Non solo sport. Macchè Ucraina, lo Zar punta alla leggiadra Europa! Il ‘triste’ esempio di Londongrad.

CRONACA DAL DIVANO. ( dal 28 febbraio all’8 marzo 2022). Ci siamo svegliati con le bombe del buon Putin sull’Ucraina che resiste come meglio può. Non si sa se per il mal calcolo dello Zar, o per una scarsa preparazione dei suoi manipoli di barbari conquistatori dell’Occidente, o per l’inatteso eroismo di un popolo che con la Russia di quel megalomane che l’ha messa sotto i suoi calzari non vuol condividere manco un’ora delle sue giornate in libertà.
Non si sa. Certo che quel richiamo ‘ al deterrente nucleare’ più che una minaccia all’Ucraina, tra l’altro, oramai più popolata dai suoi che dagli altri, è una minaccia alla fragile Europa. Divisa. Ancora divisa. Nella condizione, più o meno, di altri popoli che con la loro debolezza hanno invitato altri all’aggressione.
Non fece così l’acuto Filippo II di Macedonia con le forti città greche che pur disponendo di enorme potenziale dopo aver bastonato per due volte l’impero dei Parti non seppero far altro che aprirgli porte e portoni? Non fece così il Cesare con i rissosi popoli di Gallia? Non fece così il selvaggio Attila che quando volse lo sguardo verso Occidente non cercò la Pannonia ma Roma? Non fece così perfino ( ai giorni più nostri) il buon Adolf con la timorosa Europa de’ tempi suoi, fin all’ecatombe?
Dicono che la storia è maestra di vita. Per qualcuno, forse, che sa leggere i comportamenti degli uomini. Che, come insegnava ( inascoltato) il buon Niccolò, restano ( più o meno) quelli ( anche) con l’adattar del tempo. Di certo nulla hanno appreso quelle schiere di ‘ capiscioni’ e ‘ capiscione‘ che affollano ( con poche eccezioni) media e social.
Lo Zar, in questi anni, zitto zitto, ha riempito di danari mezzo Occidente. E soprattutto le casse di quell’Albione diretto erede di quel ‘ pecunia non olet’ che se tirato ( ancora) per le lunghe potrebbe ricondurla a tornare ( null’altro) che in tante isolette di pescatori.
Le conclusioni di un rapporto parlamentare , inascoltato, ovvio, quanto le grida di Cassandra all’apparire del cavallo di legno lasciato davanti alle porte di Ilio dagli Achei, ha fotografato in modo netto a qual uso sono ( o potrebbero essere) indirizzati così tanti danari.
‘ L’utilizzo di Londra – riporta Angelo Mincuzzi sul Sole – come base per i beni frutto frutto di corruzione di individui legati al Cremlino è ora chiaramente collegato a una più ampia strategia russa che ha implicazioni per la nostra sicurezza nazionale. I beni immagazzinati e riciclati a Londra, sia direttamente che indirettamente, supportano la campagna del presidente Putin per sovvertire il sistema internazionale’. Sovvertire il sistema internazionale: a partire dall’impotente Europa?
DA LONDRA A LONDONGRAD. ( testo che prende spunto dall’inchiesta a cura di Angelo Mincuzzi, su Sole24Ore, domenica 27 febbraio 2027).
Dove sono finiti i mille miliardi di dollari nascosti fuori dalla Russia dagli oligarchi di Vladimir ( Putin) Vladirimovic? Volendo, non è proprio impossibile rintracciarli.
Almeno quelli più apertamente investiti. Come nel quartiere Knightsbrige, parte sud occidentale della Central London. Case vittoriane e piazze con giardini alberati. I quattro edifici di vetro e acciaio costruiti appena dieci anni fa trasudano ricchezza da ogni angolo. Alzi lo sguardo e capisci che ti trovi nel centro geografico di Londongrad. .. Qui per acquistare un attico bisogna pagare 175 mln di sterline ( oltre 200 mln euro). Gli appartamenti sono 86, oltre a un negozio della Rolex, una concessionaria McLaren, uno sportello della Abu Dhabi Islamic Bank. Un mondo parallelo. Segreto. Dai documenti del registro delle società di Londra risulta che 25 appartamenti sono posseduti da società registrate nelle Isole Vergini Britanniche, 7 appartengono a entità dell’Isola di Man, 5 a entità di Guernsey, 1 ai paradisi fiscali del Canale della Manica. ..
I proprietari sono ( dunque) sconosciuti. Ma della One Hyde Park Limited che gestisce gli edifici compaiono solo alcuni nomi: oligarchi russi e ucraini, vip e uomini d’affari … Tra loro anche Roman Abramovich, l’oligarca ( fino a qualche ora fa) proprietario del Chelsea … One Hyde Park Limited è uno dei punti di emersione di un gigantesco fiume di danaro che scorre sottotraccia e il cui punto di origine è nella sconfinata terra dell’ex Unione Sovietica.
Il fiume di danaro riaffiora ogni tanto, qua e là, a Cipro, in Svizzera, tra gli yacht ancorati a Montecarlo, nelle Isole Vergini Britanniche, ma eccezionalmente, e solo quando una ‘fuga di notizie‘ finisce sui giornali di tutto il Mondo…
Ma soprattutto a Knightsbrige e nelle 87 mila abitazioni con un valore di mercato di 100 mld di sterline, possedute in Gb da anonime società domiciliate nei paradisi fiscali… Nulla si sa cdi chi possegga davvero queste società. Un grande buco nero che però osservato con occhi nuovi, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte dello Zar, assume un contorno inquietante e denso di conseguenze …A partire dal 1990 infatti sono usciti dalla Russia tra gli 800 mln e i mille mln di dollari..
Soldi che nessuno sa con certezza dove siano finiti. E in che modo vengono utilizzati. Carburante, comunque, che ha scandito l’ascesa di decine di oligarchi diventati ancor più ricchi da quando Putin nel 1999 è andato al potere. Di tutti costoro ( in realtà) sappiamo poco o nulla.
A One Hyde Park tale Abramovich insieme ad altri 208 nominativi figurava in una lista di politici e oligarchi considerati vicini a Putin; lista resa pubblica nel 2018 dal Tesoro americano dopo l’annessione della Crimea alla Russia e le presunte interferenze del Cremlino nella campagna elettorale conclusa con la vittoria di Donald Trump …
Ora che qualcuno comincia ad aprire il vaso di Pandora, con possibili sanzioni nei confronti di alcuni oligarchi, a Londongrad ci si domanda a chi indirizzare le sanzioni se non si conosce manco il nome degli interessati? Da decenni Londra è l’hub del ‘ danaro sporco’, il luogo più importante per riciclare i soldi e le ricchezze degli oligarchi.
Si stima infatti che ogni anno vengano riciclati ( circa) 100 mln di sterline. I miliardari russi si contano a frotte. Alcuni, riciclandosi, vengono ora definiti miliardari e filantropi, mecenati. Una potenza finanziaria che ha trasformato Londra in Londongrad, grazie anche alla concessione di passaporti facili oggi ( forse) conclusa.
Lo scarmigliato premier Boris Johnson ha giurato in Parlamento ‘ ora gli oligarchi russi non hanno più un posto dove nascondersi‘. Annunciando misure e perfino sequestri di beni nel caso in cui le ricchezze depositato non siano adeguatamente dimostrate. Un primo rapporto parlamentare aveva dipinto un quadro ( già) allarmante .
‘ Questi – si certificò con l’inchiesta – sono i banchieri di Putin, al quale devono tutto. E che per riconoscenza ( obbedienza ) agiscono come fonte di finanza privata per il Cremlino’. Con obiettivi che, poco alla volta, vengono alla luce. Perchè questi, tutti questi signori proprietari di tanto, troppo, squadre di calcio senza fondo di spesa comprese, non sono lì per godere del loro ma ‘ collegati ad una più ampia ( e lungimirante) strategia russa che andrebbe ad incidere sulla sicurezza di quelli d’Albione.
Che a forza di tapparsi il naso per via d’incassar pecunia, rischiano ( questa volta sul serio) di fare la fine di quelli che il detto lo hanno inventato. Ovvero, in ruderi. O meglio, per gli Angli europei schizzinosi, che di tutto troppo vogliono, in un arcipelago di isole e isolette per ( novelli ) pescatori.
WEEK END SPORTIVO. In Campionato non vincono Milan ( 1-1) e Inter ( 0-0) restando a quota 57 e 57 ( * Inter una partita in meno). Con la Signora che scalpiccia alle spalle, per uno scudetto che non voleva vincere e che, salvo reazioni milanesi, dovrà vincere. Scostando l’attenzione finita su una Coppa che proprio perchè ritenuta impossibile poteva ( finalmente) vincere. A far da incomodo alle tre big resta solo il Napoli che in extremis batte la Lazietta del Sarri.
I nostri del basket ( tinti di giallo-blù) coprono con una vittoria l’ingloriosa trasferta in Islanda. Solita inutile umiliazione per i giganti che mai imparano del rugby. Mentre si stanno affilando le armi tanto nelle moto quanto nelle auto. Dove contiamo di vedere solo rosso. Nel frattempo la nostra instancabile Sofia, ha messo le mani sulla coppa di discesa libera.
In tanti non vogliono affrontare la Russia, non per via dei russi, ma di quelli che fan corona a quel tiranno insediato al Cremlino che vorrebbe un nuovo mondo dove lui più che a rinverdire le glorie degli zar intende prendere il posto di Attila, ‘ flagello’ di Dio’.
( dal 21 al 28 febbraio 2022). Difficile è spiegare quel che occorre ad un prof di storia per ‘far studiare‘ il passato ai suoi pargoletti.
Perchè per loro, il passato è passato una volta per sempre. Dunque perchè spremersi più di tanto?
Per fortuna ( si fa per dire) sta giungendo in soccorso al prof tal Vladimir ( Putin) Vladirimovic, novello zar ( Cesare) di tutte le Russie, che di resuscitare un passato per lui più vicino che remoto, crepa dalla voglia di farlo. Chissà quante notti avrà perso pur di ripassare nel dettaglio il suo sogno ad occhi aperti?
Chissà quanti anni è che prova e riprova, in gran segreto, celato ( forse) anche alle sue donne perchè non lo prendessero a borsettate in testa, pur di portare a compimento una operazione, o meglio, una ‘ punizione militare‘, che ad ogni ora di più va guadagnandosi non un flash accanto ai Cesari ma ai ( criminali) della Grande Madre Russia.
Dovesse accendere un’altra Sarajevo o un’altra Danzica, tanto per tornare sul passato, a chi altri se non a lui i pargoli ( e nipoti dei pargoli ) del prof dovranno tornare a spendere il loro sudore? Non vorremo mica disperdere tanta esemplare ‘ follia’ ? Non sia mai! Come dissero al prof i prof del prof. Tanto per fargli trascorrere qualche ( amena) ora tra i banchi.
Detto questo non ci sentiam di fare salti di gioia per quel che va facendo l’America ( almeno ) da quattro cinque presidenti in qua, e tantomeno l’Europa, abbandonata dai nostalgici d’ Albione, tuttora ancorata alle vecchie bandiere, non in grado di recitare da inter pares con i giganti vecchi ed emergenti il ruolo svolto nei secoli passati.
Quando guardiamo gli investimenti per la difesa dei singoli Paesi europei vien rabbia nel constatare che se fossero ammucchiati ( oltre 200 mld) sarebbe un bel gruzzolo che consentirebbe tante cose, e innanzitutto la difesa di un modello di vita con valori connessi che se perdesse l’Europa andrebbe a farsi benedire da un momento all’altro.
Dice il filosofo ucraino Mikhail Minakov: ’ La debolezza dell’Occidente è la Cina. Se Russia e Cina sono insieme, come potere economico e militare, possono creare le condizioni per la ‘ westlessness’, in cui l’Occidente è solo uno dei tanti centri. .. Putin sta creando un nuovo modello di comportamento: di solito gli opportunisti non sono strategici ma tattici. Lui è nello stesso tempo imperialista, nazionalista, capitalista, a seconda di come gli fa comodo. Per lui conta solo il rafforzamento del potere in Russia. .. Credo che tra dieci anni la Russia perderà tutto. Con gli intellettuali che scappano, resteranno solo burocrati sempre più anziani. Il Paese va desertificandosi, e frantumandosi …’.
