Non solo sport. La Compagnia del Mancio campione d’Europa. Matteo, sai che hai vinto anche perdendo?

LA CRONACA DAL DIVANO. ( dal 10 luglio al 12 luglio 2021 ). Nella festa che ha celebrato l‘Italia campione d’Europa di calcio, c’erano tutti. A cominciare da quelle migliaia di morti deposti dentro camion militari avviati mestamente verso i luoghi di sepoltura. Ma c’erano anche quegli altri milioni di concittadini che, in angolo di Paese, con poche distinzioni, hanno cercato di reagire al morbo, con sofferenza, qualcuno riuscendo qualche altro no, e comunque cautelizzandolo col sorriso e il canto.
E c’erano anche altri, d’ogni classe e genere, compresa quella folla infinita di miscredenti che continua a non credere nel Paese loro. E che dileggiano quando gli si parla di quell’Araba Fenice che da molto tempo deve avere spostato il suo nido in qualche sconosciuto anfratto del Belpaese.
Pronto a rinascere, quando men se lo aspetta, meravigliando, sulle proprie ceneri. Sul calcio, ad esempio, che quivi è metafora di vita, questi ultimi ci davano per andati, dispersi, ormai ai margini del movimento. Per costoro avremmo dovuto tornar in blocco sui banchi di scuola ad apprendere dall’uno o dall’altro.
Noi, che sulle nostre maglie, teniamo tanti di quei santi signacoli come nessun altro vanta. Noi. E però bastato un veggente capitano di ventura, certo Mancio da Jesi, a riportare il pendolo della storia al suo posto, dopo avere radunato una Compagnia di ventura non offerta al soldo di questo o quell’altro, come quei ( famigerati) professionisti mercenari, ma posto solo ed esclusivamente al servizio della Patria loro.
Molti, infatti, in questi ultimi due o tre anni, si sono scervellati per comprendere qual razza d’armata avesse messo in campo quell’ ex talentuoso giocatore che poca fortuna aveva avuto con le nazionali del suo Paese. Gliene hanno propinate di tutti i colori. La più parte senza capirlo. Ovvio.
Tanto che quando parlava di vincere pensavano celiasse. Invece tanto detto tanto fatto, fornendoci ( tra l’altro ) un modello sportivo ed umano antico e nuovo insieme che riscopre valori quali la famiglia o il gruppo, disposto a ragionar col cuore, come in piccolo borgo o anonimo quartiere, e sempre pronto a reagire, e se del caso soffrire, pur di raggiungere un risultato che non è una coppa, o un assegno in banca, ma l’affermazione di una identità con i suoi valori più riposti e cari.
E se volessimo alzare lo sguardo, una volta tanto, potremmo vedere che oltre al nostro Paese, ce ne sono tanti altri, pronti a dar vita ad una nuova grande nazione. Per realizzarla fra dieci, venti, trent’anni: chissà? Ma che dell’Italia ha, o avrebbe, per completarsi, inderogabile necessità come ‘magister vitae’ insegna.
Qualche spunto dalla cronaca. Wembley potendo contenere 65 mila posti, era stato riservato ( democraticamente) per 55 mila ad inglesi e per 10 mila ad italiani. Parte del pubblico inglese ha fischiato l’inno di Mameli. Fuor dai cancelli c’è stato ( anche) qualche incidente, dove ( sportivamente) gli italiani non sono stati risparmiati. Non sapendo che tutto questo sull’animo di una Compagnia di ventura poco incide, anzi, sollecita l’orgoglio a compiere più ardita impresa.
L’incontro è finito ai rigori come quello tra Italia e Spagna. Anche qui, inizialmente, tutto sembrava facile per i sudditi di Sua Maestà, che però ancora una volta non facevano i conti con l’oste, questa volta incarnato da ometti azzurri che tutto fanno fuorchè demordere. Alla fine è stato un plebiscito per il Gigio in porta, acclamato dalla Uefa quale miglior giocatore del torneo.
Qualche giocatore inglese s’è tolto dal petto l’argento consegnato dalle autorità, segno che forse non sia stata la perfida Albione ad inventare il gioco del calcio. Infatti, si sa, che i legionari romani, duemila anni prima, lo usavano come passatempo, prendendo a calci una tonda od ovale vescica d’animale appositamente sigillata e gonfiata.
Nella storica domenica un altro italiano è salito agli onori della cronaca, tal Matteo Berrettini, 25 anni, primo azzurro giunto in finale a Wimbledon. Davanti a lui il formidabile Nole, 0 Djoko, figlio di Serbia, figlio d’Europa, primo al mondo nel suo sport.
Matteo ha fatto quanto poteva: dopo aver vinto il primo set, s’è battuto con onore contro un avversario che già è storia e leggenda di questa disciplina. In pratica ha fatto vedere che un italiano parto di questa nuova Italia sa vincere ma anche perdere. Senza schiamazzi, senza medaglie strappate, senza piagnistei. Ma solo con una naturale esultanza e un sorriso come esemplificato dal nostro grande Presidente. Maestà, non è che sia arrivata l’ora, per evitare ulteriori figuracce, di dire ai suoi di rivedere tanti inutili e anacronistici pregiudizi?
( dal 29 giugno al 6 luglio 2021). Che il Mancio avesse dato corpo ad una Compagnia di ventura del tutto speciale lo abbiamo sospettato già tre anni fa, quando, lui, con la lungimiranza dei profeti, aveva detto di avere accettato cotanto onore/onere con la certezza di portarlo a buon fine.
Già, a buon fine, ma dove e quando? Non s’è atteso molto per ascoltare risposte. Che abbiam toccato con mano durante questo torneo europeo a noi negato da oltre mezzo secolo e che, invece, come in un colpo da teatro, va proponendosi bello e invitante, come mai fino ad ora.
Dicevano, i soloni, innumerevoli, che la Compagnia del Mancio si sarebbe sfaldata alle prime avvisaglie di lotta, che quel lungo elenco di successi altro non era che una sequela di allenamenti ben riusciti, poca roba, insomma, non tale comunque da far ricredere quanti da tempo vanno irridendo un movimento calcistico che più carico di gloria non ce n’è.
C’è gusto a dir male di chi ben vuol fare. E come il servo che piuttosto di dar ragione al padrone si strizza i coglioni tra due sassi, anche nel caso del Mancio c’è chi ha cercato di far altrettanto. Camuffandosi, ovviamente, in mille modi, alla bisogna, ma ( sempre) con lingua intinta nel veleno pronta a ferire.
Fatto è che la Compagnia del Mancio ha realizzato un modello che stupisce e incanta. Solidarietà, umiltà, resilienza, allegria e inarrestabile voglia di vincere. Sempre i soloni, non potendo ammettere l’insipienza loro, si sono perfino inventati la favoletta che la Compagnia del Mancio sia un’ accozzaglia di buoni pedatori che vincono solo perchè son solidali. Come se per creare capolavori bastasse chiamare un Giotto o un Michelangelo circondati di asini.
‘ Babbo, come si vede un fuoriclasse?’ chiese il bimbo al genitore, che rispose: ‘ Semplice, basta trovare quello che quando gli altri si fermano lui sale’. Nel mondo dello sport, così complesso, così confuso, per ragioni talvolta insondabili, non è raro prendere fischi per fiaschi. Come quel tale, ad esempio, venduto per fenomeno, ma che quando c’è da salire rotola dabbasso. O come quel ragazzo, ancor imberbe, che anche rischiando la salute sua, sa elevar la Compagnia sua fin all’impensabile.
La Spagna, la cara onorata Spagna, maestra del possesso palla, s’è battuta con onore, martedì 5, contro la Compagnia del Mancio. Una Compagnia speciale visto che non è al soldo di questo o quello ma solo della Patria sua, che di lutti e sofferenza sa far tesoro.
Gli inglesi sognano di affrontarla domenica prossima, nel loro tempio. A lor rischio e pericolo. Perchè forse non hanno ben capito che questi sono, sì, i nipoti di quei ragazzi che ad El Alamein saltavano fuori da una buca con una molotov in mano per arginare il fuoco devastante dei carri, ma per dar loro ( finalmente) il giusto riposo.
SEMIFINALI EURO 2020. Italia-Spagna 5-3 ( dcr); Inghilterra-Danimarca 3-2 dts. FINALE. Inghilterra-Italia.
WEEK END. Un altro week end con dolci sinfonie azzurre. I ragazz0ni del basket , dopo 17 anni, tornano ai giochi d’ Olimpia. Grazie ad un’impresa, davvero storica, strappata in casa della Serbia, ovvero di una delle squadre più accreditate per il podio, che con noi vincevano da una vita. I miscredenti, ovvio, non avrebbero speso una lira per accreditare un successo che solo coloro che non irridono quell’Araba Fenice che ha messo nido in qualche anfratto del Belpaese, potevano sperare.
Dopo il terzo posto dell’Armani in Champions, questa qualificazione ( dopo anni) ricolloca il nostro basket con passato carico di gloria nel gotha del pianeta. I Serbi non credevano ai loro occhi, poi, hanno realizzato l’ accaduto ed hanno applaudito. Il ragazzi del Meo, trascinati da pel di carota Mannion, 20 anni, ora s’en vanno nel Sol Levante con la consapevolezza di non essere più una delle tante nobili decadute di uno sport consacrato alla velocità.
Qualche ‘ disertore’, più o meno giustificato, dice d’essere pronto a tornare. Come l’americano Gallo che ha confessato: ‘ L‘Olimpiade è un grande appuntamento per il mio Paese. Se la Federazione vorrà sarò onorato di far parte di questa squadra’. Noi, personalmente, lo lasceremmo a meditare in Atlanta, anche perchè ogni volta che si è cercato di redimere pentiti è andata storta. Eppure il buon Meo dovrà avere fretta ad accettarlo perchè martedì 6 scade il tempo per presentare l’elenco dei 12 per Tokio.
A Maggiora ( Novara) il nostro Cairoli, nove mondiali di cross Mx1, ha chiuso terzo nel GP d’Italia assestandosi al terzo posto del Mondiale a 19 punti da Gajser. Mattia Gadagnini, nella Mx2, alla terza gara della sua prima stagione completa, ha vinto la sua tornata e si è insediato al primo posto iridato.
Ai Giochi, nell’allaround individuale di ginnastica ritmica, l’Italia sarà rappresentata da Milena Baldassarri e Alexandra Agiurgiuculese. Al Tour dominio Pogacar, ampiamente annunciato, ma con Cattaneo e Colbrelli, secondo e terzo a Tignes, nona tappa.
Nella Diamond League, tappa di Stoccolma, ottima prestazione del velocista azzurro Jacobs, 26 anni, battuto da Baker. Per l’americano, sesto successo nel circuito, tra i favoriti ai Giochi, il tempo di 10”3, per il nostro 1o”05. A Castions di Strada ( Ud) l‘Italia del softball si è confermata campione d‘Europa, battendo l’Olanda 9-5. Suo un posto per Tokio. Due italiani del tennis sono arrivati agli ottavi sull’erba reale di Londra. Sonego si è fermato, Berettini invece è approdato ai quarti.
Una nota per l’auto, che a quanto pare si sta rendendo interessante non solo per i successi a ripetizione del baby Max, finora noto come ‘ sfascia rosse‘ e ora riabilitato come ‘ demolitore del Toto Wolff‘. Sì perchè è da un bel po’ di anni che s’è levato il sospetto che il vero demiurgo delle ‘ frecce d’argento‘, non siano tanto il pilota, la power unit, le gomme e quant’altro si voglia inserito nel campionario di guida della F1, ma questo onnipotente tessitore in rigoroso camice bianco che laddove i poteri degli altri si fermano i suoi avanzano.
Quei poveracci della ‘rossa’ ne sanno così tante che se si dovessero mettere a raccontarle non basterebbero le lunghe notti attorno al fuoco del re dei Feaci per esaurirle. Il Lewis va commentando ” Penso che loro ( quelli della Red Bull, ndr) siano ampiamente avanti a noi e la situazione non cambierà presto”.
Secondo noi, non cambierà più, ma tant’è visto che maghi non siamo, e comunque ( fossimo in lui) cominceremmo a chiederci se basteranno i due anni di prolungamento di contratto con le ‘ frecce‘ per tornare a respirar l’aria fina che avvolge il primo gradino del podio.
HORNE CONTRO TOTO WOLFF. L’avevamo annusato noi, da qualche anno, svagati sul divano, che alla ‘rossa‘ stavano accadendo cose non convincenti, per molti versi inquietanti, anche perchè sospette di mirare a distruggere quel mitico Pegaso alato tinto con i colori del sole che transita i sogni degli uomini agli dei.
Infatti, l’auto che stampiglia il simbolo arrampante di Francesco Baracca, invece di progredire come suo costume, è arretrata, anno dopo anno, rapidamente, fin a lottare ( nonostante due giovani buoni piloti ) non per il vertice ma per la coda del gran Circus di F1 .
Fine del mito? Macchè, fine, o inizio della fine, semmai, di chi sta armeggiando per arrivare a cotanto. E’ di questi giorni infatti la sfuriata di Christian Horner, boss della Red Bull, avversa alla decisione, l’abituale imprevista decisione della Fia del Todt, di ‘rallentare‘ i pit stop, a partire dal Gp d’Ungheria del primo agosto. Ai profani la quaestio appare una amenità volta a tutelare la sicurezza. E purtroppo non è così. Qui la sicurezza centra poco o nulla, qui semmai sembra centrare qualche espediente con obiettivo nascosto ma mirato.
“ Quando i tuoi avversari non possono batterti, allora cercano di rallentarti, come in questo caso” ha sbottato boss Horner. Evidentemente sta provando pure lui quanto in quest’ultimo lustro hanno provato quei poveracci del Cavallino, rimasti ( anzitempo) orfani ( inascoltati e sbeffeggiati ) di papà Marchionne.
Mettere freno alla velocità dei cambi di gomme significa ( in questa fase) colpire direttamente la Red Bull, privandola di uno dei suoi punti di forza. La squadra di Horner infatti in questi ultimi tempi ha affinato l’esercizio raggiungendo livelli spaziali. Si dice al limite delle possibilità umane. Che però non fan gioco alla Mercedes, fin qui dotata non solo di motore, gomme e pilota, ma ( soprattutto) protetta da un reticolo di regole alle quali il gran Toto Wolff ha lavorato indefesso più che quei lillipuziani per immobilizzare Gulliver.
Nel 2010 per cambiare gomme occorrevano 4”, oggi neppure la metà. Chiaro è che, chi primeggia in tal esercizio, consente alla sua macchina di ripartire con notevole vantaggio. Che pone in difficoltà gli altri, tutti gli altri, compresa la ( presunta ) imbattibile Mercedes.
Ecco perchè la solita provvidenziale nuova direttiva della Fia ha fatto esplodere la rabbia di Horner, che sospetta ( ancora una volta) lo zampino del Toto, come nel caso dei controlli più severi introdotti dal GP di Francia sulla rigidità dell’ala posteriore ( anche se nel frattempo la Red Bull ha però continuato a vincere). La storia dunque si ripete. Con aggiustamenti, per fare credere ( probabilmente) nell’avvento d’ una novella stirpe divina automobilistica che anche un ragazzo di F2 può portare al titolo.
Insomma, la sensazione è che ancora una volta siamo di fronte a favori pro Stoccarda. Favori non facezie. ” E questo lo capiremo – chiosa la ‘rosea’ di mercoledì 30 giugno - alla prima gara in cui Verstappen e Hamilton si giocheranno la vittoria in una sfida ravvicinata. Se, viceversa, assisteremo a monologhi come quello di Max in Stiria, allora non ci saranno più pit stop che tengano. Il team del Toto dovrà inventarsi qualcos’altro”.
( da giovedì 24 a lunedì 28 giugno 2021). Completati gli incontri dei Gruppi si è passati agli scontri diretti. Quelli del dentro o fuori. Praticamente l’avvio di un altro torneo, dove sarà meglio scordarsi quanto fin qui accaduto, anche per non incorrere in qualche ( dolorosa) sorpresa.
Quello che ci tranquillizza, stavolta, è l’approccio ( decisamente) nuovo dei nostri ad un torneo dal quale ( una volta) siamo usciti ‘ alati vincitori‘ ma ( più spesso) ‘ cani bastonati’.
Con poche vie di mezzo. Dunque occhio alla st0ria che ( volendo) resta m( come sempre) ‘ magister vitae‘, ma anche fiducia nel rinnovato ‘ spirito di corpo’ che se avesse (davvero) catturato ( come si dice) l’intera Compagnia, non ha bisogno delle tante cerimonie scaramantiche e prudenze che spesso e volentieri si sono mostrate veri limiti per le nostre aspirazioni.
Saremmo stati attenti alla Francia, questo sì, perchè quel rigore inesistente e quel fuorigioco abbonato contro il Portogallo non faceva dormire. E comunque senza sollevare ambasce oltre misura. Perchè, come si diceva nei giorni appresso, la Compagnia del Mancio da Jesi non gioca ( più) sulle debolezze ( o disgrazie e favori altrui) ma sulle sue proprie esclusive potenzialità.
Enormi, checchè vaneggi quella ( spesso stolta) pletora di commentatori, seminata qua e là, e sempre pronta a godere nel ridimensionare l’eccezionalità della nostra scuola e della nostra inesauribile capacità di scovare talenti, soprattutto quanto men te li aspetti, e che poco o nulla hanno da invidiare ai talaltri di ‘ gonfiato prezzo‘.
Gli scontri diretti ( al momento) sono stati esauriti . la Danimarca ha travolto il Galles( 4-0), L’Italia ha superato (con sofferta prova) l’Austria ( 2-1), Il Belgio s’è liberato del Portogallo (1-0), la Cechia ha mandato in vacanza l’Olanda ( 2-0). Con qualche sorpresa. Picciola o clamorosa. Della Danimarca, ma anche della Cechia. E, in parte, dell’Inghilterra che ( finalmente ) s’è disfatta della Germania (2-0).
Così della Spagna che ha mandato a casa ( 3-5) i vice mondiali della Croazia. E inoltre della Svizzera ( bistrattata dall‘Italia) ma che ha costretto all’adieu adieu i campioni mondiali della Francia, traditi ai rigori da quel suo conclamato fenomeno caro ( soprattutto ) ai procuratori.
Contro l’Austria stava per cadere nel vortice malevole del torneo anche l’Italia del Mancio, che però ( a questo punto) sembra ( davvero) sorretta da un animus pugnandi che sapora di antico ed unico. Infatti adesso sappiamo che imprevisti, gufi e sofferenza si possono ( ragionevolmente) vincere.
OTTAVI EURO 2020. Gli ottavi di Euro 2020 si sono giocati da sabato 26 a martedì 29 giugno. Gli ottavi di finale del torneo hanno fatto seguito alla fase a gironi giunta alla conclusione: infatti, all’appello, mancava solo il Gruppo F che, con due pareggi, ha completato il quadro delle 16 partecipanti sulla strada di Wembley.
All’elenco sono state iscritte le prime (Italia, Belgio, Olanda, Inghilterra, Svezia e Francia) e le seconde classificate (Galles, Danimarca, Austria, Croazia, Spagna e Germania) oltre alle quattro migliori terze (Svizzera, Repubblica Ceca, Ucraina e Portogallo). Ecco il tabellone completo degli ottavi .
Il tabellone degli ottavi a Euro 2020
- Belgio vs Portogallo - Domenica 27 giugno, ore 21, Siviglia
- Italia vs Austria - Sabato 26 giugno, ore 21, Londra
- Francia vs Svizzera - Lunedì 28 giugno, ore 21, Bucarest
- Croazia vs Spagna - Lunedì 28 giugno, ore 18, Copenaghen
- Svezia vs Ucraina - Martedì 29 giugno, ore 21, Glasgow
- Inghilterra vs Germania - Martedì 29 giugno, ore 18, Londra
- Olanda vs Repubblica Ceca - Domenica 27 giugno, ore 18, Budapest
- Galles vs Danimarca - Sabato 26 giugno, ore 18, Amsterdam
Tra loro, il Risorto, sembra le luci dell’albero di Natale: ci sono e non ci sono, dice, sempre che la buena suerte continui a proteggerlo nel corso di quei voli dentro- fuori pista che sembrano miracoli riprodotti in serie. Mastro Vale, infine, è stimolato a far un’altra stagione. Cui prodest? Gli chiederebbero i saggi d’una civiltà che grande fu.
