è meglio ritirarla dal consesso, per poi vedere di recuperare in santa pace ( con ben altra competenza ) quel che chiederà la F1 a partire dal 2022?
Al GP del Belgio, dopo un weekend disastroso, da ultimi posti, la Ferrari è sparita. In un anno è trapassata da vittoriosa a desparecida. Senza manco conquistare i punti per i costruttori. L’ing. Binotto, il responsabile, non capendo lui chiede lumi ai suoi tecnici, meccanici, inservienti e magazzinieri. Nulla funziona. Mentre la proprietà latita. In altri mondi affaccendata. Inutile quindi l’appuntamento di Monza, dove lo scempio della ‘rossa’ è continuato. L’unica gioia è qui arrivata dalla ex Minardi ora Alfa in mano al venditore di bibite che hanno mani in pasta dappertutto. Andiamo al Mugello? Poveri noi. Speriamo in un ulteriore calo dello share.
Dice Luca Cordero di Monteemolo, 73 anni, ex deus ex machina della ‘rossa‘, ” Per chi vuol bene alla Ferrari, e io gliene voglio molto, questo è il momento in cui è meglio tacere”. No, caro Luca, non siamo d’accordo, perchè è proprio ora che se uno vuol ( davvero) bene alla ‘rossa’ deve parlare, anzi gridare, per strappargli via quelle spine mortali che la stanno uccidendo sotto gli occhi increduli del mondo.
Intanto cala lo share sulle reti tivù: 1,8 mln su Tv8 e 1,1 su Sky ( circa 22%) . Lo scorso anno il Gp d’Italia venne seguito la 6 mln di telespettatori ( circa 40%).
IL MEA CULPA DI LEO
Adesso che Leo ha passa marcia indietro tutta, ogni altro arzigogolo è inutile. Ha stravinto il Barca, ha ( quasi) vinto Bartomeu, ha perso la famiglia Messi che non dev’essere proprio preparata ad intraprendere questioni complicate. E comunque, adesso che il Leo dovrà restare in Cataluna almeno fino al gennaio 2021, tutto va in cavalleria, e si tornerà a sfogliare il tormentone più avanti.
Certo che se l sua decisione era quella di farsi inghiottire, lui ‘artista‘ tra i ‘corridori ’ della Premier non l’ aveva pensata proprio giusta. Tanto più che andava ad intabarrarsi tra le file d’una Società, il City , che solo grazie all’arroganza dei suoi petrodollari si Stato ( al momento) s’è salvata. Al momento, perchè se l’Uefa non vorrà continuare a recitare il ruolo della bella statuina, con quel suo fair play finanziario all’uopo bellamente ridicolizzato, dovrà rimboccarsi le maniche. Così la prode Europa del calcio è finita in zona libero arbitrio.
Dicevamo che se c’è una squadra, dopo il Barca, giusta per un artista come il Leo, quella, sta in Italia, e gioca a San Siro. Il problema di questa squadra però, nonostante le belle cose fatte anche sul versante ex fair play finanziario, è che non sembra mentalmente nella condizioni di buttarsi in una impresa planetaria. Credevamo la Cina più vicina, credevamo nel vecchio Suning ben oltre l’orizzonte di un venditore di elettrodomestici. Invece la Cina resta ( ancora) lontana, e il vecchio Suning non è ancora pronto a salire da primattore sul palcoscenico mondiale del calcio. Non ci resta che attendere il 2021. Intanto scorriamo qualche ‘ nota‘ pregressa.
COME FANNO I PESCATORI. Ai pescatori non servono satelliti, radar, telefonini e marchingegni tecnologici vari per capire da dove arriverà la tempesta. Bagnano con la saliva l’indice e lo levano in cielo. Laddove prima s’asciuga, ed è colà che va attesa la tempesta. Così, ci stiamo arrangiando anche noi. Per meglio intendere uno di quegli affaroni che stanno imperversando nel mondo del calcio moderno.
Che non è più circoscritto dentro un amabile oratorio o sul tenero prato d’un campetto di periferia, ma dilatato all’orbe terraqueo, con tanti di quegli squali che gli nuotano dentro che manc0 gli oceani oggi disponibili riuscirebbero a contenerli ( e a foraggiarli) tutti.Togliere il Leo di recanatese origine dalla sua ‘casa‘ catalana non è impresa da poco. Nel senso che occorre provvedere a fattori diversi.
Non solo ai soldi, ad esempio, intanto, perchè di quelli c’è qualcuno che non spendendo di tasca propria ne dispone in quantità industriale.
Non c’entrano i lasciti del sangue, perchè è bastato uno di quegli spendaccioni signori del del deserto per trasformare un ‘ club della periferia calcistica inglese‘ in ‘ potenza europea, che delle ultime otto Premier ne ha vinte quattro’.
Non c’entrano le historie epiche o fabulose che hanno trasformato un umile pallone gonfiato in uno degli oggetti più sognati dai bambini del mondo. Non basta nulla. Perchè, per farla breve, in questa storia del Leo che ha chiesto ( ? ) di lasciare la vecchia ‘casa‘, a decidere sarà ancora una volta solo e soltanto la politica.