( dal 21 febbraio 2022). Mentre il Campionato ancora una volta stupisce lasciando le prime tutte ( o quasi) a bocca asciutta ( o quasi), la Champions non è che esalti. Anzi. La Beneamata dopo il solito frullare per 7o minuti circa è stata amenamente sbeffeggiata da quei ‘facoglioni‘ del Liverpool che come tutte squadre di Sua Maestà ( non si sa se per lungimirante preparazione o opportuno nutrimento) galoppano più alla fine che all’inizio.
Il commentatore abituale da Miami d’ un network lombardo distribuito seralmente lungo la Penisola e che vaticina non dentro un antro come la Sibilla ma con alle spalle spiagge infinite ombreggiate dal cemento dei grattacieli, sostiene che qui a non funzionare è ( soprattutto) la preparazione.
Quella della Signora, poi, amministrata Allegri, arriva a far comparcite e poco più. Infatti, come volevasi dimostrare, è andata ( subito) in vantaggio con quei ( tardoni) del Villareal per poi farsi raggiungere nel finale di partita dal solito subentrato che per cambiare le carte in tavola con le nostre non manca mai.
L’oracolo di Miami, che come tutti gli oracoli a volte ci azzecca a volte no, potendo, moltiplicherebbe l’amico Dracula ora al Tottenham, all’infinito.
Quel pelandra del Kulusewski, infatti, macedone, 22 anni, trasferito qualche settimana fa alla corte del Dracula, se con Maxa sul campo passeggiava come al Valentino ora col Dracula vola come un destriero ad Ascot. Una metamorfosi, questa, così repentina che di certo avrebbe messo in difficoltà anche il nostro Ovidio.
Repentina e arcana, ad esser sinceri, come gran parte di quel che accade sui campi d’Albione. Tanto più che ( se memoria non inganna) qual gran trofeo trofeo europeo portò il Dracula alla Beneamata tra quelli ambiti anche da quel ‘ piangina’ dell’ Inzaghino?
CHAMPIONS. Qualche risultato andata ottavi: Inter-Liverpool 0-2; Villareal- Juventus 1-1.
CHAMPIONS. Qualche risultato andata ottavi: Inter-Liverpool 0-2; Villareal- Juventus 1-1.
EUROPA LEAGUE. Un disastro, su tre passa solo la Dea. Una volta di più vien da chiedersi chi autorizza le nostre squadre a partecipare ad un torneo dove il più che possono fare è la comparsa? Per un calcio che sta raggiungendo i livelli degli azzurri del rugby, costretti a battersi in un torneo ( 6 Nazioni) dove ( ben che vada) chiudono la fila. Ovvio che in cotal situazione i Moggi e gli Oracoli vicini e lontani sguazzino felici nel vaticinare che il nostro è destinato a ritrovo parrocchiale.
Dove si corre la metà degli altri e che si vende al Mondo per quattro volte meno di quel di Premier donde corsa e resistenza la fanno da padrone; dove non si riesce a dotarsi di un governo ( Lega) duraturo e dignitoso; dove gli impianti nuovi ed adeguati si contano sulle dita di una mano; dove chi può sputa nel piatto, che per quanto sia povero e mal fornito di ‘ganassa‘ ne ha cresciuti tanti, troppi, oltre misura, tanto che se ( anche una sol parte) decidesse d’imbarcarsi per i sognati lidi annunceremmo una settimana di festa nazionale.
I CARRI ARMATI DEL PUTIN. E chi l’avrebbe mai detto che in un’ Europa ancora a frammenti, nonostante due ecatombi come quelle della prima e seconda guerra mondiale, è sopravvissuto un Tizio che ha in testa la voglia di rifarne un’ altra, di guerra, una terza, magari usando qualche invisibile glinker ipersonico nucleare per cancellare dalla faccia della terra generazioni di degenerati ? Che dicevano i vecchi? O giovani, ricordate, che del peggio non c’è mai il fondo.
E comunque il Tizio, figlio d’una polizia ( politica )tra le più feroci e odiate del secolo scorso, finito ( non si sa come) sul trono che fu degli Zar ( Cesari), di ragionar non intende. E’, il suo, un desiderio un po’ anacronistico, fuor del senno, come si dice, anche perchè se c’è qualcosa che il tempo insegna, riguarda proprio quelle guerre che cercando di resuscitare la storia oltre a riprodurre ecatombi di innocenti, con tanto di ( sanguinanti) vincitori e vinti, non modificano più di tanto la sorte degli uomini.
Due Europe che sembravano essersi riavvicinate tornano invece ad allontanarsi. Come è stato per secoli. Con la Gran Madre Russia di nuovo lassù, o colà, solitaria nelle sue steppe imbiancate, e la Leggiadra Europa ancora quaggiù, o colà, tra spettacolari fiordi artici e calde acque mediterranee.
” La Russia - scrive Ugo Tramballi sul Sole - è sempre stata un impero al di sopra delle sue possibilità: era la sua sconfinata geografia a farne una potenza naturale, non l’economia e la demografia stagnanti, l’arretratezza sociale, l’incapacità di fare riforme e rigenerare la sua forza.
La prerogativa dei suoi eserciti era il numero e la resistenza dei suoi soldati, non la 1ualità delle armi e la professionalità. Putin ha rimodernato arsenali nucleari e convenzionali, ha dato alla Russia un bene costruito sull’industria energetica ( ma solo su quella). Tuttavia resta al comando di una potenza dalle ambizioni più da Ottocento che da Duemila. Il suo discorso alla nazione dimostra quanto sia uno statista antiquato. Senza risultare, con questo, meno pericoloso”.
Anche perchè non ha opposizione. Gli oligarchi attorno non hanno potere di contrasto, visto che devono tutto a lui. Lasciamo perdere chi loro circonda quotidianamente, in gran parte reclude del Kgb come lui. Neppure in Cina le cose stanno così. Dove Xi Janping vuole ottenere il terzo mandato, ma la lotta è incerta.
A Mosca, no, non esiste alcuna lotta, tutto è confermato: lo Zar infatti non avrà manco lo sputo di un partito a cui rispondere, nulla di nulla, e continuerà a decidere le sorti della Russia finchè vivrà. In quale arretratezza non si sa. Su di lui incombe, come ai suoi solitari predecessori, il peso della storia. Per lui il passato conta più del presente. ” Nel suo discorso – chiude Tramballi - Putin non ha fatto altro che dimostrare quanto sia pericolosa la storia quando si tenta di resuscitarla”.
SANZIONI. L’Occidente tenta di indurre l’interlocutore al dialogo ‘ toccando‘ il tasto dell’economia. Che, si sa, funziona e non funziona. Precedenti illustri e dolorosi lo confermano. L’economia della nuova Grande Madre Russia è inferiore ( perfino) a quella nostrana: pil 1.700 mld contro 2.004 mld dollari.
Su 424 mld dollari d’esportazioni 264 ( 41,3%) mld sono dovuti a entrate energetiche. Se si guarda la spesa militare la cifra prevista per il 2024 è di 52 mld dollari.
Un po’ più della nostra ( 33, 8 mld dollari), più o meno quanto la Francia ( 55 mld dollari) e la Germania ( 51 mld dollari), meno del Regno Unito ( 61,5 mld dollari) e molto meno di Cina ( 194 mld dollari) e Stati Uniti ( 738 mld dollari). Praticamente un nano con ambizioni da gigante.
Le sue forze armate, scrupolosamente ricostruite in questi ultimi anni, ammontano a 900 mila uomini, più 550 mila paramilitari e 2 milioni di riservisti. E se è vero che possono disporre di 4,5 soldati in più dell’Ucraina ( superficie 603 mila kmq, pil 154 mld, abitanti 44 mln), a confronto di quel che può mettere in campo la sola Ue è roba da poco.
Qui, a far paura, è più la inimmaginabile capacità di auto controllo dello Zar piuttosto che le forze armate che sta mettendo in campo. Con ( eventuale) dispendio di risorse che dovesse dar corso ad una profonda e protratta invasione chissà quanto potrà recuperare.
Putin, uomo dal passato controverso. Figlio di un operaio e di una lavandaia, a tredici anni partorisce l’idea di arruolarsi nel Kgb. L’ambizione lo spinge ad impegnarsi come pochi altri coetanei nello studio. Entra nell’ambita facoltà di Giurisprudenza dell’università di Leningrado. Ma Vladimir ( Putin) Vladirimovic è un ragazzo dalla doppia personalità. Teppista di strada, sempre più edotto in arti marziali, ma anche studiosissimo, e lettore vorace di storia e di diritto.
Che cresce in una nazione passata in poco più di un secolo dall’assolutismo monarchico-zarista a quello bolscevico-comunista. Il susseguente esperimento liberale finì in breve e miseramente. Praticamente bocciato da un Paese che qualcuno definì una ‘ Nigeria con la neve’, con riferimento alla corruzione e alla mafiosità di quella stagione . ( da Gennaro Sangiuliano)
( dal 16 al 20 febbraio 2022). Stanno per spegnersi le fatue luci sull’Olimpiade cinese. Bella da vedere, men bella da vivere.
Tra limitazioni Covid, controlli antidoping che lasciano il tempo che trovano, squadra azzurra con qualche luce e tante ombre. Ora il Malagò, appena uscito dal cunicolo Covid, parlerà del gran successo della spedizione vestita ( non bene ) Armani. E in effetti qualche eroina ( ed eroe) ce lo porteremo in serbo. La Sofia e la Stefi, di certo, e volendo anche la Arianna , la Michela, la Francesca e la Federica, che ( al 17/2) delle 16 medaglie totali hanno raccolto il bottino maggiore.
E tuttavia, senza voler dare dolori al nostro gioviale presidente Coni, nel suo insieme, con il medagliere inferiore solo a Lillehammer (1994, 20 medaglie totali), non si può ( sinceramente) parlare di ‘ spedizione’ esaltante. Infatti, a occhio e croce, le ombre sono parse tante ed importanti.
Ad esempio nello sci alpino maschile dove la partecipazione di qualche nostro vetusto rappresentante non ha fatto altro che spalancare il vuoto che s’è creato nella settore. Ci hanno tolto dalle ambasce qualche ( straordinaria) ragazza dello sci alpino femminile, i ( coraggiosi) ragazzi dello short track , quella ( fulgida ) stella del curling, e qualche altro omarino, qua e là distribuito, lodevolmente, si sa, ma senza eccellere nelle loro discipline come l’Olimpiade estiva ci aveva ( inaspettatamente ) abituato.
Siamo un Paese di 61 mln di abitanti. Stiamo portando a casa ( dati 17/2) da Pechino: 2 ori, 7 argenti, 7 bronzi ( 16 totale).
Il confronto con Paesi ben meno popolosi del nostro lascia a chi crede o vuole il suo personale commento: Norvegia, medaglie 13,7 e 8 ( popolazione 5,4 mln), Austria, medaglie 6,7 e 4 ( popolazione 9 mln); Paesi Bassi, medaglie 6,4 e 4( popolazione 17 mln); Svezia, medaglie 6,4 e 4( popolazione 10 mln); Svizzera, medaglie 6,1 e 5 ( popolazione 8,6 mln).
SI SVELA LA ‘ROSSA‘. Si svela ‘rossa‘, quella che Fia permettendo, e tiranno Toto non ingerendosi, potrà ridare lustro ad un campionato più per tivù che per fans dell’auto.
LA CRISI DELL’EUROPA. I media parlano di crisi russo-ucraina. Quando invece sarebbe meglio parlare di crisi dell’impotente Europa, con i due big del mondo odierno, Usa e Cina, più alla finestra che in campo. Per fortuna. E se quel figlio di Kgb del Putin , magari impazzendo, vorrà attaccare, che altro sarà se non l’alba di una terza guerra mondiale?
Cui prodest ? si chiederebbero gli antichi? Ma non sono bastate due spaventose ecatombi come quelle del secolo scorso per rinsavire i circa settecento mln di abitanti ( Russia compresa) del Vecchio Continente? Ne cercano un’altra, certamente più spaventosa delle precedenti.
E anche se l’infinita Madre Russia potrebbe trovare uomini e risorse per sopravvivere con chi poi andrà a relazionarsi? Con quel che resterà degli orientali, o meglio, dei cinesi? Sono certi che li accoglieranno a braccia aperte? Eppoi per far cosa, tra di loro? Forse Olimpiadi dove il doping scorrerà a go go, tanto da dover assegnare medaglie non più (solo) agli atleti ma (anche) ai responsabili di quei laboratori che dell’essere uomini poco frega?