PROFESSIONISTA O MERCENARIO: QUAL E’ LA DIFFERENZA? Oggi è una definizione sulla bocca di tutti: ’professionista‘, già, ma chi è costui? I vocabolari sono chiari, chiarissimi: professionista è colui che esercita una professione intellettuale o liberale come attività economica primaria.
Infatti si dice: un p. affermato, serio, stimato; che ha sposato una ricca p.; che è libero p., che esercita una professione liberale in modo indipendente, senza rapporto di subordinazione nei confronti dello stato o di un datore di lavoro. Il professionista è anche la persona che, relativamente all’attività svolta, da essa trae guadagno, contrapponendosi quindi al dilettante, il quale svolge una qualsiasi attività senza scopi di lucro.
Fin qui il tutto è abbastanza riscontrabile. Ma quand’è che un tizio da ‘ indipendente da chicchessia’ trapassa a ‘mercenario’, ovvero oggi in busta paga all’uno e domani in busta paga all’altro, amici o nemici che siano per lui poco conta? Di mercenari il Belpaese ha fatto la sbobba tra la fine Medioevo ed Età moderna, con effetti che il ricordo popolare non ha mai del tutto abbandonato in soffitta.
All’inizio, si racconta di ‘ masnade‘ comparse in Italia all’inizio del XIV secolo. Il termine, dal latino ‘mansionata’ e dal provenzale ‘maisnada‘, indicava ‘mercenari‘ che, già alla fine dell’XI secolo, privi di coscienza professionale, insegne e referenti, estratti dalla decadenza feudale spagnola, fiamminga e tedesca, condannati dal Concilio Laterano I del 1179
e da una Bolla di Urbano V, provenendo da ambienti rurali o da fasce di emarginazione, attratti com’erano da spirito d’avventura e sprezzanti di gloria, onore e regole della guerra, con le loro appuntite lance e spade corte, lasciarono scie di sangue e di efferatezze nelle periferie continentali.
Un anonimo coevo li descrisse ‘Gente son sanza freno e mai non pensan se non di usurpare’. In vero, c’è stato qualcuno, dalle nostre parti, a suo tempo, ovvio, che ha cercato di porre ordine dentro cotanta scelleratezza. S’è allora dipanata nell’età delle Signorie e dei Principati la ‘ grande epopea’ dei ( più o meno grandi) capitani di ventura, tra battaglie, congiure, tradimenti. Qualcuno di questi protagonisti catturò o fondò ( perfino) stati, che invece di arrestare il decadimento lo favorirono fino a disporre il Belpaese qual ‘ campo di battaglia’ per invasori stranieri.
A parte i distinguo, gli aggiornamenti odierni più o meno credibili, almeno da noi, non è che di professionisti o mercenari che siano si vada pazzi. Il dubbio resta.
Velenoso più d’una serpe. Certo che vedere un giovinastro lautamente foraggiato baciare una sera la maglia d’un colore e la mattina dopo quella opposta, continua a lasciare un poco interdetti. Qualcuno ( negli illuminati e cinici consessi mediatici) gliene riconosce il diritto. Ma quale diritto: quello di ciapare per i fondelli gli altri?
Il caso del Mancio da Jesi, non patria ma sede del terribile Braccioforte da Montone ( 1368/1424), è del tutto anomalo. E per certi versi esemplare. Il Mancio, infatti, che ( anche senza accorgersene) sta rinverdendo l’epopea dei grandi ( e autentici) capitani di ventura, non presta la sua professionalità gratuitamente, com’è legittimo, epperò non va neppure a venderla a questo o a quello. Ha vestito d’azzurro i suoi provati da dolorosa pandemia e con quel colore ( potendo) va cercando di giungere ( puntuale) ad un evento dove in palio c’è una pentastella.
ALTRI EVENTI NON DI SPORT. La ( sempre più) brava Von Leyen è tornata a Roma per consegnare la pagella che certifica la promozione dell’Italia di Mattarella e di Draghi. Un‘Italia sulla quale, per la prima volta, rompendo pregiudizi e diffidenze ormai insostenibili, l’Europa ha deciso di investire. Qual perno ( fondamentale) d’un continente che, lemme lemme, si va unendo. Per rispondere ( finalmente) da par suo all’aggredire d’altri continenti che si stanno ( velocemente) spartendo le ( ghiotte) torte del Pianeta.
( dal 14 al 20 giugno 2021). Già adesso, dopo due sole partite, si potrebbe dire che è la squadra, la squadra, più forte e bella che in Europa ci sia. Squadra o compagnia in mano al Mancio da Jesi che più che ad esempi ( più o meno recenti) di sport sembra figliola d’una gloriosa tradizione antica.
In campo scende, ma per vincere suscitando maraviglia. Grazie ad un mix impensato ed efficiente di vecchio/nuovo, organizzazione, entusiasmo e talento. Tra i mille ( e spesso inutili commentatori) c’è stato qualcuno che ( anche in questi giorni) ha insistito nell’insinuare che il nostro modo di intender calcio è il residuo d’una concezione ( ormai) ai margini, superata e di scarso conto. Insomma, per taluni, saremmo i figli minori di un calcio che splende solo in altri campionati.
Altri e altro, per tutti costoro, ovvero il nuovo, la maraviglia, i fenomeni che albergano Altrove. Misteriosi fiori e frutti d’un mercato dopato fino all’inverosimile da soggetti ( in buona parte) da investigare, ridimensionato dal Covid eppur ancor in grado suscitare valori e interessi ‘ falsati’ anche laddove non c’è giusto riscontro.
Ci spiace dirlo, ma non ci convincono affatto quei ‘ mostri’ o ‘mostriciattoli’ di cui si dice e che stanno ovunque fuorchè nel Belpaese. Rispettiamo ( non temiamo ) i cugini d’Oltralpe, non ci spaventa il Belgio fatto più di ‘ estranei’ che di ‘ locali‘, non ci tolgono il sonno spagnoli, tedeschi e angli. Il calcio, gioco e non scienza, potrà dire la sua. Magari sorprendendo tutti come spesso fa. Ma anche premiando con non di rado capita: e allora chi può dire che non sia proprio la balda Compagnia del Mancio da Jesi ad espugnare le rocche nemiche?
IL SAGGIO ABODI. In una delle ultime vedute in tivù, c’è stata quella di Andrea Abodi, classe 1960, presidente dell’Istituto per il credito sportivo, banca ( poco nota) a disposizione dello sport. Abodi è uno dei pochi che hanno l’esatta percezione di quanto serva al calcio italiano ( in questi ultimi anni demolito e saccheggiato) da soggetti vari che non volendogli alcun bene, potendo, pensano solo a spremerlo a diletto anche dileggiandolo oltre misura, per trarre il loro maggior profitto.
Ebbene, è noto, si sa, anche tra gli imberbi, che uno dei punti fermi per la risalita di uno sport ( più ancora d’ un campionato) che solo undici anni fa festeggiava un clamoroso Triplete, è la ricostruzione del (suo) patrimonio immobiliare ovvero ( in primis) dei suoi stadi. Sui quali non insistiamo. Anche perchè già semivuoti, poco sicuri e accattivanti, già prima del passaggio della pandemia. Con quei ‘ ruderi ’ come sfondi non si vende più da nessuna parte. Ecco allora, il sorpasso di altri campionati, ( al momento) più spendibili, più ricchi.
Procuratori, calciatori e tecnici fanno a botte per raggiungerli. Per celebrarli. Notte e giorno, ovvio. Forse la pandemia sta rimescolando le carte sul tavolo. Forse. Certo è che non possiamo proporci per un grande evento europeo o mondiale con locations come quelle tuttora in uso.
Tuttavia, a ragion del vero, qualche eccezione c’è. A Torino ( per intuito degli Agnelli), a Bergamo ( per lungimiranza dei Percassi), a Udine ( per bontà dei Pozzo), ma anche a Reggio e Frosinone. Poco se confrontato al volume d’ altri Paesi, compresi quelli dati per marginali fino a qualche anno fa.
Da noi infatti continuano a latitare le città guida, le big, quelle d’antico nobil pelo, come Milano, Roma e Napoli. Le loro recenti sceneggiate sono state penose. Le ultime, le più clamorose, quelle di Roma e Milano, ci hanno fatto capire che ci siamo infilati in tunnel dai quali sarà molto difficile uscire. Almeno a breve. In questo, i sogni di Gravina, stimolano goccioloni agli occhi.
Ebbene, premesso tutto ciò, quanto ascoltato in una delle ultime vedute in tivù per bocca di Abodi altro non fa che allargare il core.
Volendo, insomma, c’è ( ora ) la possibilità di dar corso ad un rinnovato patrimonio impiantistico non solo calcistico ( pure ) in breve tempo.
Magari in un quinquennio. Giusto quel che serve per poter presentare, caso fosse, una candidatura per gli Europei 2028. Dove potrebbe bastare ( anche solo) il fatto che ci stiamo tirando su le maniche, e che stiamo lavorando. Per davvero, seriamente. Per un’altra ( incredibile ) risalita.
SINDACO SALA – ZHANG. Pace fatta tra comune di Milano e Inter per San Siro. La proprietà cinese conferma ‘ di esserci, anche a lungo termine‘. Nuovo ‘Franchi‘, ecco il bando. La sfida è quella di completarlo entro il 2026, per i cento anni della Viola. Resterà del Comune, ospitato nella storica location. Costo complessivo dell’intervento: 25o mln.
BELI DATOME GALLO: L’ITALIA NEL CUORE. Per l’Italia del basket si avvicina il Preolimpico. Dove si assegna l’ultimo posto per Tokio. Per un vero sportivo, quello fornito di palle e non di protesi, cercare questi momenti dovrebbe costituire la ragion d’esistere del suo essere sportivo. E invece che fanno i nostri eroi del canestro? Se ne fregano. In un modo o nell’altro, si sa, ma se ne fregano.
A loro il vestire d’azzurro, l’amato colore d’un intero popol0, non gliene sbatte proprio. Credendo, forse, per via di benevolenze diverse, d’essere assimilati a divinità che poco o nulla devono ai loro conterranei, quelli che ( guarda un po’) gli hanno consentito di nascere, crescere, diventar al punto di potersi trasferirsi altrove. Morale: due degli uomini simbolo della nostra pallacanestro ( Beli e Datome) restano a casa, mentre il terzo ( Gallinari) si scusa dicendo che è impegnato nei play off in Nba.
E’ in arrivo ( anche) un fine settimana di motori: auto ( Castellet, Francia), moto ( Sachsenring, Germania).
PERCORSO EUROPA. ( 11 giugno 2021) Sta per scoccare il primo appuntamento, venerdì 11 ( ore 21), all’Olimpico di Roma tutto tinto d’azzurro. Per un Europeo viaggiante visto che le sedi sono tante, fino all’ultima, quella di Wembley ( 11 luglio). Alla prima ci toccano i turchi che, qualche secolo fa, ci terrorizzavano devastando senza pietà le nostre belle coste. Non ci fanno paura, oggi, su un campo di calcio, anche se nel gioco della pelota non va preso sottogamba manco la piccola Repubblica del Santo Marino.
Dopo i turchi avremo svisserotti e gallesi. Anche loro da non prendere sottogamba. Per poi iniziare il viaggio verso il tempio inglese che potremmo esperimentare già agli ottavi, se passiamo come prima del Gruppo A. Per noi, quest’impegno, significa diverse cose e, tra le altre, la necessità di completare l’arruolamento per quella ( definitiva) Campagna di ventura che ( l’anno prossimo) ci trasferirà sul Golfo per andare a caccia del nostro ‘vello d’oro‘, ovvero della mitica pentastella.
Una icona alla quale siamo stati vicini più volte, senza mai riuscire a ritrarre la mano dal firmamento dei più ambiti trofei sportivi per ricucirla accanto alle altre quattro, sul petto dei nostri ragazzi che vestono d’azzurro. Stranamente, questa vigilia, forse a causa delle ultime batoste, appare molto equilibrata. Nessun gasato, nessun demoralizzato. Sappiamo che sarà dura ma anche possibile, soprattutto dopo aver trovato un capitano di ventura che sa del fatto suo senza illudersi nè illudere.
Sarà un ‘ transito’, un ‘ battesimo del fuoco sul campo ‘, un ‘ aggiustamento della truppa‘, con gli occhi avanti. Al prossimo Mondiale. Per donare al Paese ( anche ) attraverso questi ancora credibili momenti di sport una ‘ novella età‘, che emarginando un tratto infausto del secolo scorso, rivada a fornir luce e stimolo per grandi progetti. Ora, soprattutto, quello, da rigenerato, da forte, da punto di riferimento, per una grande e leggiadra Europa che non può più affrontare in ordine sparso le ambasce del mondo.
I nostri auguri capitan Mancio da Jesi, a lei e alla sua Compagnia, che ( forse ) di ( altrettanto) bella e forte e sorridente (in giro ) non ce ne sta.
( 10 luglio) Di transazioni finanziarie illecite nel mondo del calcio ( europeo) relative alla stagione 2018/2019 si va, dunque, a parlare. Cominciando col far mergere nomi e associazioni più o meno a delinquere. Immaginiamo, qui, all’insaputa di quel ‘ pasqualotto’ del Robin Hood Ceferin, che dei terremoti avverte l’arrivo quando già tutto è rovina.
Da certi passaggi non proprio chiari, vanno anche partendo alcune inchieste ( giornalistiche) che stanno ( finalmente) toccando anche il ruolo di alcuni procuratori in crescente situazione di ‘oligopolio‘ del mercato con sempre più ridotti abilitati ad ingollarsi le fette più grosse della ghiotta torta calcistica. La fortuna nostra è che qualcuno abbia messo le scarpe a punta se non altro per non farsi prendere per i fondelli. Comunque, da una parte, lo sottolinea anche la ‘rosea‘, ci sono le presunte pressioni di alcuni giocatori per convincere colleghi a cambiare agente.
Dall’altra, quella sorta di doppia intermediazione che continua a caratterizzare alcune negoziazioni nonostante i divieti normativi, insomma, procuratori che fanno da consulenti di alcuni club rappresentando al tempo stesso gli interessi di singoli pedatori.
Emerge, in questa, alleluia! alleluia!, il caso del Raiola, un top della galassia dei procuratori, al momento scatenato contro la Rai accusata di fake news. ‘E’ una vergogna- giunge a dire il buon Mino - che la televisione di Stato, usando soldi pubblici, possa raccontare tante falsità’.
Non possiamo certo entrar qui nel merito di quell’indirizzo ( fantasma o meno) della società maltese ‘ The sport news’ che farebbe capo al Raiola. Che al di là della vertenza con Sigfrido Ranucci, giornalista non incluso tra quelli che parlano a vanvera, di questioni da chiarire ne ha a josa. Questioni anche solo di semplice opportunità. E che molti tra i commentatori sparsi qua e là per l’etere esaltano al punto da innalzarlo a icona del talento italiano ( anche) in campo calcistico-commerciale. Un Mendez italico, insomma, roba da far sbottar di petto.
Senza pensar però ( minimamente) se siano proprio questi signori, con i loro metodi, le loro pratiche, le loro esigenze legali o no, comunque costosissime, spesso da stolti osannate, ad inferire il colpo di grazia ad un mondo del pallone sempre meno ricco e sempre più lontano ( con poche eccezioni) dai sentimenti della gente e, soprattutto, dei giovani.
Il Gigio, spilungone di 21 anni, portiere nato e cresciuto tra Invincibili e Immortali, pilotato a dovere, al momento opportuno, col sorriso di un putto, è volato via ad afferrar un ‘compenso’ che oggi gli può concedere ( solo e soltanto ) una squadra di ‘spendaccioni‘ di Stato alla quale ( dalla loro mirata comparsa ) vien concesso di far concorrenza alle altre ( quelle storiche, quelle che hanno fatto la fortuna di questo sport) in condizioni di strapotere finanziario senza limite e decoro alcuno.
Per lui ( si dice) 12 mln annui netti, con l’aggiunta ( ci si domanda) di commissione ( 20 mln) al suo ( onnipotente) procuratore? Non abbiamo la ventura di poter parlare con Robin Hood Ceferin, vero o presunto capo Uefa, ma se potessimo vorremmo chiedergli: sarebbe questo il mondo in cui il figlio dell’operaio potrà diventare chirurgo?
( dal 3 al 6 giugno 2021). E mentre le nostre squadre di calcio vengono date per reperti archeologici, i nostri tecnici sono contesi in Europa. Curioso rebus. Curiosa contraddizione. Forse perchè da noi si crede che passeggiano, mentre altrove li costringono a volare? E comunque il buon De Zerbi si trasferisce in Ucraina, allo Shanthar, ( forse) per surgelarsi per un paio d’anni risolti i quali ( conservato e algido ) potrà tornare in quel Paesi dove il ‘sì‘ è musica.
Il sor Carletto, invece, s’è affrettato a lasciare l‘Everton per il Real, a sentire lui ‘ casa sua‘, forse scordando che qualche anno fa dopo aver alzato la Decima è stato rispedito a alla casa altra ( quella vera) senza manco uno straccio di preavviso e grazia . Stando alle ultime ( sue) prestazioni, sarà bene che il sor Carletto si dia una mossa se non vuol incorrere in un altro sfratto ancor prima d’avere mangiato una gustosa fetta di panettone.
Il buon Antonio, invece, affranto dal dolore per aver abbandonato la Beneamata come il tristo Teseo la generosa Arianna, forse, in compagnia del buon Paratici, sta cercando consolazione abbracciando quel Tottenham che in casa e fuori poco sta ottenendo da qualche lustro a questa parte. Anche se il tutto potrebbe risultare solo una recita del momento visto che, dice l’eterno Moggi, il buon Antonio guarda al danaro ma anche alle condizioni in cui questo danaro potrà essere elargito. E gli Spurs, non s’offendano, per lui, non sembrano proprio un prospetto ideale.
Sul successo dei nostri tecnici all’estero il santo commentatore sulla ‘rosea‘ spiega: ‘ Finito il triennio dei tedeschi, la corrente italiana mantiene il suo profilo, viene vista come una sorta di usato sicuro, affidabile quando di deve uscire da una delusione, quando va ricostruita una struttura traballante’. Sarà …
GLI AZZURRI DEL MANCIO. Continua a dar spettacolo la nazionale azzurra del Mancio da Jesi, gran capitano d’avventura al punto da avere in mano l’occasione di poter oscurare famosi predecessori. I suoi ragazzi fanno squadra, non incassano gol ma segnano. L’ultima vittima è stata ( in amichevole) quella Cechia che all’Europeo è inserita in un girone di ferro.
Comunque meglio non dar troppo credito alle cifre fin qui accumulate: 27 match di fila da imbattuti, 22 vittorie e 5 pareggi, con 79 gol in 32 partite disputate.
Sono rientrati dai trionfi di Champions Jorgino ed Emerson, potrebbe recuperare Verratti. Venerdì, ore 21, ci aspetta la Turchia, ostica quanto basta, soprattutto alla prima, in quell’Olimpico colorato d’azzurro, che potrà ospitare anche qualche migliaio di spettatori.
SPIGOLANDO QUA E LA‘. C’è stato un fine settimana da urlo. Hanno rombato le moto ( Barcellona, Cataluna) e le auto ( Baku, Azerbijan). Con spettacolo assicurato nelle moto, quasi assicurato nelle auto. Dove, finalmente, qualcuno s’è deciso a mettere il naso sui maneggi del Toto, che per far luogo alle sue ‘ frecce‘ non s’è fatto ( mai) scrupolo di annientarle. Vedi la ‘rossa’, ridotta ( in un modo e nell’altro) a comprimaria in una manifestazione dove, Toto o non Toto, ‘frecce’ o ‘ non frecce’ , resta il mito da celebrare. Su questi eventi, chi li segue dal divano avrebbe tante domande da porre. Al maestro di Tavullia, ad esempio, che imperterrito continua a ripetere ‘capitomboli‘ incomprensibili.