E che politica! Si va dicendo che a poter mettere mano sul Leo, potrebbero essere in tre: due spendaccioni del deserto, e un miliardario esponente del continente del Dragone che ha occhi e mani non solo sul remoto Oriente ma ormai sul mondo intero. Europa in primis, ovvio, perche divisa e fragile, anche se ancora ricca e appetitosa quanto le città greco-ellenistiche all’arrivo delle voraci calighe romane. Che altro di più allettante?
Il Manchester City, il primo a passare sotto la cappella dei petrodollari arabi, nel 2008, è ( attualmente) in mano allo sceicco Monsur che di Abou Dhabi è l’eminenza bianca. Presente sempre, ovunque e comunque. Con il Leo in cavalleria, potrebbe coronare il sogno d’un trionfo mondiale, che non sarebbe cosa da poco, dopo tutti quei miliardi spesi per vincere quattro tornei già assegnati alla viglia di Natale. Un trionfo planetario, poi, farebbe schiattare di rabbia quei detestati rompiballe del Qatar.
Che non badano a spese.
Infatti fosse per l’emiro del Qatar, padrone del Psg, altra squadra che concorre in solitudine, sarebbe disposto a sborsare qualsiasi cifra ‘ se considerata indispensabile al piano di espansione di Doha, che sfrutta il calcio internazionale ben oltre i confini dello sport‘. La storia d’andare oltre i confini dello sport la va avanti da un pezzo. Perchè serve solo a foraggiare gli spendaccioni.
A noi ci ha stufato. Stufato davvero. Angli e Franchi invece abituati a tapparsi le narici davanti all’odore dei danari, la stanno prendendo ancora alla leggera, da pragmatici incalliti, dicono, non però vorremmo facessero la fine di quei ’polli’ greco ellenistici che avevano scambiato le voraci calighe romane nei calzari di popoli liberatori.
La Uefa, sfidando i petrodollari, ha provato farsi intendere col suo fair play finanziario. Invano. Ovvio. Finendo ridimensionata e ridicolizzata. Sia Mansur che Al-Thani infatti se la sono sganasciata a volontà. Per loro, non l’avessimo ancora capito, l’Europa è solo il bel palazzo d’una nobiltà latitante. Evasa altrove. Possono permettersi questo e quello, e quant’altro gli garba, sanza remora alcuna . Gli potrebbe dar nel naso, invece, è l’ometto dagli occhi a mandorla che a forza di fare viaggi con e per la seta ha cominciato a mettere avidamente occhi e mani sull’Occidente del mondo.
Zhang Jindong, 57 anni, a capo d’una holding di famiglia pluri miliardaria, stimato al 184 posto tra i ricchi del pianeta, è anche esponente di spicco del Partito comunista cinese. Questo sta a significare che l’acquisto di Messi potrebbe avere un importante valore politico. Oltre che calcistico.
Nel senso che vedrebbe la Cina affiancarsi ad uno dei simboli più riconosciuti al mondo, cosa da non disprezzare visto che l’ambizione ( palese) sia di Suning ( sia della Cina ) è quella di attestarsi dapprima in Europa e successivamente anche nel continente americano, continente, certo, scavalcando ( perchè no?) pure gli Usa.
Dovessimo soppesare le opportunità che sarebbero in grado di offrire i tre, checchè ne dica il direttore di Marca, non avremmo dubbi su chi sia il più lungimirante e saldo. Qualcuno obietta che ad incalzare la ‘ pulce‘ sarebbero le telefonate del Pep. E magari anche qualche segreto incontro. Siamo seri: che volete possa contare il buon Pep davanti a cotanti e cotali scenari? Anzi, visto che ci siamo, vorremmo chiedergli: perchè non lascia perdere le fredde rotte del Nord per tornare a frequentare quelle calde del Sud?Donde si diventa immortali non per qualche ‘corsetta‘ in più o più ben fatta , ma solo per quelle uniche ‘pennellate’ di ‘colore‘ che Eupalla concede ai soli eletti.
NOTA
LUDOVICO ARIOSTO. Ippogrifo alato. Nel suo Orlando Furioso, Ludovico Ariosto ne fa una descrizione letteraria, con tanto di caratteristiche fisiche; esso è infatti cavalcato dal mago Atlante, soggiogato da Bradamante e poi utilizzato da Ruggero. Viene inoltre cavalcato da Astolfo che vola su di esso in Etiopia. Ecco come Ariosto descrive l’ippogrifo nel canto IV:
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- Non è finto il destrier, ma naturale,
- ch’una giumenta generò d’un Grifo:
- simile al padre avea la piuma e l’ale,
- li piedi anteriori, il capo e il grifo;
- in tutte l’altre membra parea quale
- era la madre, e chiamasi ippogrifo;
- che nei monti Rifei vengon, ma rari,
- molto di là dagli aghiacciati mari.
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- Quivi per forza lo tirò d’incanto;
- e poi che l’ebbe, ad altro non attese,
- e con studio e fatica operò tanto,
- ch’a sella e briglia il cavalcò in un mese:
- così ch’in terra e in aria e in ogni canto
- lo facea volteggiar senza contese.
- Non finzion d’incanto, come il resto,
- ma vero e natural si vedea questo.
La figura dell’ippogrifo venne ideata dall’Ariosto basandosi sulla metafora latina di Virgilio ”incrociare grifoni con cavalli”; secondo il mito, infatti, i due animali sarebbero stati nemici naturali.