A questo punto, qual altra speranza ( per il bene del Mondo) si può nutrire se non quella che l’Europa diventi Europa? Non dispersa, ma una unica, grande Nazione?
I VATICINI DEL TEOTINO. Si cala impietoso su quel che sopravvive del calcio italiano ( anche) il vaticinio di quel novello Cassandra del Gianfranco Teotino. Il qual rivela che da quando i proventi tivù sono diventati le fonti primarie di ricavo per i club pedatori, per i nostri più d’altri, la Premier non fa altro che battere record su record. Infatti, in Albione, per il prossimo triennio, i diritti esteri supereranno i domestici: oltre 2 mld contro i 2mld domestici annui.
Il confronto con gli altri club europei è sconsolante: solo in Liga riescono a strappare ( per via dei due Panda) 1,4 mld , non male; mentre in Bundes , solo 360 mln; al fondo del barile stiamo noi che come a Pollicino restano soli pochi sassolini ( 200 mln), giusti giusti per tornare in una casa sempre più marginale e povera.
Chiaro è che in tal contesto i Moggi ( e i suoi fedeli) esultino a ruota libera. Peggiorando, è ovvio, quello che già è un disastro ( forse) irreversibile. Anche perchè in quanto a diritti domestici non è che siamo messi benissimo: appena 927 mln, affidati a tal Dazn che sta praticando un servizio più lagunoso della laguna veneta . Nel frattempo, laddove si dovrebbe decidere, in Lega, ovvio, uno s’invola in America; altri si lavano le mani come Ponzio Pilato; solo uno, forse, tal Bonomi, bocconiano, 56 anni, accetterà. Ma per far cosa non si sa.
Infatti tornare a far quadrare i conti di una famiglia che, da anni, con l’andazzo di certe decadenti corti orientali, s’è affollata di ‘mangiapane a tradimento‘ , non è impresa normale.
Un peccato perchè il calcio va così demolendo una sua storica culla, tra l’altro sempre men amata anche dov’ è nata, e che ( negli anni 80/90 fin al 2011) aveva saputo accendere la meraviglia negli occhi del Mondo. Un peccato anche per quel presidente Gravina che intende proporre la candidatura dell’Italia agli Europei di calcio 2028. Se non altro per mettere ( finalmente) mano a stadi che più che rendere costano assai. E purtroppo come capiterà a quei malati che ‘vedranno‘ arrivare il medico quando già traghettati a miglior vita.
Solo qualche parola su una Champions sempre più anglofila , e quindi più per altri che per noi: dicono che dove è passato il Dracula i polli diventino leoni.
Il Dracula è passato dalla Beneamata che però pollo era e pollo è rimasta. Infatti lo hanno lasciato starnazzare per una settantina di minuti per poi infilarlo due volte col sorriso sulle labbra, quasi irridenti, quei furbastri britannici con la maglia rossa. Che con i polli sono talmente esperti che sperare possano, al ritorno, trasformarli in leoni, è solo un tenero gioco dell’immaginazione.
Sbatte contro il picciolo scoglio del Salisburgo la corazzata Bayern, che però avrà modo e tempo per rifarsi. Mentre quei ( presunti) fenomeni parigini al soldo d’uno spendaccione del Golfo non sono andati oltre il golletto contro i tosti del Florentino, che sulle coppe ‘ la sanno lunga’. Sporting Lisboa e United ? Nulla da dichiarare.
RISULTATI TURNO ( 16/2 ). QUARTI FINALE CHAMPIONS: Psg-Real Madrid 1-0, Sporting Lisboa- Manchester United 0-5; Inter- Liverpool 0-2, Salisburgo- Bayern 1-1.
SI SVELA LA ‘ROSSA’. Si svela ‘rossa‘, quella vera, quella che Fia permettendo, e tiranno Toto non ingerendosi, potrà ridare lustro ad un campionato più per tivù che per fans dell’auto.
( dal 9 al 16 febbraio 2022). Vanno senza clamori scemando le Olimpiadi di Pechino. Illustrate da tante immagini che faranno scuola. Anche a Cortina, che però ( speriamo) sappia dosarle al punto giusto per non far apparire un epocale evento di sport una virtuale galleria di eventi.
Per noi il bottino non è male, al momento 13 medaglia ( due 0ri, sei argenti, cinque bronzi), anche se le recriminazioni non son nè poche nè poco dolorose.
Pensiamo allo sci alpino uomini, che è sembrato imitare più che le donne quelli del rugby, che oltre a farsi imboccare da cucchiai di legno non sanno fare.
Ancora una volta si può dire che la spedizione è stata salvata dalle donne, nell’ispecie, da una mitica Sofia e da una fantastica Stefania. L’una nella discesa libera nonostante un recente e grave infortunio al ginocchio, l’altra quale planetaria sorpresa nel gioco delle pietre scivolanti sul ghiaccio nato cinquecento anni fa in Scozia e che da noi vanta poco più di quattrocento praticanti.
E se a Sofia dovranno dedicarle qualche monumento, piazza o via, alla Stefi ( i professionisti del Nord) dovranno sequestrarla per carpirle quella sua visione di gioco e quei suoi magistrali colpi sul campo che ( loro) manco nei sogni realizzano. Praticamente, due Maradona. Entrambe azzurre. Entrambe senza eguali.
CHI CREA E CHI DISTRUGGE. E mentre la ‘rosea‘ si fa in quattro per promuovere con il più bel quotidiano sportivo al Mondo il nostro Campionato di calcio , già vessato da liti interne, spietati e cinici manipolatori d’orticelli locali, stadi nuovi che restano sulla carta, ci segnalano loci o cubicoli mediatici in cui il discredito è una goduria infinita.
In particolare è stato notato un network che distribuito in più regioni ospita in prima serata un manipolo di chiacchieroni che degli altri campionati ( Premier in testa) ‘dicon bene di tutti fuorchè del nostro’ senza però scusarsi ( come faceva l’Aretino) ‘ col dir non lo conosco‘. Il manipolo è spesso assortito.
Tra gli altri, c’è un urlatore d’antico pelo che ad ogni gol dei prediletti suoi rischia d’essere trasportato d’urgenza in casa di cura; ci sono anche qualche emulo imberbe , e un altro, più tardo, bello e abbronzato, ex calciatore, che preferisce dispiegare le sue fascinose verità sullo sfondo non di qualche meraviglioso scorcio dell‘Amalfitana e/o della Sardegna ma di remote e interminabili strisce di sabbia ombreggiate dal cemento.
E c’è ( sovra ognuno ) un tal Luciano, o Lucianone, che non sempre c’è, ma c’è. Dicono sia stato protagonista in un tempo in cui ne faceva di cotte e di crude.
Quando viene in studio gli è riservato lo scranno del magister, intonso fin quando non lo occupa, anche a trasmissione iniziata. Dal quale il magister è libero di pronunciare sentenze. Con flatus vocis inesauribile. Sul Campionato, ad esempio, e su tutto quanto lo riguarda, non solo sotto l’aspetto tecnico-agonistico, ben che dica, è che è poco più di un oratorio.
Ascoltandolo assale il riferimento a quella ‘ rosea’ che gli oracoli del magister rendono un inutile foglio con le sue magnifiche pagine strappate al vento.
Unitamente ad una domanda: come potranno i nostri eroi del rettangolo verde a ritrovar la gloria antica se, a monte, quel che uno tanto ben costruisce altri tanto ben demoliscono?
SERIE A IL CAMPIONATO. Dicevano che la Beneamata avesse appuntato al petto la seconda stella, invece, a sorpresa, in un Campionato esente da fisicità e intensità ma ancora amante di genialità e maraviglia, all’angolo della via, è ( sorprendentemente) spuntata la ‘ prima squadra di Milano’ per contendere un alloro che, nonostante gli esterofili da noi a fiumi, e gli sfigati a da noi a frotte, resta uno dei tre o quattro più prestigiosi nel mondo del pallone. Ora spazio alle Coppe e a Klopp.
In attesa degli stadi. In attesa dell‘Europeo 2028, forse un tantino troppo in là per chi ha urgenza di costruire quanto prima quegli stadi.
( dal 31 gennaio all’8 febbraio 2022). Di notevole in quest’ultimo tempo, non c’è stato molto. Il Festival di Sanremo che ha ripreso a riunire attorno al focolare generazioni diverse, i settant’anni del Vasco, la sconfitta della Beneamata nel derby più titolato al Mondo e che ha rilanciato il Diavolo e con lui un Campionato che se ha nemici li coltiva in casa sua, l’avvio dei giochi olimpici invernali in quel di Pechino.
Che la neve ha sempre visto in cartolina, onde per cui ha pensato bene di ricavarla in virtuale, con l’utilizzo sfrenato di marchingegni video-grafici mai utilizzati per la bisogna, e che comunque consentono l’illusione che trattasi davvero di olimpiadi sulla neve.
Diversa, ovviamente, da quella vera, ma pur sempre accettabile agli occhi di un mondo che se non si sveglia rischia davvero di perdere ( per sempre) quel miracolo bianco che si ripresenta ad ogni stagione fredda per grazia del suo fantastico Creatore.
I primi risultati non sono stati malvagi. Due argenti e un bronzo. Dopodichè hanno fatto seguito cinque medaglie, due ori, due argenti e un bronzo. Gli ori li dobbiamo ( principalmente ) alle nostre ragazze: Arianna Fontana alla decima medaglia olimpica in short track ( 2 ori, 6 argenti, 5 bronzi in cinque Olimpiadi consecutive) e alla coppia mista di curling Stefania Costantini, 22 anni, e Amos Mosaner, 27.
Imprese straordinarie compiute da giovani straordinari. Con un’Arianna che sembra evocare quella del mito; Stefania e Amos, che delle dieci coppie finaliste non hanno risparmiato nessuna, vincendo con tutte, compresi i maestri di Scozia che il curling praticano dal 1511, e i norvegesi, validi professionisti abituati da decenni a scalare podi, ma qui domati dai nostri con autorevole fair play ( 8-5), dopo una gara palpitante come poche altre. E se la stella di Arianna brilla da anni, quella di Stefania e Amos inizia ora la sua salita verso un firmamento senza tempo.
Sui discesisti uomini meglio tirare un velo pietoso. Il sesto posto in libera del buon Paris non salva la faccia ad un reparto senza leader che vive ( ormai) più d’ombre che di luci.
Quasi quanto quei poveracci del rugby costretti dagli Dei a maneggiar cucchiai ( manco) di legno. Non bene manco il reparto rosa dello sci che salvo l’argento della Brignone sta deludendo in ogni gara. Si aspetta la Sofia che però non garantisce, ovvio, tanto il super G quanto la discesa libera.
Malagò, presidente Coni, segregato dal Covid, aspetta di tornare da questa Olimpiade con un nuovo record di medaglie. Che come quelle del curling stanno mutando di molto i pregiudizi in giro qua e là pel Mondo sugli abitanti dell’ancestrale Enotria. Dove sarà bene non perdere il senso della misura.
Con questi nostri giovani ( attesi e inattesi ) campioni che, per confermarsi e affermarsi , vedi la portabandiera Moioli uscita con scivolata ai quarti di snowboard , hanno e avranno bisogno di non sentirsi sulle spalle un peso più grande di quel che possono sopportare.
CAMPIONATO. Alla Beneamata stava andato tutto bene. Passata in vantaggio con quel Perisic incapace d’ afferrar che meglio che sullo ( sgangherato) prato di San Siro per lui non c’è più gloria, ha poi cercato di contenere, finendo mazziata nel secondo tempo da due gol d’un goleador datato che sembrava svanito nella nebbia padana.
Con questa vittoria il Diablo si porta ad un punto della ‘ seconda squadra di Milano’ ( con partita in meno) ma rifacendo sotto anche Napoli, Atalanta e ( guarda un po’) pure la Signora che con l’Araba Fenice deve avere stipulato un segreto patto per tornar più bella che pria quando gli altri men se l’aspettano.
Nei quarti di Coppa Italia 2022 si sono già qualificate Juventus e Inter.