E anche al gran Marquez che dopo la caduta e i vari interventi al braccio non sembra essere più in grado di ‘domare’ fin al limite estremo il suo mezzo. In un contesto davvero competitivo, popolato da talenti ( Quartararo, Pecco, Martin …) già in grado di non far rimpiangere quanti li hanno preceduti. La seduta cataluna non ci ha detto bene in tutte le categorie.
Nella Moto Gp ci consolano le due Ducati dietro alla Ktm dell’Olivera. E anche quella a Baku poco ha detto. Se non quella gran confusione in cui sono andati a picco i due rivali, rimasti a bocca asciutta. La ‘rossa‘ è partita in pole, ma durante il tragitto sì è fatta asfaltare più d’una volta. Peccato, alla prossima.
Gran successo della Pro Recco, alla nona Champions di pallanuoto. Davanti agli ungheresi e ai bresciani.
( dal 30 maggio al 2 giugno 2021). S’è chiuso tra due (incredibili) ali di folla il 104 Giro dei Giri. Una scia rosa che ha profumato ancora una volta strade e panorami del Belpaese.
Ad aggiudicarselo è stato un giovane colombiano, Egan Bernal, 24 anni, già vincitore di un Tour, che del paese dei ( più grandi) pedalatori è stato oramai adottato. Intanto perchè mostra le ‘stigmate’ del grande campione, che qui sono un segno divino, eppoi perchè cresciuto ( e assistito) ciclisticamente nel nostro Paese non manca occasione per mostrarsi riconoscente.
Onorato. Innamorato. Sotto gli occhi amorevoli della Madonnina, a precisa domanda ha risposto. ‘ Cosa significa per me questa maglia? Un cosa del tutto speciale.
Conquistata nel Giro e nel Paese più belli al mondo’.
Alle sue spalle s’è è piazzato un eroico Damiano Caruso, 33 anni, siciliano, un nobile gregario pronto a cogliere l’occasione della vita favorita dal ritiro ( per sfortunata e grave caduta) del suo capitano Landa. Tra gli altri anche, la solita ’sparata’ a cronometro di quel ragazzone lombardo dal cognome antico, Ganna detto Pippo, chiaramente ormai il miglior uomo contro il tempo al mondo. Lo aspetta ora l’Olimpiade, per quei due ori ( inseguimento individuale e squadre) che se messi al petto lo consegnerebbero a chi di dovere.
Sono questi, in breve, uomini e storie che il Giro, anzi, non scordiamolo, pur nel rispetto altrui, il Giro dei Giri che per l’autorità conferitagli dai mille campioni nati e cresciuti sul ciglio delle sue strade, degli infiniti cantori che lo hanno celebrato, dai milioni di occhi di bambini che al suo passaggio continuano ad accendersi di gioia, una volta di più, ci ha convinto essere l’Alma Mater del ciclismo mondiale. La sua laurea, caro Egan, credi, tienila stretta, è un tesoro per l’eternità.
IL MUGELLO. Quando si racconta di quel che suscita la pista del Mugello vengono in mente folle sterminate , colorite ed appassionate, duelli come raramente si vedono altrove, volti esaltati di campioni ormai senza tempo. Nessuno avrebbe pensato mai, con tutti i progressi sulla sicurezza che questo ( pericoloso) sport ha messo in pratica, alla morte d’un ragazzo di 19 anni, caduto e travolto da altri, nelle qualifiche, senza la possibilità di rimettersi in piedi, (re)inforcare la moto, e ripartire tra gli altri ( e come gli altri ) ad inseguire un sogno.
Non ce l’ha fatta Jason Dupasquier, le ferite erano troppo gravi, e se n’è andato, velando di tristezza una giornata già ridimensionata dal Covid. Poco contano i risultati sportivi: Foggia, Moto3; Gardner ( terzo Bez), Moto 2; Quartararo, Moto Gp. Tra le note, cadute in gara ( senza danni fisici) di Pecco e di Maquez.
Grande risultato della squadra di atletica agli Europei a squadre in Stiria ( Polonia). Senza Tamberi e i velocisti, s’è piazzata al secondo dietro la Polonia per 2,5 punti in meno , ma davanti a Gb, Germania e Francia. Non era mai successo. Per un movimento dato per desparecido non è poco. Hanno ripreso a volare le nostre fascinose Farfalle.
Non ci preoccupiamo gli esperimenti del volley a Rimini. Semmai l’Armani, per un tiro, non ce l’ha fatta in semifinale ad eliminare quel Barca che aveva ( ampiamente) dominato la fase di qualificazione. Fa niente, i ragazzi Messina stanno ora ( con budget da rispettare) nell’ èlite del basket europeo.
CAPITOLO CALCIO. Il Mancio si prepara alla prima dell’Europeo, l’11 giugno a Roma, contro la Turchia. Annunciati i 26 ( fuori Kean). Mentre Nicolato inizia il percorso dell’ Under 21 dai quarti. Sul suo cammino il ( talentuoso) Portogallo, squadra che ha battuto l’Italia nella finale Under 19.
Sullo sfondo continuano le ciance di calciomercato. Con la Beneamata ( affidata ad Inzaghino) data in ( apparente) ‘smobilitazione’, e il Diavolo non ancora vaccinato verso quel tal Raiola che sarebbe ( pure ) procuratore di quel De Paul che portare da Udine a Milano. Sulla Signora si cala anche Giorgina, che rassicura tutti rivelando che il suo Ronny resterà per un anno ancora sotto la mole antonelliana. Donde mister Allegri sta armeggiando per ridare smalto e prospettiva ad una grande diventata piccola. I soliti ciacolatori del calcio da accosciati in comode poltrone, forse, non sapendo che dire, danno il Conte Dracula tra i papabili a guidare la panchina del Real.
Non pretendiamo certo di insegnar nulla a nessuno, e tanto meno ai ciacolatori, ma se c’è un loco nel mondo del calcio non consono al Conte Dracula quello ci par proprio il Real, preziosa bottega del Florentino, tuttora in aspra tenzone con Robin Hood Ceferin, che agli allenatori ha sempre concesso di contrare non oltre il 10 max 15%.
DALLA CRONACA. Sulla tragedia ( evitabile) del Mottarone continuano le polemiche. Ma quel che rattrista è il pensiero che porta al piccolo Eltan, 5 anni, sopravvissuto, che va gradualmente riprendendosi, ma senza più attorno, mamma, papà, il fratellino. La gente per i colpevoli chiede l’ergastolo; la gente che però deve prima chiedersi se quando ( a lei) tocca fa o meno il proprio dovere. Milano ha dato l’addio alla sua etoile, quella Carlina che che con la sua danza ha incantato il Mondo.
Dalle Regioni arrivano le prime prove di normalità dopo la bufera Covid. Da lunedì 31 maggio scompare il coprifuoco in Friuli, Molise e Sardegna, regioni già in zona bianca. Immunizzato un italiano su cinque. E’ il momento di programmare il futuro.
( dal 25 al 30 maggio 2021). Il pensiero dominante va in quest’inizio settimana alla tragedia del Mottarone ( che il Giro salterà). Tragedia con le sue colpe, colpe umane, e il suo grande dolore. Il piccolo Eltan migliora, dicono che ce la farà, ma per sentirsi dire che al mondo ora è solo.
Bernal, 24 anni, con ‘nonno‘ italiano, s’è aggiudicato il suo primo Giro dei Giri, perentorio, forte, intelligente, come come queste strade, belle e crudeli, richiedono. Sulle auto resta l’eco dell’ultima punta a Montecarlo, con Sainz al secondo posto e meglio di Leclerc, rimasto per svista sua a lacrimar in tribuna.
A star sentire i soloni di qualche tivù, la ‘rossa‘ avrebbe gettato in Tirreno un’occasione d’oro, forse mai più possibile nel proseguo di questo ( indecifrabile) campionato. Con il Tappen che non vuol più essere chiamato ‘ sfascia rosse’ ma ‘ annienta Lewis’, visto che di quei suoi ( notori) giochetti che tanto intimorivano le ‘rosse‘ lui se ne fa un baffo.
Ora c’è il Mugello per i centauri della moto. Pista delle piste, la più ammaliante, la più prestigiosa. Nel frattempo quel pizzetto di Dall’Igna ha colto l’occasione per prolungare il contratto ( fine 2022) con Miller, visto che ‘ tra i piloti in circolazione è quello che sa sfruttare al meglio le potenzialità della moto di Borgo‘. Riassumendo: Jack e Pecco, coppia ‘rossa‘ da sballo, coppia ‘rossa‘ da titolo.
Le azzurre del volley sono finite ko contro la Polonia ( 2-3) in Nations League. Prossime avversarie Turchia e Serbia. Venerdì, invece, aprono gli uomini, sempre contro la Polonia. Il tennis continua a crescere i nostri imberbi. Lo squadrone del nuoto va in pausa aspettando il Settecolli. L’atletica, invece, sta preparando altre sorprese, anche nel fondo. Yeman Crippa, 24 anni, fondista, sogna di affiancare gli africani, al momento, dice lui, più avanti ( solo) di ‘ cento metri‘.
A campionato concluso, furoreggiano la Nazionale del Mancio e il calciomercato. Con il valzer delle panchine. Quella dell’Inter, saltata, con l’addio ( sconcertante ma senza lacrime) al Conte Dracula. Quella del Napoli che ( con il Ringhio passato alla Viola) sarebbe pronta per Mazzarri. Quella della Juve sfuggita a Pirlo e che andrebbe ( si dice) nelle mani o di Allegri o di Zidane.
Nessun problema per quella della la Roma da tempo assegnata al mitico Mou Mou, e al Milan, che con la conquista del quarto posto Champions, ha potuto permettersi ( finalmente) di mettere un argine alla voracità ( senza ritegno) di procuratori verso i quali ( anche l’Uefa di Robin Hood Ceferin) sarebbe ora iniziasse qualche indagine supplementare per capire qual male stanno arrecando costoro ad un sistema in gravissime difficoltà.
Il Milan in quattro e quattr’otto ( dal Lille, campione di Ligue 1) s’è presa il portiere per il prossimo quinquennio, scaricando ( tra gli applausi ) il Gigio, 22 anni, non più imberbe, che fa il finto tonto. Si dice che chiedesse 12 mln netti a stagione, con l’aggiunta di una commissione ( 20 mln) per il suo procuratore.
I ciacolatori che affollano giornali, tivù, radio e social, tendono ( ovviamente) sminuire la voracità di squali che stanno ( letteralmente) sbriciolando il giocattolo. Son professionisti, dicono, con enfasi, senza conoscere la storia di ( molti) di quelli che ( nel tempo) tali si sono definiti tali. Il conte di Carmagnola, ad esempio, che ( si dice ) tenesse li piedi suoi in due o tre staffe. Finì ai Piombi. Restò invece con le tasche vuote quel Malatesta che cercò di fare il professionista alla Carmagnola con un papa più sveglio di quel che ( lui ) credeva. Professionisti. Che più che a portare vantaggi finiscono col lasciar tutti ( gli altri) in brache di tela?
ROBIN HOOD CEFERIN. Ma la vera bagarre è quella che investe il calcio ai massimi livelli. Il buon Ceferin, novello Robin Hood Uefa, scoperto ( se non erriamo) dal nostro Tavecchio, ha imbracciato il fucile per andare a caccia ( come già fece un certo Pirro re dell’Epiro) di quei ‘ ribelli‘ che sognano un’altra Lega.
Alcuni di loro ( come sudditi della Regina) se la son fatta addosso prima ancora d’udire i primi spari; altri, tre o quattro, come Real, Barca e Juve, di quel che ciancia Ceferin se ne fregano. Ma dovesse davvero divampare la battaglia, a suon di legulei, e carte bollate, e rivelazioni e retroscena, siamo sicuri che a rimetterci non sia ( soprattutto) il calcio, il solo calcio, lo stesso che i bimbi prendono ( ancora) a pedate in un oratorio o in un campetto di periferia?
Siamo d’accordo. Il progetto Superlega, così come ( frettolosamente) sbandierato, non convince nessuno o quasi. Ma anche la reazione dell’Uefa lascia perplessi. Anche perchè non sembra mostrare cognizione alcuna su qual riva sia approdato quel calcio che loro vorrebbero salvare ( dove s’è mai visto un Mondiale sotto l’albero di Natale ?) . Il calcio europeo boccheggia, le storiche big che tanto (finora ) hanno scialacquato ( oggi ) hanno bisogno di danari per rientrare da situazioni pesantissime, che i modesti ‘ristorni del buon Ceferin ( tuttalpiù) non consentono più di coprire.
Inoltre sempre Robin Hood Ceferin, volente o nolente, ha finito con il consegnare ( si vedano le quattro finaliste Champions 2021) un gioiello ambito della vecchia Europa nelle mani di spendaccioni di vario genere. E d’ogni sito.
Che elargiscono soldi ( eufemismo) di non trasparente provenienza. Gli arabi, ad esempio, ( si dice) che per realizzare ( faraonici) progetti siano usi a tirare nei ( forniti) cassetti dei rispettivi stati ( o staterelli) loro; i russi, invece, si affidano a qualche onnipotente oligarca ancora in uscita libera e dagli intenti più contorti di quelli del conte di Montecristo.
Insomma, il merito donde sta? E quel figlio d’operaio che volesse diventar chirurgo che deve fare? Arrangiarsi? Solo questo? Dunque: la Superlega no, chiaro, ma Robin Hood Ceferin sì?
( dal 22 al 24 maggio 2021). Motivi per far festa in quest’ultimo week end ce n’erano. A cominciare dall’ andamento, della pandemia, ad esempio, che sembra finalmente sotto controllo, contemporaneamente alla prosecuzione della campagna vaccinale che dopo aver coperto ( gran parte) delle fasce d’età più a rischio, sta interessandosi anche a quelle più giovani. Al momento, almeno un terzo della popolazione ha ricevuto la prima dose di vaccino.
Motivi di gaudio sono arrivati anche dallo sport. Come gli Europei natatori di Budapest, benedetti da una pioggia di medaglie mai vista. O come il calcio nostrano, che dopo avere celebrato la Beneamata per avere posto fine ad una dittatura bianconera che durava da un decennio, ha salutato la fine dell’appassionante scontro per i posti di Champions e Uefa League. O come il ritorno della ‘rossa’ sul podio di Montecarlo, che se non fosse stato per una ( colpevole) distrazione del giovane Leclerc avrebbe potuto risultare addirittura sul gradino più alto. Insomma tanti motivi per gioire se non ci fosse capitata tra capo e collo la terribile disgrazia sulla funivia del Mottarone.
In breve, da Budapest torniamo oltre che con un bottino cospicuo anche con la certezza di avere tra noi autentici ( giovani) fuoriclasse, come Pilato ( record mondiale 50m rana), Quadarella ( regina del mezzofondo) e Greg ( re del nuoto all’aperto oltre che outsider del mezzofondo in piscina), che aggiunti alle altre presenze, più o meno datate, ma pur sempre all’altezza, fanno della nostra squadra natatoria una delle più forti e complete al mondo. Incredibile a dirsi.
Per quel che riguarda il calcio, invece, restano in corsia di lancio europea ( oltre che con la Beneamata) anche con Juve e Atalanta, mentre si stanno sparando fuochi d’artificio per il ritorno del Diavolo nel consesso a lui più congeniale ( 7 Champions, 11 finali Champions). Altra nota felice è quella suonata dalla ‘rossa‘ sul circuito di Montecarlo, con il secondo ( lodevole) posto di Sainz, e il primo ( gettato al vento) da un Leclerc forse un po’troppo pressato.
Lungo i meravigliosi paesaggi del Belpaese continua intanto a snodarsi la favola del 104° Giro d’Italia, il Giro dei Giri, con i suoi personaggi imprevedibili, da racconti antichi, come quel ragazzo Fortunato di nome e di fatto, che in un pomeriggio nebbioso e freddo s’è bevuto ( d’un colpo) nientemeno che lo Zoncolan. La corsa resta in mano ad un altro giovane campione, quel Bernal ( 24 anni, colombiano) che ( ricambiato) ama l‘Italia, ovvero checchè ne dicano i soliti danarosi e le lor frettolose mosche cavalline, resta l’Alma Mater per chi vuol prendere la laurea per andarsi a collocare ( poi) nell’Olimpo di questa ( epica) disciplina d’eroi.
IL GIORNO DELLA MEMORIA. A Palermo ( domenica 23 maggio) è stato il Giorno della memoria. A 29 anni dalla strage di Capaci si è celebrata la Giornata della legalità nei luoghi simbolici del riscatto civile, in ricordo di Giovanni Falcione, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Decillo e Vito Schifani, uccisi dalla mafia. Il momento centrale della manifestazione si è avuto nell’aula bunker dell’Ucciardone, dove si celebrò il maxi processo a Cosa Nostra, con la presenza del presidente della Repubblica Mattarella e altre autorità. Ci sono momenti in cui il male sembra prevalere sul bene.
Scoraggiando molti. Favorendo l’impressione che il male prevale sul bene. Un’impressione, però, solo un’impressione, perchè se quel male tanto temuto prevalesse sul quel bene tanto auspicato come potremmo noi godere degli innumerevoli ( imprescindibili) beni che ci porta ( ogni giorno, ogni ora) la civiltà?
( dal 18 al 21 maggio 2021). E mentre un alpino da pari suo ha messo in riga un po’ tutti sul reperimento e sulla somministrazione dei vaccini, con le attività che stanno ( con juicio) riaprendo, si può tornare a respirare aria fresca ( sempre più) liberi da ingombri.
Procedono nel frattempo gli Europei di nuoto a Budapest, stanno per tornare in pista le moto al Mugello, rombano di nuovo le auto di F1 a Montecarlo, mentre il calcio nostrano ha messo in gara la Coppa Italia. Tra Juve e Atalanta. Ha vinto la Signora ( 1-2). Con, sullo sfondo, le ultime battute per i posti in Champions, contesi da Juve, Napoli e Milan.
Sulle questioni societarie tralasciamo, certo che in tempi di grandi incertezze vedere i solito squali e squaletti navigare verso le società in affanno per strappare aumenti piuttosto che certezze, non fa bene. La fortuna del calcio nasce dal cuore, questi invece l’hanno trasformato in un circus d’affari. Che qualcuno trattiene, qualche altro vorrebbe invece diversamente spartire. A star sentire l’una e l’altra parte hanno entrambi ragione. Furbi. Pensando che attorno a loro s’affollano fans ( un tempo si diceva) con gli orecchini al naso.
A Budapest piovono medaglie sul nuoto azzurro. Quadarella oro, Greg argento ( 1500, ma era stanco), Miressi argento ( dopo aver battuto per tre volte il record italiano e così via. Una goduria, vedere battersi in acqua uno squadrone di giovanotti che ( sotto l’ala protettrice della divina Fede) si migliorano giorno dopo giorno nell’attesa dell’Olimpiade.
Continua ad emozionare, come sempre, il Giro dei Giri, che sembra finito sulle gambe del giovane Bernal, 24 anni, colombiano, un po’ figlio nostro. Un datato cronista che di Giri ne deve aver visti assai, parlando del giovane atleta colombiano, senza che nessuno glielo chiedesse, da perfetta mosca cavallina, ha enfatizzato ‘ Un campione, sì, che due anni fa ha vinto il Tour, la corsa a tappe più importante al mondo’. E daje, con sto confronto tra giri, non ce la fanno mica i nostri ( moderni) suiver a trattenersi quando cianciano di corse, collocando ( a prescindere) il danaroso Tour qual appuntamento ciclistico ‘ più importante al mondo‘.
Infatti che sia il più danaroso ( e più mediatico) non ci sono dubbi. Le cifre parlano da sole. Ma che sia il più importante questo, spiace per tutti costoro, proprio no. Basterebbe infatti lasciar fluire una giusta ventata di memoria per rinverdir i prodigi di cui è state capaci quelle ruote che da oltre un secolo sfiorano le case degli Italiani, discrete, felici, magiche. Prodigi e campioni.
C’è qualcuno che li ha contati i campioni ( solo nostri) nati e cresciuti su quelle strade dure, imprevedibili, ammalianti quanto nessun altre? Registra l’almanacco: ( tra gli altri) Ganna, Girardengo, Binda, Guerra, Bartali, Coppi ( quel che ad ogni salita si trasformava in Airone), Magni, Nencini, Baldini, Adorni, Motta, Gimondi, Saronni, Moser, Pantani ( il Pirata) … Vincenzo ... Filippo … Qual altro Paese ha partorito ( e allevato) sulle sue strade così tanti grandi pedalatori?
