Da molti anni la Biblioteca era vissuta come un luogo della comunità, frequentata per studiare, fare ricerca, informarsi, partecipare a laboratori, ecc. Ora, potendo accedere al Palazzo della cultura cittadina solo su prenotazione, per consultarne i fondi e per ritirare libri in prestito, i bibliotecari si sono velocemente inventati modi nuovi per coinvolgere il proprio pubblico, e sopperire alla mancata fisicità proponendo contenuti digitali, didattica a distanza, visite virtuali. Frequentata negli ultimi anni da una media di 500 utenti al giorno, con una crescita dell’8% nel 2019 (anno del compimento dei suoi 400 anni), la Gambalunga nel 2020 solo a prima vista ha visto diminuire le presenze. I servizi in presenza, infatti, sono stati convertiti in servizi digitali. Se le presenze degli utenti in sede sono diminuite del 68% e i prestiti del 50%, le informazioni e prodotti culturali trasmessi attraverso i social network e la Rete hanno conosciuto un vero boom. Sono stati prodotti per Facebook 278 post e 60 video, che hanno ottenuto 710.688 visualizzazioni; i 49 pubblicati su Instagram hanno avuto 12.991 visualizzazioni. Notevole il successo ottenuto dalle conferenze della rassegna 'Biblioterapia'. Come curarsi (o ammalarsi) coi libri, che hanno ottenuto su Youtube 19.209 visualizzazioni. Le mail della Gambalunga hanno ottenuto 193.379 letture.
RIMINI. È ormai trascorso un anno dal lockdown che dal marzo del 2019 ha cambiato la vita, anche, delle biblioteche e di tutte le istituzioni culturali. Il portone del seicentesco palazzo Gambalunga si è riaperto a maggio, ma le sale della Biblioteca, un tempo affollate al punto da non [...]