La Lega calcio deve trovare un nuovo presidente, visto che il Dal Pino è volato Oltreoceano. Speriamo con giudizio, come quello ha riportato ai loro posti Presidente e Premier, per finire di condurre in porto una vetusta navicella finita in gran tempesta e che ( in questa) di buoni nocchieri e gran marinai ne conta davvero pochi.
L’Armani del basket vince e perde in Coppa senza preavviso. Il rugby azzurro invece perde solo e soltanto, al punto che qualcuno comincia a pensare d’ingaggiare una decina di maori australiani per vedere se almeno una volta il cucchiaio di legno se possono tenere quelli d’Albione.
Il ciclismo riassapora il ritorno d’un altra primavera tra le dune del ricco deserto sul Golfo. Mentre l’atletica sta riportando in pista i suoi allori.
( dal 26 al 31 gennaio 2022). Dov’eravamo rimasti? Ah, sì, al nostro Presidente che stava traslocando dal bel palazzo un tempo dei Papi dopo i sette anni da lui trascorsi al timone di una vetusta navicella finita in un mar in gran tempesta.
Di certo, fosse stato per lui, il negletto Cincinnato avrebbe avuto un emulo anche ai giorni nostri. Ma visto che in Parlamento non hanno tirato fuori un ragno dal buco, qualcuno è corso sul Colle, a convincere il nostro Presidente a riportare indietro gli scatoloni zeppi di cose sue raccolte nel settennato, e riporle di nuovo donde avevano trovato sistemazione.
Naturalmente, almeno per noi, la soddisfazione è grande. In tempi non sospetti avevamo intravisto in quell’uomo dallo sguardo chiaro velato d’un inguaribile dolore , parco nell’ esposizione personale e nelle parole, atteggiamenti mirabolanti tra i pochi omini e i tanti ominicchi e quaquaraquà che dominano le scene, eppure sempre al posto giusto nel momento giusto con ‘ serena autorevolezza ’ , come dire un provvidenziale ossimoro adatto a condurre in porto non solo le confuse genti di Enotria ma ( con lei) anche quelle della declinante Europa.
Che adesso possono ( entrambe) respirare. Riorganizzarsi. Velocissimamente. Davanti a sfide planetarie che non consentono più di essere affrontate in ordine sparso. Anglosassoni, Franchi, Germani, Ungari, Slavi e Latini. Tra l’altro, i pericoli incombenti sono mortali. Come quei venti di guerra che spirano da Est, e che per sopirli non si dovrà fare più conto su quei nipoti e figli ormai lontani d’ America che di combattere per i loro avi ‘ non hanno ormai alcuna intenzione‘.
Ricalcando un poco, forse senza rendersene conto, quanto capitò non al più esteso ma al più grande impero mai realizzato.
Il quale, ad un certo punto, eliminato quel Cesare atteso dalle sue truppe in Siria non per emulare il grande Alessandro o per vendicare l’incauto Crasso ma per mettere riparo al mortale pericolo che s’annunciava a partire dal Medio ed Estremo Oriente, ha finito col racchiudersi sempre più entro i suoi ( inutili) ‘ limes‘, per finire poi con l’essere preso d’assalto da ogni dove.
Forse pochi lo notano. Ma, a parte la colpevole adesione a quella guerra che non s’aveva fare ( soprattutto) con un alleato che peggiore di così non è mai stato di vedere, e che non pochi al Mondo ( senza distinguere) ci rammentano, tanto che quando vuole zittire un Italoi gli si confeziona addosso il titolo di mafioso.
Pregiudizi, si sa, che di questo vetusto Paese leggono solo qualche ( invereconda ) paginetta , tanto che, se andiamo a ben vedere, non sarebbe meglio per costoro badare più alle mafie proprie piuttosto che a quelle altrui? E comunque, chi meglio d’altri ha sgretolato in questi sette anni il pregiudizio dell’Italoi mafioso meglio del nostro Presidente, che la mafia ha contrastato laddove la mafia ( tuttora) c’è ( per davvero) e non ( solo) nella fantasia, con quel suo eroico fratello magistrato colpito ( proprio) dalle mafie e spirato ( dicono) tra le braccia sue?
Grazie Presidente d’aver ripreso il timone della nostra vetusta navicella in questi anni di gran tempesta. Se riesce, la (ri)conduca in porto. Noi confidiamo in Lei, in quell’Altro e in quanti intendono mostrare buona volontà, quanto i profughi di Ilio verso il l provvidenziale Enea; e questa volta per (ri)fondare Roma ma la grande Nazione che ( da tempo) aspetta.
Nella ph repertorio Mattarella in una vecchia foto di famiglia.
I BASTIAN CONTRARI. Di frasi da ‘bastian contrari’ ne abbiamo sentire diverse nel post rielezione Mattarella. Tra le altre una come questa ‘ Qualcuno prima o poi chiederà a Mattarella dove è finita la sua coerenza, visto che dopo aver detto più volte che non voleva rinnovare ha poi finito per farlo’. Non s’offendano i ‘ bastian contrari’, se ci esentiamo dal commento.
ALTRO. E’ partita la spedizione per le Olimpiadi invernali a Pechino. Tra le nostre partenti anche Sofia, che chiede clemenza agli dei per consentirle di mostrare quel talento che le hanno donato e che se risultasse dorato dovrebbe aprirle porte dell‘Olimpo. Nel basket riscenderà in campo l’Olimpia Milano per i vertici della Superlega.
Nel calcio si chiude la finestra di mercato di gennaio. A risultare la più rafforzata è la Signora, che con quel po’ po’ di centrattacco può ora sperare di raggiungere il quarto posto in Campionato e sforacchiare le reti delle grandi d’Europa. Dovesse vincere la terza Coppa dalla grandi orecchie, a questo punto, chissà perchè, non ci meraviglierebbe più di tanto.
( dal 18 al 25 gennaio 2022). Fosse per noi, attingendo allo sport, tra l’altro con un azzurro mai così vincente quanto in questi ultimi anni, ‘ squadra che vince non si cambia’. Riferito, ovviamente, a quanto si va facendo per l’elezione del nuovo capo dello Stato con tanto di annessi e connessi.
La squadra che vince è quella capitanata da Mattarella/Draghi, che in un periodo tra i più imprevedibili e complessi della storia di questa nostra giovane Repubblica tricolore, mostrano, e continuano a mostrare, quanto di meglio si poteva ( e si può) fare.
In tanti, anche quelli che van cianciando d’essere piombati in una dittatura per qualche green pass o tampone da fare, doverosi più verso il prossimo che per se stessi, van proponendo altre formazioni, altre squadre, altri capitani. Ovviamente tutte e tutti meglio, anche se di dittature mal s’intendono così come di star al timone d’una barca in gran tempesta e semmai, meteo permettendo, sul ponte della stessa a prendere il sole tra nuvoli plumbei e candidi.
Camillo Benso conte di Cavour ( Torino 1810-ivi 1861) fu l’ abile architetto che inventò una Nazione giocando con perizia tra le tessere d’un puzzle di mille realtà locali che poco o nulla avevano più da dire alla storia. Morì giovane, a 51 anni, forse ( sostiene qualcuno) non di morte naturale ma avvelenato, così premiato per quanto aveva saputo fare . Una fine non rara per quei figli migliori di questa Nazione che più danno senza nulla estorcere.
Così è il mondo, o meglio, questa nostra Nazione, fatta, diceva Sciascia, di ’ omini, ominicchi e quaquaraquaà’. Dove i secondi e i terzi sono di gran lunga più numerosi dei primi. Quindi, non ci sorprende che dobbiamo da convivere con soggetti qua e là sparsi e che della ‘squadra che vince’ vogliono fare ( a prescindere) polvere da spargere per l’ aere loro.
Dunque, al momento, dopo due fumate nere, difficile dire in che mani finirà il Governo e presidenza della Repubblica. Che congeda un gran Presidente. Certamente irreprensibile come pochi altri della nostra storia. Dotato di quella ‘ serena autorevolezza ’ che, senza amar troppo il timone, ha tolto più volte la ( nostra) barca dal mare in gran tempesta.
A noi, in questa, non sovvengono altri personaggi simili a lui . Se non quel tal negletto Lucio Quinzio Cincinnato ( 520/430 a.C.) della cui carriera politica parla ( soprattutto) Tito Livio, con visione neutrale, definendolo ‘Spes unica imperii populi romani’ ( ‘ Ultima speranza per l’autorità del popolo romano’) (III,26). Lucio Quinzio era un contadino che divenne console e ( due volte) dittatore; ma che, una volta sconfitti gli Equi nemici di Roma, lasciò cariche ed onori ad altri, tornando ( senza rimpianti ) all’ occupazione privata.
DALLA CRONACA. La prima è sta una giornata convulsa. Con le idee annebbiate. O si va verso l’opzione Draghi al Quirinale oppure tutto è possibile. Di fatto l’ipotesi Draghi continua a prendere quota, anche per via di alternative condivise. Conte però preferirebbe Draghi restasse alla guida del Governo. Avviando tuttavia ( sue) trattative per una successione indolore.
Che Salvini non chiuda più del tutto all’ipotesi Draghi, non sgradita peraltro dall’alleata Meloni, sta alzando però il ( suo) prezzo sul Governo: se non un governo dei leader, dice il Lombardo, almeno un Governo con forte caratura politica e con molti ministri nuovi.
Se si dovesse continuare muro contro muro, il leader della Lega non esclude la candidatura Casellati, non gradita a sinistra. Alla fine della giornata l’avvitamento generale fa lanciare a un Letta preoccupato un vero e proprio alert su Draghi: ‘ Così rischiamo di perdere una figura come Mario sia a palazzo Ghigi che al Quirinale.
Qui non è a rischio l’elezione del Presidente, ma della prossima Legislatura. Contro l’interesse delle imprese e dei cittadini. Se si prosegue su questa strada si va di certo al voto’. Al di là di tutto, e tutti, c’è anche chi non ha abbandonato la speranza per un Mattarella bis.
( dal 13 al 18 gennaio 2022). In breve: stanno diventando ‘strutturali’ i successi dello sport azzurro, che sembrano più segnali d’una novella rinascenza per un Paese che dell’antica rinascenza è strato centro e motore. L‘Armani del basket batte la capolista Barca, portandosi in zona finaliste del massimo torneo europeo;
non demordono in vasca, Brescia e Pro Recco; continuano a sfrecciare sulle piste innevate le nostre terribili ancelle ( libera e super G son domini loro) mentre, tra gli uomini, sembra essere rispuntata la speranza di ben figurare a breve anche con gli uomini in quel di Pechino: nella libera ( Paris) ? Nello slalom ( Vinatzer)?
Per la pallavolo, femminile e maschile, sempre ai vertici mondiali dei rispettivi movimenti, attendiam i Mondiali, se non erriamo, da disputarsi in Polonia. Sperando nel contempo di non vedere la nostra amatissima Paoletta volar sul Bosforo per ragioni più sue che nostre. Sarebbe un peccato perderla, anche perchè non è detto che chi lascia il certo per l’incerto possa poi ritornare come pria o meglio di pria.
Si van ridestando anche quelli della scherma: Alice Volpi in Coppa del Mondo dopo il successo nella prima prova si è ripetuta a Poznam, battendo in finale la canadese Harvey. Terza la predestinata Martina Favaretto. Doppio podio azzurro anche a Parigi nell’apertura maschile: oro al cinese di Hong Kong Ka Long e argento a Edo Luperi. Terzo gradino del podio per Alessio Foconi. In pratica anche qui tanti giovani, tanti ( validi) ricambi azzurri.
Possiamo chiudere le nostre note d’aggiornamento con il pattinaggio su ghiaccio, dove Marco Fabbri-Charlene Guignard sono di nuovo saliti sul podio europeo della danza, terzi, con ulteriore conferma d’essersi assisi nell’Olimpo mondiale della specialità. Nel medagliere, dietro i mostri sacri, c’è l’Italia. L’Uci contro il doping. Servono ( continue) indagini. Auspicabili, perchè no?, anche in sport che sembrano intoccabili, come il calcio, ad esempio, ( soprattutto) quello che all’estro sostituisce corsa e resistenza.