Che hanno scritto storie ( e imprese) più adatte ad antichi aedi che a datati cronisti. E dunque perchè non riconoscere al Giro, il nostro Giro, quel che gli appartiene. Senza tema di confronto, senza complessi, verso chicchessia, Tour compreso, magari più danaroso ( anche se una vittoria di tappa al Giro porta al vincitore 40 euro in più rispetto ad una analoga della Gran Boucle) o più mediatico ( grazie ad una promozione da noi partita con molte incertezze) ma di certo non più bello, duro e inimmaginabile, come il nostro. Ad ogni fiorir di maggio.
IMMAGINI DURE A SFATARSI. Dall’indagine Be-Italy ( Sole24Ore, mercoledì 19 maggio), sembra all’estero continuino a vederci come ai tempi in cui ( anche da noi) Berta, mitica madre di Carlo il Magno, silenziosamente, filava.
Non innovativi, leader nei settori delle macchine utensili, della farmaceutica, dell’industria nautica e perfino dei ‘sostenibili‘, numeri uno in Europa nel riciclo dei materiali. Niente di tutto questo. In pratica quando Oltralpe o Oltreoceano parlano di noi parlano di niente, perchè il nostro essere ( in questi ultimi anni) è ( in gran parte) cambiato. Significativamente cambiato.
Ovviamente restiamo in vetta nella cultura e nel gastronomico.
Ma questo non è oramai poco. ” Siamo una potenza industriale all’avanguardia, una fucina di tecnologia” ha ripetuto il ministro Di Maio al convegno organizzato dal ministero degli Esteri e da Comitato Leonardo in cui è stata presentata la seconda edizione della ricerca Be-Italy sull’attrattività del nostro Paese ( coinvolti nel sondaggio 19 Paesi tra Ue, economia mature e in crescita).
Ma di quel che dice Di Maio, all’Estero, manco si fregano. Comunque il giudizio, antiquato o no che sia, non è male ( molto positivo per il 38%, abbastanza positivo per l’83%). Siamo ( considerati) democratici, aperti, accoglienti dal punto di vista turistico, eppure solo un 21% ha capito che siamo ( anche) diventati un importantissimo paese manifatturiero. Nella farmaceutica, ad esempio, siamo il primo produttore-esportatore della Ue.
Stante la perdurante nomea, ad incontrare difficoltà sono le Pmi che non riescono a far apprezzare il loro giusto valore. Nella sostenibilità siamo all’avanguardia, le aziende innovano, e se i 50 mld che il Pnrr ha reso disponibili per la digitalizzazione verranno investiti come si deve, potremmo fare ulteriori passi in avanti.
Lasciando, forse, con la bocca aperta , quanti che del Made in Italy hanno una panoramica tutta da rivedere. Intanto visto che ( sempre secondo l’indagine) l’Italia resta pur sempre tra i paesi più noti al mondo, dicasi dopo Stati Uniti e Inghilterra, possiamo consolarci nell’attesa di riuscire ad aggiornare ( prima meglio che dopo) un po’tutti.
DALLA GREAT BRITAIN ALLA GLOBAL BRITAIN. Il governo britannico ha pubblicato ( di recente) la prima ‘Integrated Rewiew of Security, Defense, Developement and Foreign Policy‘ intitolata ‘ Global Britain in a Compettive Age’. Leggerla, anche per quei sommi capi che abbiamo rintracciato su una nostra nostra rivista di settore, sembra volare indietro ( almeno) di un secolo o due. Agli esordi della potenza marinara britannica sui mari del Pianeta. Si stenta a prenderla sul serio.
Eppure lo scarmigliato premier Johnson s’è affrettato ad indicarla quale ‘ nuovo inizio nelle relazioni del Regno Unito con il resto del Mondo‘. Dando una vera e propria ‘tirata’ alla politica estera e di difesa di Londra ‘ferma‘ ai tempi della Guerra fredda. E che va cercando lo scarmigliato d’Albione?
Intanto, intende orientare la politica estera e difesa verso l’area Asia-Pacifico, in risposta alle mire cinesi, definita la ‘ più grande minaccia statale alla sicurezza economica del Regno Unito‘. Infatti la nuovissima portaerei Queen Elisabeth sarà dispiegata in Regione.
Eppoi, per quel che concerne la riesumata potenza russa, meglio prenderla con le molle, visto che ( al momento) rappresenta la ‘minaccia diretta più acuta‘. Rafforzando la resilienza dei paesi dell’Europa orientale, come l’Ucraina. Per cogliere tutto questo, ovvio, che verranno investite sterline a josa, anche per non disperdere l’attuale ‘ vantaggio strategico‘, e sfruttare al massimo la ‘ base scientifica britannica per ‘ scoraggiare minacce in tutti i domini’.
In breve: utilizzare la scienza e la tecnologia per accrescere la prosperità del Regno Unito e incrementare il ‘ vantaggio strategico‘ sugli avversari. Che sono diversi, non solo simmetrici. Ad esempio, non vanno sottovalutate le minacce terroristiche che potrebbero giungere perfino ad impiegare armi CBRN.
Infatti i timori dei britannici sono aumentati davanti ad una pandemia di cui si conosce ( ancora) poco sulla genesi e le modalità di diffusione. Ecco, allora l’annuncio relativo all’aumento del 40% del numero massimo di testate nucleari ( da 180 a 225) da sbandierare quale ( possibile) deterrente. Da non utilizzare, si spera, ma solo come deterrente.
Finora il Regno Unito era impegnato a ‘ contenere le minacce portate con armi di distruzione di massa‘, oggi, alla luce dei mutamenti, non più controllabile. Mutamenti, soprattutto, tecnologici, non ( bene) indicati ma ( molto probabilmente) riferiti ‘ all’ambito dello spazio, del dominio cibernetico e dell’intelligenza artificiale‘.
Dove trovare possa trovare i soldi, tanti soldi, per un sogno globale di cui vorrebbe farsi interprete, in un periodo di magra come questo, forse, manco lo scarmigliato lo sa. Si può sospettare che il tutto sia alimentato da una certa ansia dovuta al senso di isolamento a cui è stato condotto il Paese con la Brexit.
Non potendo più contare sul resto dell’Europa ( e neppure più di tanto sugli Usa) lo scarmigliato cerca di reiventarsi una sua ‘ massa critica‘ nei confronti degli attuali giganti del Pianeta. Come ai bei tempi. Quando la bandiera della Regina garriva in ogni continente. Solo che, nessuno ha detto allo scarmigliato che i bei tempi se ne sono andati da un bel po’?
( dal 13 al 18 maggio 2021). Una settimana piena di eventi. E anche di suoni celestiali per lo sport azzurro. Agli Internazionali d’Italia di tennis, finalmente con una quota di pubblico, sono andati via via defilandosi i nostri Fognini, Berettini e Sonego, con quest’ultimo però, autore di una semifinale degna di un grande campione.
Ha perso contro il grande Djoko, poi sconfitto in una finale memorabile da quell’intramontabile del Rafa ( decimo successi agli Internazionali), ma pur sempre numero uno al mondo. Nel secondo gioco ha dato spettacolo, imponendosi. Poi s’è un poco perso, pur sempre tenendo ritta la schiena davanti davanti ad un avversario che sta scrivendo la storia di questo sport.
Avversario che, all’uscita, da par suo, non ha mancato di complimentarsi con il giovane ( 25 anni) guerriero italiano. Al Giro dei Giri, l’Alma Mater del ciclismo, è tornato in vetta quel giovane, asciutto, fenomeno del Bernal, 24 anni, colombiano, già primo ad un Tour. Sullo sterrato impregnato dalla pioggia di Campo Felice ( Rocca di Cambio) s’è preso tappa e maglia rosa. Come sempre commoventi sono le ali di folla che applaudono in ogni dove, ad ogni passaggio, indistintamente, affettuosamente, i mitici girini.
Nell’appuntamento con le moto nella piovosa Le Mans, ancora una volta, l’azzurro ( pur non brillando come altre volte) non ha latitato. Intanto nella MotoGp, delle prime quattro moto tre sono ‘rosse’ Ducati. E questo non è dettaglio da poco. Sembrerebbe infatti aver convinto la futura Vr46 ad optare per il ‘ super motorone‘ di Borgo Panigale. Vedremo.
Nelle tre categorie invece, successo australiano nella Moto Gp con Miller davanti a Zarco, Quartararo e Bagnaia ( risalito dal 16 posto); e vittorie spagnole in Moto 2 e 3.
Nella Moto2, Fernandez ha battuto Gardner, Bezzecchi e Arbolino; nella Moto 3 Garcia ha avuto la meglio su Saalac e Rossi.
Queste le classifiche: MotoGp, Quartararo punti 80, Pecco 79 e Zarco 68; Moto 2, guida Gardner con Bezzecchi a 17 punti; Moto 3, Acosta punti 103 davanti a Garcia 49, Migno 47, Fenati 46 e Antonelli 44. Prossimo appuntamento ( 30 maggio) al Mugello , la pista più amata ed ambita del Mondiale.
EUROPEI DI BUDAPEST. Note celestiali giungono dal Lupa Lake, periferia di Budapest, dove il formidabile Greg ha tinto il lago ungherese d’azzurro. Tre ori, nei 5 km, 10 km ( olimpici) e staffetta ( con Acerenza, Bruni e Gabrielleschi).
Martedì e mercoledì prossimi, colui che sembra aver scoperto il segreto della mitica pietra filosofale, sarà in vasca ne per batterie e finale del 1500m e venerdì e sabato per batterie e finali degli 800m, dove lo aspetta l’ex gemello Gabriele Detti. Con le Olimpiadi alle porte, mai s’era verificata tanta autorevole candidatura per un posto tra gli immortali.
Da lunedì 17 scendono in corsia: Detti, Quadarella, Martinenghi e Pellegrini ( in staffetta). Nel particolare: 400misti D, 400sl U, 50sl D, 50 dorso U, 100 farfalla D, 100 rana U, 4×100 sl D, 4×100 sl U, 800 sl D, 4×100 sl D e U.
Buoni risultati arrivano anche dalla spedizione agli Europei di tuffi. Qui la squadra guidata da Oscar Bertone ha conquistato sei podi, con Chiara Pellacani, 18 anni, finanziera, avviata a raccogliere l’eredità lasciata dall’indimenticabile Tania Cagnotto. Ultime note azzurre giungono dall’atletica, non dimentichiamolo, la regina dei Giochi. Intanto Roberta Bruni, 27 anni, carabiniera, con 4.60 ha eguagliato il record italiano dell’asta, sotto di 10cm dal pass olimpico.
Eppoi le cinque staffette tutte e cinque a Tokio. Eppoi ancora quel 9’95 di quel ragazzone del Jacobs, figlio di padre americano e madre italiana, ma italiano ( dice lui) al 99%, che ha migliorato ( non di poco) il 9’99 di Filippo Tortu. Avere due sprinter sotto i 10′ non è cosa comune in Europa. Dovessimo vederli ( anche solo in staffetta) sul podio più ambito al mondo, ci farebbe andare in zagoia. E comunque sia se Olimpiadi ci saranno, potrebbero ( per noi) risultare esaltanti. Tanti squadroni in così tante discipline quando mai son capitati?
CAMPIONATO DI CALCIO. XXXVII GIORNATA. Inter battuta dalla Juve ( 3-2); Juve che crede ancora nella Champions, tanto più che ad alimentare la sua speranza c’è di mezzo il Milan del buon Pioli che, nei momenti topici, e in casa soprattutto, misteriosamente, invece di caricarsi si scarica. Lo 0-0 contro un Cagliari già salvo lascia interdetti, ora per passare in Champions il buon Pioli dovrà andare a battere nella sua tana quella Dea del Gasp che terrorizza l’Europa più del feroce Saladino.
Ultimo turno, con lotta per il quarto posto Champions : Atalanta -Milan, Bologna-Juve, Napoli-Verona.
CLASSIFICA( provvisoria). Inter punti 88, Atalanta 78, Milan 76, Napoli 76, Juve 75 … ( retrocesse) Benevento 32, Crotone 22, Parma 20.
VACCINI: LE PRIME CONFERME. Inevitabile volgere lo squadra su questa epidemia che sta sconvolgendo il mondo. Sulla sua origine poco ( di certo) si sa. L’unica cosa palpabile sono i danni ( e i lutti) che ha fatto e continua a fare tanto nei paesi avanzati ( Europa, Usa), quanto in quelli emergenti ( India, Brasile ) e/o più poveri come dir si voglia.
Da noi, come sempre, come in tutto, si naviga tra mille polemiche. Come accade solo nel calcio, tutti sembrano diventati scienziati e governanti capaci di questo e quello, naturalmente ciacolando, appresso qualche social o qualche televisore o qualche giornale. Dovendo però stare all’ufficiale, salvo rivelazioni prossime future da noi sempre dentro il cassetto, non possiamo che complimentarci con Draghi, che in un ambito pur non suo non ci sta assolutamente deludendo, ma anche con quell’alpino che qualcuno vorrebbe vestire con abiti civili quando sta benissimo con quella penna che ci ricorda tanti indimenticabili eroi che alto hanno tenuto l’onore di questo Paese.
Ci sarebbero da segnalare qualche ritardo ( sugli over 70, ad esempio, in due milioni ancora in attesa della prima dose), dovuto a chissà quale inghippo, mentre da una indagine dell’ateneo di Ferrara arriva la conferma del ‘crollo’ di casi e decessi. Secondo i ricercatori dell’università emiliana, nelle persone vaccinate contro il Covid, il rischio di infezione, ricovero e decesso diminuisce progressivamente già dopo le prime due settimane. Tralasciamo i dettagli. Mentre la campagna vaccinale prosegue.
Venerdì scorso è stata superata la soglia delle 500 mila vaccinazioni giornaliere; ora, si punta al milione. E se i vaccini giungeranno in misura congrua su può star certi che la parola d’un alpino ancora una volta non verrà smentita. Tra i pretesti per alimentar le nostre dolci polemiche, c’è quello del coprifuoco. Si attende un ulteriore decreto.
Tra martedì 18 e mercoledì 19. In un clima, ovviamente, tutt’altro che disteso. Da un lato tuonano i ‘rigoristi’, dall’altro i ‘prudenti’, tra i quali il ministro della Salute. C’è poi un’ala ‘ aperturista’ composta soprattutto dai ministri della Lega e, ultimamente, da Forza Italia e Italia viva. La contesta ha ricevuto benzina sul fuoco dopo le riaperture dei ristoranti per le cene all’aperto, dal 26 aprile, che il perdurare del coprifuoco serale ha in parte limitato.
Ora che si fa? La ‘ cabina di regia‘ dovrebbe decidere lo slittamento del coprifuoco dalle 22 alle 23, a partire da lunedì 24 maggio. Per poi allentare le limitazioni fino a mezzanotte fin a eliminarlo del tutto nel mese di giugno. E comunque, nel vivace ( e instancabile) incrociarsi di proposte da parte di maghi, maghetti e maghelle, con il governo a pencolare tra una ciancia e l’altra, si procede.
Anche perchè, forse in tanti continuano a non mettere a fuoco la situazione, di soluzioni ( e uomini) che ci portino furi da questa tempesta non ce ne sono tanti in giro. Anzi, a dir il vero, pur senza voler deludere gli ( affannati) fenomeni in circolazioni, quanti e quali sarebbero i nocchieri in grado di levarci dalla gran tempesta per (ri)portarci in posto ?
( dal 10 al 12 maggio 2021) LA CHAMPIONS DEGLI SPENDACCIONI. Delle quattro regine semifinaliste Champions 2021, due sono fiori del deserto, una della steppa, la quarta e l’ultima, ovvero il Panda Real, è il fiore obbligato della antica nobiltà pallonare della leggiadra Europa. In realtà due sono squadre di spendaccioni arabi, la terza di uno spendaccione russo, la quarta d’ orgoglioso spendaccione di Spagna che ( in assillato da un mare di debiti) cerca ( almeno) di sopravvivere ai tempi nuovi.
Di squadre d’altro bordo, soprattutto povere, tanto per tener vivo il sogno del figlio dell’ operaio di diventar chirurgo, non c’è traccia. Del resto basta scorrere l’almanacco per non vederne una, e non da oggi, praticamente da sempre. Il buon Ceferin, che si dice stia lavorando per consumare una terribil vendetta contro gli egocentrici della Superlega, fiero sostenitore del merito sportivo, di tutto questo non sembra colpito. Per lui gli spendaccioni di qualsiasi provenienza sono garanzia di lunga vita, onde per cui guai a toccarli.
In una delle semifinali la sorte ha messo l’una contro l’altra due squadre di spendaccioni arabi. Che quando occorre tirare nel cassetto non tirano nel loro, quello personale, ma in quello dei loro stati e staterelli, ( al momento) ricchi fin oltre il midollo, impegnati a rendere strumento il calcio per i loro progetti. Faraonici. Futuribili. Fatti per loro, ovvio, non per noi. Che da anni stiamo vendendo e svendendo un po’ di tutto. Figurarsi il calcio, con quelle sue coppe ammirate e sognate in ogni angolo del pianeta!
Dicono che lo spendaccione del City, in sette/otto anni, abbia ‘ tirato fuori dall’altrui cassetto ’ ( più o meno) 1,4 mld di euro. L’altro, quello del Chelsea, tenebroso più del conte di Montecristo, dopo anni di vertenze per la sua ( non proprio scontata) residenza inglese, ha riperso ad esporsi senza badare a spese.
I risultati, per tutti costoro, ci sono, senza dubbio, li tocchiamo con mano. Il problema però è che quei risultati stanno facendo diventare miraggi i sogni di tutte ( o quasi ) le compagini ( nobili e operaie che siano ) del Vecchio Continente. Perfino il morigerato Bayern, con le consorelle alemanne, boccheggia.
Dovesse poi perdere pedine come un Levandowski chi altri lo riporterebbe in vetta al pallone d’Europa? Il buon Ceferin? Che invece di meditar vendette, non sarebbe meglio cercasse di mettere a punto una adeguata riforma degli attuali tornei europei, da una parte tranciando le mire di chi del calcio guarda solo alla resa economica, e dall’altra l’invasione di soggetti non trasparenti e che del calcio si servono come del buon vino nei loro banchetti?
Il grande Pep che speriamo una volta vinta la Coppa dalle grandi orecchie si ravveda. Tornado sui suoi passi. Visto che vincere con alle spalle qualcuno che compera anche l’aria che respiri non da tanto valore. Che invece il grande Pep ha dimostrato nella sua lucente carriera. Valore gestionale, tecnico, creativo.
Di cui c’è estremo bisogno, se non altro per toglier la palla dai piedi degli spendaccioni. Avidi. Oscuri. Minacciosi. Per ridistribuirla semmai ( e per davvero) in altri luoghi, in altri campionati, dove ( anche) con una palla imparano a sognare fin da imberbi, per restarle ( poi) affettuosamente legati ( sotto bandiere diverse) per tutta la vita.
ULTIME DI QUESTA SETTIMANA. Invece di cercare di far ragionare, per quel che può, si sa, il buon Ceferin, anche il nostro buon Gravina invece di cercare giuste soluzioni, s’è posto sulla stessa linea di fuoco. Conferendo tuoni e fulmini a chi ‘ non accetta il verbo Uefa’. Che non è immacolato, e manco esente da limiti e contraddizioni.
Il calcio, e non solo il gran calcio europeo, ha necessità di trovare un futuro adeguato. Imporre un’unica soluzione non è da saggi. Semmai è da Pirro, re dell’Epiro, che pur con tante battaglie superate non è mai riuscito a vincere una guerra. Infatti, un’Europa finita in mano a ‘spendaccioni‘ d’ogni dove, può essere considerata la soluzione ottimale?
INTER E NON SOLTANTO. Il buon Zhang, giovane compito, attento ma senza sorriso, è tornato a far festa per lo scudetto ma anche a far festa a quanti hanno contribuito allo scudetto. Intanto ha chiesto ad alcuni giocatori ( non determinanti) di abbonagli gli ultimi due stipendi 2020; eppoi, per non far scappar via i big, sta studiando modi e maniere per accontentarli, il buon Conte compreso, che dai suoi attuali 13 mln ( netti) vorrebbe salire ai 15 mln (netti).
