Ancona. Situazione Marche. Adattarsi ai fenomeni, ma riducendo gli effetti delle precipitazioni intense.

ANCONA. “Da un punto di vista meteoclimatico ed idrologico l’evento meteorologico che ha interessato i settori montani delle province di Ancona e Pesaro può essere statisticamente caratterizzato dal termine ‘estremo‘, visto che i tempi di ritorno presunti calcolati preliminarmente sono dell’ordine di alcune centinaia di anni.
I 410 mm caduti a Cantiano (PU) sul versante occidentale del monte Catria rappresentano il 29% della precipitazioni totali annuali su una serie storica molto estesa nel tempo, dunque adeguata per caratterizzare i clima pluviometrico. Si è trattato di un temporale autorigenerante definibile come ‘V-Shaped‘, struttura molto rara e caratterizzata da particolari condizioni termodinamiche e che apportano effetti atmosferici reiterati, prolungati nel tempo e di magnitudo elevatissima.
Il complesso contesto orografico locale ha amplificato l’intensità delle precipitazioni. Evidentemente, con il forte surriscaldamento delle acque superficiali dei mari che circondano la nostra Penisola e le isole, all’arrivo delle prime avvezioni di aria più fredda di origine atlantica o polare, i contrasti termodinamici tra le due masse d’aria potranno favorire lo sviluppo di sistemi perturbati caratterizzati da precipitazioni notevoli.
Di conseguenza è giunta l’ora che il cittadino in primis debba adattarsi a questo nuovo tipo di fenomeni atmosferici cercando di ridurre al minimo le possibilità di essere coinvolto dagli effetti di precipitazioni cosi intense; d’altro canto le istituzioni debbono finalmente comprendere che occorre rapidamente ricorrere a strumenti di pianificazione che contengano delle azioni mirate a mitigare il piu possibile gli effetti del rischio climatico s.l., come ad esempio i piani di adattamento comunale o di bacino” afferma Massimiliano Fazzini, climatologo.
“Il clima è cambiato- esistono due facce della stessa medaglia : siccità e alluvioni. Gli eventi estremi come quello che abbiamo avuto nelle Marche trovano il sistema antropico ancora impreparato, e incapace di accoglierli. Stessa cosa quando abbiamo periodo siccitosi.
È assolutamente urgente e necessario declinare programmi triennali con interventi strutturali e non strutturali, per attuare nel breve, medio e lungo termine una vera prevenzione e un adattamento del sistema antropico per accogliere gli eventi estremi senza subire danni.
La transizione - completa il geologo Endro Martini – deve andare verso una gestione integrata e coordinata multirischio per ‘alluvioni – siccità - incendi boschivi’ ( rischi maggiori
che hanno a che fare con l’ acqua ) non solo come puro adattamento ma come passaggio culturale dalla gestione delle crisi alla gestione preventiva del rischio anche attraverso strumenti partecipativi quali i Contratti di fiume, incontri per individuare strategie territoriali e azioni congiunte per innalzare la resilienza delle aree,
attività di animazione per rendere fattibile e disseminare progetti territoriali collettivi e condivisi di prevenzione, adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici nel territorio individuato. Un ‘Piano nazionale digestione dell’ acqua”.
OPINIONI IN BREVE
Massimiliano Fazzini (climatologo coordinatore dell’Area tematica sul rischio climatico della Società italiana di geologia ambientale) : “I 410 mm caduti a Cantiano (PU) sul versante occidentale del monte Catria rappresentano il 29% della precipitazioni totali annuali su una serie storica molto estesa nel tempo, dunque adeguata per caratterizzare i clima pluviometrico”.
Endro Martini (coordinatore nazionale Area tematica contratti di fiume della Società italiana geologia ambientale (SIGEA) ) : “Gli eventi estremi come quello che abbiamo avuto ieri nelle Marche trovano il sistema antropico ancora impreparato, e incapace di accoglierli. Stessa cosa quando abbiamo periodo siccitosi”.