Roma. La ricetta di Cia per ‘riprogettare il futuro’ mettendo però l’agricoltura al centro dei territori.

Roma, 27 novembre 2020 – Modernizzare e digitalizzare l’agricoltura italiana per aumentare produttività e sostenibilità del settore continuando a garantire l’approvvigionamento alimentare del Paese; rilanciare le aree rurali, in un’ottica abitativa e turistica, come argine contro lo spopolamento dei territori e il loro impoverimento ambientale e paesaggistico; costruire veri e propri ‘sistemi imprenditoriali territoriali’ interconnessi, dove le attività economiche e le forze sociali possano fare rete per resistere meglio alle crisi. Questi alcuni dei punti chiave della ricetta di Cia-Agricoltori italiani per ‘riprogettare il futuro’ con ‘Agricoltura-Territorio-Società’ al centro, dell’Assemblea nazionale 2020, che si è tenuta in streaming, con migliaia di agricoltori collegati da tutta Italia.
I PROGETTI. “I progetti della nostra associazione per il futuro del settore – commenta Giordano Zambrini, presidente di Cia Imola – sono di ampio respiro e vanno nella direzione di un’agricoltura nuovamente protagonista dell’economia, della società e delle scelte ambientali del nostro Paese. Tra i molti temi trattati oggi voglio sottolinearne alcuni particolare importanza: innanzitutto la notizia che anche le aziende agrituristiche riceveranno i contributi a fondo perduto previsti per ristorare il settore agricolo durante l’emergenza sanitaria.
Una battaglia che la nostra associazione ha portato avanti, facendo presente l’importanza reddituale dell’attività agrituristica per le aziende agricole, anche se la grande rilevanza delle parole del ministro Francesco Boccia, che ha parlato di nuovi criteri per i servizi nelle aree interne dei territori, non legati unicamente all’economicità e alla convenienza del dare un servizio ma al bisogno reale di chi vive in determinate aree. Solo attraverso servizi essenziali si potrà evitare lo spopolamento delle aree rurali più isolate, anche nelle zone di montagna. Inoltre il tema della sostenibilità e le regole fin troppo rigide inserite dalla Comunità europea nella nuova Pac.
Ovviamente le aziende agricole sono in prima linea per la salvaguardia dell’ambiente, ma è chiaro che la sostenibilità non può prevedere l’indiscriminata riduzione dei principi attivi essenziali per la difesa fitosanitaria, senza avere valide alternative. Un’agricoltura ‘green‘ o 4.0 non può esistere senza una ricerca scientifica che dà ai produttori degli strumenti per combattere le fitopatologie e proteggere i loro redditi.
Infine, – conclude il presidente di Cia Imola – come ha sottolineato il presidente nazionale Dino Scanavino, la capacità reddituale delle aziende deve essere valorizzata da una strategia di sistema condivisa tra tutte le forze socioeconomiche espressione dei territori italiani”.
Cia ha lanciato in Assemblea nazionale le sue cinque politiche direttrici del percorso di ripresa.
POLITICHE DEI SETTORI PRODUTTIVI – Sono riconducibili a tale sfera tutte quelle azioni che agevolano lo sviluppo estensivo dell’agricoltura digitale e la modernizzazione del settore, con l’obiettivo di rendere sempre più sostenibili i produttori nazionali, avendo a disposizione tecnologie innovative a supporto delle scelte di tecniche culturali e input produttivi, razionalizzazione delle risorse, raccolta dati, tracciabilità delle filiere. Altrettanto necessario uno sforzo progettuale per rafforzare le grandi produzioni agricole, a partire dal potenziamento della ricerca varietale e delle biotecnologie; la pianificazione di investimenti innovativi in campo agro-zootecnico, in un’ottica di riequilibrio degli impatti ambientali, e il rinnovamento del parco macchine agricole. Non meno strategica, poi, la creazione di sistemi produttivi a vocazione territoriale, tramite un coinvolgimento attivo e condiviso tra agricoltori, artigiani, commercianti, logistica, turismo, enti locali, consumatori.
POLITICHE PER LA PERMANENZA SUL TERRITORIO – Nelle aree interne, che fanno il 60% della superficie nazionale, l’agricoltura spesso rappresenta il principale asset economico, sociale ed ambientale, il solo freno all’abbandono di territori custodi da sempre di biodiversità e paesaggio. Occorrono, quindi, strumenti orientati a frenare lo spopolamento attraverso politiche di insediamento abitativo, che incentivino il recupero di fabbricati rurali, piccoli centri e borghi.
Ugualmente necessaria la messa in sicurezza e il ripristino della rete infrastrutturale viaria, ma anche scolastica, edilizia e della sanità locale, così come il superamento del digital-divide rispetto alle città. Inoltre, bisogna agevolare lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile e femminile agricola, nonché il ricambio generazionale, anche garantendo l’accesso alla terra; migliorare l’organizzazione dei servizi nelle aree rurali, su misura per tutte le fasce di età in particolare dell’anziano, e creare percorsi di sanità territoriale.
POLITICHE PER I SERVIZI ALLE IMPRESE E ALLE PERSONE – Riprogettare il futuro all’interno del rapporto stretto tra agricoltura, economia e società, vuol dire passare anche attraverso una sistematizzazione del sistema dei servizi alle imprese e alla persona che trovano diffusione sui territori. Questo vuol dire favorire “pacchetti” integrati in base ai bisogni e alla domanda, coerenti con le sfide del contesto globale, nonché ampliare e innovare la gamma dei servizi.
ALTRE POLITICHE DI GESTIONE E SVILUPPO – Nella convinzione che il turismo rurale sia una potente chance di rilancio del Paese, è necessaria una pianificazione che valorizzi maggiormente le dimensioni sostenibili dell’agriturismo e che metta a sistema il circuito enogastronomico con tutte le sue potenzialità.
Altrettanto irrinunciabili sono gli interventi per favorire una gestione sostenibile del suolo, così da contenere il rischio idrogeologico e prevenire i disastri ambientali; agevolare percorsi di efficienza e risparmio idrico; favorire i processi d’internazionalizzazione (e-commerce; co-branding); promuovere una revisione del sistema di gestione dei rischi in campo agricolo anche tramite la modernizzazione del sistema assicurativo; promuovere nuovi e più incisivi modelli di gestione della fauna selvatica.
NUOVA PAC – La nuova Pac dovrà continuare a porsi come obiettivo principale lo sviluppo dell’agricoltura sostenibile e il sostegno al reddito degli agricoltori, mantenendo la produttività agricola e garantendo un approvvigionamento stabile di prodotti a prezzi accessibili.
I pagamenti di base sono da riequilibrare: no al dato storico e sì al capping ragionevole. Bene anche alla nuova architettura (Piani strategici nazionali) se favorisce una visione strategica, migliora la governance e riduce la burocrazia.
La vera ambizione per il futuro resta la capacità di unire sostenibilità e competitività. In tal senso, sì alla condizionalità rafforzata, superando le attuali misure del greening; misure agro-ambientali più ambiziose, se legate al territorio; uso più efficiente delle risorse dello Sviluppo rurale; estensione degli interventi settoriali (OCM) anche a nuovi settori.