C’è da ricordare che i Suning fino all’altro ieri avevano avuto disposizione da parte politica cinese di interrompere l’investimento calcio in Occidente, per cui cercava compratori anche per la Beneamata. Che è stata ( e resta ) in vendita. A questo punto pronosticarle qual futuro è impresa da oracolo di Delfi. Sorte migliore sembrerebbe toccare al Diavolo che, battendo una spenta Signora, con due incontri ( ancora ) in agguato, superandoli, potrà ottenere l’auspicato ( e generoso ) pass verso il ritorno in Champions. Comunque, facendo un computo aggiornato, in gara Champions sono: Atalanta, Napoli, Milan e Juve. Per la Lazio, purtroppo, l’ultimo black out lascerà il segno.
Gianluigi Buffon ( 40 anni suonati) ha annunciato l’addio alla sua Signora. Un poco incavolato, a dir il vero. Probabilmente avrebbe voluto andare avanti, magari giocando, quando invece alla Signora si prospetta un lungo e attento lavoro di ricostruzione ( o rifondazione). Purtroppo più consono a giovani di prospettiva, che a ‘ vecchie‘, gloriose, inimitabili cariatidi.
E’ partito il Master 1000 di tennis al Foro italico. Tre ancora in gara: Berrettini, Sinner e Sonego. Chissà che sapranno fare i nostri sempre più avveduti eroi? Mentre il fine settimana si prepara a rivedere in pista i centauri delle moto. Con spettacolo garantito.
IL GIRO DEI GIRI. C’è al Giro un Filippo che può oscurare i grandi Filippo della storia. Come il padre del grande Alessandro il macedone o quel re di Spagna che oltre a dominare in più continenti costruì l’Escorial. Il suo problema è la tenuta nelle tappe dette ‘ difficili’, con altimetrie più adatte a fisici minuti e agili che imponenti e straripanti come il suo. Ma se è vero che a tutto c’è un rimedio, chissà mai che come Moser ( suo padre putativo) non riesca anche lui a diventar ‘ uomo da Giri‘ ?
SERIE A XXXV GIORNATA. ( sabato9 Spezia-Napoli 1-4,Udinese-Bologna 1-1, Inter-Samp 5-1, Fiorentina-Lazio 2-0; ( domenica) Genoa-Sassuolo 1-2, Benevento-Cagliari 1-3, Parma-Atalanta 2-5, Verona-Torino 1-1, Roma-Crotone 5-0, Juve-Milan 0-3.
CLASSIFICA XXXV GIORNATA. Inter punti 85, Atalanta 72, Milan 72, Napoli 70, Juve 69, Lazio 64 … Spezia 34, Benevento 31, Parma 20, Crotone 18.
SERIE A. XXXVI GIORNATA. ( martedì 11) Napoli-Udinese 5-1; ( mercoledì 12) Cagliari-Fiorentina, Atalanta-Benevento, Bologna-Genoa, Inter-Roma, Lazio-Parma, Samp-Spezia, Sassuolo-Juve, Torino-Milan; ( giovedì 13) Crotone-Verona.
MARCATORI. XXXV GIORNATA. 27 reti Ronaldo ( Juve), 21 Muriel, Vlahovic, Lukaku; 19 Simy, Immobile.
( dal 30 aprile 3 maggio). Da tempo s’avverte per l’aere celestiali note di musica azzurra, non ci siamo sbagliati. A partire dalle imprese riportate nelle moto, in quel di Herez ( Spagna), dove nelle tre categorie abbiamo piazzato: Moto 3, Fenati e Migno dietro Acosta ( leader del Mondiale) ; Moto 2: doppietta al primo e secondo posto con Dg e Bez ( Lowes , 66 punti, guida il Mondiale su Bez 56 e Dg 52); Moto Gp, Miller ( Ducati) davanti a Pecco ( Ducati) e Morbido. Il Pecco sale in vetta al Mondiale di categoria con 66 punti, scavalcando Quartararo 61 e Vinales 50.
Poco da dire sulle auto, con la solita Mercedes davanti a tutti. Il buon Lewis dice che vorrà esserci anche nel 2022. Fossimo in lui non metteremmo limiti alla partecipazione vista la concorrenza che si ritrova potrebbe andare avanti anche fino a cinquant’anni. Il problema semmai è la ripartizione dei meriti per un titolo che, macchina a parte, sembra figlio e nipote di quel Toto, gran regista esultante ( sempre) in camice bianco che gli creato attorno un vuoto ( sempre più ) assordante.
Altra musica celestiale ci è piovuta dal volley con le ragazze del Conegliano ( nuove ) signore di Champions. Non altrettanto fortunato è stato Trento al maschile, costretto per la seconda volta di seguito in finale Champions alla piazza d’onore. Peccato, perchè fosse riuscito anche Trento nell’impresa, avremmo posto un sigillo ( definitivo) su quello che è ( attualmente) il vertice mondiale del movimento.
La ritrovata atletica leggera, ha spedito 5 staffette su 5 all’Olimpiade: 4×400 D, 4×400 U, 4×100 D ( oro) , 4×100 U, 4×400 mista ( oro). Sinceramente, non ricordiamo più il tempo dal qual risuonassero ( cotante ) simil notizie sulla regina dei Giochi.
Nel basket, Armani Milano è stata costretta alla quinta partita dagli irriducibili tedesconi del Bayern, da disputarsi sotto gli occhi amorevoli della Madonnina. Gli spilungoni se non si lasciano prendere dall’ansia, possono ( benissimo) piombare alle Final Four di Colonia. Gli Internazionali d’Italia di tennis , invece,( a breve ) apriranno ma con il pubblico ridotto causa pandemia ( 25% , dagli ottavi). Con i vecchietti e i rampolli che abbiamo ( anche qui) dovremmo ( più che) divertirci.
FINE DI UNA DITTATURA. La gran pagina della settimana va però riservata ( questa volta ) alla Beneamata che, rompendo un digiuno durato (oltre) un decennio, e abbattendo una dittatura lunga ( più o meno) altrettanto, s’è cucita sul petto quel 19° scudetto tra i più ambiti al Mondo.
Tanto ‘ beneamata’ da uscire dai gangheri, a cominciare da quella festa in centro a Milano che , in tempo di restrizioni e contagi, farà tremare i polsi a quanti quelle restrizioni e quei contagi vorrebbe eliminare ( una volta per tutte) dal Belpaese. In questa, ovvio, il più celebrato è quel Conte Dracula che, con la sua chioma scura e fluente, da antico e provetto alchimista, sembra avere trovato la pietra filosofale onde trasformar ogni metallo ( calcistico) che tocca in oro. Marotta, che tra quelli che stanno dietro le quinte ha un certo peso, già pensa alla seconda stella, traguardo finora superato da quella Signora che ( dopo tanti anni di dittatura) dovrà gioco forza rifondarsi. Il tutto davanti agli occhi increduli del giovin Zhang.
Strepitosa è la lotta per i tre posti Champions in palio. In gara stanno: Atalanta, costretta al pari dal Sassuolo del buon De Zerbi pronto ad andarsi a surgelare nella steppa; Juve, tenuta a galla da quel fenomeno di portoghese; Milan, ansioso di scoprire se quella divinità miracolosa dell’Ibra sia più una panacea che altro; Lazio, di quell‘Inzaghino un poco piangina e ancor imberbe per l’Europa , ma già capace di mostrare ( alterno) buon calcio in quello che per noi resta ( non s’offendano i geni commentatori) il campionato di riferimento.
SERIE A. XXXIV GIORNATA. ( sabato 1 maggio) Verona-Spezia 1-1, Crotone-Inter ( ore 18,) 2-0, Milan-Benevento ( ore 20,45) 2-0; ( domenica 2) Lazio-Genoa 4-3, Bologna-Fiorentina 3-3, Napoli-Cagliari 1-1, Sassuolo Atalanta 1-1, Udinese-Juve 1-2, Samp-Roma 2-0; ( lunedì 3 maggio) Torino-Parma ( ore 20,45).
SERIE A CLASSIFICA XXXIV GIORNATA. Inter punti 82 ( Campione d’Italia) ; Atalanta 69, Juve 69, Milan 69, Napoli 67, Lazio 64 ( * partita in meno) … Torino 31 ( ++ partite in meno), Benevento 31, Parma 20, Crotone 18.
( dal 27 al 30 aprile ) Ce n’è di carne sul fuoco in questa settimana! L’auto corre in Portogallo, con la proposta della gara di qualifica ben accolta dai piloti. Leclerc: ‘ Nei Gp devi risparmiare gomme e benzina, al sabato andremo a tutta’. Hamilton: ‘ Ho provato le Pirelli da 18° perchè nel 2022 voglio esserci’. Il Gp d’Italia del 12 settembre è uno dei tre appuntamenti proposti.
Intanto ci si alambicca, se il Tappen sia ancora davanti o no al Lewis. Mentre alla ‘rossa’ si è ripreso a far discorsi da ‘ rossa’ , che, lo tenga ben presente il buon Binotto, quando scende in pista non va per riempire scartoffie ma a provar di scrivere storie memorabili.
Anche le moto scendono in pista, in Spagna, con il Maestro che ha annunciato una delle sue: il parto con i ricconi arabi di Aramco per portare la Vr46 in MotoGp dal prossimo anno. Il Maestro non sa ancora se resterà in sella, sa però che potrà contare su un plafond di monetine sonanti di cui manco Paperon de’Paperoni poteva godere nei suoi frequenti bagnetti. Intanto sono cominciate le libere. Con il Pecco ( MotoGp) e il Bez ( Moto2) in agguato. Speriamo d’ascoltar più volte l’ amato inno di Mameli.
Messina spinge Milano a fare sua gara cinque con il Bayern, per approdare nelle semifinali di Eurolega basket. In contemporanea hanno fatto il sorteggio per Euro 2022, nel nostro girone ( Milano) sci sono anche Croazia, Grecia, Estonia, Gran Bretagna e Ucraina.
Vincenzino Nibali lotta e soffre per non perdersi il Giro che, per quel che ci riguarda, resta sempre e comunque il Giro dei Giri. Trentoe Conegliano, vanno alla caccia di Champions. Infine, nel tennis, con Berettini, Sinner e Sonego, abbiamo fatto la partenza migliore da quando è scoccata l’era Open.
AMARA PELOTA AMARA. Stona, in questa attesa sinfonia tinta d’azzurro, la nostra amata pelota, che se così avanti va ben presto potrà diventare la nostra dimenticata pelota.
L’ultima italiana, la Rometta del sor Fonseca, nella prima semifinale all‘Old Trafford, dopo avere tenuto per un tempo ( 1-0), è crollata nel secondo ( 6-2). Pensare che possa ribaltare il risultato è inimmaginabile.
E così, tra giustizie e ingiustizie, spendaccioni e poveracci, di squadre italiane nel gotha della pelota 2021 manco si parla. Ci consoliamo a sentire discorrere in buon italiano il Pep orgoglio cataluno, che quando vorrà tornare nel Belpaese sarà sempre bene accolto. Chi meglio di lui nella terra di Giotto, Leonardo, Michelangelo e Raffaello?
SERIE A. XXXIV GIORNATA. ( sabato 1 maggio) Verona-Spezia, Crotone-Inter ( ore 18,) 1-0), Milan-Benevento ( ore 20,45) 2-0; ( domenica 2) Lazio-Genoa 4-1, Bologna-Fiorentina, Napoli-Cagliari, Sassuolo Atalanta, Udinese-Juve, Samp-Roma; ( lunedì 3 maggio) Torino-Parma ( ore 20,45).
SERIE A CLASSIFICA XXXIV GIORNATA. Inter punti 82; Milan 69
CALCIO SEMIFINALI CHAMPIONS 2021. Real-Chelsea 1-1; Psg- Manchester City 2-1.
CALCIO SEMIFINALI EUROPA LEAGUE 2021. Manchester United-Roma 6-2; Villareal-Arsenal 2-1
PER NOI E PER L’EUROPA. Marione Draghi, di mestiere persona competente in quel che fa, ha presentato alla Camera il Pnnr, Piano nazionale di ripresa e resilienza. Una incredibile occasione di rilancio per un grande Paese da troppi anni fermo o in attesa. La cifra complessiva con la quale andranno realizzati i progetti è ( insolitamente) elevata.
Nel dettaglio: i fondi in arrivo dall’Europa ammontano a 191 mld euro; a questi vanno aggiunti altri 30,6 mld che arrivano da un fondo complementare che l‘Italia ha creato con scostamento di bilancio; nel totale si arriva a quota 222 mld euro, integrati da ulteriori 26 mld.
I campi di intervento scelti dal nostro Marione sono sei: ambiente ( 69 mld), digitalizzazione ( 50,7 mld), istruzione e ricerca ( 33 mld), infrastrutture ( 31 mld), inclusione e coesione( 29 mld), salute ( 20 mld). Totale: 248 mld euro. L’Europa che una volta tanto ha rinunciato alla politica del ‘braccino corto’ scommettendo ( finalmente), incalzata com’è da eventi che rischiano di farla passare da principessa a cenerentola in pochi decenni, vuole però riforme concrete.
Al momento, ci garantisce il nostro ( straordinario ) Nocchiero, ma in seguito, anzi, a breve, dovremo essere in tanti quelli che remando dalla stessa parte consentiranno di portar fuori da ‘ gran tempesta‘ la nostra scassata navicella. Da noi, abituati da anni a farci del male, non son pochi quelli che esulterebbero, alle prime falle.
Cosa volete, veniamo da secoli di ‘servaggio ostello’, dal quale c’eravamo in parte ripresi creando da un arlecchino di stati e staterelli una vera nazione, poi, umiliata ( oltre misura) da una seconda guerra mondiale che non s’aveva mai da fare ( soprattutto) con cotanto alleato.
Quando si perdono le guerre, prima di rimarginar ferite e guasti ( sovente) non bastano decenni. E comunque, con questi due nocchieri, entrambi presidenti, l’uno sul Colle l’altro a palazzo Ghigi, chi dice che non si possa scrivere un’altra significativa pagina d’una storia millenaria? Per noi e per quegli ex braccini corti che ci scrutano ansiosi da oltre le Alpi?
( Dal 21 al 26 aprile). Gira nell’aria il Recovery Plan. S’odono, lontani, tuoni di vendetta per quei ‘ figli di putta’ della Superlega che, dopo solo qualche urlo, e alcuni accenni di ritorsioni, se la sono data a gambe levate tra l’ilarità generale. Infatti di truppe così non se ne vedono tutti i giorni, se non in un fumetto o in qualche racconto burlone e per burloni.
Eppure quei pochi ‘ricconi ribelli’ non ostentavano problemi inventati. Infatti il calcio miliardario non solo non si è arricchito ma si è indebitato, tanto indebitato, perfino in Albione dove i danari ( da anni a questa parte ) piovono a cateratta. Al momento quei pochi hanno dovuto ripiegare l’aste di guerra e ’far buon viso ad ostile reazione’ ma, pur con tutto l’ottimismo possibile, i problemi di cui oggi ‘ gridano al vento’ esistono, eccome. Complessi. Imbarazzanti. Come risolverli? Quando?
Al momento, lo scarmigliato premier d’Albione ha ottenuto l’effetto di far rientrare nei ranghi ( Uefa) i suoi; ma che sia la sua una parola definitiva non ci pare proprio. Anche perchè lui, a nome e per conto dei più nostalgici dei suoi conterranei, più che ad affrontare problemi li scansa o li rinvia.
Ha fatto così con la Brexit, ha provato a fare ( inizialmente) altrettanto con il Covid, ci ha ritentato contro quelle sue sei anime ribelli del gran calcio riunite ( si fa per dire) sotto una bandiera anti Uefa che ( di fatto) non s’è mai vista sventolare. Al momento l’apparenza lo premia.
E soluzione non può essere manco quella che ( si dice) va arrabattandosi dentro il capoccione del capo Uefa, quell’ingenuone del buon Ceferin, che ( sempre si dice) sta studiano una vendetta, una terribile vendetta, soprattutto verso quel ‘falso’ del suo ex amico sabaudo, dimenticando però che non è ancor dimostrato se a far più danni al mondo siano gli ‘ingenui‘ o i ‘ falsi’. Ma che voglion0 fare il buon Ceferin, e gli altri 11 della Lega italiana che chiedono ( drastici ) provvedimenti?
Cancellare dai campionati Juve, Milan, Inter e ( ovvio) anche Real, Barca, United, City, Chelsea … ? Eppoi, chi accenderà la tivù? E chi perderà tempo ad ammirare tornei europei con squadre di cui non si conosce manco la provenienza? Chi? Quelli della Lega o il buon Ceferin , al momento, impegnato ad un ritocco della sua parcella?
Si dice che i dodici ricconi ribelli non pensino al merito ma ai danari. E come potrebbero non farlo? La verità non piace, ma gli altri, i paladini del merito, sono proprio certi che sia quest’ultimo a trionfar ad ogni fine stagione di Coppe? Prendiamo la citata Atalanta. Operaia, oculata, generosa, ammirevole non solo in campo. Ebbene, quante Atalanta in questi ultimi dieci anni hanno disputato una semifinale o una finale di Champions? Qualcuno le ha contate?
Tra l’altro a quelle squadre operaie accadono strane cose. Più o meno, due anni fa l’Atalanta al 93′ di un ottavo stava in vantaggio ( 1-0) sugli spendaccioni di Francia, poi, in un batter di ciglia, non s’ è capito come e perchè, in due minuti, ha visto volar via baracca e burattini, con l’incredulità perfino degli avversari.
L’anno dopo, contro un Real che stava girando a zonzo per i campi da gioco, s’è vista espellere ( da un arbitro chirurgo?) a ( pochi minuti dall’inizio partita ) un suo giocatore-chiave, restando in dieci per tutto l’incontro. Insomma, in un modo o nell’altro, chissà come e perchè, alla meravigliosa Atalanta operaia che tanto ancor poteva dar per merito , che altro è stato concesso se non tornare dalla sua sconsolata Dea con le lacrime agli occhi a capo chino? Insomma, il figlio dell’operaio può diventar chirurgo o no?
UN NOCCHIERO IN GRAN TEMPESTA. A leggere i nostri anni con gli occhi della storia, quella almeno dal 1861 ad oggi, potremmo arrivare a dire che di anni egualmente decisivi ce ne sono stati pochi altri. L’inizio, ovviamente, che ha visto un nobile piemontese dar corpo e anima ad una nazione che manco l’Alighieri o il Macchiavelli avrebbero sognato.
Forse, l’immediato post prima guerra europea vinta dal nostro popolo dopo alcuni secoli di ‘ servaggio ostello’. Di certo, il riallacciarsi di quel filo che avrebbe dovuto legarci ad una rinascenza che una dittatura aveva brutalmente strappato costringendoci, tra l’altro, ad una guerra che ‘ non s’aveva ( assolutamente) da fare’.
Una guerra di cui scontiamo tuttora le pesanti conseguenze. Che non analizziamo. Ma che sottolineiamo, perchè, qui, deve essere arrivato uno di quei ‘ passaggi epocali’ dove perdere la corsa giusta potrebbe risultare letale per noi e per l’Europa. Un’Europa che avrebbe bisogno d’un altro Cavour. O forse, chissà, anche solo di questo Draghi, che sta aggiungendo qualità a qualità, ( al momento) comprese ( più ) Altrove che lungo il Belpaese.
Il premier lunedì 26 ha illustrato alla Camera prima dell’invio a Bruxelles il dossier redatto per accedere al Recovery Fund, ovvero agli aiuti dell’ Unione europea destinati ai Paesi messi in ginocchio dal Covid e previsti dal progetto Next Generation Eu.
Un dossier dove sembra esserci tutto quel che conta. In cinque punti. Dal welfare alle opere pubbliche. Dalle donne ai giovani. Tra riforme ( attese da anni) e investimenti ( indispensabili come luce del sole). Tutto entro 330 pagine. Ma sintetizzato ed esposto con autorevolezza, chiarezza e determinazione. Qualità d’un eccezionale leader super partes ‘ scoperto’ dal nostro sempre attento e sempre tempestivo Presidente.