CALCIO E MAXI PROVVIGIONI. Anche nella sessione invernale di gennaio 2022 – richiama il Sole24Ore - nel calcio mercato tengono banco prestiti e operazioni low coast. Per dirla semplice: nonostante i danni causati dalla pandemia, con stadi aperti solo in pochi paesi al 100%, e introiti abbassati a livelli d’emergenza, c’è chi di tutto questo se ne sbatte altamente, come tanti giocatori e altrettanti agenti, che invece di ragionar come conviene altro non sanno che chiedere aumenti.
Alcuni incredibili a dirsi. Tanto son fuor di senno, quasi spie insospettabili d’un mondo che, nel suo complesso, anche se cerca di non farlo vedere, sembra perdere ogni giorno di più la bussola. Il Kessie che per qualche corsetta in più chiede non il doppio ma il triplo o il quadruplo;
o il Dybala che nonostante i suoi ci sono non ci sono come le luci dell’albero di Natale di ( soli) 7 mln non ne vuol sapere; o il Brozovich che per quanto utile davanti a 7 mln netti manco sorride; o il Perisic che allo scadere della sua avventura sui verdi campi da gioco ha ripreso a trotterellare esigendo però per continuare un triennale di sostanza spiccioli compresi.
Senza guardare fuori della finestra, donde giungono ( perfin) patetiche quelle alzate d’orgoglio di gloriosi ex Panda come Barca e Real oberati di debiti che, in questa, tutto possono fuorchè calare o sparire; o irritanti, quanto le elargizioni a fondo perduto concesse dalla Uefa ad una manciata di spendaccioni che per procurarsi introiti non fanno altro che tirar ( spensieratamente) nei cassetti degli Stati, Starelli o Accoliti loro.
E comunque, soffermiamoci ancora su quanto documenta il prestigioso quotidiano economico. Sempre in breve: a non conoscere ribassi sono le commissioni versate dalle società ad agenti e procuratori. Provvigioni che ormai, alla faccia di chi furbo si crede, sono diventate fardello, pesante fardello, che ad altro non serve che a drenare risorse alle società di calcio, chi più chi meno, alla cannetta del gas.
” Le somme assegnate agli intermediari – si legge – dalla deregulation del 2014, sono schizzate in alto, accompagnandosi a ‘fenomeni’ sempre più patologici, dalle plusvalenze ‘fittizie‘, ai cosiddetti ‘parametri zero‘, che zavorrano e indeboliscono l’intero sistema. Basti pensare che , tra 2016 e 2020, è finita nelle tasche di procuratori ed agenti che hanno intermediato cessioni o acquisti di atleti professionisti, la somma di 2,5 mld di dollari, pari all’8% del valore complessivo dei trasferimenti realizzati nel quinquennio ( circa 31 mld di dollari).
Ogni anno, al netto della pandemia, si può stimare un giro d’affari nazionali e internazionali di 1 mld di dollari. Il peso eccessivo è evidente se si pensa al fenomeno dei ‘parametri zero’ e dei giocatori ‘ d’alta fascia’ che portano volontariamente a scadenza il contratto per firmare con altri club, ottenendo ingaggi elevati grazie al fatto che colui che acquista non deve pagare il costi del cartellino.
Quel furbacchione dell‘Insigne, ad esempio, ha firmato con il misconosciuto Toronto un contratto per oltre 10mln di dollari, senza che il club che l’ha cresciuto becchi un centesimo. Dicasi un centesimo. Stesso discorso si può fare per i due furbacchioni del Messi e del Gigio trasferiti al Psg degli spendaccioni da svincolati.
A questo punto che altro fare se non lasciare perdere l’elenco delle ‘ sombreri‘ calcistici, citando a mo’ di chiusa anche il solo caso Vlahovic che sta per ‘liberarsi‘ dalla tutela dell’ infastidito Commisso a ’parametro zero’ e nonostante che manchino due anni alla scadenza del contratto. Bravo il club viola che ha proposto un decalogo per riformare il sistema delle procure. Bravo, certo, e finalmente, ma ci sarà qualcuno all’Uefa ( e dintorni) che troverà voglia e tempo per ascoltarlo e mettere nero su bianco ?
Nel 2021 si sono svincolati a ‘parametro zero‘ 5 mila giocatori. Considerato che il livello medio dei trasferimenti a titolo oneroso è stato dal 2016 al 2021 di poco superiore ai 300 mila euro, se ne può dedurre che nel solo 2021 la prassi dei ‘parametri zero’ ha sottratto alla ( agonizzante ) industria del calcio ( più o meno ) un miliardo. Cui prodest?
( dal 12 gennaio 2022). E così ce l’abbiamo fatta ad abbandonare un 2021 che se per lo sport azzurro è stato esaltante, non inimitabile, di certo esaltante, per il resto, tutto o quasi, non ha donato grandi sicurezze.
Fatica assai quel drago del Draghi , pur assomigliando al Cavour piuttosto che a quella folla indefessa di mosche, tafani, zanzare, che gli ronza attorno giorno e notte, cercando di pungerlo il più dolorosamente possibile. E pensare che, pur con tutto il rispetto per gli insetti che qualcuno oggi finiti perfino nel menù, con tutto quanto balla sull’Europa e sull’Italia, che altro occorre fare se non dar corpo ( quanto prima) ad una nuova Nazione per meglio difenderla da pericoli che non sono più pericoli ma già realtà, ben oltre all’ interminabile pandemia?
Facciam finta che sia in esaurimento l’assalto dei continenti poveri o in affanno alle frontiere della leggiadra Europa; chiudiamoci gli occhi sul quel che si va ammassando sul fronte orientale, con quel tenero Putin più pericoloso del duro Breznev; ignoriamo inoltre quanti ( e quante) con foga da Erinni vorrebbero strappare le nostre invidiabili radici di storia e valori per annacquare un presente che più annacquato di così non potrebbe essere.
Diritti, accoglimento, inclusione. Parole, belle, molto belle, peraltro note da due millenni ma che se realizzate con scarso senno ( cioè senza abbinarle a doveri, regole, radici) possono creare più danni che utili. E soprattutto decadenza, che non sembra ma c’è, per un ex grande Continente che sulle questioni del Pianeta decide ormai poco o nulla. Pur cercando di rimandare in scena quella patetica Global Britain o l’altra utopistica Grandeur, rintracciabili ormai, l’una e l’altra, sui libri di storia piuttosto che nelle cronache dei giorni nostri.
IL NOSTRO CORDOGLIO. In questa ci coglie il dovere di porgere il nostro cordoglio per la perdita improvvisa e prematura di Davide Sassoli, presidente della Commissione europea, persona mirabile, grande italiano, sincero europeo.
LO SPORT AZZURRO. Dopo i botti del 2021 occorrerà un po’ di pazienza per tornare ad ascoltarne altrettanti. Intanto però ci stiam rimettendo in moto, anche perchè in questo tempo di pandemia a ciclo infinito i tempi sembrano essersi accorciati. A breve speriam d’intonare inni per le Olimpiadi della neve a Pechino; eppoi, più in là o più in qua, per i mondiali della pallavolo maschile e femminile, e altro ancora, ma quanta roba c’è?, compreso quello spareggio marzolino che ci consentirebbe di andare ai Mondiali natalizi di calcio negli stadi sul Golfo.
Più volte l’Italia ha gettato al vento la possibilità della Pentastella, che se non fosse stato ( anche solo) per quel calcione del Baggio sarebbe appuntata su una maglia azzurra piuttosto che verdeoro. Con un capitano di ventura come il Mancio da Jesi anche gli altri sanno che l’impresa sarebbe possibile.
Il problema però è che in fatto di spareggi i nostri non sono proprio a loro agio. Le avventure impossibili ci esaltano, le cose da fare ad ogni costo ci deprimono. Sarà pertanto molto, molto, molt0 difficile superare dapprima la Macedonia, eppoi, prevedibilmente, il Portogallo. L’infortunio di Chiesa non ci voleva, e così il protrarsi del ritorno del Pellegrini, ma non son manco presagi di maldestra fortuna. Compagnie di ventura come quella allestita dal Mancio da Jesi, se stan salde attorno al loro comandante, dei La Motte di turno se ne sbattono assai.
IL CAMPIONATO. Procede tra un Covid e l’altro, tra una Ausl e l’altra, tra un green pass e l’altro, il Campionato. Che ha superato la ventunesima giornata. Con i ganassa della Beneamata gioiosi e festanti, quasi quasi certi di doversi appuntare ( dopo la Signora) la doppia stella sul petto. Ad opporsi, per il momento, c’è , soprattutto, il vecchio Diavolo, che di tornare ( senza farsi derubare) in Europa muore dalla voglia.
( dal 27 dicembre 2021 primi gennaio 2022 ). Non c’è molto sport da segnalare in questo ultimo scorcio di 2021. Doloroso e gioioso insieme. Con i colori azzurri saliti nell’Olimpo dello sport mondiale come e quanto ( per quel che ci riguarda) non è mai accaduto.
A breve ci saluterà il nostro grande Presidente, che nel corso del suo mandato ha registrato successi sportivi infiniti ed esaltanti. Qualcuno direbbe, che è ( o è stato) un ineguagliabile ‘portafortuna’. Per lo sport azzurro certamente, così come in altri ambiti, dove ha saputo con ‘dolce fermezza’ tener salda la barra del timone d’un Paese impegnato in uno dei periodi più travagliati e difficili della sua giovane repubblica. E se The Economist ( grazie anche a lui) ci dedica la copertina, di certo non sarà facile sostituirlo.
A proposito di Paese, un libro di Maurizio Molinari ( Il campo di battaglia, ed. La nave di Teseo, 2021) ci sta mettendo in guardia per via del ‘ grande gioco’ planetario che è tornato a disputare nel Bel Paese alcune delle sue ( decisive) battaglie. Speriamo non con l’irriverenza di alcuni secoli fa, dove una Nazione smembrata ha dovuto faticare qualche secolo in più per trovare identità, unità e forza per non più essere marginalizzato sulla scena del mondo.
Vediamo qualche passaggio del libro. Intanto le ‘ grandi crisi globali’ stanno passando sull’Italia, assegnandogli un ruolo di ‘ Paese di frontiera nelle trasformazioni del XXI secolo’. Come accennato, non è la prima volta che gli capita.
Quindi poco o nulla da meravigliarsi, perchè lo Stivale allungato nel bel mezzo del Mediterraneo, da sempre spazio cruciale per i destini del Mondo, non può che restare ( o tornare) ‘ epicentro di contese strategiche e rivalità economiche di vasta portata’ con l’aggiunta di quando va accadendo sul resto Continente che gravita alle sue spalle, segnato ( in breve) dall’urgenza della ricostruzione, dal populismo, dall’affermazione di nuovi diritti, dalle conseguenze del duello Usa e Cina e dal ritorno ( non remoto) della minaccia jihadista.
Facendo tesoro del passato, tanto dovremo fare per non farci trasformare in un altro inutile ‘ campo di battaglia’. Molto dipenderà dalla nostra classe dirigente, sempre che sia ( questa volta ) all’altezza di quel che la storia va chiedendo. Non ‘ campo di battaglia’, quindi, assolutamente no, ma l’incipit di qualcosa di grande che si va faticosamente gestendo.
Del resto l’Ue ha nel nostro ( famigerato) Pil un ‘tassello’ indispensabile. Ciò significa però cominciare a superare le nostre ‘fragilità strutturali‘ ( fisco, giustizia, concorrenza e infrastrutture ) riscattando lo Stato-Nazione ’ da corruzione, carenza di rappresentatività democratica e diseguaglianze economiche’.
Per approfondire le riflessioni di Molinari non sarà male andarsi a leggere il libro. Quel che però importa qui è registrare una inedita sensibilità nei confronti d’un Paese, spesso frainteso, diciamo pure non di rado anche sbeffeggiato, come dice il nostro Presidente, ma pur sempre chiamato a dar il suo contributo in momenti salienti della storia europea e mondiale.
Un contributo la più parte straordinario, in alcuni casi addirittura senza eguali, eppure talvolta deludente. Speriamo di essere capitati bene. Non (solo) per noi, ma per il bene di una grande Nazione nei giorni del travaglio e di quello che potrebbe dare del suo meglio al Mondo, una volta venuta alla luce.
L’ATTIVITA’ SPORTIVA. Per gran parte in pausa. Più impegnata a superare gli agguati del Covid ( versione Omicron) che altro. Nel mondo extraterrestre del calcio si passa il tempo parlando di mercato. Che incurante del virus, degli stadi vuoti o quasi, delle entrate che calano non poco, continuano ad ingegnarsi per ‘costringere’ qualche società ‘pollastra’ a concedere rinnovi al doppio, il triplo, il quadruplo e oltre.
