Due parole sul Santo Natale. Che non è magia, con tanto di maghi, maghini e maghette immaginari, ma evento santo , il più decisivo della storia dell'umanità. Che qualcuno vorrebbe scomparso dal vivere ( cosiddetto) quotidiano, ma che se ben lo si guarda non solo non è scomparso ma è in fieri, o meglio, ancora tutto ( o quasi) da realizzarsi. Per quel che invita a praticare: ' Ama il prossimo come te stesso', oppure: ' Amate gli altri come io ho amato voi'. Invito, per vari motivi, in due millenni assai spesso disatteso, perchè dovrebbe camminare sulle gambe degli uomini che, si sa, per quel che di libero arbitrio posseggono, preferibilmente, amano più loro stessi che il prossimo. Foss'anche in difficoltà o immacolato come gli occhi di bambino. Che qualcuno, non si sa per qual titolo o diritto, continua a massacrare, qua e là, pel mondo. E perfino nella leggiadra Europa che di guerre ( e nefandezze umane ) non è mai sazia. Altre due parole spendiamo per lo sport. A partire da quel Mondiale di calcio che se tirassero ( davvero) fuori dal cassetto, o meglio, dai conti correnti sparsi sul Pianeta, risulterebbe di certo ' un Mondiale di calcio mai visto', o meglio ' mai tanto caro', come dev'essersi scordato di dire il buon Infantino, calabrese svissero padrone della Fifa per quel che è riuscito a imporre, tranciando i campionati d'Europa, per andar a disputare un pleonastico torneo nel surreale clima pre natalizio tra le dune. Dove, con qualche rigore di troppo, e con infiniti fans pronti alla bisogna, ha vinto una squadra sulla quale i media avevano fatto da tempo il titolo d'apertura: ' E ora, chi è più grande il Messi del Barca mai visto o il Diego del Calimero golfo di Partenope?'. Per quel che riguarda lo sport azzurro, invece, esclusi basket e rugby, non abbiamo altro che cantare gioie. Alcune mai viste, come nel nuoto e atletica; altre confermate, come nel volley o nel motociclismo. E comunque tali e tante da far sbottare il buon Malagò presidente Coni: ' Siamo in vetta al mondo!'. Che per movimenti ( spesso ) senza dirigenti ( es. calcio, basket e rugby),impianti ( es. ciclismo su pista e slittino) e adeguata copertura di autorità e media ( es organi stampa e tivù che favoleggiano solo su altri mondi) è un tal prodigio che solo un Paese dove deve aver trovato nido l'Araba Fenice può permettersi. Per quanto ancora non si sa. Come non si sa in che mani sia finita la 'rossa' che il giovin erede di illustre dinastia piemontese ha affidato al cerbero francofono che, al momento, come referenza principale, ha quella d'essere stato testimone di nozze del Toto sovrano di Vindobona, che ( da quel che si dice) fin dalle fasce sogna di poter 'emulare ' il genio del Drake, soprattutto nelle notti lunghe, insonni e vane. LE BEAU GEST DE LA BOUCLE. Se c'è un ' gesto' che ci ha colto di sorpresa rendendoci immensamente felici quello va attribuito agli organizzatori de la Grand Boucle. Un gesto lungimirante, coraggioso e che più che allo sport sembra mirare alla nuova Europa che sta faticosamente nascendo. Si sa che per noi, quando si parla di giro in bici si pensa solo e soltanto al Giro che veste di rosa. Dopo inumane imprese lungo strade festose e affollate che hanno visto crescere tanti di quei campioni da dar corso ad una mitologia agonistica che può confrontarsi con quella antica. Campioni ineguagliabili, che la Grand Bouche viene ad onorare. Senza sminuirsi, anzi, accrescendo il suo fascino, che ( sempre per noi) può ( ora) affratellarsi a quello del Giro. Infatti, d'ora in poi, entrambi potranno camminare l'uno a fianco dell'altro, inter pares, quali Alma Mater del ciclismo, per diffondere e continuare nel mondo una epica sportiva che ( certo ) sarebbe stato meglio togliere a tanti suivers odierni con mala conoscenza e breve memoria per affidarla a chi di epica s'intende. Al momento, dell'evento 2024 sappiamo che come prima tappa partirà da Firenze ( città di Bartali, Magni e Nencini), per arrivare a Rimini ( Romagna di Baldini, Vicini e Pantani). La seconda tappa invece volerà da Cesenatico a Piacenza, mentre la terza punterà su Pinerolo, per omaggiare quello che ( pur con tutto il rispetto per l'immensità del ' Cannibale' e senza toglier credito allo storico Pier Bergonzi ) resta l'ineguagliabile Airone da Castellania, che di Giri ne ha vinti cinque e di Tour due. Senza dimenticare però che per la guerra e gli infortuni non ne ha potuti fare tanti di più. In Francia, ad esempio, potè andare solo tre volte, con l' incredibile doppietta Giro/Tour nel 1949 e 1952.
CRONACA DAL DIVANO. ( dal 26 dicembre 2022). Due parole sul Santo Natale. Che non è magia, con tanto di maghi, maghini e maghette immaginari, ma evento santo , il più decisivo della storia dell’umanità. Che qualcuno vorrebbe scomparso dal vivere ( cosiddetto) quotidiano, ma che se ben lo si guarda non solo non è [...]