Che Draghi riesca a compiere l’impresa ( o il miracolo, come dice il Financial Times) non si sa. Certo non va lasciato solo. Una volta tanto meschinità, orticelli e furbastri di varia natura e colore vanno lasciati da parte. Chi può dare, dia. Generosamente. Con la lungimiranza di chi tiene nel cuore figli e nipoti.
‘ Nel dossier- ha ammonito Mario Draghi - non c’è solo un insieme di progetti, obiettivi, numeri e scadenze. Qui c’è il destino di un Paese, e anche la sua credibilità e reputazione a livello internazionale’. Come dire, che potremmo ( finalmente) sottrarci ( per sempre) dagli effetti infausti d’una guerra che non s’aveva da fare, tornando ( tra l’altro) su un percorso iniziato qualche secolo fa e ripreso dopo il 25 aprile 1945. Un percorso decisivo, ma che riguarda ( solo) noi o ( soprattutto) la grande nazione che sta ( dogliosamente) nascendo?
GOLDMAN E IL GRANDE RIMBALZO. E mentre noi ci siam fatta una certa idea della Gb post Brexit e di quello scarmigliato che l’ha condotta in porto, salta fuori una baca d’affari, certa Goldman Sachs, che conosciamo di nome ma che per essere una banca d’affari tutto può essere fuorchè super partes, a dire “L’economia britannica quest’anno spiccherà il volo, lasciandosi allae spalle pandemia e recessione“.
In pratica, secondo i suoi analisti, la Gb di mister Johnson, registrerà una crescita del 7,85 superiore perfino a quella degli Stati Uniti ( 7,2%). Tra l’altro ci sarà un’accelerazione delle vendite al dettaglio del +5,4% ( importanti per una economia di consumi come quella isolana) e della disoccupazione ( +5,9%).
Qualcuno però , conoscendo quanto siano diventati abili nel vendere e nel vendersi gli abitanti d’Albione, avverte che è ancora troppo presto ” per affermare che gli anni Venti di questo secolo saranno ruggenti come quelli del secolo scorso”. Che dire? La solita frase: se son fiori fioriranno.
CAMPIONATO SERIE A.
SERIE A. XXXIII GIORNATA. Genoa-Spezia 2-o, Parma-Crotone 3-4, Sassuolo-Samp 1-0; Benevento-Udinese 2-4, Fiorentina-Juve 1-1, Inter-Verona 1-0, Cagliari-Roma 3-2, Atalanta-Bologna 5-0; Torino-Napoli 0-2, Lazio-Milan 3-0.
SERIE A. CLASSIFICA. Inter 79, , Atalanta 68, Juve 66, Napoli 66, Milan 66, Lazio 61 ( * partita in meno) … Cagliari, Torino, Benevento 31, Parma 20, Crotone 18, Parma 20.
SERIE A. XXXIV GIORNATA. ( sabato 1 maggio) Verona-Spezia, Crotone-Inter ( ore 18), Milan-Benevento ( ore 20,45); ( domenica 2) Lazio-Genoa, Bologna-Fiorentina, Napoli-Cagliari, Sassuolo Atalanta, Udinese-Juve, Samp-Roma; ( lunedì 3 maggio) Torino-Parma ( ore 20,45).
CAMPIONATO XXXIII GIORNATA. COMMENTO. Un breve commento. Per dire: che la Beneamata, di riffe e di raffe, sta portando in porto il 19° scudetto. Conte, osannato a destra e a manca, preoccupato però per le sorti societarie, attende di chiarire con i Suning il suo e l’altrui futuro.
Intanto, andiamo a scoprire l’acqua calda Ibra, che simil agli dei vorrebbe essere quando invece agli dei non garba affatto che gli uomini vogliano ( in qualche modo) beffeggiarli. Il risultato è che, nel caso del povero Diavolo, che grazie all’Ibra sembrava sospinto da furore divino, in realtà, altro non è che una povera realtà umana, o meglio, calcistica.
Con il calendario che si ritrova ( Benevento, Juve, Toro, Cagliari e Dea) ha poche speranze di sopravvanzare non tanto la Beneamata e la Dea, fuori portata, ma anche il Napoli e la Juve, tralasciando la Lazio di quel rompi del sor Lotito che ( con una partita in meno) sta arrivando di gran rimonta.
( Dal 21 al 23 aprile). Qualche giorno fa ci siamo chiesti se quei cervelloni della Superlega stavano proponendosi tra il serio e il faceto. E in effetti, a battaglia avvenuta, appare chiaro che si sono mossi ondeggiando tra l’uno e l’altro atteggiamento.
Serio, perchè questi big club non se la stanno passando davvero bene, le loro casse dopo anni di sperperi e debolezze verso questo e quello sono rimaste vuote, o quasi. Faceto, perchè come potessero pensare di annullare una tradizione pluricentenaria solo invogliando a cercare danari non è dato da capire.
Di certo per gli storici della pelota sarà fatica trovare qualche precedente simile a questo, non solo nel mondo dello sport, ma anche in quello della grande storia. Perchè veder sgretolare in poche ore un progetto con truppa lungamente corteggiata non è evento da tutti i giorni, o meglio, da tutte le epoche.
Disfatta, totale disfatta, favorita da più fattori. L’intervento (?) di quello scarmigliato che fa il premier nell’isola d‘Albione, ad esempio, che a prenderlo come appare sembra un anonimo appena uscito da una bisboccia al pub ma che , puntuale, diretto, questa volta non si sa per conto di chi e che cosa, ha fatto breccia nelle difese della Superlega. Che in quattro e quattr’otto se la sono date a gambe levate.
Infatti dei sei club inglesi che da tempo condividono il progetto Superlega non è rimasto in linea di battaglia nessuno, con tanto di scuse ai tifosi che in Albione contano ancora qualcosa.
Disperso il grosso della truppa, anche altrove, o meglio, anche in Italia e Spagna, gioco forza, hanno dovuto destarsi dal bel sogno di avere trovato un novello marchingegno per riempire fin al colmo le loro casse vuote.
Cosa accadrà ora? Di certo, vincitore, in questa, è lo sloveno della Uefa che però per non finire come Pirro dovrebbe non infierire ma capire. Perchè ( in effetti ) di una organizzazione del calcio europeo siffatta non è che van tutti orgogliosi. Se ne son viste di tutti i colori. Ad esempio, due club di Stato che ( secondo le regole) avrebbero dovuto essere retrocessi, quest’anno, disputano tra loro la semifinale candidandone una per la finale. Dare il via libera ad operazioni del genere, che altro vuol dire se non tenere vive disparità profonde e spedire il merito a farsi benedire?
( fino 21 aprile 2021). Ne succedono di tutti i colori. Nel calcio, ad esempio, hanno annunciato una Superlega che vorrebbe mettere nell’angolo Uefa, Fifa, Leghe maggiori e minori d’Europa. Al vertice ci sarebbe il neo Paperon de Paperoni Florentino Perez presidente Real, e il nostro Andrea Agnelli, dimessosi dall‘Eca e ora vice presidente della (non meglio precisata) creatura calcistica europea.
Al fondo del barile ci sono ( manco a dirlo) i danari, quei danari che ( un tempo) hanno mandato sulla ‘croce‘ il Figlio di Dio ma che ( ora) stanno diventando ‘croce e delizia ’ di uno sport che s’insinua fin dalla tenera età nel cuore della gente. Più e più volte , dal nostro angolo di visuale, appartato e silente, c’è capitato di ribadire che non è sul tasto danaro che occorrerebbe premere per garantire presente e futuro a questo sport, oggi (ancora) alle stelle, e domani ( chissà ) se nelle stalle.
E questo ripetiamo perchè, in fondo, chi altri se non il cuore spinge ( fin da imberbi) davanti ad un televisore, o a palpare uno di quei marchingegni mediatici moderni, o a sorbire intemperie sugli spalti di uno stadio ( da noi anche vetusti ) o dietro la rete sbilenca d’un campetto di periferia? Già, chi altri? Quando si sentono gli sciacquii di quegli squali squaletti ( troppo spesso incensati) che tutto mostrano fuorchè ‘misura’, francamente, ci preoccupiamo. E non poco. Qui i ‘ realisti’ si fan beffa dei ‘romantici‘.
Il calcio ( odierno) è null’altro che industria, dicono, e non senza fondamento. Ma quando Andrea Agnelli vede i suoi figli sostar davanti ad una partita un quarto d’ora o poco più, invece di fantasticare Superleghe non sarebbe meglio che approfondisse il perchè i suoi ragazzi scappino altrove? L’orribile telenovela alla quale costringono il Gigio, ad esempio, quali danni sta regalando al cuore di un calcio che non sa palpitar solo per danari? In fondo, che non stia tutta qui, nel non trovare giusta ‘misura’, l’avvento della ‘crisi‘?
Quelli ( disperati) della Superlega sognano di moltiplicare introiti. Quelli ( insignificanti) della Uefa ( Fifa ecc.) di mantenere uno status quo che ha portato al vertice del calcio planetario club di Stato, o simili, e che a noi, poveracci, scompigliati come siamo, non basterebbe l’intervento della Cassa depositi e prestiti per scalzarli. Qual futuro, allora: qui o là?
NO, QUESTA VOLTA NO. Abbiamo sempre pensato ( e detto) che se non ci fosse un quotidiano come la ‘rosea’ bisognerebbe inventarselo. Eppure, questa volta, no, bisognerebbe non averla mai letta. Come un brutto sogno. Scarnificato in quelle due paginone ( 24/25, venerdì 16 aprile) dal titolo ‘ Champions del deserto‘. Dove ad essere sdoganati sono i due stati o staterelli del Golfo che, ricchi sfondi come sono, van cercando alternative ai loro pozzi di gas e petrolio.
Si dice che voglino creare ‘ marchi planetari‘, o anche ‘oasi’ felici in cui il resto del mondo possa andare a riparare nel bel mezzo delle sue tempeste più esistenziali che economiche. Per loro la pelota è un oggetto simbolico invitante. E, infatti, elargendo danari di Stato a destra e a manca ( il sor Pep, ad esempio, intasca quanto gli stipendiati dell’Atalanta), regolando bilanci come meglio gli aggrada, sono riusciti ad approdare nella finale d’una competizione sportiva che più vista e redditizia di quella non c’è.
A sfidarli saranno la squadra d’un ( ancora) indecifrato oligarca russo uscito non si sa come dal buio della steppa e il vecchio Panda Real, di nobilissimo pelo, ma oberato di debiti, atterrito dagli squarci di futuro, incerto, tanto che il suo mentore attuale va vagando per il mondo alla caccia ( disperata) di danari.
All’origine del fenomeno City c’è un progetto: rendere concorrenziale la capitale Abu Dhabi rispetto alla più celebre Dubai. Tutto legittimo, ma che centra questo con il nostro calcio, con la nostra Europa? Che ci frega? Sogni loro, del deserto, materia inoltre per Amnesty International, e che portano in dono a noi?
Luci, ombre e una certezza – chiude l’infausta edizione della ‘rosea’ - : perchè il Manchester City ( sbarcato nel frattempo anche in Francia con l’acquisto del Troyes, candidato alla promozione in Ligue 1) non è solo una squadra di calcio. Ma molto, molto di più. Forse, non è che per questo ’di più‘, dividendoci, gli stiamo spalancando porte e finestre?
SOMMERSI DAI DEBITI. Meglio tardi che mai dicevano i vecchi saggi. Che oggi esulterebbero a leggere un ’trafiletto’ ( pag 11, Gazzetta del 20 aprile 2021) sulla real conditio del calcio inglese. Finora sbandierato come un Eldorado che elargiva doni e sorrisi a tutti e a tutto, e in questa riscoperto ‘ ricco, sì, ma sopra una voragine di debiti‘. Il suo passivo è di 4,65 mld euro e le sei squadre intenzionate a disputare la Superlega danno un contributo decisivo.
Infatti, sul cratere della voragine sta il Chelsea, del misterioso conte di Montecristo russo, con 1,51 mld euro trasferito alla holding Fordstam Lmt. Campagne acquisti faraoniche, stipendi da nababbi e Stamfort Bridge con capienza ( 42 mila) contenuta.
Seconda in rosso è il Tottenham, con 1,28 mld euro; terzo sta lo United, con buco da 528 mln euro, seguito dal Liverpool per un ammanco di 272 mln euro e quindi dal City, rosso anche lui, ma per 200 mln euro. Ora le cicale d’Albione per passare l’inverno bussano alla porta dei fondi americani: apriranno senza farsi … ( debitamente) pagare? L’altro Eldorado europeo, quello dei Panda d’ Espagna, mostra queste cifre: 1.173 mln euro di rosso per il Barca, 901 per il Real e 494 per l’Atletico. Che manco stiamo a commentare.
( dal 12 al 16 aprile). Al Master 1000 di Montecarlo ce li hanno eliminati tutti, tranne il Fogni, che del torneo è l’ultime re. Il grande Djoko dopo aver scappellato il giovin Sinner, lo ha celebrato: ‘ Costui è il presente e il futuro di questo sport‘. Uscito anche Nadal, plurivincitore, semifinali e finale insolita per il Master 1000 Montecarlo.
Tornano in pista auto e moto. Le auto a Imola, le moto a Portimao. Con tante curiosità. Nelle auto, per scoprire se quei blasfemi che continuano ad augurare alla ‘ rossa’ di assidersi al terzo/quarto posto nell’agone mondiale, non siano ancora al concorrente che la ’rossa‘ non è una vettura ma un mito.
E che, come tale, poco o nulla le importa arrivare terza o quarta o ultima. Il suo è ben altro destino. Che il tempo non sfiora. Di cui pochi godono. E infatti abbiamo forse abbiamo cambiato visione su chi fossero Achille ed Ettore, Ulisse ed Enea? O, ancor di più, il Pegaso 0 l’ Ippogrifo alato?
Nelle moto, invece, s’è rivisto in pista il Marc pigliatutto dopo il doloroso e problematico recupero dall’ incidente di un anno fa. Tutti si chiedono se il ragazzo ( 28 anni) sarà come quello di prima o no. Per noi, con tutto il rispetto per il campione, il grande campione, sarà molto difficile. Non impossibile, ma molto difficile.
Perchè con il suo stile ( sempre ) pronto a sfidare le leggi della fisica, per forza di cose, cose nuove, è messo in una condizione non agevole. Rischiosa. Facile a consegnargli un prezzo altissimo. Se poi, dal cilindro, saprà tirar fuori impensabili conigli, lo vedremo. Intanto gli auguriamo di competere al meglio, davanti ad una muta di giovani centauri che di sorbirsi tubi di scarico manco ci pensano.
Cogliamo qui l’occasione anche per indirizzare una domanda al Maestro : ‘ Cui prodest, Vale ?‘. Lottare per qualcosa di importante ci sta, ma per arrivare in fondo alla lista, val la pena insistere? Ha detto un altro Maestro: ‘ L’entrata in scena è fondamentale, ma se sbagli l’uscita rischi di bruciare tutto‘. L’Aprilia, che sembra ridesta, sta provando il Dovi. Chissà che non nasca se non un matrimonio almeno un fidanzamento?
CALCIO. SEMIFINALI CHAMPIONS. PSG-Manchester City; Real-Chelsea.
CALCIO. SEMIFICALI EUROPA LEAGUE. Manchester United-Roma; Villareal-Arsenal.
Coppe europee, oramai solo un festival per ‘spendaccioni’. Al quale sono stati ‘invitati’ ( in veste di spendaccioni ) il Chelsea dell’oligarca russo e il Real Panda del neo miliardario Florentino.
Il duello in semifinale vedrà di fronte due cugini, entrambi ricchi e titolati figli del deserto. Il primo, alla francese, nelle mani di Tamin bin Hamad Al Thani, 40 anni, emiro in carica di Doha dal 2013; il secondo, alla inglese, in quelle di Mansour Bin Zajed Al Nahyan, 50 anni, vice primo ministro e ministro degli Affari presidenziali degli Emirati. Due club-Stato, di proprietà di fondi del Qatar e degli Emirati. Il loro piani prevedono obiettivi ambiziosi, tra i più ambiziosi del mondo, e che puntano a fare dei due paesi ‘ marchi planetari‘. Chiaro che, non tirando fuori un dollaro dalle proprie tasche, possono spendere e spandere quanto più gli aggrada.
Davanti a loro pure i Panda spagnoli o tedeschi cominciano a boccheggiare. Basta scorrere alcuni numeri: 1,4 i mld di euro sono spesi dal Psg dal 2011 a questa parte. Lasciamo perdere (poi ) il City, che col solo ingaggio fornito al Pep coprirebbe una stagione di compensi all‘Atalanta.
Dunque, ( ormai) siamo davanti ( rassegnati? ) a club-Stato, incontrollati e incontrollabili, ( soprattutto) da parte di una Uefa ridotta a ‘ bella statuina’, che sembrano avere rotto ogni ultima ( sportivamente) lecita resistenza. Noi, tra l’altro, poveracci ancor alle prese con le acrobazie in Lega del sor Lotito, ci limitiamo più ( che assistere) a ( fare il tifo ) per questo o quello. Felici e raggianti.
Scordando però ( manco a dirlo ) gli interessi della Patria nostra, come capita da qualche secolo a questa parte. Epperò, valutato come si muovono gli altri, i nuovi signori del pallone, se non altro per far vedere che ancora restiamo, perchè non provare ( anche noi) a creare ( qualche ) club-Stato, ( magari ) chiedendo una mano, chessò, alla Cassa depositi e prestiti?
( Ndr) Sceicco, in arabo, significa ‘ anziano’ e anche ‘capo‘; Emiro, invece, indica’ comandante, principe, governante’. Un titolo tuttora portato dai sovrani di alcuni Stati.
( dal 6 all’11 aprile). E se la Beneamata si avvicina ogni ora di più al 19° scudetto, dietro le si è accanita la feroce di muta di quelli che vorrebbero andare in Champions. A far che cosa non si sa, visto che le nostre ultime rappresentati altro non hanno fatto che le belle statuine.
Champions a parte, c’è una ‘ rometta‘ d’un inca… o Fonseca che in Uefa riesce a farsi rispettare. Ad Amsterdam ha battuto i giovin fenomeni dell’ Ajax, con due golletti ad uno, ma tanto potrebbe bastare nel ritorno per rivedere una nostra in semifinale di Coppa europea?
Non ci attardiamo più sul calcio mercato che, visto da un divano, poco si capisce. Si va lamentando un calo generalizzato, brutale, di entrate, eppure, gli squali e squaletti che hanno fatto man bassa d’entrate negli anni addietro, del tutto se ne fregano. Come si faccia pretendere rialzi ( e perfin raddoppi) in un momento come questo a noi, dicevamo, su un divano, non è dato da capire. Ci sembra tutto talmente contradditorio che rimandiamo, potendo, agli aruspici dipanare le trame del calcio a venire.
CALCIO SERIE A. XXX GIORNATA. ( sabato 10 aprile ) Spezia-Crotone 3-2, Parma-Milan 1-3, Udinese-Torino 0-1; ( domenica 11) Inter-Cagliari 1-o, Juve-Genoa 3-1, Samp-Napoli 0-2, Verona-Lazio 0-1, Roma-Bologna, Fiorentina-Atlanta.
CLASSIFICA XXX GIORNATA. Inter 74 punti, Milan 63, Juve 62, Atalanta 61, Napoli 59, Lazio 55 … Cagliari 22, Parma 20, Crotone 15.
PROSSIMO TURNO. XXXI GIORNATA. ( sabato 17 aprile ) Crotone-Udinese, Samp-Verona, Sassuolo-Fiorentina, Cagliari-Parma; ( domenica 18) Milan-Genoa ( 12,30), Atalanta-Juve, Bologna-Spezia, Lazio-Benevento, Torino-Roma, Napoli-Inter ( 20,45).
Ma tant’è. Non è ancora tempo della terza di F1, sono appena discesi di sella i centauri delle moto. Domati, al momento, dal ragazzone siciliano all’anagrafe francese, ma con codazzo di piloti d‘Espagna al seguito che ( con o senza Marquez ) sanno farsi rispettare, eccome. Latitano, invece , i nostri. Con il Morbido che più ‘morbido’ di così non si pote e con il Maestro che starà pensando più a come arricchire d’optional il suo nuovo, lussureggiante, panfilo, che altro.