Dicono ci sia uno al Milan che da 2,2 mln vorrebbe ( per qualche buon calcetto in più ) almeno il quadruplo di quanto fino percepito. Certi soggetti che ci stanno a fare nel calcio? Dove è proprio vero che i soldi rendono ricchi i poveri, ma non signori i poveracci.
( dal 14 al 24 dicembre 2021). ‘ Il est formidable, rien a faire’ esclamò Raphael Geminiani dopo una delle tante incredibili imprese del Grande airone ( 1919-1960) nato sulla collina di Castellania , scomparso il 2 gennaio 1960, e per quel che ci riguarda il più grande e completo pedalatore che, nonostante la guerra, la prigionia, le dolorose vicissitudini personali e gli anni duri della ricostruzione, al pari di pochi altri personaggi sportivi planetari, resta l’esempio ineguagliato ( ma non sempre adeguatamente celebrato ) del nostro sport.
Uno sport che, al pari di quell‘Araba Fenice che da tempo deve avere messo il nido in qualche anfratto del Belpaese, risorge ( ogni volta ) quando men lo si aspetta.
In questo ultimo biennio, infatti, segnato da una ( ineffabile) pandemia che sta inginocchiando il Pianeta nonostante l’apporto d’una scienza mai così tanto evoluta, lo sport italiano continua a sfornare performances che lasciano stupiti un po’ tutti.
L’inglese della staffetta olimpica 4×100 che sollevò l’infelice sospetto che i nostri non fossero nutriti da dieta mediterranea, non solo s’è visto, lui, sì, fraudolento manducatore di stoccafisso, ritirare l’argento, ma ha dovuto pure convenire che di qui in avanti non sarà improbabile vedere (proprio) un azzurro diventare l’uomo più veloce della Terra.
Miracoli che, dove non c’è manco più un briciolo di fede, sono incomprensibili.
E che qui, invece, nel Paese dell’uccello che risorge sulle proprie ceneri, possono diventare ‘normali‘. Incredibili a dirsi, eppure basta scorrere l’interminabile lista di trionfi azzurri 2020-2021, perfino in discipline come il polo femminile, la pesca sportiva e la discesa in apnea, per toccare con mano il trarsversal prodigio.
In breve.
Vela: Luna rossa vincitore Prada Cup e sfidante America’s Cup.
Calcio: nazionale campione d‘Europa.
Atletica: cinque medaglie d’oro a Tokio. Dalla velocità, al fondo, al salto.
Nuoto: medaglie numerose a Tokio, Europei e Mondiali in vasca lunga, corta e fondo.
Pallanuoto, Mondiale maschile; Pro Recco, Champions e Supercoppa;
Volley: campioni europei nazionali maschile e femminile
Ciclismo: in strada Colbrelli vincitore Parigi-Rubaix.
Ciclismo: in pista ori olimpici, maglie iridate ed europee.
Auto. Ruote coperte, i trionfi della ‘ rossa’: 488 Gt3 prima nelle due categorie Pro e Am; prima 24ore Le Mans e Spa; mondiale di durata; Wcc piloti costruttori
e team con AF Corse, Worl Challenge Gt3 ( il più importante a livello Gt3), European Le Mans series Cat Gte e trofeo Michelin.
Tutto in breve. Tralasciando discipline come quelle sulle nevi ( varie ) dove gli azzurri/e sono protagonisti di primo piano ( Goggia, al momento, è prima in discesa, superG e classifica generale) ; o motorististici, dove di recente il più grande di questi ultimi decenni ha lasciato il posto in pista a pattuglie di giovani molto competitivi e su marchi nostrani ; automobilistici, dove basta citare la ‘rossa’ per avere l’idea di qual ruolo possono esercitare piloti, tecnici e mezzi italici in quell’ambiente ultimamente condizionato più da legulei che altro.
E altri ancora. Infatti, oltre agli uomini, ai successi agonistici singoli e di squadra, il Belpaese può vantare tecnici, mezzi e perfino servizi all’avanguardia, come la pista olimpica di Tokio realizzata da una sua azienda . Tutto questo non per celebrarla, ma per dire a quanti vorrebbero sottovalutarla che il Belpaese, dopo l’infausta parentesi d’un regime e di una guerra che non s’avevan da fare, è tornato. O meglio, risorto. Più arzillo che pria. Sulla ribalta europea e mondiale. Come sottolinea Malagò, presidente Coni : ’ Oggi siamo secondi al Mondo!’.
CAMPIONATO DI CALCIO SERIE A. Inter, campione d’inverno. Milan in ambasce, Napoli che stringe i denti e si salva come può, Mou Mou che travolge il Gasp, la Signora che si barcamena a non tanti punti di distanza dal quarto posto, nell’attesa di un girone di ritorno che ( a star sentire il Max) dovrebbe spazzar via ogni nube foriera di tempesta.
( dal 12 dicembre 2021). Il golpe è avvenuto, con successo e con un grosso sospiro di sollievo per tutto il mondo della F1; un golpe che ha ( finalmente) spodestato dal suo trono d’argento il tiranno Toto, che in questi ultimi anni, sorretto da schiere di legulei, ha fatto il buono e cattivo tempo attorno ad un team di cui ( si dice) che partecipi al 33%.
Il tutto legalmente, è ovvio, e tra alto e basso sempre in sintonia con qualcosa e qualcuno che , da un lato, gli ha consentito di recar danno e beffa alla ‘rossa‘ relegandola da regina ad ancella, e dall’altro, di calare nell’oblio un pò tutta la concorrenza. Quest’anno ha cercato di ripetere l’operazione con giovane irriverente tulipano ‘pilotato’ e ‘protetto’ da da un ravveduto e avveduto general manager. Che ha saputo far giuocare ai suoi tutte le carte del mazzo, fin all’ultima, insperata, ma vincente.
E così il tulipano, altrimenti finora noto tra i fans di Maranello come ‘ sfascia rosse’, s’è preso un titolo meritato, applaudito da tutti, riconosciuto anche dallo sportivissimo avversario, eppur tuttora sub judice per ricorsi e controricorsi ( e ti pareva) presentati da chi perdere non sa e non vuole.
Sinceramente, in molti s’erano allontanati da una competizione indirizzata su un unico binario; senza lotta, scontata, arrogante, e con la ’rossa‘, che di questo sport è il sole e la luna, relegata ad un ruolo marginale, da non credere, dopo tutto quello che ha fatto e che può fare. A lei infatti gli dei hanno concesso di scrivere pagine leggendarie sulle corde di un aedo antico, e che mentre celebrano l’uno esaltano altro. Generosamente. Come in quella guerra sotto le mura di Ilio che pari ha posto tanto gli eroi che le difendevano quanto quelli che l’assalivano.
A parte i ricorsi e controricorsi Mercedes, o del Toto che dir si voglia, il ragazzo figlio di pilota, nato e cresciuto tra i tulipani, è il nuovo campione del mondo di F1. Sembra di buon auspicio il terzo posto della ‘rossa‘ condotta da un insperato, coraggioso e combattivo Sainz.
Sempre che non ci sia qualche leguleio che voglia ancor ‘ metter becco‘ a quanto a Maranello vanno ingegnandosi di fare come lor tradizione e sangue comanda. Detta anche così, sinteticamente, allora sì che dal prossimo anno potremmo avere un lotto di contendenti in pista , nobili e meno nobili, grandi e piccoli, che potrebbero tornare a scrivere altre autentiche favolose pagine su questo planetario agone sportivo.
SERIE A. CAMPIONATO. Salda è in vetta la Beneamata che, nonostante i cinesi vicini e lontani, Conte Dracula e non , sa ancora farsi rispettare quando scende in campo. Con una certa continuità.
Ora guida il gruppone della Serie A con 43 punti, quattro in più sul Napoli e il Diavolo del Pioli che, disponibilità a parte, continua a mostrar di saper fare più trenta che trentuno. Quasi quasi quanto la Dea del Gasp, vittoriosa ( a fatica) sul Verona del terribile Igor ma sconfitta da Mou Mou. Rivince la Lazio contro il Sheva, senza più attenuanti.
Qualcosa da dire ci sarebbe sulla situazione rinnovi. Qualcosa. In una situazione come questa che fatica a risollevarsi dopo le sanguinose perdite di budget dovute ( principalmente) al Covid, vedere tanti grandi, medi, piccioli attori pilotati da procuratori- consulenti-addetti più voraci dei pirana e ormai padroni ( quasi) assoluti del giochino calcio, chiedere doppio, triplo, quadruplo di quanto oggi percepito fa assaporare tante amare verità.
E’ forse per questo che non pochi appassionati, o ex appassionati, quando sentono un ‘ingrato‘ pretendere di mettere mano all’ingaggio anche dopo una o due partite giocate al meglio, si chiedono: ma perchè non comprargli dei biglietti di sola andata per le destinazioni da lor agognate , con tanto di saluti, baci e abbracci? Il nostro massimo torneo che di nobiltà ne porta come pochi altri al mondo, bisognoso solo di qualche buon dirigente in più e di nuovi stadi, è davvero ( così ) indissolubilmente condizionato da cotali soggetti?
SORTEGGIO annullato OTTAVI CHAMPIONS 2021-2022. Benfica-Real, Villareal- Manchester City, Atletico Madrid-Bayern, Liverpool-Salisburgo, Inter-Ajax, Sporting Lisbona- Juventus, Chelsea-Lille, Psg- Manchester United.
SORTEGGIO annullato PLAY OFF EUROPA LEAGUE. Atalanta-Olimpyacos, Barca-Napoli, Porto-Lazio.
SORTEGGIO valido OTTAVI CHAMPIONS. Psg-Real Madrid ( 15/2), Salisburgo-Bayern, Chelsea-Lilla, Sporting Lisbona- Manchester City, Inter-Liverpool ( 16/2 ), Villareal-Juventus ( 22/2).
SORTEGGIUO valido PLAY OFF EUROPA LEAGUE. Barcellona-Napoli( 17/2, ore 18,45), Porto-Lazio ( 17/2, ore 21).
Commento? Nulla da aggiungere sulla Uefa del Cefferin, burocratizzata, ceduta e pasticciona. Mentre sulla questione sorteggio qualche possibilità ce l’ha la Juve, sempre che sia una Signora e non una donzelletta che vien dalla campagna. Le nostre altre invece devono compiere solo prodigi. Sperando inoltre che gli arbitri istruiti Uefa non replichino trattamenti come quelli riservati da qualche anno in qua al vecchio, glorioso, impotente Milan.
ALTRI SPORT. Dopo la mademoiselle Sofia che ha fatto man bassa per ben tre volte di seguito in Canada, nel Super G di S.Moritz è stata la volta di mademoiselle Brignone, 31 anni, ora con 17 vittorie in Coppa, una più della mitica Debora, davanti ad una squadra di azzurre, cinque nelle prime dieci.
Francesca Lollobrigida, 30 anni, 4 medaglie europee, vince i 3000 in Coppa del Mondo in pista lunga su ghiaccio a Calgary. L’Armani Milano è tornata alla vittoria in Eurlega contro il Monaco. Quelle quattro sconfitte di seguito ci avevano spaventato. Ax Armani Milano guida anche la classifica del nostro campionato.
Non abbiamo capito la sconfitta della Lube contro i brasiliani al Mondiale per club; speriamo di non dovere fare altrettanto con le ragazze, che proprio in questa settimana scendono sul parquet per difendere un titolo che dovrebbe alloggiare fisso nel più bel torneo di volley femminile al mondo.
FRASI A VANVERA? Un certo Guillen della Vuelta di ciclismo, che non conosciamo e che manco vogliamo conoscere visto che dopo quanto detto ad una tivù basta e avanza, per difendere casa sua, s’è tuffato in spericolate considerazioni varie sul ciclismo e sui grandi giri.
Tra l’altro avrebbe sostenuto che la Vuelta ha superato il Giro, e che (al momento) è seconda solo al Tour de France. Oggi si sa, tutto possono dire tutto di tutti e ( all’occorrenza) anche di più. Al punto che a mettersi a rincorrere tutti non solo è impossibile ma anche fatica sprecata. Tuttavia il senor Guillen una rispostina non può evitarla. Ognuno vede e provvede alle sue cose come meglio aggrada. E tuttavia, qualche elemento d’oggettività esiste, sennò come faremmo a dar contenuto alla scienza?