Si avvicina Montecarlo per i nostri della terra rossa ( cinque iscritti), si avvicina anche il Giro, tutto dedicato al sommo Poeta. Del doping sui fenomeni di Manchester ( caso mai) non si parla più, forse per non allargare l’indagine dal ciclo al calcio e via andare, visto che quando la prestazione sportiva è demandata ( soprattutto) alla fisicità, come esperienza docet, qualcosa di inconfessabile, d’imbarazzante, c’è sempre. Forse, passare da ( abili ) ‘pratici’ a ( cinici) ‘praticoni’ il passo è più semplice di quel che non si crede.
S’è offeso nel frattempo il turco, indegno erede di Mustafà Kemal Ataturk, quando il nostro Draghi l’ha nomato dittatore, che comunque voglia dire l’interessato su quella strada va decisamente dirigendosi da alcuni anni a questa parte, dopo qualche abile esercizio d’ illusionismo iniziale. Tra l’altro il ‘buzzurro‘ ( incivile, maleducato) o ‘tiranno‘ o che altro sia non aveva avuto alcun occhio di riguardo per una signora che più signora di quella è difficile trovare.
E questo non tanto per una questione di genere, ma di valori. Tanto più che la signora Leyen rappresenta degnamente quella Comunità europea ( ancor ) divisa, un poco codarda, ma che guarda con sempre maggiore apprensione alle acrobazie del turco, in Medio Oriente, con quei poveracci dei Curdi, verso gli isolotti dei Greci, in Libia , dentro e fuori del suo Paese, dove per trovare oppositori bisogna recarsi in carcere.
Probabile è che nei suoi studi scolastici il soggetto si sia fermato agli Ottomani, che da tempo (però) hanno salutato i libri di storia. E comunque ben venga che ( finalmente) un leader europeo, delle intenzioni di Draghi che non sono certo quelle d’un Mussolini, che con lui centra come i cavoli a merenda, cominci a soffiare sul collo di un personaggio che, al di là delle simpatie e antipatie, dei successi veri o presunti, dei concittadini in galera, rappresenta ( ormai) un ( chiaro) pericolo per la pace e la democrazia ( non solo ) mediterranea.
E comunque sia, fossimo nel ‘buzzurro‘ o ‘ tiranno‘ che dir si voglia, nell’attraversare una piazza, cominceremmo a guardarci ben bene attorno, perchè se ai turchi verrà concesso quello che ( a suo tempo) è stato concesso agli italiani, quante tranquille passeggiate il ‘ ragazzolo’ potrà ( ancora) permettersi? Sulla posizione ( finalmente) di un leader vero come Draghi qualcuno, lassù, in camera caritas Ue, si è defilato.
La cosa non ci sorprende. Sarebbe troppo bello che una nuova (grande) Nazione potesse nascere da un giorno all’altro. Con tutto quello che è successo nel passato. E solo tra sorrisi e fiori. L’importante ( semmai) è che non s’abbia (ancor ) parafrasare un verso noto ‘ Ahi, Europa, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non signora di province ma bordello…’.
( dal 4/5 aprile) E’ sta una Pasqua serena anche se un po’ freddina. Serena, però, per quel che poteva essere, viste le restrizioni qua e là imposte. E con qualche richiamo di grande sport, come la Moto a Doha e la finale del nostro Sinner al Master 1000 di Miami.
Stan sull’uscio anche le coppe di calcio che, con piglio da barzelletta, vedranno una sola italiana ( Roma) a competere per i trofei continentali. La circostanza, ovvio, sta dando fiato alle trombe di quelli che vorrebbero tenerci col cilicio addosso ad ogni ora dell’anno. Dobbiamo imparare qui, dobbiamo crescere là.
Una nenia infinita, quando invece i nostri problemi sono ( ben) altri: una dirigenza ( tra Federazione e Lega) degna di questo nome, dei nuovi ( urgenti) impianti, qualche venditore di pallone che sappia vendere il nostro al mondo e non quello degli altri.
Ma siccome che per realizzare tutto questo occorre gente ‘ con le palle’, gente che in questo momento da noi di certo non abbonda, ecco che ( i più) non fanno altro che celebrare gli altrui orticelli: siamo seri, ma che doveva imparare il Milan del Pioli dai corridori dello United, alla prima d’andata, con quel ( bellissimo) gol negato ( non si sa perchè) al Kessie che ben altro indirizzo avrebbe imposto alla doppia sfida?
E che doveva capire la Dea del Gasp che, anche qui alla prima d’andata, al cospetto del Real Panda, è stata privata fin dal via di uno dei suoi giocatori più importanti ? La sorte ha voluto che perfino il buon Nicolato, taglieggiato da ben quattro rossi in due partite, non cadesse nella disperazione, perchè allora anche all’Under 21 avrebbero tolto il giusto premio di approdare ai quarti. Infine, la Compagnia del Mancio da chi dovrebbe andare ad apprendere l’arte del buon calcio?
Da chi? Inevitabile è qui chiedersi: perchè si lasciano impuniti quei prepotenti che ( si ) permettono di trattarci ( ogni volta) in malo modo? Ma non c’è (proprio) nessuno ( laddove sono deputati a farlo) sveglio al punto giusto non tanto per ‘ reclamare regalie‘ ma solo per ‘ farci rispettare‘ ?
Che il nostro Sinner non abbia vinto, tutto sommato, non ci addolora più di tanto. Perchè anche qui le truppe cammellate erano pronte a far corte alle spalle del vincitore per osannarlo oltre misura. Facendogli casino piuttosto che chiarezza. Magari impedendogli di affinare ( con calma, con juicio) prestazioni già d’altissimo livello. La fretta, si sa, è bene e spesso cattiva consigliera. Del resto il ragazzo, il campione, c’è, e allora perchè non tenercelo stretto, ben stretto, sognando le gioie dei tempi felici?
Sale in vetta alla MotoGp il Fabio siciliano per l’anagrafe francese. Scendono invece agli Inferi tanto il Morbido, che più ‘ morbido’ di così non potrebbe essere, quanto il Maestro, che men ‘ maestro’ di così non potrebbe essere. Ormai sono in tanti quelli che si chiedono se questi ( presunti) terminator possano sforare o meno le leggi del tempo.
Le eccezioni ci sono sempre state, sempre ci saranno, ma restando però eccezioni e non altro. Qui nessuno vuol più invecchiare. Tra le belle (o meno) dello schermo, tra i campioni ( o meno) dello sport. Infatti gli elenchi cominciano ad essere ( incredibilmente) lunghi. Nella meravigliosa serie su Sky dedicata all’inimitabile Totti il tema tempo è ossessivo ma inevitabile. Tra le altre è spiccata una frase, un concetto, sul quale perchè non riflettere : ‘ Importante è l’entrata in scena, ma se sbagli l’uscita (ti ) bruci tutto’ .
PASQUA DI RESURREZIONE. Si valica marzo, si giunge alla Santa Pasqua del 4 aprile. Saltano questo week end le auto di F1, tornano invece le moto, sempre a Losail. Sulle auto, risultati, commenti e dichiarazioni del Binotto, non c’impipa nulla. Proprio nulla. Sentire parlare della ‘rossa’ come un tempo si faceva per la ‘ serva del povero Zoffoli’ ci duole al punto che lasciamo ai tanti soliti insulsi saputelli l’onere, l’onore e la gioia del commento. Le auto torneranno il 16/18 aprile a Imola.
Scendono invece di nuovo in pista le moto. Si diceva, ancora sulla stessa pista ( 5.38 metri) per il Gp di Doha. Nella prima Vinales ( Yamaha) ha ‘ fottuto‘ le due Ducatone di Zarco e Pecco, partito, quest’ultimo, di gran carriera per accorgersi, poi, nel finale, che di gomma ne teneva ancora poco. Difetto d’esperienza e di manico, ancora da affinare. Siam certi che Pecco tal lezione ha ( ben ) incamerato e non è detto che colga una ‘vittoriosa vendetta’ già alla seconda prova.
Comunque già così lo spettacolo è buono, per diventare ottimo, almeno per noi, bisognerebbe che il Morbido non andasse in bambocce per problemi tecnici e il Vale non finisse nelle retrovie per ( l’inevitabile ) usura naturale, che balza fuor di solco quando men te la aspetti. Oltre a qualche imberbe di Moto3 e Moto 2, che si dessero una mossa.
Dicevamo che l’Armani stava ad imitare l’albero di Natale, e però, questa volta , sfavillando, il risultato lo ha portato a casa. Battendo la Stella Rossa ( 72/93) ha staccato il pass ( dopo sette anni) per i play off di Champions, dove dovrà affrontare una agguerrita compagnia di otto pretendenti: Barca, CSKA, Efes, Fenerbahce, Vitoria, Bayern e Real Madrid.
Chi ‘maraviglia‘ in queste ore però è l’allampato ragazzino di Sesto Pusteria, 19 anni, che al Master 1000 di Miami, ha raggiunto le semifinali. Per noi basterebbe anche così, dato che esperienza insegna che a partire a tutto gas ( Pecco docet) si rischia di trovarsi (poi) senza motore o gomma o altro in vista del traguardo.
Infatti, a19 anni, quel che fa il nostro ragazzo, non è male, anzi, è già qualcosa di speciale. Perchè allora non lasciarlo crescere secondo i ritmi della natura e non della gloria prematura o ( peggio ancora ) del portafoglio?
E mentre il calcio valuta i suoi ( clamorosi) ammanchi, dei quali i vari celebrati procuratori poco si fregano, abbiamo salutato con gioia la terza del Mancio, che con nove punti in saccoccia può aspettare con calma gli svisserotti nostri nobili antagonisti nel mese di settembre. L‘ Under 21 del Nicolato, grande uomo per grandi tornei, intanto, bastonando gli sloveni ( 0-4), s’è guadagnata il passaggio ai quarti ( 31 maggio-6 giugno) dove dovrà vedersela con la prima classificata del girone D , ovvero il Portogallo.
Sullo sfondo del tutto, s’intravede Cortina 2026.
CALCIO. QUALIFICAZIONI MONDIALI. GRUPPO C. Italia punti 9 ( 3 partite), Svizzera 6 ( 2 partite), N.Irlanda 1 ( 2 partite), Bulgaria 1 ( 3 partite), Lituania 0 ( 2 partite).
OSSERVATORIO ARBITRI UEFA. A Vilnius ha diretto il polacco Raczkowski. Dopo il primo quarto d’ora tre cartellini gialli, due per gli azzurri. Il primo corretto, il secondo sbagliato. Un minuto dopo l’Italia chiede un rigore per fallo sul Berna, ma non sembrano esserci gli estremi. Al ’26 invece altro errore tecnico sul giallo a Locatelli ( diffidato, salterà la prossima partita contro la Bulgaria). Al 4′ di recupero calcione a Barella, appena dentro l’area lituana: rigore netto.
Alla Nazionale maggiore associamo l’ Under 21, con quattro rossi che hanno decimato la truppa del Nicolato, notoriamente prima educatore e poi allenatore, eppure fatto passare ( dai capaci arbitri Uefa) come il capo d’una banda di teenagers in uscita dalle loro periferie urbane. Nonostante tutto ciò, sta ai quarti.
In questa vigilia di Resurrezione vorremmo trattar di questo e non d’altro. Sempre più forte sale il bisogno non solo di recuperare spiritualità, ma anche di una fede antica, millenaria, capace di torti e deviazioni ma anche di presenze ed opere prodigiose, che sembra tornare al centro della meditazione, con le sue ‘ scelte’ vitali al centro dell’interesse del nostro tempo ( ambiente, integrazione, dialogo tra religioni, attenzione ai più deboli …) senza dimenticare però quello che il tempo non può dare.
L’anziano papa Francesco che sale in solitudine una scalea inumidita dalla pioggia e oscurata dalle ombre della sera ( forse come nessun altra volta ) ci ha fatto cogliere una vicinanza frutto non solo di secoli ma del bisogno attuale di una umanità universale che trasformi il buio del quotidiano in luminosa eternità. Buona Pasqua di Resurrezione a tutti!
(Da lunedì 29 marzo) Non si fa tempo a dir bene dell’Armani, che già bisogna mordersi le labbra. S’accende e si spegne come luci di Natale. Speriamo di non dover fare altrettanto con quei ragazzotti ( o ragazzini) che si stanno battendo su campi da tennis dell’altro Emisfero.
Sono tornate in pista moto e auto. Nelle moto, solo due podi, in Moto 2 ( Bez) e Moto Gp ( Pecco), e poco altro. Il Morbido s’è eclissato, il Vale più che in gara doveva pensare agli optional richiesti per indorare il suo panfilo da 7/9 mln euro.
Nelle auto finale annunciato anche se , di riffe e di raffe, strappato in extremis al Predestinato nato in un campo di tulipani ma che più che Predestinato, molto probabilmente, dovrà cercare di salvaguardare quel titolo di ‘ sfascia rosse’ che s’era bellamente appuntato al petto ( a cominciare ) da quella volta dove con un sol colpo ne fece fuori due.
La memoria da elefanti dei fans della ‘rossa’ non dimentica. Nè perdona.
Anche se ci convinciamo sempre più che certi titoli hanno senso accumulare scartoffie più che indicare i valori in pista. Non ci fosse stato quell’assurdo regolamento, infatti, per quella fasulla uscita di pista in curva, il Max, avrebbe portato a casa una vittoria che s’era ampiamente meritata.
Il delirio del Toto a fine gara è apparso fuori di luogo, a meno che quei tituli non li ritenga ( soprattutto) ’parto’ suo e ( poco ) altrui. Non delira ma sonnecchia il sor Binotto che picciol mossa s’è dato, anche se con tal foga che ( questa ) a Cesare poco sarebbe servita per far rientrare gli Elvezi nelle loro sedi tra monti e laghi.
E Nazionale del Mancio a parte chiamata ad incamerare altri tre punti in Lituania, qualche domanda attira il calcio.
I soliti arbitraggi Uefa stanno mettendo in cattiva luce anche i ragazzi della Under 21, con quattro espulsi in rosso in due partite: non è che stiano cercando di far passare l’immagine, che quel buon uomo che li guida stia allevando bande criminali piuttosto che novelli giocatori di pallone? C’è qualcuno che sorveglia?
Intanto quei diritti tivù ceduti al Dazn, eppoi la folle richiesta d’adeguamenti che incurante del Covid ha preso d’assalto le casse ( al momento) vuote delle nostre società.
Sul passaggio a Dazn saranno in parecchi a capirci poco o nulla per un bel po’ di tempo; che poi serva a farci tornare agli antichi splendori, lo vedremo. Sugli adeguamenti, invece, vorremmo chiedere a quelle truppe di mercenari che più mercenari di così non potrebbero, se stanno cercando la luna nel pozzo o che altro.
Gigio, poveraccio, da 7 vuol passare a 10/11/12 mln euro, che manco lui sa quanti ne chiede lo squaletto nascostosi tra i tulipani; il Paoletto anche lui poveraccio vuol salire verso i 10; perfino il Chala, che poveraccio rispetto agli altri è davvero, chiede d’arrampicarsi dai 2,5 ai 7,5 mln euro. Insomma tutti verso l’alto, a rimira le stelle.
Li imitasse nei suoi salti in pedana il Tamberi potremmo già pronosticargli una medaglia d’oro ad Olimpia, con misura tale da restare ineguagliata per qualche secolo a venire.
( weekend 27/28 marzo). Allora, che dire?, tanta è la carne sul fuoco. Intanto la balda compagnia del Mancio da Jesi ha iniziato il viaggio verso la Pentastella. Sul fronte interno, Cr7 ha un altro anno di contratto con l’Incompiuta e resta, mentre per la Beneamata si aprono autostrade verso il 19° scudetto.
Il Diavolo è alle prese con i danari, per i rinnovi, come quello per il Gigio che tramite lo squaletto di sua fiducia chiede un incremento stipendio che se concesso, in un tempo dove gli incassi ( per tutti) sono diminuiti di così tanto, e senza rosee prospettive, affonderebbe non solo i rossoneri.
Il buon Prandelli lascia la Viola per eccesso di stress. ‘ Non mi ritrovo più in questo calcio. Sono stanco…‘ dice. Come non credergli? Come non essergli accanto? Tutta la politica, improvvisamente vispa e vegeta, grida all’unanimità: ‘ Date i Giochi a Schwazer!’.
Orgoglio puro crea il groppo davanti alle imprese delle nostre squadre di volley nelle Coppe che, comunque si concludano, maschili o femminili che siano, segnano la netta preminenza del nostro movimento su ogni altro movimento pallavolistico planetario. Riaccendono i motori tanto le auto quanto le moto. Le prime in Bahrain, le seconde in Qatar. Con tante novità, con molti pretendenti, e Marquez per due Gp ancora al palo ( tornerà al terzo ). L’inferno della Roubaix è rinviato ad ottobre.
Vediamo ora qualche commento. Sul Mancio da Jesi capitano di ventura non abbiamo mai avuto dubbi. Semplice, attento, coerente. E, soprattutto, voglioso di stampigliare sulla più cara maglia al mondo, quella azzurra, la quinta stella che da (troppo) tempo attende di fissarsi al posto suo più consono. Buona la prima del girone contro l’Irlanda del Nord: tutto fatto nel primo tempo, 2-0, con gol di Immobile e Berardi. Buona anche la seconda con la Bulgaria ( 0-2). Fate passare la Lituania.
Sul Campionato, non c’ è molto da dire, mancano dieci/undici incontri, con una trentina di punti in palio, ma la situazione, salvo sorprese sempre possibili nella tana dell’Araba Fenice, sembra già ( grosso modo) definita.
Al vertice, però, e non per la Champions e la retrocessione. Dove, nella prima, con tutto il rispetto per squadre come la Lazio del Lotito, dovrebbero andare quelle che in Europa si trovano a loro agio. Come il Diavolo, ad esempio, sette Champions con 11 finali, in questa però angustiato da quello squaletto che per insaziabil fame sua dà l’idea che a volere comporre la squadra rossonera debba essere lui e non altri. Incredibile a dirsi: ma non c’è nessuno, proprio nessuno, che ( dalle nostre parti) possa metterlo in rete e spedirlo in altri mari, magari in quelli dove deposita le sue pesanti covate d’oro?
E comunque sia speriamo che il Gigio, visto che pane e companatico non manca per non morire di fame, faccia la scelta giusta, magari dando un bel calcione allo squaletto e optando una volta tanto non per i danari ma per una maglia. Quella che lo ha fatto e lo farà ancor più grande. Quella di cui tanti bambini continuano ad innamorarsi.
IL MARCIATORE SCHWAZER. Sul giovane Schwatzer, marciatore trentino, ne hanno dette e fatte di tutti i colori.
Contribuendo a generare un miracolo impossibile perfino ad un fuoriclasse come Mario Draghi: unire, cioè, tutti partiti, sottoscrivendo compatti alla Camera una risoluzione in commissione Cultura, Istruzione Sport, per invitare Governo e Coni ad attivarsi presso gli organi sportivi internazionali affinchè il ragazzo ( innocente) possa partecipare ( come suo diritto) alle prossime Olimpiadi.
Per lui niente doping, infatti, e semmai una squallida manipolazione per incastrarlo. Una sorta, insomma, di affaire Dreyfuss. Che ha indotto illustri rappresentanti del movimento atletico internazionale a pronunciar sproloqui, mentre alla Wada non sanno più che pesci prendere. La cosa ci fa doppiamente piacere: per il ragazzo, per l’Italia.
Che, finalmente, scrollandosi di dosso anni ormai lontani, e riprendendo in mano il filo interrotto della sua rinascenza, compatta quando serve, ha rimesso le scarpe a punta per far intendere le sue ( sacrosante) ragioni. Che se a Coe e a suoi della Wada non stanno bene, possono anche ( liberi e giocondi) tornare a correre lungo i fossi. Senza maneggi, è ovvio!
UN VOLLEY MONDIALE. Conegliano annuncia che la Paoletta resta. Per il 2021, ma si spera anche oltre. Del resto che va cercando la nostra atleta? Colà le vogliono un bene dell’anima, colà è diventata la più brava al mondo, colà non gli fanno ( mai) mancare spianata calda e odorosa mortadella per evitare di farla morire di fame.
Anche lo zar Ivan, migrato al momento in Siberia, sta pensando al ritorno a casa. Nulla di ufficiale dice lui, ma le voci lo danno ( sempre più) a Civitanova. Nel frattempo s’assommano gli obblighi in maglia azzurra. Che culmineranno nell’Olimpiade giapponese, l’unico trionfo che manca al formidabile movimento pallavolistico azzurro. Il prossimo anno il campionato italiano risulterà ancor più competitivo, oltre allo Zar, ( si dice che) torneranno Bruno, Ngapeth, Anderson.
DUE FENOMENI PER LA ROSSA? Dire come dice il buon Binotto che ‘ sarà questo un anno di transizione‘ equivale, per i fans della ‘rossa‘, ad una ammissione non di realismo ma di insipienza. Onde per cui l’interessato farebbe bene cercarsi ( fin da ora, caso fosse) un posticino tranquillo sul lago di Ginevra per dedicarsi o alla pesca o al ripopolamento della fauna lacustre. Infatti a chi è stato dato il dono di guidare una ‘rossa‘ non può certo trattarla alla stregua di altre vetture.
Perchè il solo salirci sopra vuol dire correre per consegnare i sogni degli uomini agli dei . Senza limiti. Senza prudenza. Senza mediocrità. E solo chi crede in questo può permettersi di contribuire o a progettarla o starle accanto o a salirci sopra. Allorquando i signori Toto e il suo amicone Jean si dilettano a stilare classifiche, prestazioni, record, dimenticano ( o fan finta di dimenticare) che ( per i fans planetari della ‘rossa‘) poco o nulla contano.
Anche perchè ‘ strappati‘ non con giusto confronto ma con la demolizione ( concessa e sistematica) dell’avversario. E quando la ‘rossa’ ha cercato di far valere le sue ragioni, sacrosante, certificate, come in tanti testimoniano, lassù, in alto, nessuno le ha dato ascolto. E comunque senza gran danno perchè i fans della ‘rossa‘ hanno un loro modo nell’attribuire titoli e stabilire valori. In primis quello del cuore. Lo stesso che ( simbolicamente) espongono sotto il palco di Monza. E che batte con ritmo suo. Per loro (ad esempio ) il piccolo grande Giles vale infinite volte più d’altri titolati. Lui in eterno, gli altri solo per le scartoffie. Come quelle accumulate ( ultimamente) dal Toto e dal Jean, naturalmente.
L’ANNO DEL MORBIDO? E rombano i motori sulle MotoGp. In Qatar. Con una sfilza di pretendenti al titolo da far paura. Infatti, mancando il gatto i topi ballano. Re Mir, al momento, non si sbottona: la sua Suzuki è un rebus. Non sono un rebus invece le Ducati ( orfane del Dovi) e le Yamaha, quest’ultima con una coppia in sella da leggenda. Su una c’è il Vale che, pur rispettando il parere di Cecchinello, resta l’astro lucente di quest’ultimo quarto di secolo, sull’altra c’è il Morbido.
Giovane al punto giusto, cresciuto al Ranch, già mondiale di Moto2, prodigo dei consigli del Maestro ma già pronto a metterci del suo, potrebbe infatti rappresentare un altro di quei ( grandi) campioni che il motociclismo azzurro sforna da quando ci sono moto che sfrecciano su una pista. Non crediamo abbia timore del ritorno del tiranno Marc, che comunque bisognerà valutare al netto di una vicenda che non può non averlo segnato profondamente. Quel che appare certo è che sarà un gran Mondiale.
( 25 marzo 2021) DEUS IBRA. Il Dio che si commuove è un Dio umano. Diremmo cristiano, anche se i cristiani nelle terre fredde del Nord dove lui abita latitano. Tutti, gli dei, tranne lui, l’Ibra che è tornato ( pure) in Nazionale. Nel Challenge Cup uomini finale di ritorno Ziraat Ankara- Milano ( andata 2-3).
L‘ Ibra che sta conducendo una comitiva di giovani calciatori rossoneri nell’Olimpo del calcio europeo, dopo un decennio in cui la ‘squadra più titolata al Mondo‘ , quella degli Immortali e degli Invincibili, era rimasta fuor della porta d’ingresso. Per lui si parla di rinnovo. Per lui si parla di chiudere una luminosa carriera in una delle mitiche due o tre squadre al Mondo. Il sogno di ogni bimbo, soprattutto se nato povero. Nei paraggi del calcio assediato dal virus, continuano a navigare squali e squaletti affamati di soldi.
Per il Gigio, ad esempio, c’è uno squaletto ( tanto celebrato) che chiede 12 mln netti annui punto basta. Per il bene del calcio ( nostro e altrui) non sarebbe bene mandarlo ad impigliarsi ( finalmente) in qualche solida rete di qualche altro mare ?
Intanto riprende il cammino verso la Pentastella della Compagnia del Mancio da Jesi. Con tre test qualificazione per il Mondiale, oltre ad altri sette/otto nell’altra parte dell’anno per per l’Europeo e la Nations League.
Qualcuno dice che i nostri non sarebbero favoriti, perchè avanti sono Francia, Germania oltre ad un outsider. Opinione che, francamente, non condividiamo anche se, a dire il vero, partire calati ( per noi) è meglio che arrivar gasati. Tuttavia, non possiamo nascondere la soddisfazione di avere ritrovato tanti atleti giovani, tanto talento e un’ottima guida.
Che ci fa apparire gli antagonisti ( dell’Oltralpe) tutto fuorchè spauracchi; ovviamente, Fifa, Uefa e arbitri lor dipendenti, permettendo. In un modo o nell’altro infatti ( di recente) ci hanno espulso ( perfino) dalle coppe, bisognerà che ( almeno stavolta) qualcuno ( lassù, da noi ) resti sveglio per non farci appioppare ( di nuovo) oltre al danno anche la ( abituale) beffa.
Super Conegliano, in finale Champions. Novara si arrende, mentre l’Imoco non perde da 468 giorni. L’altra finalista potrebbe essere Busto, contro le turche già battute in casa ( 2-3). Per compiere un altro prodigio di questo nostro volley femminile. Dicono che la Paolina voglia andare a fare esperienza di vita ( oltre che di tasca) altrove.
Ma dove, cara Paolina, meglio di qui? Ti vogliono un bene dell’anima, sei diventata la più brava, i soldi per una spianatina calda con mortadella non te li fanno mancare, che altro vuoi dalla vita? Intanto il Monza annienta il Galatasaray ( 3-0) e conquista la coppa Cev.
Nella scherma primo trionfo della prodiga disciplina nell’anno olimpico con la spada maschile a squadre che, in Kazan, rimonta l’Ucraina ( 44-43) e vince al cardiopalmo. A Miami inizia un Atp 1000 ( 5,5 mln montepremi, cemento ) con una vagonata di nostre speranze azzurre. Confidiamo.
QUALIFICAZIONE MONDIALI QATAR 2022. ITALIA gruppo C. QUALIFICAZIONI: ( giovedì 25, ore 20,45, Parma) ITALIA-Nord Irlanda; ( domenica 28, ore 20,45) Bulgaria-ITALIA; ( mercoledì 31, ore 20,45) Lituania-Italia. L’ITALIA del Mancio ha anche due importanti appuntamenti: uno per l’Europeo ( dove guida il girone con 12 punti davanti all’Olanda, 11) e la Nation League con finali in ottobre, in Italia, primo incontro ITALIA-Spagna ( 6 ottobre, ore 20,45).
( settimana dal 20/21 marzo). E’ il turno di una Sanremo da ‘super’. Sala che probabilmente non vede l’ora di lasciare le cose come stanno, chiede: ‘ San Siro? Zhang ci dica chi guiderà il Club‘. Anche i maghi vanno in pensione, sta volta tocca a Mou Mou, abbandonato dalla truppaglia assoldata per il (suo) Tottonham.
Il Campionato riprende con una domanda: sarà l’Incompiuta che si compie solo tra le mura domestiche l’avversaria della Beneamata in fuga? Al vecchio Milan cominciano a mancare le forze, quelle dell’Ibra in primis: lui che vuol essere un dio ( forse) non sa che dai tempi di Esiodo e Omero chi più vuol sogliare agli dei prima o poi verrà punito. Infatti poco tollerano, gli Olimpici, che gli umani credano di diventare come e più di loro.
A proposito di dei, i nostri si stanno facendo in quattro per calare non in terra ma sottoterra quel ‘poveraccio’ del Draghi che ha accettato la malaugurata impresa di rimettere in linea di navigazione una barca affollata di tanti mediocri faticatori. Un vecchio, superato, politico, ha perfino evocato ‘ Colui che camminava sopra le acque‘.
Con che scopo non si sa, certo è che se quel poveraccio del Draghi costretto deglutire veleni ad ogni più sospinto molla l’impresa chi altri potrà andare ( credibilmente) al timone? Intanto prosegue la campagna di vaccinazione. Il via libera dell‘Ema ad AstraZeneca potrebbe semplificare le cose.
LE PATERNALI E IL CILICIO.( Roma a parte) ci hanno espulso dall’Europa del calcio. E come sempre nelle grandi occasioni, dai mille pulpiti nostrani giungono non difese ma omelie, o meglio, paternali, che insistono sui nostri inderogabili difetti, sulle nostre strutturali mancanze, sulle nostre inguaribili inferiorità. Una sorta di razzismo occultato. Ma è davvero col cilicio che dobbiamo cercare la soluzione dei nostri rebus, o c’è altro da fare ? Magari, una volta per tutte
Le omelie dell’Arrigo sono note. Non fanno più colpo. Anche se, a modo loro, ci mancherebbe, qualche fondamento ce l’anno. Nell’ispecie, innovare, quando è necessario, resta un buon suggerimento. Prezioso, se tempestivo e condiviso. Ma sta qui la soluzione dei nostri rebus? Andiamo allora sulla Dea del Gasp: ebbene, se non è entrata nelle otto regine è perchè s’è trovata di fronte un Real Panda inatteso o perchè non le hanno consentito di esprimere tutto quel sapeva fare?
Tutto quello che poteva fare ? Nell’andata gli hanno buttato fuori ( con invisibile, sapiente, taglio chirurgico) un elemento chiave del suo gioco nel primo quarto d’ora, costringendola a giocare per 80 minuti in dieci contro undici, finendo ( ovviamente) con l’incasso di un gol che ( nelle Coppe) vale doppio.
Nel ritorno, dopo un ulteriore ingenuo svantaggio, gli hanno appioppato un rigore che, chissà se fischiato a campi invertiti, nei fatti, ha definitivamente seppellito i meriti di una squadra che più che apprendere stava insegnando, al Real. Il quale, nel ritorno, da navigato allievo qual è, altro non ha inventato che l’atavico darsi da fare.
E del resto quale alternative aveva ? Eppoi, se dalla Dea migriamo sull’ Incompiuta notiamo che, sia pur per quel poco che meritava, un rigore nel finale della partita d’andata poteva anche pretendere, mutando i termini della disfida. E, ancora, che dire di quel ( bellissimo) gol di Kessie nell’andata allo United, ora lui avanti e il Milan fuori ? Andemm innanz, o no, visto che l’elenco è lungo e annoso?
Anche perchè chiara appare ormai la lectio magistralis che ci impartisce questa Europa di nobili e incontenibili spendaccioni ( City, Psg) e indebitati ( Real, Barca, United). Una lezione dove, per ottenere risultati, prima d’ogni altra cosa, occorre essere rispettati. Rispettati come meglio conviene.
Soprattutto in quegli impercettibili, sottovalutati, attimi che decidono le sorti d’una disfida. Tentativo che alle squadre italiane non riesce più. Tanto che al danno aggiunge la beffa, visto che a designare arbitri sono italioti al servizio altrui. Conservati sul pezzo da dirigenti nostrani che sono più patetici e modesti dei polli del Tramaglino.
Benedetti tutti dai pontificatori a chiodo fisso. E coperti da tutti quei lavaceci che s’affollano ( imperterriti) qua e là in pertugi vari, portando solo acqua fresca agli orticelli altrui. Ascoltarli è come entrare in un negozio dove il proprietario invece che illustrare la merce sua suggerisce al cliente : ‘ Ma che viene a fare qui, c’è tant’altro di meglio, altrove, in altri negozi, in altri borghi e che s’attarda qua? ’. E se cotanto è vero ( come appare sempre più vero ) a che servono i corsi d’aggiornamento, la cultura e le amenità varie?
Infine, ai giornalisti spagnoli, poco colti e molto imberbi, che ci credono un pais antico innamorato dell’antichità, altro non ci sovviene che questo: ‘ Certo che ci è difficile dimenticare il nostro passato, tanto importante, universale e attuale qual è ! Senz’altro per voi guardare indietro è esercizio assai più semplice, visto che al massimo vi toccano quattro o cinque secoli, peraltro in buona parte già passati in cavalleria’.
SORTEGGIO QUARTI CHAMPIONS. Real Madrid – Liverpool, Porto-Chelsea, Bayern Monaco-Paris SG, Manchester City-Borussia D.
SORTEGGIO QUARTI EUROPA LEAGUE. Granada-Manchester United, Arsenal-Slavia Praga, Ajax-Roma, GNK- Villareal.
SERIE A XXVIII GIORNATA. Parma-Genoa 1-2; Crotone-Bologna 2-3, Spezia-Cagliari 2-1; Verona-Atalanta 0-2, Juve-Benevento 0-1, Samp-Torino 1-0, Udinese-Lazio 0-1, Fiorentina-Milan 2-3, Roma-Napoli 0-2; Inter-Sassuolo ( rinviata).
SERIE A CLASSIFICA ( parziale). Inter * punti 65; Milan 59, Juve* e Atalanta 55; Napoli *53, Roma 50, Lazio* 49 … Crotone 15. ( * una partita in meno)
SERIE A XIX GIORNATA ( sabato 3 aprile). Milan-Samp ( ore 12,30); Atalanta-Udinese ( ore 15), Benevento-Parma, Cagliari-Verona, Genoa-Fiorentina, Lazio-Spezia, Napoli-Crotone, Sassuolo-Roma; ( ore 18) Torino-Juve; ( ore 20,45) Bologna-Inter ( andata 1-3).
Nota. Campionato sempre più in mano al Conte Dracula. Mentre la Juve voluta dall’Agnelli sprofonda, e solo Milan, Napoli e Lazio sanno tenere il passo della prima.
( settimana dal 15 marzo) Luna rossa stavolta ha fallato. Nella settima e ottava regata qualche errore di troppo non ha invogliato Eolo, il dio dei venti, ad andargli in soccorso.
E gli altri, soprattutto nella ottava, distanziati ormai di 2,5 chilometri e dunque senza più speme alcuna, hanno ritrovato il soffio propizio che gli ha consentito di recuperare un divario altrimenti impossibile da colmare. Fatto è che nel conteggio si è passati da due match point ad un problematico 3-5 a favore dei Kiwi.
Inoltre, nella nona, la Luna dopo aver condotto fino al quarto gate, s’è andata a seppellire in un buco di vento nullo. La decima è stata rinviata per scarso venticello. Per la undicesima, poi, non c’è stata storia. Si è dunque esaurito qui, con qualche errore di troppo, si diceva, il bel volo di Luna rossa. Negli anni a venire lo rivedremo?
In Champions nulla da fare per le nostre. In un modo o nell’altro, sospetto e lecito o meno, non importa, si va fuori e basta. Tanto che non si potrebbe cominciare a pensare di togliere da tanto inutile ludibrio lo nostro ingombro e fare come facevano gli inglesi prima di accettare la Rimet? Ovvero, lasciar ( a chi crede) concorrere a scegliere la regina di Champions per poi sfidarla noi, con la meglio delle nostre, in una disputa a parte?
Che la Signora non sia a suo agio in Europa lo hanno capito tutti, dalla Groenlandia a Cipro. Quest’anno, per gli ottavi, gli avevano sorteggiato un’avversaria buona ma battibile, come si dice, eppure, tra un ‘ maccherone’ e una ‘tagliatella’, ha finito ( ancora una volta) col farsi ‘ buttar fuori’. Probabilmente le ragioni vanno cercate nel manico, o meglio, nella proprietà della Società, che tra una rivoluzione e l’altra, sbeffeggiata o meno, s’è dimenticata di come rendere al meglio ( innanzitutto) gli affari in casa propria.
Migliore fortuna non poteva trovare la Lazio di quel mastino del Lotito che , tra omaggi e sviste, non ha fatto altro che spianare la strada ad un avversario che la strada se la spianava da solo. Pensare di rimontare alla corazzata Bayern lo 1-4 dell’andata, fa solo ridere. Più infausta sorte ha invece trovato la Dea che, tra furti, regali, squalificati e sviste, pensava di battersela ad armi pari con il Panda dei Panda, ignorando una casistica che è leggenda.
Il buon Gasp s’è lamentato, con fondamento, ma come al solito capita in questo Paese difficilmente troverà soccorso o soddisfazione presso qualcuno. Abituati come sono i nostri lavaceci a deglutire tuto quel che non li tocca in tasca è sicuro che, continuando a frequentare l’Uefa, questa Uefa ricchissima ma sempre meno credibile, di trattamenti come quelli impartiti ( chirurgicamente, sapientemente ) alla Dea se ne conteranno altri , altri e altri ancora. Cui prodest? tuonerebbero gli antichi.
Le qualificate, Manchester City, Chelsea, Liverpool, Bayern, Dortmund, Real, Psg e Porto, verso la finale di Istanbul del 29 maggio. Tre inglesi, due tedesche, una spagnola, una francese, una portoghese. E nessuna italiana. Non è una barzelletta, ma la composizione dei quarti di finale della Champions.
In Campionato, invece, altro non c’è che la Beneamata del Conte Dracula, oramai lontano da tutto e tutti. L’ultimo a tenere il suo passo è stato il Diavolo, ma con tutti quegli infortuni, e i pochi cambi che ha, più di così ( probabilmente) non può fare. Speriamo solo si tenga il posto Champions, nella casa sua.
ABBIAMO VINTO BARANDO? ‘ Abbiamo vinto barando?’ si chiedono mogi e sorpresi i conterranei del più scapigliato premier d’Occidente. Se non fosse per un certo pudore, potremmo anche rispondere che sì, si è barato. E comunque, qualche giorno fa, il Daily Mail ha scritto ‘ c’erano da tempo crepe nell’edificio della British Cycling. Ora però il tetto è crollato’.
Il Telegraph parla di ‘ reputazione in frantumi‘, mentre il Guardian di ‘ vicenda triste‘. Il tutto mentre sir Dave Brailsdorf, gran capo Ineos( ex Sky), tace. Per ora. Nonostante gli inviti ( clarissimi) alle dimissioni.
Il Consiglio generale dei medici britannici ha condannato Freeman per acquisto di ‘ testogel, una forma di testosterone, sapendo o credendo che destinato ad un corridore ( non identificato)’. Freeman, tra 2009 e 2015, è stato medico di Sky e della nazionale britannica, e ha poi lavorato per la Federciclismo britannica, fino al 2007. ll velodromo di Manchester era il centro del mondo del pedale. Qui si lanciò l’idea di far esplodere il ciclismo nazionale con i soldi della lotteria nazionale.
Missione compiuta: 8 ori a Pechino, 8 a Londra, 6 a Rio, più 6 Tour dal 012 al 2018. Il simbolo di questa superpotenza era Wiggins, 4 ori olimpici, 6 Mondiali su pista, primo britannico a vincere il Tour, nominato sir dalla regina.
Freeman aveva riconosciuto, in una udienza, che il pacchetto consegnato a Manchester nel 2011 un pacchetto di 30 bustine di Testogel. Inutile procedere. Sembrerebbe però che scheletri nell’armadio della regina ce ne siano tanti. Intatti. Recenti e intatti. Al punto che quelli che volevano presentarsi Pianeta come ’ più bianchi del bianco’ restano tutti liberi e giocondi. A copertura di uno sport, ciclo e perchè no anche della pelota, che di dubbi ne ha sempre sollevati tanti.