Comunque, senor Guillen non le hanno detto che per entrare nella nobiltà d’una qualsiasi realtà umana non basta sbandierare danari o opinioni o interessi. Occorre, semmai, tempo, tanto tempo, con l’avvallo, ovvio, di ‘ pezze d’appoggio‘ che manco s’immaginano.
Per farla breve, in questo senso, il Giro non essere secondo a nessuna corsa a tappe al Mondo, manco al Tour che in questa è riuscito a raggranellare qualche danaro in più in cassa, che gli consente di manovrare qualche specchietto per allodole tra media e social, ma null’altro.
Il Giro per storia, paesaggi, tracciati e campioni senza eguali cresciuti lungo le strade che percorre da oltre un secolo, sinceramente, come può aver rivali? Allora, che altro è se non l’Alma Mater di un movimento sportivo ormai planetario? Lasciamo perdere il primo o il secondo, perchè se uno vuol entrare nella leggenda del ciclismo qui deve transitare. A primavera, con la stagione bella, piuttosto che in autunno, con la stagione che volge al tramonto.
( dal 6 al 12 dicembre 2021). Come anticipato, se al Gasp è dato di arrivare a 30 e mai a 31, al Villareal , invece, che nel suo campionato è poco più d’una una comparsa, è stato dato modo e tempo per spegnere ( da subito) le velleitarie ambizioni dei bergamaschi di passaggio agli ottavi di Champions .
Che poveri erano e poveri restano, nel senso che per essere accettati nella nobiltà d‘Europa occorrono ben altri titoli e prestazioni e raccomandazioni. Come volevasi dimostrare. Ora, delle nostre, tra le ( cosiddette) big o nobili d’elevata genia calcistica, restano la Signora e la Beneamata.
La prima più per grazia ricevuta che altro, la seconda per avere finalmente saltato un ostacolo che la bloccava dai tempi mitici del Triplete. Cosa possano fare nel proseguo del torneo, ovviamente, non è dato a sapere; si può però presumere che, sorteggio a parte, possano risultare più paggi che cavalieri. Ruoli questi da tempo assunti dalla piccola folla di spendaccioni che i soldi se li fanno arrivare ( a go go ) sui loro conti correnti ( più o meno direttamente) dai loro stati o dai loro sodali.
Davvero fastidioso è ancora notare la sapienza infinita delle pletore di commentatori nostrani , a vari livelli e mezzi mediatici, che continuano a celebrare le squadre d’Albione, superfavorite, ‘ 0 meglio, d’un altro pianeta’ assicurano, rispetto ( è ovvio) alle nostre e ( non solo) alle nostre.
Il segreto dei loro prodigi starebbe nella corsa e nella tecnica mostrata in corsa. Senza però chiedersi che quando c’è uno che corre ( e smista) più assiduamente d’un altro per ben oltre i 90′ minuti di gara, a parte la preparazione spesso ( curiosamente) svolta da tecnici nostrani, qualcosa dovrà pur mangiare, o deglutire, per mantenere inaccessibili i suoi standard.
Eppoi siamo proprio sicuri che del coriaceo Bayern o dell’imberbe Ajax o del sempiterno Real possano esse far un sol boccone? Tra le nostre, anche se non entrate nell’Olimpo, qualcuna potrebbe ( sul tema) dir la sua, non per giustificarsi ma per capire la differenza tra noi e quegli gli esseri giunti da altri mondi.
Il Milan, ad esempio, contro quegli imbattibili Reeds , sia all’andata che al ritorno, se non erriamo, almeno per buona parte del duplice confronto, avanti erano o no? E come ma al cospetto di cotanti mostri? Contro i quali, poi, i nostri non hanno retto. E del resto come avrebbero potuto contro chi fatica e affanno non sente ?
A proposito di Milan, forse qualcuno ha notato che grazie alla sua sconfitta abbinata alla vittoria del mai defunto Atletico, e della Dea contro il Villareal , abbiamo salvato il bilancio delle ispaniche che, naufragio del Barca a parte, avrebbe ( probabilmente) resuscitato in loro se non la sorte dell’Invincibile Armada?
QUALFICATE: OTTAVI CHAMPIONS: Inter e Juve; OTTAVI EUROPA LEAGUE: ( spareggi) Napoli, Lazio; OTTAVI CONFERENCE, ( diretta) Roma.
( dal 5 dicembre 2021). La signorina Sofia è salita per tre volte di seguito in tre discese sul più altro gradino del podio a Lake Placid ( Canada). Ora, con 315 punti, insegue nella generale di Coppa del Mondo la Shiffrin ( 4o5 punti).
A breve sono annunciate, questa volta in Europa, quattro gare di velocità, la prima in val d’Isere, con la nostra fasciata da due pettorali rossi, in libera e in superG. Per Isolde Kostner, 46 anni, vincitrice di 12 discese libere e 3 super G, la nostra Sofia , 29 anni, ha tutto le carte in regola per aggiudicarsi non solo le classifiche di specialità ma anche la generale.
Continuano intanto a pastrocchiare in F1, questa volta anche tra i muretti della pista miliardaria di Gedda. Horner, team principal Red Bull, ha sbottatto: ‘ Ho rimpianto la direzione gara di Charlie Whiting‘. Difficile dargli torto. Anzi, sono pochi a dargli torto. Al contempo il Max ex ‘sfascia rosse’, ha aggiunto: ‘ Non condivido tutte le decisioni prese dai commissari …
Nel caso specifico ( tamponamento da parte di Hamilton, ndr) sono andato lungo in frenata, ma tutti e due abbiamo mancato la curva, perciò non credo siano stati giusti i secondi di penalità che mi sono stati comminati… La tendenza ormai è questa, si puniscono certi episodi, ma non è la F1 che ero abituato a guidare da quand’ero ragazzo’.
Fatto è che al campione di tutti tempi di penalità ne vengono date poche o niente; ricordiamo un tamponamento di Vettel allo stesso Hamilton, con punizione del tedesco in rosso piuttosto che dell’anglo in argento. Insomma, una storia vecchia, tanto che trai molti ex appassionati di F1 serpeggia questa domanda ‘ Ma a chi deve andare il titolo: al pilota, o a quell’Azzeccagarbugli che gli sta al tergo con rotoli di grida sempre pronte alla bisogna per salvare il suo e condannare l’altro ?’.
Storia simile, questa, curiosamente, a quella del povero Tramaglino che, nonostante i capponi di Agnese, da vittima era finito colpevole, ricercato in ogni dove. Horner, team principal e genio delle auto del venditore di bibite, un tempo sprezzante contro la ‘rossa‘, oggi, che ha esperimentato cosa significa scontrarsi col dominio del Toto, ha fatto una giravolta di 360 gradi. Con ben altra visione delle cose. Esatto?
Comunque l’ardua sentenza per questo Mondiale , dopo 21 gare finite con lo stesso punteggio per i due galli del pollaio, sarà data ad Abu Dhabi. Dove si spera di dover assistere non ad un duello rusticano ma da cavalieri della Tavola rotonda. Dove il giovane ( se meritevole) non debba prostrarsi al ( solito) vecchietto sol per via d’ una folla di legulei.
Commenti dei piloti a caldo. Lewis:’ Ho cercato di stare calmo’. Max: ‘Non è più F1. Ingiusta la penalità‘. Per completare la panoramica delle opinioni, la squadra di Race Anatomy ha espresso una previsione di minimo vantaggio a favore del tulipano. Ci scusino lor signori, forse per gufare? Visto che si va dicendo in giro che il collegato Vanzini ha pronto un progetto di Mausoleo per il già sette volte campione del mondo?
La Paoletta del volley sta per volare in Anatolia, anche per sfuggire alla fame alla quale l’hanno costretta fino ad oggi a Conegliano. Anche il Quantorena vuol scappare dal Belpaese, per lui non il campionato più prestigioso al mondo ma troppo stressante per chi vuol godersi la pensione in santa pace.
Cosa dire? Che non sono i primi e nè saranno gli ultimi a desiderar cotanto; salvo tornar , poi, lesti lesti, laddove sono diventati qualcuno. Basta non si perdano per strada. Baci, abbracci e buon viaggio ad entrambi.
BREVI SULL’ULTIMO TURNO DEI DEI GIRONI CHAMPIONS.
Milan dalla festa al lutto. Visto che è stato estromesso ( un anno ancora) dal tutto in Europa. Inter velleitaria al Bernabeu in fase di restauro, dove lascia il passo ad uno dei Real più ‘normali’ di questi ultimi anni. Tuttavia aggiudicandosi gli ottavi.
Ora tocca alla Dea del Gasp che finora ha fatto trenta e mai trentuno contro un Villareal che il veleno porta in coda; nessun commento per la Signora che la qualificazione ha in tasca da tempo. Qualificazione, punto e basta? Nel frattempo tra le folle di commentari tivù e non solo si è tornati a cantar il ritornello ‘ gli altri corrono, noi passeggiamo’.
Ancora una volta senza chiedersi per qual ragione, o qual foraggio, loro tengono e noi molliamo. Forse bisognerebbe chiedere lumi a quello staffettista inglese che battuto dai nostri ha messo in dubbio l’onestà dei nostri? Finendo, ma questo nessuno lo evidenzia, tra i dopati ai quali è stata tolta la medaglia d’argento che, da gentleman, e senza che nessuno glielo imponesse, avrebbe dovuto sfilarsi dal collo?
Milan-Liverpool 1-2; Real Madrid -Inter 2-0; Juve-Malmoe 1-0; Atalanta-Villareal 2-3
IL MONDO IN CIFRE- Edizione internazionale a cura The Economist.
ANNI 2020/2022
Uno sguardo aggiornato ai Pil: Stati Uniti ( 329 mln abitanti), 21.443 mld dollari; Cina ( 1.433 mln abitanti), 14.343 mld dollari; Giappone ( 127 mln abitanti), 5.082 mld dollari; Germania ( 83,5 mln abitanti), 3.861 mld dollari; India ( 1.364 mln abitanti), 2.869mld dollari; Regno Unito ( 67,5 mln abitanti), 2.829 mld dollari; Francia ( 65 mln abitanti), 2.716 mld; Italia ( 60,6 mln abitanti), 2.004 mld dollari.
Quanto si dice che la Cina è il primo colosso economico al mondo si sbaglia: infatti, se questi dati non sono esibiti a vanvera, il divario tra le due superpotenze economiche planetarie è ancora piuttosto ampio a favore del paese con la bandiera stelle e strisce ( oltre 7mila mld, più o meno quanto i pil di Germania e Francia assommati).
Precisando inoltre che sui dati cinesi resta il sospeso sulla loro effettiva attendibilità, che se in realtà risultasse al ribasso non meraviglierebbe nessuno. Simil discorso si potrebbe fare sugli investimenti militari effettuati dai due Paesi, ma con ( eventuale) revisione inversa.
Qui gli americani dichiarano 738 mld d’investimenti, i cinesi ( solo) 193 mld.
Che non sembrano tanti a fronte dei notevoli impegni in tutti i settori della difesa della Cina in questi ultimi anni. Per raggiungere e superare i cinesi ( 2.035 mln di uomini in divisa, contro 1.388 degli Usa), tanto per svelare una curiosità, ci vorrebbe un’ Europa tutta d’un pezzo che invece di spendere e spandere a vanvera ciascun stato pro domo sua, mettesse dentro un’unica cassa i suoi ( tanti) investimenti. Che ( limitatamente ai primi) sono questi: Regno Unito 61,5 mld, Francia 55 mld, Germania 51 mld, Italia 30 mld.
( dal 29 novembre al 5 dicembre 2021). La notte dei ‘ballon d’or’. Scontata da mesi, perchè quel ( cosiddetto) premio ormai è il frutto più di ‘ scuole di pensiero’, di ‘ squadre di fans‘, di ‘ orientamenti consolidati’, che altro .Come dire che, salvo cataclismi, difficile è portarlo via a uno tra Messi e Ronaldo, il Cr7, che anche se non vincono proprio tutto e tutto per merito loro il ‘ ballon’ se lo dividono portandolo a casa loro, una volta uno una volta l’altro. L’argentino d’origine recanatese è giunto al settimo ‘ ballon d’or‘. Cosa mai vista, in un premio che sarà meglio cominciare a ‘riformare’, in fretta, prima che venga detto ‘ Ballon d’or del Menga’.
Paggio d’onore del ‘ ballon’ da anni resta quel Levandowski che le ’ballon ‘ chissà perchè non vince mai. Il riconoscimento, da quel che si sa, dovrebbe andare a chi nell’annata ha vinto di più e con merito. Quest’anno, ad esempio, chi ha vinto di più e con merito, chi altri era se non il nostro ( sfortunato) Jorgino, trionfante all’ Europeo e in Champions.
Il massimo dei trofei di Eupalla ( tolto il Mondiale) per chi si diverte a prendere milioni su un campo da calcio?
Eppure, il nostro, è finito terzo; mentre il riconoscimento parziale è andato al ‘baciamaglie’ Gigio, quale miglior portiere del consesso mondiale. Non è molto, ma accontentiamoci, perchè agli azzurri quel ’ ballon‘ viene dato ( tra sì e no) solo e soltanto se si dovesse vincere Mondiale, Europeo, Champions, Uefa, Coppa del nonno, etc etc. tutto in un botto.
Del resto siamo noi a dire che quel Messi argentino d’origine recanatese non è più decisivo come una volta? Infatti chi è che ha detto: ‘ Con lui la Champions non si vince più’.
Il tutto dentro gli spazi lucenti e ovattati di una torre d’avorio dove a dominare hanno preso sceicchi, oligarchi e ristrette gang di agenti, procuratori e consulenti a dispetto di quei poveracci del calcio che ha fatto la storia, ora alla ricerca disperata di qualche nuova entrata per sopravvivere al cospetto della manciata di club di Stato, o simili, ricchi sfondati e inarrestabili.
Riparte la Serie A, XV giornata, con il Napoli in vetta, il Milan ( doppia sconfitta di seguito) a due incollature e l’Inter a pochi passi, pronta all’arrembaggio.
TENNIS COPPA DAVIS. Nel tennis, Coppa Davis, belle speranze colate a picco.
E’ bastato un anonimo croato 230° c.a. al mondo per spaurire a morte il nostro guerriero Sonego, e mandarci a casa. Il resto, probabilmente, a dirla tutta, lo ha fatto mister Volandri, allestendo un doppio con uno ( sfinito ) Sinner e un (ridente) Fogna, che francamente non si capisce perchè lo si continui a considerare giocatore da maglia azzurra quando dopo l’exploit di Monaco non fa altro che far da turista, qua e là, su campi e campetti da tennis che ( ancora) lo invitano. Risultato finale: 1-2 per la volenterosa Croazia che vola a Madrid.
( dal 18 al 28 novembre 2021). Che c’è da dire questa volta? Poco, molto poco, tanto. Come ( quasi) sempre. Per quel che riguarda il tennis , intanto, non possiamo che lodare il buon Jannik che ha degnamente sostituto all’ATP Finals ( vinto da Sverev ) il nostro Matteo.
Ora è tempo di Coppa Davis, a Torino, contro gli Usa. Battuti 2-1. Per quel che riguarda il calcio, stiamo viaggiando tra una Coppa e l’altra. In Champions solita figuraccia di una Signora ( 4 gol dal Chelsea, battuto 1-0 all’andata) che Signora non riesce proprio ad essere visto che, ben che vada, limitatamente alle ore felici, piuttosto appare una ‘ donzelletta (che) vien dalla campagna, in sul calar del sole col suo fascio dell’erba’.
Si è complicata la vita la Dea del Gasp che arriva a trenta senza centrare ( quasi mai) il trentuno. Sullo sintetico dello Yong Boys è passata in vantaggio due volte, ma per poco non ci lasciava le pene se il solito ( provvidenziale) Muriel ( entrato da poco) non avesse calcolato di mandare una beffarda punizione nell’angolino basso di destra del portiere svissero. E’ finita 3-3, ma con la Dea ora obbligata a battere il Villareal ( 7 punti, contro i 6 dei bergamaschi) per accedere al gruzzolo di milioni del turno successivo.
Vincono invece le due milanesi battendo, come ai bei tempi, quei tosti dello Shakhtar ( 20, gol di Dzeco) e gli ancor più tosti dell’Atletico Madrid ( 0-1, gol Messias), a Madrid.La Beneamata dopo un decennio supera i gironi e si qualifica ( prima o seconda è da vedersi contro il Real) per gli ottavi. Qualche speranziella s’è inoltre riaccesa per quel povero Diavolo finora vessato da infortuni, arbitraggi pro – altri, sfiga calcistica. Battuto l‘Atletico del Cholo dovrebbe ripetere l’impresa contro quei rompiscatole del Livepool, avversari di tante battaglie, una Champions in meno, lanciati a palla per battere ( in casa e fuori) gli spendaccioni arabi e russi. Ora, però, sor Sala, per favore, ci dia un San Siro nuovo ed adeguato alla bisogna.
Nella Europa League infelice trasferta del Napoli, che battuto in Russia ( 2-1) ha perso anche il primo posto nel girone. Evidentemente, come dice il Sarri, questa seconda coppa sta proprio sulle scatole a tutti. O quasi. La sua collocazione, forse diversamente impossibile, non invoglia di certo i maggiori club a contendersela.
Sono in tanti a celebrare Diego, l’umano che contende ad Eupalla lo scanno di Olimpia, ad un anno dalla sua scomparsa. In prima fila i fans d’ Argentina e di Partenope, che Diego aveva eletto tra i suoi ‘ figli‘ più amati. Certamente tra quelli mai più dimenticabili.
Delle ultime battute sul mondiale di F1 poco o nulla c’è da aggiungere. Per quelli di Sky è il mondiale più avvincente degli ultimi decenni.
Dimenticando di dire che a contenderselo non sono tanto l’irriverente Max, 21 anni tulipano, e l’intramontabile Lewis , 36 anni anglo, ma quei due marpioni, Toto ed Horner, da flotte di legulei assistiti, che ( eliminata dal gioco la ‘rossa‘) pensano così di continuare a fare in pista il bello e il cattivo tempo. Al momento il Max guida la classifica con 8 punticini di vantaggio, a fronte di due Gp ancora da disputare, a Gedda ( 5 dicembre) e in Abu Dhabi ( 12 dicembre).
ITALIA GUIDA ALLA RIPRESA EUROPEA. Economia. A segnalarlo è il Sole 24 Ore, in un titolone di prima: ‘ L‘Italia guida la ripresa europea’.
Settima al mondo per il ritmo di crescita intrapreso, non solo ha recuperato il pre Covid ma sta manifestando un andamento migliore di Francia e Germania. Questo emerge dal rapporto Scenari industriali del Centro studi di Confindustria. Record di investimenti esteri. Bene gli scambi commerciali, tornati rapidamente e solidamente sopra i livelli precedenti.
Occorre però sostenere il trend con una politica industriale mirata, da non disattendere, per non vanificare i provvidenziali prodigi di cui è capace il Paese davanti alle grandi difficoltà.
( dal 10 novembre 2021). Ora è tutto vero, il maestro di Tavullia ci ha lasciati. Intendiamoci, lasciati per quel che riguarderà la Moto Gp, perchè per il resto resta, vivo e sorridente come pria, e con tante idee in testa. Le auto, l’Accademy, (forse) la tivù che comincerà a corteggiarlo come ( a suo tempo) certi divi hollywoodiani con la Sofia e la Gina.
In pista, di certo, ci mancherà tantissimo. Visto che tutti ( o quasi) ci siamo alzati ( anche) di buon ora per vederlo lumeggiare una gara di moto. E se anche dal remoto Tibet fin alla nemica Ispagna gli sono giunti attestati d’amore, amore vero, non ci vuol tanto chiedersi se negli anni a venire (ri)sorgerà ( se mai risorgerà) un altro astro come quello che per oltre 25 anni ha brillato su e giù per le dolci colline di Tavullia, tra Marche e Romagna, quell’ameno fazzoletto di terra che continua a partorire i prodigi delle due ruote con motore.
Tuttavia, quando vengono a mancare sul pezzo finora occupato, certi personaggi, il ricorso ( non irriverente) al poeta è d’obbligo: ‘ Fu vera gloria( la sua)? Ai posteri l’ardua sentenza: nui ( intanto) inchiniam la fronte al Massimo Fattor, che volle in lui del creator suo spirito più vasta orma stampar’. L’omaggio planetario di Valencia al Vale ci ha commosso.
IL REGNO DEL MALVAGIO TOTO. Dopo l’ultimo Gp, Horner, manager della riuscita auto dei venditori di bibite, al cospetto del solito infido ricorso Mercedes, avrà capito o no che per battere le ‘frecce d’argento’ nulla conta se non ( maximus omnium) abbattere il potere malvagio del Toto? Il cui regno, resa innocua la ’rossa’ in un modo o nell’altro, vi pare al tramonto?
MANCIO, CHE PORCATA! Chi ci segue sa che quella del Mancio da Jesi per noi non è mai stata una nazionale, ma solo una fortunata compagnia di ventura che sotto la guida d’un capitano nato in una terra che di capitani ne ha forniti diversi e famosi, ha saputo realizzare una impresa.
Poi, come di solito capita e capitava alle compagnie di ventura, volata la sorte in altri lidi, spenta l’ispirazione del capo, unitamente a qualche defezione ( Immobile), qualche infortunio ( Chiellini), qualche traditore ( Jorgino), la truppaglia stessa si sfaldava, da mane a sera, come bolle di sapone per l’aere attorno.
E così la nostra Italia si trova fuori per il secondo turno consecutivo dal Mondiale. Addio pentastella, addio immortalità. Sì, perchè quei play off, con squadre ben più solide di quelle ( fortunatamente) inserite nel girone di qualificazione, noi, per quel che conosciamo della nostra storia, manco li andremmo fare.
Non è roba per noi, soprattutto in primavera quando il tepore della buona stagione invita a ben altri pensieri e ad altre occupazioni. Del resto, bastava pensarci un po’ prima, fare qualche punticino in più, non consentire agli svisserotti di dar corpo ai loro inconfessabili pensieri ( e desideri) verso di noi, per portarsi a casa una qualificazione che per dei ‘veri’ campioni d‘Europa doveva rappresentare null’altro che una pura e semplice formalità?
Cvd, a mo’ di presagio, nel sorteggio dei gironcini spareggio, a noi sono stati dati Macedonia del Nord ( in casa nostra) e una tra Turchia e Portogallo ( in casa loro).
DICHIARAZIONI. Petrov, ct bulgaro, alla vigilia dell’ultima partita del girone di qualificazione: ‘ Tranquilla Italia, cerchiamo punti e fiducia, vogliamo il terzo posto’.
INFANTINO, FIFA. ‘ Qualcosa non va si deve cambiare - sveglia Gianni Infantino, presidente Fifa- . Nel 2019 sono stati spesi 7 mld per i trasferimenti, 700 mln sono andati in provvigioni agli agenti e solo 7omln alla formazione e ai compensi di solidarietà. Dovremmo rendere le regole più trasparenti di quelle che sono ora’.
Sapere che qualcuno s’è desto e voglia capire quel che trambustano i nuovi padroni del calcio ( non solo) europeo, ovvero agenti-mediatori-consulenti, è già un sollievo. Certo che quelle inchieste ( Report, Rai3) stavano facendo un bel po’ di chiarezza su personaggi che hanno raggiunto un potere di intermediazione che se non è dittatura poco manca. Sono peggio di quella piccola ma spendacciona folla di principi e oligarchi che stanno ( letteralmente) mandando a gambe all’aria squadre storiche non più in grado di stare sul mercato.
Il nobile Florentino, per quel che può, continua disperatamente a spingere pro Superlega, non per annientare la democrazia del calcio, come accusa il buon Cefferin, ma per salvare almeno quello di vertice da una conduzione Uefa che non si capisce perchè si aspetti così tanto a mettere ( almeno) sotto indagine.
A 75 anni è scomparso Gianpiero Galeazzi, telecronista tivù, legato al canottaggio e ai suoi eroi come gli indimenticabili fratelli Abbagnale, ori olimpici.
ATP FINAL TORINO. S’infortuna Matteo, prende il suo posto Sinner. Con una bella vittoria, ora tra i primi dieci del mondo.